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DIDONANTONIOAGOSTINI
ARCIVESCOVO DI ,
TARRAC ONA
INTORl>JO AtlE MEDACUB
INSCRITTXONr ET ALTRE
antichità
TRAD OTTI DI UNCVA SPÀGNVOl A
IN ITALIANA
AA DrONICI OTTAVIANO SADA
^jj^ddnui^ttar^uiumJiucifi'
amuttmo7tt.ei-du/tr(m coA
dtfignidimoltMtàidu.
&i‘iilà^fgure'.
ROMA
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ALL'ILLVSTRISSIMO
ET ECCELLENTISSIMO SIGNORE
IL SIGNOR
don ANTONIO
DI CARDONA. ET CORDOVA
DVCA DI SESSA, ET DI SOMMA,
ET PER LA
MJESTA CJTOLICjì ambasci adore^
PRESSO SENTITA' VI tt. S. CLEMENTE OTTAVO.
I AiJipltaftinja.che V.Eecellen
aa fecié /cmpre della pcrfona
di Monfignor Don Antonio
AgoftÌni, & lalFettione, che
diagli portauaper le fucrare
qualità richìedcua con ragione, che io noa
douefsi indirìzzareadaltri qucfta mia tra-
duttione de’fuoi Dialoghi, che alci, amo-
reuolc dell'Auttorc, ftudiofa deirahtichr-
tàj & che ha Tempre fauorito i letterati. Ag-
giugncfi à quefto, che potendo io hauerc
per la mia imperfettione ofeurata non poco
ÌagloriadiefloMonrignore,cranecdlario,
perreftituirToperanel fuocandor prlmlc-
ro,d’illufl;rarla dcll'honoratifsimo nome di
V. Ecccllcnza-Piaccialeadunque di gradir .
* 2 con
\
I
con la benignità, che è fua propria, cjirefto
dono,che io vengo à farle, 6c di riceuerloan
che per fegno della mia diuotione,la quale,
poiché non vaglio per me fteiro,procuroal-
menodi dimollrarlecol mezodella virtù, 6c
dottrina d’altri. Ettolera do V. Eccelléza,
ficomenelafupplico, il mio molto ardire,
clFendo mafsimamente nato da defiderio
di non feemare con la mia penna la fama di
cofi nobile fcrittore,non folofauorirà Sog-
getto humile, come fon io, ma farà mag-
giormente rifplendere il lume della fua hu-
manità con obligarmi à pregar cotinuamen-
te N. SIG. DIO per haccrefeimento,
& profpcrità di V .Ecccllenza,à cui riuercn
temente bacio la mano.
DiRomaa'ip.di Marzo 15P2.
Di V.E. Illuftrlfsima '
-, H»miliftimt O- iìmifsim» Strmitne
/
Lituigi OUMtMt Sài» .
T
1
DIONIGI OTTAVIANO
S A D A
A’ LETTORI
' I qutnt* riputttione fojft MouJìgn«re Don' Antonio
Wgostiki ArciucfcoM di Ttrréconé mentre couté
funprefenzjthottorè qieU» nonrofectlo ,dd di qnM-
t* 'vtiliti, <y mnréuigUd fieno boggi le molte epere
fite, è eofinoto à ciafcuno^mdfsimamentei glt [ludiofi
delle buone Uttere,cbe farebbe [onercbia il 'volerne far
qmdtfcorfi . Hora ballerà dt dirm filo , thè tjjindoi,
egli nato pregato da alcuni Signori ptinctpedt di Spagna amici fuoìàvo^
lordar loro qualche notiti ad* quello, che gli buomini letterati figliooo d^
correre intorno alle J\itdagbe,Otinfcrtttioni, (y altre antichità , del~
t'vtihtà , che ne apporta lo lludio , dpi la cognitione di effe ; materia non
meno curiofa, (pd ofenra, che dotta , nobile s deliberò di fidi sfar loro.,
•Volentieri ,ma nel modo però , che dalCetà fua grane dalla fua di-,
gnitàgli era conceduto. Compofe adunque quelli fuoi Dialoghi in lingua
Spagttuola,(t/ nonneUaLatina, perche bauendo in ctò da piacere princi-
palmente a' Caualtert, ^ huomini di quella corte,giudic'o che in quella
fero per aggradir molto più, che in altra lingua e ciò fece egli nello Ifatia,
di pocbtfiimi giorni , mandandone in luce alcune poche copie fatte impri-
mere da Un medepmos il che gli fu molto ageuole , haueniù la Stampa in
cafa per dar in luce i futa componimenti più grani j male publieò fentji. H
fuonomeidacbe fìaomprtnde,che fùaintentionenon fù,cbe fi,doueffi que- ,
ila opera dar fuori come fùa,.iSHa offendo egli poco dapoi <%/enuto à mor-
te , non parendo à gli amici fuoi , che la gloria di còfi dotti dtfcorfi, .
doueffi Lafitar in preda à ebt forfè col tempo / 1 tbaurebbe potuta appropriare, -,
•»olfervcbdllibro(non approuandoinciò lafouerchia modeSìiadeltùiutoreà^
fi publicaftilp/portafein fronte quella in/crittione;i,xbihìiothecAAH^
toni) Augullini Archiepilic^iTarraconenns. ■ V.-5^ A. >-up
• Horaaffindomi ilafalonata vnodiqitaSiLvolnm àbtU&tffur Maitjn^,
• 1 4 * a Bailo
i
BW» fefrtttrÌ0iiiJe^iSle(fo Menfig^tmioirtHdedmic0,ferfon*JottM,
yerfst» molto ufi in queflojume in altri flndi.to non fin lofio t hebbi tra -
furfo, cbo lo limai Optra eia non tlouer ejfere tenuta nnchinfa dentro at termi
ni eHnalinguafola: in breneji ricbiella poi di alcuni miei Signori^*- qua
il fon tenuto non pardi fodij/art,madybbidire,quelJomio parere pafiìim
obligatione , afìrignendomi i medefimi i promettere, conte feci , ancora che
fot^atamenttfdi tradurlo in ItalieMO . Onde bauendoneio prefa la fatica,
Ibi in pochi giorni trafportato daifuo primo in quello idioma noflro , con la
douuta cbiaretxa, CCf fedele abdico noflro , per cbe , quantunque per ori-
gine io fia Spagnuolo ,fon però di nafcimento Italiano: con f aiuto di
Dio fpero dibauerlo ridotto, fettoni quel grado di perfertione ,ehe ri-
tbiedeua la yirtu dt nm tant' ferii tori , almeno i quel termine , che dalia *■
diligeiiTjt di perfètta occupaiiftima in altri affari, poteua affettarfi.
Oltra CIÒ, perche dalfv4ulore folamente i due primi dialoghi erano orna-
ti di Medaglie ,<r quegli ancora et affai poche, ni egli mai fi tra ftr.
ento di alcun difejno di fiume, d’edificio, i et altro fimile, bò flimato
thè non poteffe effert difearo , ft , aceri fetndo io in gran numero le Me-
daglie, yi ttp^f^tftttffi *»the molte curiofe anticbiti con riporre ciafen-
da coTa al luogo fuo, fèut/t ffaragnare fpefa,ò fatua. Di quella com-
moditì, O" accrefeimento haurttt ad effert •voi infitme con me non
pocoobligéti iglihonoratilfimi,G' dottiffimi Signori Fuluio Orfini , Lelio
Pafquolini , Giouan yineentp della Porta al P. oAlfonfo Ciaccone fon
le medaglie d^ quali i flato da me affai ben fupplitoal mancamento deHt
mie . Non bò polh piu 'volte [effigie di yn mtdefimo Imptradort , le cui
medaglie habbiauo 'vari , differenti rouefei , parendomi fouerebio ;
maintal tafo hò procurato, che Itmedaghe fieno di due giri : nel feundo
bò pollo tutti iroutfii con diligente, nel primo tinfcritiione dt diritti con
due Rette nel fine, nel cui mett Ranno due lettere,f yna,cht dichiara la qua-
Itti del metallo forni fi yidrì nell operai (y[ altra la grandetta delleme-
etagbt,ntl modo, cbeytdrete nelle figure notate qui e^preffo, Hò parimente
yòlutofhe quelle poche effe, che fono Rate aggiunte da me in alcuni luoghifie-
no fatte per difierentiarle dall altre, con lettere minori, i feditjdttione di
chi legge, ti anche per mia particolare riutrenetjtyerft la per/ina dell' »Au-
tore. Finalmente per render più facile la raccolta di fanti ,t'tyarij
prttiofi frutti-di quffo, non dirò 'volumtfuadilitiifi/fimo giardino , hò po-
fio nel fini'vnaiOMolai giudicio mio affai ben ordinata abbondan.
io, del qual commodo era priua in tutto la prima editione . Ma perche
per la naturale afiettione, cbe io porto ùqueRa forte di belle lettere , (y alla
gloria di Monfignor AgoRini , non mi contento di quanto hò fatte infin ad
berofo intendo poidi yoltr rtRampare quando cbe fia,t prefeuti dialoghi
ftu téttrfftimtuto di molte altro aatiebiti pertinenti alla loro dichiara-
- " tiene
itone y ^ f pfì'ehe siiHeerotBftn^e pt^Mdto fduoteoff$*MÌtU9
^ Mutertime/noyihe mi 'verri dtuoin gU fhuLefi di quefin nobU projtf-
Jtine , fromettendo che non pure non ftrnnno effi defrtùdnti detmeneo, ne‘
dflli gratitudine y che /oro fi douri\mn bturunno nel libro i nomi loro
bmorntu meutlone. T rute unto gr udite lu prontet^o^u deltumrmomio W-
tu tuttu ullu 'voflruytiUiìy ^ ritreuttone ,(gl Uggendo rileggendo il
iibroviuete lieti .
c. ^ * , I .1 .
. - vii
m
N O M I D E GLI
AVTORI CITATI
ISELLA PRESENTE OPERA. .
r \PH Ccurfio
XxcB Adriano Tume
bo
AdoHb Occone
Aldo Maoucioil
Vecchio
Aldo Manutio il Ciouioc
F.Alfonfo Ciaccone
A mbrogio Morale*
Ammiano Marcellino
Anacreonte
Andrea IJomenicoFlocco
Andrea Fnlnio
Angelo Politiano
AnroiiiodiGueuara
Antodio di ^icbrilTa
Apultdo '
ArchiaPòcm
AriJlofane
Arrisotele
Afconio Pediano
Anieno ’
Aulo Gellio
lAufias March. Poeta Ca-
. calano
/Iniuoio Callo
CoSanzo Landò
Crifpo
Cuiacio
Curopalate
B
ì.
B Arcolomeo Amantio
Bembo
BernardtnoScardeoni
c
C Arlo Sigoaio
CarsioomO
‘ Catullo
I C.Cefare
I Cicerone
1 Ciriaco Anconitano
Codice di Giuftiniano
Codice T eodofìano
Columella
Cornelio Seuero
Cornelio Nipote
Cornelio lauto
D Ecreto dIGratiano
Digcili di Fiorenza
Diodoro Siculo
Dione
Dionigi Alicanafeo
Diogigi Lambino ^
E Liano
Enea Vico •
Euripide
Epimenide ,
Epicarmo Poeta
Ermolao Barbaro
Efchilo
Hliodo
Euftbio
Euftatio
F Erdioando Nugniez
Eefto
Floriano di Ocampo
Floro
FaluioOrGoi
Abrjel Simeoni
VJCabriel Faemo
Giouantiì Camcrte, alcrii i-ucrerio
Gio.Tacuino
S. Girolamo
Girolamo Paolo
Girolamo l Ui r i t a. _
Giocondo antiquario
Giulio Polluce
CiuSinobiSorico
Ciuftiuo'niarcire
Guglielmo Choul
/»
H
H Ermolao Barbaro
Herodiano
Herodoco
Fiirtio •
Homero
Moro Appello
Horacio Fiacco
Huberco Gulcio
f Acopo Strada
>. 1 Ifidoro
indoro Siculo
T Ampridio
Xw Latino Latini
LaitantioHrmiano
Lelio Torein
Lilio G iraldi Ferrarefe
Lodouico Arioso
Lodouico Viues
Lucano
Luciano
Lucilio
mente da Camerino
OimBattHIa Perez
Cio.Heutichio
Giouanni Fontano
Cio.Poldo
Gio-Vidarenfe
GÌO.T ritemio
|Giouanni Sambuco
Luigi Ponze
Lucio Fioco
M
^dblacrobio
Marco Celio
Nicandro
:n
N leandro
Niecforo Callido
Niccolo Gmehio
Niccolo Pcrono
O NolrioPanaini
Occauio Pancagato
Orario
Ouidio
>. I^AoIo
1 Paolino
Paolo GiurirconTnlto
Pauiània
Periio
Piccro Appiano
Pietro Ciaccone
Pietro Bembo
Pietro Diacono
Pietro Gio.Nugniea .
Pierio Valeriane .
Pindaro
Pirro Ugorio
Platone
Plauto
Plinio
Plutarco
Poèta Catalano, Anfias
Marchi. '
Poeta Cordooefe, 6io. de
Mena
Polibio
jPolifilo
[Pomponio Leto
'Pomponio GiuriiconAilto
Pomponio Mela
Propertio
Publio Nìgidio
Publio Vittore
Q.
Vintiliano
R
Oumio
QAInilio
.J Scaligero
Scotto,òcome altri Notitia
dignitatum
Sebadiano Erizzo
Seneca
Seroio
Sifilino
Silio Italico
Socrate
Sofocle
Sozomeno
Spacciano
Scacio
Stefano de Vrbibus
SteEcoro Poeta
Scrabone
Suetooio
T
T Acito
Terencio
Tertulliano
Tibullo
TitoLiuio
Tolomeo
TorelIbSaraina
Torres Naharro
Tucidide
V Aleno Fiacco
Valerio Feneflella
Valerio Marciale
Valerio Probo
Valerio Mafsimo
Valgio
M.Varrone
Veeetio
VeuoLongo
VelleioPatercolo
Verno Fiacco
Virgilio
Vitruuio
Vlpiano
. Volufio Metiano
VuiraVefcOno ‘
Vol&ngo Lazio
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^^Clfilino
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A>
V.
1
IRAN CISCI BENCII
esocietate iesv
Vo mihi tot procerum effigies,tot condit* prifiis
^tre, auro, argento Jigna viderc notis f
Haereham dubitu varia Jùb imagine,ntc qui
DUlaret cupido nomina notor erat .
Nunc tua me ANTONI difcentem pagina firmat,
Ignòtum ptnitus quae mhil effe facit .
^ratia magna tibì,Ìludtjs qui nobilis oti
Jiuftrasveterum faecula , noRra iuuas .
ìJec te , qui Italiam praejlanti hoc munere donai t
S D Jt ingens animis , gloria parua manet .
j^uamquam ettam , toti femper quod proderit orbi,
Debuerat tato Jemper in orbe ligi .
losEPHi c:astalionis
IVRISCONSVLTI.
Vgvstinvs, auis nobilibuspotens,
Oris Hefpcriac natus in vltimac ,
Flumrn proptcr Hibcrura ,
Vrbis Caefarcac in iìnu |
Luftrauitpatrijs oppidaplurima
Longc àlimitibus difsita, fcruido
Inflammatus amore
Virtutispucraurcae,
Infrugemq. fuamcontulit vndiq.
Graecis,ac Latijs tradita littcris,
Prifcaevtlaudis,&artis
Saeptus praclldijj graduai
Periuraintrepidus Romulatollcret,
Sandiorumq. Patrumicitarcuolucret.
Quac dir artibus vllus
Contredat vacuus bonis?
Ah prifeis pudeat condita facculis
Ignaros veterum tangere temporum .
Mores,antc Quiritum
Quam Icges iuuenis notet.
HancnoRerpcdibuscorripiens viam.
Se in fummo (latuit vertice gloriae , &
Summos geflìt honores ,
-.3 ; i:i» X
n-
Kadlut
Nadus perpetuum decus .
Antiquis maculas Icgibus cluit ,
Ac Decreta fuls Pontificum notis
llluftrauit,&auxit
Libro nobilis edito.
Idem diflcruit, marmor,& aes vetus
ineifum teneat quae bonapofteris*
Acfèpraebuitad ius,
Et mores veterum ducem .
Haec (crmone fuis ille petentibus
Conicripfit patrio. S AOAfed) &dditu
Rebuspluribus inde>
Tufeum tranftulit in (bnum
Ad nos . S A 0 A ) Italis contigit in locis
Cui nafei , O s c a dedit cui gcnuSjSc (òli
Hifpani decus Ose a
, .Cultus cui dedit ingeni.'
Sertisq. emerito tempora laureis
Cinxitiegitimi poftfpatijvices.
Ornamenta necaulac ■
Romanus pater abnuit .
Ocui puravacant pec^ora (brdibus ,
Quem venale iuuat nec ftudij geniu ,
Felix ter,quater>bunc fi
Verfarit manibus librum.
!iderio di veder le medaglie, & l’altre
V. S.& alcuna volta, che noncifolTe
occupatione di maggiore importanza,incender da lei
che cofa elle (ìano, & che forte d’vtilicà rechi l'hauer-
ne , & il metterui molto Audio . Et per edeorrer meco
nella medcfima voglia il Signor C. Aam venuti d’ac-
cordo à proporle infìeme queAo comun defìderio .
Non biahmo il defìderio, pur che non ci manchino le
circoAanze , che dite , perche in vero il veder volen-
tieri cofe fìmili fenza cercar d'intenderle , è cofa da huomini vanamente cu •
riofì. Ancorché molte cofefìano,che imprefe ad vn fine producono bene fpef.
fo vn’cffctto diuerfo, si come è accaduto nell'Alchimia, la quale procuran-
do di far l'oro, ò l’argfto hà affinato l'arte del deAillare.Et io ho veduto mol-
ti prenderfì gran diletto di tener molte cofe antiche. Se fpender per haucrli
di gran denari,& tuttauia molto poco di quelle intenderfì.Seguir però da que
flaIbrcurioGtàqueAa vtilità cerca, che trouauano gli huomini dotti nelle ca-
le di coAoro^ gran raunanza di cole da fatui Audio , le quali efsi per la lor po-
uertà non harebbono mai potuto mettere infìeme.
B. Non farà cosi auuenutoàV.S. la quale per quel chcfìsàha poAofempre
grancurain incender foteiiraente le cofe antiche, & n'ha infìeme raccolto
gran quantità, & perciò defìderiamo noi queAo fauorc da lci,coroe da perfo-
nd che meglio di ciafcun’alcra ce lo può fare.
A. Ben vorrei, che cosi folTc,, ma molto più è inuero, quei che di qucAe cofe.
io non intendo, che quel che n'incendoiancorche non mifìa mancato vn c6-
tinuo defidetio d’apprenderle. Se mi truoui hauerne trattato con la maggior
' • A parte
o
PRIMO.
A SIENO
- %
■ ' V
J
DIALOGO
parte de gli huomini fcientiati d’Italia , & hauer con qualche diligenza ve*
duco tutte l'Antichagliedi Roma: Nondimeno fopraitacto da inaggiotioc*
. cupatìoni & della Rota, & d’altre cofe pafTatemi per le mani , non mi fon po«
turo tanto auanzare in quello ftudio, quanto voi Forfè vi dace à ctcdcre .
S. Aboenodi cocello poco,chc V.S. vuol che fé nc creda , delidcnamo ch'eU
faci porga vn poco di lume nella grande olcurità che c'ingombra nel veder
tante cofe antiche,fenzaconofcer più d’e(re,ehe li faccia qualliuoglia fcola*
fc.che jHico più oltre fappia che leggere, 6 coftruirc. Et per non perder bora
quello tempo che ci vien dato, deuderiamo primieramente da lei intendere,
perche le medaglie li chiamin così,dt che cola elle furbno,quando furon fat-
te la prima volta. Appreirochevtilitàfìcauidiloro. Seguiteremo poi con
buona gratia fuad’andarla dimandando d’altre cofe , che non incendiamo.
A. Fcrche l'Idioma Italiano, & lo Spagnuolo hanno origine dalia lingua La-
tina,e‘li può credere, che il nome Medaglia neil’viio & nell' altro de detti
Idiomi deriui dalla parola Latina Metafla ; ancorché nonliailmedelimoil
fentimencoima perche la materia,di che )e medaglie fon facce, fono i metalli
dell'oro, dcU'argenco,& del rame ■ ò bronzo , non farà Rato gran fatto il pro-
durne vn nome che di noti in generalelalor materia,
B. Hor dicaci V. S.èegli vna medelima cofa, quel che in Latino,& in Greco
dicono Nomirma,con quel che noi diciamo Medaglia?
A. lo per me tf go,chc Nomifma,& NQmps nella lingua Latina,& nella Greca
liano parole più generali, come anco la paroja Moneta, Pprcioche le ben’ è ve
ro,chc le medaglie furon monete > nondimeno furono allhora Nomifmaca, &
Nummi, ma hoggidi potrcbb' elTere che non conuenilTc loro tal nome.
Cip.it. Bf Concheragione adunque PomponioGiurifconruIco,dicc quelle parole?
il rtufe. •HpmifnutimaiirecvHm.'veltrgcmtemrìrxtcri^miiii fra gemmi! tiifolétiyfmfrHHiiiIcgiTipotefl'
A. Quella parola Veterum ci leua di dubbio,perciochc egli è cofa certa , che
fon monete vecchie.
B. Souuiemmi d’ynverfod'Horatio, nel qual pare ch’egli chiami Nomifma
vna certa moneta del Re Filippo padre d'Alcflandro Magno.
\cmlu duefiot/egtie neimfma,'Pbilifpof
Et puofli i pater mio dire,che lo dica,comedi medaglie.
A* Forfè chefìpuò;malipuòancoiatendere,comedidenari,&d’vnaforte
Ui-w- di moneta . Etl’Etimologia.cheda Arinotele nelle Morali alla parolaNo-
mifmaideriuandolada Nomos,chc in lingua Greca , lignifica Legge, parche
a’accommodi propriamente à qualfiuogiia moneta , ò vecchia, o nuoua , pur
che fi fpéda,& fi riceua per prezzo di quei che 0 compra, o fi vende per vigor
della ieue,che da il valore alla moneta. 11 verfod'Horatio parlando del do-
no ch’Alcirandro Magno fece al Poeta Chetilo, non fi può incendere di me-
4aglie antiche.poi che Filippo fu padre d' Alefiandro.
Wp.t.tj. p, ricordo che Vlpiano dice in vn’altro luogo, che s’akuno lafccrd in te-
aumft J ftamentoorovo argento fegnato eolmarco,corne fi marca lamoncta,ben vi fi
t«uoic{. comprenderanno le monete di Filippo, & quel che egli chiama nomifmata.
A. Et con che parolecio dice Vlpiano?
B. Farmi, checon quelle. Siemtemiuinim.yelargiMumfigiuiioalegiUimefiMfiterfmi-
lut ftdemr tcftaaevo legifi^iiod tim tliqiu fonu efl exprejfum : -veliti vhilipfifimt , ilem-
epe nomifiiuu ,
A. Mofira à chi confiderà quelle parole, che coti le medaglie antiche di Filip
pOjComc tutte l’altre fofsin monete,0 tieriim,-eel4rgemiimfigiumm,ei;- nomifmeu.
B. Etquel (itolodclCodicedr-ivMriiaoKu/àuMpaidhtrpottafsicgliintcnderdi
medaglie?
A» &c le medaglie erano «comediceoaiiiononeie vecchie fi potrà credo coti
inten-
'i
PRIMO- ,
infcn Jerc > fe bene nó tutte le monete recchie fi dicono medaglie , ma quel-
le lolct come dice Pomponioichc fi tengono per gioicisì come ne anco quel-
le che hoggidi fi portano nelle bcrretcet& ne cappelli fi diranno monete (an-
corché volgarmente fi chiamino medaglie.
^ V.S.fe tutte quelle medaglie antiche, che veggiamo hog-
É<duOnollatemoncteiòdi Romani,òdi Greci, ò d’altre nationi.
A. Nó mica chi dice di nò,giudicàdo ftrano,che medaglie cosi bé lauorate do-
MClsero andar jp le mani del vulgo,mainmaméteqile, che in Italia fono ftiina-
le molto che fono alcune gridi di bróao,có molte figure ne*rouefci,&có ver
niee verde.ò nera, come fe nc veggono alcune di Nerone, Se d’Adriano di ma
no d eccellf ti maeftri.Sthano per cofa da nócrcderfi,che quelle tali folfero di
minor pregio,© valore che le piccole d’argéto Oc d'oro, delle quali non fi prò-
de tantogullo: Ancorché paiachealtépodiPomponio,chcfUnelmedehmo
lòpod Adriano le medaglie d'oro ,&d’argéto follerò tenute per gioie, ne di
quelle di bronzo io llrllu Fóponio fa mentione alcuna nel fopràdetto luogo.
C. Horcliecofaeranqucllc,fcnon eranomonete'ròqualieranole monete
fe non eran quelle?
A. Piconoclic sì come hoggidi vano attorno monete, che per monete fi batto
no,&ci fono anco medaglie fattepdonaread Amba fciadori,ò per gittate al
popolo in vnacort^natione 4'vn Papa,òd'vn'lmperadorc, cosi ancora fi tro-
uauano in quei tfpi due forti di monete , & le meglio lauorate feruiuano per
doni, & largitioni,& per qllo che in Latino diccuano Milfilia, ò pur anco per
tenerle fra le gioie,& ne’lor facrarij,& le menobe tirate corteuano per mone
ta,coroe qlle che ordinariamete lì battono hogi perle zecche. Ma io fe bòrni
ficordo nò ho veduto alcuna di quelle che nó folfero, o nó pareflero monéte
foor che vnadi brózo,che da vna bada ha vn ramofccllo d’alloro,Ót dall’altra
due armille,ót vna torque fatta didue ferpi co le code annodate ìnfiemecòn
IcttereclrediconolU. lO.TRlVMP, ótcredochefimile medaglia folTe fat-
popolo in qualche trionfo,perche quelle parole eran le foli-
tea dirli dai foldlti,ócanco dal popolo,in quella guìfa cheli dice hoggi an-
cora ad vn nuouo Pontefice, viua Papa Paolo,viua Papa Gregorio.
C. Gran piacere harei io di ved er cotdla forte di medaglia.
A. Non penerò molto à trouarla«eccouela.
C. Come s’hanno da intender quelle lettere?
A. 10.10. Triumphe,ò pur Trìumpe,comediceuanone’templ più antichi.^}
comcfidiceua Io Bacche, &Io Paeannellefeftedi Bac(o,& d’ApolIine,&da
quella voce Io,che è , come dicono intcriettipne viene il verbo lubilare i Se
la parola lubilus, fe però non vengono dal Giubileo d*‘ Giudei.
C. Che II ramo d’alloro feruilfe ne trionfi.è cofa chiara, ma ra]trecofe,per-
cheli leolpirono in fimi! forte di medaglie?
A. Si come i foldati generalmòte accópagnauano il trionfante, con corone.
Se ramofccUi d'alloro,cosi quelli che t erano più fegnalati con acquillare ar-
IkillCjSc Torqui,vfciuano quel giorno ornati di quel£e,óarono le at mille.
ar".
fr
* DIALOGO
mille,come braccialetti ò manielie,fc i torqui come hog^i lecàtene,ò colla^
ne d’oro. Et per vna di quelle che Tito Manlio guadagno al nemico s’acqui»
fiò egli per fe,& per li Tuoi defcendenti il cognome di Torquato.
C, Ecciegii aliraragioneperdimoflrarchelemedagliefoOcromonete?
A. Ce ne lono,& di molte, & fra l’alcre la S.& il C. che li veggono nelle meda '
glie di bromo llampate in Koma,& in alcune d’argento Ex. S.C, che lignifi-
cano il SenatufconfultOjCol qualelidicdcordine,Àlicenzadi Aamparle. E(
che ciò s’appcrtencfsc al Senato, li proua particolarmente per alcune parola
IJiir.}, di Polibio. Vedcli in altre d’argento fcolpito EX.A, P.chevuoldireÈxAr*
gemo Publico.Ec cccoui Jc medaglie, doup lo potrete veder da voi.
lo il».
À
P R IM O. s
In alcune più chiaramente AS.TRESSIS. OBOaOC. ACCAPIA.TPIA.
SACRA. MONETA. AVGVS n. NOSTRI, crouafì ancora in altre qfto vo-
cabolo roloMONETA.&rimmaginedclla Dea Moneta cóle bilàcie.lnalcu
nell veggono tre figure feminili che rapprcfentano la moneta di tre lotti di
metallo oro,argcto,& rame, come da voi potrete vedere 1 qli'altre medaglie.
• I deputati poi all’oflitio del far batter le monete veniuan detti Monetale:;
. oucro TreHsri Moneiain ^«nyArgenu^ere alando Ftrtimdo, Et pctciò in molte meda-
. glie fi vede fcritto III. V 1 R,& in alcune di più A.A.A.F.F. che s’hanno à leg-
gere nel modo, che s’è detto. Et Valerio Probo, & altri loferiuono . Soprala
qual materia fi leggcvna lettera Latina del Cardinal Bembo,che molto gen
tilmete. Se bene dichiara vn palTo d' vna Epillola di Cicero nc.Trc«iri>n»ù« c«<-
fioaiujic Capualei effhnuOen AKro,Argmo,AcTeejljfenl.SoÌ2mentcll{cÌÒdÌ direche 1
medefimo Cicerone vsò qfto vocabolo Monetali: in alcune epiftole ad Atti-
co.Et Póponio trattò copiofaraòte dcirolfitio loro,& del nome in ql che hab
biamo ne' Oiecfti iieltitolode origine iuris , & lo vedrete in qfte medaglie.
4
IProuafì p(r ajcpni vprfì di Marti3le,chcgli antichi vrauano quella parola' mo
nita per quello che hoggidi IVIiamo aqcor noi, & yn dicjuefli yerlic nel
primo libro.
Et f fiKKiii iominos iu>»ae ufoiuije,
Vn'iltro neirvltjmo nel Pillico,che fa con qucfto titolo, Lottli einruéi
Hot , nifi dclUna loenìoi mflere moneta ,
'Hon detti ,argninmtiltalijinafer ani.
Et qui, come lì vede è detta la flaua moneta d’oro. Se nell’altro luogo par chA
chiami iia»u»oii»i»Me»ia»«jf,lemoqete con rimmagini,& faccio de gli Impera-
dori. Et douete fapere, che gli antichi adoperauano calTctte di legno , Se d’t*
uorio per riporui dentro le lor monete,* li chiamauanoJ:xic«/oi,07Aef«.£> art*.
B. V. S. mi fa ricordar d’vn’altro verfo del medelimo Poeta nel XII. libro .
^nde moneta Caefaru detem flamn>
Et parmitche gli lìdebbalamedclima interpreutionedi dieci monete d’oro
conl'elfìgiedeirimperadereAinquantoaiparticolaredel riporrei denari
credo,che li feruilTero anco di facchetfi, per quel che mi par d'hauer notato
in vn verfo d’yn’altro Poeta
’HamniCatnlli,
Tlennsfattklnt efl aranearnm,
A. Dite il vero, anzi yÌauanoancorafporte,comediconoCicerone,&Af*
canio nelle Verrine*
B. Perchecagione in alcune medaglie Cvede li. VIR.& t>oIII.VlR.*ia
fpetieipqueIlediSpagna?&anco in altre IIII.VIR.
A. DiceFHluioOrlino,cheinteiopodiCaioGiulio Cefarc Pittatorc,furo>
no battute le medaglie d’argentO'rolamente da quattro ltionecall,nia che in-
nànai,*doppo lui furono ftmpre tre, Le mónete,nelle quali li legge Il.VIR.
fono di Cajonietft di Municipi fuordi Roma ne vengono lignificati i Mo-
netali, ma li DuuniuirijchequeU’annogouernauanoqucllaCojojiU ò Mu-
flicipie,* ecceui alcune medaglie.
B. Hot
B. Hoi-dicaci V,S. notili trouinoilcuncmcdaglieconvnfcgnod’vnH» —
d’vn S , che molte volte mi par d’hauer villo ncll'opre di Cicerone, &parmi
che lignifichi il Icllertio che è la quarta parte del denarioi:
A. Gli Antichi notarono il denario con quello fegnoouer cifra X. il Qui-
nario ouer Vittoriato có ouefta V,el feftertio.con quella 11S.& io poflb mo-
Arar tutte quefte cifre in qiuerfe mie medaglie,^ particolarmente in quelle.
i
. 0
C 1£ RVA
ROMA
L» ctgiane di (juoftc cifre è in pronto, perciocbe in quei primi tempi il De*
narjo valega dicci Afli » ilC^inariocinquc.il Scftertiodue.&mcaaochein
Latino fi dice Semi», & pero poncuanolaSdoppòiduell.Maperclic ci fu
chivsòinter(ccariduiIl,con vnalinea,fcne venne ad ofcurarjafcrittura,
si come auuenne anco nel X, che alcuni vfarono interfecarlo con la mrdcC-
ma linea in quella puifa^ • come in queAe medaglie vedrete.
II nomedi Vittoriato deriuò fecondo t’iinio dalla figura d’vna Vittoria,
che fi troua imprelTa in quelle monete, si come bigati ,& quadrigati vSnero
dette quelle doue fi vedeuanobigheò quadrighe, ch'erano carrette da due,
ò da quattro causili, come hauete villo nelle medaglie ■ che vi ho moAre.Ec
Ratites AlTes, fi dilfero quelli che haueuano rati, cioè barche ò traitate .
B. Farmi hauer letto, che qucfti denari] non vallerò Tempre dieci afsi,ma al»
cuna volta fedici , & credo che V.S. habbia di ciò trattato nel libro delle fue
emEdationi,interprctado la legge vltima lìedmutioném. AdQque vorrei fape-
re perche fecfido il valore ii5 mutarono anco la cifra ouer nota dix , in xvi.
A. La verità ftà,che ciò anco fi variò, Sr io polTo moftrare il numero x v i, in aU
cuni denari], &l’viij. in alcuni quinari), ma in fefiertio alcuno non ho già
veduto mai il muterò iiu. Nc queAa varietà di cifre durò però ella molto,
percioche tornaron preAo al modo antico , & eccoui alcune medaglie doue
vedrete le dette cifre figurate.
In me-
(
B. In medaglie di bronzo truouaflegli akun'altro fcgnaIc,comein quelle
K "“““e* vn L. che dinotano vn’affe , onero vna
libra. Inalcunc vn S. per fcmis,chcvuoldircmczzalibra,ouerofci oncic In
altre quattro punti.q piccoli cerchietti per quattro oncie.che c il triente» in
altre tre punti per tre oncie, che è il quadrante, col qual prezzoli lauaoano
ne bagni, in altre due per il fcftante , che fon due onde , & cosi ancora vi fi
veggono altri k^nali,o del pe fo ò del valore delle monete . Da tutto q uefto
fi comprende chiaramente che li fatte medaglie così d'argento, comedi ra-
me erano monete di Romani , Et dell'interpretation di quefte cifre . ò note
fcnire benej& prudentemente Volufio Metiano nel libro intitolato de Alfe.
oltre alle c'frc h vede quali in tutte le dette medaglie il nome di Roma , & in
molte da vna banda la tefta di lano con due faccie, & dall'altra vna proda di
"*“'’j?"*^^“.*’'^6“fed'<-'onomolti autori che li coniauano le monete an-
tiche di Roma infino al tempo dei Rc.accccoucnealcune.douc da voi potre-
te vederci detti fegni.
ntnnr-T.ir
t
B. T ruonafi egli alcuna medaglia delpefo antico quSdo erano dette ae$ graue?
A. Se ne truóuano tUttauia dj-quetle che erauo dette Librile^ molto pe{anti,&
quelle non li poteuano porrate nelle borfe,ma neUe calTe,ò ne’ face hi, & fu le
carta, comeliraecogliedavnluogodiTito Liuto. & di quella forte voi ne
hauete vedutohoracerce,denefonod.ciraltrcaacoraappreiro di me. Veg*
47. gonfì molte altnekofe fcolpite in quache {nonctaantica, come in alcune due
pugnali có vn piIeo,& quelle le fece battere M.Bruto fuor di Roma con q ue>
Ae lettere EID. MART dinotandoil giorno che egli con gli altri congiura*
ti ammazzò Cefare. Pcròchc^-anticDi fcriucùaniaElDV^ per quelcnepoi
fifcrilTcIDVS,comepotctevcdcrcin qucAa.
- ‘ ’ B.Etchc
X
I
PRIMO.
//
B. Etchccofafìgnificail plico con quei due pugnali?
A. Giàfìsà, cheli pilcocravna forte di cappello chevfananoi ferui mani-
mclsi ò alTerci, come diceuano , in libertà ; Volle adunque con qucfto legno
dinotare M. Bruto la libertà acquiftata alla patria col fuo ' pugnale, & con
quello di Decimo Bruto. InSuetoniofi legge che Auguflo fi pregiò tanto
ohaucr per afeendente il Capricorno, che egli io publicò facenaolo fcolpire
nelle Tue monete, &ionepolTomoHrarcalcuneco$i d'argento, come di ra-
mci& vicn molto lodata vna di metallo Corintio con due Capricorni, & con
vn globo rapprefentante il Mondo.dt con vna corona di qucrcia,con lettere
OB. CIVES.SER. ò Seruatos. Egli è ben vero che quella mcdaglia-la fece
flampar Tiberio doppo la morte d'Augufto. Ma io ne no dell'altre d'argento
pur col Capricorno fatte viuente luii& il medefimo Autore dice,che Nerone
B recò à tanta gloria il faper ben cantare & fonare,che pofe per rouefeio d'al
cune fuc medaglie vn ritratto di queAa fua pazzia , & di qucAe fe nc truQua-
no hoggidi di molto buona mano,tì come potete veder fra qucAc,
B. Amepare, chechivolelTenegarcofa che tanto chiaramente fi vede! ver-
rebbe almen coAretto à cedere all'autorità deil’Euangelio , in quella mone-
ta che fu moArata à ChriAo no Aro Signore con l’immagine & infcrittioqe di
Cefare dSdomi à credere, che cosi foffero le monete de gli altri Imperadori.
A. Chi porrà ben mente alle ConAitutionide i titoli defiiift montta, tptitfilM
cire»tMmexteriirremncidtTa,ó-de teteru nomìfmalif poteftMe, nel Codice Teodofiano , &
in queldi GiuAiniano,trouerà che gli Imperadori coflumauano di porre l’ef
figie dei lor volti nelle loro monete,d( la prima cofa che faceuano creati Im-
peradori era di batter delle monete co i loro rittratti,& con quei poi delle lor
mogli,& dei loro figliuoli.dc ve lo farò vedere nelle medelime, & eccouele .
«
B a
Ec
l
t
!
faterpre^
nU iaPhi
M&ioE«
^uitib*
» D I ’ A> X O C O
Et quefto che f'è prouato con l'cfcropio delle monete di Roma,po(To prouir
anco con vn Stelo di Gindca,& có molte dramme didrarame, & tetradramme
di Greci.& fi fa memoria in Giulio Polluce delle monete di molti popoli che
con diuerfecofeimprontauano le lordramme.&diucrfc parimente fi trout-
no fcolpite nelle medaglie Greche chenoi habbiamo,& porronne per elem*
pio affai chiaro le Nottole, ouero Ciuetted’Athene, le quali infiemecon
vna effigie di Minerua, fi veggono in molte medaglie co’primi caratteri del
ppmedi queU» Citta,come vedrete in quefte.
I
PRIMO- ,)
In Africt eravna Colonia antica de' Greci detta Cirenc,di<Ioue fi conduce*
ua,& in Roma.& in Grecia l'hcrba laferpitio detto da i Greci Silfio.Et Arifto-
tele nella conudcratione della Hcpublica de* Cirenei, si come racconta l'in--
lerprete d Ariftofane fcrifie.che quello Silfio ftarapaua nelle medaglie il pu-
bheo di quella Città.dc io poffq moftrarne di cosi htte dalle quali s’appredo
la figura di queftlierba non conofeiuta à i noftri giorni. Et Catullo dalla fer-
ttliti del terreno che la produccua, traile l'epiteto del paefe,
nugiKx luimtrm LyUftt metuu
l^erpietfrrit Ucet CyrnJt
OrtcÌKm louu mtet defliafi
$t B4M ■vetcTu facrim [efulcruta,
Prouafi incora quanto s'è detto per le medaglie de i Tarcntini , i quali figu*
rauano nelle lor monete Taras figliuolo di Nettuno à cauallo d’vn Delfi-
no,* potete vederlo in quefie ,
Et fi conofee il medefimo per molte altre .delle quali vn’altro giorno raglo*
neremo. Hora con l'occafione di quello che s’c detto del Silfio , voglio pafla-
re all'altra parte della vollradimanda, cioè all'vtilitàche fi capa dallo Au-
dio delle medaglie. Et non è dubbio alcuno che i Pittori, gli Scultori, gli
Orafi,* Cmili altri artefici,* principalmente quelli, che battono, òfian-
no batter monete poAon preualerfi molto , * in molte maniere delle cofe an-
tiche, cAendo per molto tempo Aate perdute tutte queA’arti , come chiara-
mente fi vede per l’opere da cent'anni indietro,* particolarmente per le me-
daglie di tutti i tempi cominciando da AlcAandro Magno , neU'eta del qua-
le principalmente fiorirono per fin’al tempo dell’ Imperador Gallieno, nel
quale caddero afiatto infieme có l’I mperio. Da indi in poi infino à GiuAinia-
nofitruquano ben medaglie di ruttigli Imperadori, ma con notabil perdita
della pulitezza,* perfettione antica. Quel poi, che habbiamo doppo GiuAi-
uiano è tanto cateiuo, che non fi può foìfciire.Et fc neda quali da ognuno la
colpa
r.-
PRIMO. /7
pnr per naturale inclinationc ammirano le virtù de gli altri, tengono le lor
attiuni in gran pregio per ben «he non leguitino le loro veftigia.
B. Terreiperbuonacotellaragione,fenoihaueflìmo medaglie folamente di'
Chriftiani,& di fauijò dotti, o almeno di quelli che àlor tempo fecero cofe
notabili per qualchevirtù. Macon che ragionedobbiamonoi prezzar puti-
to le medaglie di Nerone,di Caligola,ò d’Eliogabalo,ò di corali altri moftri,
che bora ardono neirinferno,&inquella vita videro con grande infamia,
& con danno della Republica,& infìeme di tutto'l mondo?
A. Egli è vero che fra tanta moltitudine di medaglie fi dati in molte di cote-
fti federati huomini,ò più tolto mollri.Ma pur lì prende anco tal volta diletto
dal vedere i ritratti d'alcune fiere Itranc , dcd'alcuni animali mollruofi , Ne ù
poco che,si come io penfaua dir poi,s‘impari dalle medaglie dichemanie-
ra li figuri il Crocodilo,l’Hippopotamo,la Slinge,& il Rinocerotc,dc come fi-
gurauano gli antichi Scillada chimera,il Pegalo,|e Sirenc,d( altre fomiglian
ti cofe. Nel medefimo modo ricordandoci della maluagità di Nerone,che fe-
ce morir San Pietro, & San Paolo noltri padri deprimi predicatori, delideria
modi vedere TeDigie fua,come di fiero, de illrano animale,dt di luì, de di fimìli
altri abomineuoli huomini polTiamo rinfrefear la memoria per guardarci di
ralTomigliargli.de per rendere gratieà Dio che non ci fece nafeere in quei t$
pì,deci riferbóà quelli di si catholici Principi. Ma chi vede l’effigie di vn Ce-
lare Augullo,de pon mente , che Dio lo elelle per venire al Mondo al tempo
della fua Monarchia , de che il Tuo nome li legge , de fi leggerà Tempre mentre
durerà il mondo nel facro Euangclio , non può far di non portarli grandifsi-
ma a^ettione, de voi, de io particolarmente , fi per eller’cgli flato il fondatore
della nollra Città di Saragozza , li ancora perche nel nollro lignaggio degli
Agollinì ferbìamo alcuna parte del nome Tuo,
B. Et di quel che fi dice dell’editto di Augullo che vfei di quella Città di Tar
ragona , de d’vna pietra trouataui con l’ifcrittionc di vn C. Valerio Augulli-
no,che nediceV. S?
A. La pietra li può vedere nel giardino di quella cafa,ma dell'editto non s’af.
ferma cofa alcunadi certo . Leggonlì parimente nella facra Scrittura i nomi
di Tiberio,dc di Claudio Impcradori.Et fotto Tiberio predicò, de patì morte
Chrillo noftro Signore , de ne’ libri de Maccabei li fa mentionc d’Alelfandro
Magno, di Demetrio, d’Antigono,di Tolcmeo.de d’altri Re di Sìria,di Alia, de
d’Egitto , de vi fi raccontano i lor fatti , de di molti di elfi lì trouano medaglie,
con le quali fi confermano, ò per dir meglio,li conformano elli fatti.Et che di
remo noi de i nollri Imperadori Spagnuoli Traiano, Adriano,deThcodoCo,de
loro defeendenti, nó è certo huomo alcuno tanto fuor di fe flelfo , che nó ami
il Aio paefe,dc la fua natione. Et però nelTuno di noi farà che non debbia cer-
car d’ingrandire de diuulgare quanto più fi può le prodezze di quelli noRri
Imperadori , Se non meno degli altri perfonaggi fegnalati di Spagna , de pia-
cene à Dio che di tutti ci ritrouafsìmo i ritratti. Altrettanto de più fi deb-
bedire deU’Imperador Collantiiio,dedi Sant’Helcna fua madre, de d’altri
Principi Chrilliani, de Catholici, le medaglie de’ quali s’hanno à conferuare,
come reliquie delle lor fante opcrationi.
B. Dicami V.S.Truouanfi medaglie di Coftantino con la Croce, che gliap-
parue quando venne à Roma contra Malfentio , con quelle lettere, che leg-
giamo nell'Hilloria EcclefialUca. Inbotfpu^putt!
A. Di Coftantino io nó sò già che fi truou i tal medaglia,ma fi bene in alcune di
Coftanzofuofigliuolo,conquefteparole:HOC SIGNO. VICTOR. ERIS,
nel rouefeio delle quali fi vede l'effigie dell’Imperadore in piede con vn Vef-
CIlo,ò bandieia in mano, de con l’immagine d’vna Vittoria , che gli pone vn»
corona
DAL
DIALOGO
corona in tefta,& il ve(fiIlo,ouero labaro che chiamauano è quadro, & in e(Te
danno regnare in forma di cifra due lettere Greche congiun te infieme di que
da maniera^ che fono le prime del nome di Chrido,licomcs'vfaancodi
notarlo i^i^agna,& pare che in tutta la Chrillianità liano rimade cosi fatte
cifre IHSXPS dal tempo delta primitiuaChiefa de Greci per inhnuà qucdi no*
dri. Et quali in tutte le Chiefe li pon fopra le porte vn Alfa A vn Omega, con
quelle due lettere del nome di Chridoin mezzo, cioè in quella maniera
A & in alcune s’aggiunge vn S fotto la X. Et tutta quella hilloria della
Croce cheapparueà Collantino & del labaro ch'egli feceornarcon laci-
fra ^ , la referifeeEufebio nella vita di elToCodantino,& dice ch'egli l’vdt
raccontare da Codantio fuo ligliuolo,di cui è la medaglia ch’io dico, de la me
delimacifrafi vede ancor nelle medaglie di Magnentio,&d'altnlraIc(iudia'hò
alcune d’ahri douc volerete figurata la Croce lol^.
Ub i.ca.
ar<devita
ConiUa*
ciai.
Marauielionii, come V.S. dicadi Coiranno » & non di Coftamino. poiché parbndo Eufebio di
( jueftacofaà lungo nelpcimo libro del Aio Panegirico ■ * -
o fentico narrarcsdc affermar con giuramento tutta la pri
A. Io mi riportoindòalUmemonavoffranonhauendotogiimolto cempopcrlemiefolticoc-
à lungo ne^rimo libro del Aio Panegirico m lode di Coffaniino dice hauer daini Aci-
& affermar con giuramento tutta la predetta hiftoria-.
copaiioni riletto t^ucl Panegirico.
C, lo ho pur ancora tre medaglie diuerfe»lVna dairalrra del medeAmo Coffamino,in vna delle qua
U A vede la detta ciAa ^ figurata nella cclarache porrà in relbsndraltraii labaro che V.$.ha det-
to in mexo i due A>ldati,d£ orila terza A vede la Aia teAa vclara.de nel louefcio vnu quadriga m at-
eo di correre cóTimmagine credo del medclimo Imperadore che vi Aà inginrcchione» A t.on vna
mano alta che parche voglia andate i toccare vn'altra mano pedéte in aria fopra la detta quadriga
A* Marci molto ì carodi veder cotcAe medaglie,
C* Et io poffò di prefentc contentameU haucndole qui meco , deAdero ben ch'ella ci moA ri prima
le Aie,À: poi viltc quelle ci dichiari quel ch'elle vogliano Agnificare.
A. lo Qon prometto già d’haucrleà djchiarare» ma Abendidirui sùquel tanto che n'iniciulerò
Hor adunque mofiri ciaihin le
Le voflreiocrte fon belle &r<rc»&qucfte<)(reqiC(Ugiic, ^iianno la cifra ^ i*eiu nella celata* ^ ^
Talcra nel iabah>i» fa i i d^pimone*che fblFcro bartorc intin di edb Co(^antino• 6c tanto pi^ che je ^
Eufebia^rpee^ le due lettere Ognificanii il nome diChrìfto» leportò daindi innanzi llmpera* Conftaa*
dor feiftpre rcolpìce ncUac^au » & dò fi pioua chiaro con vna di quelle» & comandò q . u che <hd.
Q fipor<
£ ■
Vj,
,1
‘f DIALOGO
fi poruITcro fimpre innanzi aircficrcito fignrare nel labaro & bandiera, Uche fi »ede per qaefi'al»
tra nel labaro in mezzo i due Ibldad • £c qucAo medefimo aficrmaPrudcatioocireconao libro
conitaSimmaco.
ebrifiu purpuniim immmti uxim in turi
signébtilthariim,ilfpttnminftgnia ChriHui
Sci ipfcrat^rdebttjnmmit cria tidiiacriflu.
Llb.;,e.t. Di«dipiù Eulebioche Tlmperadorc fece porre in altri luoghi quello medefimo legno. Quella
«1 j. terza medaglia poi doue fi vede la quadriga credo che la làccirem battere i figituolì di Cofidìino,
doppo la Tua mone per honorarlo , liando da vna banda con la iella velala > & dalfaltta inginoc*
chione.come è detto fopra la quadriga, & in habilo di racerdoie.con vna mano alta in ano di fup-
plicanie . & pare che .roiracoloramenie gli fia apparta per aiutarlo ì falire in Ciclo,come Ictiuc il
lib.4.c niedcfimoEufcbio.Opurpoitebbeancoeirere che folTe fiata battuuin memoria iTma certa
7j. mano quali mandata dal Cielo,dalla quale, come rifierirce Nicefbro,il medefimmoConllaniino
Lib 7 -c. dille i San Silueltro eflctit fentiio toccare mentre llaua nelle facre acque del baiielimo.Le lettere
Si- poi che fi veggonoin delta medaglia i me parche fiano quelle DV COSTANTiNVS PT AVGG.
& credoichc s'habbiano i legger coti: Diluir CoHaiuàiii Valer ^agafttrim.
C L’altre lettere che fono nel roucfcio,delle quab V. S. non palla , del me par che fiano S N N S,
che vogliono elleno lignificare?
A. Io per me non lo s^ma potrebbe eflère che folle qualche fegno del Zecchiere. Ma per nd traile-
neict piu in qu^a Hillotia di Collantino voi la potrete tutta da voi llefti vedere qualhora vi torni
bene,non folo in Eufebio, ma ancora in Socraie,in Sozomcno,& io Nicefóro, Et noi ce ne palTare-
mo per bora 1 trattar della nollra materia^ . ‘
B. Oh come godo in fentir che di cotefto fatto C truoui così fanta memoria,de
mi reco àgran ventura hauer veduto cosi fatte medaglie, ma vorrei anco
fapere, perche alla cifra dinotante il nome di ChriAo s'aggiungano Quelle
lettere •&#.
A* Per vn detto dell Apocalipfi.Eguyìtni ^ìpba, &• Omega tprhicipiicm, ^linif.To-
gliendolo dal primo,& dall'vltimo carattere dell’ Alfabeto Greco.
B. Mi ricordo d hauer letto non ha molto tempo in certo libro che gli Ar*
riani fi feruiuano di tutti gli altri caratteri ne i loro fepulchri, fuorché di
cotefiidue.
A. Lo reputo fauola per fin ch’io non ci truoui maggior fondamento. Ma do-
uete fapere che quella medefima cifra fi vede ritratta ne i petti , ò negli feudi
d’alc uni altri Imperadori , Se anco in altre medaglie fi veggono labari , & ba-
Aoni con lettere che dicono: rifu cu&q^ùu*, come in quelle.
0
PRIMO. /j»
Et riccontaCuropalatenelfin della vita dell’Imperador Giouanni limi.
Icesjchc fu intorno a gli aiuii di Chrifto 970. ch’effo Impcrador fu il primo.
Che fece Ico^ircnelle monete fimmagin di Chrifto noftro Signore con que
ftc lettere ihsxps rex regnantivm, ò in lingua Greca , con caratteri
Latini basuevs BASILEON. Et di quefte fene truouano molte ,ma di
molto cattiui maeftri.Et vedefi in effe Timmagini di Chrifto fin fotto il petto
con vna cofa in tefta , che volgarmente chiamano Diadema, & con la Croce
legnata in effa nel modo appuro, come fi fuol dipingere per le Chiefe,& tiene
in mano vn libro ferrato, che per auuentura fignifica quel libro ferrato, di cui
tamentione San Giouanni nella fuaApocalipfi.Et cccoui le medaglie.
B. Non penfaua 10 già chetante,* fi buone cofe fi trouaffero nelle «ledaeHe,
& parmi gii hauer da poter molto ben rìfpondere ad alcuni, che foeliono bia
firaar quello ftudio, come cofa di Gentili,* che non rechi profitto alcuno.
Ma IO per tanto defidererei intender che altra forte d'vtiUtà fe ne caui,
oltre a quel che fe n è detto de i ritratti,* dcll’acquifto che ne fanno i pitto-
ri, & altri artefici.
® maco rifpetto i quel che fi può dire intorno i i rouefcLda qua-
li s imparano cctomila fottigliezze d'inuétion i,* vienfi per efsi in cognitio.
ne di gran partedellecofe antiche. Veggonfi figurate in efsi Prouinc^ pria
cipali.Cuta, F‘“nu>E<hficij,sidiT£pij,comedicafe,Colonne Archi,ilfor«
C » di Trai»-
DIALOGO
di Traiano, la Villa publica, la via Traiana il pulpito , che chiamauano Ro«
Ara, il Puteal Libonis,il porto d’OAia,& credo ancor quel d'Ancona , & altre
cofe degnedi cognitione.VeggonuiG oltre a ciò le figure di tutte le Virtù , c5
le Deità,che l'accópagnanojcome della Nobiltà deirhonore.dclle noue Mu>
fe,le figure degli Dei de Cetili tato li conofeiuti quito li poco conofciuti, co-
me Harpocrate,lfide,Onocefalo,Alagabalo,Diana Efcfia,V cnere Pafia,& al
tre.Ne appr£dono i curiofi che cofa fia il fi Aro, i crotali,gli AromCti de làcrifi
tij, diucrlità molte d’armi,si come il farazonio,gli Anciii,i Gcfi,veAimc'ti fa
cerdotali,& profani. Di più per mezzo d’eA'e medaglie s'appicde la vera orto
grafia di molti nomi proprij de Romani,& d'altre voci Latine,& fida chiarez
za con efiici molte famiglie Romane, come molto ben lo dimoAra Fuluio
Orlino mio amico.
B. Non harei mai creduto che cosi gra teforo fi trouaA'e ne i rouefei delle me-
daglie.Ma V. S. abbraccia molte cofe in poche parole , Se pare appuro che di
tutta queAa materia ella voglia far * vailigia, o balle per imbarcarli con le
fue medaglie ragionandone cosi fcarfamente,& in generale: Et io vorrei pur
intendere , & vedere ciafeuna di cotcAe cofe , & in fomma ogni medaglia in
particulare.
A. Face adlique quel che dice Cicerone ne' libri deH’Oratore. Pregate il pa-
dron delle balle che le difciolga , & vele moAri minutamete . Ma auàci che lì
vóga à queAo.nó vorrei che ci fi dim6cicalTe di diAinguer le medaglie lecódo
la diuerlìcà delle nationi,ò de'linguaggi dond'ellc venero. Però douece fape
re che alcune fon di Roma Latine,alcre di Colonie ,& Municipi]' d'Italia, di
Francia , & di Spagna pur Latine, altre cene fono Greche, & di queAece ne
fono d‘ltalia,di Francia,& di Spagna,& di Sicilia, ma molto più d'Acaia,dcl
Peloponncfo,diTracia,diMacedonia,&dcirifole,alcreceilefonod'Afia,al
cune d’Africa,come di Cirene.In altre lingue fe ne cruouano di Cartagine,
& alcune di Sicilia con lettere Puniche. Sonuene di Giudea ,& ancor di Si-
ria nella propria lingua. Trouanfene alcune d'Italia có caratteri nd conofeiu
ti, come di linguaOlca, dcEtrufca. di Spagnacene fono .con linguaanti-
ca ^agnuola.
C. Cosi cene douranno eAier ancor de Goti.
A. Cosi credo. Ma quelle che ben lì leggono di quei che di queAa natione
furono Re d’ltalia,& di Spagna fonocon lettere Latine, fuor che vna d'oro,
« che mi mandò MaeAro Aluaro Gomez, nella quale ancorché fi veggano
' molti caratteri Latini , nondimeno non lì poRon legger bene,& quello che
vili legge non s'intende.
C. Ve ne fono elleno delle Arabiche antiche?
A. Io me ne truouo alcune cò lettere Arabiche da vna bada, & daU’altfa Gre
che,& fono di ChriAiani,Aampate in Sicilia,di dóde io l'hebbi,$i come mene
vennero alle mani quiui ,& qui in Spagna dell’altre che fon con lettere Ara-
biche foiamòte > dell'antichità delle quali io non polTo affermar cofa alcuna.
Et tanto vi bafii per hoggi fe gli vi pare. Vn'altro giorno poi trattaremo de ro
uefei, come dicono in Italia.
B. Facciafi pure quanto à V. S.piace,che già ben veggo chedi qucAa materia
ci larà che imparare per molti giornL
-<• 1 . .
n'uq :
uiò) lijid'.iA g;in
-ai .l i' ih
J/ Fint del frèmo DèMogo,
ai
DIALOGO
SECONDO»
DE ROVESCI
DELLE MEDAGLIE»
ET DELLVTILE,
CHE SE NE GAVA,
BT SPETULMENTE DI qVELLI,NE QVALl
fono figurale diuerjè Virtù , Deità .
%
'-^■s2sr
|NN AN Z I cheV. S. tratri de Ròuefci.St che fi difcio»
gitano le balle che ella bieri mi fece vedere per vno fpi*
raglio della porta della Tua guardaroba, vorrei lapere.fe
egli è vero chea Roma fi mofiri vno di quei trenta dena
ri,che hebbe Giuda per prezzo della vendita di Chrifto
nofiro Signore, & che moneta ella è.
Egli è vero,che nella Chiefa di Santa Croce in Geru*
falcmme, doue fi truoua la piu bella antichità del mòdo,
che è il titolo della Croce,nella quale fiamo fiati redenti, fi conferua vna me-
daglia di pefo di due reali , la quale io hò veduta ,d( aitò in poter mio alcune
deirifiefib inmronto,
B. Mi piace aliai quello che V.S. mi dice.
A. Eglièben verochequellamedaglianon fu battuta, nè in Cerufalemmc,
nè in Giudea,nè meno in Siria.
B. Come è egli pofiibile?
A. lo ve lo diro; Et ciò è, perche ci fono lettere Greche, chemofirano ef-
fer moneta deil’l fola di Rhodi,chefidice po aio n con l’vItimoO piccolo,
come vfauano di fcriuere i più antichi (iteci , & hà da vna banda vna faccia
con raggi,che rapprefenta il Solc,& fignifica il colofib,co$i nominato che fu
eia in Rnodi, dall’altra (là vn fiore, che molti fi danno ad intendete che fia ro
fa,alcuni dicono eficrgirafole,altri rofolaccio-iodiciònon hòcofacert3,h6
ben altre medaglie d’argento, & di rame della ftelTa Ifola, &quafira tutte l>
vede il medefimo fioce con le ftclTc lettere.
B. Non
•“ ROMA ■
»»
CiM-
». Non potrebbe egli effere , che haueffero pagato Giuda con diuerfe mone-
te,&tralealtrccifoflcftatacotcftadiRhodiJ j- evi:
A. Egli potrebbe effere, ma glie più credibile.chelo pagaffero di Sicli.o d al-
moneta di ciuci paefe.roafsimamenteche lo pagarono di pecunia publica .
B. 11 Siclojchc forte di moneta è egli? , . u'
A. Era la moneta principale di Gerufalcmmc,& d a y na banda havnvalo.co-
mevncalice,dairaltravnramocontrefiori,òmandorlcconcettcletterean-
tichejchc.comehòintefoperrclationc dWminifcientiati, fono di quelle
che adopcrauanoi Samaritani. Vn Rabbi natio di Girona
vna banda diceuanoGerufalemmc Città fanta,& dall altraiSiclo c
rio.ll ramo del mandorlo (ignifica la verga fiorita di Aaron.il calice l'Bn>hca
il gomor della manna che fi ferbaua con la detta verga & con le tauolc della
legge nell’arca Federis,& neiluogo detto Sanala Sanaorum*
B. V. S.harebbealcunodicotcftiSicli? .
A. Nehòvnocheèd’argfto,&èdi pefo di quattro dramme, eonformc a que -
lò che dice San Girolamo fopraEzcchiellciar i fettata interpreti alcuna voi-
ta traducono per Siclo,& mezzo Siclo ftatete , ò tetradramma , o didrammai
comeancofilcggencll'Euangeliodcldidramma, che dimandaronoàChri-
fio,& dello ffatcrc che San Pietro truouò nella bocca dcl pefee.
B. Tutto qucfto ho già letto ncll'emendationi de’ Digclli di V. S.
A. Vn’altra medaglia mi truouo piccola ,di rame con le fteffe letterc ,« ngu-
re,& farà qualche Obolo, ò altra moneta di quel paefe. Etcccoui il Siclo,
acciò io vediate.
/ .a
B. Ritorniamo, fe piace à V.S. a’ rouefei , & prima defìdererei fapere , donde
viene quello nome,& che Vuol lignificare.
A. Rouefeio è parola ltaliana,che fignifica,ehe la medaglia fi riuolta, & fi ve*
de prima la faccia,& poi il rouefeio. in Latino più elegante fi direbbe ; Autf
fu mimaua.
C. Si tiuoua egli alcuna medaglia,chc non habbia louefcioì
. A. Sene
J
1
S E C O N D O- >5
A. Senetruoaano alcune che hanno due faccie vna da vna banda, '& l’altra
daU’alcra,come li vede in alcune di Nerone che hanno vna medcfìma effigie ,
&lcctereinambeduelebande.Altrefonochehanno differente effigie, & lec
tere come quelle di Marco Bruto, nelle quali da vna bada fi legge BR VT VS,
& dall'altra AHAL A, dichiarando chedefeendeuada duchuomini cheha-
ueuano fatte imprefe limili alla fua j vna effigie era di Lucio Bruto, che fu ca>
gione che fi fcacciaffenu i Tarquinij di Roma,& l'altra di Caio Seruilio Aha-
la,che ammaazò Spurio Melio che fi voleua far tiranno di Roma . Cosi fono
quelle che hanno Cefarc da vna banda,& dall’altra Auguffo,& in altre da vn
lato è Tiberio Claudio,dali'altro è Agrippina Aia moglie. Se nipote. Et ecco
ui le mcdaelie.douc ne vederete ancor dcU’altrc.
\
*
B. EtCheCgnificanolipalma&qucnelettcrc?
A. Racconta Quintiliano tri i motti d’Augudo Cefare che cflendo nata vna
palma in vn’ara dedicata à lui , i Tarragoncfi mandarono Ambafciadori per
rallegrarfene feco,moRrandogli,comc le Aie vittorie erano molte & eterne,
poiche vfciuararborc della vittoria dalla Aia ara. Auguftoconobbe,cheil
nafcereleherbe,òi rami d’arbori néirare.crafegnochenófolTemolro fuoco,
ò cenere in effe, Strifpofe loro, che non gli fi moftrauano molto denoti ; poi
che naA:eua la palma nella fua ara, &con tutto ciòeAi non laA:iaronodi
vA»e ^lla imprefa nelle lor monete , & morto poi Augufto gli batterono mo-
neta con lettere che diceuano D E O. AVG V S TO. Apetrouefciovimi-
* fero vn tempio con oueftc altre lettere AETERNITATIS. AVGVSTAE.
C. V. T«T oc cccqui la medaglia. ,
' -- Etin
iliud .J
C. Euui egli medaglia che non habbia faccia, ma Ailamente vn’imprefa.ò
altra cofa?
A. Se ne truouano alcune Greche,& d’altre nationi,corae il Siclo Aidetto . Se
quella de] trionfo,dclla quale fi trattò di fopra,Sr vnadiTarragona,che ha
vnTorodavnabanda,Scdairaltravn'aracon vna palma con queftclcttcre
C.V.T.T. Se eccouela.
Et in cambio di qucAe quattro vitimc lettere in vn libro di medaglie eleg-
ge C V S T per cu Aodi , & in vn’altro libro la parola AVGVSTAE s’in-
terpreta per Liuia AuguAa ,& (i lafciano le quattro lettere Àngulariicon
le quali fi dichiara il nome di Tarragona. 11 Tempio che è in queAa me-
daglia debbe eAcr quello , del quale narla Cornelio Tacito nel fine del
primo libro , che fu permeAb alla Colonia di Tarragona à preghi degli
Spagnuoli, che 11 faccAeun Tempio alflmperadorc AuguAo doppolalua
morte , & lo Hello fu conceduto ad altri popoli, Se prouincie , che vol-
fero farlo •
B. Quelle quattro lettere che vogliono lignificare?
A. Significano il nome,& il cognome della Città di Tarragona, come diremo
trattando delle monete di queAa Città.
B. lo mi ricorderò àfuo tempo della promelTai ma tornando ài rouefciifele
medaglie non hanno nè faccia, nè altra cofa principale , comeconofeeremo
noi, quale lia il rouefeio è Oiremo fotfe,che elle habbiano due rouelÌ;i,ò che
fianojcome drappo di duefaccie?
A. Come potranno elle haucre duefaccie, fc nonnehannóniuna, òcome
potranno haucre due rouefei , fc non hanno due dritti , ne pure vn fole le
chiameremo dunque medaglie fenza faccia con tale imprefa ,ò difegno. '
C. E egli il mcdclunorimprcfa che il rouefeio?
A. In neffun modo.
C. Cheè adunque quello,che dicono della medaglia d’AuguAoCefare con
l’Anchora co‘1 Uelfino,&colmotto,chediceua: Feflina leniti
A. lo non rhòviAa, masò bene, che que Ao era motto d’ AuguAo Cnar ab.
BPAAHftC EtchcTitofimilmentc faceua medaglie con Timprefa dell’An-
chora col Delfino fenza motto che dichiaralTe perche la Étceflcicomc potete
vedere in queAa.
D Aldo
A
/
D I A L O G O
Aldo Mjnutio,ò Enea Vico,ò altri hebbero per auuencura di cotali meda-
glie d’Augufto che non fon venute à mia notitia.
C. lo veggo pure che V. S. chiama imprefal’Anchora, & ladelTa feruecome
habbiamo veduto per rouefeio nella Medagliadi Tito : dunque la medefìma
Anchora è rouefeio & imprefa.
A. Sì come non tutte le imprefe del libro di Paolo Giouio,& di quello di Gi-
rolamo Kulcellì fono rouefci,cosi ancora non tutti i rouefei delle medaglie
fono imprefe. mali bene le imprefe che lì veggono nelle medaglie fono to-
uefei fuor che quelle che lì truouano nelle medaglie fenza faccie .
C. Quali adunque chiameremo noi imprefe nelle medaglie?
A. Lacofa che ha due lignificati vno chiaro, come il Capricorno, la Cometa,
l'Anchora,ilTimone,& molte altre cofei&vn’altroofcuro,come è l'intende-
re Augnilo per lo Capricorno fuo afeendente, per la Cometa l’anima di Giu-
lio Cefare,per l’Anchora la fcrmezza,per lo Timone il gouerno .
C. lo credo che cotelle fi chiamino lettere Hieroglifiche , delle quali tratta
Horo>& Pierio.
A. In molte cofe fon Umili. Il Giouio non vuole che fia imprefa buona fen-
za motto,altri li contradìcono. In medaglie quali mai non li truoua imprefa
con motto ofeuro ,& fenza elfo ce ne fon molte : come anco nelle Hicroglifi-
cLe non erano altre lettere , anzi quelle ìAelfc fcruiuano per lettere . 1 mot-
ti che li truouano con imprefe nelle medaglie, dichiarano di dette imprefe,
come FIDES. PVBllICA, con due mani deAre che li toccano, & cosi in
tutte , ò nella maggior parte delle Virtù fono dichiarati i nomi loro .
B. V.S.dì gratiami dìca,comeligurauano la Virtù nei rouefei delle medaglie?
A. lo non harci chedir molto di elfa,ne dcH'altre Deità fuecompagne,fe non
mifolfe venuto queAi giorni addietro alle mani vn foglio di certe mie fati-
che, che io feci in ltalia,riguardando i rouefei di molte medaglie .
V I R T V S.
I N alcunemedaglied'Imperadori Aà come vna Amazonecon la celata, Se
il Parazonio,cbe è vna Ipada larga fenza punta,& con la lancia, & con vn
piede poAofopra vna cciata,òfopravn globo, con gli altri veAiti da donna,
come h vede nelle medaglie di Domitiano, òdahuomoìndiuerlìmodì, 3c
tal volta ignuda, come in quelle di Galba. Si ralTomiglia aAai à Minerua, Se
à Roma j ma Minerua nonna il Parazonio , Se Roma fuole hauere in mano
vna Vittoria piccola i Se bene in alcune dello nedò Galba, & d'altri Imperadori lì uede la
Virtù conladetiaVittoiia in mano, fé però è meda per la Virtù la figura,cbe la tiene.,.
In alcune medaglie di Cordo, Se di Caleno fono da vna banda due faccie ,
cioè quella della Virtù armata,& quella dell’Honore, che in lingua Latina è
detta Honos fenz'arme , Se bene acconcia nell' altra è Roma, & Italia.
Et in altre di Vicellio A vede la Virtù , come foldato, & l’Honore , co-
me donna con lettere HONOS ET VIRTVS. In quelle d' Aleflan-
dro li vede l'Imperadore col mondo in vna mano , & nell'altra con vna
lanciai volendo Agnificarc che la Virtù fottomctee tutto il mondo.
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Iib.a7.
Val Mix.
lib.t.c.1.
E' pire che mettendo la Virtù in habltod’huomo.ò di donna annata deriui-
no li Àio nome à V>ro vel à viribus , facendola mafehio » per la fortezza che
fi richiede che habbiaciafeuno che pofsiede la Virtù, Sidice che volendo
Marco Marcello dedicare vn tempio alla Virtù, & all honore, non gli fu per-
meffo da gli Auguti.Sc perciò egli ne fece due.ma in tal modo che non li ^
teua entrare in quello dell'Honore/e altri non paffaua per quello della Vir-
tù, none onfentendo che alcuno potelTeconfeguirel honore, feprimanon
camihauaperlaftradadèllaVirtù. , . r'
B. Acuto penfiero per certo, ma quel ch’ella dilTe del Parazonio , donde fi c^
uò egli?& chi erano coloro, che portauano quella fpada cosi fenza punta ì
fi, InMartialefi truoua vn difticho,fe non m'inganno, che dice cosi :
Mifitiae dccia hoc, (rfrdti Homen hoium
,Amatr:hunùtKmcÌHgere4>P>dldnis. _ . _ . .
11 qualcidimoftra che i tribuni militari , che etano come i Capitani,
lortaoanoquefta fpada fenza puntaicomefi dice del Re dell Api , che non
iàagOjdondeficaua,ch,equclli che comandano non debbono ammazza»
>i! L. r'jjtmt ~ d^nreftTiT^roìi > In fllcunCfXlCdlSllC 11 VCSSODO
E
haaeojdondeucavia,cn,equciii cne tom.nu.nu
reìloitofudditi,mafol«nentecorreggergli. In alcunemedaglie fi veggono
queftcparolc VIRTVS EXERCITVS, comeinvna di Poftliumo tirann^
doueftavnfoldatoamiato, fe pur egli non e figurato perliftefla Virtù. In
n-altradiValentiniano,òdi Theodofiofi vede l'imperadore convnaba^
vn’altradiValenuniano,oai ineoaouou vcac i
die^che^hiamano il Li^ljaroncUaman delira, & Umondo nellauniiua,»
SECONDO.
col pie linillio calca vno rdiiauo.In vna medaglia d’argento di Manio Aqui
lio lì vede la ceda della Virtù armata col Tuo nome VIRI' VS. Invn’alcra
di Gordiano è vn rouefcio con vna ftatua d Hercole ignudo con Iettere,che
dicono, VIRTVTI. AVGVSTI. In vn’alcradiMafsimiano d'orofivedefi*
gurato lo ftelTo rouefcio di Hercole ignudo, che tiene vn ceruio per le corna,'
il che fu vna delle Tue dodici facicofe imprefc,con lettere che dicono , VIR-
TVS AVGG.per Auguftorumi &gliliconuienc quefto rpuefcio per chia-
marli HercuIeo,come il Tuo padre adottino Dioclcciaoo li chiamaua Giouio.
Ancora à Gordiano conuienli l'effigie d’Hercolc per clfcr del lignaggio de-
gli A nconij,i quali diceuano eller difceC davo figliuolo d'Heccolc . Et ccco-
ui le medaglie.
In altre medaglie li vede U Virti figurata in altri modi ifisrlè per adolatiooe attnbu»igliln>p**
pcradori, come in alcune di quelle potrete Tcdeio.
)
ÓRA parliamo della Pietà, la tefta fola della quale fi vede
daglic di Drufo coperta con vn ve'- " '
di diadema. 11 coprUfi le donne la tefta
Paolo. 1 facerdoti ■
dori quando facrific
t I •
coloro che vennero fuggendo di Troia, era
la effer veduti da’loro nemici.In medaglie d’argento di Decimo Bruto fi ve-
dellttlhdeilaPiccicoi capelli fenza diadema col fuo nome P 1 ET AS.
rinalcunemc-
icopertacon vn vclo,&lià vn’ornamento lopra, à guifi
" inclleChiefeè comandaméto diSan
inRomafi copriuanolatefta,& fimilmente gli Impera-
, cauano, come fi vede in alcune medaglie , & in altri dife-
i,& feuiture antiche . Et fi truoua che Virgilio ne fa mentionc , perciòche
' ' ' neceflariochefacrificaflcro fen
SECONDO- s>
In vni medaglia di Caligulad vede da vna banda laPictàà federe con vna
Patera, ò Patena, ò tazza nella mano delira , con la quale foleuano fpargere
gli odori fopra il fuoco accefo nell’altare ,& ncU’altra vn T empio con un fa-
crilitiocon lctterc,che dicono DIVO. A V G. cioè Auguflo. In alcune è
l'ara col fuoco fopra accefo,& elTa Pietà gli (là dauanti.come donna che fac
ciaoratione con le mani alzate al Cielo. Inaltremedaglie non parche fìa
dóna,ma vn facerdote che fall mcdefìmo,& in alcune la donna porta vna caf-
fettina aperta credo piena di odori. In altre oltre alia donna con lacalTctti-
na , è l’ara accefa& moltochiaramentelivedeàcheeffettola porta. In al-
tre hà la mano alta,come vn Vefeouo che dia la bcncdittionc,& in alcune hà
apptelfo dife vn giouanetto,comcvncberichetco, il quale! Romani chia-
mauano Camillo. In altre medagliefì veggono folamente diuerfccofe ap-
partenenti a'facrifìtij,come fono l'accetta per ammazzare le Vittime, il col-
tello per aprirle, il vafo per riceuere il fangue,rifopo & altre limilcofe, le
quali tutte appartengono alla Pieci che li debbe à Dio.
Perraltr»Piet»,co»i la quale amiamo il Padre,& l’altre perfone Quinto Me-
tello Pio pofc nelle fuc medaglie vna Cicogna ^prefTo al vifo d'vna donna:
volendo per quello vccello mollrarc chi fuflc cfla donna.
B. Debbe elTere per quel che fi dice , che i figliuoli danno da mangiare a'pa-
dri quando fono vecchi.
A. Così c,& perciò i Greci vfano vn verbo ■VrinAa^^iir, cioè rimunerare Se ri
compenfare coloro che ci hanno beneficato, &non parlarebbe impropria-
mente chi diccile cicognare, tanto più nel verfo , nel quale altri ha maggior
Uc'enzad’vfarvocaboli nuoui. In alcune medaglie d’AntoninoFio fi vede
vna donna.che hi due fanciulletti nelle braccia i& due altri apprefibiche
ftanno in piedi. Quella fi potrebbe chiamare la Charità fra Chrilliani, Se in
altri modi la troucretc figurata, come potete da voi vedete in quelle me-
daglie.
Egli è molto da notare quello che lì vede nelle medaglie di Sedo Pompeo fi»
cliuolodi Gnco Pompeo Magno, nelle quali è fcritto, M AG. PIVS. IMP.
ITER. PRiEF. CLAS. ET. ORìE. MARIT. EX. S.C. Mettevna figu-
ra di Tuo padre in habieo di Nettuno , & due giouani ignudi vno per banda.
Vnohàvn Vecchio i federe fopra le fpalle che con Umano infegnala ((ra-
da, & l‘al tro porta vna donna molto (Itetta , la quale moftra gran timore,
& dolore.
C. Che hà da far cotefto con la Pitti, & con Fompeo ?
A. Velodirò. Qucfti giouani fono due Siciliani natiut di Catania , i quali
in vn grande incendio di quelli che fuole patire quella Città per la vicinan-
za Tua al monte Etna, che nota fi chiama Mongibello,cauarono il padre, &
la madre loro di pericolo mentre gli altri attcndeuano folo i faluarlarob-
B ba.
I
i
i
H DIALOGO
fur. lik 1)2 , & Platini* dice che C chiimano i Pij > & che fino al fuo tempo C faceu* ogni anno fefla in^
honor loro. Quefto fitto fu tanto lodato in quei tempi , & tanto IHmatq quan>
to quello d'Hnea, che liberò Anchife da Troia , il quale perciò fu chiamato
ancora PiusAeneas. Denomi , &dellelodide due giouani Simbolodella'
Pietà lì truouaelTere fatta mentione in vn’opera ,, che dicono edere di Cor-
nelio Seuero ,& li attribuifee à Virgilio intitolata Etna , & in Claudiano • &
in altri piu antichi. 11 figliuolo di Pompeo per adulatione de' fuoi foldati fu
detto figliuolo di Nettuno, & fi chiamò Pio , si perche egli cercaua difare la j
vendetta della morte di fuo padre , sì ancora perche Metello Pio Scipione ,
fu padre di Cornelia fua madre , Se per dinotare quella Tua pietà non volle I
mettere il figliuolo di Anchife pernon honorare quelli dellafamigliaGiui- '
lia che erano fuoi nemici, ma pigliò da quei giouani di Sicilia,douc egli dee- i
te molto tempo vn'altto migliore efempio di pietà,percioche Enea non cauò j
fe non fuo padre, & quelli il padre & la madre: fenza che Enea era figliuolo j
di Venere, & Sedo era detto di Nettuno tenuto molto maggior Signore di I
Venere Dea de’diletti.Sc de viti]. '
B. Oh come è cofa diletteuolc il potere iptendere cosi per minuto i penfieri
degli Antichi.
A- be non ci fodero di quedi difcorli nel trattare dell'antichità non farebbe
diletto,mafadidio nello dudiodi effe. Le due immagini de Siciliani fi ueg-
gono ancora nelle medaglie de Catanefi,quella di Enea con Anchife li vede
nelle medaglie dì Cefare,& in quelle di Marco Herennio, Se eccoui lemeda-
giie,ucdctclc,che in altri modi la trouarcte ancora in ede figurata.
SECONDO. 3f
Hotì diciamo dcirEternicì , fe gli antichi ne feppero cofa alctina«perciò che
doppo l'hauer detto della Virtù> & della Pietà lari bene trattare dell’vltimo
finediclTc.
AE T E R N I T A S. ,
I Naicune medaglie deirimperadore Tito fi vede l’Eternità come vnavergi-
necon verte lunga. Tiene coperti i capelli con vna celata ,&pofa Vn piede
fopra vna palla,che dinota il Mondo, & rtà appoggiata ad vno Iccctro col cor
nucopiae in mano,& è Vergine per eflere l’Eternità incorrotta, hai capelli
bianchi,& per querto li tiene coperti, & ancora perche quello che è eterno, è
fenza principici pcròficuopre la terta. hàil mondo come cofa creata fotto
dife. io feettro può edere il fato, òlaprouidcnza, ilCornucopiaedimortra
Ja felicità,ò beatitudine, hà la verte lunga ,& in altre medaglie la tiene con
la mano, & none cinta, perciò che l'Hterno è molto lQgo,& nclluno io può ab
bracciare,ne còprendere.Nelle medaglie di Oomitiano ,& di Traiano tiend
in vna mano vna terta co alcuni raggi,che rapprefentano ilSole , & nell'altra
vn'altra terta di donna có laluna.ln altre fi vede vn velo più alto che la terta,
per dimortrare quàto gràde è la nortra cecità nel principio dcU'eterno. In aU
cune hà il mondo in mano . In altre con vna mano dimortra il Cielo quafi che
voleflc fignificare,che TEtcrno fta nel Cielo.In alcune rtà à federe fopra vna
Sfera,nclla qualcfi veggono le cofe celerti. nella mano finirtra hà vno feettro ~ >
tenendo l'altra dirtcfa,come Signora di tutto il mondo. In altre dell’lmpera-
dore Filippo è la parola AET ERN 1 T AS,con vno Elefante, che hà vnfan
ciullo fopra, che lo guida. In alcune fi vede la Fenice fopra ilmondunella
man delira d'vna vergine. Viuono gli Elefanti molto tempo.Et più la Penice
chefiTÌnuoua,& pero rapprefenta propriamente rEternità'. Della medaglia
diTarragonacon vn Tempio,vf«fr)n:4(ii.Yiiinfljr. ho parlato di fopra.Ci fono toLi».
altri rouefei, ne’ quali fi dimortra,come fi confagrauanogli Impcradori , & le
mogli doppo la morte loro conrirtelfa piroìi come fi vede nelle
medaglie di Faurtina moglie di Pio , madre deU'altra Faullina , & dimortra
l’Eternità, alla quale credeuano che forte peruenuta l’anima loro, & in altri
modi ancora fi truoua,& eccouene le medaglie.
E > B.Non
B. Non hò che dire intorno ì quello, di che di fopra fi è ragionaco.fe non che
defidero faperc , fé quello che fi dice della Fenice , fi può intendere per que-
lle, ò per altre medaglie, o antichici.
A. Nè oer quelle, nè per altre antichità fi puòlapere più di quel chedicono
diuerfi fcrittori,a’ quali in ciò io dò tanto credito, quanto ad Amadis di Gatt
ladl quale dicono i PortugheC.che fulle compoflo da Vafeo Lobera.
C, Cottilo è vn'altrofecreto che pochi lo fanno.
B. Della ReIigione,& della Fede fi truouano eglino medaglie?
A. Sì che fe ne ttuouano, ancor che della R eligione pocche,corae per lo con-
trario della fede raolte.ma quefta non è la Virtù Theologalc.
L
C
RELI-
SECONDÒ.
R E L I G I O.
37
M I truono vtu medaglia deiriraperador Marco Aurelio, nella quale fi ve-
de vn Tfpio di Mercurio,& Torto vi fono quelle parole RELIC. AVG.
&invn’»ltradellolleiroIiijperadoreli vedevna effigie di Mercurio con le
ftefle lettere. Et in vn’altra dello Imperadore Deci© il giouane è lallef-
fa effigie con quefte parole ; PIETAS AVGG, A cccouclc qui tutte
tre. Vedetele.
Hora per qual cagione la Religione Ala Pietà li dimollrino piti con quello,'
che con altri Dei, io non lo faprei dire.Sò bene che i noftri lurifconÀiTti chia
mano luoghi religioC qlli, douc ftauano i corpi morti, ò le loro olTa, ò ceneri.
B. Virgilio alTegnai Mercurio vna verga, con la quale egli farifufeitarci
morti,Amorìreiviui,& perciò lì potrebbe dire, checotella parola li attri-
buifea à cotelli morti.
A. Mi è dura cofa il crederlo, ma palliamo alla Fede che non ci farà coti dif-
ficile. .
P I D E S
L a più cqmmunelignilìcatione della Fede ne ròuefci fono due mani delire
. P'fihano l’yna l'altra, & à quefto propolitoli adducono alcune paro
ledi Virgilio, che dicono,^t«pr,ii<f/ii«M. Etin vrialtroluogo,ii«ur>*unioy2>*- u,.|.
ludextras. Altri mettono fra le mani certi fiori, ò fpighe,ò vn caduceo,volen- ^ **•
do lignificare il frutto che efee dalla Fede,Face,& Concordia. In molte me-
daglie fi veggono certi balloni , fopra i qual i portauano quelle cole che fer-
uiuono per infegna,ò bandiera di ciafeuna cohorte, lignificando la Fede che
uueuano data i foldati al loro Imperadore . In alcune medaglie di Elioga-
balo,òElagabalqli vedevnadonnai federe, che invnamano hivnaTor^
torà vccello che dinota la Fede,per elfer tanto amica della compagna, come
fi diceincll'altra tiene il ballone delle cohorri,& dauanti à lii è vn altro limil
battone con lettere che dicono: FIDES. EXERCITVS. In alcune
medaglie è FIDES MILITVM, In altre di Domitiano fi vede vna
donna in piedi , che hà due Ipighe in vna mano , & nell'altra vn piatto pieno
di frutti,ò d'vccelletti,ò di cuori, ò come credo , vna barca con ipighe , ò mi-
fure di grano ,& quelle parole, FIDBI PVBLICAE. come potete
vedere m quelle medaglie.
Horatio
iai>
DIALOGO.
Horatio parlando della fede dicci Virgilio la chiama.
Calia fidet. Doppo Colici fegue conurncuolmente la Concordia.
CONCORDIA.
*T TEggiamo colici con la medelimadiuifa delle duemani deftre,dicheivn
I V luogochiaroinCornelioTacitOjCm/iD-Kniflii^.Si/fiiiijmiIrtiriij.CoKoriJiwiii^'
pàa , Syrtaci exercitu nomine ad Vraetorianos fermem &e. Et in altre medaglie li vede
vnadonna a federe con vna patera, ò tazza nella mano delira, & ncU'altra il
Cornucopiae . La patera lignifica quella elTer cofa Tanta , à cui li doucua ho*
note di facrifitio,& perciò la Concordia haucua in Roma vn Tempio.ll Cor*
nucopiac fignifica l'abondanza, che dalla pace ,& dalla Concordia procede.
In ale unc medaglie quefto cornueopiac u vede doppio,ò per parlar più chia
rn.ci
SECONDO Sfi
rOjci fono due d’cfli corni in fegno di do^ia & maggiore abondanza, & fer-
tilita,& che le cofe li mulciplicano con ella.ln altri rouelci li vede in piedi. Se
appoggiata à vna colonna per fignificare vna ferma concordia. In alcune al-
tre ticnedauanti vn’Ara, onero altare, il quale l’c attribuito come a Dea , si
come habbiamo detto, che fe le da ancora vna patcra,ò patena. Si truoua an-
corain alcuni rouefei Coneordu3Hiluim,Exercuui&-Exmi:iim,c!f^i‘xiijii(r^iigii-
fiornm,i*>-Conairdu Felix, ir Concordia in alcune medaglie d'alcuni Impe-
radori Greci, O M O N O I A come potrete vedere fra quelle.
B.AUa
$iC(3
s
«
4(0 DIALOGO
D. AJlaConcordiafi conuerrebbe aflaibcncilpiattoconlicuori, poiché il
nome luo ugoifica conformità di cuori.
A. La
SECONDO- *>
A. Li teda della Concordia fi vede nelle medaglie di Publio Fontcio Capi*
(one,& di Paolo Lepido.
H OR A parliamo della Pace, che è Tore ila delle fudette. In alcune meda-
glie (i vede la Pace , che abbrucia con vn torchio , ò fiaccola accefa vn
monte d'arme. In molte altre è vna Vergine che in vna manohà vn ramo
d‘oliuo,& neU’al tra vn cornucopiac. In altre è il caducco,& in altre vna bac-
chctta,& eccoui le medaglie.
i
o
• La tne*
^glia è
di pefi) di
inonda
tc quali
Mezzi et*
(tua di
pii.
E Vergine come femplice & incorrotca,cke fono fegni di buona pace, perciò
che con la guerra molte vergini patifeono. L'oliuo è fegno di gente pacifica^
& d'Amba(ciadori,come dice Virgilio, & Minerua , à cui quello arbore è de*
dicato.-fu Dea dell'atti,le quali crefeono vegghiando la notte al lume di lu*
cerna,come fi cofluma ancora negli ftudij,& cd l’olio li vngcuano i lottatori:
tutte quelle cofe muItiplicano,& crefeono có la Pace ,& li dillruggono co la
guerra. DCtro alcornucopiaeli veggonodelle fpighe,& vue,°li altri fruì
ti iniicme c6 vn voinero, & ogni cola è in quefto corno, che è quello d’Ache*
loo quando li fece toro per vincere HercoIe,iI quale li ruppe vno de corni,&
le Ninfe lo pigliarono,*& l'empierono di liori,& di frutti.comc fcriueOuidio>
C. lo non mi ricordo che Ouidio faccia mentione alcuna del vomero. •
A. Elitruouafcmprepiù nelle antichità che ne’libri,& futrouatoà Roma
VR gran cornucoptae di metallo, il quale io hò veduto, & in elfo li conofceua
chiaramente il vomero, il che poi è Rato notato da tutti gli antiquari) , Se ra*
difsime volte li truoua cornucopiae fenza vna detta punta in mezzo a’ frutti,
che è la punta di quello Vomero(ancor che i Pittori li liano dati ad intende-
re che ella lia vna Pina,& altri altre cofe)come li può vedere nelle medaglie,
ò antichità che li truouano imprelfe . Mora con quanta ragioneli attribuifea
tutto quello alla Pace non bifogna dichiararlo,eRendo quella, che multipli-
ca,dc è cagione dell’abbondanza di tutto quello che habbiamo di bifogno
per foRentarci.doue la guerra ruina le biade,gli arbori,! bclliamid lauorato-
ri,& le polTellioni ftelTc. 11 Caduceo che alcuni chiamano Virgola diuina, è
Simbolo della Felicità,come diremo, quando parleremo d'elTa,& non li truo
uacofafelicefenzalaFace.lnalcunemedagliedi Claudio quella Vergine
hàl’ali,& fele danno, come àcofa fpiritualc, & che li leua da terra per elTer
cdfa diuina,& tiene il Caduceo ballo verfo la terra, doue Rà vna ferpe,la qua
le per il fuo veleno & per le fue opere rapprefenta la guerra, & ancorché ella
alzi la teRa, pare nondimeno che fentendo la forza dei Caduceo,gli li humi*
li), & la Pace con l'altra mano fi mette innanzi à gliuc^i,&alvilovnvelo,
per non la vedere. Tutto queRo odio volle in particulare fignilicare colui,
che fece la medaglia. In altre medaglie di Vefpalìano li vede fola vna teRa di
donna, conletterechediconoPACl. UKb. TERR. AVG.
I
»
s E C O N D O. ' ^5
A coftei, come à Dm fece Vefpifiano vn Tempio, il quale fino à hogci C vide
medaglie rrr°rì" A°T & Oamiano.ln alcSc
Zertlnarol/p 1 p “ federe.* hà vn Caduceo in mano.con
queilaparola hirHNH.fta a federe per fuafermezza&ripofo.Del Caduceo
già e detto che fignihca felicita. T ruouali ancou:7^ax^cterju,<^vtxviiilKa.tir
’P4x^M£^,,&^„SKjlcrHm. Come potrete vedere da voifraquefte medaglie.
B. Cotefto nome Greco è egli il medefimo che quello d’vna Imperatrice che
fece congregare il Concilio fcctimó contra coloro che trattauano male le
immagini deSanti?
Ai Egli è vnofteflbnome.Irenenchiamaua la moglie di Leone pefltmolmpe
radore di Co(lantinopoU>& madre dellTmperadore CoAantino,co’l quale
doppoil Concilio Niceno venne in difcoidia , deli procurarono la morte
Fi lVno>
,.y
* 4 - DIALOGO
l’vno all'altro •& ella fi volle maritare con l'imperadore d'Occidente Car«
lo Magno.
C. Di maniera che cotcllo Leone farà quello, di cui parla l’Autore di Otlan»
doFuriofo?
A. Io non voglio elTcr coti furtofojche io dica cotefie cofe.
B. Diquei chefi dicedei Tempio della Pace, che cadde la notte che nac-
que Chrifio, &che cadde ogni anno nella medefima bora, fen’è chiarita
V.S. àRoma?
A. Non ccrto,perciò che come io feppi, che quel Tempio fu facto da Vcfpa-
fiano non occorrcua cercar’altro. Mi dilTc bene vna vecchia, che non folo in
quella noctc.maancorainmolcealucfeftcdcU’annocafcaua. Ecquefto fi
può tenercper cofa certa.
S P B s. ,
B. Comefigurauano gli antichi la Speranza!
A. Lo dito,& è aflai dilTerencc dalla pittura de moderni, come anco la Speran
zade* Theologi,& quella de’ Romani Gentili, la quale gcneralmen'e in tut-
telemedagliefivcdefottoformad’vna fanciulla allegra con vna veRe lun-
ga trafparcnte ,& difcinta,la quale con due dica della mano tiene vn’hcrba,
che ha lolamcnte tre foglie, & con l’altra fi alza la veAc , & par che camini cd
le punte de picdi,comc potete vedere in quefle medaglie.
B* Defidero infinitamente, che V. S. mi dica la cagione d'ogni cofa > & prima
perche fia fanciulla.
A. Ecrche comincia cornei fanciulli,& coti come d’elli c’è fperanza che hab>
biano ad eficr buoni, cosi quel che lliuomorpcra, non io gode ancora per-
fettamente.
B. Perche (là ella allegra !
A. Perche ogni fegno di quel che l’huomo defidera,è cagione d'allegrezza.
B. Perche il fuo vellico è |ungo,&tralparentc!
A. Perebeogni fpccanzaèlunga,&peieiratralucelacofadefideraia.
B. Per»
SECONDO.
B. Perche non và cinta?
A. Perche ancora non piglia nd Aringe il4rero,ma folamence quello che!
vento porca di quà,drdi là,
B. Che lignifica egli Therba di crefoglie?
A. Credo che fia la prima cora,che efee dal grano feminato, & qucAo è il ver-
de che noi diciamo della Speranza, & cosi come i grani nuoui co'l loro colo-
re, & principio ci danno buona, ò cattiua fperanza della ricolta , cosi ragio-
ncuol cofac,che la fperanza fi rapprefenti in queAo modo.
B, Perche camina ella in punta dipiedi ?
A, P ceche non Aà ferma,comc quello che già s’è ottenuto ne mai è fenza ti-
more, & Tempre ci pare che fia maggiore la cofa > quando noi la dciideriamo«
che dapoi che la polTcdiamo.
B. Non hò più che domandare in queAa materia, ma defiderarei, che V. S. ve-
nifie alla GiuAicia,della quale è fiato, & è faccrdoce tanto tempo fà.
A. Cosi fece voi ancora,^ larece,piaccndo à Dio>molti anni .
XTEggiamo nelle medaglie di Tiberio Cefarc la tetta della Giuftitia fecon-
». do che la dipinge Chrifippo,& che referifee Aulo Gellio,cioi,come fan 1*.
dulia Vergine , & incorrotta fenza lifci,& ornamenti delicati. Teucra, & vi-
uace col diadema fparfo di rofc:perciò che alli Re tocca il fare la giufiitia , &
da quella efee cosi buono odore, come quello delle rofe.l n altre medaglie di
Adriano,&di Antonino Pio, & d'Aleuandro Impcradori fià à federe con
vna bacchetta, òfeettro in vna mano, &vna patera nell’altra . Srààfcdere
perloripofochcconuienea’faui,& perquefiolc fentenzehanno daelfere
date dal Giudice fiando à federe , hà lo fccttro per lo Inmerio , ò gouerno
del Mondo. La bacchetta per la mifura,3{ la patena per eflere la Giuftitia co
udiuina. Eccoui le medaglie.
B. Non fi trnoua ella mai con U fpada,ae con le bilancie?
A. Io nól'hò veduta in alcuna medaglia, ma le bilaocic fono pORttedairE*
quicà,delJa quale pailarò bora.
1 V S T I T I A.
AEQVI.
DIALOGO
AE Q^V I T A S.
L 'Equiti quali in tutte le medaglie è vna Vergine, cheftà in piedi, & inv-
na mano hà vna bilancia eguale,& nell'altra vn ballone.fià in piedi, per-
' che và egualmente con tutti,& il pefo > & il baflone agguagliano ciò che lì mi*
■ùirit&ii pcfa.Aequare in latino vuoi dire agguagliare. Alcuni la fanno lèn-
aa cintura, altri cinta & ì fcdere,&dituttofi può render la cagione. Et ec-
coui le medaglie, vedetele.
B. Come s’intende ,egli cotello , non li potendo in cofe che tanto fono con*
trarìe trouare ragioni che concludano i
A. Non fono contrarie del modo che li pigliano, perciò che dicono,che Aà à
federe per quel che noi habbiamo detto della Giu Aìtia, cioè per porre ad ef-
fetto có ripofo quello che ella fi, & che Aà lenza cintura,per nó lottometter*
A,&in altre medaglie Aà cinta per aggìuAarfì con la ragione, & perche le
fame vadìno eguali & giuAe.
B. CoteAe ragioni hanno (gualche colore.
A. E cofa da rìdere rinuentione de'Redi Napoli,che metteuano nelle loro
monete vn rouefeio d’vn cauallo con queAe parole : EQ_V ITAS REGNI,
& daqueAo cauallo viene ilnomede’cauaìlucci moneta pìcciola di quel
Regno ,&alcuni dicono che è l'arme della Città di Napoli .
B. lo ho vdito raccontare che non fo chi burlando dilTe che l'arme di Napoli
è vn cauallo fenza briglia con vnbaAo vecchio in atto di tirar calci perca-
uarfelo ,&metterfcne vn'altronuouo che lo Aringa meglio per potere con
quello portar maggior foroa, pigliando occaiione di quella facetia dalla vo-
gli a che hebbero in altri tempi di mu tar Agnori .
A. Icaualli di quel Regno fono tenuti in grande Aima, & lacaualleria,&la
Nobiltà è grande , & molto illuAre,& molto antica .
B. LaClcmentìai&laModerationcfonoelleno diAcrentidallaEquitàè
A. Itagli antichi eranofiguratcdluerfameaccè
-i . . C L E*
SECONDO.
CLEMENTIA, ET MODERATIO-
4-7
I N alcune medaglie di Tiberio Cefare fi vedi la cella fola della Clemenza
non in profilo, ma in faccia, perche il Reche vfa Clemenza, adopera la
fua fuprema potellà . In quelle di Virellio fi vede à federe con vn ramo di al-
loro in vna mano,& vn baftone lontano da fe nell alrra : il federe fi piglia per
la manfuetudine , & per la quiete : il baftone lignifica , che può , & non vuole
vfar rigore ; & con l’alloro lì purificauano coloro che haueuano offefi gli Dei.
Inalrrcd’Adriano,nellequalièfcrirro CLEMENTIA AVG.ftà in pie-
di appoggiata à vn baftone , & hà nella man delira vna patena, ò tazza, come
potrete vedere in quelle medaglie .
Vengo bora alla Collanza , percioche elTa,& la Virtù fono polle nelle medaglie
in luogo della Fortezza , come la Prouidenza in luogo della prudenza .
N Elle medaglie di Claudio ella fi vede in due modi,in vno Uà in piedi , &in
vn'altro à federe : quella che Uà in piedi hà vna celata in capo, & vnabac-
chetta, ò feeetro nella mano finiftra , & ambedue hanno il fecondo dito della
man delira alzato al pari della faccia , quali che alFermalTero alcuna cofa co-
llantemente i quella che Iti à federe, fi vede fenza armi,& non hà lo fcertro,&
pare che dimollri di Ilare i n ripofo,& có fermezza & ftabili tà . falera è veftita
à guifadi foldato con vn faeo militare,& paludamcnto,ò cappa, la qual fi get
ta addietro, per la qualcofa pare che ella fia compagna della Fortezza, de
della Giullitia , percioche cosi à faldati , come à giudici conuicne fcITcr co-
ftanti , & perciò Uà in due modi'.dr eccoui le medaglie .
LoImperadorConftantino hebbevna figliuola di quello nome, & à Roma è
vn tempio che fi crede che fofle dedicato à lei, & fi chiama fanta Coftanza,8e
in altro
CONSTANTI A.
- •
1
4 ^ DIALOGO
in altro tempo fu tempio di Bacco, & fi veggono in elTi molte pitture antiche
del tempode’Gentilif&deCbriftiani antichi. Apptcflb iaCoftanza wmct*
to la Sccurità.
SECVRITAS ET TR ANQJILLITAS.
I N molte medaglie (I vede vna donna àredcrcicon vn braccio appoggiato
alla Tedia il capo pofato sii la mano>& nciraltra manohavnbaftonc. ■
NelTaltre medaglie dclTlmpcrador Gordiano fi vede in piedi appoggiata
ad vna colonna pur col detto baftonc ,ò fccitro • In alcune hi dinanzi yn a-
ra col fuoco che arde Topra quello & fi può interpretare che colui che fià be-
ne con Dio (i cui folo u debbe il facrifitio) può viuer quieto ficuramente.
Si vedcancora SccurUdi'Perpetudt^SecttriuiVMbUcSitT'ScafrUai
1{ciftAhcae,^Orhst(^Tcmporù.^c\\c medaglÌcd’Othoncdice>SECVRITAS P.R*
cioc ficurezza del) Popolo Romanci ftà in piedi con vna Corona d alloro, &
vno Teettro svolendo alficurarc il Popolo Romano con la Vittoria* Et così
ancora ne* rouefei dì Marco tiene vna palma in mano che fidi alla Vittoria»
della qual parlerò veduto che habbiatc le medaglie •
4
?
SECONDÒ.
Ma inanzi che noi parliamo della Victoria , roglio entrare in vn’aitra che
chiamano TrM^ai’<(, la qualenelleraedaglie d’Adrianofì vede appoggiata
advnacolonna,&nellamanode{lratienevnba(lone,o fcettro,&in alcune
d’Antonino Pio hà nella medefimavn timone >& nella finiftra due fpighe dà
grano, mollrando l'abbondanza del granotche fipuò portar per mare ia
tempo tranquillo ,& eccoui le medaglie.
£iH
c • VICTO-;
i
I',
P I A Iq O . G O
Ub.j^<w
VICTORIA.
V^cTfnTnVnhTmSr la Vittoria, come fi
r vede in inhnite medaglie Greche, St Latine,in forma d’vna donzella.chc
ra da vn" baK hor! P" '^"5 -«“«bile.Ldando ho*
à eli Aihcnìr/ì ^^®^*ni,àCartagincli,
g lAiheniefi, a Lacedemoni, & a Thebani. la palmafc leda per ouel che
fcriuonoAriftotiIe.Plutarc m.PHninjt, -
IteClikl
<i » l;e.no.o.7,oia7mror]7,S^^^^^
SùferraM p!,kL, it '6';^
in qualTc Seo à frT.Ì^
medaglie * feudo ^eT>artbts,D9Gtrmm$t ò altri nomi, dr cccoui Jc
.0 TDIV
Era
V
Eri il trofeo, come C vede inThuctdide& in litri lutori. Il memorii che re-
ftaua d haucr rotto i nemiciiSi faceua attaccando ad vn tronco d’arbore l’ar-
me de’ vinti , & era in quei tempi mal fatto il guadarlo . Virgilio defcriuc va
trofeo nel principio del libro vndecimo in quedo modo»
Veu Deiim primo ti0or filuetal Eoo : , j
IngeiuemtpmeiimdKi/iiymli^Meromit , .1- •< •'i-;
CooflituillHmiiIo ,fiilgeiuUq.ÌHdkittrmà,
Mrgtttti dKcis exMttos , libi magne trophenm
BeUipoient ; optai roramei fangnine crìfits
Telai], trmea ■viri.
Alcune volte hòpenfatOjche le coperte de carriaggi,8t leportierecon gli fen-
di. &armc,&elmi,&cimieri(iano come vna rapptcfeataùone di uofci,&
à quedo propolìto fà quello c he fegue V irgilio •
tlypenmi]. ex aere finiflrae
SnUigat , atqne enfem eolio prenda eterno .
Et nel libro terzo dice .
jdere cono clypenm , magni gelìamen .Atambit ,
ToHénsaduerJit figo, rem Carmine fignot
.A enea! baet de Danais •mBoribns arma .
In altre medaglie la Vittoria incorona rimperadore:& inilcnne vàfoprava
carro da due, ò da quattro caualli,ia qual cofa potrebbe^intenderfi pw la
vittoria de giuochi Gire coli , ò de gli antichi Olimpici ,ò d’Idhmia, ò Fithia,
ò di Ncmea , le quali vittorie erano affai dimate da gli antichi ,come u vede
in Pindaro, & in altri autori. Et Cicerone dice nell’oratione prò Fiacco,
parlando della vanità de Greci che tanto era in Grecia hauer vinto alla lot-
ta , ò à faltare > ò in altra cofa Umile, come à Roma l’hauer trionfato, & in Vi-
truuio G legge l’apparato col quale riceueuano nella loro città colui, che
tornaua à cafa vitcoiiofo di vno di quedi giuochi, dccccoui Icmcdaglie,
acciò le vediate.
C a B.Eglt
i
DIALOGO
Egli è cofa certo da ridere cosi fatta vanitii •
fi, Cosiè. InalcuneiiìcdagliediSeuerOt&diCommodola Vittoria ftàà fé*
dercfopra certi feudi, & ella nehà vnoin mano, che debbeeflerquello del
vincitore . In vp'altra dello fteflb Commodo ha due feudi à piedi , & ella tie*
ne vna corona d’alloro fciolta nelle mani , quali apparecchiata per metterla
al vincitore . In quelle di Augu(lo,di Nerone, di ViteUio, & di Traiano tiene
folamepte vno feudo in mano con lettere dentrpui , S. P. Q. R. cioè Senatus
Fopulusq. Romanus,& non hà la corona ne la palma. Si truoua ancora yiHorU
^eterna , yiihtÌ4 Tanhict maxima , Vifioria Cermanica, yiHeria Daeita . Et in altri mol>
ti modi come pottcrp vedere in quelle medaglie.
yiCTO:
I
J4- DIALOGO
VICTORIA NAVALI S.
Q Vando la Vittoria ftà porta fopra la prora del lepno nemico, ò quando el-
la fta appreflbadvn trofeo, nel quale fianoinrtrumenti da naui, come
fono timoni , anchore ,& rcmi,(i chiama Vittoria uauale.& cccoui le meda-
glie , duuc fi vede la figura di quella Vittoria .
Di qui è, che hauendo i Romani ottenu ta Vittoria contra gli Antiati nel Te-
uere,tagliaronole Prorede’loro vafcelli ,& ne fecero vn Pulpito nel Foro
Bomanojil quale chiamarono Rortra,&in effofaceuanole loro dicerie , di-
poi lo fecero maggiore,ma di marmo conle fteffe figure di prore. Se vi pofero
alcunellatucdiperfonepiù illuftri.
B. Si
i
■5
s E C O N D O- ss
Etinalcun’altreèrni colonnaroftrata , & In alcune d’Augufto,* in iltre
!Ì '''**a‘* che egli Ottenne per la vittoria naualc.
che hebbeAugufto centra M. Antonio & Cleopatra. *
— , tAugufto centra M. Antonio ScCleopatra.
C. Checofavuoldire Colonna Rolh-ata, & Cotona Reodrata?
A.. Quando nella Colonna , ò nella Corona fono prete di naui picciole etili»
ncnti , come da voi potrete vedere in queftaltre medaglie .
C. Quante diuerlità di Corone fi truouano?
A. Sarebbe cofa lunga da raccontare: ma hauendolo gH detto di due, cioi
di quella d’alloro che alcuni chiamano tridfàle,& della roArata, la quale era
data à coloro ch'erano i primii falcare nelle naui de nemici, dirò ancora di
• tre , ò quattro altre , che pur’hora mi vengono in mente . la Ciuica ch’era di
quercia con ghiande, li daua à colui che campana vn*alcro Cittadino dalla
Ki morte , & per adlllatione fu data all'Imperatore Augu Ao , come ì quello che
• bauclfe data la falute al popolo Romano: la graminea A daua quando vn Ca»
. • DÙano libcraua vn'altro Capitano > & il fuo cfercito dall’aAedio de' nemici , orfiuy,;;
«per qucftoiidiccuainlingualaùBaOblidioaalCkVo'aiuafichiaiDaua vai-
: lare.
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%
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■ SB.VT1A
icosoymc
■ieubvi
Ure,&<! da« i qool fojaato ch’era ll primo à
cU fl*OLaaU«alloggiamemi'de’ nemici , vn altra ve n «TadctuM^lejchefi
^ua àSi CM il primo i falir fu le mura de’ nemici : lii queAa rUttteuano le
wrri come nella vallare vna parte del vallo . Di quefte due vlt.meno»aò»he
n» fn Rpiira in alcuna medaglia. Si truouano nondimeno alcune teAecon
I^mente in molte mcdagliecon l'iAeffa corona. QueAe fono lecorone pfta-
dpTl militari.cen eranlmoltealae de’giuochichc fu
facrc.&altre di feAe.ac piaceri, cbcfonoinfinue.flc eccoui dcUemedaglit
doue nc vedrete alcune.'
MavovsT»
Ir OB-C'S
PROVID ENTI A.
H Ora diciamo della Pronidenaa . QueAa hò vi Ao con vn baAone, col quale
accenna vna palla, il che dimoAra che la Prouidenzaèquellache
uerna il mondo, la qual cofa colui che leggerà i libri denatura Deqrum di
Cicerone, crederi bene che ella fia openione degli StoTti che la chiamano
n poNo H. la palla hi da Aarc lontana dal baAone per dimoAtare che no met-
te neccAiti,ò forza. In aleuocmedaglieCvedechefaloAcffocon Umano.
lo alqe di Tiberio Celate facce doppo U morte d;AuguAo è qu^ parola
SECONDO. }?
PROyiDENT. Sotto vn’yra che vuol inferire Ara Prouidentìae piui
Augufti.Coftantino mette in alcune medaglie certe torri, & la porta d’vn^
città , moftrando,come io credo, la frouidenia , con la quale fondo la città
di Coftantinopoli, &il medefimo rouefcio fanno i figliuoli. Antonino Pio
fa vn folgore,* vn'vccello che porta vno fcettro nel becco : vogliono alcuni
che fia vn Aquila,* altri vna Colomba , * quella vi t ima è conforme alla na-
tura di Pio,* l'altra al fu o potcre.cioc d’eller vn’altro Gioue nel mondo con
lofcettro,con l’aquila,* col folgore con quelle parole PROVlDtNTlA
DEOK. In altre medaglie è vna donaella che da il mondo in mano alUm-
peradore,* eccoui le medaglie.
’AIcunialTegnano alla Prouidenza il caduceo, altri il cornncopiae quello 6
gnifica felicità,,* quello abbondanza, altri l'appoggiano ad vna colonna
pct più fermezza, altri le danno il mondo in mano,* non folto àpjedi, per
dimollrare il gouerno,* eccoui deU’alttc medaglie ,done la vedrete aneoia
in altri modi figurata.
H
Ma
0
j! DIALOGO
S. Io dcfìdero hora fapcre come fìgurauano la Felicità .
Egli cben ragione ( poiché ella c canto deliderata) che noi la Tappiamo
figurare.
F E L I C I T A S.
"VTElla maggior parte delle medaglie fivedcvna donna che in vna mano hà
XN vn caduceo ■ & ncH'altra vn cornucopiz , incendendo per il caduceo i bc<
ni ccleftiali,& per lo corno i temporali, conciofia che colui, il quale ambe
due di qu elle forti di beni polliede fia del tutto fortunato , & cccoui le meda,
glie doue la vedrete figurata.
i
I
S E C O N D ò. Sfi
Il caduceo era a(Te|natoi Mercurio ambafciadore degli Dei, & Virgilio &
Horatio dicono cole grandi del Tuo valore. concedSdogli iniin’al potere am-
mazzare i vitti , & rifurcitare i morti . il che eITt pigliano da Horacro , il quale
alTcgna ad altri Dei altre verghe limili . Ancor Cicerone la chiama Virguliii-
■ùM.conla quale dice poterli ottenere in quello mondo Atto quello che li
vuole . Et la facra fcrittura ci dimoflra come vfauano le verghe marauigliofe
Moifc,2r i fauij d'Egitto. & Aaron, comelimilmcnte faceuano gli Auguri
Romani, & gli Etrulci del Lituo.
fe. Chccofa era roteilo Lituo? truouafi egli in alcuna forte di medaglia?
A. Due cofe vuol lìgnilìcarc,cioè vn ballone ritorto à guifa d’vn pallorale,&
vna forte di T rombetta, dalla quale è chiamato Liticen quello chela fuona ,
Vcdeli nelle medaglie di Cefare , che era ancora Pontclìcc maximo , & in al-
tre di molti impcradori ,& in alcune più antiche , cioè del tempo de' Confo-
li ,& cccoui alcune medaglie, nelle quali vedrete figurato il Lituo .
Tornando bora alla Felicità, truouaC con vna ruota a* piedi, come fe fulTe
laFortuna per dimoftrarech’eU’c incollante. Et per lo contrario fi truoua
in altre medaglie appoggiata ad vnacolonna,perdimollrare chceirè ferma,
& non varia. •
B. Cottile cofe non fono elleno contrarie,elTendo incollante, & ferma ^per-
che adunque fi fecero, ò chi di coloro che finfero lefopradettccofe,neb-
be ragione?
A- lo credo che quel che dlce,che d inconflante,intenda quanto à quello che
comunemente lì vede nel mondo, quel che dice cITcr ferma parla della fua,
quale egli delidera d'hauere, ò per adulatone gli è attribuita , come à Siila,
ò Sulla, & à gli Imperadori . Leggefi di Lucio Siila che con l'efiere fiato mol-
to valorofo Capitano ,&con l'eUerfi innalzato con la lìgnoria di Roma , vin-
cendo & ammazzando i fuoi nemici , pigliò quello cognome. FELIX, òco-
melì vede in alcupe medaglie FEELlX,&chiamòilfuo figliuolo FauAo,
& la fua figliuola Faufia.
C. Si,hà egli da fcriuei Foeliz ,ò Felix, ò Feelix?
H •
A.VM
éo D I A L O G O
A, Vni delle male ortografìe di quelli tempi è diti quefta di Foci! Jt • della
quale nó li truoua vcAigio alcuno nelle meaaglie, nelle infcrittioni antiche,
douc |i vede femprc Felix, ^ Felicjtas. Ma perche Jj vocale E, e lunga, i piu
antichi pronuntiauano , de Icriucuano F E E L 1 X,come ftà in akunc meda*
ghc che io mi truq^o , Se eccouclc .
Et^confcrma quello col belare delle pecore , ancorché p • ia cofa ftrana che
non dichino BE,ma BEE,&fi Icggcvnvcrfo d’vn Poeta Greco che parla
d’vna perfona che merita d'andare fra le pccore,diccndo B H B H-
C. Se cosi è,perche i Greci dicono Alpha, Bita, Si non Alpa Bepta?
A. Pci'cheda tanto tempo in qua è guaita la pronuntia fra loro , come ancora
fra noi,& che quella lettera fi chi amalTe Beta • come vn’iierba nota, ce n^i°**
chiari teflimoni. Ma lafciamo quelle cofe per maellro Pietro Giouanni Nu-a '
gniczchc nelià trattato meglio d'altra nerfona di quelli tempi . Et torniamo
alla Felici tà, della quale ritruouo io, cnecl fono delle mcdaghc,che m luo-
f ;o del cornucopiae hannovn ramod’oliuo ne più ne meno co#c lo porta
a pa$e,{lr in altre vno d'alloro come lo porta la vittoria, elTcndo Hata Tempre
la paceo la vittoria cagione di felicità. In altre fi vede vn |tettro,ò ballon, c
che fi dà à molte virtù . In alcune fi vede che hà certe palle in vna piega cnc
fa della vede, & non Tapini dire feciòfia per dimollrarcó la fua ricchezza,»' ^
iitiibiitoriceiiuto,come inqucA’altrc medaglie vedrete,
-A a H
In altre medaglie d'Adriano ,& di Marco fi vede vna nane, ò galea all'antica
con quello no ne FELlCITAS AVG. ò AVGVSTl per dichiarare
che fu fortunata la nauigationedi quegli Impcradori , In alcune medaglie di
Commodo e fcritto TEMPORVM EELICITAS, &in effe fono due cor»
nucopiae,{irvn caduceo in mezzo. In altre medaglie fi vede F E L 1 C 1 TA S
F> V B L 1 e A , come in vna di Volufiano,& in vn’alcra di Giulia Mammea
madre d' Aleffandro Imperadore>Ia quale dicono aleupi che fu Chrifiiana, Se
che vdi Origene, ma nelle Tue medaglie moftrad'elTcrc fiata getiie. Si truoua
ancora FELlCITAS S AECVL 1 ,inalcune medagliediSeuero Impe-
radorc,&di Giulia Maefa,chcfu la nonna di Elagabalo,dtd'A!cfl'andro Im»
pcradori,& eccoui le mcdaglie,vcdctele che in elle e in altri modi figurata.
r
DIALOGO
F O R T V N A.
H Ora parliamo della Fortuna, la quale commodamente harcmrao potuta
mettere fra gii Dei vani , come dice il Poeta .
rune numndkcliifi Jìt prudrMu : fed te
"Hps ficimDS Fortuna detm , eaeluj, lotamut .
Ma non è polla male in quello luo^o. Si truoua in ogni genere di medaglie
lb.].cti Greche, & Latine, come la defcriue Lattantio Fmniano con vn timonedi
naue,dcvncornucopiae. Credeuano gli antichi òhe la Fortuna gouernalTe
tutte le cofe, vedendo che le maggiori di quello mondo, come era l'elTere
Imperadorc, erano fatte à cafo,alle volte cuendo huomini buoni,& alle voL
tecattiui,&cosi ancora talbora nobili, SctaUiora ignobili : bora ricchi, & •
horapoueri,alcunavoltagiouani,&alcun’altra vecchi. 11 cornucopiaedi-
mollrarabbondanza di tutte le cofe, come s’è dettoAi fopra . I filofofi dico>
no cbeci fono diuerli beni: alcuni fono dell’animo, alcuni del corpo, Scaltri
elleriori,ò della fortuna. Maquegli iftclli beni che attribuiuano al corpo,
diccuano elTer ancora della Fortuna,& alcuni deH’anirao.pure gli fottomet-
teuano alla Fortuna, & cosi diceuano il'ùjnrcjii conforme
Cc iib.;. à quello che dice Cicerone nella quinta Tufculana.
Elftndoàcotcllo modo,la Fortuna s’vfurpaua la parte delle fue compa*
siuVa. gnc.Maadduca V.S.qualchcefcmpio,acciocheiol intcndamcglio.
A. lo fon contento .Seia felicità de’ Peripatetici confile in polTedere inte-
ramente i beni dciranimoicome fono le virtù della Giullitia , della Prudeza,
della Fortezza, & della Temperanza , & quelli del corpo , come fono l’clTer
ben proportionato,& bello, i'eller agile, l'elTer gagliardo & valente della
perfona ,& altri beni naturali , Se non volunrarij, come, fono la memoria , &
t'ingegno , & l'elTer habile , & con qucfto polTedere i beni della fortuna , che
fono le ricchezze,la nobiltà, la falute, la buonafama,il dominio. Se tutto
quel che li può deliderare : come farà egli temperato colui, ne force , ne pru-
dente,cheCaftolto, Sedi pocamemoria,o. infermo, debole. Se ignorante,
& vn'huomocon quelli diffecti ,come farà egli giuftoò
B. Di ma-
roR*
S E C O N D O. ^3
B. Dìmanlera che actribuifcono alla fortuna cjuello che propriaffleiitefi deb<
br à Dio.
A. Molto debbiamo à Dio, che ci diede miglior hlofofia. Ma ritornando alla
fortuna , dico che la fìgurauano col cornucopiz perciò che à lei attribuiua*
no tante forti di beni in quello mondo , & Flutarcho dice , che i Romani rjf
conofccuano dalla fortuna l'hauere foggiogaio il mondojiauendo nella cit-
tà loro molti templi con diuerfì cognomi d‘efla,&s‘e(lende molto in trattar
doche fuvn vinccrcàcafo,&chei Grcciper virtù, & per
valore meritarono la gloriache hebbero.In vna medaglia greca d'Antonino
di qucftOjdiccnd
Pioli vede vna donna poilaà giacere fopra vn lettocon vn timone grande
in vna mano, & in alcune Copra la reità hi vna torre, chiamauanoquefta
Fortuna in Greco TTXH ♦EPtnOAIK lì come dice Paufania, dico di
quella che hà la torre in capo . Quella Fortuna che dal letto gouerna .mollrl
di Rar molto ripofata. Se immerfa nepiaccri ■ & d'hauere ogni cofa quieta.ln
altre medaglie.oltre al timone,^ vna palla,ò vn mòdo che dichiara di più co*
me il mòdo è gouernaro dalla Fortuna fecódo il loro falfo parere. in,alcune
(la à federe ■& Cotto alla fediaè vna ruota pei dimollrare, che ancor che ella
fegga,non dimeno èm< bile,& in altre hà vna vela di nane gonfia , dimo-
llràdo la fua profpcrità.lì rriioua ancora c6 quelle parole,Fffr<«MeFel(r(, <> fertn
me Si in altri modi è chiamata come vedrete da voi in quelle medagUt
k
DIALOGO
FORTVNA REDVX.
a vella nmilmentefaceuino che fte(Teà federe col timone ,& col corno.
A quella facrificauano coloro che ricornauano di lungo viaggio alle ca>
fe loto.Et per ciò fta à federe per dichiarare il ripofo che hanno confeguito,
ricuperando il pofl'eiTo delle loro fortune, & beni. Et eccoui le medaglie do-
uelavedrete figurata . Miricordod’hauervedutonellavignadcl Cardinal
Kidolfo Pio da Carpi in Koma vna pietra, che fi conofccuachc era (lata por-
tata quiui dal luogo,doue llaua la prima pietra, o colóna,che fi metteua al pri
mo miglio fuor di Roma , & nella parte che llaua volta verfoRoma, coloro
che vfeiuano della città, vedeuano vna colonna con vn I, che era per mollrar
loro che già haueuano caminato vn miglio; Se oltracio v’era vna figura d’ vna
dózella con vna ruota di Carro>& con vna sferza da mulattiere, che rappresi
taua la qualità della via.o llrada,che s*haueua da fare,cioj,che era buona per
li mulattieri, & per li carri>& molto più per altri viàdSti,& dall'altra bada dei
falTo era quella fortuna, lì cornee nelle medaglie,auueri6do coloro, che veni
uano à Koma,chc già v'erano vicini,& che poteuano facrificare alla fortuna.
F. Mi piacerebbe alTai di veder cotelle figure, fe V. S. ThauelTe.
A. Si che io le ho & oltre à tutto quel che fi i detto, erano à piedi della fortu-
naquelleparole, S A LV OS. VENIRE, qual! che dicelfe, fiate i ben ve-
nuti,& dall'altra banda,doue era la fanciulla, & la colonna erano ouell'altre
parole, S A L V OS IRE, cioè andate in buon' bora, dall' altra oanda dei
falfo che era volto verfo laRrada , era vn'aliro motto che io lo ritrouerò fra
le mie fcritture.
C. Per che llaua la colonna verfo Roma, & non dall'altra banda?& per che
Rana il motto verfo la llrada?
A. Era mclfo dalla banda della llrada , perche folle veduto da tutti , tanto da
coloro,chc li partiuano,quanto da quelli, che veniuano,& la colonna con la
lettera I, era polla per colorochefipartiuanodaRoma , per dimollrar loro
che haueuano già caminato vn miglio,come à coloro,che andauano verfo Ro
ma , erano dicennouelemiglia che haucuanofatte, mettendo venti miglia
per giornata, come mettono leleggi de Digefti.
E. CoteRi falli, o colonne fono eglino quelii,de quali parlano iDigeRi<^pr>-
rnurn UpUcm,ytl ai cnuefimam lafidem.
A> Quegli iRein,& lene ttuouanoqioltiinlfpagna, ficioin Leridan'hebbt
alcuni canati della via AuguRa,che pafiaua appreflo à Lcrida, & forfè per la
llrada dciritmcrario d’Antonino.
Ma
a
SECO N D O O
Mà torniamo alla materia propoAa& palliamo della Abbondanza ,Sc della
vbertà. /S
'y'
ABVNDANTIA ET VBERTAS.
Q Verte Sfigurano che verfano vn corno pieno di Denari, il corno era It
borfa dei più antichi , & era ancora mifura d’olio , & fi aflìgnaua il cornu-
copi.T alla fortuna^ per quello che s’è detto di fopra. Verfaua i dcnari,pcrciò
che colui folo può gettarli che nehà in abbondanza : la quale ancorali dice
in lati no Vbertas nome dcriuaco da vbera, cioè mammelle, acciò che io
habbia abbondanza, è neccirario,che Dio me la dia per mezzo d'alcun genio
ò Angelo, il qual venga folto quella figura, .& cccouile medaglie doue le
vedrete figurate.
i
DIALOGO
LIBERALITÀ S.
L a communc effigie della liberalità è vna donna che ha nella mano (iniftra
vncornucopii, & nella delira vna tauolettaquadraconvnmanico, per
lo quale la donna lo tieneinmano, & inciafeuna banda fono diuerfì pun-
ti ,opallottine. Pel cornucopia; se detto affai in altri luoghi. Di quella
cofa quadra non foaltrochedirmi,fcnoncheiotengopcrcerto, che fulTc
fegnodelcongiario» che a’haucuaà donare, &cccoui le medaglie doue la
vedrete figurata.
J5. Che intende V. S. per congiariol & perche fi chiama egli coli f
A. Congio è mifura, St potrebbe edere che io ve ne faceffi vedere vno canato
da vn’altro anticho chehaueua in Koma Achille M allei, & in elfo fono delle
lettere.^ lequaii egli parche foffe fatto al tf po dell ImperadorcVcfpaliano,
effendoui ancora fognate quelle lettere P, X,che voglino Ugni ficare Pondo
decem,& concorda con quello che dice Fcllo.che ilquadrantaledi vino era
lottanralibrc,^ il congio era l'ottaua parte d'elTo Se il fellario era la fella
'■^partedelcongioi &pcrchequalche voltali vfauaquefla liberalità di dare
vn congio di vino àciafeuna perfuna, lì diceua dare vn congiaiio. Dipoi li
pigliò piugeneralmente,& per ogni cofa, chef donaua, li diceua donarli
vn congiario , dimaniera che li può prefupporre, che in quelle tauoletce no-
talTero con quei punti. ò con altre cifre, quanti denari, ò quanto vino, one-
ro quanto grano farebbe flato donato à ciafeuno quel giorno.
B. Hora l'intendo meglio.
A. In alcune medaglie lì figuravo palco alto con alcuni gradi , fopra il quale
l'imperadorellaà federe, dando denari ,ò tcllere che erano certi contralTc.
^idiquelche s’haueuaàdarcà ciafeuno, &cioera comedare vna cedola
ìottorcritta,o lìgillata,pcr la qual poi il difpenfaiore pagalTe à ciafeuno quel
la quantità.
B. Mi par che con queftò s'intenda certo luogo de Digefli, nel quale lì fa
mentione di quelle telfere frumentarie>& Lelio Taurello doppo budeo lodi
chiara nel libro de Militijs addirizzato a V. S.
A. lo vn cantone di quel palco lì vede vn'huomo con vn altra cofa quadrata ,
come quella che io dilli, che haueua la figura della Liberalità, che drbbe cf-
fetc come vn banditore che chiama la gente che vengaà pigliare quel che
1 luipcradoreliberalmente dona , & come hora dicodi quello bàditore , cosi
in altre medaglie lì vede vna donna con quelle tauoletce , Se col cornucopix
che farà alcuna figura di legno della liberalità cheperquel giorno mctie-
(lano in quel luogo . Si fuole in alcune medaglie aggiugnere i numeri , cioè
IMcraiMt 11 . Ili, ly, y, yi. volendo inferire che quella eia la fccòda.o la
terza
t
Mi&
terza volta&c.checiòfìfaceui. Llmperadore Adriano meflie nelle fueme*
daghe vna figura comequella chedicemmodeirAbbondanza,cheera vna
doonachevotauavn corno pieno di denari, come vedrete per le medaglie.
i:
i.
/// D I A L O G O
t. M'è puciutòatTai quello che s’ è detto, & hòrperanza che con eirófarò
vfcito di molti dubbi che mi nafceuano quandomi abbattcuo in alcuni roue
fci che haueflicro di corali figure.
A. E gran contentezza ouella che altri hà , quando è fatto certo di quel che
haueua dubitato;& credo molto bene,che con gli auucrtimenti hauuti intcn
drete cofe meno difficili ■ ò tanto, quanto le pafiate , ma bora parliamo della
Munificenza,& della Indulgenza.
MVNIFICENTIA.
I N alcune medaglie d’Antonino Pio fi vede vno Elefante con quefta parola.
MVNIFICENTIA, il che credo chefia.perche egli douetce far qual-
che fefta.nella quale fece comparire alcuno Elefante molto fegnalató,come
fcriuono d'vn Re dell’India che andana fempre fopra vno Elefante bianco, il
che parimente fitnno degli altri Re dì quelle bande, & forfè potrebbe elTere
cheilfudettolmperadorc haueflè molirato al popolo molti Elefanti infic-
ne, & ne mettelTc vno per tutti. Et eccoui la medaglia.
INDVLGENTIA.
^kjEIle medaglie del medeCmo Pioli vede vna dfinaà federe che nella mano
>1 finillra hà vna bacchetta ,ò vno rcettro,chc tiene lòtano dalla perfona.de
nella delira dillefa tiene vna patera, ò patena quali che volelfe dare qualche
cofa con elfa,ae difcolla da fe la verga, perche 1 indulgenzaallótana il rigore
della Gìuliitia,dillendc la patena perla liberalità che fa con podella quali
diuina. In.altrc medaglie dì Gordiano è vna dóna fra vn Leone,& vn Toro,
perche fa manfueti gli animali fieri,* gli animi feroci,ò perche l’Indulgenza
addolcifce il rigore. In alcune altre di Seuero Imperadore,* d’Antonino Ca
racallafuo figliuolo fi vede vna donna che fiede fopra vn Leone con vn Cro-
talo in mano,& par che Ria apprclTc^ vn fiume.
C. Che cola è crotalo,perche le bene iomi ricordo ci è chi dice, che egli i vn
fonaglio , ò vn tamburino con certi fonagli
A. Quelloconchefuonanolefolliei Portughefi hà non foche di fomiglian-
za col crotalo della Dea Cibele,^ de Galli,ò Capponi fuoi Sacerdoti , Qije-
fta figura p&trcbbe effere la fteffa Dea,alla quale alfegnanoil Leone,* Ucro
talo,co'mc dicono Ouidio,Catulló,Apuleio,& altri,
C. Perche Ila appreflbàvn fiume?
A. Non faprò dirlo,* però farà necelfario cercami la ragione da coloro che
parlano di quefta Dea, ò nella hillorìa dello Imperador Seuerp,t.ìtopiùche
nella medaglia è ferino INDVLGENTIA. AVGG. IN CART
che
' ■ ^
X
annona.
H Or» diciimo dell’ Annona. QueAa fi ritruouain molti modi con mifuredi
grano,& di biada, col cornucopi* conifpighe.có nani, có Barche, folade
in cópagnia della Dea Cerere, có vn Anchora oTimone & af za,c6 vn fanciul
lo apprclTo di lei,che l’aiuta à mifurare, & in altre mifurido ella seza lui, ci di’
moftra l'abbódanza del grano,& delle Biade , di che ella è cagione per la fu»,
diligenza,portidolo per mare,& per terra,per lo fanciullo dimofira la purità
in diftribuirlo,& venderlo. In alcune fi vede con vn ramo di oliuo,&convn
panieredi frutti à picdi,ar quefto feruiua per l’abbondanza deH’olio,& de gli
altri frutti,che ptoduce la tcrra.Ho notato che poche voltefi truouono delle
fpighe di grano in qAe medaglie, che non ci fiano de papaueri,percioche chi
bada mSgiare,può dormire lenza penfieri,o perche Cerere cercando Profer-
pina fua ngiiuola,s'addotmentò con clli,&fi riposò.! n alcune medaglie l’Ao
nona tiene in mano vna verghetta due volte doppia à guifa di vocino , ò di- ,
gamma dello Impcrador Claudio,& ecconi le rocdaglie,vedetele da voi.
B. Due
, \
CjO
k
Due cofc fon quelle ciienon intendo,coteflo d!gan'a,& e otrft* verphem.
A. Io ve le dichiarerò . ScriueSuetonio che Tlmpetadore Tiberio Claudio
apgiunfe certe lettere che mancauano alla pronuntia latina >fi caua ciòdallc
iitlcrittionidrinileiro tempo, che vna d’elTe in luogo della Vjconfonantehà
quello vncino I! che fcriuendolocaiut mctteuano L O C A 1 1 T.
B. Perche lì dice egli digamma?
A- Perche la fua figura c fatta di due gamme, che fono la terza lettera de'Gre-
cijche fi fa di quefta manierar.
B. Ma perche Ila egli a rouefeio?
A- Per non la far elTere vn F, latino, & l’altro vncino che hà l’Annona , credo,
che (ia la telfera,chc fi daua ncc6giarij,& quandodauano le fportole,& quan
docompartiuanoil grano,&io veddiin Roma in potcrdiAchilleMaffeicin-
que,òfeicc{rered'o£D,chc per quanto io pcirocongictturarcifcruiuano per
le Iportole fc bene alcuni credono altrimenti,
B, 1 n che modo erano elleno fatte, & come s’vfauano?
A. Erano , come hò detto, d’olTo,& tutte come vn balloncelloairat piccola
& haueuano alcune lettere da tutti quattro i lati & da vna banda era vn S P.
&feguiua il nome d'vnoScbiauo,o liberto d'alcun cittadino Romano, o lo
|lcfl'onomedelcittadino,comcàdirc, SP, EVTYCHES. FL, CAN-
DIDI. S h H. Chcvuol dire. SpcrtnUn Ejit)fchet Fimi) CaniidifeniH MCÌpiel,B.tiC
cifoUc LlB.inluogodi b£R. dirtbbelibertus.EtfecifolTcSP. T. FLA«
VIVS
J
SECONDO.
VIVS. CANDIDVS Vorrebbe dire, che Tito Flauio Candido piglìa-
rebbcla Tua fportoll . In vn'altroJuogo era fegnato vn giorno dell'anno > &
vnconfolato, come adire, KAL. MART. M. ClChRONE C. AN-
TONIO. CCS. chea me pare che fofleilgi(irno,checomincié^à pigliare -1
la fportola quel cittadino, & lie ne faceuano due d'vna ftefla forma , & vna tc
neua il difpenfatore di colui che daua la fportola , & l'altra colui che andana
à pigliarla, & egli nehaueuacura d^quel giorno innanai.egli è ben vero,che'*
per lettere di Pietro Ciaccone hò inteiinche in vna d’effe era fcritto SPECTi
la qual cofa non fi può interpretare per fportola, mapcrfpedacolOjOfpe^Uo
òaltracofatalc.
C. Donde viene ella cotefia parola fportula?
A. Afeonio Pediano dice che viene da fportaperdiminutione, comeancora hi-V*-
da fporta viene fportella,forfeperchcnellefporcellefi dauano,&fi riceueua-
no le pietanze da coloro ch’erano appoggiati à cittadini ricchi di Roma.
B. Mi piacerebbe affai di vedere,comc era fatta la Teffera,feV. S. l'haueffe.
A. lo non l'hò fenon nella memoria, & farà poca fatica &fpefa à farne vnaco
me quella. Ma andiamo innanzi, & diciamo quaichecofa della Moneta.
C. Prima che V.S. dica della Moucra.dicòqacl che mi occorre intorno alla TelTera.
A. Dite pure quel clic gli vi piace che hoggi liaremo tempodi ragionare d'ogni cola.
C. Hoinierocnetatellerache V.S.dice delCiacconeidiFuluio Orlino & che ha quelle
lettere PHILODM. COSSE. A. D. X. K. N O V. SPECT. M lEREN. C.
C A S. le quali dio Fuluio dice che s'haono a legger coli , Tbiloismuf Dijini Mie dina df
amumCiilnidjsNffKnntritJpfffittatM.TereatiaC.Caffia.&ririil fentimento che Filoda-
mo eflendo gladiatore fece prona di le in taIgiomo,di tal mefe.Sc di tale anno,Jt cheelTen
doapprouato.Ii fu donato la rudcfolitaSf la telTera eburnea, per la quale egli veniualibe-
rato per l'auuemre da gli oblighi che portaua con dfo fecorvtfitiodi gladiatore.che la pa
rola IpedatU'. lia propria del gladiatore.lo mollra chiaramente il verlò d'Horatio , doue
dice,/>ri?jti0fi /aus,& dotuam um rudc,etc. ellendolì feruito il poeta di tal translatione pec
dimoltrare ch'egli haueua già poetato a prona, & riportatone il pregio della gloria poeti-
ca C comeVeìanio gladiatore che nomina Horatio in quel luogo doppo il lòprafcritto ver
fo ell'cndo fiato fpettato,& approuato nel ludo gladiatorio.haueua meritato la rude fai ta
darli a gladiatori,& la tellera deirefentioue di tali oltiti) : Se ecco la figura di qucfia& al-
tre telTercche hò hauuto da Roma.
|Hn.OPAtPOtrE|
I|P11ARC,trvsT]
A. Quella i ben la vera figura St grandezza della teflera ; ma non fi> già ch'ella fi defie al
gladiatore. Ne Horatio nel Ibpradctto luogo ne fi mentione alcuna . Egli parla ben della
rude, che ò cofa certa che fi daua al gladìatore;però, come ho detto, in umil materia Iòno
diuerfe le oppcniooi. Ma torniamo alla nofira pratica ,
MONETA.
F V anticamente in Roma vn tempio di Giunone Moneta , che (li chiamata
cofi perche paruc, che Giunone haueffe parlato in quclluogo,animonen-
doi
i
•t
DIALOGO
do i Romani à far vn certo facrifitiod’vna Scrofa pregna per liberarti del di
no che vn tremoto minacciarla >come racconta Cicerone nel primo libro de
Diuinatione, ben che altri adduchino altre ragioni di queftonome, come
«.Kilt.» LattantioFirmiano. Dipoi paffatocerto tempofufatta appreffo al fudetto
^cmpio la cafa della moneta. Et coli fi chiamarono Monetali itreum.ò ver
Triumuiri coloro > che haucuano cura di far lauorare la moneta come difli
l'altro giorno, truouafi poi in alcune medaglie di Domitianocon quello no-
me di MONETA vna donna che hàvna bilancia in vna mano, & nell'al-
tra vn cornucopi*,perche la buona moneta hi da effere di buon pefo per
quefto ha le bilancie.fcnza le quali nó fi può fare.Porta il cornucopix per di-
ìnoftrare la Aia ricchezza.Sc abbondanza.ln altre medaglie d'imperadori pp
lleriori ho vedute tre donne d’vno Aeifo modo , che dichiarano i tre metalli,
de quali fi fa la moneta, cioè, Oro, Argento,* Rame, i quali fi notano con
tre A,A,A,& fi vede in molte medaglie,* ancora li vede in alcune iiifcjittio-
ni , fignificando Aurum , Argentum , Aes. & perche quelli metalli fi trattano
in due modi, cioè perfufione, * col conio, imprimendo in elfi le lettere ,ò le
Imprefe, però notauano ciò con due altre lettere F, F , cioè Flando , Feriun-
do, & in alcune medaglie fi truouano gli inftrumenti,co'quali quello fi face-
ua nelle cafe della moneta, cioè nelle zecche, come fono martello , tena-
glie, incudine,* conij, come !n quelle medaglie vedrete.
SECONDO. 7 }
Hora paffiamo dalla moneta alla faluce perciò ch'elle fono due cofe , alle quali
(iamo molto dediti noi vecchi ,& tutti fono beni di fortuna.
B. Se tutti i vecchi fono come V* S. poco debbono dimoftrare i loro appetiti •
pot che ella non G cura della falute per amor degli iludij> ne delia monetaj
clfcndo cosiliberale.
A. l>i cotella materia parlaremo vn' altro giorno.
S A L V S.
I N tutte le medaglie è figurata come vna donna che diada mangiare ad vna
lerpe. in alcune tiene la ierpe in mano, in altre la ferpeefee d'vn’ Ara, o
tare, che hà dauanti, &$' innalza à mangiare in vna fcodella, che la donna
tiene in manó . la ferpe è alTegnata ad Efculapio.& alla falute, come dice Fe •
ilo, perciò che fi rinnuoua ogni anno,mutàdola pelle, cofi fanno gli amma-
lati cu’mcdicamenti. Si può ancora attribuire alla vigilanza, che lono tenu-
ti hauer coloro chemedicanogli ammalati, nell'altra manole mettono vn
balla, come ad altre Dec&virtu.&inRoma era vn tempio della falute ap-
prelTo à quel di Quirino,ò Romolo,& col baftone,fi appoggiano & foftegono
i cóualelccnti.Allc volte la Ggurano in piedi , perciò che hà già cófeguito
falute l’ammalato in modo che può Gare in piedi. In altre ftà a federe, perciò
chef crede di dare col ripofo la falute , ò perche ■ cóualefcCti fogliono fede-
re fpeffo.Domitiano ci meife SALVTl. AVGVST. c6 vn’Ara,forle ró-
dendo gratie della falute riceuuta. Tiberio fece la teda d'efTa loia có lo Aef-
fo nome.Neronc ne tolfe la ferpe non volendo che la falute hauclfecofa ve-
Icnofa. Adriano fcrilTe SALVS PVBLICA, & pofe in vna mano del-
la donna vna fcodella,&neiraltravn timone, che fe lo pone in fpalla,&yn
de i piedi fopra vn globo, volendo inferire , che col gouerno del (uo imperio
haueua dato la falute à tutto il módo.ln alcune medaglie di Acilio Glabrio-
ne è da vna banda la tefta della falute, & dall’altra vna cópagna di effa falu-
te che G chiama 'Valetudo , la quale non è altro che la idelTa falute,poi che It
mette pur con la ferpe come potrete da voi vedere in qucAe medaglie, & an-
corain altri modi la vedrete in effe Ggurata.
Hora trac-
V
L AE T I-
SECONDO.
L A E T I T I A.
7S
a vellala figurano come vnafanciulletu incoronatadi fiori, perciòche i
fanciulli Hanno Tempre allegri , & perche nelle fefle pobliche fi in coro-
nauano rutti, & le porte delle loro cafe,& de templi, & gli animali, come rife-
rifce Tertulliano nel libro de Corona Militis. In alcune mecfaglie bàia coro
nain vnamano,&nciraltra vnabaccbctca,òrccttrocomc Dea. 'In quelle di
Crifpina Augufta tiene vn timone fopra vn globo, per dimoflrar Tallegrezia
vniuerTaledi hauei t ili Imperadori. In altre di Filippo Imperadoreè LAET.
FVNDATA. &viè vna donna.la quale bà nella mano delira vna patena,
& nell’ altra vn timone con vn mondo lotto di clTo , & cccoui le medaglie .
I Nalcunetnedaglieffvedevna dona in mezzodi duefanciullini chele IlanO
a i piedi,& vno le porge vn ramo di palma & Taltro le tiene la vede, haurndo
ella ancora vncornucopi* in manoper dimoArareche la palma è fegno d’al-
legrezza di qualche vittoria. In alcune altre medaglie di FauAina moglie di
Marco ù di Didia Clara non fono i fanciulli,^ ladonnache é fcolpita in efle
tiene la palma in vna mano& nell’altra il (ornucopiac, benché la vedrete fi-
gurata in diucrle maniere in quefie medaglie .
X a Nella
V
Tt dialogo
Nella feftiuiti della domenica dell'oliuo Tappiamo con quanta allegrexza rice
uettero ChriftoN. S. facendoTegli incontro con rami di paIma&d’oliuo ,ae
alcuni fono d'oppenionc che in lingua SiriacaOTanna voglia dire dateci de
rami, dateci de rami ,& poiché habbiamo parlato deU’allegiezzadc £aociul«
It < i honcfio parlar qualche cofa della Giouentìu
I V V E N T A S.
I N medaglie di Marco Aurelio in etìgiouenile è rna donzella che TpargecA
vna patera , ò tazza odori fopra vn'altare , ò focone che C fia,& potrebbe eG
fere che foflc Hcbc mogUc.d'Hercole, eccoui le medaglie^
Quando il giouanefi tondaua la prima volta la barba,il che Terentiodice.p^
tfbthi!,{icrì&ciuz alla Dea Giouentù nel fudetto modo c6 odo-
ri- Et quello era giorno di piacere, quando igiouani li tagliauano i capejli,
o la barbi,come il vede negli epigrammi di Martiale,&coli quando lafcia»
laatoo la toga p. creila, & pigliauano la toga virile Ih pura.
S E C O N D O ' r/
9* 5**®, egli dire Toga pretella, & toga pura che molte volte hò letto?
A. Carlo Sigooio e di oppenione che tutti I Romani andalTeroveftiti di biaa
co, & che itanciullihaueirero certi nattri, olifte di porpora intelTuta ne gli
r* toghev&come toccauano di Quattordici io fedici anni, lafciaffero
quciniabito,&fi velliflero di toghe fchiettechc erano $6za porpora. Fra Ot-
tauio Pantagatho era di parere che ilcoloredeUevcai, delle dette toghei
folle flato di vno de'quattro colori di quelli che corredano ne giuochi circen
finche fi chi anuuano Albati» Rofaci) Prafini»& veneti» che corrifpondoao al
bianco,al roQb,al verde,dc al turchino, le donne andauano veflite di giallo,
& quando faceuano bruno lì yefliuano di bianco , fecondo che dice Plutar-
cho ne Froblemi,& gli huomini per il contrario li veftiuano di nero, & alcu«
Ai magiflrati di porpora fola,come il cenfore,
C. La Porpora i ella feu tinta in grana,ò pur grana di lana fina?
A. La feta in quel tempo non era in vfo in Roma, & parlauano d’elTa.come ho
ra parliamo noi delTabacco,o del Mechoacan delVlndie,di modo che ne’lo
royeftiti non neportauano,&la porpora eradicolorpauonazzo,comelì dU
ce in lingua Francefe, parlando decolori dell’arme. Hora ritorniamo alla
noftra materia, deapprelTo alla Giouentù mcttiamoUFudicitia, cheè cofi
buona toga, come di letaA d'oro.
P V D I c I T I A.
Hora
q Vetta figuranano come in alcune medaglie fi vede vna donna i federe, de
ben coperta c5 le fue vefli,& c6 vna mano lì cuopre il volto c6 vna parte
^ velo,ò della vetta, che porta come donna di molta vergognala quale in
latino ? detta Pailcir.Stairene i federe in cafa,& non va vagabonda, come faq
no quelle, che fono fenza vergogna,anzi fe ne flà quieta, ripofata, & flabile,
& va coperta per fare il contrario delle cattiue che lì dilcuoprono troppo.
Con l'altra mano porta vna bacchetta, ò feettro come le Dee. In altre meda»
glie fi vede ancora in piedi coperta,come vedrete in quelle. ,
V
Hora accompagniamo con coftei la fcrcUicì delle donne maritate, che in latino
è detta F(Cka4n4i,
FECVNDITAS.
S I tnioua inaIcunemedagIievnadonna,chehàvnbambinoinbraccioi Se
due altri lene fono apprclTo vno maggior dell'altro . Feconda è detta con
ragione quella donna, che ogni anno parturifcc,& quefta dimollra che ne ha
tre i & Augufto diede certi priuilegi) àquclle,cheliaueuano tre figliuoli > &
quando dauano quelli priuilegijà quellechenonglihaueuanolocliiamaua-
no im triHmlibnorum. Et in alcune altre medaglie tiene due figliuoli in braccio,
& due altri apprclTo di fé ,& in altre flaà federe per dar la poppa à Tuoi fì-
gliuoli,& in alcune in piedi, dimoflrandod hauercuradi quel chele fa bifo-
gno per allenargli. In alcune medaglie di Màmea,& di Salonina (là in piedi.
Hi in vna mano ha vn cornucopiz , & con l'altra (là giocando con vn fanciul-
lino che tiene à piedi in altre li vede JlKOPAGU IM.PEKI &cccoui
le medaglie.
Poi che habbiamo tocco de priui legi delle donne feconde > voglio parlar hora
della Nobiltà, & dell’Honorc.
N O B I L I T A S.
I N alcune medaglie di Còmodo, & di Geta fì vede vna donna,che tiene vna
cerca figura in mano, che potrebbe cITcre il Palladio, perciò che vn’altra li-
mile ne danno in mano alia Dea Velia , nel tempio della quale lì confcruaua
il Palladio.
B. Che cofa era cotello Palladio, & che hà egli da far con la Nobiltà?
A. Dionilio AlicarnalTco molto curiofo hillorico de Romani dice,cheil Pal-
ladio era vna certa Ratua,comc di vn foldato armato, che lo chiamauano co
lì per clTcre vna figura pìcciola di Pallade.& che la portò vn Troiano chiama
toNaute, dal quale hebbe origine la famiglia Naucia , & di quello N aute fa
mcntione Virgilio, che dice che era amico di Pallade,di cui era la ftatua dee
ta il Palladio, &pcr quello qucllaliguradel foldato armato farà la llelTadi
Fallade,&quella medelìma hà la Dea Velia, & la nobiltà. Quelchc chiaro li
comprende è vna celata,* vno feudo,* vna lancia, che fono le armi di Palla
de. Stette quello Idolo in Troia in gran veneratiooe,rubbo|lo Diodeme di
notte inlieme con VlilTc,* dillrutta Troia lo rihebbeto Naute, * Enea ,* lo
portarono ad Alba , & di quiui venne à Roma i & perchela principal nobiltà
di Roma conlìlleua nel venire da Troiani che fondarono Alba, perciò la No
biltà tiene il Palladio nelle Aie mani , come potetevederein quefte meda-
glie , * ancora in eflc vedrete la Dea Vetta conti Palladio, & cccouilc
HONOS
u dialogo
H o N o s.
I N alcune roedagUe di Marco Aurelio fi cruoui vn gioucne veftito c6 la to-
ga,& col Iato clauo, come credo ,& c6 certi fcni del veAito piu honorato,che
fi vfaua in Koma,& tutti i vcAiti fon molti gonfi. & trafparcnti>comc fono le
cofc deirhonore piene di vento, & di poco momento, & porta vncornucopix
in mano per dimoArare che il buono & vero honore ha da efl'ere con l'vtilc.
C. Che cofac egli il lato clauo, & la toga pi.Aa,che molte volte vano inficmc?
A- lllatuclauoerala tonica,&nontogadc'Senatori,latoga piiAaera fola-
mente di coloro,che trionfauano, & de Ke, & degli Imperadori ,dc fi truoua
vn ritratto d'efla in alcune medaglie d’AuguAo,& cccouenevna, accio la
vediate.
11. Che diflTerenra fa V. S. dalla toga alla tonica?
A- Qucllachecdallacappaalfaio.odallavcAeallarottana . Tonlcaèinte-
riorc,toga è cAeriore.it fono habiti di pace.ll fago c tonica militare, & è cor-
to,rirpondcairaio,oallacafaca,ches’vrahoggi.ll paludamftoera veAimen-
to da Capitano generale nella guerra, che fiportaua (opra il faio,come vn
cappotto,o feltro.
, B- La tonica del Iato clauo in che era ella differente dall’altre.?
A. Ne chiodi dipinti, o inteffuti piu larghi,che nelle toniche de gli altri.
B. La toga pifta era ella forfè d’oro & di feta come broccato,o broccatello?
' A. CiibòdcctocbeiaRomanon(ùfetafinoagliImdciadotibafsi,v'crabe>
L Moro
SECONDO. //
ne oro & porpora con certi lauori nella toga piàa,o trionfala.
C. Chelauori v’erano, eglino forfè di figure come ne panni (l'Arazzo?
A. Quel che io nefo, è che alcune di quelle roghe erano chiamate palmatCì
credo perche in eflc erano lauorate alcune palme.
B. Che fono eglino i Ceni, che V.S. dille che porcaua nella velie quella figura?
A. Quintiliano diceche i feni fono quelliche fi veggono in alcune llatuc, de. Lib.>i.c.f
quali poriauano due fopra le toghe, che congiugneuano la toga con la toni-
ca che erano come quelli, che a Venetia,chiamano Becche,& in Spagna Bec
cas, & in molti luoghi le portano i Confoli, o decurioni, o di fcta,o d'altra ma
teria rolTa,& in cITe frappongono certi giri ,& in altri tempi fcruiuanoperco
prirfi la tella,& in alcune bande le chiamano cappucci.
B. entello debbe cITcre quel che portano i collegiali a Salamanca, & ad :
Alcali.
■ , A* Cofiè,& lo IlelTo portano in Bologna! collegiali del Collfgio,doue io llet
ti, che è il piu antico,fondato per don Gii di Albornoz Cardinale d’immor-
tal memoiia,& oltre all' elTere de collegiali, è habito antico de’Dottori,& de ^ .1
Caualicri,& hoggidici fono alcuni frati , che fi chiamano della calza, che
portano quello habito. Ma torniamoairHonore,del quale habbiamo già
detto,parlando della Virtùche Marco Marcello li fece vn tempio, nel qua-
le non fi poteua palfare fenza entrare per il tempio della virtù. 1 n alcune me-,
dagliedi Cordo& Calcnu Uà «1 contrario, che la tefta deil'honorecuopre
quelladellavirtù, dimodo che fene vede poca parte,mi non pero Uà male,
perciò che il primo,che fi vede,e'l honore, Bc veiiédo l'honorc elleriore, s'hà
da crcdere,che nell interiore lia la virtù,acciò che fia honore giullo,& douu-
to,& la cella dell'honorc è come quella di vn fàciullo c 6 la corona dialloro,
&hà i capelli lunghi ,& ricci con grande indullria, mala virtùha vna celata
lenza acconci, & ricami. Difsiancora,che quelle due figure erano inalcu- 10L11.
ne medaglie di Vitellio,& la virtù Uà armaca,& l'honorc fenza armeincoro-
nato,& con vn cornucopix, 3 : cccoui le medaghe. doue vedrete figurato l'ho
note in diucriì modi,& ancorft vi fon raliie,dclle quali parlai di fopca,fc a ca
fo vi folTero vfeite di mente.
L L’vlti-
I
V
i
DIALOGO
l.’vltima deiti, che truouo ne' mici fogli, c la Libertà, cofa molto IHmata
in ogni tempo.
L' I B E R T A S.
L a figura di ciucftaèvna donna in piediconvn pileo,o cappello, o berret>
tino tódo in vna mano, & nell’altra vna bacchetta, ov no Icetro, Quàdolì
daua la libertà a qualche fchiauo fe gli tagliauano i capelli,& fc gli mcctcua
yn berrettino, vedendolo di vedi bianche , come habbiamo da Plauto nello
Anfitrione,^ da Polibio in certi iuoi fragmcnti,& quelli che di fchiaui di lù'
go tepo diuctauano liberi,andauano có h bcrrcctini,comcfacti liberti infie-
me có colui,cbc gli haueua liberati dal giogo della fcruitù quàdo triófaua,
Lik. 4 f.il come fi legge in T ito Liuio in alcuni trioanfil quale raccóta che i Romani lì
“**• beffarono del Re Prufia,che véne a Roma,&l! lolcuamctterevn berrettino
iuaoco,CQ’lqualefalutauaiSenatorì,comerolcuanofareilibcrti à padroni
iorp. TruouafineUe medaglie di Caligola il berrettino l'olo,& in quelle di
M.II. Marco 3ruto,comegia habbiamo detto,accompagnato con due pugnali.
B. Nel titolo de Latina libertatetollcnda, fi tratta di certi fchiaui, die an>
daoiano co'berretiini.quandofi portaua a fiepcliirc il lor padrone, & che per*
cióconfeguiuanola libertà.
A« Mifkordo d'hauerloletto,&labacchettache danno in mano a qoeda
donna, può elTer quella verga , che chiamauano VniiUt , con la qual dauano
allo ichiauo,& quedo lo faceua non il padronc,ma il prctore,o il confulo, di
sanai al quale fi faceua libero lo fchiauo, & queda bacchetta fi pigliauadi
mano del littore,chc accompagnaua il ConfoJe,o il Pretore. In altre meda-
glie la libertà tiene la palma delia mano aperta in modo, che pare ch'ella vo
glia ferire con edaja qual cofa ancora fi tiene per fegno di libertà nelle leg-
gi. In alcune medaglie di Antonino Elagabaloè Ictitto L IB E R f A S
A V C. & la donna tiene il pii co con la mano dedra,& con l’altra il corno di
Amalthea,diroodrado che dalia iibcrtà elee i'abbondanta , Jc in altre fi truuua
Libcrtaa PubJica & Libmai Auguda,ft Libcrui Utdityta , h .in alcune medaglie del ti-
(K> de Coniblì di CJk Cafsia Se di Bruto fi truoua la teda fola della lit erti & il filo nu-
me come porrete vedere in quede med.iglie.
Io voglio vfar libertà in dar fine a quella materia, ancora che io fappia , che ci
manchino alcune altre figure,chc (i ritrouaranno, guardando le medaglie.co
mea direla Gloria, la Memoria, & altre, le quali aggiungerete voi in quello
foglio poi che ci rella bianco per mettercene deiralire.
B. Bella cofa farebbe hauere alcune cortine.o alcuni pini d’Arazzo có tutte
quefte ligure delle virtù, & deiraitt ecofe, che li fono dette. Ma dicami V.S.
che vtilità lì potrebbe egli ritrarre del Caperle difegnare?
A. La prima è l’intender & il conofeer tutte quelle medaglie che fono i mi-
gliori libri,& memorie che de gli antichi ci ritrouiamo. La feconda finten-
dcr meglio tutti gli altri libri,che di tutte quelle cofe hanno trattato . La ter
za il faper’valerfì di tutte quelle ligure in diuerfe corapolitioni, come vedia-
mo ne Poeti , che fanno la deferittione della Fama , della Fame, del Sonno
della Difcordia,deIla Pace, della Guerr3,della Vittotia,&cofi farle confor-
mi a quefte medaglie, & ad imitatione loro . La quarta é l’aiutare le inuen-
tioni,chemoltc volte ci fanno di bifogno per ornamento d'alcuna publica
folennità,come nell'entrata, o nella incoronationed’vn Principe, per gio-
lire, o per tornei, o per mafeherate, di fpefa,o per dipingere vn palazzo di
qualche Signore,o in alcuno ediiitio publico, o priuato,o come voi diceua-
tc pér far paiinid*Arazzo,o cortine;ma il maggiore vtile è per ricordarli d ef
fe,per elfercitarle doueconucnga,Et quello per bora balli ,vn’altro giorno
piacendo a Dto,tagioneremo d'altre cofe.
L » DIALO-
l
i
DIALOGO
TERZO
DE ROVESCI
DELLE PROVINCIE.
ti delle Città , & de Fiumi .
0 cominciato già a vedere le medaglie di V. Sic. &
guardami rouefci con più atcentione che io non loie*
uo , & mi pare che quello che s'c detto delle virtù> mi
habbia fatto capace di qualche cora,malfimaméte quà-
do It legge chiaro il nome di elTe . bora delìdero fapere
quello che tocca alle Prouincie , alle Città, & à Fiumi
cueV.S. difle l’altro giorno cheli trouauanoin alcune
medaglie, che fé bene io nè ho vedute alcune co’nomi
loro,non intend&però bene per aual cagione le facelTero di quella maniera.
lo ne hò ben vedute alcune,delle quali fé bene polTo dir poco,nondimeno
dirò tutto quello che mi fouuerrà,3r che io ne fapprò.Le Prouincie non fono •
molte,& le più generali' che lì chiamano parti del mondo fono Europa, Afa,
& Africa. d'Europa fono ltalia,Gallia,detta hoggidi Frane ia,Gcrmania, Pa
nonia,Dacia,& Spagna noAra.D’Africa non truouo altro che la Mauritania,
D'Afa f truoua in alcune medaglie Egitto,Giudea,Armenia, Arabia, Gap* <
padocia,& Mefopotamia,& dell'l fole fola Sicilia.
lo def dero principalmente fapere,come gii antichi hanno rapprefentara
rEuropa,& la Spagna,per che dell'altre non mi curo tanto.
Ji, Nedell'EuropanedcllaGrecianon mi fouuiene d’hauer veduto meda*
•glie, eccetto che lafauola d'Europa fopra il toro , che f vede in alcune me*
daghe Greche de Gortinij che erano di Creta, chiamata hoggi Càdia,i qua-
ii(comc narra Plinio)moftrano pergrà cofa glihabitatori di quella vn’acbo*
re all'ombra,fotto al quale diceuano elTerf giaciuto Gioue con Europa,tàto
era la cecitadi quei tempi. Quelli d'Eubea unno f milmente il capo d'vn to*
ro nelle loro moncte,& f può perdonar loro,fcrapprefentano in quel modo
il nome della lor Città. La fopradetta figura d'Europa fopra il toro fi truoua
ancora in vn'altra medaglia di rame , la qual non fappìamo donde fa, ancor
che f ano molte lettere in elTai perche dalla parte doue è il toro, fono tre let*
terc M. C. F. dall'altra è la faccia di vn giouane,& quattro lettere L.QJT.F.
&pùaltrccinquc,Q. ISC.F.
B. Grande
J
I
»
. -jUO-
Z
V
■•Mi*
V
D I: A' LOGO
A. Kon fo rifolucrmi adirne altro fc non che io non le incendo , fo ben che
Luciano doue parla della Dea Siria, diceche i Sidonij faceuano cale impre»
fa nelle lor monete , raccontandola fauolad’Europa nel Dialogo de Venti
Zefiro,& Noto,& quiui non fa mcncionc ne di quelli di Gortinia , ne manco
di quelli de Sidonia,fe non d’vna l'pelonca vicina al monte Ditte, o Ditteo,
febcn mi ricordo inCreca.Vcngo bora alla nollra Spagna che i Latini chia-
mano Hifpania,& i Greci Iberiajfc io non m'inganno, che fecondo la orcho-
grafÌ3,chc fi vede nelle medaglie, s'hada fcriuere con afpiracione Hiberia.
B- Truouafiegli coccdo nome Hiberia in alcune medaglie?
A. Io non l’bo veduto , ma ho vna medaglia , nella quale fono quelle lettere
MVN. HIBERA, &vn’altradouec HIBERVS, ttfochecofilitruo-
uafcrittoinalcuneinfcrittioni,&ncDigelti di Fiorenza in vna legge che
comincia, QkiiUm Hibcrui nominf.
C. Perche Aldo non pofe quella orthografia nel fuo libro?
A. Come feegli non hauelTe lafciatodi metteruenc moltealtre, ballache
egli vi pofe vna infcrittione che era in cafa del Cardinale de Celi checomin
CììyJitmiaiktefifims'rujc. parlando dcirorthpgrafìa della parola raim.Quiuiè'
due volte quella parola Hiberu$,& dice in quello modo.
. UltoreTbccjKOfelaiifiexMUHjut.
Wic,tnie'Viigkt,0- nchilrfhimn lltberM,
Vtrfum mm,'ferfum occtfut flHà a!ier,ir alier;
Sliignafub Oceani T agnf,& Tyrrenua Hibems
Quelli veri! voglio che mi fcruano a due cofe,rvnac per rortliografia già det-
ta d’Hiberus,raltra è che chiama Ragna Tyrrhenica quella parte di mare,do
ue entra il fiume Hibero,& lo ItelTofi conferma pervn verfodi Paolino.
Ciia Baethis Q(ianum,Tynhenkmq. akget l nberus.
C. Kon é egli chiaro che quello Marc Mediterraneo li chiama coli,poi che di
ce Virgilio. Tyerhenkm nakigataeqwtf
A. In molti luoghi s'vEi egli cotella parola parlàdo d'Italia?Ma come Hefpe-
ria è comune per Italia, & per Spagna , coliancora è comune quello nome di
Ty rrhcno,oTyrrhenico. Et particularmente quella parte di Mare lidouettc
cniamarcofi,poicheinqucftainfcrittionèchiaina Litus Phocaicum il liio
d'Ampuria,&qucldi Marfilia, chepurec nel mare mediterraneo , & poi
vfa quell’altro nome perle bocche dcH’Hibero. Qiiello dico per conto delle
medaglie di Tarragona,douefi veggonodue T. f. de quali vno li può in-
terpretare Ty rrhenica,nome vfato da Aufonio Poeta, come poi diremo. Ma
torniamo alla figura di Spagna.
H I S P A N I A.
I N alcunernedaglicdell'Imperador Galba fi vede vna donna veAita in habi
todiSoIcTato con vnbrocchicre,&duedardi nella manoCnillra, & nella
delira hà due fpighc, è vcAita da foldaio per efl'er ella bellicofa , & eonfclTa
Ltb.ii. Tito Liuio che A penò più a conquiAar quella Brouincia che niun’altra rac-
contando dalla feconda guerra Carthaginefefin a Cefare AuguAo . il broc-
chiere & i dardi erano armi proprie diSpagna,ches'vfano ancora hoggi di.
Le fpighe moArano l'abbondanza del grano che c'era. In vn'altra medaglia
fono laSpagna & la Gallia che fe tengono per la mano per ia confederatioi.
ne che fecero contra Nerone in fauor di Galba.
C. Come fi chiamano il brocchiere,& i dardi in latino?
I A. lo non ne fo il nome in particolare, ma in generale clypeus, pelta, panna
- t>er lo brocchiere o feudo» & incula per li dardi, ma credo bcnc,chc l'habbia-
mo.
V
TERZO.
mo . In Calataìud dourebbono cflenc molti fegni deirarmi antiche, efliendo
molto lodato il Fiume Salone per latÈperadcU'armijficomedìcc Plinioidc
in Mattiate iiieggc vnVerfo fcorrecto porla di BUbilis, fecondo che mi
dille vnmio amico .
yidehis aìiamUcùne Bilhjim
éTMi ìaUem.
ChcnonhadidireH^iirt (ino^?»n, non rlTcndo chi faccia mentlone che que*
fta parte d’Aragona,&Cacalognaproducabuoaicaualli,&come hodetto,
dcll'acque ce ne è mentionc.
B. Le fcgreic,& i morioni,& le celate di quefta Città di Calataiud, Se alcune
altre armi d’acciaio vecchie fono hoggi ancora tenute in prezzo, &reputa-
lione. Mà non confente Girolamo Zurita che Bilbilis (ìa quella che noi chia-
miamo Calataiud.ma dice chec vn monte che li chiama Bàboia , il quale ri-
tiene alcune lettere del nome vecchio & che quiui fono fegni d'cllcrcftato
luogo antico.
A. lodo affai credito in ogni cofa a Girolamo Zurita,& principalmente veg-
go,chc egli ha vfatagandiftima diligenza ne nomide luoghi antichi di Spa
gna. Mà tornando alla figura di Spagna, poi che le dauano quelle armi, io
harei voluto che le haueflero data vnafpada corta con vna punta alla quale.
Tito Liuio fpeffe volte da nomedi Spamuola. In alcune medaglie d’Adria-
no,che fu Spagnuolo, è vna dona pacifica a federe cóvn ramod’oliuoin ma
no,& ha a piedi vn coniglio , &forfe quello ramodinota il molto olio che lì
portaua di Spagna a Roma , & per il coniglio (oltre Teffere animale proprio
di quello paefe,che in Italia fe ne trouono molto pochi ) viene a lignificare
i cuniculi.o le cauc che c’erano per cauarde metalli, pereiò che in quei tempi
la Spagna ai Romani era come bora fono ne piu ne meno l'Indica gli Spa-
eouoli.In altre medaglie dclmedelìmo ImperadoreAdriano li vede inginoc-
chiata innanzi vna donna limile a lui pur col ramo,& colccniglio con Ictte-
rechedicono.R E STI T VTOR I. H I S P ANI AE & fa molto al propo
(ito di quello coniglio quel verfo di Catullo,
Cmiadofii CeUiheriatfili,
Et quel che dicono Strabone,&Eliano,3t altri dei molti conigli che erano in
Spa«^na , Se del loro nome che non è d’altra lingua , ancor die alcuni voglia-
no,<riie Ita detto di «>it che vuol dire poluere in Greco. Più antica è la meda-
glia di Pollumio Albino, nella quale li vede folo la faccia d’vna donna con
li capelli fciolti.&topcrta d’vn manto,o velo con tali lettere, H 1 S P A N.
dialogo
Bora parliamo della GaUiajO Francia.
G A L L I A.
G ià hòdertoclielnalcunf mcdaglicdiGalbafonola Spagna.Sc la Fran-
cia cheC tengono per mano come confederate centra Nerone ambe
due fono veftite da foldati.haucdo le celate^ i faioni torti.La Fricia ha nel
la mano finiftra vn’hafta.o vn baftone, o fcetro,fi tmouaancora
medaglia d’Adriano nello ftetio modo . che fi è detto della Spa^a leuato il ramo & il
piglio con lettere, RESTITVTORI GALLI AE come da voi potete vedere ncUa
m^aglia.
Virffiro affeRnà aFranrefi i velHmEti vergati.ouero liftati,& Itf collane d’oro,
& eli feudi ioghi, o pauefi,& due lacie, le quali chiama Gaefa in quelli verC,
& potrebbe effere che foffe quel nome, che noi cercauamo de dardi.i verfi Io-
ne queAi,ne‘quali egli figura i Franaefi .
jf»ret aeftrin ture» •veflit,
t'irgJth lucnu fngtlis, «*• /aflea coffa
^nri> cffrufctt
C«c/jaM»»/c«HproieaiMi;ora/w>i»; partiamo
Ir
- Gooqle
• ^
SECONDO- Sf
Parliamo hora d'Italia.
B. Poi che V.S.hà cominciato il Aio parlare da occidente verfo oriente feguì •
ti di ragionar prima dell Africafic della Mauritania.
I A. Son contenco,poi che la Francia & l’Africa fono paci! più vicini à noi altri
di Spagna. '
A F R I C a\.
k *^^***'**”^‘^*6^***^ Adriano fi vede vnadonna à federe, con vno fcorpio»'
J; ncin vna mano,&ha vnpanierod’herbe a i piedi,& l'acconciatura della te'
fia li rafiomigliaakapod'yno Elefante, percioche fi veggono in elfo i denti
&la trumba,& vn orecchio molto grande. Veniuanogli Elefanti d’Africa»
a K<^a,pcrchequellideirindiachefonoi maggiori, vi fi vedeuano di rado:
quelli altri per le guerre hauuce co iCartaginelì fu tono piùnoti,& in alcune
medaghede i Mctclli fe ne veggono molti, come ancora in quelle di Ce- ‘
lare L)ittaiore,rebenperdiucrle cagioni . De Mctelli ci fù vno,thecon-
dufle a Kqmamolti Elefanti al tempo della prima guerra Cartaginefe . Di-
punica l’Elefante lì chiama Celare.St perche vno della fa
miglia Giulia ammazzò vnq di quelli animali egli fìiil primo chiamato Ce-
rare. Altri dicono che Celbni, &Cefari fi chiamano coloro che nafeono
doppo la morte delle loco madri, & eccoui le medaglie, acciò le vediate .
^ DIALOGO
B. Perchefimctteeglivnamezzaferpe appreffo la trombi delI’Elefanttf
A» Percbc rElefaRie <aua leferpi di lotto terra, & le ammazza, come fa anco
ra il ceraio. Si marauigliarono affai i Romani di quello animale.fic con molta
ragione perla Tua grandezza & forza,& per il fuoinllinto naturale ;& per»
cioilRe Pirro vinfe iRomaniconelli,&perqueftacagioneCmettela te-
Aa dell'Elefante per acconciatura di tetta dell'Africa, di donde ancorali
portaua molto auorio aRoma,che li fa de demi di quello animale.
C. Che dinpta lo Scorpione, &rhetbeì
A. Eglii cofanota.chein Afticalltruoua gran copia di diuerli animali ve»
]enott,& Lucano fa nientione di molci,& innanzi a lui Macro& Ouidio in la-
tino, &Nicandro in Greco, ben chequelleopercfilìano fmarrite, eccetto
quella di Lucano,& di Nicandro ci retta l’opera intitolata Theriaca.L’her-
be credo che liano medicinali , o rare, com’era il Silfio , del quale habbiamo
parlato vn'altra volta. In alcune medaglie di Seuerofi vede vnadonnain
piedi apprelTo a vn Leone con vn Serpe i piedi,& bàia medclima acconcia-
tura di tetta déU’£léfante,& lo Scorpione in vna mano & có l’altra li cuopre
f Tocchi c6 vn velo per nò veder Io Scorpione.Più antiche fono le medaglie
i Quinto Metello ScipioneSuocero di Pompeo, il quale mori in Africa,
& in effe li veggónoqucfte tre lettere G. T. A. fopra la figura d’vnadon-
fia,cbe le interpretiamo Cr»jn Touki o c»«i Tuthm , & in al tre li
vede la tetta fola dell'Africa , con la fleffa acconciatura di capo, & con altre
cofe come vedrete da voi in quelle medaglie.
I
X
Il nome de'Mori è rimafto da quelli di quella Fronincia , che in altri tempi lì
chiamauano Mauri, & Mauru(ij,dc f linio li mette nella Tingitania. di donde
ci venne il danno della perdita di tutta la Spagna, diciamo nora d'Italia.
ITALIA.
S Ta dime Regina & Signora dell'altre parti del mondo . Si vede in alcune
medaglie di Tito.o di Commodo vna donzella gride a federe Copra ilmon
do con vno Scettro in vna mano,& nell’altra tiene vn cornucopigi dinotàdo
il fuo imperio & la Aia fertilità. Hà in coronata la teda di torri, & mura per ef
fere ripiena di terre. In alcune medaglie di Cordo & Caleno li vede ltalia,&
Roma l'vna in habito di donna con vncornucopiz,&l altrainhabicodi foU
dito,lignificandochecon le guerre di Roma , Italia ftaua pacifica Se abbun*
dante.dali’altra banda lì veggono le tcAe dell'honore,& della virtù, le quali
hanno fìmilmentelo Aeirohaoito,percio che la virtù Aà come Roma armata,
& rbonorc,come Italia pacifica,& fcrcile,& honorata.& ecco le medaglie.
TERZO. f
Hora parlerò della Mauritania.
MAVRETANIA.'
Q VcAaSgurauano come vna donna in habito di foldate che mena perle
redini vncauallo magro,che par che Aa corridore, come Conoi caualli
che in Italia fi chiamano Barbari, nell’altra mano tiene vna bacchetta, & ere
do che SaluAio,o altro autoredicacheinquclpacfele bacchette fcruono
per gli fproni,& che i Caualli vano fenza briglia, & perciò Virgilio dice , A
T^uiudje BifT4emiSc eccoui le medaglie douela vedrete figurata.
liM-Jia,
1 bs
p»
DIALOGO
«>l. >< k
> 1 .
MiriiiUI-
•
]t Xiphi*
fio in Tea
lino
ioL.é.
He r^c^
Mirtto
Ari Ui.l.
e 4f*
Plm.li.1*.
C«il.
Vsrro ih,
I «icic la
B. Dicami hora di Roma quel che Tene mioua in diuerfe medaglie.
A. Son concento.
ROMA.
I N alcune medaglie di Velpafìano lì vede i guifadi foldato con la (pada Pa*
razonio,cbc habbiamo detto, che era fenza punta a federe fopra lette mon
ti ,& a fuoi piedi hà vn fiume , che i il T cuere. In altre fi vede a federe fopra
molte armi con vna vittoria in mano, che mofira volerla incoronare, come
vincitrice di tutto il Mondo. Qucflo nome di Roma in Greco lignifica forza,
& virtu,& perciòle danno quel.che danno alla virtù,5cà Minerua, come hab-
biamo già detto,eccetto che Roma tiene la vittoria,^ la virtù non l'hà, con-
fluendo nell’efercitio &finchcrhuomo non muore non confeguifee il prc.
mio della fua vitcoria,& può cadere più abaflb che egli none fatico. Minerua
non hà la fpada,ma lalancia>& lo fcudo,& Medufa lui petto. VedeC ancora
Koma in piedi veftita da foldato, come nelle medaglie di Cordo & Caleno ,
lequalihauetevedute. In alcuncC vede lalupa che da la poppa a Romolo
& a Kemo.& in altre vn arbore, il quale chiamanojfnurawùMi.i.
C. Che vuole egli dir cotefto?
A. Fico , forco il quale fù data la poppa, perciò che Ruma Chlamauarola
poppi i più ancichide atfegnanu ancoradue vccelli , cheli credcche Sano
due Ficchi che fono dedicati a Matcc,& fono belli a vedete, ma cattiui in
fatti.
C. Cotclli fono eglino quelli che truonanoITierba che fi dice del Picchio?
A. lenon fo,fcfcia truouano,mafichiamanocofi ,&finno i loro nidi col
becco nel tronco d’vn arbore che per hauerlo molto forte , lo cauano ,& fc
altri chiude il pertugio con qualche chiodo, dicono che lo rompono ,o con
la forza del becco, come io credo, o con la virtù dell'herba, che efli Ioli
laconofcono.
C. Che hà egli da fare il Picchio con Roma?
A. Perche fingono che Romolo folTe figliuolo di Marte,& elfendo queftovc-
cello dedicato à lui li dicctn latino,P«.-»i.Marù»i,3c però egli è molto credibile
lafauolacbefi racconta che quello vccello,& la lupa, che fimilmente è dedi-
cata à Marte, porgeflero focotfo à fuoi figliuoli .
C. lo credo più collo che foccorrelTc loro la moglie di Foftlo,la qual era chia
mata Lupa per qualche dislionellà.
A. CotcRoèil piùccrtoi& in alcune medagliefivedeilpalloreFoftlo,&mi
pare che in Roma fulfc non fochi che fi chiamò di cotcllo fopranome.ma non
lappiamo certo,fe era de Pomponij, o de Poippei , o d’altra famiglia , perciò
che nelle medaglie è S EX. POM. FOSTE VS. Alcuni vogliono, che
fiano vcccllidi buono augurio, come dice Ennio.
««girlo fofijiiain M)t* coHdua Roiu eli.
Klà
o^k
i
I
TERZO- f)
Mà fono pochi, & quelli che videro RomuIo,& Remo erano molti. Truouafi
quello nome di Homainmoltemedaglied'argento, & in alcune d’oro, nelle
quali ancor che i rouefciftano diuerli, nondimeno le tede di effe hanno lece
lace,& fenza dubbio rapprefentano la Hgura di Roma.
**
DIALOGO
o
Diciamo bora della Germania,poi che ntalia,de!la quale cominciammo i par
lare, èpolla fra la Francia, &rAlemagna,cbeàquei tempi ù cbiamauano
Qallia & Germania .
I K alcune medaglie di Domitiano è vna donna mezza ignuda che (lede Po.
pra certi feudi a pie d’vn granTrofeo doue fì feorgono certe poche armi,&
fe le vede vicino vn’prigione di grande datura con lettere che dicono GEK
MANIA. CAPTA. Ilchecidimoftra,cheallhoraeragcntemal vedita ,
& annata, & di buona difpoGtione.In alcune altre fi vede vna donna in piedi
$on vna lancia in vna mano,& con lo feudo nell'altra»
I N Alcune medaglie di Decio Imperadore fi veggont^due donne con le in-
fegne delle cohorti in vna mano,tenendo l’altra alzata verfo il cielo in at»
to d'arrcnderfi,ouerodi pace, fi truouano due Prouincie di Pannonia vna
fupcriore, & l'altra inferiore .nelle quali rifedeuano alcune Cohorti de Ro.
mani. In alcune medaglie diLucioEliocvnadonna con molti panni in
dolio per lignificare il freddo del paefe,& bàia teda carica di torri per dimo
Arare la Tua popolatione : fi ci vede in vna mano vn'hada con vn velo,o velili
lo in legno che quiuifoUero colonie o gente da guerra, nell altra tiene in vn
lembo della vede certe pallotte ,come di tributo ,o di miniere d'argento, o
d’o. 0.& cccoui le medaglie doue la vedrete figurata.
GERMANIA.
Hora puliamo della Pannonia & della Dacia.
P A N N O N I AE.
DACIA
'V
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DACIA.
I N altre medaglie dello (IcrTo Decioli figura vna dona ben vcHica.che hi in
mano vn baAoneo vnahaAaci vna telLt «faiìno in cimOrO d'altro ammale
che credo chefia l'arme di ciuci paefe, come fi vede in certi rouefei d'Augu-
fto^in certi tiofci,& có raicra mano apre gir orli della vcfie.ln alrrc fi vede
di quel modo che fi^urauano rAlfierecou vna pelle di lecvne^di liifroin eo-
Ita^hàl’inlcgDad vnacoborteio mano. In altre quello Alfiere nó ha quel-
la pelle . In aicoflcmedagltcdi Traiano,& nella colonna li vede m vu’aUia
maniera.
C. Come
DIALOGO
C. Come fi chiamano hora quelle Prouincie di Dacia, & di Pannonia?
A. Credo che fiano quelle d'Au(lria,& di Bohemia, d’Vngheria , & altre cir- •
cunuicine,Tranfìluania, Valachia,&Moldauia . Ma innanzi che pafsiamo
ali'Afìa, diremo qualche cofa della Sicilia, che in altri tempi fu patte d'Italia
& fc ciò non fuiTc,le ili almeno molto vicina.
SICILIA.;
I N alcune medaglie fatte in Sicilia ò vna imprefa di tre gambe infieme, & in
alcune vna faccia di donna in mezzo con alcune fpighci& nòe dubbio che
C dimoftra chela Sicilia anticamente era chiamata Trinacria, che vuol dire
di tre promontori),! quali lì dinotano con le tre gambe,& anticaméte fì chia-
mauano Peloro, Pachino, & Lilibeo,&hora Pcloroccapodi McirinaiPachì-
noècapo Paflirro,& Lilibeoc capo di Trapani,odi Mazzara . Lefpighedi-
moflrano l' abbondanza del grano,ondc fu finta la fauola di Cerere clic nell'
andar cercado Proferpina luafigluola pcrjo mondo portò il grano che na-
Iceua dafe in Sicilia,&cofi dipoi le genti comi nciorno à mangi are del pa-
ne di grano, che per lo paffato s'erano mangiate delle gliiandc & degli altri
frutti, in alcune medaglie di Manio Aquilio,chefu yn valente capitano Ko-
mano,ilqual combattè contra gii fchiaui fuggitiui di Sicilia, lì vede elfo Ca-
pitano armato, che leua da terra, vna donna cop lettere, SICIL. &CCCO-
ui le medaglie , & in clic la trouarcte figu rata .
Paliamo hora all* Alia.
ASIA.
D VE fo rti di medaglie hovedute con que(lonome,& in efie fi veggono
molte Cofe,che io non Tintendo,!! che io pera dire che cofa elle liano-Al
cune fono di CefareAu"ufto con quelle parole, ASIA. RECEPTA.do
»c fi v ede vna vittoria lopra vna colonna,o ttofto,o pulpito che ti lia,& vi lo
no due
' bv
terzo- >t
no due ferpi dai Iati molto diftefe. la ftcfla imprcra,ma con altre lettere,G ve-
de in alcune Medaglie di Vefpafiano,&d’aItri,&dubitoche nonfìa qualche
trofeo che Augufto douette mettere nello (fretto d’AGa & d Europa, che fo-
no per auuentura dinotate pcrquelledue ferpi. l'altrc medaglie fonotTA-
dnano,& in elicli vede vna donna, che con la mano (ìnilfra tiene vn timone
di naueahaioinalto,&Iadeftra parche lamettadcntro advnvafo,come
vn cornucopix , ilquale finifee in punta con vno oncino à modo di vna pun-
ta danchora,& in mezzo pare che habbia tre palle, il pie deliro lo tiene fo-
prala poppa d una naue. le tre palle voglionfignificarc il tributo, il timone,
«la poppa, cll'cr terra di mare, che da Roma non vi fi andaua altrimenti che
per mare. Il porto doue sbarcauano i Proconfoli d'Alìa, era Efefo come dite
»n lurifconfulto, altro non fò che dirmi fopra quefte medaglie , & eccoHclc •
■OS!^
Hora voglio palTare alla Giudca,dcllaquale d fatta tanta mentiunc «ella facra-
bcritiura.
1 V D AE A.
I N alcune medaglie di Vcfpalìano,&diTito fuofigliuolofivede vnadotv-
naafcdcrcapprcllo ad vna palma.pcrcircr la Giudea vicina alla Fenicia, la
quale fi chiama coli per le molte palme che vi fono, che in Greco fi chiamano
con quei nome,& eccoui le medaglie, a^cio le vediate .
1
In vn'Arco trionfale fatto in Roma ad honorc di Tito (i vede i! trionfo di Gie-
rufalemme, doue lì conofce il candelabro tanto nominato dclTcmpiodi Sa
lofflone,& altre cofc,come vedrete poi vn’altro di.
Di qui pafsiamo all'Egitto, che Cmilmente per la facra Scrittura è molto noto.
AE G Y P T O S.
I N alcune medaglie d’Adriano li vede fcrittocosi,come(i dice inereco,&
vi è fcolpita vna donna, che tiene vn lillro in mano, che pare vn'arcnetto di
AfmUUt quelli che adoperano iFranzeli al giuoco della palla, ma non ha piu che tre ^
lìb.ru.a< oquattrocorde per lo largo lenti, & era inftrumentomulicale che lo fona- )
minp'u nella prouincia d'Egitto i facerdoti della Dea IGde, & de i Tuoi Ggliuo-
cipio. li Harpocrate,& OnocefaTo, i quali lì veggono in alcune medaglie Gmiimen- |
tecolGGrO. Et che fi dcfl'e il fiftro *11» Deai fide Io dicono molti poeti com*Til>ullo.& Pro- 1
penio.&Viigilio lodaìCleopairajnquelvcrro
per- 1 il>- j- in nuàijtfttTÌ9 yocat ngmine fylho .
Vc^'iib. Harp ocrate Ila con vna mano accennando, che G faccia Glentio ponendoG il di-
l-Aca. ' to indicedauantilabocca,&Onocefalohàlateftad'AGno,&ilreGated'huo
mo,& vn Gftro in mano;& cofi G truoua in vna medaglia di Valentiniano con
parole VOTA PVBLICA. Vn’altro animale con la tefta di cane ado-
rauano per Dio gli Egittij.ilquale chiamauano Cinocefalo, & non mi ricor-
do haucrlo veduto in medaglia alcuna , ma G vedein altra forte d'antichiti
in>.t.cJi qualche volta,& Ilìdoro narra che GGguraua Mercurio TrimegiGo coGper .
Btyt»* clferc ftato di gran fagacirà, come cofa lodata ne'cani . A piedi della Ggura
d'Egitto della medaglia d’Adriano G vede fopra vna colonna vn'uccelio in-
cognito che ha vn becco molto lungo,& alquanto torto,& nel rcGante G raf-
fomiglia alla Cicogna, & chiamafi Ibis ,& in Egitto fìi adorato per due vtili-
ti,l’vna perche caua le ferpi,& le amazza,I’altra perche fu cagione,che i me-
dici imparalfero à fare i chrillieri , vedendogli fare vna cofa Gmile col becco.
C. Perciò Ouidio fece vn libro contravn Aio nemico ,&rintitplò la i6iit.
A. Ben lo credo. In alcune medaglie d’AuguGo è vnCocodriilo con queGe K
parole AEG YPTO C A P T A . & nelle medaglie della colonia di Ni-
mes in Francia ècocodriilo legato ad vn ramo di palma, &c'c vna corona,
per dinotare la vittoria che Celare AuguGo hebbe dell’ Egitto . & in vn dia-
fpro roGo trouai fcolpita vna gratiofa imprefa .Sta fopra vn Cocodrillo vn
picciol Topo diritto con due piedi, & fuona due Gautì hidraulici .
C. Che fono eglino coteG i Flauti hidraulici ì
A* Sono certi Flauti che gii fonauano con l’acqua, come i fanciulli fuonano
bora i roGgnuoli Gnti di terra col mezzo pur dell’acqua .
C. Che
> Gì -O^h
J
1
T E R 2 O* ^9
C. Cheff^urahlegliilCocodrillo?
A. Si rairomiglia affai alla lucercola , faluo che hi molti denti , che fono non
poco dannofi,&è affai pande,& non fi truoua le non nel Nilo & nel fiume Ne-
grò in Africa,* fecondo dicono alcuni in altri fiumi deH’lndie,& fono chiama-
ti lacerti . y n Poeta Catalano dicc.che c’erano quando Leandro paffòilmarc.
mai Poeti c lecito dinucntar qualche cola. & ccccui Icmedaglie.
Per cagione del fillio che habbiamo detto agglugneremmo la cittì d’AlcI»
fandria.
C OSI èrcrittoitialcunemedagliediMarco Lepido, douefivcdefolameiì '
te la teda d'vna donna con molte torri,* nel rouefeio Lepido mette la co
ronaadvnReinellequalimedagliefonoalcuneparolechedicono, M. LE
PIDVS. TVTOR. REG. diche Valerio MafiLmoaauanùlIorù» 11 u,
DomeAleaandreafitruouainHoratio. U
4 t.4!
— • f Madie
Tonn ^lexmdreefKfflet
tt yuHtmPttefeàt tultm .
N •
». DIALOGO
1 n alcune medaglie d'imperadori fi vede con vn fiftro in vna mano, & vna bar-
ca nell’altra > perche in AlelTandria é la bocca del fiume Nilo . che viene di
Egitto^oue s’ufa Tinfirumento del fiftro ,& in AlelTandria erano fimilmen-
te molti di quelli facerdoti che adopetauano i filtri . In altre medaglie d A-
drianoè vnadonnaà federe con molte mifure di grano, & biada, con certe
fpighe,per dimollrare la grande abbondanza di grano,che portauano à Ro»
ina.ilchc è nominato nelle leggi* nel titolo Jcfntmenta^lextaJriw.
C. Hafliegli dapronuntiare Alexandrea.o Alexandria?* con che accento#
a! Come in greco li dice có E1 che fanno vndittongo,cofi è fenza dubbio la
penultima lunga in latino,hora fi fcriuc Alexandria, bora con E Alexandrea.
* eecooi le medaglie.vcdctde da voi .
Dall’Egitto farà ben pafiare all'Arabia, dalla quale vennero gli Arabi tanto
nominati in Ifpagna, come i Zingari di Egitto .
ARABIA.
I N alcune medaglie deU’Imperadore Traiano fi vede vna <|g«ra pi*<Ii ,
che parl’lmpcradore,perciochein vna mano ha il parazonio,* nell altra
•vti ramo , che fecondo fi crede,* prefo da qualche arbore odorifero , & in al-
tremedaglie è vna donna che ha in vna mano vna caffetta lunga,* nell'altra
Jo WÀb ramo,* à i piedi d'ambe due ,è vn dromedario , o camello per dino-
tarei cheda quella Prouincia venivano ìCamclli carichi diodori,* in am-
bedue fono quelle parole ARABIA. ADQ; per Adquilìta.& eccoui Urne-
daglic.
V
DI
Mettiamo con la fopra detta rArmenia.
ARMENIA.
I N alcune medaglie di Marco & Lucio fratelli èvna donna ifedere fopra
molte armi, fra le quali fon molti archi & faette > & ha vna berretta baroa*
rcfcache raffembra vna di quelle de i Dog^ldi Venetia &de Troiani che fo-
no nelle pitture del Virgilio del Cardinal Bembo , Se eccoui le medagliejdo-
uc la trouarcte ancora figurata in altri modi .
Bora parmi che non cì refta adire fc non della Cappadocia &della Mefo- '
pocamia.
CAPPADOCIA.
I N alcunemedaglied’Adrianofivede vna donna, che ha siila teda alcune
torri, per dimoftrarc deifer popolata,* tiene in mano certe palle.comc hab
biamo detto della Pannonia,» per elTere Frouincia tributaria, ouero per tro
uariiin elfa deiroro,odeirargemo,& nell’altra roano hàvnvcflillo,o vna
bandiera che era folamente della caualleria. Se cefi fi chiamauano, vexilla-
tionct le fquadre de i caualli .
B, DicheCferuiuano eglino i pedoni in vece di bandiera?
A. Ciafeuna legione haueuavn'Aquila di rilieuo fopra vna balla indorara,
o in argentata.
B. Coteda Aquilahaueuaelladue tede?
A- farebbe dato un modro, fe Thaueffe hauute.la legione fi diuideua in dieci
cohorti,* ogni cohorte haucua vn'altra cofa che le fer'oiua pet bandiera , Se
era vno animale , come un Lupo , o un Minotauro, fecondo Vegetio, o una
mano.o altra cofa fecondo la volontà de Capitani principali • Ciòporraua-
no fi-
%
no Cmilmente dirilieuo indorato, o in argcntato.o di qualche colore fecon-
do la loro volontà, & lo portauano fopra vna hafta non
. _ - ? /f in slr iin^ in un libro CDC
un’altro antico.chc è in Roma. . , . , ^
C Dicami V.S.digratiaJe armi coi colon che ufano i nobili in Ilpagna, « in
Francia,& quafi in tutta la Chriftianità, è forfè cofa antica,* pigiata da co-
A ** I)i cotcfto potremo fauellare vn’altro giorno>dirò bora folamente che l’ar
mi &i cognomi che hoggidis’ufano, non fono cole tanto antiche, cflcndo
introdutte poco piu che da cinquecento anni inqua . Ma torniamo al vel-,
CllodellaCappadociachecrcdochelomettala Prouincia perla reudenza
in elfa di alcuna góte à cauallo o per efferfi fatta quiui qualchecolonia.come
fi uede in alcune medaglie della uoiira Saragoza douec vn veffillo perimprc
fa &inaltreduebuoi,chearano,chefonofegni di colonia, come diremo
pòi,* per bota vedrete folo la medagliaiin cui è figurata la Cappadocia.
S I vede molto ben figurata in alcune medagliedi Traiano quella Prouincia
conforme al fuo nome,che in greco vuol dire in mezzo à i Fiumi^t perciò fi
vede vna donzella à fedei e fra le figure di due fiumi, che hà in teda certa co-
fa,come vna mitra,* la figura dell'lmperadore tiene quella donzella fotte à
piedi. 1 Fiumi fono il Tigrc,*rEufratc,*eccoue ne la medaglia.
Et Come fi conofeano eglino eotelli Fiumi ?
A* Tofto lo diremo ma diciamo prima d’altri fiumi , che C cniouano in diuer-
Ic DcdagUe,* cominciamo dai Teucre di Roma .
TIRE-
iO}
TERZO-
T I B E R I S.
P arlando di Roma,habbiamo gii detto, che fi vede in alcune meda,
glie di V efpefiano vna figura d'un Fiume che era il Teuere apprcfib la figu
radi Roma, le figure de'Fiumi fogliono cfiere vn'huomo Vecchio colcaco
c6 vna vrna o vaio ((retto di collo che getta acqua, & nell'altra mano danno
loro vna canna,& la tefta incoronata pur di canne, fi dipigne vecchio per di
uenire ciafeun fiume dal principio del mondo ,& gli fi attribuifee il vafo per
fegno pur del nafeimento di elio fiume,dc le canne fon fegno d'acqua abbon
dante,&dannn loro vn cornucopia;, che dinota la fertilità & abbondanza di
biade,& altri frutti che caufano da qucAe acque. In alcune medaglie di Mar
co Aurelio fi vede qucAo fiume fenza nomc,con vna mezza barca , per dino*
tare che egli è nauigabiie,fe già non fignificaquellabarchectaineUa quale
milTero nel fiume Romulo & Remo fondatori di Roma.
I N Belucdere,cbe è il giardino del Palazzo Apofiolico in Roma, fono due
Aaiue grandi di marmo di due fiumi molto principali,che fono il T euere,dt
il Nilo,& quella del Teucre, oltre al cornucopix già detto , tiene apprelTo di
fe vna lupa, che da la poppa à due bambini. Ho notato ancora guardàdo vna
(tatua di metallo di quella lupa , che è nel Campidoglio di Roma , che di due
bambini vno ftà à federe poppando con gran guAo & ripofo , il quaj fi cr ede
chefiaRomulo,&raltrobà vn ginocchio in terra, affatica per pigliare
l'altra poppa, & non puo,& credono che fiaRemo, il oual poi diuenne
fcruo di fuo fratello,& attorno à quella (tatua del fiume fudetto fono fcolpi-
te certe barchette, che vanno per Tacque in giù& in sù , che dimoftranoche
il fiume ènauigabile.&che pereffo fi portano le mercantie.&vcttouaglic
che vengono per mare à Roma,& altre barche vengono giù per lo fiume eoa
altre cole come da voi potete veder in quefto difegno.
1
NILVS >
c
t
Dell*
N I L V S.
I N alcune medaglie d’Adriano & d’altri tanto greche quanto latine fi vede
la figura di quello Fiume con vn Cocodrillo,&: vn cornucopix per quel che
pocofà noi ragionammo che il Cocodrijlo era animale che nalce in quello
Fiume,& in altre in vece fua è vn Hippo}K)tamo.
B, Che figura hà egli cotello animale ^ è egli forfè come vncauallo nell': ,c-
\ qu3,comealcunilodipingono?
A. V- Coloro che fanno co:ello>dipingono folarocnte il nome.pero quantunque
e fi chiami cosi , nondimeno la tua figura non lo fomigiia , ma piu tollo fotui-
glia l’orfo nel corpo, le bene egli c più feroce di lui nella bocca, fic ne’dcnti.
& eccoui le incdaglic,doue lo vedrete.
iìv Googli
TERZO iif
Della figura di Beluedere farebbono molte altre cofe da dire ; & in partìculare
che per dimoftrare la crefcSza che fa auefto fiume di tati cubiti in alto, il mae
firo fece certi fanciullini nani d’un cuoito l'uno, che montano $ù la detta fla-
tua del fiume dal piè più lontano lino alle fpalle, Acquando il piùalto ftàal
pari delle fpighc , & de i frutti del cornucopiz , fi dichiara andar del pari U
fertiliti con la maggior crefcenza , & i fanciulli che foprauanzano il cornu«
copie & i frutti dicniarano la fteriliti , perciò che affogano cosi il cornuco*
pizicome lo fteffo vecchio Dio del Fiume, & quella dichiaratione fi troueri
in Plinio,notando quanti cubiti crefee per efier fertile la crefcenza, & quan uv
ti pi ù per effere Aerile à gli Egiti j . ii.
B. Affai mi piace coteAa interpretatione.
A. C'è ancor di piu vna figura,come di sfinge,che il vecchio tiene fotte il brac
ciò, la qual hà la teAa di donzella & il corpo di leone per dimoArare,the
quando il fole è in leone comincia à crefcerc il Nilo,& quando entra in ver*
gine,la crefcenza va calando,& finifee.
C. Mi pare che dourebbe effere al contrario , cioè, che il principio della ere»
feenza doueffe effere la teAa del leone , & il rcAantc di vergine,nclla quale
finifee .
A* Non può effere,perció che i fegni vanno di queAa maniera,che’l fegno del
leone è Aato notato al fine,come fingono gli A Arologi, che fia nel cielo, &
cofi fi pone la fua parte poAeriore,& ilprincipio di vergine , perciò che il fo-
le entra nel principio di qucAo fogno . Et Moro Apollo, il quale feri ile delle
lettere Hieroglifiche nota,chei leoni di pietra fi mettono nelle cafeperdar
buono augurio di fertilità, fi come Hi il fiume Nilo entrando il fole in leone ,
& di que Ae figure di leone con la teAa di donzella fi truouano alcune in Ro«
ma di pietra d'Egitto.
B. V.S. che chiamò coteAa figura sfinge,dicami fé èia Aeffa figura? ^
A. Vn'altroeiornotrattaremod’effa,perhoradico,che lashnge hàrali,&
qucAa non r'ha,& delle ali della sfinge è vn verfo in Aufonio.
SfiyHX yolMcrss^MfùStpedtèus Uc» timore fuells .
Si veggono in queAa figura di Beluedeie diuerfi animali,^ herbe che fono prò
prie d'Egitto,come i già detti cocodrili, & gli Hippopotamì,& l'vccello Ibi,
& altri vccelletti, che alcuni credono che tiano quelli , che nettano i denti à
cocodrili, quando dormono con la bocca aperta, fecondo che dice Plinio ,
nel qual tempo viene vn’altro animaletto non punto maggiore d'vn piede
chiamato Ichneumon armato d'alcunc incroAature di fango, che fegliap-
piccano addoffo inuolgendofi egli in effo,& poi afeiugandofi al fole, acciò
che fiano dure.QueAo animaletto in tal modo armato appoAa quando il Co-
codrillo dorme con la bocca aperta. & vi fi mette dètro,& penetra fino al ven
tre,& gli mangia l'interiora , & gli fora la pelle quando gli par che fia morto,
& efee fuora vittoriofo pieno di fai^ue del nemiccf.
B. CoteAa battaglia Aarebbe bene fcolpita in quella figura di Beluedere.
A. La Rampa del Nilo & quella del Teuere che hauete veduto fu fatta à Ro-
ma mette io u’era,& vn’amico mio u'aggiunfe l’interpretatione . T ra l'herbe
dicono,che u'è il Papiro di donde è deriuato il nome Spagnuolo papel, che fi
piglia per la carta, perche gli antichi vfarono già in luogo di carta il papiro .
C. Di che fattura & forma è ella coteAa herba ?
A. lo non lo faprei dire, ma de fogli dei papiro antico poffo ben mo Araruene
due con lettere di più di fcicento anni . quiui fi vede che non fi fcriueua in
ogni foglia come alcuni credono, & come fi fà nella carta pecora,ma il foglio
fi componeua in qucAo modo . Si pigliauano delle foptadette foglie,& fe ne
mcitcuano alcune per lo luogo , & poi dcU'alcte foglie fopra effe per trauer-
O fo,dc
by
f/ DIALOGO
fo,& cofi vi fe ne fopraponeuano deiralirc come le prime, & fopra qucfto fo-
Lib.i|.c. elio fi fcriueuai& cefi par chedica Plinio, & che per attaccar l'una con l'altra
ii.aiii. leruiuapcrcollaracquadclfiumeNilo.
C. Ho gran dcfidcrio di vedere cotefli fogli .
A, Tolto gli vcdretcijt non mi refta altro che dire del Nilo, fe non che gli an-
ticbi,per che non hebberonotitia delle fonti d’efib,finfcro la Aia tetta co-
perta, & credo che Ouidio dica che per l’ardore, di che fu cagione Fetonte , fi
attufò,ofomoguriò)Comedi(rc Garcilattb&meflela tetta lotto i’acqua.Ho-
rai Portggbeh fanno doue fono le dette fonti, & la cagione del loro ere*
fcimento,& la più certa è, perche il Signore Dio locrcòconquclla qualità,
che hanno i'quattro fiumi del Paradifo tcrrcttrc (de' quali egli è nominato
per vno) che crefceuano in guifa tale , che irrigauano tutto il Paradifo. Mi
cccoui il difegno di quetto fiume, dal quale palTcremo à parlare del Tigre.
T I G R I S.
I N quella raedagliache io poco fà dilli di Traiano, nella quale è la Mefopo»
tamia,!! conofee quetto fiume da vna T igre che ttà apprclTo la Aia figura, tc
inquettomodofivede in alcune medaglie Greche, & invna ttatua di mar*
itio,che è in Campidogho,& dicono che ha pigliato quello nome per la velo
citi grande del Fiume & di quella fiera .
S. Comeèfattala Tigre?
A- Io me ne truouo vna antica di metallo, & ne hò veduta vna viua limile, &
in alcune medaglie Greche lì vede con Bacco, & in alcuni difegni di cofe
antiche.
B. lo mi contenterò diveder quella di V.S.ma dìcami,r£ufrateha egli alcun
fegno particuiare ?
A. Nella medaglialche io hù detto della Mefopotamia è fenza nome,& fenza
cofa alcuna particulare,dalla quale fi polla conofcere,ma perche la Mefopo-
tamia è polla fra’l Tigre & l'Eufrace il Fiume Tigre fi conofee per la Tigre, &
Taltro Fiume è conoiciuio fciua altro particular fegno.
B. Che
r* •
15. Ciif altri fiumi li truDu tno eglino nelle medaglie ?
r\. Quelli che hora mi vengono in memoria fono il Danubio i il Caiflro ,il
Mcaiidro,&il Mcles.
D A N V V I V S.
r N quello modofitruoua fL*ittotn alcune medaglie di Traiano, & è come
vri vecchio.che ha coperta la tella con vn velo,& in mano ha vna vrna,che
verfa acqua. Ha coperta la teda o per lignificare la Tua diuinità , perche alle
cofe diuine,& eterne non li può ritrouar principio, ò per coprire le corna , le
quali come diremo poi,li attribuifeono à tutti i liumiiò anco perche quando
li fece la medaglia.non fi i'apeua doue folTe la fonte , & il principio di quello
Fiume ,& à quello propofìto leggiamo vn vetfu d’Aufonio Gallo, ilquale fìl
molto tempo doppo T rafano .
DMUHiuifnitii capHl otcnhAtut in crii,
MàCnrnelio7acito,Flinio,& Tolomeo parlano delle Tue fonti come di eofa
certa ancorché có qualche varietà nel nome del luogo.dt eccoui la medaglia,
inlicmc con laqualc iic vcdcrcte vn'altra di Coftantino douc i ferino OANVBIVS
con il li.
O a K A Y-
«
^ by '»
L-
toS
DIALOGO
KAYCTPOC.
C >N qucAe lettere è fcritto il fiume Caiftro in alcune medaglie Greche de
gii Hipepenii& la figura del Fiume non bà cofa particulare.
C. Che volle egli dire il Poeta Cordoucfe in quefte parole , ri Ut c^tt
p4^gT dtftdO f • • . . •
/i. Vuol che s’intenda Cayftros perCignijComefedicefle Cigni Cai(lrij)&
fhqucfta licenaa poetica, òignoranaa,fimile à quell altra del dire nipoti di
Cadinoinvecedi Cadmo.
maeander.
D I queAo Fiume h& veduta io vna medaglia Greca con Inrere MATM.
cioi, MArNHTON, che vuole dire de Popoli Magneti . per li quili pafliui
■1 deno fiume, nella quale medaglia fti vn Toro, sfotto ad e(To vn certo la
ooro i guifadi fregio come fi vlaua ne veftiti,^ chiamauafi col medefimo no
Bcdel Fiume,come fi vede in quefti verfi di Vergilio ,
Yt&oricblamydem attratam,^uampli(rim>i etreum
Turfma Mscandro dupliti MeUboea euatrnt . .
B. Etcbcha egli da fare il toro col fiume? & perche quel fregio & il fiume
hanno vn medefimo nome? »- ,
A. Perche fe il nome del fregio è più antico di quello del fiume, menerò tal no
me al fiume.perche fi raffomigliaua à tal frcgio. & fe ciònon è.dalle girauol-
tc che faceua il fiume, meffero il nome à tal fregio, laqual cola hà più del veri-
Cmile. Del toro dicemmo già parlando delcornucopi*che Achelqo Fiume
combattè con Hercolc in filtra di toro : & Eliano dice, che gli antichi figu»
rauanoiFiumi con le corna fomìglianti ài tori.
C. Quefio Fiume i egli quello del quale Ouidio dice ,
v<dMÌ«
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T E R 2 O. tif
^ ^ànsdàMAeti%ÌTÌcmi\mttàbu\el<rf ^
A. Egli è Io ftcITo,& harcbbc potuto colui che diffc Caiftri dir Mtcìndii ì Gi
gni.Potrcbbc e(Tere,che vn vcrfo di Virgilio maleinteferbauenc ingannato.
iiWciim M fligtiU rinuntur f/rtta Cdfflri .
P*foIe vanno congiunte con quelle , che dichiarano , che prata Ca)r*
ftrijo (lagna Ca^ftri s'hanno da incendere per li praci.o (lagni del fiume Cai*
llto,& che non e nome d'vccello . & eccoui la medaglia.
M E A H S.
O ho veduto quello nomeinvnamedaglia moderna, nella q^ualeèl’effigie
d Homero col luo nome, & dall’altra banda vna figura d’vn Fiume con vna PfciUaa*
lira in mano . iJicone che Homero fìi chiamato da prima Mclelìgincs per ef- “**■
fer nato apprellb à quello Fiume vicino àSmirna.Nclla medagliaantica,fe-
condo che dice Fuluio Orlino è fcritto AMACTPlANftN. «ceccouiU
mcd.^lucun U<]ualrnehovn'.lirapurcl'Homcro douc rcdceie ficuraii due fiumi de quali per
hur^ iiun im luuica cit duui coCi ^
D’un'al-
Ìio
D r AL O G O
D'un'alcra fi^ra di fiume mi ricordo hora che fi ritruoua in vn’alrra medaglia
molto piccioladi Spagna, doue fonoquefie parole, HIBERVS. II. V,
QV 1 N Q. c'è vna faccia di bocca della quale efeono riui d'acqua , co-
me di Fiume, & credo che fia il nofiro Fiume Hcbro,il qual diede il Tuo nome
àcuua Spagna .
B. Che vogliono elleno dire le parole che fono in cotefia medaglia?
A. Io credo Hibcrus OuumuirQuinquennalis.dalI'alrrabanda è ilnomedi
Caio Lucrctiocon quelle parole II. V. QVlNQ^perdinotarecheegliera
Duumuirodi quelli che durauano cinque anni.
B. Ma perche vi fi mette egli il nome,& la faccia del Fiume?
A. lo penfo che l’ujio de Ouuinuiri (poniam cafo della Colonia di Celfa.che
è apprelTo rHcbro)fi chìamalTc Hioero,& perche haucua Io llelTo nome,
che'i fiume, qielTe il difegno nan.molto pulito di cO'o fiume ,& il^omc del fuo
compagno, &il lotocommune magiflrato,&eccoui la medaglia .
B. Si truoua egli alcuna figuri di Via, o di Porto in alcune medaglie?
A. Parlando di vie, mi ricordo fola nente della via Traiana ,&dePorti,di
quel d'01lia,& co.i quello fi darà finehoggi alla nollra giornata .
S I vedeinalcunemedagliediTraianoImperadore vnadonna àfederetrà
i fain con vna sferza , o come alcuni li danno à credere, con vna canna in
vna mano,& nell'altra vna ruota di carro,coii le l'udette parole , & dimollra ,
cheperlopalTato fulle pelTimallrada, & piena di falli,ma che hora Ila molto
piana, tato che ci polTono andare i carri,& i vetturali,di vn'altra fimil figura
parlammo trattando della fortuna reduce . & eccoui la medaglia,vcdctcla
aa voi.
VIA TRAIANA.
Diciamo
TERZO- fft
Dici amo hor» del porto d’Oftia .
PORTVS OSTIENSIS.
D a vna medaglia di Nerone s’impara la prima eofa quella ortogrt*
lia, chenonfilcriucHoftiacon rafpiratione , ma lenza ■ eccetto quan-
do lignifica la vittima, perche all'hora deriua ab bolle vi^o>ma bora vie
neaborc,pcrchcc laboccadclfiumeTeuere. Nell’entrata del porto è vna
colonna,& fopraelTa vna llatuadì Nerone,od*Augullo,‘che ha vna lanterna
in vna mano,& è da credere, chela colonna folfe vota,&che di dentr®
ufaliirc ad accendere la lanterna. Chiamano quella forte di Toni, Fa-
ri, da vna torre coli nominata in Alellandria,&diqui vengono i FaroniiO ^
naii delle galce,o delle Alile. Per quel luogo doueftà la lanterna entrano
le nani in porto,& dall'altra banda eIcono,dc coli non s’impedilcono r 11 por-
to è àfembianzad’vna luna,&nella parte più à dentro fi vede vna llatua di
Portunno Dio de Porti à giacere nell acqua convnpefcein vna mano, te
nell’altra dicono che hi vn remo, altri vna chiane, altri che alza la velia per
raccoglier chi entra.Di quello Dioèmentione inVarrone,& in Fello. Da
vna banda del porto fono botteghe fopra vn molo , & vn tempio ,& in altri
luoghi fono certi come vncini da legar le galee, o le naui . Dice Suetonio,
che vi afiondarono AudiolamSte vna grà naue,accioche n6 riccuelfero dina
' dal mare le naui,che ftelTero in porto.Egli è cofa marauigliofa quStu particu
) larmEte lì conofeano tutte quelle, Se altre cole nella medagliaialla quale mi
rimetto,Iafciandoil rellitepervn'altro giorno.&eccouelaaccióla vediate*
infieme con la quale cancorvna di Traianecoa kttcrcchc dicono PORTVM T&A-
lANI credo die lia il porto d’Ancona.
'byGo^ ■ .
i
V A R T O- i>3
za cou fette raggi, uafeuno dc'quaii era di ventiduo piedi &mezo,& hòiti- .
tefo.che gl’antichi faccuano le (latue de gli huomini della gradezza che elfi
erano, & quelle de gli hcroi,iome Achille, Hettore,& Enea vn terzo mag-
giori, & quelle de gli Dei il doppio :& clicndo in Rodi vn Coloflbdi gran-
dezza marauigliofa dedicato al Sole, Domitiano volle, che fe ncfacef-
fe vn’altro à lui come à Dio , poiché come tale egli fi daua ad inten-
dere cheThaueflcro à honorare & chiamare. & hoggi fi ritruouano nel Cam
pidoglio a Roma dei pezzi di duo ColofTì, l’uno di marmo,raliro di metallo,
che pongono non picciola ammirationeà chi gli riguarda. La cella di quel
di metallo è grande quanto vn'huomo di giuda gradezza, & credo che hab-
biareffigie di Domitiano, come anco parche l'habbiail CololTo di marmo.
L'Epillola ad Colufsenfes fu fcriccaàvn popolo coli nominato da Colof-
fc,cheerain Alìaapprcflo Laodicea.
B. Truouafi egli qualche medaglia del Colifeo ?
A. Si crtioua; benché molte lìano delle moderne, nelle quali li vede alcuna
parte di (quello che era coli di dentro, come di fuori i ma in Roma la parte
di dentro e molto rou inata,& quella di fuori è vn pezzo folo inteta.& ecco-
ui la medaglia antica, accio la vediate .
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Notaua vna volta vna perfona intelligcte , clie vi lì vedeuano quattro ordini
di colonne vface da gli antichi,il primo dc’quaii nella parte piùbalTa al pia
no del terreno fi chiamaua Doric> ,il fecondo lonico,il terzo Cdrinchin,&
quello era più gelile de gli altri duoi,& il quarto fi chiamaua Compoiito, nel
quale le colonne, opilallri fon quadri, & non tondi . Etqucllo occorre perti-
fpctro che non ci fono frale colonne le moùrc He i pilallri.fbpra i quali pollino gli archi, vere nè
finte, perche alrrìmcntc non fi faria potuto metter vn pilalIroquaHrolopra vna colonna tonda.
B. Chedilfcrcnzaceglifracotellinomi,&perchefichiamanocosiè 'i
A. Quello ch’io ne fo di quelli nomi , li è cheli tre primi ordini fono flati
trouati da’ Greci, & fon differenti fra loro come le lingue dellaGrecia,
chela Dorica c la pi^ roza, & la Ionica, & la Eolica fono men grolfe ; Bo
ficome la lingua Attica è la più polita, cosi la forma Corinthia nelle ba-
li , & ne’capitcili delle colonne , & nel rellante dell’opera è più gentile : &
ciafeuna maniera di quelle ha la fua proportione, demifura: ficchi mefeo-
lalTc il Dorico col Corinthio,farebbevn errore cosi grande, come vno che
parlalTc Ciceroniano, c he è il nollro Attico, con meìcolarui alcune parole
antichediCatone,ficI>lauto,chefoncomei Dorici. •'
C. ChccofaèrordineCompoiKot .1 •
A. Eglièvn'altra forco d’architettura mefcolata, comene'linguaggi il par-
lar commune,o il cortigiano àrifpetto del Toletano in lfpagna,fic diqucl
k) del Petrarca , o del Bacacelo in lcalia,che corrifponde al Ciceroniano, 3t al-
l’Attico. -
P C. Harei
r
An4.?ilU
dUib,i.ca.
11.
SelMflìin
SerlilitM*
ev-9*
Peo.Cita.
Sri»r. Ser«
lib^a.1.
V4- DIALOGO
C. Marci caro d'inrcndcrc come Se in che modo fi comMnga.
A. Si compone dclli due ordini Greci , cioi Ionico,* Conni hio , in quello modo : dall’Ionico fi
pigliano t volute, gli ouoli,* i fitfaroli : dal Cotinthio le foglie , mettendo l'vne fopta Taltrc ,
Se fopta vi fi mette l’Abaco.& donde habbiano hauuto origiue quelli ordini d’aichitetnira lo po
irete da voi vedere in Vicruuio. Di quello ConipofiiofiirononiDda'Romani diuetfimodidi
capitelli, volendo non efleie m ciò da manco de'Greci:* alcuni in luocodellc volute poncuano
Aquile, & quello ficcuano ne i tempi] dedicati i Gioue, per eller quello vccello di Gione , Se in
altri poneuano altre cole, comecolombe in quello di Venere , & Icrpi in quello d’Elculapio, Sc
andauanomotando fecondo die i diuerle deità dnitcauano li lor tempi) . Haucuano gli Antichi
vn 'altro ordine tfatthi tetmra chiamato 7 ofeano , il quale non ò nel Colileo , & hi inuentionc
deTofiani, fopra il quale fi fondano gli altri oidini quando accade fetuirfene, perche confine
in membri più gagliardi Sc lodi , ic di manco numero che il Dorico, 4c lon piùgtollàmcnte h-
ttonii,* petcìòw prefeme da molti ò detto. Ordine riillico.
C. lohointefociòcheV.S.mihadettoiniamiparecli'elIahabbia incuo-
iato poco fa molte cofe inficme , poiché dall’architctcura trapa Isò alle lin-
gue Latina, Greca , Italiana Se Spagnuol a.
A. Cosi occorre . Ma cornando al Colifco , li veggono nella medaglia dalla
banda di fuori molti ornamenti di llatue d’ogni forte , & alcune quadrighe
che erano nella fabbrica collocate ne’vani fra Iccoldnet&nella parte di dfi
tro fi feorgono i vomitorij,chc coli domàdauano quella banda, per doue fa-
liua il Popolo à federe i Se i gradi, o le leale per doue palfauano a’iuoghi lo-
ro;& fi veggono molte celle d’huomini , & di donnc,chc Hanno nc’loro luo-
ghi à vedere . La parte di fotto ( cioè la caccia , & la battaglia , che li face-
ua nel piano, che chiamauano Arena) non fi vede nella medaglia; perciò
che i muri ne tolgono la villa . Ma chi guarderà vna medaglia di Regolo,
doue lì veggono diuerli animali faluatichi, che combattono con alcuni huo
mini, gli parrà di Hate à federe fra quella gente, che ho detto vederfi nella
medaglia,&eccoucla.'
B. Come non li confondeuan'eglino nell'andareàfedere, o fc qualcuno
mandaua vn fcruidore à chiamar vno che venilTe doue egli ftaua , o volen-
do che gli fuSe portato qualche cofa,che gli fulTe bifognata i Se tutti gl'ar-
chi , & le leale erano in vno llclTo modo,come gii veggo figurati nelle carte
Hampace, gran confiifio ne cerco vi doueua elTere.
A, In ogni Arco craii« certi numeri,& ad ogni quattro Archi era vna fcala ,
cheandauaà riufcircadvn vomitorio, che pure haueua il fuo numero >&
coti li intcndeuano. Sc elfi erano à baflbsauanti che falilTero la fcala, dicc-
uano al fcruidore ; vieni airarco,ponìamo cafo, fello ; fe erano nella fcala ,
alla fcala dell'Arco fello ; & fc erano piu sù, alla feconda, o alla terza fcala;
fe erano dentro , entra per il tal vomitorio ,& volta alla tal mano . Di que-
llo Colifeo parla Martiale nel principio dclfuo libro che comincia .
Buriuru fyrttmidHm fileat nuracula Memfhn . ,
Et hauendo raccontato quali erano le altre opere miracolofc del mondo,
finifcccondirc,
.. . M ... q
Omnis
Q. V A R T O. ;j
Onuiis Cafftreo ceiat Uus amphuheatro ,
ynmn prò CHiiiftf fama loifiialKr op«t .
Publio Vittore dice che ncIl’Amfitheatrochecra nella terza regione di Ro-
ma , capiuano ottanta mila huomini . Due altre cofe fono nella liefsa me-
daglia oltre alColifeo, unaèà guifadi Meta , &(ì truoua da per (e in altre
medaglie, credo di V cfpalìano , & gli antiquari) la chiamano Meta fudans •
& cccoui la medaglia .
L’altra è vn’edilicio quadro con colonne , & hi due , o tre folari , ma par che
non habbia muri, & alcuni lo chiamano Septifoliumima quello edificio fu
sfatto da Scucru Imperadorc, che fu motto tempo dapoi, &eravnaloggia
molto alta, dalla quale filcopriua la marina.
B. Perche fi chiamaua egli Septifolium? Per effet forfè di fette folari?
A. Dicono di si,& le ne vede vn pezzo in Roma, & patte di ducfolari.Altri
10 chiamano Ninfeo. A che fcruilTequcflo edificio non velofapieidiie,
ma m’immagino,che fulTe come vna cappella delle Ninfe.
B. La Meta a che feruiua ella ? • ' 7
A. lo intendo che Meta fia quel che fi inette per fegnale delfined’alcimaco
fa , & nc i Circi che fi tmouano in diuerfe medaglie , 8c fuor di effe, fi veggo
notte Mcceinfieme,& io ho vna Cornioiaaotica,conle tre Mete, &vna
farfallaintagltata,pcrùgiilarediffereniemeoteda gl'altri.
B. Corrcuanoeglin'nel Circo i cauaili come fanno bora, dandoli il premio i
coluiclicarriuauaalla Meta, o fegno piu preRo ?
A. Molto più guAcuolc era il correre de gli antichi: pereioche non baftaua
có vno arringo arriuar il primo al fegno,ma le Mete erano in duo luoghi, co
me in vna tela dagioRra fono due fini. Vfciuanole quattro carrette cia-
fcunacon quattro caualli de icolori già detti, bianco, rolTo,verde ,&tur-
chinoi &gettauano la force àchihaueuada toccare! Rar piu vicino alla
Meta,o al fegno>dl,dondcvfciuano,&à chi baueua da elfere il fecondo, ò
11 terzo,ò il quarto.
C. Comccotrcuan’cglino? tal volta vno dietro all'altro, come vanno bora
invnaRrada?
A. In niuna maniera, ma correuano tutti al pari . Egli è vero.che importaua
la forte, come hò detto,! Rare ò più apprelTo,ó più lontano dalla ccia,chc ha
ueuano à man lìniRra. la corda ò linea biaca,con la quale gli aggiuRauanoV
& quel primo luogo dì donde vfciuano,chiamauano Carcere,^ di qucRò
luogo vicinano, tutte quattro le carrette,&.g(rauano daH’altro,doue erano
leMete,&ritornauanoper l’altra banda della tela , &qucRo haueuan à
fare lenza fermarli da cinque,o fei volte:& era di gran piacere à coloro, che
gli guardauano da’ gradi del Circo, il vedere alle volte vno elfere innanzi ,
&vn’altroarriuarlo , &palTarlo:&queRa varietà fuccedeua molto fpcflb,
' ' P a corte-
DIALOGO
correndoli attorno da cinquc,o Tei volte, fenza fermarli : & con la differen-
za decolori eiafeuno era molto diuifato .
B. Oh come li poteu’cgliconofcerc che ogni carretta hauelfe girato lecin-
que ò le fei volte come doucua fare è
A. Haucuanocertevuouadipietrafegnate coicolorigiadetti, &igiudici
deputati à ciò teneuano conto-delie volte che pall'aua ciafeun colore, & le
fegnauanonell'vuoua. Diqucftcvuoua & di tutto l’ordine del corrcre^dc
che ciò li facefle ventiquattro , o venticinque volte il giorno , lo dice am-
piamente Caffiodoro in diuecfc fue epillole.
B. Ritroueralli egli qualche medaglia , nella quale li vegghino quelli
giuochi?
A. lo hò veduto delle medaglie d’Antonino Caracalia,& di Alefsandro, do
ue lì vcdevno edificio, che alcuni chiamano Hippodromo, altri Circo.
&in Roma li vede quello diCaracalla apprelTo SanBalliano fuori della
Città, doue è vnaAguglia, con lettere hieroglifiche , & dalie muraglie
di qucll'edificioj&dalfcpolcto diCeciiiaMeccIla,checquiu!vidno(&
èvna delle più notabili, & a'htiche cofe che lì truouiinqucllc bande) ne
viene vn'Echo marauigliofo,che rifpende quattro, o cinque volte quel che
li dice vna fola, ancorcheliano cinque, o rci’parole,&cofibcne &dillin-
tamcntele pronuntia coaicà{>unco fono dette.
C. . Cotefiaecafacertodigrandeammiratione.
A. lol’ho pronato molto voltc,& coloro che l’odono la prima uolta , credo-
nocche lìano de gli huomini naCcofti per le mura:ho ancor pronato à fonate
vn flauto^ rifar l'Echo gli Reffi punti quattro ò cinque volte, & limilmente.
hòvdito annitrir va-cauallo àoafa,& contrafar lo delfo più volte. Ritornan
do alle medaglie , fi vede in elle l’edificio ouato & non tondo , & in mezo è
quella A guglia , dt vn muro come tela, & dall'uno , & daU'alcro capo le tre
Mete con vnvuouo per vna in cima. Sono fopra il muro deU'altre figure,
ciocvna Rama della Dea CibeLc madre de gli Dei con certe torri fopra la
tefia à leder fopra vn Icone.V i fon altre figure d'huominì,di delfini, & dica.
uallLT.uttociòfi vedepiuchia«Q.&ditilìeuoiii vna pietra in cafa del Cardi
nal Maffeo , della quale ioho vn difegno , & qutui fi vede vno che fa fegno
con vn feiusàtoio , che in lingua Latina fichiamaMappai&fifàmeniio-
ne d’efla nelle nouclle di Giuftiiuano,& in altri fcrittori. &eccoui le me-
daglie, acciòlè vediate. ' - ' - ,
STioa il ‘ ‘ Del Circo
Q. V ARTO-
«7
Del Circo Mallimo, & de gli altri , che erano in Roma , non ho veduto meda*
glie , ma fulamente certi dilegni di Pirro Ligorio Napoletano amico mio ,
grande antiquario, & (littore , il quale fenzaftpere la lingua Latina, hàt-
Icrittopiùdi quaranta libri di medaglie, &diedi£cij, &d’altrecofe.
B. Come può eflcre, che fenza intendere la lingua Latina egli habbia po*
tuto fcriuer bene di cotefte cofe ?
A. E(comefcriuonoHumbertoGolzio,EncaVico,TacopoStrada,&zItri,
che chi legge i lor libri, crederi Tempre che habbiano veduti , 3 ( Ietti tuui i
libri Lati niidc Greci, che G truouano fetitti^St aiutano cd le fatiche d'altri,
& con difegnar bene col pennello fanno alcietcanto che con la penna . Ma
torniamo alle medaglie.
C. Innanzi che V.S.parli d’elTe,mi dati liccnza,che io dica quel chcho letto
d’un ballodi fpade. ■
, A. Di buona voglia, poiché c'è giorno a baflanza per o^nicofa. jhÌio!
C. lo hó veduto poco fàin vn libro d'vnapcrfotucuriofa trartare dc’gioo-. f
chi CirccnG,dicendo che in elfi G pOrtauano nelle carrette molte fpade igna .
de,&chc la Principal cofa,chefaceuano>era il rappcefentare la Icggerczaa
& la dcllrczza delle perfone in pafiarc fra quelle fpade fenza tagliarli , i . : ;
B. IncheautoritàGfondaegliconuiichcfcriuecoteftoè . .lan
C. ' NrllaetimulogiadiquelligiuochidcttiCircenfes/^uaficircumcnfes.
B. CoGGpotriaancordite Forenfes , quaG foras enfes, &Cordubenfes,
quaG Cordubae enfes, & coll zncor'altrecoreneirilleiro modo.
A. Molti s’ingannano neiretimologie,dandoG ad incendere ,cbcrvltime Gl
labe delle parolevoglianodirqualche cofa, ilche Cicerone chiamdinol»
to meglio, produrlo verbi : & chiara cofa è, che da Ctrcus viene circulus,&
' circenlis,&circinus,&altrefimilivoci.
B. Dei fori ecci egli alcuna medagtiaè
A. Non mi ricordo , fe nondVna del noiho Tmperadore Traiano , nella
quale è vnbclliflimoediGcio'con quefte parole , FOKVM TKAIA-
N 1 . EtGcredc,chcfuireapprciroallacQlonnad cIToTraiano , laqualeè
vna delle migliori antichità di R«ma;& è poco'chciS Gato Rampato vn libro
de i difegni delle figure che foòo inelfa,cheècofa molto bcllai con la di
chia catione del padre Alfonfo Ciaccone huomo curiofo Se diligjfte.QueAa
colonnafivedenelrouefciocTunamcdaglia di Traiano , deinelfa G vede
che anticamente u'erafopra vna Gatua dell iGeGb ImpcradoreiSc nell'altra
del foro di T raiano G vede , che era vna quadriga. Se duoi trofei, & diuerfe
Aatue nella cima d’elfo edificio . Invn'ilnamcd^uch’io.mlirqoaohov.iGova^l
Ulfinib'cdifici(^fàn6i1quale^{ollÒ2lciine1cttercche'ihCbit6''B! A ^lì. IC A VI A; fit di •'
tali BaliUche, li coniercrioooo alcuni autori, n'cinncrin'Ronafinoldiidicfi deértnoltfilglli
publio, doocG teiieiia ragione, at^»‘aniti(»btqaHTd m er6B» g o>»y) Hicwlo itbtiatiBÌu>>9òGI^ A
> fima-
. ^
i
/rf D I .A , L ,0 jG O
fi mamcnie ornare di molte Colonne &: Ibcueicomc da voiftefio potrete coolìdcrarc nella fa«
iletta medaglia* che ^ ^ui tra Taluc.
Fu ancora in Roma vn Arto trionfale dedicato alio fteffo lmpcradore:& nel-
l'arco, che hoggi li'vcdein piedi apprelTo ai Coiifeo dedicato airimpcrado
te Coftantino, fi conofcoito molte figure benifiimo lauorate d’hillorie , che •
appartengono all’Impcradore Traiano. ■ .
B. Mi piate infinitamente che fiano in Roma tante cofe in memoria dique-
fto Imperadore ^pagnuelo . Ma vorrei Capere di quello che fi dice, che
lanGregorios'incoiwró'invnaantichitàdicertacola, chefcce , o dificil
detto Traiano, per laqualc fi molTcegli à pregare Dio che lo cauaflc delJ'in-
fcrno , fp quefia antichità è in piedi , & fe c'è cofa certa che ciò pafl'atlc di
quella manièra. ' .‘bei
A. Leggete il libro di Frate Alfonfo Ciaccone>& non ho veduto altro di qu el
locheéfcrittoquinh' .. .
B. ' Lo dimando, perche hlioletto. ■ 'itt.i: . , /. •
A. '- lo non fo più fe non- tanno quanto egli tià ferino i & molte Cofe dice, che
io non c credo .Ma parliamo d'altro. ,j . , . ' «*•-
B. EccieglialtracolonnainRoma, oucrofene veggono dcU’altre in alcu-
ne medaglie è " .1 ’r i , , ■
A. • C è la colonna d'Antonino Pio, laquale è vn poco gualla,& per vna meda
glia che fi truoua d'efia fatta dopo la morte di efid,fi conorcc.chesùla cima ,
era vna llatua dell Jmpcradorcj& nella parcedabafld era vno edificio qua-
dro , che citcondaua la deita colonna , cpmc vedrete per la medaglia, & cc-
COUCla. / • -■.jU.'i ^
vtr. .
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cHyti , oniiÉ^T sioi r,
-Al Ad r f/, »*’ ■: '
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. ."Vs»»!* ti; . , . ;
»i; ym ■>ii?tar J
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' ' ■■ Vtlt .lóoio'ir
;.■■■ ■ i - 7 ' .
Li colonna di Caio Duilio debbccflcrè anco in piedi, pòicTic cela fui
inlcrittione, ò almeno parte d’ciTa .
A. Quelli parte della iofcjriuioac lì nouò dipoi che io mi parti j di Roma,ma
delia
V A R T O
IIP
della Colonna nonTogià cheli troni nifte,ncanco in alcuna medaglla:ma
è vna gioia di molto prezzo, come ancora la dichiaratione, che ciba fatto
fopra Pietro Ciaccone . Non fi irnouacofa piu antica della lingua Latina .
Ma vn'altta colonna fi vede in Roma ,o parte d'efia, che vale molto piu fen
zacomparatione.
B. Quale può eli a clTere?
A. Lacolonna, alla quale fu legato Chrifto noftro Signore, cheli vedein
Tanta Prafl'ede .
B, Di che forte di pietra è?
A. _ E bianca & nera, & porri cITere alta vn palmo , o poco pih,& grolTa come
il braccio d'vn'huomo fopra il gomito. Si dice che ve la porto vn Cardina*
le di quel titolo , & che fu il primo che fi chiamò Colonna in Roma , la pro-
genie del quale fu,& è molto illullre & nota in ltalia,& fuor d'Italia .
B. Veggonli altre colonnein alcunealtre medaglie?
A. Molte fe ne veggono,ma d’vna mi ricordo principalmente, d’vn Minutio
Augurino, chefu quello che conuinfe Spurio Melio, il quale cercaua di ti-
ranneggiar Romacondonatiuidi grano in vna gran careltia, flceccouile
mcdaglie,douc voi la vedrete .
Si truoua gran diuerfità ne gli autori fopra il premio che died ero a quello Au-
gurino. Alcunidicono vnbue indorato >& altri che gli fecero vna llarua,
o colonna fuor della porta della città,& lo creorno Tribuno della Plebe,ol
tre a quelli che c’erano , non oftante che egli fiilfe Patritio i& altri altre
cofe. ma per quelle medaglie pareche li confermi l’openione dicoloro,chc
dicono, chegli fecero vna colonna. In alcunemedagliediCefare Augu-
llo fi vede vna colonna con vna llatua in cima ,& cócerti pezzi di prode che
efeono in fuora , lavale fi chiama Colonna rollrata, & è da credere, che il
popolo Romano glie la facelfeoer le vittorie di mare contraScAo Pompeo, .
& contea Marco Antonio, & Cleopatra . & cccouela.
V
rtri ’
f
W _ D I A L O G O
B. IlCaftello fant'AgnoIocheannchitàc, poi che mi pare che alcuni lo
chiamino Moies Hadriani ì
A. In alcune medaglie di effo Imperadore fi vede il ponte, chei appreiTo a co
tcfto caAelloj&dairuna banda, & dall'altra eranomolteftatue,come potre
te V edere nella medaglia .
Et hoggidi vi fono folamente le bali d’effe ftatue, & all’entrata del ponte vi fo
no due ftatue moderne,ma però molto ben fatte, di fan Pietro>&di fan Pao
lo . Nel Caftelloé vna torre tonda molto Iarga,che dicono>che Iti fatta ^er
fepoltura di Adriano,& credo che fe ne cruoui vna infcrittione antica . Co-
me dipoi ferui,ncl modo che fcrue hoggi,pcr caftelIo,fù leuata viagran par
tedcll’antico . gl’Antiquarlj credono che'fufleàfimilitudined’alcuni ta-
bernacoli, che fi veggono in molte medaglie d’imperadori con quella pa-
rola. Co»/'"'*'''’-
B. E egli quello che V.S. mi diffe non hier l'altro quando io le mollrai vna
medaglia , che era la cappella ardente di quello Imperadore i
A- Cotefto debbe effere. Et Hcrodiano,iIquale deferiue ampiamente la ceri-
monia di quella confecratione, cheeglichiama AfloettiaC, dice cheè
come à dire canonizationc di vn Dio; perciò che quella era la fua vana pre-
tenfione,<hcdaindi innanzi loteoclTcro per Dio; & coll dopo che era fatta
quella cerimonia, lì chiamauanoDiuus lulius,DiuusAuguftus,&.ledon-
ne DìUa lulia I Dina Augufta , Diua Fauftina . La ptincipal cofad'effa era
il fare in campo Martio,o in. altro luogo capace à ciò, vn catafalco in qua-
dro molto alto, il quale haucua da quattro, o cinque gradi , chcall’ìnsù an-
dauano diminuendo , & incime vi mcttcuano vn’Aquila viua, fc era Impe- .
radore,&fe erado.nnaunbcjfauonc. I
C. Ptrchepiùtoftofotcftivccelliachcaltri? - • *
A. . Perche l’A<luila era affiegnata.à Gioue, & ij Pauone a Giunone fua forcl- ■
la & moglie. Quello c.atafalco.cta tutto fatto dirami d’arbori odoriferi,
& vi aggiungeuano infiniti altri odori, &vnguenti; fino a mezo il cata-
falco fi poteua falire per certi fcaloni , & quiui ftaua vn letto conuenicnte
per tal giorno, & in effo mctceuanoil corpo di chi volcuano deificare in-
uolto in certe tele di fiordi pietra, odiluo viuo, come lo chiama Plinio,
che hanno forza di refillere al fuoco, deportato il corpo con gran com-
pagnia, che non occorre bora referire , gli dauano fuoco , &• corrcua vno à
fcioglier l’Aquila , o il Pauone che ftaua in cima , acciò non s’abbru-
ciafle, il quale fciolto volauamoltolontano,& quelli che lo vcdcuaho vo-
lare fopra quel fumo, diceuano che’portaua l'anima di quel defunto al Cic
lo , eccetto coloro che fdpeuano il fcgreto,& coloro che fe lo imaginauano.
8c cccoui alcune medaglie limili à quella che mi mollrafti l’altro giorno .
-.OL'.a C.Ache
I
V
rr T
C. Acheféruiuiquella telidifiordipietr»? t
A. A poter raccogliere, & feparare daH’altre le ceneri del morto, le qual»
metteuano poi in vn’vrna d’oro, o d’argento, & con vn’altra cirimonia le
Bortauano a confcruare nel Maufoleo d'Augufto,ò in altro luogo,doue pa
reua loro.Credono gli Antiquarij.che per conferuare l’offa, ò ceneri di Tra
iano , & de’fuoi difcendenti fuffe fatta quefta torte già in vita dell’Impera-
dore,& che ella haueffe la figura già detta nelle medaglie, che hauete ville
della eonfecratione. „ r i i*
B. Mi è piaciuto d’intendere cosi particolarmente coteftecofe, per le quaU
s’intenderanno quelle, dcaltre medaglia, che hanno Aquile,» Fanoni nei
rouerfcide’Diui ,Acdelle Dine , delle quali ne ho qui alcune , che haueno
•■’ponat e per domandare i V. 5- che ci dichi«raffe quel che le lignificauanot
Scellal’ha fiuto da fe,* eccole. •'
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DIALOGO
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MachecofacilMaufoUod’Augullo^il quale mi par d'haucie intelb. clie
anchorafitruoua .
A. Quei che ione sòl il che fi truouavngiard^o tondo C9n certi mori an-
tichi , che cosi è chiamato . Et mi ricordo hauer letto , che iq quello fi co-
nofceuaiche la noftra religione viene dalla mano di Dio, poi che con elle-
re Hata cosi perfeguitata da gl’Imperadori, & da i loro prefidenti, ic i perfe
guitati perfone humili , & fpregiate da tutti , & hauendo patito morte < per
quel che ne parcua al monao) tanto vile, bora fiano le loro reliquie cosi lU
mate, che alle loro fcpolture fi veng^ dì lontani paefi i viCtarle, & adorarle,
& con gran miracoli ne riceuino -c(MroIatione,& falute coloro,che le hono
rano : oc per il contrario ciTcado gi’nipcradori huomini nobili per loro na
feimento , & (ignori di tutto il piondo , dopo l’ effer morti non erano più ri-
cordati , che il più vile feifiauo Taro : perciòcbedi cinquanta lmpcradort,i
pena fifapeua la fcpoltumdi quattrodc quali ancora erano piene di poiue-
re,òc di bruttura . Appretti ^el luogo, che fi chiama Maufoleo , c’è vha
Guglia nella firada che vàrdfopolo, la quale con vn’altra limile dicono ,
che era ornamento del Maulbleo. .
C. Perche fi chiama egli Maufoleo perche fi chiamano cotelle pietre
Guglie? - ' ■ , , ■
A. Maufoleo è detto ad imitatiohc ^'vnmirabil mortorio cl^c fu iaftg al Re
Maufolo. Quelle pietre, cheli chiamano Q(iglic,per vn’aicro nome fem dee
te Ob.eli I dc^r dimUiutione fon detti Obelifchi certi fegrii nc'libli còijae
fpicdi, o faette. tà più alta Gugl ia che li vegga hoggi in Roma ,c,quejla,
che IIÌ4 cito alla Chiefa di fan Pietro, futtola quale li vedevna infcrittio'
ncjiaqual diottra, che mcrono coloro , che affermano ^er nella cinta d’tffi
leccneri di GiuiiqCcfarc,&crcdo,chc dica,chcl3j^coófegratt'àTtbe-
rioQelare^ajtAugufto fuo padre. ' '
C. Cotefta Guglia ha ella lettere Hieroglifìche è
A. Non le ha, ma lì ben quella che è ncU'Hippodromo di Caracalla, decori
iqf^f plctc , che fono in Roma.
C. Ecci
IMP G^rJ-LvcioM/TiMio ^frlL•stVI:Ro•^To•p^5al^fi^l•AVG•r^xw•P^
iMf SlvWoyt POfVU iJOMAW rMIA^iVfvW lW SICllja VS .Vim navs Bopyrn BQùD FOBJQVX.
^ Q^ y ‘ A R -'T I a;
C.'- EcrieglJttiBdodaintCTiifcrcotcftettttttie?* ' •
A. ■ Si ^ua ^ Kbrettó di Ho;o ApoiJo, & yn'aftxograndfaabadewdifBi*
rteVàtcrianóit qualin^ftAi^ó-ad altro-chepef waWtftihilDÒ» Aminlaiui
Marcellino hadichiai^toecftiVer(ìd‘VBa'€^i»4i'<moftcEgjtuii^citi^
do, che il primo uerfo ha quelle parole,ìl fecondo quelle altrei& cos i va di-
^ chiarando tutta la pietra con-grin diligenMsmacqB tutto ciò s’intende nel
lo ftelTo modo, che s'intende vna carta di Plauto fcritta in lingua Punica,&
- come certe tauolc di metallo fcritte con lettere Latine in lingua Etrufea,
' ' che fono in Agubbìo.Matorniamo alle medaglie-
: B. Che Archi trionfali fi veggono in medaglie,* in Roma?
A. ' InRomaipiùprineipalilonotrc, diTito,diSenero,&diCollantino.
I Quel di Seuero è il piògrande , & (là più apprelTo al Cliuo Capitolino , per
k donde montauano coloro che trionfauann, à Eterificare nelCam^idoglio ,
effendo prima paffati per la via Sacra,* per il foro Romano- Hà l infcrittio
ne* le pitture che vederete in vndifegno che yi.mollrcrò.* fi vede in elfo
t i vn’Ariete,machina antica da batter le mura, che hà la tetta di montone ( &
r ò da credere che fulfe di metallo)il quale li ficcaua nella punta d'vn gran tra
ne,che da molta gente era moITo,* col tirarlo in dietro,* poi fpingerlo in-
nanzi, faceua quali il medelimo eÉEctto che fanno horai pezzi d artiglieria
da battere.
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L’ Arca
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|POP VDT-S.iQVE.ROMAK VJ I
Ri y o ' TITO- DI vi vj 5PASIANJ
VSXPASIAjrO-AygVyTO
DIALOGO
L'Arca di Tito è fra il Campiclpglio> & il Colifccs & fu fitto dopo la morte di
Tito con grindojbrc dal popolo Romano. Siycd^inciroiiuionfodiGc-
rufalemmc,&ilCandcUoroi &alcrecorcdel.Ìaq(^.diqucllàcitti, come
ibLji. diiiItraltiogioino,Uchcvede(C(cinqucaodifcgno.
.. i-n • ■-•I ii," . , .niP '' .
L'Arco di Coftantino è appreOd al Colifeo ,& fu facto quando morì MalTen-
. tÌ0>Ui molte picue bea lauoratC} cbepaxcbeliaaoiUte pigliate da altri
' . luoghi.
luoghi , & fi crede che fufiero d Vn'alcro arco di Traiano . Vi fono deH'altre
pietre cosi male intagliate, che cfaftidio i vederle appreflb all’altre,*
quelle fono del tempo di Coftantino .
. Vedes'egli in effo alcun fogno della fede di Chrifto?
. Non mi ricordo hauerlo notato , fe bene in Eufebio fi legge , che c’era
vna ftatua di quello Imperadore con vna lancia in mano,& con vna infcric-
tione, con la quale dichiaraua, che per lo fogno della Crocehaueua libera*
co la città di Roma dalla feruitù del Tiranno . Et in vn’altro luogo dice» che
in alcune medaglie di quello Imperadore lì vedeua , che llaua la lua figura
rapprefentando vn'huomo,che alzaua gli occhi Se le mani al cielo orando,
la qualcofa però io non ho veduta nelle medaglie, che hora habÙamo. Et
cccoui vn difegno dell'Arco.
UIJ'CAtS-n.- CONtTANIJNO -MAXIMO
r *» AVoviTO- » • r •
wqp 1NTTINCTV MvmrwTH MDJ7 a
J-j^lTWiwÈ CVM KXERCirV SVO
AKC\^jrRiyMrHTS JNSI^; —
iNtMniowiT
VOTI S r X
VOTIS -XX
Ci è vn’altro Arco , che chiamano di Portogallo, nella ftrada che va alla por-
ta del Popolo,il quale li crede chefia delrlmperadore Claudio . ma non hi
infcrittione,nè iceù coafertt«o,comei ttclbpradcttijil che icorgeietc ia
queho difegno.
m
i
m
i* - *=
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lava’al*
'Sis.M.V*-*?.
fA\vnòS-
.* '"fci • VJ-V
e 4i Solone, che co-
parte egli tenga, &
eoiiaccdavoi.
-if/cf ?!?
Io non
i
Archi li cruouino in medaglie ; fo bene che fo'
Ma voglio hora entrari dire d’yn'altra forte d’Ar^ij che fono gli AcquC'
dotti.
B. InnanzicheV.S,par|i4’cfli vorrei fapere,fe quelli Archi triótali erano et
fai nome chiamati da gli antichi Romani , ò fe pure haucuano altro uorne.
A., lo credo che fi trouerrà quello nome in qualche Autore,raa i più politi gl
chiajnauano ForniceJ, come dice Cicerone.Fornix FabianusjiSt in vn altre
iLfcochcfu-fattoifl Sicilia iYcrrc>vfa ilmedcfimo nomeife bene era gene
k
uS DIALOGO
r&le à (ignifìcar ratte le volte >che pur bora li chiamano archi ; & in alcuni
libri delle vite de i Pontefici fon detti Abfides,che è vocabolo Greco.
C. Di quelli Archi trouafcn’egli in Ifpagna ì
A. Vno folo n'ho veduto lontano due leghe da T arragona molto ben lauora-
toi & ancor che le lettere non li legghino bene, pare nondimeno che fulTe
fatto ad vn Lucio Licinio Sura, in honore del quale, ò d'vn Tuo liberto, fo>
no molte infcrittioni in Barcellona . CoAui fii al tempo di Traiano . Se tre
volte Confolo, cofa rara in quei tempi in coloro che nò erano Imperadori.
B. Gli Acque»
I
Di-
V A R T 0-^1 /-V
B. Gli Acquedotti in alcune leggi d'Imperidori fon chiamaci Forme. & al-
cuni correggono Forine; però come s’hanno elleno à chiamare?
A. Da Forme ad Acquedotti è poca difFeréza : perciochele Forme fonofola-
menre quella parte , per doue corre l'acqua, ma gli Acquedotti fono tutto
quello, che in qual fi voglia modo appartiene alle Forme , come fono gl’ar-
chi:& qui apprefib à Tarracona verfo Vaglies fono certi archi , che fi chia-
mano delie Ferriere, i quali fono come gl archi dei ponte di Segouia:& den
tro & fuori di T arracona fono molti Acquedotti , & Forme fecche . Coloro
che fcriuono Forine per Forme , fono fimili à colui , che diffe le figliuole di
Cadino,per di Cadmo.De gl’Acqucdocti,& dell’acque che entrauano in Ro
ma,ne tratta vno fcritcore antico chiamato Frótino : & fi crouano. molte in',
fcrictioni.che fanno mentione di effe. In medaglie d’vn Filippo Monetale fi
veggonocertiarchicóquefte lettere, AQVA. MARC, cioè acqua Martia,
che fu vna delie migliori fontane.che fi conducefiero in Roma;ancor che ci
fiano diuerfe opinioni fopra il fapcrc chi la códuccirc.Qucfio Monetale per
efier del legnaggio de'Martii , & della famiglia di Filippo , mife quello per
cofa fegnalata del fuo nome,& parimente la teda del Re Anco Martio.comc
principale autore del fuo legnaggio . Vn’altro Monetale.che fu del medefi-
mo legnaggio, ma d’altra famiglia, nominato Gaio Cenforino, mife gli
Archi fenza lettere >& dall’altra banda leduefacciede i duo Re, Anco, &
Numa.perciochc Anco fu genero di Numa,& coli da ambi duoi difeendeua
la famiglia dC’Cenforini, & il legnaggio de’Martij .
C. Che differenza è tra legnaggio,&famigiia?non ccgli vnafleflacofaèco-
me la famiglia Giulia,&laCorncÌia,& la Valeria.&altrefimili?
A. Nel mio libro delle famiglie de’Roraani.che ha publicato Fuluio Orfinó,
fi vede, come tutti coloro chedifeendono davno.comc adire da Giulio, fi
chiamano Giulij,& quelli che daCofib Cornelij , fitda Volefo Valerii,&
cosi tutto quel legnaggio fi chiamaua la famiglia Giulia, & più propriamete
la gente Giulia.Queftifi diuideuano poi in’ altri rami.che fi chiamano flirpi ,
conforme a’fopranomi ; come dai Giuli) deriuauanoi Cefari.&i Liboni,
da’Cornelij,gli Scipioni,& i Lentuli; da i Valeri) , i Maffimi.i Publicoli,& i
Meffali. Quelle ftirpi le chiamo bora famiglie , & in Latino fi prende fami-
glia per la gente di vna cafa, & fi dice pa tcrfamil ias, materfamilias.filiusfa-
mil.lo diceua che del legnaggio de i Marti) ,& della gente, o famìglia Mar-
tia erano i Filippi, & i Cenforini,& che vno di loro pofe alcune cole del fuo
legnaggio.come è l’acqua Martia con gli Archi, & anco vna (latua cqucflre
fopta di eflì,& la faccia di Anco Redc Romanii&l’altromife certi Archi.&
vna Vittoria,& i duo Re Numa & Anco, come piu chiaro per le ftelfe meda-
glie vedrete je quali fon quelle.
,t*Ùl
DIALOGO
C. Crederà forfè qualcuno, che trouandofi il nome de i Re in quelle meda-
glie, le fulTero battute da lo^o.
A. Chi confidererà i tempi, conofcerà facilmente ciò nonelTer poflibile.
Prima,per che la medagliadi Filippo è d'argento,& la moneta d’argÈto nó fi
lauorò fe non quattro, o cinque anni innanzi alla prima guerra Cartagine-
fe:appreffo, perche Filippo StCaioCenforino non erano al tempo d’An-
co Martio,ma furono fuoi defcendenti,fecondo che eglino pretendeuano.
Anzi da quelle medaglie, & daaltrc limili io ho cauatovna regola, che
può feruire per la maggior parte di quelle d’argento innanzi à Tiberio Ce-
fare,cioè,chedaprincipio nelle prime monete d’argento non crafenon il
nome di Roma,con le cofe appartenenti à lei,Jt a' fuoi Dei più peculiari, Se
che di poi fi cominciarono à mettere i nomi d'alcuni monetali ! & final-
mente,oltre alnome cimifero ancora alcune cofe appartenenti al lor le- ;
gnaggio, il che durò fino a’ primi tempi dell’Imperadore Augnilo , ò pochi
anni doppo . L’efcmpio è chiaro nelle medaglie fopradette : ma palliamo
ragionare d*vn altra medaglia . In vna d’argento li vedono quelle parole.
P. ACCOLEIVS LARISCOLVS. & vna tetta al naturale,* nel
rouefeio d’clfe tre Nimfe, che fi trafmutano in larici, come per la medaglia
vedrete .
Quelle potrebbono effere le forelle di Fetonte:* quello albero crefee appref-
fo le riue del Pò , che i Greci chiamarono Eridano , * relitte al fuoco, li co-
Uki.cf. menotaVitruuio conTefempio* efpericnza di C^lio Cefarc.Quello mo
notale pigliò il nome da Accolcio Larifcolo,per eiTerdi quel luogo (Acco-
la vuol dire della riuieta)chc era appretto al Pò,* il fopranome è conforme
al nome deU’albero , * è da credere, che Cefare lo facctte cittadino Roma-
no,*gli delfe quell’vficio di monetale,per il che egli mettelfe poi v na impre
fafimile alla fua venturarma fe non fù forfè quello ttelTo,certo fu vn figliuo-
lo , ò vn fuo difeendente,* cofi non è gra n cofa , che in alcune medaglie del
t£po di Cicerone fi trouino delle cofe del tempo de’ primi Confoli,coli co-
me fi truouano nelle monete diMarcoBruto cofe del primo Cdfolato di Lu-
cio Bru-
f
V A R T O.
foì.l
ciò BrutOi autore della libertà del Popolo Romano , quando fu cacciato il
Re T arquinio Superbo:& in altre medaglie. Ahala , & Bruto, come habbia-
mogià detto.
B. V.S.midàgra lume per l’intelligPza di molte medaglie, che mi pareuache
confondefl'eroi tempi :&i’interprctatione delle già dette mi par che ha
molto conuenicnte. Ma tornando à gli edifìci di Roma; che cofa c il Puteal
Libonis ? il qualejio letto in alcune carte fcritte à pcnna,& iflampate , che
crino certe nneftre,ò buche,per donde afcoltauano quelli che erano prigio
ni pergrauidclitri ; &(i dice,cheinCordouaè vnapietrad'vn'altrafineftra
limile, chiamata Puteal di non fo chi: & veggo che s’adduce ancora l'auto-
tita d'AriAotile pcrproua di quella interpretatione.
A. Mi ricordo d'hauer letto in vna lettera del Dottor Giouanni di Sepul-
ueda,che in Cordoua pretcdcuano che Ariftotile fufTe Rato di quella città,
& coG gli ftefli interpretano c6 AriAotile da. Cordoua le loro pietre, lo cre-
do che lo Stagirita nó parli nè del Secchio,ó della bocca del pozzo di Tad-
deo da Cordoua,nè del Putealc di Scribonio Libone,ma follmente del mo- '
do di giudicare d'Accne,òd'altra citràdiGrccia.ColorocheG credono
che quello che ft vede in alcune medaglie, fìa tribunale ,& fondano la loro
opinione con gli fcrittori Latini, che dicono ad Puteal, ciò è che apprcAb
al Putealefì trattino delle caufe, nè anco prouano la loro intentione, per-
cio che la parola AD, non vuol dire I N,ma appreffo,coroeG dice degli
altri negotij , che G trattauano ad lanum , ciò è apprcAb alla Aatua di lino;
& quando fcriuc Torres Naharro , Mpo^obUKo lotdM . non lo dice , per che
dentro al pozzo dcAcro idcaarùma intorno al poàzo.Qijelloche io ho in-
tefo, òche eAcndo cadute alciihcfactteiieljForoRbmano, vi fecero cer- -
ti facriGcij conuenienti per piirgai qplrl luògo, nel duale per che non Ger-- i
uiAe ad altra cofa, fecero vn^iGciochiànlatoPuteaP^& credo che ouiai
appreAo f^uAc meffa la pietra & il rafol6‘, cjie tagliò la dietra al tempo d’At-
tio Nauio, & dclRc T arquinioqi Roma, come credo che G trouerà nè ■ libri
deDiuinatione di Cicerone,& i'nLiuio,& DioniGo. ApprcAb à queAo luogo
folcua metterla fua Tedia nÒfo chemagiAtato o‘lPretore,o’l Edile,& vdiua-^'jjJJ'^-’’'
gli auuocati, & le parti, giudicando,&’dichiarando molte cofc.Fi»i’iiw,P««i}. LiiUib-i.
Liimui MmdjboficcU , ( dice Horatio) Minum emttre/eiieiis . Volendo dire , che OionjrJi-J
.il trattare & delle caufe fòrcnG,& del Puteal,non fufTe cofa da farfi dacolo-
co, che haueuano bcuuto, a'quali Aa meglio il cantare,che à gl'huomini fe-
ueri,& graui. Quelli, che dicono, che quel che G vede, Ga vn'ara,ò altare, i
me non pare che habbiano ragionc,ancor che DioniGo dica che quiui fuAc
vn'ara,ò altare.ln alcunedi queAc medaglie ho veduto vn folgore difegna-
toal baAbdi qucAo edificio, & fa per quelli che fono d'opinione che fuAe
meAb per ilbidentaleichecoGcredochechiamaA'croil luogo profanato
dalla faetta.&cccoui le medaglie.
'■'lUip.
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B. Et
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DI A t P- G O
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B. ft per pheGchi»m».ua egli
A p/r che con vna, h pia pecore chiamatela denti, fi parificana.
R ^ruouaÀg»
ceua va Gramnuu^' tempo ^^qÒélh^
^oUd“cice^onS ^
il Puteal fuffe meffo percoprir<;il luogo .douc era que!lap.etra& quel ra-
. foiorairacolofo.Ma vorreifapere.checofaèComitio.
A Egli è la parte del Foro feoperta , doue fi poteua ragunar la
CoSci^pcr vdirei fermoni.&lc dicerie de gli Oratori, o dcTr^uni.
Se Co^fòli.o d'altri Magift^^^^ ®
trattauaoo ne’Comitij Centuriati . _
clafli, & ogni clalTc in certo numero di Cenhuic : & fi tcneuano
Sin Campo Martio fuor di Roma. Nei Curiati fi r.part.ua.l popolo. n
^er^ti curieldclle quali poteuano effere tanto i Senatori, quanto . Plebe ,
Accedo che fi ragunaffero in qualche Cuna . Nc’i Tributi il popolo fi prti
7«TXÌllamente.& non v-erano Patrit.j nè Senatori,* queft. fi con-
cregauano nel Cornicio già detto. , t u i
,,ÌSX?S^
da prima furono poche, poi furono trentacinque. Et da principio le cc
torie n6 fi nominauano per lo nome delle T ribu.corne auuenne dip ^
I
V A R T O. ‘33
anello ne pirlerenno vn’iltro giorno. Ritoini*mo >1 Putoale i chejfecofldo./v
Ciceronecra nelComitio.checnclForoRomana^&douefi Dio„,jjb.
gregar molta gente ;& fecondo alcuni autori quiui apptcflo.eratlficOifcf }■
toilqualediedcia Lupaia poppi'à.Romolo&i Remo. ’-J. y.
B. Che cofa è quella teftad’ungìouànela quale ha non fochefafcja .-o d»»!
dema nella fronte.che li vede in quelle medaglie} . Ir'
A. LelcttercclfannófapetecheegliciIbuonoEuento,& vicneapropniì-.A
to ò delle caufe, che nel Putealc fi trattauano,ò de’Coroitij Tributi, che nel
Cóitiofifaceuano.Piinio raccóta,chePraffitelefcccdueftatue di marmo,
che etano inRoma nel Capidoglio.vna di quello buono Eu£to,& Taltra del
labuona Fortuna, & che Eufranotene feccvn’aktadel buon Euéto,chcflcl
la mano delira teneua vna taira, & nella Enillra vna fpiga,& vn papauera.
B. La prigione era ella quiui apprelfo} per vedetfev-era lafineftradeipri-
eionhcomcinCordoua. ...
A. Anaicramolto lontana, & fra eh Anttquarij fono tìiuerfe opinioni,
doue ella fulfc. Vna chiefa è apprelfo al Campidoglio , che fi chiama lan
Pietro in carcere Tulliano: douc fi vede vnaterribil prigione, come Saln.-
ftio deferiue. rflloaa in emxete.qnadTtdUanimnppcilatiir, cX. Quellac molto lour
tana d al Foro & dal Comitio.
B. Che crede V.S.cheCa il Puteale di Cordona} i
A. Vna pietra d’vn pozzo d’vno che li chiamaua Taddeo.
B. Non v’è egli altro millerio} r . .b '
A. Non che io fappia.Et il nome di Taddeo dimollra non elfct cofa deRor
manùncde’Greci. Ma feguitiamo pure innanzi. . , .
C. Prego V, S. à fermarli fin à tanto che io dica quel che di piu mi occorre.
'in Pierio Valeriano è il difegno delPutealLibonisconduevioledarco,
vna per banda: dicami V.S. per che la crede, che vi fulfer polle}
A. Non ve lo faprei dire : ma credo, che fulfe errore della llampa , elfendo
chiaro, che in quel tempo non etano in vfo le viole da arco. Può ben et
fere, che ilPieriocredelfe, chele due finellte cheli veggono nel Puteale^
ralfomislialfcrò à due lire antiche,& che colui che fece il difegno, fi credef-
fe che la lira fulfc viola da arco. Neiriftelfo Foro Romano fu vn pulpito
detto Rollra,donde fi dice, Pro rollris orarejnon come dice Accutfio.inan-,
zi alle facce de gli huominii ma in quel pulpito che dicemmo, parlando. %l.»4.
della vittoria naualc, che era fiato fatto delle prode dei nauilij de gli An-
dati; & la fua figura fi vede nelle medaglie di Palicano, il quale da vna par-
te mette la faccia della Libettà,& dall’altra quello pulpito fatto con molti
archi &pilallri,fic-in ogni pilafiro fi vede che efeono in fuori quelle prj^e,
& nella eiraa del pulpito è vn luogo quadro, nel quale fi crede , che orallino
quelliiche parlauaiio al popolo : & cccoui la medaglia.
V
' .A
B. Chi fu quefio Palicano} deperche feceòegli,ò vcrovn fuo figliuolo,
quella medaglia} A. In
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Ufc7<M4*
• 3 * D I A C O G p
A< In Afconio Pediano li legge, che coftoi fu T ribuno della plcbe,& che egli
procuròcon l’aiuto di Gheo Pompeo , che fi-reffitulire la potellà Tribunitia,
. la quale era (lata aliai diminuita da Lucio Siila, ò Sulla.
B. DigratiaV.S. mi dichiari vti pocomegliQqueflapotcllà Tribunitia, che
tante volte li vede nelle pictre,neile medaglie, & he gli autorij& che fìi quel
che le tólfe Sulla , & quel che le rcllìcui Pompcol
A. 'Gli è corachiarì,chei Tribuni dèlia plebe furono inilituitiper intercede-
rei òperimpedire folameniecheà niun cittadino Romano fufie fatto torto
da alcun magillrato perciò da tuttii magihrati èra prouocatione , ò ap*
pellatione aipopolo Romano, eccetto che dal Dittatore.Ma i poco à poco
i Tribuni li allargarono à fare che- il popolo fenza i Senatori & Patritij
nelli Corniti) Tributi faccllerb piebifciti ,& ancora nei giuditij che il po-
polo giudicaua,& in molteadcre colei Tribqni portauano tutto il pelo, &
rhonorc.vfando della tirannide > in far vna cofa più che vn’altra cóforme al
loco volere, di mòdo che cò l’opcafione din torce dere,ò d’impedire gl i aggra '
uij.efli ne faceuano quàti poteuano in danno de’nobili,& con tutto ciò i Tri
buni erano in vn certo mòdo facrijier molte leggi fatte in fauor loro, per ri-
fpetto delle quali ninno ardiua offenderlùtal che Quinto Metello Macedo-
nico,il quale hcbbe molti figliuoli Confolari,& trionfali, ellendo Cenfore,
per hauer nella fuacenfura,notaiovh Tribuno, huomo vite, il detto Tribu-
no lo pigliò pe’l collare^ de lo ftrafeinò vnbuon pezzo per gettarlo giù dal
tnonteTarpeiot&rharebbefattOifenonintercedeuaper luivn’altro Tri- .
huno , come racconta Plinio. Ma LncioComelio Sulla, che era della fat-
tione de’nobili, cllendofi fatto Dittatore perpetuo, fri molte leggi, che fe-
ce, in vna d’elle tolfea'Tribnni il poter .fercplebirciti, ò giudicar caule, ò .
trattare altri negotii ; malafciò loro folatncnte l’intercellionè, che è vn'im
pedire che i magilltati nonfacciano torto di fatto i’cittadini Romani .
petque{lochchaucte£endn>,dicenanoeirerfileuata,odiminuitala pote-
ri Tribunitia i Ma Pompeo , & quello Palicano procurarono di rellituit
a’ Tribuni l’autorità di poter congregar il popolo, & far piebifciti, fa-
cendo publicar vna legge, per la quale fi riuocalle la legge contraria di-
Sulla.
2. CoteReleggichilefaccual
A. Il popolo Romano tutto infieme ne’Comitij Centuriati , & non la plebe
nei Tributi.
B. -Dicami V.S.che cofa èia podehà Tribunitia,che fi legge nelle medaglie,
& nelle pietre, de gl'lmperadori con certi numerii
A. Giaiovoleuovenireà quello. Ma priraadichiarerò, per che Palicano
mife l'effigie della Liberta, dt il pulpito dettò Rollra .
B. Douette forfè edere per cheeglifit cagioneche’l popol Romanohauef-
fe piu libertà col potereiTribuni da quel pulpito difenderci loro priuile-
gij contra i nobili, & congregare i fuoi Corniti), & far piebifciti, & accula-
te, & condennare liberamente chi voledero.
A. Coli è. Grimpcradofi ancor che fudero (ignori di Roma & del mondo,
nondimeno per l’antichità del goucrnodel tempo de i Confoli, dauano ad
intcndere,che conferuauano l’antica maniera del gouerno,& che nò haue-
uano fe non il carica & la noia d’eder Capitani, & alcune volte Con foli, &
alcune Cenfori,le quali cole tutte fi foleuano dare anticamente,&cosi Ce-
lare fi prefeil titolo di Dittatore & di Confolo,& Augullo nel principio
. quello diTriumuir Reipublicaeconllituendac(ilqual magillrato era per
metter la Republica Romana in buono (lato) infieme con Lepido, & con
Antonio,5c quello ndn in perpetuo, ma folamentc per cinque anni,dopo il
qual
V A R T O.
qual tempo lì prorogò per altrettanti.Hauendo poi Lepido lafciato il go-
uerno, & elTendo morto Antonio, Augufto gouernò alcun tempo con tito-
lo d’Imperadore,per vna legge che lì fece, ehiamata da’ noftri lurifconfulti
X^*Hf^,per la quale il popolo Romano gli diede molto grande autorità.
T rouanlì le parole di cotefta legge Regia?
. In S.Giouanni Laterano di Roma èl'ultima tauola della legge Regia, per
laqualc fu dato il gouerno aH'ImperadoreVerpalìano nello ftelTo modo,che
1 hebbe'Augufto,& Tiberio Cefare, 8c altri Imperadori,& io l’ho veduta. Et
inoltri tempi diceua il fciocco volgo, che quel che era ferino in effa tauola,
lulTe la fentòza di Pilato. Si diceche Antiftio Labeone,ilqualefùgran lurif
confultoal tòpo d’AuguRo , per vigore di quella legge non voleua che l'im-
peradore potelTe più di quello, che per le parole di ella & d’altre leggi, & Se-
natusconfultì gli era cócetTo,& permclTo . Et perche molte volte con quella
occalìone egli mollraua d’elTer di contrario voto al gouerno dell’Imperado-
re,lo chiamauanopazzo.Onde diccOratio.LiiinnwniyOTùriiiwu.Ma credo che
Cornelio Taci to lo ferina più ampiamente.L’altre cofe.con le quali dillìmu
lauano,& nafeondeuano il lor potere alfoluto, erano il Éirlì Pontefici Malfi-
mi,&riceucrcla potellàTribunitia,5tcon l’vnadt l’altra lì prefumeuanod’cr
fer rifpcttati & honorati non meno di quel che fi fulTeto anticamente i Tri-
buni della plebe,& i Pontefici.
C. Furnoui mai Tribuni in tempo de gl’Imperadori ?
A. Si che ve ne furono; & alcune volte ardiuano di contradire, ò intercede-
re centra la volontà deirimperadore,ò del Senato; & ciò fi vede per quel
che .fecero in tempo diCelare,dileuarvna corona chehaueuan polla fo-
pra vna llatua d’clfo Ccfarc:& per quel che fece vn Metello Tribuno quan- S«tx.rj.
do Cefare volfc cauar i denari dell’erario di Roma . Et Plinio nelle Aie Epi-
ftole racconta quel che fifaceua in Senato in tempo di Traiano, & come
vn Tribuno contradilfe, promettendo dar aiuto à vno,à cui era fatto aggra-
uio . Ma la verità è , che tutto il lor potere , & quello de’ Confoli era come
niente.
C. Perche non li chiamotno gl’lmperadori Tribuni, cornei! chiamomo
Pontefici?
A. PerchcilFontificatolìpotcua.darcàPatritij,&àSenatori, ma non il
Tribunato;&iprimilmperadoriAirono Patritij ,come erano quelli della
famiglia Giulia, & Claudia. ,
B. Rellahoraà dire dei numeri.
A. Ordinariamente tutti gl’altrl Imperadori feccetto Giulio Cefare,che nó
hebbe quella potcllà, & Augufto,che la pigliò tardi, & Tiberio che la prefe
in vita d'Augu(lo,& doppo la morte di Marco Agrippa , il quale lìmilmente
l’hebbe) contauano gli anni del loro Imperio co l numero della potellà
Tribunitia;&cofiquandofi legge vn numero di elfa, s’intende efifer quello
l'anno del fuo Imperio, & la feconda, ò terza volta , ò altra conforme al nu-
mero, che egli hebbe quella poteftà.
B. I numeri che fi trouano doppo la parola Imperator , non voglion eglino
lignificare ò gl'anhi deU’lmperio, ò deU'cITer chiamati Imperadori?
A. Quello nome, Imperadore, non è nome di magillrato, come quei di Dit-
tatore, di Confolo,di Cenfore,& di Tribuno: ma d nome che fi otteneua an-
ticamente per hauerhauuto qualche Vittoria principale,perlaqualc i foU
dati foicuan dare fimil titolo al loro Capitanò generale : Et coli fi troua
che l’hebbe Cicerone, & molti altri.
B. Etchebattaglia vinfc Cicerone? la congiuratione forfè diCatiiina?
A. Signor nò;ma quando egli eflendo Proconfolo della Cilìcia ottenne vna
certa
4
certa vittoria di poco momento, & entrò per forza in vn luogo poco nomi*
natornódimeno (ì credette di trionfare, fc non ThauelTero impedito le guer
re ciuilidi Cefare,& di Pompeo.
B. Come poteuano elTer'detti Imperadori alcuni, che non forno mai alla
guerra,&(i chiamauano IMF. 111. ò 1 1 1 1. òdi piu numeri?
A. Ba(laualoro,cheifuoi Capitani hauelTero ottcnutoquellevittorie>per
ciòche tutto quel che i foldaii vincono, s’actribuifee al Capitano genera*
le,che era l’Imperadore. Ma torniamo à gli edifìci.
B. Checofaèvn'edifìciochcio hò veduto in vn rouefeiodi Nerone, con
molte colonne & con certe lettere, MAC. o M AG. AVO. Et credo
d'hauer qui la medaglia, la quale voglio mollrare à V.S.& eccola.
A. Io faprò dir molto poco di quello rouefeio ; ma dirò quel che G diceua in
Roma. Quelli che ieggcuano MAC. voleuano,che la parola intera fulTe
Macellum,&graltriche leggeuano M AG. diceuano che era Magna Au>
guGi domus, chec quella che alcuni chiamano, Domus aurea Neronis.
B. Che cofa era il Macello? il luogo forfè doue G védeuà la carne?& per che
G diceu'egli coG?
A. MoltealtrecofcdaraangiareG vendcuanonel Maccllo,& come dice Fe*
fto(fe bene io mi ricordo) fu detto cosi, per vn fopranome Gmile d'vnRo*
mano,di chi fu da principio quella cafa, ò Gto, il quale credo che fulTe con*
Gfcato,eOendo il padrone Rato afTafiino di Grada.
B. A me pare,che vn Gmil luogo non meritaiTe cosi buon ediGcio,comc G ve
de nella medaglia.
A. Diciamo adunque che era la cafa tanto grande &cosi nominata di Ne*
ronc,della quale furono detti quei verG gratioG,che mette Suetonio.
^itu dommfettVeùK QHnan,
SÌHOH& Veios oecHfii ijU domui.
C. Perche è egli in coteGi verfi il nome de’Veij ? ha forfè alcun miGerio ?
A. Non v’c fenza cagione. Perciò che dopo TcGcre Gata faccheggiaca,& di-
GrutraRomadaiGalli,rimafetantorouinata,che giudicauano effer me-
glio abbandonarla,& andar ad habitare à Veij : ma quando G congregaro*
no per far vn Senatufconfulto fopra ciò,vdirono vna voce, che diceua, Hie
DunrjDtui ; ò altra Gmil cofa .
C. E di chi fìi quella voce ?d'alcuno de’ loro Idoli?
A. Nó,mad'vnfoldato,che concerta gente era fiibi del tempio, doue s’era
adunato il Senato, &volcua dire che afpettaGero in quel luogo, Gn che
vfcilTero del tempio i Senatori : & fìi di tanta forza quella parola, detta
coG à propoGto, che non ardirono d’andar fene i i Vei j . QueGo chiamaua-
no in Latino Omen,& ne mettono molti esépi Valerio Mal'Gmo,& Cicerone.
Della villa Publica,che era appreGb al luogo doueG teneuano i Comiiij cen
turiati nel Capo Martio,fi vedelaGgura in alcune medaglie di Didio; & trac
ta di
S DIALOGO ■
! bv Cii>
Reda bora à parlare de Tempii.de de gli Dei: ma fono cofe tanto nott,che no-
c neceffario parlarne,* io hò altri negotij per bora di maggiore importali
za, & che appartengono più alla mia profe£uone,& dignità. ___
DIALOGO
Q V I N T O
DE ROVESC
DE GLI ANIMALI
I
ET D- ALTRE COSE
ATTRIEVISCONO
DEI DE' GENTILI.
1 1 diffeV.S. a’ giorni pifTati , che vn’altra volta miha-
rebbe parlato della Stìnge,& d'alcuni altri animali po-
co da noi conofciuti; bora io le domando lapromcf-
fa che mi fece di dichiararci irouefci,& darci ad in-
tendere, che vtilità (ipolTa cauare dallo ftudio delle
medaglie.
, lo non prometto mai dr dichiarar coraaIcuna,ma fòla-
mente di dire il mio parere : & quella materia de gli
animali nelle medaglie ha due dillìcultà j luna è à conofcerli jlalira è a la-
pereàchecfTcctolVn’^tt^’Il^ pc^fouefei . Alcuni animali btruouano affai
conofciuti, corae'f'iUttiiU, il leone, & la ferpe :ma può occorrere che non (ì
conqfca fé l’uc.Mlle è aquila ,o auuoltore , coruo, o colombo , pappagallo ,
Diluirò martlò ,del quale parlammo l'altro giorno , & maggiormente fc la
medaglianonè di bpon maeflro. Vn'altra diflìculti èàfapcrejpcrchcfù
meffo nella medagKli.Fer quello fèruono molte medaglie piccoiedi metal-
lo , che io ho con Mc lettere S.C. & par che leruiffero per Afli ,e ome fono
bora le bianche in Caftiglu^dti denari in Ar^ona , eccetto che fedici Affi
erano vndenario,& ve«dqÙ9teb denari,o feflantaotto bianche è vn Reale,
& il denario de* Romani era di fette all'oncia d'argento i Reali fono di
otto all’oncia , poco più,o meno.In quelli che io chiamo AIE, c da vna ban-
da Gioue( dico la fua effigie) & dall’altra vn' aquila, cosi Giunone, & vn
pauonci Venere,& vna colomba; Marte, & vn gallo; Apollo, &vn grifo-
ne ; Minerua , fir vna ciuetra ; Mercurio, & vn becco.
B. Potrebbes’egli truouar ragione,per che fi da queU’animale più all'u no,che
airaltrodicotefli Dei?
A. Io non tiuouo ragione che concluda ; ma l'ufo accettato da'Grcci&da’
' ■ ' Latini
5AMIOR
Diremo che quei di Samo fono deuotidi Giunone,comefiIegge in Virgilio.
Qiumlunofertmurrhmiiptomaibn'tium “
VoSibàbita coliófie Samo,
s a Lo
Q. V I N -T :o a i3>
Latini è in quella maniera, che talPanimali eran dedicati àqut'làniftéiJ
come ancora le tigri à Bacco, iferpicon l’ali à Cerere, i leoni àCibeleP
‘ Diana, icaualli àNettunno,lcferpifenzaaIiadfifcuIa-
pio,& 1 delhni pure à Nettunno .'Alcune di quelld cofe lì tronerannrt finte
nelle tauolc d Ouidto . Lo ftefib potiamo dire de gl’alberi , ehc alcuni fono
dedicati pili a gl’uni che à graltri Dei , come la quercia à Gioue , il mirto à
Venere, la vite à Bacco, il pino à Cibele > l’oppio ad Hercole ,1’oliuo àMi-
nerua,l alloro ad Apollo, & il fimilc d'altre piante ,cerocrellera à Bacco, .
le fpighe del grano &ipapauerià Cerere: dcdcfrutti, il melogranato à
Piolcrpinade mele,o mele cotogne ad Hercole , l’uue ì Bacco .■ Et già che
ho coininciato quella matcria,non voglio lafdar di dire, che nelle ftefie me
daghe fi truouano altri fegni propri] de gli (ledi vani Dei, che molte volte ■
fi rincMtrano in molte altre medagi ie , & alcuni non s’intendono , & altri
lonóairaichiari,camciilaraectadi Giouc,il tridente di Nettunno,il Cada
eco di Mercurio,© il fuo cappello con rali,la corazza di Marte, la celata, &
lolcudqdi Minerua,òil Aio Gorgone, ò Medufa cheportaua dauanti al
petto i il tripode, ò la lira d’Apollo i la mazza & la pelle di Lione,& vn vafo
da bere d'Hercolc , ò il Aio arco & le faette i il fifiro d’ifideiil Crotalo di Ci-
bele: ancor che quelle due vltimc non Aano in quellc,ma in altre medaglie.
Da tutto quel cheli è detto, fi caucràladichiarationcdi molte cofe che Al-
no in certe medaglie fenza motto alcunoicome in vna medaglia, che credo
che fia dell Impcradore Pio Antonino, è vn’ Aquila intnezzoàvnpauone •
& à vna ciuetta , diremo , che ci dimollra la Aia deuotione à Gioue , a Giu- . . ...
none,& a Minerua,di cui Amo quelli vccelli.Quelli di Samo Greci mettono
de palloni nelle lor monete, quei di Fafo de colombi, & quei di Athcne
delle ciuette.dc eccoui alcunc,mcdaglic doue vedetele quelle coA: figurate rìfeia. i»
. , Coritubix
V
D I A L O -G O
Lo fteffo Poeta dimoftri, che il mirto etadiVcncrc, ficcheficclebi'iuain
Pafo, quando dice nella Georgica, . : ■ 'ri -
—foUdoVafhutàtrobarcmyrW. :
Etinvn’altroluogo.parlandodi Venere, • . . .
ìpftTafhamfMtmilahu ,&<■ .f h - -J ' '■
Et di certe colombe che vide Enea , dice, ; ■ r
Maternat agaofeu atta. .
Et che le ciuette fiano dedicate a Minerua,& per ciò in Atheac Caao cele-
brate , bada che lo dica il prouerbio , Tioak*s^tbnai la qual Cola non folo
fi dice per le molte monete , ma per le molte ciuette , che a allcuanano in
Athene fiotto lalciocca deuotionediMinerua. _
B. SeV.S.midicefle cofi apocoa poco quel che ha detto in Tnac^o col
mettere infiieme vn monte di cofe,io rintcdereimeglio,&lo t errei à mente.
A. lo credeuo , che fu/Tcro Iccofc dette, o molte d effe cosi triuiali, che non
fufie neceffariodi ttaitenermi in dirle , raaffimocbeper li libri di Lilio Gi-
raldo, de Oiis, deperii Hieroglifichi di Pierio Valeriane, & per gli altri
che hanno fcrittodcllemedaglie,rcfta ognicofameglio, &con più tonda-
méto dichiarata.Ancorche a me auuéga come a colorod quali métte piglia
no delle ciriege da vn piatto,auuicnc,chcncl pigliarne quattro, ne vengo-
no dietro a efle dieci,o dodici attaccate inCcme,8f per ciò domandando voi
qualche cofa diquel che fi èdctto,io rifpódctò quàto fapro in fimil maceria.
B. A Gioue V.S.diede l’Aquila & il fulmine, & tra gli alberila quercia , di
che io ne vorrei Capere più patricolaie ragione,© autorità.
A- Già ho detto, che non v’ era altra ragione in queftecoCe, fenonleffcre
fiate accettate daH'vfo: ma pur dirà alcuna dellcragioni,chemirefiarono
in mente di quelle che vdij dire da altri, che meglio le fapcnano . Laragio-
ne, per la quale affegnano l'Aquila a Gioue, è perche egli fu il primo,che in
Creta,douc nacque,trouaffe vn nido d’Aquile,& andaffe a vccellaie con ef
■ fe:& perciò in alcune medaglie d' Aicffandro,& in alcune altre Greche ha
l’Aquila in mano àguifiad'vcccllacore>come in quefte vedcrcte.
B. Se
Q_ V I N T o;
B. , r di tutte J’altrc s'adduceflcro ragioni tanto efficaci, io prontamenteJe
crederei .
A.r - Aitti dicono , che fi comerAcjuila è regina di tutti gli vccellì per il
gran vantaggio che ha fopra di loro, cosi fu aifegnato àGioue l'cflerc Dio
de gli altri Dei: ma per quella ragione gli s'harebbc più tolto à dare vn Leo
• ne ,chec Redi tutti graniinaliquadrupedi,orvcellctto detto il Rcgulo,&
volgarmentelo Scricciolo. Ma veniamo adir la cagione perche inaku>
ne medaglie fi figuri il fulmine con 1 ali,& con tre punte , delle quali alcuna
pare che linifcacomc in punta di faetca;& è perchelefaettenon uanno di-
ritte, ma corte, facendo diuerfe punte i & perciò alcune di elle fono torte
come vn fucchicllo. Altre factre fi veggono che gettano fiamme di fuoco,
& di quelle fi ttuouano molte non folo infieme con Gioue,ma ancora in di-
uerfi feudi di foldati ,& nella colonna di Traiano, & in alcune medaglie :
P-W il che io credo che fi delle fopranomeavna legione di Fulminifera > o
Fuìminacrice,in tempo d’Agullo,conie ferine Dione.Et eccoui alcune me-
daglie doue vedrete Gioue con fulmini .
B. D'altra opinione è Sifilino, il qual vuole, che fùlTechiamata cosi da quel
miracolo, che fecero! Chrifliani al tempo deU'lmperadorc Marco Aure-
lio , che mancando l’acqua all’efercito , & effendo richiefti dall'lmperado-
rc,C
1
'li'
DIALOGO
re, fi mifero in orationc, & cosi venne grande acqua da bereaU’cfercito»
nel quale erano i Chriftiani , & molte faettc caddero fopra l’efcrcito degri-
nimici, il che fu cagione, che rimanefferovinti,& che iCluiftianihaueffero
vnpriuilegio, il quale dicono che Giuftino martire rifehfce. ;
A. lo non nego, che cotcfto miracolo non fulTe cosi , ancorché Giuftino
non faccia raentionc di tal priuilegio, hanendofcrittoilfuo libro mol- ■
to tempo innanzi , & datolo à Fio Antonino padre adottino di Marco Aure
lio ; ma egl c ben vero.chc è ftampato in Greco nel fine deH’opcredi Giufti-
no.&neU'hiftoria Ecclefiafticafiriferifconocoteftcmcdefimccofc. Quel
che io nego è , che il detto fopranome % dt ilportar delle faette ne gli Icudi
cominciane all’hora : ben potrebbe efferc>che quei foldati Chriftiani fufte-
ro chiamati da indi innanzi Fulmini feri , & che quella cohorte vfafle il ful-
mine per infegna . Ritornando alla figura del fulmine , mi ricordo,che Ser-
uio , con altri autori antic hi , dice, che egli ha tre proprietà : vna è, che ab-
brucia , l’altra che fende la terza che fora . ò trapana : & pct quello gli fi
danno quelle tre punte differenti :.gli fi danno l'ah per la Tua vel ocità : fi fi-
gurano anco le faette , o fulmini torti , percioche non vengono diritti , ma
ondeggiando ferifeono quando in terra , & quando ne i muri .
C. QucTlochcfidice,che la pietra del fulmine fomiglia alla faetta,&chefi
truoua tanti ftadij fotte terra , è ella cofa certa ?
A. In Italia chiamano faetta , il fulmine>& alcune pietre, che vendono del-
la forma del ferro della faetta . ho ancora intefo dire il rcllante , ma non lo
credo . Refta bora à trattare delle ghiande , parendo fuperfluo il dire , per-
che à Gioue fi diano le faette,& s’egl’è vero che l'Aquila le porti nel becco,
& che i Ciclopi facciano le faettc nella maniera che Virgilio defitriue nel li
bro ottano.
’Treisimhrifloriosrtim.treisnKhiSii^flfx
^ddidcrant , tmIiH treìi ignit , Cr aliùt .
B. Trouafi egli che le faette fi diano ad altri Dei nelle medaglie, o ne i libri?
A. In alcune medaglie fi danno àMinerua,& da gli fcrittori à elTa, & a Giu-
none , & di Minerua fi truouano molte medaglie di Domitiano, alcune del-
le quali io vi poftb moftrarc , & eccouele.
Cosi Virgilio parlando della vendetta che ella fece per la violcza da Aiace
Oilco vfata nel fuo tempio àCairandra,diirc,
Jffa laiiis rjfidxm uculju c nubihiK igtitm.
Di quella violenza mifece vederTAImirante di Napoli vna pietra antica
in Barcellona, nella quale fi vcdeuaPallade molto adirata perl’audaciadi
vn foldatOjchc ardiua di tirar per li capelli vna donzella che teneua abbrac
ciato l'Idolo di lei, & ve ne poffo moftrarc vn ritratto che io ne feci farce
Chela
I
Che la faettali attribuifca ì. queftc due Dee , la ragione farà» perche teneua*
no Giunone per l’aria, & più cerco, per Dea dell aria :& nclraria G genera-
no le factee con li nuuoli acccG. La faceta à Pallade par che G dia per dimo
ftrare il furore ,& il fuoco del fuo combattcre,& cosidifle Cicerone, & poi
Virgilio,
^ duo fklmina beili Scipiadn»
Vengo alle ghiande, che in Latino anticamente C chiamauano , luglandes,
quau louisglandcs,& il Poeta dice , [
^ìouitpLemaxtmafrondet
EfcuIuSt àtij.babitje Gratis aractUaquerats»
£c in vn*altro luogo 3
Sicuhi magna JouiSiifttùptOToboretpteraif,
Et Plinio parlando de gli alberi dedicati à gli Dei, nomina queAi ; uni efiuba ,
spollaii Umiis,Mi»cT>uetlet, Veneri myTttis,HcrciitipopuIia. Per le quali cofe G pro-
ua molto bene , che queAo albero è di Giouc : & tra gii oracoli più antichi
erano ouei del tempio di Gioue di Dodona , doue erano qucAi alberi , che
rilpondeuanocome oracoli, quando gl'buomini andauano colà smangiar
delle ghiande comporci, & per ciò mcritauano taii profeti, & Dei. Se a
queAo propoGco di Ae Virgilio ,
"Prima Ceretf erro morulefeertereurtim
lnlìiuit^nmiamilan4ei,aujMearhiaaSacrae
Defice-
L
Cl 1
V ■
4
>4^ DIALOGO
Deficereia fiììue, & yiUum Dodotu negtret .
C. Et quel che dice.
De cacio taHat memini fraedieere iptercm .
debbcelTere qualche fegno, perilqualcindouinauanole cofe future con
quelle due cofe che erano di Gioue, ciod la faetta , & la quercia .
A. Molto buonami par coicflaconfìdcratione,& non farà necelTario tratte
nere! più in ciò.
B, Intorno alpauonedi Giunone, ecci egli altra ragione limile a quella
dell'aquila.
A. lo credo che per la fua bellezza fuffe quello vccello dato alla principale
Dea ,& fé non fu per que(lo,fccondo quel che dice Ouidio,farà perche Gio
ue trasformò lo fua amica in vacca, & Giunone glie la dimandò,& hauòdo-
la riceuuta in dono, la diede in guardia ad vn pallore, che haueua cento oc-
chi, chiamato Argo. Mercurio poi Tingannò, tacendolo addormentare col
Tuono del flauto che egli fonaua,& con la verga del Caduceo, & addormen-
tato che fu,gli tagliò la tefla, (per il che Mercurio è chiamato da i Greci,Ar
gicida ) il che intefo che hebbe Giunone, conuerti quel pallore in un pano
ne , onde lì veggono i Tuoi tanti occhi nelle penne . & eccoui alcune meda*
glie, douc la vederete inlicme coi pauone .
■i
C. Et ipauoni, che erano innanzi à quello tempo, come erano nati?
A. Senza queg'Ji occhi nellacoda, come le femmine.
B. GiàmidiflTeV. S.l'altrogiornoperqualcagionelaciuetta&l'oliuofuf-
fero dedicati à Minerua .
A. Vili può ancora aggiungere la fauola della disfida nata fraPallade,&
Nettuno , cioè quando hauendo Nettuno dato del tridente in terra . n'vfci
fuora vn cauallo, & che Palladc con la lancia fece vfeire vn albero d'oliuo:
.1.1. II. acche pigliandoli i voti in Arene fopra chi hauellè vinto , le donne vótafTc';
roafauordi Pailade,&.gli huominià fauor di Nettunno,&che vi fu vn vo-
to più tra le donne. Quefta fu la caifa perche rcllò la città d’Atenc colno-
me di Minerua,chc in Gcecoli dice Athcoa,il che è ampiamente narrato da
Ouidio ,& notato da Virgilio nel principio della Georgica.
rnrnTiuj.ocitiprimafrementem -,
FuditeqMHmma^MOteiluspercuffatTtàemk ^ ,1 . r .
.... _ ' L. •
Per il
V I N T O. w
Per il che n conclude, che i caualli fon dedicati à Nectunno. & poco dipoi
parlando dcH'oliuo, dice,
0 Tegeaee fdttens , oleaetj. Miwrua initentrix .
Et eccoui delle medaglie, doue vedrete figurate alcune delle cofe fopradette.
Dionifio dicctchcall'hons'incoronò Mineraadi rami d'ok'uo, &perrì6 da indi inoanai tcftò DionvCin
pcicocona di vittoria adaliri. Ncigiaochi01impìcì,comelctiuePaurania,qucicbcviocau- a't«tl>«.r-
no,s incoronauanod'oliuo faluatico nn 'al tcmpod'Hcrcolc;il quale portò quctValbcro dai pacr Paoe-
li lpccborci.£rano quelli giuochi dedicadiGioue,comcìPithi; ad Apollo, ne'quali t'incorona
uanorimilmenced'alloro, & gli lAhmici à MeliccTUtò lotto altro nomeòl^eiuonc» nelliqua- & >.
U s'incoronauano di rami di pino,& in quei di Ncmea dedicati ad vn'altro PaIemone»che per al-
tro nome lì chiamaua Archcniirojs'incoronauano d'appio , come rifenfee il poeta Archia mae-
flcodiCicetone nel primoepigrammadiquellicbelouraccoldin Greco .& Ebano ancota fa- Ub.d.cf.
mentione d'altre corone. deanlmaj.
RaccótaPlinio.chemoftrauano al fuo tempo in Atene vn’oliuo,il quale dice- UbJ. •
nano clTer Io fteffo olino di Pallade:& che in Argo ne moftrauano vn'altro,
al quale Argo legò loconuertica in vacca. EtPaulaniadice.cbecoill'obuod'Ate-
nc, cometa palma di Deio , la quercia Dodonea.l'atlorodì Siria, & il platano di Menelao, che
moArauano in Arcadia, Se l'AgnocaOo che haueuano quei di Samo nel tempio di Giunone,era-
no i più amichi alberi , che lùllero nella memoria del mondoiSc fa Paufania nel tempo dell'lm-
peradore Marco Aurelio. *
B. V.S.alTegnò à Ncttunno i delfini , ma non fo perche più quelli che altra
forte di pelei , poi che egli era fignore del mare, le non mentono coloro che
dicono, che Gioue,& Plutone , & egli fi fpartirono tra di loro tutto il mon-
do, toccando à Plutone rinfcrno,à Ncttunno il marc.&ilrcftantcà Gioue.
A. In alcune medaglie di Marco Agrippa fi ve'dc da vna banda la teda del me
defimo Agrippa coronata d'vna corona'roftrata,la quale acquillò nella vit-
toria Attiaca contra di Cleopatra ■ & Marc’Antonio > & dall'altra banda vi
cvnNcttunnochehavndelfinoinvnamano,&neiraltravntridente. Et
in altre medaglie Greche del ReHieronedi Siciliafi vede la teda di Net-
tunnoda vna banda,& dall’altra vn tridente con ducdclfini- & eccoucle
acciò le vediate.
DIALOGO
15 . 0 . 17 »
^ altmal-
B. Già veggo che gli danno coteftc due cofe:raa dcCdcro di iàpcrc qualche
altra cagione più particolare.pcrche glie le diano .
A. 1 Greci chiamanoNettunno con vn nome nosEiAuN, che altro non vuol
dire, fe non che batte la terra, daU'effetto che fanno Tonde del mare nella
terra:& perciò figurauano Nettunno,che có vn piede batteua il tcrrcnoima
i Poeti gli danno diuerfi epiteti , che lignificano il medcfimo : & il tridente
glie lo danno per che con eflb poteua dìsfare,& rouinare ogni lcoglio,& fe .
rire ,& vcciderc qual C voglia pcfce , come ancora i pefeaturi fanno hoggi
di . & k quello propolito ci ferue quel che dice V irgilio .
• ottrudututuueifcofulojeiuli^etridcmi,
Errdflaitfcrttfyrin,0-tcmprrattequor.
AclUa. 11. Il Delfino, come dice Eliano, hadomiifio fopraiuitigliaItrip«fcidelmare,comcilIeonefo.
pragli animali della tetra,* merita d’ellcre (limato più de gli altri pefei, malTi-
mamente per l’amore che egli porta alThuomo , & aUa mulica , come li rac-
conta nella fàuoladiArione,ilqualc andando invnnauilio con certe ro-
be,! marinari lo volfero ammazzare per rubarlo; ma egli con affettuoli pre-
ghi ottenne da loro, che vellito delle fue folite vedi , che vfaiia quando can
taua ne i giuochi di Grecia, lo lafcialTcro fonare vn pezzo la fua lira , & che
dipoi lo gcttalfero in mare : & dicono che alla fua mulica venne vn delfino
notabile fra gli altri, il quale lo#accolfe con grande allegrezza,* lo conduf
fe in terra fano & faluo,douc poi arrjuò il nauilio , * furono appiccati i mal
fattori, come racconta Plutarco lungamente ncl conuitode i fette Saui.
& Elianodl quale alltg» i uerfi dello (leflb Arione pocci.che li .ama d’elfcre fcampato in tal ma-
niera. Et credo ancolitroui vnamedaglia di queidi Corinto con limile im-
prefa d’vn delfino , che porta vn’huomo per metterlo fotto vn’albcro . •
Quelle medaglie di Corinto a'intendono bene per quel che dice Paulània nel fine del primo li-
bro, & nèrprincipio del fecondo , che quando Ino col filo figliuolo Melicene lì gcirò in marc,U
làndullo fu raccoltodavn delfino, & poriatoi terra io qucidi Corinto, douc fotto nome di
Palemone Thonocauano ne'giuochi Illhmici , & coronauanoi vincitori con lì rami dipinu,co-
mepocofàdiccmmo. Auio Gelilo racconta d'vn’altrò delfino, à cui pìaccua,
che i fanciulli gli montalfcroidolfo,* di portarli per mare,* ritornar*
liàterra. Si truouavna figura limile in molte medaglie Greche diTaran-
to,co-
Aclka. li.
I».cs.45.
4ctoimal.
X.ib.7>'c4.
V
T a Della
i
Q_ V I N T O- ,.f7
to > come ancor dice Polluce, perche il Tuo fondatore dicono che fu Ta-
rante figliuolo di Necrunno.rac£UanoancoqueideUacÌRàdiUfomone[e<l*trgento,&
di runecò vn alrio^nciulloìdofTo jvn dclfinOiCom^diccElunodiffuramentCt mettendo tur* .
urhilloru.ofauoU. Et ogni giorno dicono che fi veggono appreflb ainaui-
lij:&velifaròvedereancorainvnamedaglia, fé bene alcuni gl’hanno per *““’*'•
fegno di tempefia .
8 :
Ift
DIALOGO
Veftvi ver
bofrcUoni
Oaid. Uj6.
faA«itun.
Della colonna mi par d’hauer Ietto, che fuor del tempio di Bellona era vna
colonna , fopra la quale tirauano vna lancia quelli che moueuano guerra
■ contra altri ; & fra Bellona & Pallade debbe effer poc a differenza: & per l’i-
fteffa caufavfauano anco vn’altra cirimonia, che era d’aprire il tempio di
Giano, (ieomeconil ferrarlo dimoflrauano la pace. & à quello propolì-
to cccoui viia medaglia diNerone,conparolechedicono. PACE. P. R-.
TERRA. MARI. QVE. PARTA. lANVM. CLVSIT. fe bene in alcune
altre fi legge, VBIQVE in luogo dì,teni,mjri.^»e.
Si ferrò quello tempio poche volte , cioè nel tempo del Re Noma, & poco do-
po la prima guerra Cartaginefp, & in tempo di Cefarc Augnilo : & per ciò
dice Virgilio,
CUnintur telli portae.
Et più ampiamente nel libro ottano ,
SmtgemiiucMHptirue, <Sk.
Tfec ciiftos dhfifiii limine Imut.
Quella fu quella pace profetizata da molti autori Giudei, & Gentili, nel
tempo della quale haueua à venire Chrillo noftro Signore. & da' veri! del-
la Sibilla Guinea pigliò Virgilio quel vetfo ,
Vacatumq. reget patria yirtuuhui prbem .
Etpocodipoi dice,
* Ipfae laUe domiim referentdifienta eapellaf
Vieta , nec magmi metutnt armenU Icona .
Della celata di Minerua non harei poco da dire, fe io raccótafsi le cofe che
ho vedute figurate in elTa in molte medaglie Greche, nelle quali èvna ci-
uetta, o vn ramo d'oliuo, o vn Pcgafeo.ò vn T titone,ò vn Pillrice,o vn car-
ro da due, ò quattro caualli .
C. Che vuol dinotare il Tritone, & il Pillrice ?
A. Se bene non è tempo di parlare hora di ciò , nondimeno lo dirò adelTo.
L'opinione vera è , che quelli Fegafei, Tritoni, Chimere,& Pillrici fiano fi-
gure melTe nelle nani , o galee . & cosi fece Virgilio,che diede tai nomi alle
naui, che vfcironoagiuocarenelle felle che Enea fece per la morte di Tuo
padre.Et eccoui alcune medaglie, doue vedrete figurate molte di quelle co
le nelle celate, Ce bene ve le mollrcrò vn’altra volta in altre medaglie.
Perche
tjo' D I -A L :0 G O
Perche è cofa certa, chenonfi truouano caualli con le ali, che fon chiama-
ti Pegafei , ma quelli che corrono molto , fi fuol dire che par che volino ■ ò
che fiano figli del vento, come quei delle caualle di Portogallo, che s’im-
pregnano di vento. Et tal douette elfere ilcauallodi Perico, chcvfcìdel
langue di Medufa : & in alcune medaglie di Corinto , & in alcuni intagli fi
vedeBellcrofonte fu’l Pegafeo combattere con la Chimera, laquale Efiodo,
& Lucretio figurarono in quefto modo , cioè con la tefta di leone, fic la coda
diferpcntc, neireftremità della quale erala tetta di effo, & dai lombilc
vfciuavnmczo corpo di capra, &gectaua fuoco per labocca . La fuain-
tcrprctatione è, che nella prouincia di Licia era vn monte, douc nel più al
to erano de*leoni,Sc in mezo delle capre faluatiche, & nella parte balta era-
no certi ttagni con delle ferpi,&della cima vfciua fuoco . il qual monte net
tò Bellerofonte di tutte quefte cote , prima eoa gettar molto piombo , ter-
ra , & pietre doue era il fuòco , & con cacciare i leoni, &Je capre, & diuer-
tire gli ttagni, & procurò /che fi colciualTe quel monte: &di qui venne la fa
uola che egli fali fopra vamonte tanto alto con l’aiuto deU'ali del tuo ca-
uallo,& che combattè coit y na lancia di piombo,con la quale chiufe la boc
la».». tj6. caalla Chimera,petchc ttruggendofcle in bocca,!! affogò.Polluce dice,chc
queidi Corinto faceuano quetta Fegato nelle loro monete , perche Bellc-
rofontccrajiatoq\iiui.& lo ttcttb fi vede nelle medaglie di Siracufa di Si-
cilia,che era colonia di C1C.& eccouene alcune.
et nelle mcaagiie oe roccnu ai Empuria, che limilmente veniuano da Corin
tOsfì truouano ancora quefte monete della vecchia città di Empuria con Ict
tere Greche , Latine, & Spagnuole antiche, come diremo vn altro giorno.
11 Pittrice è mezocauallo , & mezo pefee, & l’ho veduto folamentc in alcu-
ne medaglie di Galieno, & in alcun’altrc d’argentOi& in certi intagli,o pie-
tre d’anelli,due d’dfi che fenliuano à Nettunno per tirare vna carretta.
Et COSI
, (zed by v
ì
V I N T O.
Et così credo che nelle città maritime , come era Siracufado fcolpilTero nella
celata di Pallade,& così ancora il Tritone,il quale è vn moflro marino me-
zohuomo , & mero pefce,comehauete veduto che fi fuol figurareperlo più
in atto di fonare con vna conca, ò chiocciola marina.Queftì ammazzò il po-
uetoMifcnocompagnod’Encajpcrchelosfidòàronare. Et io mi traouo vna
medaglia ti'aigcnio, douene vedcreie vno figurato, deeccoucla.
Si nominò Palladc Tritonica per diuerfi rifpetti.Alcuni dicono perche ella fu
veduta apprefiò a vn fiume,ó ftagno, il qualefi chìaroaua dello ftefib nome .
Altri dicono, che TPITTH in lingua antica vuol dire capo:& che ella nac-
que della teda di Gioue per vn colpo datogli daVulcano convn’accctta.per
il quale andò con la teda enfiata à guifa del corpo d’vna donna pregna, co-
me fauolcggia Luciano.Et per ciò ella era tenuta per la fapicza. Della Gor
gonCtòMcdufa racconta Plinio che vna certa datua di Minerua era chia-
mata Mufica , perche le ferpi,che erano nella teda di Medufa , eflendo toc-
che,faceuano mufica. Dicono che trasformaua gli huomini in pietre,corae
diffufamente riferifceOuidio,& che i capelli fcleconuertironoin ferpi.per
chefene glorizua canto, che per cflifaceua à competenza con non foche
Dea , & forfè con la ded'a Minerua. Si truoua la teda di Medufa (bla in alcu
ne medaglie di Lucio Plautio,& dall’altra banda è l'Aurora con quattro ca
uallì:& hanno l'ali cosi l'Aurora, come la teda diMedufa *» altre medaglie ,
per dimodrare la loro velocità nell’aria .
In al-
1
Per Medufa s’intende l’ignorania.Ia quale con le fue vane imaginationi-tra^
forma gli huoratniinpietre, dccredendofi d’haucria pigliata per li capelli
fi trouano altrctantc fcrpi in mano, quanti fono i capelli. Fra i fatti de i Ci-
clopi mette Virgilio l'armedi Palladc in quello modo .
^epiaq. berrijicam , tmbme Tatlaiii trvxL^, i
Cerijrim fquamn fcrfeninm , amoq. folihint ;
Cotmexotq.mgiieis, ipfamq.inpeSoradiiue ;
CoTgóM (tefefto-veTtentemlumina collo , ^ ^
Et in vn’altro luogo dice così. j
tamfumriustrcetTTttotiurcfpiceTiillot
lofedu Hmio effHlgnt . & Gorgone puitt->. ,
C. llvocabolo, -^f;«.l4,chc vuol’cgliCgnificarc? , . a
A. 1 Grammatici Latini , & Greci difputano fopracotena parola , che e an- j
cora in Homero , il quale con Virgilio l’attribuifce à Gioue , dicendo , che |
era la peUc deUa capra Amalthca.che.lo aUcuò.fc bene altri dicono.chc «a
In alcune medaglie Greche di Larilfa patria d’Achille li vcdcMedufa da
vna banda, & dall'altra vn cauallo che li colca ;&li crede che lialìgucadt
Ncttunno , che ù trasfojmò in cauallo per amore di clTa .
V
••
Q. V r N T o.
interiore «retti, & ne i lati ci fonoccrte cofe come puntc,con alcuni lauo
Dice Pompeo Fello , che MamuCo VetuCo li fece à imitatione dVno, che fi
trouo nel palazzodi Numa caduco dal cielo* Et perche grindouinidìcC'ì
uano.che era neceflario il conferuarequello feudo , perche douunque egli
ftclTe,haueua à Ilare iui il gouerno del mòdo , fe ne fecero molti à quella fi-
militudine:& quello niaeltro nò volfe altro premio dell’opra fua ,?e nò che
quando! Sali] ballaflero con quelli feudi, lo nominalTcro qualche volta.
Dionifio allargandoli più di Liuio in tutte le cofe , dice . che quelli dodici
Salij erano patritij,& cheli chiamauano Palatini à differenza d'altri Ago-
nali o Collini, che inllituì Tulio Hollilio . Efli erano tutti ballerini, Sedei
raefe di Maggio vfeiuano à ballare p le «rade, nel Foro,8t nel Capidoglio.
11 loro vellico lo deferiue in quello modo : fopra le toniche dipinte già det-
tc,portauano certe cinture di metallo,^ (opra di effe certe toghc,che chia-
mauano trabee.che fono con i lauori di porpora , come le pretelle,attacca-
te alla fpalla con certi lacci, chiamati fibule. Fortauano certe berrette
altcdettcApici,comcmitre,chealtrile chiamanoTutuli. Haucuano le
fiiadealla cintura, & nella mano dellralance,o feeetri ,& nell'altra i detti
feudi, fe bene qualche volta doppo l'effere fianchi di portargli,!! dauano à i
loro feruidori , che li portauano fopra certi bafiuni alci , acciò che tutti gli
veddfero. Quàdo balÌauano,fi fonauano de’flauti,o de pifferi, il qual fuono
feguitauano. Stalle volte cantauano o foli, o in compagnia, fecondo che
etano i balli, o le danze . Di cofioro dice Virgilio nel libro onauo , parlan-
do dello feudo di Enea.
Hùic exMÌ:jJUfs Sa/ics, nudo/q» tupercos,
Lanigerofq.apicet^t^Upftanciliaaulc^
Et n el libro fcctimo parlando di quel che era nella porta del palazzo del Rè
Latino, dice;
j
y tir*
i
dialogo
SmcinUn triJ>ca,laeiu^,éncUe gerelut
C Hals>drdaTrrutr”Tòn I Latino.ouero con Y Greco Ancilia?
»-.HaiSCguoaitriu« .i.-,AU arino- come c ia.&fupcrcil
ia>. I. In
AidciSa
UXS.
cido,difcido,praecido,& Umili, « u ‘-’“;:i'Tr7be7tro^^^^
AN,vuol dire circum, come in molti altri uoghl • Trabea truouona
Cerne fatto mentione lo fteflbVirgilio nel libro fcttimo.parlando del Con
folo,che apriua le porte del tempio di Giano, per muoucre qualche guc
IpfeQijiràuli irabca^inUMj, Cabuo
Iitfignts.rfferii fìriJmlia • '-oa
Et nel libro vndecimo moftra,che fi daua la Trabea a i Re
MKBcr j portante , fiorisi. ««rW-
KtfeìljMregni^abcami.mfipiio’fofhs. , a n-i un’altra
T4 forti di Trabee fa Scruio , vna purpurea , che fi g
di porpora & bianco . che fi daua à’Re,& vn altra di
daia agli Auguri . Plinio dice nel libro ottauq . & nel nono ,chc Romol
vfò la p^orpor! nella fua Trabea , & ^he erahabito.che vfauano gli ^
Valerio Maflimodice,che acuindici di Luglio ''[‘i ‘
equiti à cauallo con Trabee. fto letto ancora.che
le comedie Trabeate,come ancora preteftate.St P* . > ^
i perfonaggi di elfc.che andauano communemente in oucl^abu^
nwmo doue lafciamrao . Cofa di marauiglia e quella, che dice PI nio deua
ftatuadi Pallade.che fece Fidia d’auorio & doro in Athcne.di vennl^H
bràccia d-altezza,nelcuifcudomife la b?ttagl ia delje Amazonb^^^^^^^^
tra banda la battaglia c’hebbero i Giganti con
màta fX,la battaglia dei Lapiti,& de i Centauri, & nella bafe .1 nafcirne-
^di trenta Dei, il che chiamo^ Pandoraivi fcolpi appteffo vna ferpe mara-
i,ÌBlioia.& nella punta della lancia vna Sfinge. .
B Bella wfa farebbe il vedere vn ritrattodicoteftaftatua,& fenonci fu^
Vero moUe altre cole hoggi da dire, io defiderer^
truoua Aiittodi quefte hgure : ma mi contenterò con Ivltimo della let
A** "Lalerpebó veduta in alcune ftatuc di Palladc nella vignadcl Cardinid
di Carpi in Romai& in Virgilio fi truoua,che le due ferpi. che
Laocoonte,& i fuoi figliuoli per vendetta d
caualloiche s’haueua a dedicare à Minerua , fi notarono alla fiatua d cua.
E^Hgiimtfaeiiaei.feiaH Tritonidis arcem ;
SHbpedib>ifq.DeM,cl;fpcii. fri orbe tepauur. . ,
PiuAnU p»rUndo d’vn» ft.tna limile, ancorché con certe differenze , figurandola co vna
^;rer&nducGrilbnipu'.àbaffonellac.la,,^^
vna vittoria dì quattro braccia in alto,dlce,ch’i lo feudo i pi^.fc in v"»®»"» Co-
dragone, o ferpenie à piede di detta lanaa , & ncBa bafe vnaPa«lot» già
Umente in qui,» al tepente.che poffiimocrjderc.che fia
neua i piedi & le gambedi ferpéte, na»di Vulcano.quandoi mnamorò di Pallade.fic per ioga
no di clfa fu generato brotramcnie.à’picdi di lei. . , ■
£inia,che vn macilro chiamata Mii.fcolpi in effo fcudodi hlinetua la battaglia de Lap ,
Ccntauri-Dclla Sfinge trouai l’altro giorno fcritto in vn mio ,
fra ella, le Arpie, le Scicuc, ì Grifoni , & i Pagafei 5*!* *1“®^,..'
za,fecondo che fi ritraheda libri, & dalle medaglie, & dall'intagli , o p
da figillarc,& da altre ancichicà,chc la Sfinge fola era fattaci tre cole, •
tredì duci & per qucUo Aufonio Gallo mette cif3i,& noni altrcjfcnucn
le lodi del numero ternario. 7emat
i
V I N T O. ///
Trrruii ^ufoMum -votucrn, leo,-virio, trifonms,
Sfbmx -volurns perno , pedibut leo , arepuelLt .
La Sfinge fi vede in alcune medagliedi quei di Chio Greche, & fu figillo di
Cefare Auguilo,che ha la faccia di donaelIa,& tutto il reftante di leone con
l'ali,ma alcuni vi aggiungono vna’ruo ta.QueAa era quella , che proponcua
à i viandanti quello enigma , che alle volte vfiamo dire, cioè. Qual èquello
animale,che prima cammina con quattro piedi,&poi con dne,& poi con tre
& alla fine con quattro; & fe non indouinauano ciò ch’egli era , glammaar
aaua: & foloOediporindouioò,&cosi difciolfelaquiftionc, dicendo, che
erarhuomo;pcrlaqualcofadiflcDauo,D4»«/><*ii»o» Oedipus. Et Ghero-
ne , hauendo Ortenfio accufato Verre d’hauere fpogliata Tifola-di Sici-
lia dimolte Aatue,& fra l’altre d’vna Sfinge di molto prezzo, che la do-
nò poi à Ortenfio per eflcr difefo da lui, lì dilTe, quando egli moftrò di noti
intendere ciò che i teftimonij diccuano , perche parlauano ofeuro : Ben gli
potreftì intendere quantunque parlallero ancora piu ofeuro, poi che tu
hai la Sfinge in cafa tua. D»Uallcfla Sfinge con le ali, & con la coda co i piedi di leo-
ne, & col capo dì donzella parla Eliano, (nuendofidiceràTCTfid'Enrìpide. Plinio dice,
chele Sfingi ronofpctic di feimie, credo che parli delle Sfingi fenza ali:
&cheil lorpelo è di colore fofeo, che verrà ad elTere come lionato feu-
ro,& dice che hanno due poppe grandi nel petto. Al'reeof' della Sfinge che am-
mazzò Oedìpo, òice Paulànìa. & eccoui alcune medaglie doue la vederete figu-
rata.
Io non ho veduto fenon in vna medaglia Arpie figurate, & in vna cornio-
la che io ho, ne fono due Icolpite parte in forma di donna. Se parte di
Tcccllo, perche lefaccic,il£ i capi d’effe fono di donna, & ilreffante d’vccel-
lo, come ledcfctiuc Virgilio dillefamente ,& altri poeti.
Aelian. IL
II. n. 7.
&)8.de 1*
oimil.
>tufao. li.
I.
V a
Le Sire-
1
> ■
h
è ■
<;;0’ D I A L O G <0
Le Sirene ancora parte hanno forma d’vccello,& parte di donna, ma hanno il
corpo mezodidonna>&le Arpie hanno fololatcAa didonna, &ic Sirene
la coda, & le ali d'vccello. Stecconi le medaglie, douc le vederete. ■ '
. Di modo che è falfa la iìguradelU Sirena come mrzo;pdCcc cundue code.
.. Coteftaè.la pittura che li fa per inl'egng delle camere locàdciSt.dellehoo-
teghedi fan Marco in Kialtoa Vcnetia.nia iopoiTomoQracui vn difegno
d’vna medaglia di Parrenopc Sirena, cheha la figura chcho detto,con vna
lira in mano . Quella è quella che dicono , che edifico Napoli, St in vn'altra
di quella città ho veduto per roucGcio vna lira, St vn monte, il quali! crede,
che Ila il fepolcro di Partenope , che cosi la. chiama V irgilio. nel fine delle
Georgiche. Se bene alili crcdono>che quel che fi vede >n quella medatfiia non lia vn roome ,
ma che lia la cortina del trìpode di Apollinc. ancor che in altre medaglie di quellacic
ti', o di quei Regno fi vegga vn Minotauro .
V-
. IT'-
- À
Vegga
1 =.
*5 ar
I
_ //7
Vcggafi quel che ne dicono Homero,Apollonio,ae Ouidio.ne’qudiii troverà,
come erano vccclli ; & in molcf antichità fi veggono le Mufe con certe p«;r
ne in caM,fuor che vna.& ceommunc opinionede gli antiquarii.che Ic^à
lecauaflcròqucllcpfncalle Sirene in vnadisfida.che hcbberocficfioloro. •
C.| Perche ha detto V.S.fuor che vna?
A. ; Perche fi dice , che quella fu la madre delle SireneJchiamata Terpficho-
re > le ben mi ricordo ilnome. ' •
C. Nonpotrebbon elleno effer le penne delle Piche , che fimilmcntc furo-
no vintedallcidufc?.
A. Se qisando effe cantauanoàcòmjjetenea, erano vccclli, benporrebbecf-
«re ma allhora elle erano donne, (eperòdicelaveritàOuidio.&lcSircnc •
lempre furono vccclli.& pote^nó cantar bene:& la madre delle Fiche non
luvnadellcMufc,mafuvnadbllcSircne. &ElUno&mentionc,cJieiaittori,*i •
ficeii.no le Sirene come dqiirclle, con l'di & pie* d'eeccUi, coihc hauete villo, fc eccooi ’
UMule,accioveduiccomclcfigittauanoncllemcd.elie. - ’I -anS.
Callioic.
- Clio.
Vntiit.
tnto.
Eucerpe,
TluUii.
-M •>
I Pcgafei hanno l’ali > & nel rcftante fono caualli < con>e gii Labbiamo >
echauete veduto nelle medaglie, '&hora,vc ne fatò veder fola vna di An-
tinoo,
Mclfoiae-
Tkerffico-
I Grifoni fo no figurati parte in forma di leone,& parte d *<1“'**=
fopra,cioèJa tefta,il collo.le rampe, &rali, fono d aqui4,&ilreltaji
di ieone.Si truouano in quefte medaglie, delle quali hoggi cominciammo
à trattare, con Apollo , ò con alcun tripode, 5c in alcune di Galieno con vn
ruota da carro .
«
V I N T O. tS9
tinooi
In vn» antichità, die io vcddi in alcune vigne di Roma,3c in quella parti-
cularmenteche era di Madama Margherita d'Auftria Duchefladt Patme, e
vna ftatua molto ben fatta di quella Scilla , nella quajc i cani Hanno intu-
riati fopra vn giouane facendone pezzi, & intanto vn'altro giouane Ha at-
trauerlatoalli detti giri delle code di Scilla. , . r • j
Di quello mollto parla Virgilio in quei verC,che credo che nano in due
B. Che cofa fono Scìlia,&Cariddi,&comcli figurano nelle
A. Quàdo io netti in Sicilia,all'entrar nello Hretto,che èfra ltalia,& l'iroia
• mi montarono Scilla,che è vna punta,che Ha dalla parte d’Italia, & dentro
allo nretto.apprelTo à Mellina è vn gran gorgo o voragine dentro nel mare,
la quale chiamanoCariddi,& quiui apprefib è vna torre che ferue per auuer
tire chi palTa acciò cheli guardi da quel pericolo. & di notte vi fi accende il
fuoco come neH'altrc torri,cbe fi chiamano Fari,o torre da ISterne . & per*
che quelli che v eniuano di Grecia verfo Italia , s'haueuano a guardare da
oueRo primo pericolo , che era loro dalla mano lìnifira , come ancora tutta
nfola,cadeuano poi nell'altro di Scilla , che era piu à baffo dalla mano de*
(Ira della detta 1 fola, & quiui lì rompeuano le naut nello fcogUo,& coli Io-
chiama Virgilio,■^^#«^/i■•^j?*«ya)'li^c■w»»I. Et perdo fi difle,
ineidit in SeyUam cupicmt yitare Charyhiim,
La figura di Cariddi non rhòmai veduta in alcuna medaglia,nè in altre an-
tichità. quelladi Scilla li vedein vna medaglia di Sello Pompeo in figura
di donna ignuda fino al bellico, la quale con le mani tiene vn rimone di
naue,& con elfo par che voglia dare vn colpo,& dal bellico m giù ha forma
di pefee, & fi diuide in due code ritorte in giro,& (otto al bellico le efeono
tre animali limili,che ralfembrano piu torto tre cani che altrim&ti ■ & Iranno
mezo il corpo fuora.Jc par che abbaino come potete vedete nella medaglia
Canitd*
S. Che cola fignifica quello Minotauro, oltre à quel che fauoleggianoi
\ moglie di Minos,&dcllabcrinto,doue (lette
Jk Minotauroj&diTefcochclamaazòj&quellodiquclgranmacftro De-
dalo,
D I A L O G
CdHdidà Jiccindm» UtrmtAui inguaili moK/lrif
DdlUbui -vexdjfe ratn,ù- gorgilf malto
■Abtimioinaiiuitcwiànalacerajjemariiàs.
B. Et che vogliono fìg^nificarcotcfti cani?
A. Il romotc che fa'il mare irato, quàdo percuote in quelli fcogliili rapprc-
fenta conl'abbaiare de’cani,&il danno, che riccuono quelK che danno
qutui attrauerfo, con la brauura di Scilla & de'fuoi cani .
B. Perche hi ella il timone^
A. Perche il primo & piu importante danno , che fi pacifica ne’naufragij,c il
perdere il cimone,& così quello mollro per disfar le naui che pa(l'ano,fi fin-
ge che pigli loro i timoni , & con eifit rompa le naui , & ammazzi i marinari.
Alcuni dicono,chè per quella figura fi rapprcficnta il danno che vicncdalle
cattine femmine, il cui primo alpetto,& ql che portano ficopcrco , è tenero,
& dclicaco,& il cenante é cofi dànofo,comefi rapprefenta:& coli la fenfiua-
lità caua prima il timone della ragione, & dì attrauerfo con elTa, & fi perde
l'anima,& il corpo di auelli che non fi allontanano da quello ficoglio .
B. . Che mi dice V.S.del Minocauro,che poco fa nomini
A. Che è fallo quel che dilTe Ouidio del.Srmwiuii^. bouem,fcmibouemij. -vinnii.per
che in alcune medaglie dì molte città del regnodi Napoli Latine&Gre-
che& piche fi vede il Minotauro con tutto il corpo di toro, {blamente con
la fàccia & barba grande d’huomo,fie bene con le corna, &con le orec-
chie di bue.
C. QualichiamaV. S.medaglie Piche?
A> _ Certe che hanno lettere incognite,& che nel reftante fono come quelle
di Napoli; come fra quelle iic v cdrete.
/tfl.
V I N T. O. :
daIo,& del Aio figliuolo Icaro, che volaua con Aio padre per l’aria con Tali
attaccate con la cera ? quelle A>n fauolc di fanciulli, & di ciarlatani,ò ci ur-
madori.
A. Voi m'hauete tocco appunto doue voleuo . Maioviracconteròtjue- .
nafauoladimaniera,chevoilacrcderete. Tutto quel che A dice del tòro DhxUiaL
innamorato diPafìfae,immaginatcui che fia d’vn adultéfo,che fi chiami To
to, come fi chiamano alcuni in Caftiglia,& in.Latino era cognome degli
Statili) , che fi diccuano Tauri,comc i Voconij, Vituli.Er credo che in certe
medagiiediAuguAofivcgghinoqucfliduecognomi:&mi ricordo di due al
tre di Cefare, che hanno nei roueicio vn vitello f>nza corna, con quefte pa
role. Q. V O C O N 1 V S . V 1 T V L V S. che era il nome del Triumuiro
monetale, chclafcce.&cccouele.
Così Dedalo fu il mezzano fri il ioroi&Fafi£ae,comeAiAriadne figlia di
Mino$,&Tefeo. CoAui trouò il modo, come il toropotelTe godere Fa*
fifae ,& come Tcfeo rapide Ariadne .
B. Checofaè ilLaberinto? I -
A. Vna prigione maluagia fenza vfcita,nclla quale flettcro^il toro Dedalo,
&Tefeo. Poinevfcirono per induftria di Dedalo,' i cui nauigando per
mare , cadde delia naue il figliuolo Icaro , che Aaua giocando con certe fi- '
gurediccrz,chefaccua Dedalo.
B. Truoua s'egli in medaglie alcnnela figura del LaberintoJ
A. lo nè ho vna Greca alquanto confumata, nella quale fi vede:dt credo
chefiadelRe AniiocoEpitane,perciochev’c il nome EfllAANOYZ chia»' -
ro ; l'altro nome non fi può leggere,ma fi fa che era cognome del Re Aniio*
codi Siria,& hò vna medaglia,doue fono ambe due le parole ANTIOXOY
Enl«ANOYZ BAzlAEfìZ. EtvièinefTadavnabanda Vnatefta divnRè
con la Aia falcia, ò diadema sòia fronte , dcdall altra vn huomo ignudo, il
quale hà nella man dritta il Sole,& fopra la tefta la Lunare nell'altra mano
bà vno A;ettro!& la detta medaglia è d’argeato di pefo di quattro dramme.
Horeccoui le medaglie, acciò le vediate. i
X B. Chi
i
Vi#
• ■
DIALOGO
B. Chi può cffere quello huomo ignudo?
A- Non ve lo faprei dire di certo,ma credo bene che’jGalofteflbRejCne per
ilfuo cognome vuol dire molto chiaro jòilluftre>&(iér quello hà il Sole>dc
la Luna, che fono le piu chiare & rifplendenti cofe di^ucAo mondo •
B. Perche hà egli la Luna in tcfta,& è coli ignudo?
A. Co fa chiara è, che la Luna fa grandi effetti nel ceruello de gli huomini.
Loftare ignudo dimoftra ilfuo candore, ò fpIendore,cheiveftitioccupe-
rebbono :& cosi fi chiamano diafane le cofe che tra lucono, come il cri-
fiallo,& il vetro, & l’acqua, & cosi èia Luna, che riceueilluroedal ^le,dc >
per quefto ancora li può mettere io tefta. Ma .tornando ì quelchc diccua*
mo , del mòdo che hò detto con che vfei Dedalo, & arriuò con altra gente à
Calcide, & poi con certi Calcidefi habitò Cuma in Italia, & col tempo ha-, '
,bit^rtmo molti altciluoghidiquellcbandc ,come racconta Velleio E ater-,
fulo lafigamente,& Virgilio nel principiodcl fcfto.
B- lj> Bp{i.barei creduto ,che V. S. fuffe ,vfcita cosibène di queAi intrighi »
ma non ha ancor detto , chi era il Minotauro .
A. Egli era figliuolo di Minos 6e del tOio : & perche in lui haucua piu parte .
radulterochc’fmiacito , lo fanno con la faccia fola d'huomo.
B*.. gt pffcheaggihngonoaiclle monete vnavittojUfopraiiMinotauto?
A.. Ioflfre4p<hf quando alcuni di quella citti>cJevfauano quella imprefa •;
Ò dinifa del Minotauro,Qttcntuano qualche vittotiaò ne giuochi Olimpi-
ci, ò inaltrUò.in battagliaiincorDnauano il loro Minotauro , & cosi batte-
Wqno lalpTimoneta con quella.6guta,T tuouafi ancora fenza la vittoria con
vnacorona;£ala»4sconvji.vafo4i4pdcfopra»&crcdoche quel vafo fuf- |
/e l'arafota, rielyinoCakiioi,òd’ 4 ltra citti di Campagna , che fi teneua per
il miglior vino d’Italia. ‘ ;
^ t-j 3 B. Dicami
s
I
t
i
\
Q_ V I N T O- '■r.
B. Dicami V.S. bora de i Centauri, ò Ippocentauri,cht: par che Cano paren-
ti,ò almeno conformi al Minotauro.
A. In certe medaglie diGalienotruouoliCentauri,òlppocentauritutto
vno, & fono ammali cópoftì d’huomo.at di cauallo:& vn di loro fi vede con
vnarco,& vn'altro con vn timone con vn motto che dice, APOLLINI.
pottebb’eirerc che voleffe mettere il fuo afccndente ftando il Sole in Sa-
gittario , come Augufio mife il Capricorno con vn'altro timone & vn mon-
do. Si truouano ancora certe medaglie grandi di metallo col nome di Ro-
ma ,doue fi vede Hercole, che combatte con vn Ccntauro.Ececcouene al-
cune.
San Girolamo dice nella vita di fan Paolo primo Eremita , che non è fauola ,
cheli truouino de i Centaurii& credo che Plinio fia della fiella opinioneidc
aggiugnie,che portarpno il corpo d'vn di loro nel mele ad vno Impe-
raoisre .
B. Quello debbe elTere come quello de gli huomini marini , che fi truouano
nel mare di Fiandra.
A. Niunacofa è imponibile à Dio; ma è difficile à crederle. Cofe molto
Arane fi toccano con mano elTer vere. Chi harebbe mai creduto ciò che
eraferitto deH'clcfante,fenoi non rhaueflimo veduto quei che lì dice
X a del
i
(d < ri <
Q. V I N T O. !fs
•Popnlut ^leiiae patiffimA, yilìi laccio,
• Formofac myrm Vennijia Umea Thoeho,
Quefli vcrfìmi potrcbbon liberare da quattro dimande,
B. Anzidarannooccalioned’altrettante, perche non v*aggiugne cotefto
pallore la cagione.
A. Seruiranno almeno per prouare che è cofa antica la dedicatione di que«
Ili alberi à quelli Dei ,& che io non me la cauai di mia tefta .
B. NelTuno crederà ciò di V.S.ma quale eia cagione, perche n da ilpioppo
à Hercole il frutto del melo i lui ,&à Venere?
A< Del pioppo bianco, che in Latino li chiama populus, lo non sò che
dirmi I fe non che è albero forte, lungo, & diritto, il che tutto conuie*
neàHercole; & l'hauer le frondi verdi & bianche, che àogni poco ven-
to tremano, poterono cosi inuitarHercole àfarfene corolla, comeGio-
ue fu inuitato dalla quercia con le fueghiande;&C vede in alcune meda-
glie di Pirro Re d'Epiro con vnafaetta,& con certe lettere che dicono,
AnElPnXAN , Doricamente, per, HnElPnXnN. & in alcune d’effe fo-
no due faccie, vna d'vn huomo incoronato con vn ramo di quercia, & l'al-
tra di donna con vna foglia & con vn frutto di pefea Copra la tella,che lì ere
de Cano Gioue , & Giunone,
Noobopo
roto iuucr
U metia—
giù dove
lunp le le»*
«ere, ntP*
Come li cònofee egli, che quella medaglia lia di Pirro ?
Per quelle lettere abbreuiate,che dicono, HYP .
Et perche li da à Giunone la pefea ?
Quella pefea l’hò veduta fu la tefta d'Ilis,& d'Harpocrate,che è il Dio del „
lilentio,&in altri Dei d’Egitto,comedi Serapi'. & credo ancora d'Ofiri, &
d’altri limili : fi dice, che la portano , perche la fronde è fatta à fomiglianza
della li ngua, & il frutto à fomiglianza del cuore; Se. conuiene , che le donne
Se gl’huomini ancora non parlino diuerfamenteda quello, che hanno nel
cuore :& quel che fi dice del Pomo di Venere, è cofa manifefta. che glie
lo diede Paride,come à quella che era piu bella di Giunone, de di Pallade.
Ma piu antico è il pomo d’Eua,fopra di che alcuni dubitano, che frutto fìif
fe,fecondo dice il noftro Accurfio, che dubita fe egli era vua ■ fico , ò mela ,
Se io dubitai fe fu mela, ò melacotogna , che fi da à Hercole , perche le mele
non fono tanto di color d’oro, quanto le melecotogne : &di quello colore
erano quelle, che tolfe Hercole de gl’horti Hefperij i come fi vede in certe
medaglie Greche di Commodo .
Et in
V I N T O. t<!7-
Mciiem f t magno fi ijHÌtelyfeotmet, fottuti '
Siclnni/mQ^eflorflrnxitofKtyériifm,
JUc per errato tofmo^ra .fernr^.fiAegtt
Orbe; inai legesortiiyUtj.celit,
Par che gl'antichi 11 dilcitafTcro affai di (imilhabito d'HercoIe,chedoDecte
efler più antico, che'l veDito di lana telTuta : & in luogo della fella metteuano
cotali pelli à ’caualli :& le tefte d'AlelTandto Magno in certe medaglie fono
con l’ifte(fohabito,perchecglilìgloriaua d'elfcr della famiglia dcgliHera-
clitiifc bene ancora lì vede in altre con vna celata, &fra effe vene fon alcune
che non hanno nè l’vno nc l'altro , Le medaglie che ho,fon quelle.
Commodo Imperadorefi raettena laTìcffa pelle d'Hercole^àtSce far delle
medaglie , & delle ftatuc con queH'habitó j come lì vede in vna ftania che è in
Beluedere in Roma,Ia quale tiene vn fanciullino, di cui fcrìuono nella fua vi •
ta,che egli ne pigltaua grande fpaffo , ancor cbe'non fuffe così grande, come
Hila,che era quello d’Hercole,il quale li fmarri nel conquillo del vello d’oro.
Mettcua in alcune medaglie la mazza con quelle parole .HERCVLES.
ROMANVS. credendodi competer con elfo nel tirar dell‘arco,& vccider del
lefiere faluatiche,ner chedicono ,che haueua lingular dcllrczza nel ammaz* '
zarnemolTe,&ciafctlna al primo colpo, Scindaretn qual li voglia fegno, che
in effe mctceffcro,&infaperc quali tiri erano tnortali : & eccoui alcunemc>
daghe, douc lo vedrete.
Della
f
mndwc.
•5
i<rf
mazza d’Hercole fi legge che douQque ella ftaua.fuggiuano le mofche.
?a tue fu del leone NemeSTco'l quale combattè(& la battaglia è fcolpita .n
molte medaglie Latine & Greche) non mettendogli le man. in bocca, come
credono molti, ma ftringcndogli la tefta fra i^uo petto , & quello del leone,
comefi vede chiaramentein alcune che adclTo vi mollrcro, & fon quelle .
,a quii J l'u me referifee Cicerone , & fi vede i n diuer fé medaglie ton
rnVp"u‘rcapr;.& concerte fearpe (Irane aguzze ,& riuolte all'.n su. che le
:hiama Repande A con vno feudo d aflai brutta forma .
1
i
I
V
Q V I N T O
tff
Et nella colonna diTraiano i Cgniferi & i eornicini,doègli alfieri Sri fonatori di
corni, Sccróbcici portaiuno certepcllidilupo,ò d’altri animali fupra U tcfta.
I Lupcrci ancora andauano ignudi perRoma,& bacteuano con le pelli de*lupi
quelli chcincontrauano . La mazza ancora mi par che fi delle à Tefeo , forfè
per clTcr egli vn aliro Hcrcolc,& potrebbe eflcre che i piu antichi non hauef-
fero nè fpade,nccorfaletti,ò altri arnefi.Et tanto più fece Hercolein fofferire
quelle dodici fatiche tanto celebrate , andando egli così male armato d’arme
difenfiucjcbc dcll’offenfiue haucua, oltre alla mazza>l'arco,& le laette, lequa'
li hcrcdiiò FUoèìcte. Del vafo,col quale egli beueua , mi rimetto à Marcanto-
niojcbe pretendeua , che tutti noi altri Antoni] fuflimo obligati à bere come
beueua egli,per eiTcre della fua famigliaima io rinuutio à quello priuilcgiotSc
palliamo ù gi'altri nominati in quc’duo verfi.Chela vite, rvua,S(il vinofiano
dedicati à Bacco , balleranno le parole di Terentio,s«»eCrr<rf ,<> Btfcbo friga
Vrntt. Si quel che dice Plinio del paefe di Campagna, che è prelTo àCa-
pua nel Regno di Napoli, che quiui fanno corapetentia Cerere, Bacco, & Mi.
nerua Copra chi di loro vinca nell’abboniiza del granoidcl vino,& dcH'oho,
B. Lo ftclto li potrà dire di quello paefe detto il Campo di farracona ,
A. Con motta ragione,
B. Perche danno le tigri à Bacco è
A, Per quel medefimo che gli danno i Satiri, i Sileni, Se lemafchere,& i TTirli,
Se l’altrc fciocchezze della gentilità. La miglior ragione, che io truouo, è per
gl’elfetti deirimbriachezza, che fa immaginare qualfiuoglia cofa , Se alcuna
volta fa trapalTare à far delle quillioni ,&dellccrudeltà ,& altre pazzie. Al-
cuni dicono che doma le fiere , Se le fa manfuetetfic alcuni altri,che è per Iq
trionfo , che ottenne dclflndia .
C. Che cofa fono i Satiri, &i Sileni? ....
A. Di due forti fono i Satiri i certi hanno le gambe &i piedi dtcapra,& le cor.
na,come il Dio Pane, che è piùbellia,chehuomo:& di quelli in Roma fono
due (latue molto iodate d'vn Satiro, che infegnaàvn Ermafrodito à fonare
la zampogna dimoiti flauti. Si veggono nel Satiro di maniera tutti i membri,
che mollra elTer huomo& becco, & ceni effetti d'arobedue gl'animali. 11 fan-
ciullo ancora dimollra d'elTcr cosi ben dóna,come huomo,& la ilclTa delicatez
la, 8f femplicità . Sono altri Satiri , che hanno le gambe, & i piedi d'huomo ,
ma hanno lacoda, & l'orecchieaguzzei&diquellifannoSilcno, il balio di
Bacco, che và molto graffo àcauallo fopra vn’ afino, & cosi chiamano alcuni
quelli Sileni. ElianochiinuiSairiTiiiti.fltcópagiudiBacco.&zIUgaJamecafiiooi de loco Lih.],c.4a
nomi, & ancora de’nomìde’SiIcni. ’**
C. Perche fi dà l’ellera à Bacco?
A, Perche la s’aiToroiglia alla vite ne'grappi , & perche è fempre verde, & perche
refillc alla briachezza , Se fepara l'acqua dal vino : Se per quello con molta ra-
gione fi mette per mollra in alcuni luoghi , douc fi vende il vino .
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170
DIALOGO
C. Che cofa fono i Tirfi ?
A. Lancio de'fanciulli come fciuk, con certi fiocchi in cima. &eccoui alcune
medaglie,d()uc c figurato Bacco >& alcune altre delle cofe dette di fopra.
Palliamo aH’alloto d'Apollo, & al grifone,* al Tripode.
B. Perche fon datecotcftecofc ad Apollo?
A. Dell'alloro già babbiamo detto vn’altra volta, come gli fh dato per la vittoria
del dragone detto Pitone,fopra la quale credo, che Giulio Polluce & altri
raccontino le cofe grandi, che faceuano i Molici, contraffacendo nella batta-
E lia il batter de'denti di Pitone, & le percolTc che gli daira Apollo : Se dell'aU
>ro di Delfo fon pieni i Poeti . & come Dafne fuggendo Apollo li trasformò
in arbore dello ftelfo nome in Greco. Virgilio mette infiemeU tripodi con
Tromteiu ttnerfrn Dmum, <jKi numma Thothi ,
Qm tufodaf , Clan/ tatiroi , ifai fiderà fenta .
La figura del Tripode li vede in diuerfe medaglie,* quali fempre con Apollo,
* in altre antichità in Roma. Et con Talloto in mano ve lo farò vedere in vna
medaglia che io mi truouo, * è fra quelle .
OhxiM.iu che fi caui dalie parole di Diodoro Siculo,* di Strabone, che in Deio
i6. smb. era vna boccad'vnpoazo di tre piedi,* che fopra clTafimeteeualadonnafu.
rr.« ralloroinque'verli.
riofa
Q V I N T O-
rìofachiamata Pithia, la quale profccizaua , & dal vapore che vfeiua di quel*
la grotta, ópozaoveniuaa^inpazzare,&à dire le pazzie, & poi gl'altrifa-
cerdoti adornauano quelle coloro verli :laqualcofahebbefìne alla venuta
diChrido. Et già Cicerone confelTa, che i tempo Tuo non erano oracoli co-
me prima, &!che al tempo di Filippo padre d'AlelTandro Magno la Pithia par»
laua fecondo la volontà di Filippo: & fopra quello mancar de gli oracoli fece
vn dialogo Plutarco pieno di molti fpropoltti .
B. Luciano fé ben gentile li burla affai de’fuoi Dell
A. Molti autori Chridiani, Greci , & Latini hanno trattato meglio quella argu-
mentOj&inregnatoquel che Tene debba credere .
C. Et perche lì dà il grifone ad Apollo i
A. Io non ne sò cofa più particulare di quel che fi dice , cioè che il grifone guar-
da l’oro di certe montagne non conofeiute ; & fi crede, che il Sole fia cagione
principale , che l’oro lì generi . Ho ben veduto in S.Pietro di Roma certe pic-
trecon molti grifoni di rilieuo,che à dueàdue haueuano in mezo vncan-
dellierebenilhino lauorato ,& fi diceuachc quelle pietre erano date pigliate
òdal tcmpiodel SoIe,òd’Apollo.
B. Mi par che V.S deffe à Marte vn gallo , & certe corazze , ò altre armi ; vorrei
faperne la cagione.
A. E cofa certa, che i foldati hanno ad hauere auuertenza di dar vigilanti la noe
te nel modp che fi il gallo, ilquale anch’egli và con la creda,& con gli ^roni
à guifa di foldato : & la trasformatione d’effo la mette Guidi» , che lo fa feu-
diere di Marte; & perche r’addormentò in vnaguardiachehaueuada fare,
che era d’importanza, hebbe quella figura. Delle corazze non farà neceffario
toccar cofa alcuna , poi che tutti lo fanno armato . In alcune medaglie ha vn
trofeo come vittoriofo,& ancora il fuo figliuolo Romolo, il quale acquidò
le fpoglie dette opime, ammazzando il capitan generale dell'efercito nemi-
co,&per quedo può portare quel trofeo:& eccoui le medaglie,doue li vedre-
te figurati.
Marte ha ancora altri animali oltre il gallo , & fono il Picchio , & i lupi , i quali
aiutarono ad allenarci fuoi figliuoli Romolot&Remo.Degl’cflctti della del-
la di Marte mi rimetto à gl’Adrologi .
B. Per qual cagione diede V. S. à Mercurio ilBecco, & il Caduceo t
A.Vnaborfaho veduto che ha in mano Mercurio come Dio delle merci, Sede’ Pinti- 1,
guadagni; & parlando della felicità, dicemrao,che'I Caduceo lignifica la bac-
ehcttadiuina,conla quale fi ottiene ciòchefidelìdera,& con tifa potena da-
re il fonno perpetuo , Se cauare dell'anime dell’inferno , ò far almeno che ciò “
pareffe. Del Becco non mi fouuicn altro, fe non che iol'ho veduto in molti
luoghi , come in certi intagli , & in vna infcrittione d‘Alemagna,& in vna me-
daglia , nella quale Mercurio da àcauallo à vn Becco (come lì dice che fanno
le dreghe ) & ha in vna mano il Caduceo, & ncllaltra vna chiocciola marina,
Y a conia
i con Tali , le fpighc , & i papaueri?
A. Tutti la fauola di Cerere, che andana con due fiaccole accefe in vrta car-
retta tirata da due ferpentijS'hà da intendere per il tempo, nel’qualc fi fiala ri-
colta del grano, che è nel maggior caldo, & quando lcbifcic,& i ferpenti fon
più velenofi . Cofiei dicono , che andò per tutto il mondo portando il grano
da Sicilia , come l'altro giorno dicemmo, dtdichiaramo quanto appartiene
a'papaucri,& alle fpighc. Et in alcune medaglie ve lafiarò vedere fopra la
carretta nel modo già detto •
172
con la qual fuona-.ncll’altra banda è vna vittoria, la chiocciola credo che gli
fiuffe data per l'officio che egli hebbe di trombetto , & lìmilmente di corriere,
& d'araldo:Et diciamo, che della pelle del Becco fiaceuano le tafche,& inuogli
de'mercanti,ò che gli facrificauano cale animale .Et cccoui alcune medaglie
doue vcdercte Mercurio figurato.
V. ^itv tii,..! w.Mhtvru,. u uui A uci 1 3 tto ÒÌ Ftofcrpina ?
A- Fiutone mife Proferpina figlia di Cerere fiotto terra, fi come illauoratore
mette fiotto terra il grano,quando lo femina .
B. Perche diede V. S. à Erofierpina la mela granata ?
A. Dicono che Cerere fi lamentò con Gioue della violenza fattale daPlutone
fiuo fratello in torle per forza la fiua figliuola,& che Gìouecommeflc,che fuifie
relUtuitain quello mondo,douc Plutone non haueua alcuna autorità > pur
^ chetila
V I N T O. >73
che ella non hauefTe mangiato cofa alcuna là giù neirinferno: &cheprefafi
informatione l'opra ciò, alla fine fu trouaco, che ella haucua mangiato al-
cuni acini di certemelcgranatc.colcenc'giardini del palazzo diPlutone,i
quali gl'haueuan tinto di paonazzo i labbri , & le punte delle dita .
C. Io afpetto bora vna gran moralità .
A. La potrete cercar voi in Higinio,o in Palefato,o in Fornuto.che altri chia-
mano col mal nome di Cornuto , ò in Placiade ,ò ne'commentatori de Kaptu
f roferpinae . lo non dirò altro di quel che tocca à me della melagranata ,
chepare vna iepoltura nella fuafcorza,&i grani paonazzi eran tenuti per
colore di morti, come i gigli azurri.de'quali dice Virgilio :
~~ ttunìiiti date lillà finii,
VKirpiireoi Jp^gÉm fiera .
Et in vn’altro luogo nelle elTequie d'Anchife ;
Tiirfiireos<i. ucit flora .
Et in quelle di Mifeno :
Vurfwmuj.fiifer -rcfla^-rcUmina nott ,
CofMcÌMnì •
B. Credo che V. S. perfeueri nella fiia opinione di chiamar paonazzo ilcoloc
purpureo . A
A. Hò veduto in Roma , cheiCardinali vanno vediti di paonazzo quando
portan bruno , & nell'Auuento , & nella Quarefima; & dello delTo colore fono
gli ornaméci de gli altari, & di quelli che celebrano:& Plinio dice, che le vio-
le fono di tre colori, furfHTeae,liime,ixlhie, cioè paonazze,gialle,& biancheific de*
gigli, cmdiiladiiie olia, rutncuifiirfkrea; cioè bianchi,roHi,& paonazzi: & infogna ''
come lì tingano le piante coi vino rodo, perche diuentino paonazzi i gigli : il
che ancora ho letto in vn’autor Greco • che tratta d'agricoltura. Già voi ha-
urete veduto vn herba,che fa certo fiore ruuido come hocchi di feta paonaz-
za,che volgarmente li chiama fior di velluto ;
B. E ella vifherba che non hà odore,& che fi conferua tagliata molti giorni}
A. Per queda cagione fi chiama ella amaranto inGreco,&Gmetteua nelle
hirlande de’ fiorì in ogni tempo , ma piu nell'inuerno, quando ci fono pochi
ori.Plinio chiama quedo fiore purpureo,& dice,che non fi trouauano vediti
di cosi bel colore,& lo nominò fpiga con quede pirole:./fiiioruiue non duhe -vinci- c. i.
nmr.efl auiemjfico f urfiirea'eniiii^iùmfla alufnii,io-iffe fine odore . Dice chc fiorifce nel
mefe d' Agodo,& che fecco , bagnandolo con l’acqua , ricupera il fuo vigore.
Nello dello capitolo dà alla grana , detta da lui cocco, il color di rofe, & cosi
alle porpore Tìrìe , & dibafe , & Laconìce . Chiama ancora purpureo il color
dell ametìdo,& delle viole , & quello del fiore della malua : & non è dubbio ,
che quede tre cofe fono di color paonazzo.
B. GiàV.S.hàreferito, chc Plinio affermi elferci porporedelcolordellerofe,
& del coccoio. grana .
A. Nó fi può negare.chc nó ci liano due colori di porpora,& nel libro nono Pli-
nio lo dice chiaraméte,& nel capitolo xxxvj.dice,che ce ne vna del color del-
le rofe, che tirano al nero, delle quali io non ne sò alcuna i ma ce ne fon certe,
che fono dlv’n roffo piu fcuro,chcraltre,& alcune paiono alquanto paonazze.
Nel capitolo xxxviij.dice:IV<in«to/oriii^«if Jrtfrior.Etpoco àia.pOÌ'.lttjitonethylH
color »i«àii.L’amccido è vna pietra, che fomìglia il vin rolfo inacquato ,& cosi
parepaonazza.Della porpora Tiria dice: Lmi eifummo.color faninìnu concreti, nigri-
cani affeSu. Et per quedo dice, che Homero chiama il fangue purpureo. Nel ca-
pitolo xxxix.rcfcrifce certe parole di Cornelio Nipote, che fu al tempo di
Cefare Augudo,& ferine la vita di Pomponio Attico , che fù fi grande amico
di Cicerone : Me nmene violacea fnrpura -vigeiatinec mallo foli rabraTareminaihnic fnccefiit
dibafha
- W
« • •
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•jm 4.
♦ig.rj-
DIALOGO
iihafh* Tyri» ; hoc T-Lentulm Sf 'Mcr ledili! CuruUt frimus inpraeiexia -»/*j , Cuennt CmfHU ,
Jiihtphjtimcdarbatnri]iiteUstiHHxePei,Di qucftc parole G raccoglie che innanzi al
Confolato di Cicerone i[Romani non vfauano la porpora ro(Ta,ma folamentc
la violata>che io dico paonazza.Del cocco, ò grana parla nel capitolo xli.& lo
chiama rKirnfj^«»imidice che lo portauanodi Galacia, & diMeridadi Spagna:
& cosi pure dice Horatio :
“ rubro "vbi cocco
Tolda fufer Itdot canderet teflis cburnot ,
Vedendo quella varietà in Plinio, mi rifoluo che quelli due colori di porpora
habbiano fra loro qualche conformità ,& che il rolTo delle rofe,& il fangue
rapprefofìacome paonazzo,8t che il paonazzo habbia qualche poco delrof-
fo;& quello è il purpureo , ò violato delle viole mammole, & deU’amaranto,
perche fc ci fulTe Hata tanta differenza, come è dal panno del color di grana,
chehoggi s’vfa,à quel di paonazzo, fi farebbe conofciutaalTai la mutatione
di Lentulo Spinter,& de gl'altri.che per porpora vfauano il cocco , ò il dibafo
Tirio;& pare che Plinio li confonda nel capitolo xxxvj. Hmcfirfcet,[eeure/q. \ama-
nat fiam faciutttjdcmj.pro maieflate putritiac cfl, iifliniuit ab cquhe Ctiriam, Dqs aduocaturplacan-
dit,omoeimi.>entmiUumhiat!mtriumphalimifccturauro, Et nclcapitolo xxxix.
Turpurat yfum Hpmae fmper fuifie yideo.fei Immuto ot tra^Èf ■ "am toga praetexta , <>• Utiort ciao»
Tullam HoSiilium c l^ibui prmum vfam Etri^it dcuidis^ii conSìat .
B. Perche dice, DifiiaguàabtquiteCuriam}
A. lo credo che lo dica, perche i Senatori foli portauano le tonichecó li chio-
di larghi telTuti di porpora , che cran detti , lati data : & quello è quel che dice,
che le pretelle, & il latior clauus cominciarono ai tempo di Tulio Hollilio.
B. Cotelli chiodi non doucuano elTer di ferro , nè d'altro metallo.
A. Già ho detto,chc eranodi porpora , & io intendo di lana paonazza, fin che
al tempo d’Augullo cominciò la più fine Tiria ■ che era quella chejtendeua al
rolTo,o al rofato , come già habbiamo detto.Ma palliamo inanzi nella comin-
ciata materia . *
B- V. S. non ha detto cofa alcuna di Cerbero cane di Fiutone , come fi figuti
nelle medaglie.
A. Lo vedrete in alcune medaglie , che bora vi mollrerò:& mi ricordo ancora
d'hauer veduto vn cammeo antico , nel quale il cane Cerbero era fcolpito fra
le gambe d’Hercole,& mi parche hauelTe tre capi,come lo dipingono,& la co-
da più di ferpente, che di cane,neU’illciro modo che è nelle medaglie.
• N
B. Delle ferpid’Efculapioccci egli da dire più di quel che s’è detto, parlando
della Salutci •
A. Quel che auuenne à i Romani,quando nel tempo della pelle mandarono per
l’Idolo d’Efculapio in Epidauro,chc credendoli di portare vna cofa di grà de-
uotione, portarono vna ferpe , la quale dal tempio d'E fculapio fc n’andò alla
•4 '
V 1 N T O. ///
ella vfei i ricrearfìA iui le fu fatto vo bellifllmo tempio, che hoggi è vna deuo
ta Chiefa con le facre reliquie del corpo di San Bartolomeo ApoAolo, & vi li
veggono ancora certe pietre in figura dinaue, con vn baAone, attorno al
ouale è vna ferpe auuulta,cume fi vede ancora in diuerfe medaglie A incagli,
(ioue Efculapio tiene in mano qucAo baAone.
Vn'alcra limile fciocchezza fecero i Romani nel portare la Dea di Fefinunte,
che era vn faAo nero come pece fenza figura alcuna .
C. Come conofccuano, che e'fuAemarchio,òfemina?
A. Quel che lì caua da diuerfi aurori;è, che i più antichi non haueuano Idoli in
figura d’huomini, ò di donne, ma come i Giudei, fSc i padri, & gli aui de’dodici
Patriarchi , che non tcneuano ne'loro altari figure d'animali i ben che
3 uando vfeirono della prigionia d’Egitto , già haueuano grEgittn la figura
cl vitello, come quello, che feceiomper Moi$ù,& fi crede che fùAe la figura
del Dio Apis tanto famofo .
B. Truouau egli Apis in medaglie ?
A. E opinione d’alcuni, che il coro, che è in quelle di Giuliano apoAata,fìa
la figura d'Apis, per vna Aella che gli Aàfopra. Altri credono che fia per di-
moArarc che egli rinouò l'vfo delle vittime, & de i facrificij , che fi andana
perdendo per caufa delia fede ChriAiana, già riccuuta da'fuoi ptedeceAòri.
La medaglia è queAa .
Vn’altra pietra come quella di Pefinunte fi vede ne i rouefei d'alcune medaglie
Greche di T raiano Imperadore ; & io ho veduto vn'intaglio con lo AefTo dife*
gno : & il tempio di Venere Pafia ècon vn’Idolo quali à guifa d'vna piramide
nel mezo, fi come deferiue CornelioTacico. Si veggono ancora certi colom*
bi .che Aanno attorno all’edificio .
Twh. Ik,
X. hUlar.
kilt».
Et
Etcomrfiritrahedaqurl che fcriue Plinio , le ftatue di Venere piu ftimatee.
rano quelle di Franitele, quella di Coo vcftita,& quella di Gnido ignuda,de'«
la cui bellezza credo che fì truoui vn dialogo di Luciano ; & quella che loda-
ua tanto Marco Varrone fatta da vn difcepolodi Fidia , che habitaua fuor di
Atene,che(ichiamaua Nemefis. DI Pafo diceche nópioueua mai in vnchio-
ftro feoperto del tempio di Venere . Potrebbe eflcrc , che fuffero quei fegni,
che fono nella medaglia di Traiano dinanzi al tempio,
H, LaDcadi Prlinuncechierai
A. Quella che chiamauano Cibele, madre de gli Dei vani, A coftei fi da vn pi-
no, ò delle pine, & vn crotalo, & alcuni leoni ,& certi facerdoti caftrati,chia-
niati Galli, La mala vita che coftoro tcncuano,c raccótata da Apuleio nel fuo
Afin d'oro, il quale ancóra riccue l’intcrprctationeche dicemmo, che voleua
dire di molto prezzo, come l’oro. Della Dea fcriuono Catullo, Ouidio, Scal-
trì: & io non vorrei entrare a dire de’fuoi amori con Atis,& delle fuegeloCc,
& furori, De’pini io fon d’opinione che nefaceficro fiaccole per andar collu-
meper li campi,& per le città .1 leoni fono i furori, che pati Cibele per il fuo
innamorato,& perciò i Coribanti fe ne vano con fegni di furore, & quali pai-
?i. Di quella Dea li truguano molte medaglie , Ella porta Tempre in tcftaccr-
te torri, come perfona molto principale, & fignora di molte prouincie • & ec-
couene alcune.
- Alcuni la chiamano Berecinthia,& altri Ifide.&nell’antichitàdi Roma.che
v^nno
• t
V
^77
^ vanno attorno ftampate.c vna figura di quefta Dea con i leoni & il crotalo,*
con Atis amico fuo appoggiato à vn pino,* vi fon quefte lettere, D. M. M. I.
che le interpretinOiUeaeMaswMatriijidi.O qucftc,M.D.M.I. che voglion di-
re,M.^i Deim Magiue !<(««. comcèinvna infcrittione, che comincia, c.Camcrim.
« li dice Uaea per il monte lda,chc è appreffo à Troia.* così chiama i Troiani
per difprcgio Numan9.RemuIo' nel lioro nono di Virgilio .
Tynfana foi^xKSJ. •ttcnt perttynthue nutrii
Idacae.finiie ama ■viris, ^ cedite ferro ,
Non sò feci retti altracofada dichiarare di quel ches’èdetto da principio.
B. CirettaàdirediDianacacciatricc,*de’fuoicani,*de’cerui.
A . lorhovedutainmoltemcdaglicj&pietred’anellaconvn cane da caccia.
& con la faretra & l’arco, vna volta piegàdolo, & alcun’altra ammazzando vn
ccruo i * ancora con vn porco (àluatico ferito.* eccoui lemcdaglie,doue la
vedrete ancor voi. "
(
Però le medaglie di Diana EfeCa fon piò da notare, & da confiderare, poiché
in elTe ella non ha nèla tettane le braccia di donna, mad'vn boccale ,od'vn
mottro , & non ha fe non vn piede , come vn vafo , & perii corpo ha molte
poppe, come ferine ancora S. Girolamo nel principio dell’EpittoIa ad Ephe-
uos.Conqùettofivieneàconfcrmare quel che dicemmodi fopra,che i piò
antichi non haueuanu figure d'huomini> o di do nne ne'lor tempij .
Z B.Et
l
I
17 !
DI A L O G O
S. Et che voglion Cgnificirc quelle poppe di Diana > poi che gl altri la fanno
«toaobu. a/'dÌcoL che è la natura .che dà nutrimento a tutte ie cole , il che C rappre-
lAnra. fenta per le mammelle : & in alcune ftatue, che haueua il Cardinal di C^rpi
in Roma, erano oltre alle mammelle, i fegnidcJ ciclo. In vna medaglia Gre-
ca di Fauftina fi vede vna Diana fra due cerni i«c in vn altra pur Grecafono
due figure, che pare che le faccin riuetenza. .
In va diafpro nero é incagliata con due balloni , vno per mano , & con
quelle lettere, EN.ATAeaiE XA.CE. come fedicelTe, Per ben riten-
go . Et nel rouefeio ha due capre faluatiche, che cóbactono • Wa cofa ho no-
tato ne gl’Atti de gliApo(lolt,douefidice, che queid'Efefo firagunarono,
ellendo S.Paolo in quella città, & gridauano, dicendo,Grandc è Diana d'Efe
fo : arriuò vno à dir loro, che non v'era cagione di muouer quella feditionc ,
perche era certo, che la città d’Efefo era deuoca à Diana . In quelle parole ne
c vna Greca,chefivedein molte medaglie Greche, NEDKOPaN, &ec-
couene vna.
Q^efta parola per inrenderla dà molto da fare à quelli che veggono le meda-
glie con qualche diligcnza:& la Tua propria incerpretacione e quel che 6 di-
ce in alcune inrcritcioni,or)u)iia7\(imiiii,.M<ie^if.nNi.&quel che dicono alcu-
ni , che era fegno che fuflc vna colonia , è falfa interprctatione : pcrcioche i
Greci hanno vn’altro nome appropriato à ciò.ll numero che à quella parola
Greta s|aggiugne,dimollra l'anno deU'lmperio di quell’Impcradore, ó la fe-
conda , ò terza volta , che è battua la medaglia per quelTefietto à honore di
quel
Q V I N T O- !7s
quel Dio, o di quella perfona . Con quello s’intendono molte medaglie Gre-
che, le quali hanno quella parola. Fra le cofe,che leuò Giuftiniano da i Dige-
fti,òcoloro che in nome Tuo lo fecero, fii quel che appaitencua àgli Dei.&
fitruoua in certi titoli d'Vlpiano pigliati, come lì crede, dal libro Ungulate
delle regole, che non eri lecito inllituir herede qual lì voglia degli Dei,
o tempi) di elli,ma folamante quelli . che erano prihilegiaci per Senaruf-
confulti,&pcr conllitutionc de gl'Imperadori,& erano quelli, fe ben mi-
ricordo, Gioue Tarpeio, o Capitolino^ Apollo Didimeoj Marte nella Cal-
ila ;Minerua Melienlcj Hercole Gaditano, cioè di Calice; Diana Efelia:
Cibele madre de gli Dei di Smirna ; & il Dio Celclle Salinenfe di Car-
tagine d’Africa. Quello luogo d’Vlpiano mi fà ricordare d’vn’altro di
Cornelio Tacito nel libro terzo , doue mette , che Tiberio Celàre volfc
leuat l'abufo de gli Alili, credendoli, che ogni tempio liauelTe facultà di
riceuere i malfattori : & trattolli nel Senato quali fuflcro i tempi), che ha-
ucuano quefto priuilegio. & furono vditi fopra ciò molti oratori, & am-
bafeiadori de’Greci , de’quali nomina prima quei d’Efcfo : colloro dice-
uano ,che gl'era più certo che fulTe nata quiui Diana & Apollo, che in De-
io mollrauano vn'oliuo, al quale {landò appoggiata Latona gli parto-
rì, & altri legni cosi euidenti come quello, & diceuano che quiui lì ritirò
Apollo, morto che hebbe i Ciclopi, per paura di Gioue :& che valfe an-
cor all’Amazoni queU'AIìlo centra fiacco; & che Hercole elTendo Cgnor
di Lidia , agumentò le lor cerimonie : & che i Perliani ,'i Macedoni, &i
Romani mantennero Tempre loro i priuilegi) che haueuano, Doppo quelli
furono vditi i Magneti, che haueuano il tempio di Diana Leucohiene,&
mollrauano i priuilegi) di Lucio Scipione Afiatico, & di Lucio Cornelio
Siila, o Sulla. Di poi quelli d’Afrodilìo del tempio di Venere , & quelli
di Stratonica di Gioue , & di Triuia con priuilegio di Giulio Celare, &
d'Augullo. Quelli di Hierocefarca del tempio di Diana Perlìca del tem-
po di Ciro, & pretendeuano d’hauet immunità di due milia palTi di fran-
chigia intorno al tempio ■ Quelli dell’ifola di Cipro haueuano tre tempi)
priuilegiati,di Venere Pafìa,di Venere Amachuiìa , & di Gioue Salami-
nio fatto da Teucro. Nomina ancora l’AGlo del tempio d’Efculapio di Per-
gamo ,& quei di Smirna di Venere Stratonicida , & quel di Nettunno de’
Tcni),& de’Sardiani,& de’ Milclì) de i tempi) di Diana, & d’ApolIo; &{ì-
nifee co’l tempio d’AuguRo in Creta .
B. Mi piace aliai d’intendere cotellc due lille de'tempij degli Dei priuile-
giati,&mimarauiglio come non s'accordi Vlpiano con Cornelio Tacito.
A. I priuilegi) fono per dilferenti cagioni, & i tempi deli’vno & dcU'aitro
diuerfi.
fi. Nel libro delle fauole in verlì di Gabriel Facrno amico di V.S. fon cer-
ti vcrfi,douc mette molti alberi dedicati à diuerh Dei, & io defidererei
fapcrc , fe quella è inuentione fua , o da chi egli l’ha pigliata.
A. Ditemi i verlì, fe ve ne ricordate.
B. Ciedo che Cano quefti .
Legete frefruf Dif fihi qmndam trboret
tjiua ipiìfqMe -veUel effe tutela in fua :
Quereum fufremut Iupiter,myrtum Veuut,
Vinum bumidi tridentifer reltar fall ,
apollo lauruutyfopuluui exeelfam Herculet.
A. Non palTate più innanzi -Niccolò Perotto Arciuefeouo di Siponto nel
libro che fece fopra Marnale, ferine vn epigramma Umile, ficdice che lo
piglia da Auieno , ancor che nelle fauole d’Auicno non mi ricordi che
Z t fifia.
1
i8o D I A L O G O
vi fia.I vcrfi che egli mette , confefla che fono fuoi, hauendoli compofti
nella fuagiouentu.
oliai ijMt -KlicHt rffe in tmel* fun
Dilli Itgenmt trherci ; ^ncrctu Ioni , *
CI mymu f'eneii flunit , Thotbo Unrnt ,
Tia»< 7<(y/<M«>P«f*l**"l/‘»Hfrfali. ^
Del renante non mi li ricorda, ma sò.che lo dice fopra quelli verfi diMar-
tialc , nel primo libro à Fiacco .
Qnii foffiat hederte Btcehi dtreiVnUadii nrbtr
hicliiut yariné ponderi nigrn cmM .
B Due dubbi hò,vno perche e’dieno à Nettunno il pino, poi che V.S.lo-
daiCibele: l’altro perche’ chiami albero nero l’oliuodi Minerua.
A. Gi>hòdettolacagioneperchedauanolepine,&il pinoàCibele: quelli
poeti diranno le loro ragioni . & boia mi fouuiene vn dillico del nollro
poeta Martiale Aragonefe fopra le pine .
Toaw fnrniu Cybtlti , procul bine difctde yinor.
Hi udii in mifernm noflra nini upm .
lo credo che vedendo che pinus li piglia in Latino per la nane, per nuella cagio
ne che egli è lamateria di che li loglion fare lò naui lo delfero à Nettunno.Si
prona ciò che è detto, per quel che dice Virgilio delle naui, che Cibele per
elferfattede’pini del monte Ida, trasformo inNinfe,
Htifnnuu Idiiae furo de yeniee pinni.
Piùllranacofa è , che il pino & la quercia liano chiamati Herili,& fenza frutto,
poi che fanno le ghiande, & i pinocchi,che fon frutti non poco llimati ,& di
cosi buon fapore , come le oliue. Quanto al chiamar nero l’olmo , non faprei
dir altro , fé non che li dilfe cosi , perche l’oliuc mature pigliano quel colore.
B. Io mi contentodi quel ches’èoetto,V.S.fcguiti iltcftante.
A* Sarà meglio lalciatlo per vn’altro giorno.
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DIALOGO,
SESTO
7
DELLE MEDAGLIE
D’ AFRICA. FRANCIA.
et SPAGNA-
.R A N piacere harei d’intendere da V S.quel che C truo-
uanellemedagliefuord’ltaIia,& di Grecia, & partico-
larmente in quelle di Spagna, di Francia, &di Carta-
. gine.
\Con gran ragione fe n’hà da tener conto , poi che da vna
banda l’amor naturale c’inclina ad hauer cura delle cofe
del noftropaefe,& dall’altra la fama antica delle gran
T viiTTrrf prodezze de’ Cartaginefi , che tanti anni furono cosi
principali lignori,& capitani in Africa,in Sicilia,in Spagna,df in lulia,ci hà
da metter delìderio di laperne tutte quelle particularità , che è pombile . Ma
c’è vn grande inconueniente che’ non s’intenda lalingua Punica delie me-
daglie de’Cartaginelì, nè l'antica di Spagna j & per quello fi va molto al-
la cieca in aliai medaglie. Oltre à ciò fi cornei Greci, &i Latini filmarono
infinitamente cherefialle memoria delle lor prodezze & amoni, cosi pro-
curarono cheli lauoralTcro delle buone monete, de che in effe per mano di
buoni maefiri s’improntallero i lor fatti. Quelli di quelle altre prouincie
vollero più tolto far cofe buone, che fcriuerle ,o lafciarle per memoria umle
medaglie ,& nelle ftatue :& cosi non hebbero buoni maefiri, che lauoraue-
ro bene le moncte,nè in quelle che lauorarono, mifero le cofe, chedefideria-
mo fapere di quei tempi .& per quelli inconuenienti le bene delle medaglie
Greche & Latine fi trouano da poco tòpo i-n qui alcuniche n’habbiano l^rir-
to,nondimcno di quelle di Spagna &di Cartagine nonveggo che nnabbia
fcritto alcuno. . , . i l r
B. Quanto maggiore è la dillìcultà , tanto più voglia ho d'intendere quel che li
truoua, fieli può dire di quella fortedi medaglie.
A. A me ancora piacerebbe di poterlo fapere, fie dire: ma oltre alle difiiculta,
che hò già detto , fen'aggiugnevn’altramiaparticolate.cheè,cheionon
ho veduto molte medaglie nè de’ Cartaginefi, uè de gli Spagnuoli,nè manco
de’Francefi.
B. lo mi contenterò di fapere che medaglie ellaha di quelle due , otre pro-
uincie,fi( quel che crede che voglia lignificare ciò che u vede io effe.
l
/
D I A L O G O
A. Coteftofolonon mi darà molta noia, ma fcruirà per infìnà tanto che per
vn'altra via venepofliate informar meglio: & cominciando dalle raonerc
d'Africa, oltre à quelle che credo che liano de’ Cartagineli, io hòvna meda-
glia del Rè luba di Mauritania.
B. Etcomeliconofce cheella fiafua?
A. Perche v’è fcritto con lettere Latine dalla banda della faccia,REX.IVBA.
B. Deue forfè elfer quello che guerregiòcontraCefare in Africa in fauor de'
Romani, & che haueua la voce di Pompeo ,& dc'fuoi figliuoli .
A. lo non lo sòdi certo : ma credo chefia fuo figliuolo ,& (fé non m’ingan-
no )allcuato in Roma, & che Augnilo gli facefie grada di reftituirlo nel fuo
regno.Et ha più del verilimile,che coftui,iI quale lapeua meglio la lingua La-
tina, faceflc batter delle monete con elTa: fé bene dall’altra banda fi veggono
dellelettere incognite, &la figurad'vn tempio, che alcuni vogliono che fia
vno edificio, che egli fece in vna città, edificata da lui, & che ne faccia men-
tione Vitruuio, ò qualche altro fcrittore. Quello luba è chiamato daPli-
nio Rè delle due Mautitanie , & dice che egli fu molto dotto , Se padre di To-
lomeo . Hàintella la diadema di Rc,& certi capelli.òfafce legate attorno,
che pare cofa llrauagante.hà la barba lunga,& il vifo magro, & hà cera di Spa
gnuolo,& tiene vno feettro in mano.La medaglia è di pefod'vna dramma, o
denario, & è alquanto fiottile, come vedete.
B. ChechiamaV.S. diadema di Re? perche le corone, che hoggi dì s’vfano
con molti gigli, & con molte gioie, non credo cheli trouinoin alcuna me-
daglia.
A. lochiamo diadema vna fafeia, o benda larga tre, o quattro dita , che
portauano i Re legata sù la fronte con certe p'arti d elTa pendenti di dietro .
C. Acotellomodo fi potrebbon fiomigliare o a’fanciulli quando fono crefi-
mati,o quando hanno rotra la tella.
A. Quando la falcia fulfie di tela bianca,potrebbe ciò elTcrc : mà fe eradi colo
re diporpora,o gialla,o verde, non credo chefie le fomiglialTe .
B. Se cotella falcia fichiamaua corona, quandodiceuanocoronad'oro,in-
tcndeuafi egli di cela d’oro, odi broccato, o pure come quelle d'hoggi di
metallo?
A. La tela d’oro, & il broccato fono inuentionì più nuoue,fe bene la fiera era
poco in vfio : & quella corona edmunemente era di porpora della più fine, ma
di lana molto fiottile : & alcuni vi doueuano elfiere che la portauano di linoiO .
di bambagia mefcolata con la porpora,o con l'oro.Et al tempo de gli Impera*
dori Chriftiani,perche tencuano per mal fatto l’incoronarfi d’alloro, comefe
Cero gli altri.,che furono innanzi àConllantino, fi milero lacorona difeta,
come credo, con perle, & con gioie di diuerfe pietre.
C. Che fcrupolobaueuan eglino di metterli la corona d’alloro?
A. Dice TcrtuliiaDon.ellibrodeCoronamilitit,cheifioldaciChrillianinon
potcuan
■'w
l
SESTO.
poteuan portare le corone d’alloro in teda, come i foldati gentili; per che ciò
era vna fperre d'idolatria ; & che piu tolto acconfentiuano , d'elTere ìcacciati
dairefercito, che portarle: & allega molte ragioni in confermatione di que*
fto, che al fine non concludon molto . Ritorniamo alla corona d*oro . Que-
fio vocabolo Corona,è molto gcneralei& fi piglia per tutte quelle cole che fi
poflbn mettere intorno alla teda, come fono i rami d’alloro , d’oliuo, di mor-
tella,odifiori :&cosl medefimamentc le corone d’oro, d’argento» di ferro,
la murale,la rodrata, & la vallare, le quali tutte fi chiamano corone , & non
diademe.Sivede ciò perii cognome d’vn Metello, il quale perche portaua
fafeiata la teda per vna certa Krita, o infermiti, lo chiamauano diademato:
&per quello chedilTero à Pompeo,il quale fi mife vnafafcia alia gamba perii
male che’forfe v’haueua:Non importa punto in qual parte del corpo tu porti
la diadema, motteggiandolo, che lì volefie fare Redi Roma, come racconta
Piutarcho:&cosili veggono incoronati, ofafeiati inmoltc medaglie Nu*
ma, & AncoRi di Roma, & AlelTandro Magno,& Filippo, 3e Perico di Mace-
donia,&iRcHierone ÒtCirolamodi Siracufa,&molti altri, de’qualiìo ho
delle medaglie.Et mi ricordo d'vn detto d’vn Rc,dicui hora non mi fouuiene
il nome,chc dilTe:Se gli hnomini notalTero bene i penfieri,che portafeco que
do pezzo di panno, non lo ricoglierebbono di terra , quando lo troualTero.il
che è conforme à quello che fi racconta d’Alcflandro, che col fuo diadema le
gò la ferita, che haucua fatta à Lifimaco , & fi tenne per buono augurio , cioè
che egli hauefle ad elTer Re.
B. lo ho vido alcuni Imperadori nelle medaglie incoronati con lecorone or-
nate di certi raggi, o punte, che pareuano d’oro, come quelle che s’vfano
hoggi. _
A. Già l’altro giorno diin, che gli Imperadori fe bene erano fignori di Roma ,
non voleuano però eflierchiamati Rc,ma fingeuano,di gouemare la Republi-
ca Romana come Capitani del popolo Romano , & per quedo non portaua-
nole corone, o diademe diRe,ma corone d’alloro, ciniche, o graminee,
o alcuna d’oro,le quali fi dauano a’ foldati per qualche cofa fegnalata che ha-
ueflero fatta.
B. Coteda ragione mi par buona.
A. Io non ho medaglie d'altra prouincia dell’Africa fc non la fuddetta di lu-
ba,& oltre à quelle di Cartagine, alcunedi Lepti, &dt Cirene, che fu colonia
antica de’ Greci , & credo che il fuo fondatorefi chiamalTe Batto, di cui parla
ngn folo Catullo,ma Strabone,& altri . Mi truouo vna medaglia d’argento di
pefodi due dramme,nclla quale fi vede vna faccia d’vn giouanc con lecorna
di montone, & dall'altra bandareffigìe d'vn’hcrbadi grolfo tronco con certe ^
foglie piccole,& fiottili, che fomigliano l’appio,& il tròco par quali fimilc alla
ferula,dall‘e(rer piu grolfo in fuora.Non vi fi veggono altre lettere,fe non tre,
K. Y. P. che è il principio del nome di quei d> Cirene ■■ & eccoucla.
L’her-
i
DcUa
L’herba fu nominata Silfioda i Greci, & da i Latini larcrpitiiLScriued'cOb Pii*
nioluogamentc,& che folcuaclTcr più (limato quello di quello paefediCirc
ne,& che già al fuo tempo mancaua di trouarlìUa qual città fu edificata cento
quaràtatre anni doppo Roma.ln vna comedìa di Plauto fi finge, cheifi rappre
lratilacomediainelIa,&dlaKudence,& vifiiàmcntionediqucfio negotio
ò traffico del Silfio.
B. Per che fi mette quella figura del giouane con le corna? . .
A. In 'Africa figurauano Giouc in forma di Montone, cioèconle coma di r'-.
montone,come fi vede in alcune medaglie Grecheìdc vi era vn tempio.di que
Diad.Si% fto Giouc montone, che fi chiamaua Ammone , al quale fi trasfeù Alcilandro
Magno,&i'Oracologiidiirc,che egli era fuo ^liuolo:&perchcquelloGio*
ueportaualecorna,ficredechcperdiuotioneiRcancorafimcttencroqueile '
corna.Et cosi fece Lifimacofiuorìtod’Aleiraodro, nelle cui medaglie fi veg
gono quelle coma, & non di toro , come diflc il Politiano . E ancora da cre-
dere, cne Batto fondatore di Cirene fi mettclTe altre corna limili perla ftefia ^
cagione. Mi truouovn'altra medaglia dello AelTo modo di metallo, ancor che ' /
peli il doppio,& la faccia in clTanonfia di giouane, ma d'huomo d’età virile-: '
& quefia potrebbe cfTere l’effigie dello Aeflo Ammone, & cosipar che dica vn
ZokkL la Greco, che credo fi chiami Zenodoto,doueparladei Silfio di Batto . Di
quefte medaglie fcrifieAriftotile , fecondo che referifee l'interprete d’Arifto-
dUooi. fane,come fi c detto. ■ ■ u . .
SESTO- i>s
Della Coloniadi Leptisfitruouano medaglie, che hanno da vna banda rna
tetta di donzella con vna palma dietro, &vna parte d’vn’ala nelle fpalle,la
quale debbeelTcre vna Victoria, conletterechedicono, COL. VIC. IVL.
LEP. che voglion ditCfC‘’lo»u yilhix lidia L^p/ii'&dairaltra,M. FVL.C. OTAC.
PR. OyiN. & vi fi veggono due buoi, & vn huomo,che vàlor dietro.
B. Che voglion lignificare cotefte lettere?
A. Marco FuIuiOy Caio Otacilio 'Pratlorib. QMiiupieiiiiatA.
B. Per che non fi chiamano Duumuiri?
A. Non ve lo faprei dire:ma sò bene, che quei di Capua fi chiamauan Pretori ,
come narra Cicerone in vna delie fue orationi contraRullo de legc Agra-
ria. Egli cdaDotareinqueftamedaglia,chequel che in altre medaglie Ili
C. V.I. in quella fi vede con più lettere COL.VIC.IVL.
B. Che lignificano i due buoi, & quell’huomo ?
A. Dimollrano che l’era coloniarche come d iremo vn altra volta, quando fi fa
ceuadi nuouo vna colonia, mctteuano algiogo vna vacca, &vn bue, & face-
vano vn folco, doue haneuano i elTerc le mura della colonia , lafciando però
difcgnaredoueandauanoleporte.Di quella Leptis parla Paolo nel fine del
titolo de Cenfibus.ne’ Digetti, & la chiama Leptis Magna; & dice che Seue-
ro,& Antonino lediedero ilpriuilcgio,chefi nominaualus Italicum . Plinio
mette due Leptis in Africa, vna nella prouinciaBizacena,& l’altra detta per
fopranome Magna , appretto alla Sirte maggiore ,che è vicino alle Gerbe .
B. In duemie medaglie fono le ttettclettere,COL. VIC. IVL. LEP. male te-
tte fon digerenti : perche in vna fi vede la faccia d’vn giouane con vna cela- ,
ta, & neU'altra vna faccia di donzella.NcI rouefeio di quella fono quelle let-
tere, L.NER.LSVR.PR. Ti.VlR.che fignifican elleno?
A • iMcio Utch Sara Traitoribut DMumumt.
B. Nell’altra,P.SALPA.M.FVLV.PR.lI.VIR.&inambedueìvnbue nel
rouefeio. , _ _
A. Hora vengo alla gran città di Cartagine , la quale molti anni hebbe com-
petenza con Roma,& la ridutte molto alle ftrette.vincendo i Romani più vol-
te fi per mare, come per tetra ! ma col tempo fu da loro foggiogata ,& alfitic
dillrutta.lfuoi principi] li deferiue Virgilio con molta accuratezza :& fe
non fi futtedillefo negli amori di Enea, fingendo quel che mai non fu, fareb-
be ballato per conferuarl'hittoria,&i principi] di quella città. Le medaglie
più principali, che mi truouo di effa, fono ducd'argentq,&ciafcuna edipefo
di più diquattrodramme.In vnafi vededi mano di miglior maettro la faccia
d'vna donna molto bella,con certi delfini attorno, & nel rouefeio la tetta & il
collo d’vn cauallo così ben fatto,che par che fia viuo,& dietro à quella tetta c
vnalberodi palma co’fuoifrutti, cioè dattili in grappoli , & fono al collo
del cauallofon certe lettere. Icquali non s’intendono: ma fi crede che Ila il ,
nome, che dice Stefano nel fuo libro delle città, KAKKABH, che in lingua ,
Punica è il nome di quella città. NelPaltra medaglia da vna banda e vn mezo
cauallodbpra il quale è vna Vittotia,che l’incorona, & credo che ci fia di piu
vn granellodi grano,8cdall’altra bandai! vede vn’albero di palma con mol-
te nondi. Se alcuni grappoli di dattili ,& le foglie pendonomolto all ingiù,
&in mezo alla medaglia da quella banda dell’albero fi veggono dell altre let
tere Puniche, le quali fomigliano quelle della prima medaglia, eccettochc
quella non i di si buona mano come l’altra, & cosi le lettere non hanno la ^
ftetta gratia,& ptoportione,& paiono leccete da bolle, & da breui,& eccoucle.
c’ O
Aa
B. Dicami
« .
1
Vir
VtJenJj.
widio A-
Imadro •
B. Dicami hora V. S. particolarmente, perche ella crede, che cotcfte cofe (ian- ‘
mclTc in quelle medaglie? & prima la faccia di donna:farcbbe ella forfè 1 effi-
gie di Didone, che fondò, Cartagine? ^ ^
A. Non lo concedo ,nc lo nego. Può elTerDidone, può eflcr Venere, può cf-
ferTcthi moglie dcll*Oceano,può effer la fteffa città marittima, & può effer an ^
cora qualche particolar Deade’Cartaginefi,ancor che Virgilio dicacheGiu
none fuffe laura Principal padrona, oauuocata. m ■
B. V.S. mi confonde, più tofto vorrei che mi diceflevna cofa fola.
A. SiaOidone. pafliamoauanti.
B. Perche è nell'vna ,& neU'altraraedigliailcauallo?
A- lononguardomaivna di quelle medaglie che non mi venga à mente rn
verfodi Virgilio, doue è fcrittocotello,comcfc io rhauclfidauanti.
ljUKSin'vriefHÌtnudU,laeliJJimMS'»mln-t,
Quofrinuim ijUali yndis d- turbine Toeni _
C^ierehcofiptuniyijMd regia Iioio
Mt)«lirarjt,eafiitacrisequL-fienimfiXebeUti
Egregiant,& facilem per faecuU genlem.
Et è da credere, che quella tclladi cauallo,che allhora trouarono,la pigliaflcro
per infegna in molte cofe publiche, & fpccialmente nelle monete:& a quella
tefta aggiunfe la metà del corpo Taltra medaglia,& come hor’hora dirò,tutto
il cauallo li vede in molte altre medaglie di Cartagine, come è_in due d’oro,
che mi truouo,vna di pefo di due dramme, & l’altra di mera : & i n arabe due li
vede da vna banda vna cella di donna, & dall’altra vn cauallo , Se non
hanno lettere, & l’oro di quelle non è molto fine, anzi dimollra d'clTer me-
fcolato con argento. Se io lo chiamo elettro, per quel che d’elTo netruo-
uo ferino in alcune leggi, che li faceua d’oro & d’argento. Se fpccialmente
quando con l’oro cu la quinta parte d’argento, comedicc Plinio . Etec-
couene vna.
C Io
s
SESTO.
187
C. Io vorrei più todo oro fchietco, che coteftemefcolanze. -i
A. Si come nelle medaglie di metallo lì ftimanaalTai quel di Corinto, per-
chcjcomedice Cicerone, non mai, o molto tardi, li arrugginifce,& quefto fi
faceua d’oro, d’argento, di ferro,& di rame , & all’occhio è molto bello, cosi
fianchi di veder cofc d’oro folo, & d’argento folo prezzauano alTai quella
mifiura dell’elettro.
B. Guardando le medaglie di V.S. hò villo molte differenze di metalli;& alcu-
ne par che habbiano dell’oro, altre fono più roffe , che l’altre ,& altre poi fo-
no di diuerfi colori :& quelle che ella diceua, che erano di metallo Corin-
thiOi erano le più belle: ma vorrei fapere perche le fi chiamino cosi .
A. PliniodicCjchedapoi’cheCorinto fu difirutta da Lucio Mummio, per
che quiui fi faceuano di molte forti dt metalli, molti vali, & molte ftatue,
auuenne,chc dalla confufionedc’metalli , ne riufci vn’altra meicolanza ,
che piacque affai ad alcuni maefiri , i quali cominciorno a lauorare delle
fiatue,dellemenfe,& de’ vali di quella maiTa.Fer il che così come tutte le co-
fe nuoue piacciono affai più. cosi cominciò ad aggradire à molti; & poi man-
cando quella materia di Corinto, ne finfero vn’altra a’imitatione dcllave-
ra,& quella è quella, che chiamano AesCorinthium. Ma torniamo alle me-
daglie di Cartagine.
B. Perche è polla la Vittoria fopra il cauallo i
A. Per dimollrare che fuol vincer quella gente , che tiene quel cauallo per
imprefa;& potè effcr fatta quella moneta dopo qualche fegnalata vittoria
de’Cartaginefi.
B. Perche v’è meffb il granello del grano ? per l’abbondanza forfè del grano ,
che è in Africa?
A. Così è da credere, & in alcune di quelle medaglie che io dico, che fono
di Cartagine,per clferui la donna & il cauallo, la donna tiene alcune ^ighe
in tella,come Cerere,& fe non ci haueffe de’ pcfci,io crederei che la fulie Ce-
rere.
B. DicamiV.S.della palma,la quale io nonsò altra cagione perche fuffe polla
in quelle medaglie, fe non che venendo molti dattili d’Africa,èfegno che
quiui lìano di molte palme .
A. Eglièveroche vcnefono,& alcunefonmigliorideU’altre,fecondoche
fcriuono quelli che trattano delle cofe d’Africa,ma còla palma fi dimollrano
due cofe:vna è rhilloria,che credo che narri Eufiathio in quel che egli fcriue
fopra Dionilio Afro.che i Cartaginefi nel luogo doue fi edificò la loro città,o
caftello , trouorno appreffb vna palma vna tetta di cauallo , & cosi le diedero
nome K AKKABH,cm nella lingua loro vuol dire Capo di caualloil’altra ca-
gione è di mottrarc il paefe donde elfi vcniuano,& il nome loro; percioche la
palma inGrecofidice «oiNia Òrperquefio la prouinciafùdetta Fenicia, per
chequiui erano molicpalme-- & l'vccello Fenice è cosi nominato, perche il
fuo pofam&to principalcjdoue fi veggonOtO fi raccontano i fuol miracoli, è in
Aa 1
vna
i
tfs DIALOGO
vna palma: &i Cartagincli fon detti Peni i & la lor lingua Punica, perche
vennero di Fenicia,& tolfero via rafpiratione, dicendo Peni in cambio di
Pheni, & Punici in vece di Phenici- fe bene ci i ancor memoria d'vn’altro no
me , cioè Sarra , donde dertuano le tibie Sarrane , & Attilio Sarrano figliuo-
lo d’Attilio Kegolo, che mori in Africa. Per quelloche s’c detto , fi potrà ve-
nirincognitione di molte medaglie piccole, come quattrini. o poco mag-
giori,che vi fono,che hanno da vna banda vna palma , & dall'altra vn caual-
lo,oda vna banda vna tefla di donna, o altra cofa,& nel rouefeiovn ca-
librilo appoggiato a vna palma, che ancorché in clic non fìano lettere, è
nondimeno da credere, che fìano, come hò detto, di Cartagine , poiché fo-
no Cmili à quclle.chc l'hanno. Hò vn’altra medaglia d'argento cou vna faccia
come quella d'AlelTandro,con la tefla coperta da vna pelle di leone, &-dal-
l'altra banda vna tefla di cauallo, & vna palma, & vi fono attorno lettere
Puniche , & è di pefo di quattro dramme , & non faprei dirui per qual cagio-
ne ella fufle fatta.
B. Ecci egli altra forte di medaglie di Cartagine?
A. In Sicilia mi ricordo d'haucr ville due medaglie grandi d’argento, & ciaf-
cuna pefaua dodici dramme, & aò che in effe età vn caiiallo con l'ali, come il
Pegafeo ,&iolc tenni per medaglie di Cartagine : ma non mi ricordo fe
v'erano le lettere , o la palma, nè manco fe in elle era alcuna faccia di donna,
macredoche vifuffc.Potrebbe effer che fulTcro fiate fatte in Siracufa,di cui
cl’imprefa del Pegafeo , in quanto che era colonia di Corinto, nelle cui
monete principalmente èpoflo il Pegafeo, come diccFolluce. Et mi par
d'haucr ietto, che in alcune battaglie fra i Corinti, oquc’di Sir^cufa con-
tragii Ateniefi,à ciafeundi coloro che rimafero, prigioni, fu da' vincitori
d'vna parte marcata la fronte col fuoco della figura d'vna ciuctia.& da quel-
li dell'altra della figura del Pegafeo ,o cauallo alato, & erano chiamati per
ifcherno con quei nomi. Altre medaglie mi truouo d'argento di pefo di quat-
tro dramme, & da vna banda è la faccia d'vna bella donzella incoronata
d'ynacanna ,& intorno alla tefla ha alcuni pefei, & dall'altra banda vna
Vittoria fopra vna carretta con quattro caualli, con lettere fotto à effi in-
cognite, alquanto diuerfe da quelle due medaglie, che diflTi da principio
effer di Cartagine .Lamia opinione è che fìano di Siracufa, & lauoratc quiui
in qualche tcmpo,chc ne furono fignori iCartagincfi:& hò cagione di cred tr-
io per haucraltremedagliedellamedefima fattura, fe nòche le lettere non fo
no in quel luogo, ma attorno alla tefla, o fopra la carretta,& fono lettere Grc-
'che del nome di quei di quella città,2YPAK02inN.& cccoui le medaglie .
B. Chi puòclferquelladonzellainqueflemedaglie?
A. Credo che fia Arccitfa,la fontana tanto nominata, per lo cui amore il fiume
Alfeo trapaffa da terra ferma d’Àcaia perfetto Tacque del matcmolterai».
glià.
(4 <
SESTO-
lifi
glia,& fi congiu gne con Tacque della Tua amata:& fc non lo credete, guardate
in quei verfi di Virgilio che dicono :
£xtrcmumbuHc ^rtthufa mibi co»ctie Ubtrm, Ecloe.io.
. SictU>i,tumfiMfbufiéterUbertSicénot,
Doris anuuTM fium noi inUrmifcttU ndam •
Et in vn’altro luogo.
— ^IphaimftsiutflbiieElidistsancm AcncUl.]
OccHÌUstgiffeyuufiiiileT issar, tfù luac
Ore ..trtlbufa In» Sicnlit cenfMditwr ■màis.
B. I pefci fono delfini, o pefci d'acqua dolce, come lafche , o d’altra forte che
quel fiume porcafeco?
A. Non viso dir’altro,fe non che Cicerone nelle Verrine , dr altri fcriuono, Dimfa.su.
che in quefta fontana è di molto pefee. SlÌoLÌì.
B. Mi ricordo, che d vna legge ne i Dige(li,che coxaìaM,. 4 Tetbufelitresfefcrrrit, 14.
hberan efie'volo : non manca chi corregge , .Arefeuft , perche dicono che Aretu-
fa è nome d'una ninfa, o d’una fontana, & non d'vna fchiaua.
A. CotcAo non fi chiama correggere , ma mutare , & guaftare. Et che incon -
uenientc è egli, che qualcuno ponga vn nome di Ninfa ad vna fua fchiaua?
poi che fi pongono i nomi de gli Dei , come Hermes , Zenone , & Eros à tanti
nuomini?
B. Che lignifica la Vittoria nella quadriga?
A. Significa, che quelli di detta città foleuan vincere ò nelle guerre, come
quella che racconta Tucidide , contea certi capitani d'Atene, o nc’giuo>
chi Olimpici, oinaltri,checome defcriuc Vitruuio , tomauano i vincitori Lib.^.
con gran trionfo.
Rettaci egli alcun altra medaglia di Cartagine?
Non ce ne retta fe non vna dvn Re (&credo cheli chiami Cuntanundo)
che fu il terzo di quei Re Vandali, che regnarono in Cartagine prima che
, BellifariocapitanodiGiuttinianofcaccialTe l’ultimo Redi etti, da vnaban*
fi vede la fua effigie con quelle lettere , DN. REX. CVNTHANVND. & dal-
l’altra vna corona d’alloro , dentro alla quale fon quelle due lettere ,
D.N.quali che volefle diie,LtmeM uomm hoDtì. Non fi truouano hoggidi,cheio
fappia, le medaglie, che fi leggono in vn dialogo, che ètra Tqpere di Eia- 4
ione, ancor che li dubiti fec’Cafuo, intitolato Eryxiu,ftueiedimtiis:Aoue dice
cheiCartaginefivfauano la moneta di cuoio ligillato di grandezza d'uno
ttatere , che fono quattro dramme , ò reali , & par che il ligiuo tteflc appicca-
to al cuoio, & che nilTe fatto d'un’altra materia incognita. Et che in Ethiopia .
vfauano dclTaltre pietre lìgillate per monete , & in Lacedemonia monete di
ferro; la qual cofadice ancora Blutarco nella vita di Licurgo. Quelli che
fcriuono delle cofe delTIndìa , dicono che in alcuni luoghi corre la moneta
di chiocciole piccole, & in altre bande vn frutto di certi alberi duro cooic
pietra, & dicono che i Portoghefi conducono molta moneta di quella forte i n
Portogallo, caricando d’efla in luogo di rena per pareggiare i loro nauilij, Se
che gii fra’ Portoghefi corre quefta forte di moneta . Et nella China di'
cono alcuni, che fi fa della moneta di carta lauorata in modo, che nó fi può c6-
traffare,fe non da eccellenti maeftri. Palliamo hora alle medaglie di Spagna,
& di Francia, & per finir più pretto diciamo di quelle di Francia, delle quali
nò hò più che di tre città, alcune Greche di Marlìlia,& alcune altre Latine del
la colonia di Nimes,& di quella di Narbona.Nelle Greche li fuol vedere vna
faccia di donzella, & nel rouefeio vn leone, & fono dipelo d’vna, o due
dramme: le lettere di molte dette dicono MAXSA, & invnacheiomitruo-
uo M Axx AAl HTI.N, con vna figura diOmega molto ftrapagante, che è co-
me vnTà rouefeio.
Giulio
I
k
tit.4.
4 '
Giulio Ccfare dice ne'fuoi commentarij,ctiei facerdoti di Calila detti DraidU
vfauano lettere Greche ne’loro inillerij,ancor che gl’altri di quel paefe vfaf-.
fero vn’alcra lingua, & altri caratteri. Hora in Francia non credo che villa
lingua moltodincrentedaH’vniuerfale, fé non fuflequellade i Brettoni, &
quella de' Vafehi, &nonsòfc quelli di Normandia, &di Piccardiahabbia-
no altre lingue,& ^etialni6te quei che confinano con la Fiandra. Quella de’
Brettoni debbe eflere llraniera , percioche venne d’ingilterra , che an-
ticamente fi diccua Britannia. Et quella dei Vafehi è il parlar Vafconc di
Nauarra,&di Bifcaglia.
C. Quel che fi dice della piccola Bretagna', & della gran Bretagna,come s’in-
tende? che io mi credeua che fulTe vna fintione come quella deH'liola ferma.
A. La piccola Bretagna io intendo che fia il Ducato di Bretagna , il
qual durò fino alla madre della prima moglie del Kè Francefeo primo ,& poi
rellòvnito con la corona di Francia. La gran Bretagna lenza dubbio è l’In-
ghilterra, doue è Londra, &Vindilifora,& il porto d’Antona,&c.
B. 11 parlar Varcone,oVarquenze, come fi dice in Spagna, ò la lingua anti-
ca diSpagna , o quella di Francia, o pur quella di Tubale quando egli venne ,
tdhabitar la Spagna & la Francia?
A. Chi può affermare alcuna di cotefte cole ? baflafapere, c&t quella gente di
Francia & di Spagna s’intende fra fe in t^uel linguaggio barbaro ,& non ha-
nendo nè libri, nc altre memorie fcritte in quell idioma, mal fi può fipere la
verità donde veniffe .
■B. Percheèiileone,&quelladonzellanellamedagliadi queidi Marfilia-?
A. Domandatelo à chi lo può fapere.Vn tempo fa io mi credeua chela doniel
la fuffe Diana, & che il leone fuffe flato prefo da l«t'ÌTTxaccia. In Africa è gète
di quello nome,o molto fimigliate: & nó farebbe gra cofa,che il leone fufl'e di
quellebandeima quei diMarfilia hebbero origine da’ Focèfi di Grecia/i come
fi nomin-mo in vna infcrittione, della quale habbiamo vnaltra volta parlato.
Utttrt Tboctic» feUgi ■vi cXMÌnutxt.
Ma farà megl.io che noi palliamo alla colonia diNcmaufo,hora chiamata Ni-
mes,IaquaJeScrabonedicechchaueu3Ìlius,o il priuilegio del Latiof&
•ciòera.cheit.'nagiflrati di quella colonia godcuanoil priuilegio della città
diRoma.Di quella colonia ci fono alcune medaglie molto ben lauorate,nel-
le quali fono due faccie ,chc non li guardano ,ma flanno volte vna in qua, &
l’altra in là,&vnafi conofee, che è d’Auguflo,& l’altra di Marco Agrippa,il
quale hà la corona roflrata. Vi fi veggono delle lettere, che dicono, IMF.
DlVl.F.P.P.chefignificano,t»>poati>ri3ùufil»i,T4terT<trùf. Dalfaltra banda è
vn coccodrillo legatocon vna catenaavn ramo di palma, & àvna corona ,
con quelle lettere. COL. NEM.chevuoglioiidirej^tlsnù^nxui/itf.Iainccrpre-
tatione di quello rouefeio è chiara.per qucl,che vn’altra volta dicèmo , cioè
che quello CocotuUlo diiuollraua la V ictoria,chc Cefatc Augnilo hebbe dell’
Egitto,
Egitto.Lem^edaglie fon di rame di pefodi tre,o quattro drame. E da credere
chedapoiches’hcbbequefta vittoria, fuffe fatta lacolonia, & lemedaelie
B. Non ci maca chi dice che DI Vl.F.voglia dire Diui Fratres, che fono Marco
Aureho,& Lucio Vero,& che efsi fiano que’duoidi quella medaglia , i quali
•feceffero vna colonia in Egitto di gente di Nimes, come appare per il cocco-
nriiirt. •
A. Non accade perder tépo a ribatterecotefla opinione.ma folamentemoftrar
le medaglie, &infcrittioni di Cefare Augnilo, nelle quali d DIVI F cioè
Duuf)hi.»,&ilcoccodtilloconleparole,AEGVPTO. CAPTA.
llampato, doueèl’imprcfa del coccodrillo legato con vna catena a vna pal-
ma, che voglion dire,
B. Oh come douctte rimaner concento colui che s’immaginò coteftofpro-
pofìto; poi che Io ftampò .
A. Della terza città di Francia fi truouano medaglie d’oro dei Re Gotti. Ella fìl
colonia de’ Romani nominata Narbo Martius,che hoggidi la chiamiamo Nar
tona f& così fi truoua nelle medaglie in lingua Barbara, come Tarracona , Se.
Barcinona. & anco i Gotti fecero,che quella che era detta Gallia Narbonen-
fe,fi chiamafle Gallia Gottica.Vna medaglia v’èdi Chindafuindo,douefono
due tede mal dilegnate,vna per banda,con quelle paroletCHlND: SVID.
RE,in vecedì dall’altra banda è ferito INARBONA. PS
B. Che vuol direcotellacifra?
A. ^ PlVS,&èfopranome deIRe.& come in quelle de gli vicimi Imperadori
è, Tim, Felix, TriiunplMor, cosi in quelle de'Goctiera, "Pine > infine, yiUtr. In
vn’altra di F.giza è vna teda , che fi aflbmiglia a vn’vrna , ò hidria , con quelle
lettere,!. D. N.M.N.EGICA. che vi fono in vece di , i» Dei nomine Exieei{fx.
nel rouefeio è vna croce con certi gradi, & quelle lettere , NARBONA
P I V S. Nello ftelTo modo in vn’alcradi Eruigio è il medefimo rouefeio. Se
lemcdefimelettere,&la cella par cbehabbiaapprelTo di le vna croce, con
queftelettere.tl.D.N.M.N.ERVlGlVS^Perqueftemedagliefi crede, che
cjuellì Re fulfero fignori dì Narbona:&cosi gli Arciuefcouidi Narbona con
liVefcoui fuffraganei veniuanoin Spagna ai Concili) di Toledo. Vn’altra
medaglia d'oro mi dimenticauadidueRede’Gotti,Egiza,& Vitiza, nella
quale fono due faccie che fi guardano, con vna croce in mezo,con quelle
lettere, I. D. 1: M.N. EGICA PE, che voglion dire , leDei nomine E^ica J^er.
dall’altra banda fono cinque lettere in croce, che dicono, NARBO, &
intorno v’è fcritto,tVVlTTlZAN:R. Quelli furonogl’ultimi Rede’ Gotti,
il padre,& il figliuolo: &quelloVitizafù fcacciatodel Regno dal Re don
Roderico, incuihebbero tutti fine.
B. Pcrchedice V. S. Eiix», trouandofi nelle medaglie , ?
A. Perchefeguitoi librifcrittiinlinguaCalligliana, oltre che nelle meda-
glie fi vede come lo fcriueuano in Latino .
B. Non
Vi DIALOGO
B. Non Togliolnterromper V. S, con altre domandci acciò che am'uiquan*
to prima a parlar di Spagna, elTcndo il defiderio mio d'intender bene le me-
daglie Spagnuole.
A. Se voi fapefli quanto poco ione hò da dire, non barelli cotella voglia.
B. Ancorquedodelidero difapcre , cioè, cheque! che non fo io in molte,
manco forfè lo fappia V.S. in alcune.
A. Voglio contentarui , & in prima dico , che delle medaglie di Spagna fe ne
truouano di due maniere ; alcune in lingua, che li conofee , come Latina , 8c
Greca ; altre in lingua incognita , cioè, come io mi dò à credere , di quella
che li parlaua anticamente in Spagna quando vi vennero i Romani ad ha.
Du.Dki. bitare.o trafficare. Et quello lo fcriue chiaramente Tito Liuio, parlando di
Empuria, che v'habitauano Spagnuoli antichi, & Greci, & Romani. Non
farebbe già gran cofa, che io vi modraflì delle medaglie d’Empuria in que>
Re tre lingue, & in tutte li vede vno llelTo impronto, cioè il Pegafco,che fe-
condo quel che li «detto, è quel che batteuano nelle lor monete quei di
Corinto, & quei di Siracufa, & altri. Si vede ancora nelle medaglie Greche,
che io ho d’argento,vna tella che par di Cerere, con certi pefei intorno,&hi
dall’altra banda il Pegafeo:polTon élTer di pefod’vna dramma ,opocopiu:5t
dalla partCjdoue è il Pegafco,è quella parola, EMnOPITnN. Ben sò,che Hu
berto Golzio mette quella medaglia fra quelle di Sicilia, molTodair hauerne >
trouata vna con le tre gambe di Sicilia: & hebbe ragione di metterui quella.
Ma quelle che habbiamo in Spagna.doue fono Rate trouate fenza quelle tre
gambe , è da credere che fìano della città antica di Empuria , chiamata cosi , r
percioche v'era il mercato generale di queRi mari, come è in Calicutte quel-
lo dell*! ndie. Delle medaglie Latine n'hò due di rame di pefodimeza oncia
l’vna . Si vede in ambe due vna teRa come d'vn foldato con la fua celata . hfel
roucfcioèputeilPegafco, Se in vna di effe queRe lettere, EMPÓR. D. D.
che lignificano , £mforitMonm Danto Utatrionum, Nell'altra banda del Fcga-
feo è fcritto EMPORI, &daquelladellateRadel foldato C.L.NICOM.&
feparatamente F. FL. Quel che lignifichino queRc lettere, io confeffo di non
lo fapere : ma perche porge diletto il dir qu alche cofa,fingiamo,che voglìon
àiie,CtiUicrtusr(jcomeilesfecitfltiùt . Et eccoui alcune medaglie, douevede-
rcte ancora q uclla Rcffa che mette il Go Izio di Sicilia.
Parliamo
Pirliamo liora di quelle , che fono piu ofcure.Neli’ ifteifo modo è polla da vna
banda quella tdla di Soldato, & dall' altra il Pegafeo,con certe lettere, che fi
veggono in quella carta , le quali io feci vn giorno copiare da dalle ftefle me-'
'daghe , & cccouela,
B. Di quelle lettere io non conofeo fe non due N, che fono la feconda ,
&l’vltima .
A. Non farebbe gran cofa, che la fillaba EM che è nelle Greche, & nelle La- '
aine, folle dagli Spagnuoli|fcrittacosì,
B. Secosicilaterzalettcrafarà,P,quantunquclafuafigurafiaquclla Y*
A. Etiandioneir Y de’ Grecie il P,Stvn’altra lettera, cioè la, S.
B, La quarta lettera hà da elfer. O, & v’è due volte, come fono nella medaglia
Greca due lettere, O, picciolo,& O, grande.
A. L’Omegadc’ Greci non è così antica,come Taltramè l’H, è così antico,co-
mc r E, in vece delle'quali i Latini hanno l'E, & l’O, fenza hauer pigliate l’al-
fre .&hòdcllemedaglied‘ Athcne con l’E in vece dell' H. Ma con tutto ciò
io dubito, fecotella figuralìa O.&credo,chepiùtollofiavnalettera confo-
nante , come fi vedrà nelle medaglie di Celfa.
B. Se V. S. non mi hauclfe interrotto, io haurei letto EMPORON.
A. ■ Le lettere non fon molto lontane da cotella parola: io vorrei,chc dicelfero
EM PORION. Ma il più certo è, che non le intendiamo.In vn’altra medaglia
dopo le tre lettere prime, ne fono tre altre cosi fatte .4^ & par che ci man-
chino dcll’altre lettcre,come li vede per quelle
C. Perche fono eglino dei pelei nella medaglia Greca?
A. Perche ella è città maritima.
C. E t Cerere perche v' è?
A. Perclfcruiilmercatodivettouaglie,&inparticolardigrano.
C. Perche vi fi mette la tella del Soldato ?
A. Potrebbe elfer, che folfe quella di Marte, o di Minerua,fe furono conofeiu-
ti in Spagna.
B. Ecci dcH’altre medaglie , in cui fiano delle lettere Latine, òGreche,infie-
mecon cotclle antiche Spagnuole?
A. Non hò veduto lettere Greche in alcun’altra medaglia di Spagna . Ma ne
hò certe di Cella, nelle quali fono lettere Latine da vna |banda,& dall’al-
tra lettere incognite , che alcuni chiamano Gotiche, & altri Puniche, & al-
tri Morefche,& io le chiamo Spagnuole antiche. '
B. Defidero di fapere, perche non potrebbono elfer di cotellc genti?
A. Non fono Gotiche,perchc ne hò di quelle de’ Goti,che habitauano non fo
10 la Spagna, ma ancora l’Italia, & ciafeuno di loro faccua monete diuerfe
da qucllc,si nelle lettere, che in elle fono Latine,come ancora nelle figure del
leperfone,che rapprefentauano ; quelle de' Goti di Spagna fono mal fatte,
11 quelle d’Italia fono alquanto migliori , & fra quelle ne fono alcune molto
ben lauorate, & tutte fono migliori di quelle . Non fono Euniche,ò Cartagi-
nefi,per la diuerfità de’caratteri,& della fattura di quelle,che poco fa dicem-
mo, che erano d’Africa : nè meno fon Morefche,per elfer molto differenti da
quelle,chc fi truouano con le lettere Morefche,nclla fcoltura,& nella fattura
di effe.
B. Ancorché V.S.nonmidicaaltrodelIemcdagliediSpagna, diquelchefi
è detto, mi chiamo fodisfatto : ma mi retta vn dubbio , cioè , fe fiano piu anti-
che quelle Spagnuole con quelle lettere ttraniere.che le Greche,ò le Latine.
A. Se nelle medaglie d’Empuria è fcritto Emforion, come io vorrei, ouero £m-
poren , fi come voileggeuate,e|liècerto,che la lingua Greca, che diede nome
alla Città, è piu antica di cotettc lettere , poi che in effe fi legge quello nome .
Bb Simil-
w DIALOGO
Similmente dalle medaglie di Celfa io cauo,che,vfandolì la lingua Latina>fi
viaflc ancor la fcrittura di cotcftc lettere .
C. Vorrei fapere,fe quella parola Celfa è Latina.
A- Secondo per che fi piglia.Se vuol fignificare quel,cheVirgilio A\cc,Celftfeiet
jinlustrcc, cioè alta; ella è parola Latina ; màfe cnume d'altracofii, che i
Latini non vfarono,nonfari.Ma perche lo domandate?
C. PercheJecllac parola Latina, come Emporion è parola Greca, diremo,
checotcllelettere,che efprimonolo ilelTo, fono di lingua piu moderna, che
non è la Latina.
A. Laragionedlamedefima:ma io hòqualche dubbio, che Celfa fia parola
Latina i & pcnfo,chc venga da i Celti , da’ quali dice Lucano , che vengono i
Celtiberi :
CtSorum Celtae mifcaues nmcn Hibero .
C, Se còsi c,pcrche non fi dice egli Celca,ò Celtica ?
A. Cotefto non sò io ; ma l’ufo può affai nelle lingue: che, come dice Horatio,
Multa mufetruiir /fine umctciJrre.udntq.
Qiau nane Jant in henere yaeabuU , fi yoUt yfia ,
Qjiem penes otbitriam tfi,& ina, & norma tojaemU.
Egli c’è vn’altra cofa di piu,che quella colonia Celfa è polla alla riua del det-
to fiume Hebro.
B. E' egli forfè quel luogo,che chiamano Xelfa?
A. Non è quello,mavn’altro>che bora chiamano Viliglia, affai nominato per
la campana, che fuona dafe in certi tempi per qualche cofa fcgnalaca che
auucnga nel mondo .
B. Per quali cofe fi sà , che ella habbia fonato?
A. La prima voltaiche io fappia che ella fonaffe , fh al tempo del ReDon Al>
fonfo vltimod’Aragona, quando egli ,& il Re Don Giouanni di Nauarra Aio
fratello furono fatti prigioni, in vna battaglia di mare prelfo l'ifola di Pon-
za i & poi,quando il Duca di Milano li mife in libcrtài&anco per la morte di
maeftro Epiiai & per quella del Re Catholico Don Ferdinando : per il facco
di Romaiperla motte della Imperatrice ; Se l'anno dell'ultima pefte del mille
cinquecento fclfanta quattro. Fu anticamente in Celfa,come riferifee Stra-
bone,vn ponte di pietra.
B. V. S. mi dica, che lcttere,& che impronto hanno le medaglie di Celfa, che fi
truouano con alcune lettere Latine. & Spagnuole ?
A. Si vede in effe da vna banda la faccia d'ungiouanefenza cofa verunainte
Aa, con quefie lettere, CEL. dairaltraèvn'huomoacauallo,cheportavn
ramo di palma, &fotto al cauallo fono quelle lettere L’ultima let-
tera fi vede nell’altra medaglia alquanto diuerfa,cioè cosi ,& io altre,chc
non hanno lettere Latine fatta in quello modo,
B. Che la prima lettera fia C, egli è cofa verifimile,ma la feconda piu tollo mi
par che fia A, che E.
A. Ancoralo holaprimaperCi&cvnapartedel K. feben voidiceuateche
era O in quelle d’Empuria,
B. Quiui tornaua bene di farla O , & qui torna ancor bene di farla C . onde mi
par,che s’accommodi per ogni verfo .
A. Lafecondaè A Greca,&non A.
B. Se cosicicimancala vocale.
A. Non è da roerauigliarfi,che nella lingua antica non fi mettano le vocalico
meneU’Hcbrea,
B, Secondo quello che V. S. dice,le lettere confonanti di Celfa in quefta me«
dagliafaranno CL S, che la terza io lapaffcrò bene per S.
A. Non
SESTO.
ipj
A. Non fapremn cosi ctcìrvkima.la quale io tengo ùmilmente per confonan»
tc,& non per vocalermi fìngiamo,che,come i Latini diccuano Celfa,gli Spa-
gnuoli diccflcro CeiraK, ó Celfad.
B. Di chi crede V. S. che fìa la faccia, & la (tatua?
A. Non sò dir cofa alcuna nè dcU'vna , nè dell'altra . Qpede medaglie fonodi
rame, di pcfo di tre dramme. Ve ne fono dell’alcre , che hanno folamente cer-
te lettere Latine,& altre, che le hanno folamente Spagnuole.
B. V.S.dica di qucllc,che hanno folamente le lettere Spagnuole.
A. Le figure di elTc fono le Acfre,& ancor lelettere Spagnuole: ma in alcune
màca la fccóda lcttera,che è il Greco, & cofi fi vede in vna d'argèto di pcfo
d'vna dràma,& in vn’alcra di rame , in cui è un cauallo, che pafce,& in vn’al*
tra,checamina.Delle Latine fi trouano varie infcrittioni, & figure: alcune fo
no de gli Imperadori , alcune folamente de i Duumuiri , & in al-
tre non c nè l'vno, nè l'altro. Et quelle hò per pili antiche.-comeè vna pie-
ciola di rame di manco d’vna dramma di pefo,& v'è vn toro,fotto il quale fo-
no quede lettere GELSA, & dall’altra banda vn’huomo ignudo in piedi . In
altre medaglie fi vede la faccia , e'I nome d'Augudo : come fi uede in vna pic-
ciola di rame di manco pcfo di due drame,che da una banda ha rcffigic d’Aii
gudoconvnacoronad’alloro,conqucdeparole, AVGVSTVS DIVI F.
C. Perche fi ferine in molte medaglie àcotedo modo, & non o/«'c«>nr/f(ói» è
A. Perche,none(Tendocialtro,che vn Cefare, che fo(Tc fatto Diuo,nonbifo-
gnauaaggiugnetuiiifuonome, fc bene in alcune medaglie d’Augudo è DU
VOS 1 V'L 1 V S, de eccole acciò la vediate.
C. Qiicdainfcrittionenonèellafcorrctta,e(rendociunnomc, chefinifee in
O S, &l’altro in VS?
A. V'è una regola d’ortografia antica,comc fi vede in Plauto, de inTcrentio,
quando fcriuono VOL F. VOLTIS. DAVOS, incambio di
• & ncU’altrc parole, ^hehanno due vv , vno confonante, de l’altro vocale , la
qual cofa non fi di bifogno nella parola tuliut,
B. Dicami V.S.che roucfciohàcotcdamedaglia?
A. Nonucl polTo dire , poi che non l’hà,ma (olamcnte ci fono quede parole,
v;&lettere,C.V.I.CELS.L.BAGGIO>^.FLAFlO II. VlK.
B. Vn Leone,o vna tigre m'harcbbc fatto minor male , fe'folTe dato in cocedo
rouefeio. : ,
A. In che modo? •
B. Perche non farei nel fadidio, nel quale mi mettono cotede lettere.
A. lom’ima^no che dicano, Ce/oaw yiarix intia Ctlft, Luci» StgihiAUmtFUmt,
. DMumiùrn,
B, Defiderofapere, fc cotedi nomi di Cclfa fi trouano altroue.
A. Già gli habbiamo ucduti,parlando della Colonia Leptis d Anica.
B. ! IDiioniuiri erano Romani, ò Spagnuoli? , .
A. La verità è,che erano Spagnuoli: ma può elTcr chejancora folTerocittadiiii
Bb a Le
CQ <
DIALOGO
B. LeColonie erano fcmprcde’cittadiniRomani?
A. Secódo la legge, ò la códitione della Colonia,pche fe rimperadore hauefle
voluto, che qfta folle Colonia co’l priuilegio de’cittadini Romani,ella fareb-
be ftata:& fe de’Latini,co’l priuilegio de gli Italiani,farebbe limilmente Rata.
B. A che feruiuano i Duumuiri nelle Colonie?
A. A queljche feruiuano apunto i due ConfoliinRomaal t^podegli Impe-
radori.EglinocongregauanoilSenato,chenelleColonieC nominaua Cu-
ria, fi come quelli , che cntrauano in configlio fi chiamauano Decurioni , &
in Roma Senatori: & fi come in Roma il tutto fi gouernaua fccódo la uolontà
deirimperadore,cosl nelle prouincie le Colonie erano gouernate fecondo
la volontà dc’Prefidi,òde’Proconfoli.Ma palsiamo auanti.In vn'altra meda-
glia maggiore di rame èpurlatefta d'Augufto'con una corona di alloro,*
dall'altra banda è vn toro. Le lettere intorno alla faccia dicono IM P. CAE-
S AR.Dl Vl.F.A VGVSTVS.COS.XII. dcquelle del rouefeio C. POMFEIO
CN.DOMIT.n.. VIR.C.V I.CEL.
B. Io non trouerò tanta difficoltà in legger cotefta medaglia,come Taltra-Ma
perche v’ècoteftotoro,* in quell'altra.douenon eralafacciad’Augufto ,
V era folamctequell’huomoignudo,delle quali cofenóhò domidato niente?
A. Il toro fi truoua in molte medaglie,* alcune uoltedue tori,o buoi, ma per
diuerfe ragioni.Quel.che fi vede folo,dimollra in quelle di Spagna, che quel
la città, ò terra facclTe ammazzar delle vi ttimc maggiori per honore di qucl-
- lo Dio, ò Imperadore, in cui honore fìi fatta la medaglia .
B. Secondo co tello,quclla figura ignuda farà qualche Dio,ò Imperadore.
A. S cglifoffe Imperadore,òvifarebbcilfuonome,òalmcnolafuaeffigiefi
rebbeconofciuta.
Mache Diopotrebbeeelieflere?
B. La differenza è, che in quella dice Manio Fedo, & nell’altra diceua Manto
Ftauio,
A. Mettendole ambedueinfiemediranno Manio Flauio Fedo .
B. . Potrebbe effere. •
A. V n'altra inedagtia di rame v'è, d’altrettanta grSdezza,con Teffigie dell’Im-
peradore Augu(lo,ò di TiberioCefare,siza il nomeima folo c5 quelle lettere.
IT.VIR. COL. V. I. CELSA, & dall’altra banda è il Ridetto toro, con
lai parole, C. POMPE. BVCA. L. CORNE L. FRO iTl che vogliono dire,
Cai* Tùmftia CsntU» trmltM Dmmuirit. Ctlmù VitraliiU» Ctlft.
B. Noi
S E S T O* if7
B. Noi da ecceda medaglia cominciamo à venire in cognitione,che laC.fola
è altreccantOjche COL>&che Caio Pompeo fi chiamaua Buca.
A. Se folle TaUro fuo collega in ambe due le medaglie , io lo confefTerei.
B. In alcune medaglie di CefarcèvnL. Buca, farebbe egli forfè parente di
quello Duumuiroì'
A. E’ non farebbe gran cofa:ma credo che Ca d'un’alcra famiglia, & forfè del
la Emilia :hò ben veduto in alcune medaglie concrafatcc, LEVCA in vece
di L. Buca.
B. Potrebbe elTèr che colui, che le concrafèce, lehauellècauaceclaalcuneinedaglieconlolari
d'argento , che fouo della tamiglia Porcia, nelle quali è pollo quello nome L A E C A j come
per le medaglie ftelfe polTo mollrare .
A. E' fàcildacrederecheilmaeficoichelecontrarecenon intendendole per la limiliradine de ino*
mi pigliairervnoin recede l'alito. Et Tele haueiequl làtele veder al Signor Cacciò che in ogni
occalìone, che gli pecuenedero alle mani, leconofca, che ime non è colà nnoua , che li miouino ,
maSìme che le ho in poter mio ; & io ancora vi mollcetò alcune di Celare, nelle quali ili Iciiito
L.AEM1LIVS. BVCA. & eccouele
Io non hò altre monete di Celfa . Voglio bora mòllrare,come fcnxa tanto
fallidio, quanto habbiamo hauutoin quelle diCelfa,& di Empuria,lt pollono
intendere le lettere antiche di Spagna. Si truouano alcunemedaglie di Leti
da, con certe lettere Latine, in quello modo, cioè conlatella d^ugullo,in
quelle di rame di pefo di due dramme,con quelle lettere, AVGVST.DIVI.F.
& dall'altra banda c vn lupo con alcune lettere. MVN. ILERDA.
MVN
ILERQA
S’impara
i
DIALOGO.
S'impara da quelle medagliela vera ortografia di quella parola ilenU, cherie*
ne adcfTer conforme a' verfidi molti Poeti ,i quali lemprc fecero lalbre-
ue i&(fer quello non fi hà da fcriuere con due LL iIlerda,maconvna:poi
che Horatio dice, Se Lucano» fmid 4 -
u yetKfio Suriit lUriU indù. Et ancor Aufonio , & Paulino, & prima di loro
Silio Italico.
B. Perche dice Horatio
A. Farla co'lfuolibro,& gli dice, cheli guardi , chetai difauEtura non glia»
Unenga,che perla fua freddezza n6 fia madato ad Vtica, che è in Africa c6 ac
ciughe,ò tonina.ò limili altre cofe,ò a Lerida di Spagna. Et cosi dice Pcrfio>
y(e{fcamtrnmaiiaitiacjrmì'U,nectiu.
C. Alcuni fcriuono^'»ff«'> in ifeambio di
A. Scriuanlocome piulor piace, ch’io per me no’l muterei mai.
B. Che uogliono lignificare quelle lettere M VN.
A. CheLeridaèMunicìpio:& in alcune medaglie d’altri luoghi è abbreuia» ■
to BILBILIS. l/fT . CAL. 1YLI.^.«»uc,>ìib» BibiUs.HiuùeifMm CaUimu
lulu, _ 7L
B. Nelle leggì'pa re,che Municipio fia qual fi voglia luogo, & che Municipi fie
no gli habitatoridi elfo: & alcuni credono, che fieno quelli delle terre, o del
le callclla,& nonquei delle città .
A. Vlpiano dicc,chc è uno abufo il chiamar Municipi i cittadini di qual fi uo>
t«M«; i g]jj (itfi ^ come quei di Capua,odi Fozzuolo:& Aulo Gelilo dice,cbe Tlmpe
radorc Adriano fi fdegnò con quei d’italica fua terra, per domandar elfi il
priuilegio di Colonia, clTendo municipio:perches'ingannauano grandemen
te coloro , che flimauano,che foffe manco rclTer Municipio,chc Colonia , ef«
fendo molto più.
B. In che confine cotella differenza?
A. I Romani,quando cominciarono à foggiogare! luoghi vicini àRoma,pi>
gliarono athicitia con ef$i,& diedero ad alcuni il priuilegio della città di Ro-
ma, à certicon fuffragio, &à certi fenza, & quelli chiamauano Municipi,
che participauano della cittadinanza di Roma , come i cittadini medelimi,&
andauano alla guerra , & fi poteuano ammogliare, & far altre cofe,comeRo<
mani.
B. Che è quel, che V.S.hà detto con fuffragio, & fenza?
A. Quei della città di Cerc,& altri furono fatti cittadini fenza fuffragio i
quella conditione riduccuano i Cenfori coloro, che talTauano per infami,
acr luche non poteflcru dar’ il fuffragio,ò uoto loro ne i corniti;: nè riceucrlo,
& quello era il non poter’ottenere alcun magillrato.
B. F-t quei delle Colonie poteuano ottenerlo?
A. Giàhòdetto, che ellendo fatti Municipi co’l priuilegio de’ cittadini Ro<
mani , le andauano ad habitare à Roma,poteuano compitamente: partecipa-
re dc’fuffragi fé erano fatti|co’l priuilegio de' Latini , i magiftrati di effe
terre folamente erano cittadini, ma non gli altri . V’eravn’altra differenza
maggiore,che i Municipi nó pdeuano la loro Kcpublica: come p efstmio i Tu
fculanì ,&gli Arpinati non lafciauanod’hauermagillrati ,ò nel Tulculano,
ò in Arpinoi ancorché habitaflct^'in Roma: & il gouerno della lor terra lì
gouernaua,come aitanti che foffero llatifattipactecipi della cittadinanza di
Roma. Et cosi dice Ciceronc,che hà due patrie, Arpino,& Roma: la qual co-
fa non poteua effer nelle Colonie, che fubito che alcuno era fcritto per Colo-
fio di una Colonia,perdeua il ius di cittadino di Roma;& cosi ancora, fe fi fa
cena cittadino d'Atenc,ò d'altra ciitàrfic la città, che era fatta Colonia, perde
ua il Aio gouerno , & pigliaua quello della Colonia , che quiui fi poneua.Ec
perciò 4icca Adriano, che eranodimoUo miglior conditione quei de' Mu-
nicipi),
S E S T O* ipp
jilcipij ,chc quei delle Colonie. Ma hauendo d^oi i Romani condutte
Colonie nelle città più principali, & ttouandofi in effe molti foldati veterani
i Prefidenti delle prouincie haueuano gran maneggi con elTo loro , & con gli
effercitijche (lauano à gli alloggiamenti in alcune prouincie, & molte volte fi
faceuano Imperadori,preualendofi delle amicitic de’ foldati veterani,& cosi
leColonie erano preferite à’ Municipi). Si legge ancora in Plinio il modo,
nei quale fi trouaua la Spagna al fuo tempo, & come la lafciò Celare Augu-
fto,&come per ragion de'conuenti le Colonie erano (limate più.
C. Erano forfè cotefti,come i Conuenti de’fratiJ
A. Chiamauano Conuenti quei luoghi,doue andauano molte terre a farli far
ragioneicomc farebbe a dire, Aragona andaua in Saragoza;Catalogna in Bar
celona,ò in Tarracona ; Valenza nella città di qucAo nome; Cartiglia in Va-
gliadolit,ò in Granata.Plinio dice,che nella Spagna citeriore, la quale chia>
ma ancora prouincia Tarraconenfe, erano fette conuenti; cioè il Cartagi-
nefe.il Tarraconefciil Cefarauguftano, il Cluniefe , d'Arturia , il Lucenfc , &
quel di Braga.- & dice,che,ancor che Pompeo diceffe,che conquido ottocen*
to quarantafei luoghi, ò terre di quella prouincia, egli nondimeno non vene
trouaua fe non dugento nouantaquattro:de‘ quali dodici erano Colonie.Le
terre de’cittadini Romani erano tredici;& de’ Latini vecchi dicifette,de'con
federati vna,& de gii rtipendiarij cento trentafei . Colonia , & capo di con-
vento fa Cartagine nuoua,che bora fi chiama Cartagcna : & Colonia immu-
ne chiama Illice , che hoggi fi nomina Alicante : chiama Colonia Valenza, &
Municipio Sagunto, poiché lo nomina terra de’ cittadini Romani ; & cosi fo-
no tutti i tredici. Colonia chiama ancora, & capo di conucntOiTarracona
fondata da gli Scipioni,come Cartagine da’ Peni,ò Cartaginefi.Chiama Co-
lonia Barcino Faucntia,hora Barcellona: Municipi) di cittadini Romani Bae
tuIo,llluro,Blandae,&Emporiae,che è Empuria , & dice,che era popolata de'
vecchi habitatori,& de’ Greci,che difeefero da' Focenfi . Mette, che a Tarra-
cona venilTero le caufe,ò liti di quarantaquattro terre : & i principali Muni-
cipi) de’ cittadini Romani Dertofani, che tono quei di Torrefa, &iBifgargi-
tani.Chìama Colonia immunc,&capo di conuenro Caefaraugurta , che bora
è Saragoza,che prima fi chiamaua il luogo di Saldubia . \
B. Di coterto nome di Saldubia ecci egli alcuno,che ne faccia mentione in al-
tra banda?
A. Nè in alcun libro, nè in alcuna medaglia io l’ho trouato mai . Veniuano le
caufedi cinquanta due popoli a Saragoza :& nomina per Municipio de’ cit-
tadini Romani i Bellitani , & quei di Celfa i i quali,fecondo la mia opinione ,
nomina come gente di Colonia: & per Municipi) i Calagurritani , Nafcici , ò
KaCci , S/ gli llcrdefi jper natione nominati Surdaoni,& quei di Ofea, & i Tu-
riafonenfi.il rertante lo vederete in Plinio .
B. Dicami V. S. breuemente folo le dodici Colonie.
A. Già ne haueua nominate fette,che fono Cartagcna,Alicante,Valen tia,Tar-
racona , Barcelona, Saragoza , & Celfa : mette poi la altre cinque Accitana ,
Saiarienfe,Obrica Flauia,Clunia,& Alluria : delle quali non lì sà fe non dcl-
Tultima, che è Artorga .
B. Et i tredici Municipi) quali fono 3
A, Già gii hò nominati : Sagunto,chehoraGcbiamaMonuicdro,Baetulo,cfae
fi dice Badalona.Illuro, che non sò che fi fia, Blandae chiamata Bianca , Em-
puria,Tortofa.Bifcargitani,& Bellitani , li quali non sò quali fi fiano , & quei
di quella Calahorra>& Lerida.Ofca chiamata hoggi Huefca,& Tarazona .
B. V. S. non ne hà nominati fe non dodici, & ci rella ancor luogo per Bilbili ,
comefiproua per le medaglie.
A. Giulio
«0 DIALOGO
l&34-<a. Giufto c.chc vi fi aggiunga, fe ben Plinio non la nomina fra le fuddettejina
in vn'altio luogo la celebra per l’acqua, con la qual fi tempera il ferroj & così
Tarazona,fc ben dice, che nel fuo territorio non fi caua ferro .
B. De’ conftderati V.S. dilTe,che v’era vna terra:però dicaci , quale è ella ì
A. ITarragenfi.Hoggi in Catalogna è vna terra,chc fi chiama Tarraga,& qui-
ui è quella lega cosi lunga, tanto nominata da Tarraga à Ceruera. Ma Tolo-
meo gli mette fra i Vafconi , i quali nó polTono cffere di quella di Catalogna.
B. Perche gli chiama egli Latini vecchi ?
A. Credo io,perche era fiato lor conceflb il priuilegio , che anticamente heb-
bero i Latini,& non come qucllo,che ottennero nelle guerre fociali,& ciudi.
Sopra che potrete veder i libri di Carlo Sigonio .
B. Perche chiama egli alcune Colonie immuni,& alcune altre nò?
A. Doucuano hauere maggiori priuilegij,& forfè la cittadinanza di Roma, fc
bene non lo dichiara .
B. Che haucuano di più i confcderati,che gli altri ?
A. Che non gii potcuano forzare ad altro, che ad olTeruar la confederatione,
, & nel refto erano liberi.
B. Gli fiipendiarij i n che erano differenti da gli altri ?
A. Nel tributo,o fiipendio,che ciafeun anno pagauano al popolo Romano.
B. Parmi,che in Plinio non fià bene il conto de gii fiipendiarij , fe già ò l’ulti-
ma foroma quella, che egli mette; ò mancano degli altri, che non fono fii-
pcndiarij.
A. Ancor’iocredojcheci manchino. Ma torniamo alle nofire medaglie.
B. Perche è il Lupo nella moneta di Lerida ?
A. Non lo $ò certo : ma potrebbe cficre ò per cagione di qualche perfona
principale,chiamata di quel nome, ò per dimofirare d'elTer feroci come lupi ,
ancorché al p'refcnte non fiano tali , ma buoni Chrifiiani , & quiui è fcuola di
lettere in diuerfe facoltà .
B. Si truoua egli delle medagli e di Lerida con lettere Spagnuole ?
A. Vna ne è in poter mio di rame,di pefo di due dramme,nella quale da vna
banda è la tefia di vn giouane, & daU'altra vn lupo, come in quelle , che dilli
Latine,&di più fono quelle lettere
B. La feconda , & l’ultima lettera fono come la feconda di Celfa ; & quiui era
L, & ancor inllcrda la feconda è L, Nella terza è vn E, nella punta dei
Tridente .
A. Io credo,chc cotefia fia R,& la feguente D .
B. G diceua di quella d’Ampuria,la R,non era di quella forma.
A. Et in quella l’O, era come laC,in Celfa,che voidicefie,che fiaccommodò
pcrogniverfo : & non fi dice male,chein ciafeun luogo fia lafua vfanza,o
vero la fua merauiglia .
B. La prima lettera non hà forma dT.
A. Io credo , che fiaconfonante . Chiamiamola F , fenza pregiudicio ,
B. Di maniera,che diremo FILERDAL.
A. Io non l’hò per cofa certa: ma frà tanto, che non ne fappiamo altro, può
paffarcosi.
C. Fuluio Orlino pone nel fuo libro delle Famiglie vna medaglia d’Afranio,&
< io la recai con eflb meco. Che ne pare à V. S. ?
A. Egli è ben ragione, che, trattandoli di Lerida, fi parli di Lucio Afranio,
ilqualefù vnCapitano principale, &Confole,&difefeinfieme con Fetreio
l'en trata di Giulio Cefare in Ifpagna in quello luogo di Lerida.
B, Si truoua egli alcuna infcrittionc,o alcuna medaglia di elio ?
A. Vi
SESTO- 10 ,
A. Vi è folawente vna memoria d‘un»fuaLiberta,che dice cosi: AFRANI A.
L.L. CHROCALE. S.
B. Come s’ha ella da leggere?
A. Lkcii Ukarit chrocaU fihi . Vediamo kora quel, che è nella medaglia
d’Afranio.
Si vede in effa vna dliuomo con quelle lettere "elrouefdo i en huomo a cauallo
con quelle altre, acinvn’iltra,chepurmitruouo,ei?lalleflà tetta d’huomo
con vnpefee appretto, con quelle lettefe , Ai{>PA & nelrouefcio è lliuonio
meilcliino à cauallo , con quette altre, differenti da la prima , in quefta euifa >
'Vifeizyi n B .
A. LeIettere,chefonoinambcdaedaIIabandadellatefta,fonoGreche;&,re •
non vi fottcro (late le altre nel rouefcio,non farebbe (lata gran cofa , che noi
liaueflimopenfato,chefotterodclnoraedi Lucio Afranio ,&la tetta co'l pe>
fce.che fi vedeinvnadelle, credo chelia Pompeo informa di Nettuno ima le
lettere de’roucfci io non intendo .
C. Le due prime dell’una non fono VN? de la feconda non la vedemmo noi
parlando d'Empuria? la terza, & la quarta fono Greche THl. la quinta pa>
re abbreuiatura pur Greca •.
A. Voi fate VNTHIV, che non vuol dir nulla.
C. Forfecbe$ì,inquellalingua.-&potrcbbe ettcrichefotteilpefodellame-
daglia,che fotte d'un'oncìa .
A> None di tanto pefoinè io hò da perder tempo in Cmili,& in molte(altre,clie
vi fono molto ofcureiperchehoggi hò da attendere ad altro .
Cc D I Ar
k
DIALOGO
S E T T I M O
SEGVITANO LE MEDAGLIE
DI. SPAGNA.
\ 'informi V.S. vn poco delle medaglie Latine di Barccl-
. lona,&diTarracona. .
/Di Barcellona non ne ho veduta alcuna > ma di Tàrra-
cona n'ho vedute, delle quali certe fono d Impcrado-
rii& certe altre nò : & quelle vitimc è da credere, che
fiano più antiche: come fono qucllc,chchannoda vna
banda vn toro , & daU'altra vna corona ■ inmeao della
m wi AW quale fono quelle lettere, C.V.T. T. & in vn altra can-
tori il fuddetto toro, & dall’altra banda pur quelle quartro lettere, « yn
ara,fopra laquale è vna palma.Ec cccoui le medaglie,accio le vediate .
B, Io crederei, che quelle ancora follerò del tempo de gli Impcradorii & della
feconda non v’è dubbio,malfimamente vedendoli in clfa la palma,laqual nac-
DULi.foi. que neH’ara,che fecero inhonore diCefare Augullo,come V.S.dilfe i giorni
adietro. Bt non farebbe gran cofi, che folle Tarracona, fatta Colonia da
Giulio Cefare, òdi Augnilo. ^ .
A. Non fon molto lontano dalcrederlo, vedendo, che qui e vna infctittionc
con quelle parole, GENIO COL. I. V. T. TARR AC. & in Barcellona in di-
uerfe infcrittionij^lnilli COL. I. V. T. TARRACON. ET COL.
F. I. A. P. BARC. che vogliono dire, Seiór Colonuc IuIucVìUtìcii Tyrrhe-
mene, o Togalse Tanacimii . Et ColonUe Eauentue lulue A ngiiflae Barcmemi.
B. L’I non potrebbe egli dire immurns?
A. Se Plinio hauelfe nominata Immune Tarracona, come hafattoIllice,«
Cefaraugulla,io l’harci creduto. Etgià habbiamo detto,parlando di Leptis
d’ Africa,che li truoua, COL. IVL. VlC. & C. I. V. per colonù rnlia Vtarix.
B. Sitruouaegli alcuna medaglia di Giulio Cefare,fitta in Tarracona?
A. Vna ne hò veduta con la fui effigie,mifù fatta dopo la fui morte: perche
dall’altra bandaè quella d’Augullo,con quelle parole, IMF. CAES. AVG.
TR. FOT. PON. MAX. che vogliono dire.lmjwrawr Caefar TrihtmeU Vo
telUttvomifcx iKjnm«i.Et,douc c i’cf6gie di Ccfarc,vi li veggono quelle lettere ,
CAESAFI.CV.T. -
B. Co»
SETTIMO.
JOJ
fo'fe nel principio deirimperio
A. Nò,ma parecchi anni dopo.
B. A chelìconofceclla?
lo chiama Augufto, del qual nome non lìchiamaua da principio ;mà
il che nelle medaglie lì feri-
ti III. VIR. R. P. C. ne anco li chiamò Pon-
tcncc MafsunOjfin che mori Marco Lepido.
B. I- l>*uer polla 1 effigie di Cefare tanto tempo dopo la Aia morte fà cheli
?" ^^^.‘^*''•^"'0 noi à PliniO>chediceSqpwiuim(^ia.-«>»Ci«r;Ajj;<i7J^ei,ori,j. < ‘
facelTero Colonia, ma che habbiano
5 * 1 '°’'“** * I** 0 ‘ edilìeij. Et fe parla de’ due Scipioni, padre ficaio >
Romtn?'^*"” ’ "’'r°J 5 ¥ * P***^clie in quel tempo non cauaùano i
Roinam gente per le Colome fuor d’Italiaific credo, che Vclleio Patcrcolo di H*^ >•
^clic Ja prima Colonia folTc Cartagine, molti anni dopo i detti tre Scinioni
a" Vna' fe f f°P°lcuradegIi Scipioni,chcc prelTo àXarraLna?
. Vtia fcpoltura v e , che la chiamano la Torre de gli Scipioni : fic alcuni
- °f°°°n°jC le due llatuc,chc vi li veggono di rilieuo,iiano i due Scipioni . Et
ai qui vici la fauoIa,che fono quiui icpoltiiraa quelle ftatuc fono due fchiaui.
cnepiangonoillorpadronc.
C. Vili vede egli alcun epitalio?
A. Vin vedeimàcconfumatoalTai.
C* Mi par,chc gli Scipioni non morilTero in qucRi paelì. Mà dicaci V.S. quel.
r vTt i' ^“”^"1- ?‘'**"° *'* ‘'**^° • «*oè . perche li metta in quelle meda-
g c »... V. 1 . 1 . le quali lettere ella interpretò poco fi , Colonia yidrix Tyrrhcaica,
due parole Tyrrhenica.o Togata,
A ‘°’’d“*nentoli polTano interpretar cosi.
1 * parola Ty rrhenica non li truouano.fe non certi verfi di Aufonio Gal-
10,11 quale, fcriuendo à Paolinojdice in quello modo,
Caefanae , nAngt^ei^. domu* Tyrrbcnica propicr
TanacQ,
Et c mia imaginatione.che ilnomeTarraco liailmedelimo,cheTyrrhena,o
Ty rrhenica. Quello li conofee meglio, fe fe ne cauano le vocali, come li collu-
maua nella lingua Hebrca,fic in alcune altre lingue antiche;fic,che ciò li vfalfc
parimente fra gli Spagnuoli,lo dicemmo l’altro giorno,parlando di Cclfa,fii
diLerida. Della parola Togata non hò altro feri ttore.chevn libro vecchio,
lenza il nome dell'autore.doue li tratta de’ Vefcouati,ficdcgli Arciuefeouati
di Spagna. Et in elfo li vede.che parlando di Tarracona, le dà il lopranome di
Togata,come adEmcrita dà quello d’Augufta.fit cosi à Bracara.Quefto nome
di I ogata li daua alla Gallia.chechiamauano Cifalpina,per differctiarla dal-
la Calila Bracata,c he era laTranfalpinaaiRomani:ficperòpotremodire,tho
chiamaffero ColoniaTogata Tarracona,pcrche vfauano in elTa leToghc più,
che nell altre Colonie.fà in qualche parte à propolito il verfodi Virgilio,
fiORUiui rena» iominos ,gentemq. togtum . °
Il qual verfo dicono hauer vfato Cefarc Augnilo riprendendo il popolo Ro-
mano,perclienonvfaualeToghc,coraeifuoianteccirori. « In conferma- Agghinn.
tione di ciò, cheli è detto, feruono le parole di Straboncnel terzo libro della
lua Geograha.oue dice . che gli Spagnuoli in molte Colonie faueilauano , fic
velliuanq alla Romana, fic perciò’ eran generalmente chiamati Stolati,oTo-
gati, 5 c fràcffi nomina iCeltiberi, quantunque in altro tempo foffero tenuti
per aliai barbari,fic crudeli.
C. In Cartiglia c biamano Ladini i negri, fic gli altri fchiaui,che hano apprefa la
Cc a lingua
i
x>4. DIALOGO
lingua Spagnuola.Ec per qucfto difle vn GcntiIhuomo,chc non vo!eua,che la
Aia moglie folTc Latina, nè manco Ladina,ma più coAo vn boccale, &, fé folTc
polTibile, muta.
A. CoccAa parola, Ladina, è tolta dalla lingua Latina,& moftra,cbe queAa lin
gua folTc comune in Spagn'a,come ancora il Romanzo,che noi fauelliamo: &
le canzoni,dctte Romanzi, vengono dalla linguaRomana. ,
C. Ecci egli alcun’aitra Colonia, che Labbia coteAo fopranome di Togata ?
A. Credo , che Lampridioferiua nella vita di Commodo Impcradore,chclo
AclTo Commodo nominò la Colonia di Carchago,AlclTandria Commodiana
Togata:& credo io,per farla con quello fopranome differente da Aleflandria,
Colonia d’AlelTandro Magno nelTEgitto. ] Vn'altra opinione v'èlopra
rinterprctationedellaT,cioè,che voglia dire TwWii. Et inconfermationc di
ciò,lì trouano duc,ò ere fafli in quella cittì, ma fono in tal modo fcritti.che nó
lì può prouar con elTi.che lìa fopranome della citti,fe ben in Spagna fono più
terre,chc fi chiamano Tudele,chc in lingua Latina, farebbe detta ciafeuna di
elTc T utcla. Con tutto ciò, mi piace più il nome di Togata,lino à canto che fc
ne truoui la verità . Parliamo bora delle altre medaglie.Et prima di vna,che
hi vn toro, come nelle ruddctte,con quelle lettere, C.V.T.TAR. & dall’altra
banda fono i due figliuoli di AuguRo, con due feudi tondi, come lì veggono
in vn rouefeio d’unadi quelle dì CefarcAugullode lettere daqucfla banda
itfgiunn. non f leggono. * Peròdiròdìqucllc, che fono in vn’altra mcdaglia,nella
quale f veggono nel rouefeio due faccie , che fcambieuolmente lì riguarda-
no, &fopra di effe fono quelle lettere, C. L. CAES. fcpiùgiùfraicollilo-
ro, CVT. & infincin vn’altro verfo, AVG. K. che vuol dire, C4i*(,ci^£J<a«s
Caff<trtS, FUif , Colonia KìffrórTarraco. Et dall’altra banda èia telladiAugu-
Ao incoronata d’alloro con quelle parole, IMP. CAES. AVG.TR. POT.
FON. MAX. P. P. ] Et in vn’altra medaglia d'oro,3r in molte d’argento,che
io hò dì AuguRo ■ pur co'l rouefeio de’ Tuoi due figliuoli, & coi due lcudi,fono
qucRc lettere, C. L.CAESARES . AVGVSTl. F. COS.DES1G.PRINC.
IVVENT. che vogliono dire, Cairn, Luem Caefares,^MgMflifitij,ConfiUn Defittati, T^in-
cifeslHiictùmis,
B. Perche vi fono quegli feudi è Ranui eglino armati ì
A. Non vi Ranno armati, anzi vi Ranno con molte veRi, &, come io Rimo,con
preteRe . I clipei credo che f ano quelli , che mifero nel Campidoglio con le
lor effigie ad honor loro,& due aRc,& vn lituo , & vn firopulo, che parimente
fono nelle medaglie di AuguRo.
C. Checofaèegli Simpuloè
A. Vn vafo fenza piede,con vn manico Iungo,il quale feruiua ì tramutar l’ac-
qua, o’I fangue da vna nciraltrapartc : ò , quando era poco , lì ricoglieua in
elfo,& bagnando rafpcrforìo,lì Ipargeua; come fi fa hoggi l’acqua bencdecca
con l’hifopo.Ececcouilcmcdaglic,douclovcdcrete.
C. Prin-
SETTIMO. .r»/
C. ? rinceps iuuentutis,è egli quello, che hor» fi chiami il Principe di Spagna
ò quel di Portogallo ^ ”
A. Non è : perciò che anticamente chiamauano Principes i primi, che i Ccn-
fori nominauano nel Luftro,chcfifaceuaogni cinque anni ;&i|primo,che
nominauano, trattando de’Senatori,foleua elTere il più antico Cenforio,cioc
quel, che piu tempo era flato Cenfore,fe era viuo : dapoi fu honore nominare
quel che più lo meritaua,comc Sci pione Africano, che lo nomi narono innan-
zi che foflc flato il più antico Ccnforio.Colui,che così nominauano, lo chia-
mauano Trmecpi SeiutHi, Se fin' alla morte non perdcua mai il Aio nome, nè il
fuo luogo. Altrettanto fi credc,chc fi faceflc, quando nominauano gli Equiti
Romani,& la gente da piedi,la quale fi diuidcua in Centurie Seniorum,& lu-
niorum: perche, quando nominauano gli Equiti,ouero la prima Centuria de'
Seniori , ò de' Iunior! , teneua quel luogo fimile honore, come qucllo,che hò
detto del primo Senatore ;& perciò fi crede, che quelli, che fi chiamauano
Principes iuuencucìs,foflcro i primi nominaci frà luniori : Se non è fegno di
effer Principe herede, come hoggi fi cofluma ne' primogeniti de' Regi. Ma
con tutto ciò,par,che fia bcne,che gli fi dia coceflo titolo .
C. Che titolo dauan’ eglino à gli heredi ?
A. Li chiamauano Cefari; come fi vede in alcune medaglie di Lucio Elio Ce-
fate^adoctaco daH'Imperadore Adriano , & in quelledi Marco Aurelio adot-
tato da Antonino Pio,& in molte altre.
DiceCornelioTacito,chequeftiduefratelli Caio,& Lucio Cefari erano fi-
gliuoli di M.Agrippa,& di Giulia figliuola d'Auguflo;& fe bene erano fuoi
nipoti,gli adottò nondimeno per figliuoli,& chiamogli Cefari:& vfa poi que-
lle parole: puerili prmextt ■Priiuipes aaieìUUhapfeUsri,defit)ure ConfuUt ftf-
ò» retufmufUgrtoaiffme cupiumu .
S. SoncialtremedagliediTarragonaè
A. Vi è quclla,che difli l'altro giorno, fateadopo la morte di Auguflo , con vn u..
titolo raro, D E O AVGVSTO. &daU’alctabanda,vn tempio,con quelle
parole, AETERNITATIS. AVGVSTAE. C.V.T.T.& è medaglia gran-
de di pefo quali di vna oncia.Queflo rouefeio fi vede in due forti di medaglie;
in alcune è dall'altra banda tutto'l corpo deU'Imperadote à federe in vna fe-
dia,con vna vittoria in mano , mefla foprail mondo ,& l'infcrittione di que-
flae, DEO. AVGVSTO. in altre li vede folo la faccia dclllmpcradote.
con quelle parole, DIVVS. AVGVSTVS.
Vn’iltra,
k
DIALOGO
Vn'alcra ve n'è di rame di Tiberio Cefare co’l roucfcio dciralcare , & della pal-
ma, nella quale è la fua faccia con vna corona di alloro , & con quelle parole,
TI. CAESAR. DIVI. AVO. F. AVDVSTVS. &nel rouclcioèl ara,
ò l’Alcarccon le ap fe, adornato di due , come colonne, & con due tellcdi vit-
time abbruciatelo, per parlar più chiaro, con due tefchi di toro, & tra l'una , e
l'altra pende vn ramo d'alloro come corona, fatta à modo di Fellone, & in
mezofivede figurata vna patera, & fupra l’ara è la palma, con cinque , o fei
rami, fra quelle due lettere C. V.& à baffo, da’Iati dell’ara, fono gli altri due
T.&èmcdagliagrandedipiùdimezaoncia dipcfo.In yn’altra purd^ra-
mc di pari pefo,fì vede da vna banda la faccìa,& l’infcrittione di effo Tiberio,
& dall altra due teflc di giouani , che lì guardano , & l’vno hà certe lettere ,
che dicono, GERMANICVS, & l'altro, URVSVS. CAESAR ES. & nel mezo
vi fono quelle lettere, C.V.T.Vn'altra ne ho di Tiberio , nella quale fi legge,
Tl.CAES. AVG. Pt. iq'. MAX. TRIB. POT. & nel roucfcio vifonodue
faccicjvna di donnaconquello titolo IVL.AVGVSTA. l'altra di giouanc
col titolo di DR V SVS CAES. TRIB. POT. & fra i colli fono qucAe lettere,
C.V.T. :
B. Chi furono cotcfti due Germanico, & Drufo?
A. Credo , che ambedue follerò adottati da Tiberio Cefare , & che morilfcro
auanti, che gli fuccedcllcro. Vedete nelle mie famiglie la Giulia ,& la Clau-
dia.Vn’altra medaglia dirame hò veduto, clic da vna banda bàia faccia di
Cefare Augufto, con vna coronad'alloro, con quelle parole. IMP. CAES.
AVG. TR. POT. PON. M AX.P.P.& dall'altra banda la ctfigicdi Tiberio Cc
fare giouanc fenza corona, con quelle lettere, Tl.CAES AK.& dietro alla te-
Aa fono quefte lettere, C, V. T. "FAR,
Hora non mi re Aano di T arracona altre medaglie fe non certe d'oro, che perciò
non fono migliori delle fuddcttc.
B. Saranno alcune forfè de’ Re de’ Gotti?
A. VnacdrSuinthila.conquclleparole, SVINTHILA. REX. daUaqual
s*impa-
SETTIMO.
s’impara à fcriucre il nome di quello Re, che altri chiamano Scintilla; dall’al*
tra banda fi veggono quelle lettere, TARR.CO TAIVX. & in vn’altra peg-
gio, CE. AR. CO. TAIVX. credo, che volefiero fcriucre,
come fi vede in moltcaltre,haucndo riguardo à metterci alcun titolo del Re<
comcfonoquelli,p<«j,iK/fi«,Fc/ùr,op/i»iiij,cS«. In vn’altra d’oro limile è fcritto
tSVINTHlLA. RE: &dall’altra banda PIVS. TARR. t CO Invn’altradi
Rcccaredocólamedcfima effigie è quella infcrittionelRECCAREBV J RE,
invece di \eccjredus i\ex: Se dall’altra banda IV. TOS TERR. CONA, per
Ttnjco ikflus: Se Cì vede, che gii fi corrompeua quella parola in due modi , di-
cendo Tr, in cambio di Tj,& mutando la dcclìnacionc di Tarraco Tarraco-
nis, in Tarracona Tarraconac ; come di Barrino , Se Narbo,in Barcinona, Se
Narbona.Con tutto ciò s'c conferuato Tartaro nella medaglia del Re Ccn-
fuintho , nel difegno della quale da vna banda è vna faccia , Se dall’altra vna
Croce, con alcuni gradi : le lettere dicono, t RECCESVIN©: R.cioc Recce- "
fuinthus Rex,vfandol’ ©Greco in vecediTh. &dall’ altra banda t TAR-
RACO;PIV:cimanca vnS.Vn’altrave n'è diGundemaro, co’l difegno di
certe faccic,vna perbanda con quelle lettere barbare t C. OH YEM '^R VS
RE, in vece di Coniinur»(j^»,&dairaltrabanda T A R R ACO: AlVO:
forfè vixs .
B. ♦ Truouafi egli in Tarracona l’infcrittione,che allega Hermolao Barbaro Atsiunu.
fop* Plinio , fe bene credo , che fia nel terzo cap. del lib.terzo, TAKRACO
VKBSCOSITANORVM?
A. Io non l’ho veduta. Ma voi mi fate ricordare di roteilo luogo di Plinio , le
cui parole fonoqucAc'(doporhaucrfatt»mentionc di Valenza, & del fiume
Turia,& dell'altro Idubcda,& della regione degli Ilergaoni,pcr doue entra
inmarc il fiume Ebro)lifj;ù)C(#u»<i//<inrn SM, Colonia Tarraco Sctfionum opus, fieni
CarAaioVocnor.'Etè concordecon Plinio , Tolomeo, ilquale, oltre al fiume, '
Hebro , mette i Cofetani i & di efiì dice, che è Tarracona. Non è molto tem-
po, chevenne in mio potere vna medaglia piccloladi rame, con vna tcAa
da vna banda , d’un giouanetto fenza barba, con quefte lettere, COSS ET.&
nel rouefeio con vna figura di vn’huomo ignudo,che potrebbe eiofer Nettuno,
per elTer poAa quefia regione alla riua del mare.
C. Cotefte lettere coma s'hanno à leggere ? COSSETANIA, O COS-
SETANORVM?
A. Se fi truouafie alcun luogo di cotefto nome, io leggerei Colfctania : ma,ef-
fendo nome di regione , o di popolo , mi piace più legger, ColTctanorum, co-
me di quei d’Empuria , Empuntanorum , Se cosi d’altri Greci ,& Latini. Al-
tre medaglie mi truouo con lettere antiche Spagnuole , fecondo che iocre-
do, le quali hòopenione, chefianodi queAe parti.HannovnateAa di donna
co’c^elli raccolti in cima del capo, come fogliono figurare Diana; Se nel
rouefeio è vn cauallo,con vna perfona ignuda lopra;& di fotto vi fono queAc
cinque lettere .Molte altre medaglie hò vedute, nelle quali ci fono
queAe tre lettere loie ASX quefta difEcoltà,che potrebbono elfere di
Celfa. Percioche, come dicemmo 1 altro giorno, fono lemedefime di quel-
la Colonia , eccetto che quelle , fra le quali è vn A, Greco , è cofa più certa ,
che fono di quel luogo > quelle , che non l’hanno , potrebbono efifece di que-
fta regione, j
B. Dicami bora, fe le piace, di quelle di Saragozza, che di ragione ve ne
douerebbono eficre molte .
A. Molto pochen’hòvcdutej&tuttefonod’Imperadori.NehòduediCefa-
re Augullo fondatore della Colonia, & in elfc fi vede la fua effigie da vna
banda, con quefte parole, AVGVSTVS DIVI. F. Se dall'altra due buoi con
vno,
»o! DIALOGO
vno.che lor và dietro.& in ambe ducè quefto nome , CAES AR AVCV^ A.
inafonodiffcrcntinc’Duumuiri:invnafilfgge> Qì,LV"AT. M. FABIO.
U. VIR. nell altra, L. CASSIO. C VUER. FEN. ji» VIR.
B. Come sTià egli i leggere coteft'ultima ì
A. Caio Valerio Feneftella.fecondo ch’io credo.
B. Divo Fencftella fi truoua vn libro de MagiftratibuS|& de Sacerdotijs.
A. Cotefto titolo è falfo , & bora fi truoua il libro .con vn’altro nome , che per
bora non mi fouuiene (ancorché mi paia jche fia Andrea Domenico Flocco
Fiorentino . Egli è ben vero , che ci fù vn Fcneftella huomo dotto, di forte,
che è allegato ne* Oigelii ( ilquale potrebbe effere, che foffe fiato del noftro
paefe . Di quelli due vltimi Duumuiri hebbi,non hà molto,vna medaglia pie*
dola di rame, di pefo di vna dramma, che hà le medefime lettere, fida mede*
fima tefta d’Augufto,3c dall'altra banda vna corona d'alloro, fit in mezo vi fo*
no quelle parole , L. CASSIO. C. "^jllRIO. >11*. VIR.
B. 1 due buoi con quello, che lor và dietro , che lì veggono in cotefie , fi^ in al*
tre medaglie, che lignilican’ eglino ?
A. Sono per dimollrarc,che è Colonia,fic Plinio la chiama Immune : fit fi truo*
uano certe parole d'uno fcrittore antico ■ che mofirano il modo ,cogie s’hab*
bia da far la Colonia,congiungendo infieme vn bue,3c vna vacca , fit metten*
do la vacca verfo la Colonia, che lì vuol far di nuouo ,fic il bue dalla banda di
fuori,fic tirando vn aratro, fit cjrcondàdo il territorio dellaColonia.doue s'hà
da far la muraglia,alzando l'aratro nel luogo,doue ha da clTcr la porta di clTa.
B. Perche la vacca ha da ire dalia banda dcirhabitatione ì
A. Accioche le donne habbiano da clTere nelle cafe loro cosi feconde, come
le vacche.
B. llbue,perchefimcttedallabandadifuori?
A. Perche gli huomini fiano fuori lauoratori, fit forti come il bue.
B. Secondo cotefia ragione, nella medaglia vno animale hi da eircr.bue,fit Tal
tro vacca.!
A. Ilmedefimodicoio: macomeficonofeeranno?
B. Vedendoli le poppe della vacca.
A. Hò intefo dite, che li conofeono ancora alle corna, fi^ che in Fiandra non fi
comprano le pelli lenza le corna,per conofeere fe fia pelle di bue, ò di vacca .
C. Che differenza è fra le corna loro?
A. Quelle della vacca fono a guifa delle corna della luna, fit non ci mancherà
qualche fauola in quefto propofito,cbe dimofiri etiandio,chc perciò le facri-
ficaffero le vacche : quelle de' tori,& de' buoi efeono affai più in fuori i fit per*
ciò,hauendo le punte ò all’insù,ò dalle bande, vrtando fanno maggior male .
B, Ecci egl i altra lotte di medaglie di Saragozza ì
A Mi par, che l'altro giorno io dicefli,che v'erano delle medaglie con vn vef-
filloi
SETTIMO- =>)
Clio ; che fono di rame di pefo di mcza oncia • con la effigie di Cefare Augu-
ftoincoronacod'alloroconquefteparole,' AVCVSTVS. DIVI. F. & nel
rouefeio fì vede quel vcffillo dritto in vn'haCa di lancia fopra vna bafe qua-
dra, che C fomiglia à vn ara. Le lettere dicono coai, CAEbAR AVGVSTA.
M. PORCI. CN. FAD. 11. VIR.
B. Perche v’c egli il vcffillo?
A. Per rapprcfcntare,che era Colonia, per laqual fi folcuamctterprima in Ro
ma il vrffillo,ola bandiera, & poi nella Colonia, doue fi volcuafar l'habita-
tione ,& fi fcriueua il numero di quelli . che vi haucuano da habitare, come
farebbe a dire feiccnto,o mille huomini,& di queCi ne fccglicuano cento per
Decurioni, che erano come Senatori, & poi ordinauano i magifirati , alcuni
d'anno in anno,& aItridicinqueincinqueanni,chcchiamauanoQuinqucn-
nali,come erano in Roma iCenfori da principio. Vi erano ordinariamente
Duumuiri,Edili,&QueRori .
B. Di altri luoghi d’Aragona vi fono medaglie ?
A. Vene fono di Turialo, difiilbilis ,& di Ergauica,& delledue Calahorre,
delle quali vna fi tiene, che fia in Aragona ; & credo che ancora fé ne trouino
in altri luoghi. Di Tarazona hò vedute alcune medaglie; in vna fi vede la effi-
giedi Augu(ioincoronatod'alloro,con qucfteparole, IMP. AVGVSTVS.
P. P. che lignificano Imperator^ngufluiTiUerTitriaadìlVzUr^hìnài èia faccia
di v,na donzella con la tefla coperta , come la Pietà , & vi fono quefte lettere ,
TVRIASO. S'impara rorrugrafìa di queOo nome, che da vn tempo inquà
lo chiamano,TyraÌona,o Tyraufona,a Tyri)s,& Aufonib. fecondo certi fac-.
centi antichi . L'altra medaglia è di Tiberio Cefare , Se v’è la Aia effigie con . . ^
qucftelettcre, Tl. CAPSaR. .AVG. F. IMP. POfflM. &nclrouefcio
é vn toro,& quctlecifre cioè, & poi vi fono ino- .
mide’Duumuiri, L. CitC. iNl. M. GEL. VIR. ..x
B, Chevuoldircotefto? ,
A. Non ne so cofa certa,ma diciamo , JU CaniUo M. Genia Tdatitu Vate.
limo jDwimumi. In vn’altra di Cefare Augufto fono quefte lettere IMP. AV-
GVSTVS. P. P. écnelrouefcip inmezo lASO, & nel circuito, SE-
VERO. ET AQVILO u. VIR.; queftaèpicciola,l’altrefonodipcfo.&dl
grandezza ordinaria . Vn'altra maggiore v'è pur di elfo Augufto,& le lettere
fono confumate,faluo quefte, AV.GVSTVS. P. P. & nel rouefeio c vna co •
runa d'alloro,& dentro di efta , MVN. TVRIASO.
Per quefte medaglie fi conferma, che era Municipio , fecondo quello, che
cauammo da Plinio . Ma veniamo à quelle di Bilbilis , delle quali voi
faprete pjù di me , maljfimamente che quafi tutte quelle, che io hò , me
-le hauéte mandate voi • Ì5i quefte ve ne fono certe , cHe non hanno il
Dd nome
210 D I A L O G O
nome d’Impcradori , come è yna, che hi da vna banda quello nome BIL»
BILI, & dall’altra , ITALICA.* dalla banda , doue è fcritto Bil-
bili, è vna faccia, come dlmperadorc,* nel rouefcio vna figura à cauallo:
chi fofle quello Imperadore.ò colui,cheli vede à cauallo, credo che non li fap
pia : ancorché la città di Calataiud habbia al prcfente.come intendo, quella
arme, io m’imagino checiòfiapercirerli alcuno abbattuto in quella,© in al-
tra medaglia, onde , credendo che il nome del luogo folTe quello , piglialTero
elTa arme .
B. Alcuni credono, che da principio haueffero S.Giorgio,* che, vedendo que
He medaglie, mutalTeroimprefe.
A. Perfuadete loroiche non lafcino S.Giorgio,che li può meglio aiutare.
B. Bifogneràafpettarl’occalione. Ma checredeella,che voglialignificar la
parola Italica? che hauelTe forfè il i*i u^Knm , come molte altre nominate nel
titolo ut Cenjibin, ne’ Digcfti ?
A. Non fitruouanoin elli nominati di Spagna fe non i Pacenfi , & quelli di
Emerita di Lufitania,* i Valentini,* gli llicitani,* i Barcinonefi,i quali chia
ma Immuni: però da Plinio fappiamo,che tutti i fopradetti fono nomi di Co-
lonie.Egli farebbe necelfario di truouar quando à Bilbilis fu dato quel priui-
legio di nominarli Italica, che quello fopranome mollra d’elfer forfè molto fa
uoreuoleàquei d’Italia, ancorché io non neghi, che riceua l’interpreta-
tionedel i«ii4lioii».Vn’altra ltalicaènell’Andaluaia,dellaqualefuronoTra-
iano,& Hadriano.
B. Che intende V.S. peri»!
A. L’hauere il priuilegio , che haueuano quei d’Italia diuerfo dall’altre prò»
uincie.
B. In che cofa era egli differente?
A- V edetelo ne’ libri di Carlo Sigonio , Dtìkri2ttlue,0' prsanKMnm. Ritorniamo
noi all’altre medaglie di Bilbilis,ò Bambola . Si truoua vn’altra medaglia di
Cefare Augnilo, nella quale non lì nomina nè Italica , nè Municipio , & v’é la
fudetta llatua equellre, & nel diritto , doue fi vede la iella di Augnilo , fono
quelle parole, AVGVSTVS. DIVI. F. & dall’altra banda,doue fi vede
rbuomoàcauallo,èrolo quella parola, BILBILIS, & è medaglia di rame di
pefo circa meza oncia. In vn'altra di rame pur di tal pefo, èlafacciad’Au-
gullo convnacoronad’alloroconquellclettete, AVGVSTVS. DIVI. F.
PATER. PATRIAE. & nel rouefeio fi vede vna corona cinica, ograminea,
o d'alloro, con certe lettere nel mezo,chc dicono, Jf, VIR. & nel circuito
hV. AVGVSTA. BILBILIS. M. ShMP. TlBhKl. L. U^;L. VARO.
B. Come s’hanno da leggere entelli nomi?
A. iunt sa^nmt TierpuJjuk LUinitt'grt.di quella medaglia fi caua,che Bilbilis
' fi chia-
T
s E T T F M O-
\jrj
fi chumaffe Au|ufta pcrfopranoitie,&chcib(rcMunicipio,perquelclt« fi ■
credc,pcr.benchciod'Augufio. Valerio Marti3le,Poetafamoro,comcfi vdde - tsb.yBfib
da gii Èpigrammi da lui compofti, era natio di quella città i de in cerco luogo'
chiama filiali» . '
UMÙipts^tgHfli miti, fMOtBilbiUt ieri . . .~
Manu cntt,r*f Hit qiumftlocn^^td^tkl.' -
Fan no errore quelli ,chefcriuono peggio quei iche mec- .t.; .r..na
tono nel titolO)./filBi?iil«;i«i«4^i>i.doucndouifi poncT^/lB<tlitfi7«i)j rolanfctlte'^
Et.fimile errore era Io fcriuer BiMi/iiwjp-» invece di BtUnluacn, che fi rileriloe-al
roontc,comcC vede in Statio,^tri/i<ÌBtraiii;!rcpii/o: Vie vnliltra medacl'àfiffijr^
leicccetco che hàalcri nomi die’ duumuiri fono L.. COK
SEMPR.RV'ILO» ti-VlR.AltrcvcnéfonodiCa]igota,nelleq'uaiiiived«
la iella dell Impciadorc incoronata d’alloco,con quelle parole,C.C AES AR.
AV G. GERM ANICVS. IMP. & dall'aicra banda è vna detona d’allòro ,co«
me nelle fopradetre.con quellejcttercj . KV. AVG. BILBIL. G. ’CORMa
REFHC. M. f££. FRONT, fj» VIR. che fignificano
_Btlhihi,(aia Cantilo t\ffrHo,M>tT.c0J1ci»iiifroMUneI)unniiàji^i . > . rq .
B. rerynalettcra,chchòriccuuca,iiitfdo,cheinBamboIa,fiètrouatavname ' -
dagliadi Tibeiio.CcfarCjCOn alcunelcTcere,chediconoilfuonoine> T f.
CAESAR. DIVI. AVGVSTI. Fi AVGVSTVS. &dali'ouefcioèvnato- >
ronadialloroj&inmczo vifono.queftelettereCOS.neleircuitoda vitt-bàn-A
da, >vr AVGVSTA BILBILIS. &dall’altra TI.. C AB S AREl^'V, L'.
i*LlO., SEIANO. -.1 j . 1. !t,f. )'
A. A meè cola nuoua,che fiaoo Confoli nelle medaglie: ma,elTendo'd! perio»
pelosi principalii&potcnciin que' tempi.lorfi puòpcrdonaveqKrOloenecOa
t ellp S.eiano non poteua manco in tempo di Tiberio, che Marco'Agrippa li»
queIlod’Augullo,delquale Tappiamo, cheli metceua il Tuo nome, de effigiò id
alcuncrocdaglieinRoma, fluori . Et furono! due nominati inquella me-
daglia Conloli due anni prima chemocilTeTiberio. Et con quella do line al-
lemedagliedi Bilbilis.
B. CheluogocErgauica? ^
A. Io nó ve lo faprei dire. Alcuni credono, che fia AIcagniz.Et per hauere alcu
na lettera in loro fauore, leggono Erganica,iria le medaglie non lo códfenco-
no . Plinio mette eli Ergauteenfi tra quclli>cheandauanoal conuenco di Sa-
ragozzai& dice, che haueuano il priuilegiode’ Latini vecchi ; & le medaglie
nominano Ergauica Municipio. Si vede nella medaglia la cella di Celare
Augulloincoronato,con quelle parole, AvGVSTVS. DIVI. F. dall'alcrx
bandaèvntoroconquellealtre,MVN.ERCAVlCA.&fonomedagliedi-
rame ci rea meta oncia di pelo.
A
.1
Dd a
B. S’hà
A
i
\SIJ
DIALOGO
B. S'hìdadircErcauica,oErgauica?
Aukau. A. 1 Latini par che vfalTero la G più di rado, che l'altre lettere: ^i&ilprimoj
che vfaflc quella lettera G,fu Spurio Carbilio,Liberto,come credo, di quello
Spurio Carbilio Ruga, che in Roma fu il primo à far diuortio con la moglie,
perche era lterile,fecondo che racconta Plutarco ncllcQuelHoni,o Problemi
de' Romani:& q uefti fu cinquec£to viti, & piu anni dopa la fondatione di Ho
tib. 4 .e.}. ma,comedice Geliio]& a' Latini feruiua la C in luogo dellaG,& il K in luogo
della C có la Q^nde fcriueuano Caius,& proferiuanoGaiusidt perciò in vna
eiedagliadiBilbilisèlaC,& G per vnoftelTo nome. Si vede ancora per l'or*
dine delle lettere, che hanno gli Hebrei,& i Greci,che la loro terza lettera G
hi il mcdefimo fuono,che la C de' Latini . In Ergauica io credo, che lìa la G
conforme alla etimologia di Vicq& Erga, che in Greco fuona Opere: ma può
. bene elTere,che non lìa quefta l'etimologia : & par fempre male il mefcolar la
lingua L 2 tina,& la Greca in vnamedclima parola: de in dubbio ci habbiamo
da conformare conlemedaglie,&conlolcriuere,nel modo che lì vede in
efle , Ercauica,ancor che ne' libri lìa Ergauica, come credo , per cagion della
prononcia . PrelTo ad F rcauica , Tolomeo ne' Ccltlberi mette Segobtica, la
quale ò chiamata da Flinio Capo di Celtiberia, come 1 oledo de' Carpetani,
Si ambe due le fa tributarie,^ che lìano del conuento di Cartagena .
C. CoteAa non è Segoruc,che è prclTo à Valenza r
A. None cofa ccrta,che lìa Segorue, come aflerifee il noftro amico Girolamo
Zuriu.Due medaglie di rame bò vedute d'ellà : &1 una lì ralTomiglia ad Au>
f urto nella faccla,ina è fenza lettere, & li vede detta faccia in mezo à vn Del
no, &hàvnafpiga,forfccomefignoredelmare,3t della terra. Nel rouefeio
è vna rtatua equeftre d'uno, che hà vna lancia ,come li vede in moire altre di
Spagna: fotto quella figura a cauallo fono quelle lettere , S E G O B R 1 CA-.
l'altra medaglia è di Tibcrio Celare , & vi li vede la fua effigie , con quella in-
Icnttione attorno, T 1. CAESAR. D.lVl. A V G. F. AvGVSTVS.
nel rouefeio è vna coronagraimnea,od'alloro, con quefte lettere in mezo
SEGOBRICA.
R Delle due Calahorre,che medaglie vi fono?
A. Io truouo in alcune vnMunicij>io,chiamato CAL.IVLIA. cheiollnter-
preto CaUgmris ihIu, & in vn'altra lì vede C.CA. o CC.A.che io credo, che vo-
gliano dire, ColimidCalagiarit^ugulU , Plinio ancora mette due Calagurris,che
yeniuano à Saragoza alle liti. 1 Calagurritani Nalici,&: quelli gli fa del priui.
legiq de' Municipi), o,fecondo vn'altra fcrittura, delle Colonie . Et i Cala-
gurritani Fibularenfi ,che li fa rtipendiarij, o tributari), credo perche furono
V conquirtati coi Cantabri da Cefare Augnilo : & coli facciamo , che Cala-
borra d' Aragona lìa quella de' NaCci,& lia Colonia, o Municipio. Rcrta bora
àvede-
V
SETTIMO-
^vedere quet, che Gtruoua nelle medaglie. Invnadi Auguhofìvedelafua
cfigie.convnacoroaad'aJloroconquelle parole, AVGVSTVS. CAL.
IVLIA. nel roue^io è vn coro, con quelli nomi, L. B.€B. PRISCO. C.
GRj^. BROC. 11 . VIR. cbeCìgni&C 2 nO, UuioBiuiioTrifco,CaùCraHÌo,oGra~
nio Broebo Lnuamiirh . E di rame, di pcfo di mcza oncia incirca. Invnalcra.
d’alirettanro pcfo,è l’effigiedi vn giouane,fìraile ad Augullo ;& quelle lette-
M'’N. CÀL. IV L. & nel rouefeio vn’altro toro con quelle cifre, M.
Q- VRSO li. VIR. ITER, il cognome del primo è mol>
to didicilc ad intendcrc:ma chiamiamolo per bota Marco Tlaeiorio Tranqmllo.to^
gliendo via il punto,che è fra le due cifre .
B. . Perchefi aggiunge ITER in fine.cofa non mai vfata in altre medaglie?
A. Percheeralalcconda volta, che colloro etano Duumuiri:&cosi bdiccj
Confili iierum . ‘
B. diSctemi è (ti Coifnl Ut, Se Confai Uerimf
A. Quella apunto, chei (rìConfnlter.éi Confai tcrùim,htmio.
B . Et deH’uno,& dcH’altro ancora domanderò vn'aicra volta .
A. ,r lo credeua, che di quella maniera folle più chiaro. Mi ricordo, che Aulo iit,
Gellio tratta d’una gran difputa,chc nacque fopra vna certa infcrittione,che
C doueua far nel terzo Con folato di Pompeo , cioè fe fi hauea da metter ConfiJ
(mio /ec«:&,d3mandandoloà Cicerone, egli diede loro per.
conliglio,chefcriuelTero TERT. & dice Gellio.che al fuo tempo v’era CÒS.
111. Si ritrahe dalle parole, & dall' vfanza d’altri Scrittori,che quando fi pat-
laua di quel,che fece alcuno nel fuo Conlolato terzo , fi metteua,Confulicrtiiim,
•yel Coirli/ imio/ècir.Se fi diceua, 11 tale fu Confolo tre voIte,& mori due anni do-
pò, diccuano, Confai ter poflbienninmmorinns eli. Qucllo,c’hò detto di Ter, in tendo
parimente di bh, & di ì>«<uct , & de gli altri numeri : Se quello , che hò detto di
Tmi«in,intendodiircTM«,&dil>Mriii»i,&dclrellantc. Vn’àltra medaglia v’è
deirimperadore Augullo, con quelle lettere, IMP.AVGVST.PATERPA-
1 R 1 AE . dall'altra banda fi v ede vn toro con quelle lettere, M. CA L. I.
B. Se cotefta fi folle trouata fola fenza le fuddette, male fi farebbe intelà . Ma
bora dica altrettanto deiraltre,Mi»iKi^i«mCal4/ioTÌ! odia.
A. I nomi de' Duumuiri fono, L. VALENTINO. L. NOVO, fj* VIR.
Da quella medaglia fi caua,che,come la M fola vuol dire Manidfiim.così anco '
xaia 1 fola lignifica lo/M.-laqual cofa fcrueiier quelle di Tarracona,&perle
altre. Se necauaparimente,chei nomi de* Duumuiri s'hanno da leggere in
ablatiuo , cioè in fello calo , come quelli de' Confali , ancor che fiano abbre-
uiatii&quell'abbreuiatione Jf, VIR nellemedaglie,vuoldire, U. VI-
RlS . PaOiamo all'altro medaglie, che fanno Colonia , Calahurra : & quelle
hò vedute tempre molto abbreuiate : & in vna di Cefare AuguAo,dalla parte
douclì vede la tetta di etto Augullo con la cotona d’alloro,vi fono quelle let-
tere,
i
D I A LOG O
terc, AVGVSTVS. DIVI. F. &nelroucfcioèvntoracnn<jucftelerter«'i
C.CA.Tfi.GLOD.FLAVO.PRAF.GERl^ L.IVVES** LVPERCO<
Vi 1 D
perco •
B. Non potrebbon dire ' • ' ‘ J
A. Potrebbono , fe cosi li «hiamaflc Saragozza , come -alcun Poeta , tioa
Paulino & Aufonio la chiamano: mà nelle medaglie fi vede
parola fola . ...... . ^
B. Che vuol egli dÌTeTraefedoCcrmjnorumf
A. Capitano d'alcuni Alemani .
C. Nonpotrebbeeglidire,Prjf/ì-SoCerm4»i<e.*
A. Non potrebbèipcr nó elTerfrafe,che s’ufi per Prefide,o Proconfolé,o Magi.
erato:& farcbbecofa difdiceuolc« che il gouernatored'Alemagna veniffe ad '
habitare in vna Colonia di Spagna. Vn altra medaglia v’è di Marco Agrip-
pa (& tutte quefte medaglie,& qnelle.chc nominerò da qui auanti fono di rx
me,di pefo dimez’oncia l’una) che ha Teffigic d’Agrippa,comc fi vede in mol
te medaglie, con la fua corona roftrata,co‘lfuo nome, M-AGRIPPA. L. F.
COS. Ili. fe ben alcune lettere npn li poflbn leggere: dall'altra banda è il
toro fudetto, &iDuumuiri d’altre medaglie , SCIPIONE, ET MON-
TANO ìi. VI R.i quali nello IlelTo modo li veggono.n^lle medaglie di Agrip-
.. pina,madredi CaligoIa,& hi la' fua effige, &queftelcttere, AGRIPPINA.
M.F.MAT. C.CAESARIS. AVGVSlT. nel roucfcio, oltre à Duumuiri,
fono quefte lettere, CCA.lequali iointerpreto,co/o>iMt«Jjs»rr«.&deiriftef
fomodo in vn’altra del fudetto Caligola, che hi pur tali letteie nel rouc-'
fcio>& la tefta èdi Caligola incoronata d'alloro, èchi quefte parole C. CAE’
SAR. AVG. GERMANICVS. IxMP. '
B. Perche nelle medaglie di Caligola non v*d il fopranome,cheglidanhò'gli'‘
fcrittori? .
A. Perche nè anco in quelle d’Antonino Caracallalt troueràCaraealla,n?in
quelle d’EIiogabalo , o Elagabalo , è tal nome , fe ben li truoua S A C E R D.
DEI. ELAGAB. pare che hauclleroà male tali fopranomi. * .
B. CheviiolftgnifìcareCaIìgola,&glialtrìè ' . ’
A. Ca/ij4 ' fra Romani erano colze dafoldati,non come quelle, che bora dicia-
mo Calze intere,o Calzoni,ma tali,che a pena copriuano il piede,con alcuni
chiodi. Nacque Caligola ftando fuo padre Germanico illa guerra,&'da bam--
bino s’alleuò fra’ foldati,& lo veftirono con quella forte di calze, eli cndo egli
fanciiilletto affai leggiadro , & perciò lo duamauano Caligola , che vuol dir
1 I. V I R.
calzct-
r
SETTIMO- ><!
calzetta , o fcarpcttina . Caracalla G chiamò così > percioche egli donò certi
ve(limenti,che cosi fi chiamauano,aI popolo :& perche fù cìòcofa nuoua,eIi
pofero cotal nome.-l’altro nome è chiaro per quel rouefcio,neI qual da fe ftcf-
foC chiamò facerdote del Dio Elagabalo,& per effere Dio barbaro, non inte-
fomaiin Roma,chiamauano l’Impcradore co'l nome di quel Aio maladetto
Dio.V n’altra medaglia ve di Tiberio Cefare.cqn la Aia tefta incoronata d’al-
loro, con quella infcrittione, Tl. CAESAR. DIVI. AVGVSTl. F. AV-
G VSTVS. Nel rouefcio fi veggono due buoi con vn’huomo,che và lordie-
tro,convnpungolo,&quefte lettere, C.CA. M.CATO. L. VETIACVS.
JT» VIR. In vn’altra dello fic(To,nonv’èfe non vn toro nel rouefcio, &que-
^ lettere guade, T. CAECLIO. LEPIDO. G. AVFIDIO. GEbELLO.
II. VS,. C. CA. Due altre ancora ve nc fono di Caligola con vn paio di
buoi,&convn'huomo,chevàlordietroconvn pungolo. Et Iclettercdoue
clafaccia dicono nell’una quello, che è nella detta di fopra di elfo Imperado-
re,&neiraltraèli(leiro,&d’auantaggio PATER PATRIAE, &nclroue-
feio in quella fono le medefime lettere C. CA. &imedcfimi Duumuiri,che
in quella, & nclfalcra pur nel rouefcio fono le dette lettere, & altri Duumui-
ri,cioèLlClNIANO. ET GERMANO, fi,. VIR.
B. Chi potrebbe faper chi furono tutti cotcAi Aragoncfi,& tutti gli altri Spa-
gnuoli,che fono nominati neile medaglie ì
A. Mi farebbe piaciuto aliai, le fi follerò trouate fcritte di loro molte cofe.
B. Ci rellano altre medaglie d'altri luoghi di Aragona ?
A. Della città di Ofea nc hò veduto vna dellTmperadorAugu(lo,nella quale è
la Aia teda con lacoronad’aUoro,&conqucdepaiolcAVGVi>TVS.DÌVl.F.
& nel rouefcio è vn’huomo à cauallo con vna lancia, che potrebbe edere vna
datua equedrededicataall’lmperadorecon quedelettere V. V. OSCA,
lequali s'intendono per altre medaglie di elfa citta,nellequali fono i due V V
con più lettere . E' •“ *“ * l’effigie d’vn giouane (mille ad Augullo , ic
credo che lia ellò,& non infcrlmone.ma lolo la tefta da vna bada Tenia corona, con quelle let- •
lere VRB. VICT. & dail’ahra l'huomo 1 cauallo con la lancia , & co’l nome della città OSCA.
Vn’altra ne hò pur di Tiberio Cefare, che dalla banda, doue è la Aia teda con
ùcorona d’alloto,hàqucllcparoIc, TI. CAESAR AVGVSTVS. & dal-
l'alcta
#
i
DIALOGO
l'altra banda vi è il fudctto roucfcio dcU‘huomo à caualIo> con certe lettere,
chcdicono, VRBS. VlC. OSCA. D. D. che s'interpretano,
Ofe^ Decreto OecuriofiMm,
B. Perche fi chiama Vrbs, poiché Taltrc fi chiamano Municipi)*, ò Colonie?
A. ^pmanoTum lachiama Plinio , come laltre, che nelle medaglie fo-
no nominate Municipi) : & qucAo priuilegio di Municipio e cosi ampio» che
ben può inchiuder li in elfo quello nomedi Vrbs,maflimamenre che la parola
Ol?a congiunta con la parolaVrbs,vuol dire Città antica, comcalcuna volta
(i legge in Tito Lìuio "PecnriaO/cj , non per Moneta d'Ofca»comc alcuni credo-
no, ma per Moneta antica .
B. Egli non ini pare d'haiicr letto ini inio TecuntaO/cdiCome dice V. S. ma li bene ^r^entum
Ojeenfe , ^arum Ofctnjcy che renaci dubbio fi tifenlVc ì quella pattia , A: non all'antichiià,UqMale
non lo perche non polla haiier hauuto particoUr priuilegio dellcr chiamata Vibs,eflcndo lUta
vna delle pi ù nobili»& principali di Spagna .
A. DeMuoghi di Liuio parleremo Tn*aliravolia.Hora mi balbdidiruiVbeVtbs con (uitociò e pa-
rola generica, &: non lamo prepria d'ateuna Cmà,che non polla conuenire à tutte io commune . l!
che le non /olle, non occorreua,chc dkeBé Virgilio,
Vìbanquam dicunt
Ma baftaua dire ^rbem ; A: poi quando loggiqngc j
Hkie noflrae jhrMem ,
pur moAra,che ancor Manioua era Vtbs . Oltre che di Ofea non bifogna credere alle fauole di Flo>
runod'Ocampo.
B. Io non le ho mai credute.Ma della nobiltà d'Ofca ne fanno lede molte medaglie, & fcrìtmre and
chillìme.leqUali non voglio rifenr bòra a V'.S panicolarmente,pernonlaf4fìidire,A: per non lare
al propoltto noAro.Contcr.tili folo di lennr quello, che ne fcrtue Plutarco nella vita di Scnorio:
r E V 7* « V* ;U<t|iyutW,r/r/
f40TTte fidX*u0j*mftfT£t‘]€f f
Ì^Ht ri/m']* , lyu t« , d Pm/ts» fi«Mcr KM*eCrir .
Cioè, 5*10 non intendo mate.pr incipalfflcn te gli allettò , con quello , che fece imomo à figliuoli: per-
dochc, congregando! più. nohih di tutte quelle genti, in Olca gran città, coo/bfttiÌórojBac(lri
delie dilciplinc Greche « A: delle Rumane, roettédoli quiui realmente per o/hg^t^ma inoAraMo in
paroledi tardò» perche fodero ammaeOrati, Ac che,fatnhuomini,pordTeloropor in mano ima*
gidratt, Ac ogni forte di goucrtiiciuiU. Oi ciò marauigliolb piacere fentiuano i lor padri, vedea*
do i propri) bgliuoli velhn della pretella. Ac allmanncUc dottrine, con molto decoro, pagando
in tanto Sertono per loro! falari), Ac fpedè volte hurendo faggiodel lor progrcllo, & diflribuendo
f iremi) a* più degni, Ar donando loro cedane d*oro,chci Romani chiamauano Bolle. Nel quài ^
limonio di Plutarco con (iderl.che fin ne' tempi di Sercorio , che fu estemporaneo di Sill^, &di
Mario» Ofea meritò il u(olo fÉtyd/MróAate, di Gran città, che già diede Pindaro adAtenc/&
fù, come hoggi è ancora, Scola di lettere in dtuerlc facoltà. ** '
A. Poiché fete tanto atfetrionato ad Ofea, godete ancora l’encomio che ne flU-Re Pietro Primo
d'Aragona nell'illromento di donatione , che Rà predo dime. Et è apunro quello .
Detiiéfo Mmfte CMeforauiufiMoo Rfge cimi immmerabtli ^arracefiuricm tfittJormKf. Chri/HgworttmfnkU •
mudine. «iif uè ferme ^nédringemù cacfis nuUibm Inclytam^atiiite fimoftffnnain f'ìbemOfcemeepi-
fom^^Ànne DminUoe J^C4imationie MiUefmo non^efmo fexto»iniik€gdrefiiti*endtm emti^uum ,
Tontificatm Mpicem Tetro ^ra^oneuft kptjcopo omnium Hi^nUrum Frbum Mt\qui:4M ewtkli ex-
(dUntiorem. OlrrechcmelTaiucqucioi^orioli fanti lorcn^o. Ac Vincenzo. Et roiniamo al '
propofito nodro delle roedaglie .
B. 'Maconquellòjcheìb'ifeticordiduealtrepurcfOfca.
A. Et quali fono cotede?
B. •Vna,chehàdavnabandala5urciadivngiouaiieconIabarba,conquenelercerc dal-
l’altra, vifonoghillromcnit Pontificali, conquefraltreÌetcete,.DOM. COS. ITER. IMP. Tal-
tra daU'unode’ lati hà C. CAE5AR- AVO. GERM. P. M. TK. POI*. COS. con l’mu-
gine di Caligola incoronato d'alloro^ Sf. daU’alcco l'huomo à cauallo , che s*è décro irouarìi ifl altre
modaglie.con parole tali, C. TaRRACINA. P. PRISCO. II. VJR. & foito’l cauallo V. V.
O^pA. Horoiallrit^’unoleluei^^^Ue. - f
/ic.
;■/ CJ:.0 ,ii
■'i-
< ' •
Vh’altra
Vn'altro luogo, che non sò, fe (ia in Aragona, o in Nauarra,dice Plinio ■ che era
Latinorum ciuium,& in due medaglie di Tiberio Cefarc fi chiama, Munici-
pium; dalla banda della faccia fono quelle lettete, T I. C AES A R. DIVI.
AVG. F. AVGVSTVS. Et nel rouefeio è vn toro con quella infcrit-
tione,MVNIC. CASCANTVM. Et in vn’altra medaglia, MVNICIP,
CASCA irVM.
Diciamo bora di quelle di Valenza,di Sagunto, d' Alicante, & di Sciatina . Di
Valenza non hò vedute mcdagiic,ma n’hò bene certe d’argento,nelle quali è
Ee vna
I
f-
litizeci
2ts DIALOGO
V na faccia d i donzella in vna banda, & nell'altra il Cornocopi«,2c alcune let>
tcre,chc dicono , VALENTIA & èdi piùd’unadrammadi pefo.
C. Perche non faranno cotefte, monete di Valenza?
A. Perche in Italia è vnacittàjche fi chiama in Latino Viho Valniia . SchoTZ,Ce
non m'inganno,Vibona,& la medaglia èdi molto buon macftro ,& non come
di coloro, che fecero qudle,chchabbiamodiSpagna. In vn’altra medaglia di
rame mi ricordo d'haucr veduto da vna banda vngiouanc con vnacelata,
conlcttcrc,chedicono, L. TRINI. L. F. Q^&dall’altra , T. ANITEI.
ancor che le tre lettere vltimc TEI non fi veggano bene. Nel rouefeioèvn
Cornocopiz,& vna faceta con quelle lettere, V^LElTlA non mi certifico,
fc fia medaglia di Spagna,ouero d'Italia : ma per hauere il Cornocopiz , co-
me fi vede nella medaglia d'argento, credo che fia di quelle d'Italia .
C. PcrchevifimettccoteftoCorno.&lafaetta ?
A. lo credo, che fia per denotar l'Abondanza,& la Fortezza, & così ancora
la cclatadclla figura corrifpondealla ficlfa virtù di valore & di fortezza ,&
altretanto vuol lignificar Roma in Greco,& così credo chelliainvn Roman-
zo,oCanzona Spagnuola,OI^a/rnrM,aKa/eiirM, Hcnuprìmero Hombrada .
C. Chefignificano elleno le lettere L. F. Q^?
A. Luci/ Filif Qmfllorit .
B. Vorrci,chc di Sagunto fi troualTcro molte medaglie, per la memoria che v’c
di qucl,chc patirono per la confederationc, che hebbero co' Romani .
A. In vna medaglia di rame delITmperador Tiberio Cefare , da vna banda è
la fdaeftigie, con quelle lettere, TI. CAESAR. DIVI. AVO. F. AVG.
&nel rourfeio è vna galea, con quefte altre, SAG. L. SVRA. L.
SEMP. GEMIN. lì. VIR. D. D.
B. Come s'hanno daleggcrecotellc lettere?
A. Saguatum, o Saguntui , Ltuio Valerio Sara , Lucio Sempronio Gemino lìnumnirii Decreto
UecHrtonum .
C. Sagunto,eraColonia,o Municipio?
A- La medaglia non lo dice, ma Plinio la mette fra i tredici Municipi) de
Cittadini Romani.
C. Perche hà la galea per rouefeio?
A. Perche vennero davn'lfoladiGrecia,chiamataZacintho,comerifcrifce
Strabone,& Silio Italico, & credo ancora Folibio, & perquello vn*huo-
mo dotto amico mio crede, ches’habbia da fcriuere Saguntus,come Za-
cynthus,&non S.aguntum. D’illicc , o Alicante credo d’haucr due forti
di medaglie vna delle quali da vna banda hà vna tella di donzella con
vna palma , che fi può creder, che fia la vittoria , &daH’altra vn toro,&
vi fono lettere , che dicono , C. BALBO. L. PORCIO. PR.
VIR. C. V. IL. che credo dicano , Caio Balio , L»cio Porcio Priinit
»ir» , Colonia Viftrix lUice. Nell'altra medaglia èreffigie di Tiberio con que*
fte lettere, Tl. CAESAR. DIVI. AVG. F. AVGVSTVS.
P. M.
B. Chefignificano quelle lettere P.M?
A. Tomifex Maximnt .
B. Non me nericordaua . Ma che v'è egli nel rouefeio?
A. V’è vn’Ara o Altare con quelle lettere, SAL. AVG. che vogliono
dire. Saluti Augnili . Et appreHo all'altare fc ne veggono quefte quattro altre ,
C « 1 . 1 . A .
C. Cauandonc ì punti,diranno Cija ; ma con elfi, che fignificheranno?
A. Colonia Immmii lllice pugnila. ^
C Non haurebbono potuto fcriuerlo alla dillcfaèà che fcruono tante cifre?
A. In
I •
SETTIMO. ^19
A. In quel tempo s’intendeuano in quefto modo. Quefta Colonia è chiama-
ta da Plinio immune.&d’cflfa ne ragiona Paolo nel titolo come hab
biamogiàdetto. 1 DuumuirifonO) M.IVLIVS. SETTAL. L. SES. CE-
LtR JIa.V1R.
C. Cotelli nomi di Duumuiri non Ranno in ablatiuo.-come adunque li legge-
ranno?
A. Non v’c regola fenza eccettione,M.iii/ii«yrt/<i/iti,t4(ci« SefiinCeler Duumiùri .
Nel fudettoRegno di Valenza è vn luogo molto nominato, che bora R chiama
Sciatiua,& anticamente Saetabia : nel qual luogo li faceuano le tele , ch'era-
no più Rimate ; come fi legge in Catullo .
J(«i> fuiaritfuUib* ex Hiberie ,
MifenmtmibimmieTirabidiia,
Eiynmiiu.
Di queRo luogo ho veduto vna medaglia con vnateRa d*huomo, con la barba
& co’ capelli lunghi, che non fapreidirchififoRe: & vi fono queRe lette-
re,lequali confermano la vera ortografia di queflo nome, SAETABl. Dal-
l’altra banda è vn’huomo,ò vna donna à cauallo con vna palma . Et vi fi veg-
gono certe lettere Spagnuole, fatte in queflo modo
B. CoteRa medaglia li potrebbe metter con quelle di Cclfa, Se di Lerida, che
hannolelettercdiduelinguaggi. ■
A. Gii lo veggo: ma in quelle tanto, o quanto fi difeerneuano: queRe fo-
no molto differenti : folamente la prima lettera poRa per trauerfo fa-
rebbe 2 Greca , che è la prima lettera di Saetabi • L'altre non le inten-
do . Per qucRa medaglia fono venuto in cognitione, che vn’altra mia
fia dello Rclfo luogo, nella quale fi vede la teRa d un giouane có vna corona,
«r con la mazza d'Hercole dietro, & credo che folle fatta per lui : & nel roue-
feio è vn foldaro à caualló con vna lancia , & fotto vi fono le fudette lettere
jqbUII/ ,& l’ultima non èben formata.Et con qucRa dò fine à quelle diValòzL
Di Bilcaia.Sc ARutia ,& Galitia non hó medaglia alcuna. Di CaRiglia ne hò,
di Segouia,& di Clunia,ò Corugna,& di Graccurls , che non sò fc Iia Graial ,
& di Toledo,che haucua da dir prima, & di Merida,che era di Lufitania:& dcl-
l’Andaluzia ne hò di Cordoua,& d’ltalica,& alcune altre. Scegliete voi,on-
de volete,che cominciamo.
B. DaToleto,cheèRatomoltotempohabitationede’Re.
A. DiTolcto hòveduta vnamedagliadiramec61ettereLatine,&moIted’oro
di diuetfiRcGoti. In quelle di rame fi vede vna faccia d’huomo con barba
affai, & con molte lettere ; delle quali folo fi conofeano EX \ COL. ^ Dall’al-
tra bandaè quello, chein molte di Spagnafi vede, cioè vn’huomo àcauallo ■
Ee a con
i20
DIALOGO
tii hift^bb»
ia.r«io.
con la lancia in mano,&fotto vi fono quattro lettere TOLE, chefonodel. '
principio del nome di queiia Cittì .
B. ■ Che s’intende egli per le prime?
A. Io nonioso. Ma diciamo ExSenatuieotifuUo.h Ex coxfnfn ColmUi . zncoxchc
fia vero ichcio nonhabbia veduta memoria, che quella Città folte Colonia
in nelTuntempo.Et ancora il chiamarli Senatufconfulto fuor di Roma,&di
Conftantinopolié cofa molto nuoua per me. Et fcquefta folte fiata meda-
glia d’alcuno 1 mperadore.vi farebbe il fuo nome. Afpettercmo dell'altre, che
li leggeranno meglio. Di quelle d'oro,che furono di Maefiro Aluaro Gomez ,
ve ne fono molte i & farà bene di parlarne per l'ordine de’ tempi loro. 11 più
antico Re de’ Goti , che facelte quefie medaglie di Toledo , è Liuua , ilquale
communemcntc è chiamato Luiba : & ne fanno due .Vn fratello del Re Leo-
uigiidojco'l quale regnò due anni>& vn’altro annodi più innanzi folorl'altro
fu il figliuolo del Re Reccaredo, figliuolo del detto Leouigildo, ilquale regnò
due anni : & io credo, che quel delle medaglie fia il più antico , & quel.chc re-
gnò più tempo. 11 difegno delle fue medaglie è vna faccia da ciafeuna ban-
da, & quella infcrittione , t DN LIVVA REX. llmettcr DN per Domma
no/irr, non é d'altre medaglie, fe pctònon vi mancalTevn I innanzi al D:&
farebbe 1. D. N. in Dei nomine , Dall'altra banda c t TOLETO. PIVS. A Liuua
fucceltc il fuo fratello Leouigildo, perfecutore de’ Catholici,& padre di quel
Santo martire Ermenegildo. 11 difegno delle fue medaglie è ùmile à quello
diLiuuai& le lèttere dicono t LEOVlGlLDVS REX. Dall'altra banda
t TOLhfO. IVSTVS.
S. Non merita tal titolo vnhuomo così Ingiufio. Machemidirà V.S. della
medaglia cosi lodata da Ambrogio Morales,hnomo cosi dottore fiimato ,
che ci è rimafia come reliquia di cotcfio'Sa'nto Principe Ermenegildo?
A. lo non hò veduto medaglia,doue fi veggano le cofe dette da lui,nc il roue-
(ciodclla Vittoria, nè quelle parole di cosi gran Buftero, REGEM DE
VITA.
B. Adunque non debbe elTcr cotefia la medaglia. EtperoV. S.di gratiami
dica,chccofaèin quella,checJlahà veduta?
A. Quella, che egli dice elTer Vittoria, à me par,cbe fiano cento altre cofe; co-
me àdire,vnaLocufia,óvn Grillo, òvnaCclata i& fedicelfimo elTer vn’aluo . ;
huomo , come quello dell’altra banda, non ciedcrei,che foflc mal detto.
B. Eccellente maefiro douette elTer colui, che feppe fare vn'nuomo,che pareffe
vna Locufia,òvn Grillo, ò vna Celata ; yi doucua aggiungere parole , con le
quali egli haucfiic cauato di dubbio altrui, dicendo, Qucfiocvn'huomo,&
non vn Grillo.
A. Io hò veduto à Vinetia alcuni edifici antichì,con certe figure dipinte,òdi ri
leuo,d'animali,ò di frutti,chedichiarauanoquello,che nell'opera, ò difegno
mancaua, dicendo , Quefto è vn Pepone , quella è Vua , quello è vn Cane ,&
quello è vn Lepre; laqual cofa Eliano dice, che auuenne ancora a* primi
pittori.
B. Et che lettere fono nella medaglia che ella hà veduta?
A. Malamentefi leggono;macrcdo,chefiano in quefiomodo, REGNM.
BONOOVITA.
B. Chevoglionofignificare?
A. lononlosò.
B. Chi le leggelTe in quello modo,
A. Egli non è linguaggio di meda^ie, nè meno quello, chedilTe Ambrogio
Murales I èeidta.
B. . Ma qual farebbe il fuo linguaggio? '
A. Sarebbe
• 32 !
SETTIMO-
A. Sarebbe quello I.D.NM. OSSONOBA. VICTOR.
B. Ella ci guaiti le nollreinuentioni: più s’auuicina REGNM àRf/wcia,ÒRe-
;nn,cheà 1. D. NM.chevoglionodireini'nionii»’, febeneim ricordo.
A. Non lo nego ; mala R io lo congiungo con VITA , & cosi faccio VITAR.
che c vicino ì VlTURòVI C TOR: canato la Rii rello non dirà Regcni,
nèRegnum.
C. CheluogocOITonoba?
A. Non lo faprci dirciinà Plinio lo mette nella Betica, che bora li chiama l'An*
daluzia,al mar Oceano, & dice,che lì chiamaua per vn'aitro nome Lulluria.
C. Già guadagneremo coteRo luogo di più neirÀndaluzia,per congiungerlo
con gli altri, che li veggono nelle medaglie .
A. Cotelli fono fogni , & imaginationi : & non accadefar fondamento in co>
fa cosi vana.
B. Che parole mette Ermenegildo in coteRa medaglia , & che altro difegno,
fenzailfudetto?
A. Leparolcfono ERMENEGILDI, & il difegno vn’huomo dalpettoin
sù fenza braccÌ3,come vn termine,& nel petto hà vna Croce .
B. Non v’c egli vn trono, come dice Morales ?
A. La mia villa non lo fcorge.Ma veniamo al buon Re Reccaredo,che fece fare
il Concilio terzo Tolctano, doue li confefló la Fede Catolica , & li fcacciò la
fetta Arriana di Spagna, della quale erano i Goti:queRo fu l'anno quarto del
fuoRcgno,che fu nel Cinquecento ottanta noue. Le infcrittioni delle fue
medaglie fono, tKECCAREDVS REX. & dall’altra banda, tTOLETO
PIVS.
B. Con ragione qucRo Principe è chiamato Pio ima perche dicono Toleto,
& non Tolet i,o Toietum ?
A. In alcune li vede nel primo cafo,come Tarraco,& vi s’intende Fecit,in altre,'
è dubbio fc Ranci primo, o nel fello cafo,come Emerita,Elbora> Cordoba, &
Bracara>& in qucRi vi s’incédcFecii,o MiRùs eR nummus.Quando fi leggeTo
letOiè da credere, chefia nel fcRo cafo.ln altre è llpali,Tucci,Elibcrri,& può
elTere indeclinabile,comc è T ucciio è nel terzo cau),eRendo il primo ifpalis,
& Eliberri$,che vorrà dir In Siuiglia,o In Granata,& s'intende Signatus eli
nummus.Et però chi dice T olcto per In Toleto,non l'intende bene,haucndo
da dire Toleti,come Tufculi.
B. Mora l’intendo.Ma non ci manca chi dicc,che Toleto IuRu$,o Tuleto Pius,
vuol lignificare, che in Toleto fece giuRitia,o fu pictofo ■
A. Io non sò , perche fc lo dicanoifc però Toleto non è indeclinabile,comc in
CaRigliano Toledo-, Se con tutto ciò T oleto,o Toleti Vitìor,non fi douette dite,
perche dentro di Toleto otteneiTc qualche vittoria, ma perche entrò vinci*
tote in Toleto. Pcrciocbe le vittorie ordinariamente fi ottengono fuori dclr
le città de' Re : & , come diflùona con uueRa parola Vi£lor,cosl lo RcRb credo
dell'alttc Pius.dc luRus.Di modo,che.lecódo la mia opinione,!! nome del lua
go ci dimoRra,douc foffe lauorata ò fatta la medaglia , come fi vede neU'altre
Greche, o Lati ne,o Barbare . L'altro appartiene al Rc,dcl quale fono i titoli
Pius, IuRus,ViAor.
' B. CotcRo fi potrà confermare coi cognomi di GiuRiniano , che fono nel
principio de' DigcRi.&dell'lnRituta.
A. Paluamoal Re Vuitcrico ,o Yuitirico,iIquaIfucceire a Liuua ilfecondo»
Nelle fue medaglie è il difegno, delle due faccio con lettere nelrouefcia
tTOLETO PIVS.&nell'altrabandatVVlTTERlCVS REX. ancorché in
vna medaglia fi truomVuitiricuscóla !,& non có la E.Altri lo chiamano male
ViAericus cóCT.Dopo coRui mettiamo quelle di Suinthila,chc altri nomina
no
3J3
dialogo
no Scintilla, che cominciò l’anno fcicento vent’uno . II difegno, il rouefcio,
& le lettere delle fue medaglie fono come quelle de gli altriRcjfuor che doue
è il fuo nome, che dice fSVINTHlLA KhX. DelRè Recccfuintho,checo-<
minció l’anno DCXLIX. nelle fue medaglie li vede vna faccia molto mal
formata con alcune lettere, RECCbSVlNeVS con vn rouefcio di vna
croce con certi fcaloni,& con quelle lettere, fTOLETO PIVS. Inalcune
di quelle mancano le prime lettere REC , & vi fi vede vna N di più ,
CN^V 1N0VS & vi è da notare il e Greco in vece di T H , & la cifra
della R con la riga in vece di Rex : laqual hò veduta molte volte in vn libro
fciitto à mano delle leggi de’Goti.che in Calliglia lo chiamano ELFiuroiu^o.
In altre medaglie è Icritto, FlvS TOLETO. HI. laqualfillabaHl fi vede
fola fiotto la Croce, & il principio del nome Hifpania .
C. Ho letto in non sò che libro,chc il nome di Spagna era anticamente Pania
cosi detta dal Dio Pane nipote di Bacco , il quale chiamano ancora Hibero;
&dicono,che quello HIS, che fi aggiunge nel principio,^ articolo Greco, di
modo,che filano due parole His, & Pania, come fe voleffe dire laprouincia
Pania:& credo,che quella opinione Ca di Don Diego di Mcndozza, perfona
cosi nominata a’ nollri tempi .
A. Io haurei creduto quella elfere inuentione detta da lui per gentilezza , fc
nonThauelfi trouato nel fuo libro della Rebellione di Granata, douc non fi
permettono limili ciancie. Et , ancor che alcuni antichi autori dicano, che
Pan e delfe il nome a tutta la Spagna, io l’hò nondimeno per gran fauola, co-
me il rcllo di Bacco.Et delTarticoIo Greco non fò che mid ica,fc nó veggo mi
gliori pruoue di quclle,che fin qui fi fon publicate . Diamo bora di maoo alle
medaglie del Re Vuamba,il quale chiamano communemente Bamba.Et fidi-
ce,che nel fuo tempo fi fece la diuilione delle Diocefidi Spagna nel Concilio
1 oletano XI. come fi vede nell hilloria generale del Re Don Alonfio ilfauio,
fe ben l'Arciuefcouo Don Rodrigo nó lo roerte . Le fue medaglie hanno dilfc
rcnte difegno deU’altrc : percioche, oltre alla faccia , in effe è vna mano, che
tiene vnacroce,& vi fono quelle lettere, f 1. D. N. M.N. VVAMBA E. che
vogliono dire. Ih Dei ’Nomi'uykamha & dall'altra banda fi vede vna Croce,
con certi fcaloni come in altre medaglie,có quelle lettere,! PlVS TOLETO
Poi , al tempo dal Re Eruigio fi celebrò il Concilio Xlll. di Toleto l'anno
DCLXXXlll. Se quarto del fuo Regno, & il feguente anno fi celebrò il Con-
cilio Toletano XIV. Di quello Eruigio ci fono medaglie con l'etfigie di vna
faccia mal difegnata,& con quelle lettere, l.D.N.M.N. ERVIGIVS PA- &
nel rouefcio è la Croce coi gradi ,& con quelle altre, fTOLETO PIVS.
Del Re Egiza vi fono diuerfemcdaglie,nelle quali fi chiama Egicaidt ne’ Con
cilij, & in altre Scritture , fi nomina in altri cali fuor del primo , come fi finiffe
in Con» il fuo nome principale : & in quello modo ancor Vuamba,fif Liuua,&
Su in thila,& altri defili enti in Ali prononcianonel fecondo cafoVuambanis,
Liuuanis,& Suinthilanis. Nel primo annodi quello Re fi celebrò il Concilio
Toletano XV. che fù l'anno DCXXCVIII. In alcunadellefucmedaglieò il
fudetto rouefcio della Croce con lettere,che dicono, TOLETO PIVS. ma
la faccia è di vn’huomo con la barba , & fi vede più che in quelle di fopra vna
mano,& nel circuito vi fono quelle lettere, t IDINMN EGICA ijr. che vo-
gliono dite Ih DriT^mine Egira \ex. In altremcllaglic fcno da vna bandadue
taccie, che rifguardano vna Croce, che Ha in mezo ad effe; & nel circuitovi
fono quelle lettere, t INDINMN EGICA R. & dall’altra banda è vna ci-
fra del nome di Toledo & nel circuito f VVITIZA P. quello P.ó
vuol dire Princeps,o> per quel.chcfillima,viè pollo in vece della Ri & come
quclla,cbe ficongiugne con la Croce , che hà figura di vna X, dichiara il no-
SETTIMO-
racRex.Giàdicemmoraltro giorno,parlando delle medaglie diNarbona,
come quelli due Rè furono padre , & figliuolo , & V uitiaa, che fu l'ulcimo , fCi
fcacciaco dal Re Don Roderico del Regno, & elTo da gli Aiarabi, i quali s'irn*
padronirono di turca la Spagna.
B. Haurebbe V.S.alcunamedagliad’Acolla,chealcuni diconoche folTede'
Re Goti di Spagna?
A. Io non ne kò mai veduta alcuna,nc anco credo che vi (ia Rato Re di quel no
me:ancorche Aluaro Gomezmi mandalTe due medaglie inuolte in vna carta
con quella roprafcritta.del Re Acolla, o Aconlla , & d’irene, & Collancino :
la qualcofa nelle medaglie non lì leggeua ; à mio parere , il difegno era di
due huomini,vno più grande dell’altro, come fe folTero Rati padre, & figliuo-
lo : & credo che liano di Hcraclio , & del fuo figliuolo CoRantino , nel qual
tempo lì ricuperò la Croce vera di ChriRo noRroSignore,& cosi in alcune me
daghe di Heraclio è vnaCroce nel rouelcio.Le lecterc,cheio lelfi in queRe di
AcoRa,dicono,THERACONST.io'credochedacapofolTeD N HERAC.
cioè Demimiiaofìer Hcrjcliut , Se cheli C fcruaàdue nomi,&cheil fecondofia
ConRantinus.
B. Ne’ DigcRi di Fiorenza ferue molte volte vna lettera per due:ma , fe la in-
fcrittionefolTcmaggiore,io crederci che Reflè meglio, DN HERACLIVS,
ET HERACLIVS CONSTANT INVS.
A. L’infcrittione occupa la metà della medaglia , ma nell’altra metà non fo-
no Ietterei &, ancor che ci manchi la parola ET , vi s'intende : in qucRo mo-
do,chc fopra la figura di Hcraclio Ria il fuo nomc,& fopra quella del figliuo-
lo vi lia CONSTAN.comc fe vno facelTc dipingere S.Cofimo & S.Damiano,
Se metcclTc fopra ciafeuno d’elfi il fuo nome,n5 vi bifognerebbe la parola E F.
B. Ella mi ha fatto tornare alla memoria vna medaglia d’oro del Duca di Me-
dina Celi, nella quale fono due perfone di cotcRo modo, come padre, fit fi-
gliuolo, & par che tengano vnaCroce,chcRàfraruno,&l’altro,&vi fonoque
Re lettere le quali fcrilli in vna carta perdomandarnea V. S.DD NN HE-
RACLIVS ET HERA CONST. PP. AV. &dall’altra banda è vnaCro-
ce con alcuni fcaloni&qucRc lettere, VICTORIA AVGVS CON OB.
A. CoteRa medaglia è molto limile à qucllc,dclle quali parlauamo:& vna d’ef
fe infcrittìoni dice, Domim nastri Heraclius,& Hmcliui Con/ljalinufperpaiio^HguSh. Sc
ì'ìUtijViBoria^uguftorum. L’altrc lettere dimoRrano il luogo, douc fi battè la
medaglia , che fu in CoRantìnopoli . & la qualità dell’oro,chc era molto fino,
il quale chiamauanoO^<^o,cioècomcdìrcmo bora di doppioni di due faccic,
odi ducati Ongheti, o Crociati di Portogallo. La Vittoria potèclTcr quella,
che diceuamo della fcRa della Efaltationc della Croce :& lo dimoRral’im-
prefa della Croccio ambe due le bande della medaglia.
B. - Con queRo rcRano le falfc medaglie d’AcoRa più confufe , & vien confer-
mato quello.chc ella diceua . Madicami V.S. che v’è egli nel rouefeio di co-
teRe medaglie?
A. Vna M grande con vna O folto, che vuol dir Moneta,* più fiotto è il prin-
cipio del nomedi CoRantìnopoli doue fù battuta CON , & dalle bande
AN. un.
B. Coteflo è ehiarofegno,che non folfe battuta in Ifpagna. Et con ragione il
Morales dilfe,che coteRe medaglie non furono mai del Re AcoRa .
C. Ne’ libri Rampati ho veduto delle medaglie con qucRo nome CoRa . Che
bella cofa farebbe.chc foffero fatte in Ifpagna,* che ci deifero tanto da fate,
come coteRe de gli Herachj ?
B. Inchelibril’hauetevoivedute?
C. Non lo faprei dir di certo: ma crcdo,che fiano in certi di vn Tedefeo chia-
mato
C"
DIALOGO
mato Huberto , & in altri di Enea Vico , & anco credo in quei di Fuluio Orfi-
no nella famiglia lunia,d( nella Pedania .
6. Se cosi è, non farà nome di alcun Rè Goto, ma di vn Romano,chc fìi Legato
di quel Marco Bruto,che ammazzòCcfare .
A. Mi ricordo bora di cotefta medaglia :& da vna banda è fcritto, COSTA
LEG. con la teda d'un'huomo fenza barba incoronato d’alloror & dall'altra
c vn trofeo con due nomi , BR VTV S. IMF. & credo che lia fra quelle.
Oivn’altra medaglia di Toledo mi ricordo bora, che è d’un Re chiamato Don
Alfonfo, che, come credo, c quel, che acquiftò Toledo.E' moneta picciolaco- .
me vn mezo groiro,chc farà la quarta parte d'un Reale, & hà da vna bada vna
Crocc,& dall'altra due delle di fei raggi l'una,o punte,& due circoli,o anelli
che le circondano.Dalla parte della Croce è quedainfcrittione, t ANFvS
R E X . Se daU’altra , t TOLETVM. Et perche la città di Lione non
redi fenza rocdaglia,edendo data quella,che fuccelle nella Sedia della digni .
tà Reale,dirò d'una alTai dimata,la qual fomiglia non poco alla fopradetta, &
nelle lettere , & nella Croce , co'l nome del Re : ma nel rouefeio è vn circolo
picciolo con queda cifra della quale facemmo mentione iprimigior-
ni,&vifonodtpiùquedclctcetcnclcircuito, t LEO CIVITAS. Qual Re
di Lione fi fodc quello, io non lo faprci dire: ma in dubbio dirò, che fode il
Re Don Alfonfo il Catholico .
C. D’un'altro Don AlfonfoRefolodiCadigliavidi i giorniadietro vn’altra
moneta,nella quale era vna teda d’un Re con quelle parole, AhfVS REX:
& dall’altra banda vn Cadello,& quedo nome CASTELLE .
A. Chi credete voi, che fia cotedo Re Don Alfonfo ì
C. Quando ella me lo dica,lofaprò.
A* Non elTcndo Re di Lione, deue elTer il Re Don Alfonfo il nobile,nel cui tera
po fii vn’altro Re Don Alfonfo di Lione;& poi fi congiunfero i due Regni nei
Re Don Ferdinando il Santo, che per parte di padre hereditò Lione, &per
quella della madre Cadiglia . Ma ritorniamo alle nodre medaglie di Toledo.
’T urte quede medaglie de’ Re Goti fono di pefo di vna dramma l‘una,& lauo-
rate da peflimi maedri.
B. Toledo al tempo de’Romani era egli capo di Prouincia,o Conuento,o Co-
lonia,o Municipio è
A. Plinio dice,cne era il capo,o il fine,della Carpetanìa,& lo mette per luogo '
tributario: &dice,cheandauano quei diToledoaCartagena, comeaCon-'
uento per le litirma edendo poi data didrutta Cartagena al tempo de’ Goti ,
Toledo fù il capo della prouincia Cartaginefe,&quiui fii la Sedia Reale de
l’habitatione principale de’ Goti,doue fi celebrarono tanti Concili) generali
di tutta la Spagna. Dell'altre medaglie di Cadiglia & d’altri luoghi, parle-
remo vn’altra volta. j
DI A-
igiffitcr'
Ilinio non dice fé era Municipio, o tributaria , foiamènre la mette fra l'Areua*
chi,& fra quelli, che andauano per caufa di litigi) a Clunia, che bora chia-
mano Crugna.o Corugna del Conte a differenza di quella di Galitia . Altri
dicono , che boggidi (i chiami Cadrò , che-è appreffo a Crugna , & che ambi
due 1 luoghi fiano da fette, onero otto leghelontani da Ofma . Di Ciunia hd
vedute alcune ffledaglic,& aacoi che Plinio la facciacapo di Conuenromoa
'■ Fi lachia-
DIALOGO
OTTAVO.
SEGVITANO LE MEDAGLIE
A PROVINCIA
RRACONESE,
Qj^elie della BETICA.
ET DELLA LVSITANIA.
H E altre medaglie hà V. S. di Cadiglia ? ma particolar-
mente defidcro di faper di quelle di Segouia .
DiSegouia ne hòvnadiramedi pefodi meza oncia in
circa,che da vna parte hà la teda di vngiouane,con que
dclettère. C. L. chepuò c(rerecheiiicanoCo/(>iiùL4n-
■u.-dc dall'altra hà vn’huomo a cauallo con vna lancia,&
forco vi e queda parola , SEGOVIA , che chiarifee qual
haiortografia delnomedi queda città, che molti Ieri-
uono con la B.
!
V
dialogo
la chiama però chiaramente Colonia, & perciò in vna medaglia fi vede fcrit-
to Municipio follmente, ma Tolomeo la chiama Colonia. In quella moneta
è dall’vno de- lati la tetta di Tiberio Cefare incoronato d alloro fo" qua-
tta infcrittione, Tl. C AESA R. A VG. F. AVGVSTVS. • ^ ^
dall*altro è vn toro, Stlcttere.che dicono CLVN. ^ VN. CN.
M O N T A N . . . il tetto non s'intende fe non in fine II.. V 1 R. In due altre
medaglie non è la parola MVN. maCLVNIA, &nonvifonoDuum-
uiri,maQuartumuiti,i nomi de- quali fi leggono,& intendono male GAR. . .
TI C/EL PRESCCiELCAhD.mi • VIR. Imaginiamoci che di-
Czno,C.^r<mtu>,Ti.Caclio,T.R!flauto,C.Caclu>Ctndut0Qfmum,nr,,. Irt-vn altrafflC-
daghà fono quelli nomi, CR P O M. ^O. T. A IT O. M. I V L. S E-
RAN. IH[ jVIR. chcflgnificano, Cnaco Vompeio, Marco Antonio, Tuo ^ntomo^
Marco IiUw forano Quartummrts,
B. Perche nella prima dice II. V IR. & nell altre im^ VIR.
A. Non fi può far buon fondamento nella prima medaglia , mancando tante
lettere innanzi al li. VIR. & forfè mancano II. coi quali fatebbono co-
C, ”* Nel libro delle medaglie Rampate da Enea Vico n'èvna deU'linperador
Galba,doue fi vede la Spagna in piedi con vn cornucopiae,che par,che dia al-
rimperadorciil quale ttà a federe, non (òche figura deIlaVittoria,o della Fot
luna.Et nelle lettere fono quelli nomi, HlSPANlA. CLVNIA. & vn al-
tro nome SVL. che perauentura è feorretto, vorrei fapcr quel, chea V.S.
paia di quella medaglia : & ecco il libro doue lì vedrà .
A. Io mi ricordo d-hauer veduta cotefta medaglia in Roma , ancor che delle
lettere di cotetto terzo nome io non mi ricordi,& potrebbe elTere che folfero
del nome deH'Imperadore , che fi chiamò Seruio Sulpitio Galba . Diccuano
alcuni, che in Suetonio,& in Plutarco era feorretto il nome di Clunìa,poì che
vnò la chiama Cluuia,& l’altro Colonia,& che eraU luogo, doue fu pronotti-
cato a Galba, che haueua da elfere Imperadore : Scin quello modo dichiara-
uano la medaglia, dicendo che la prouincia della Snaùa glidauainmano
l’Imperio: ma al parer mio il nome di Clunianon larcbbc ben melTo,feia
medaglia non fotte Hata battuta nel luogo ftettb' di Clunia',(a^qqal co^credo
che fi tacette al tempo, che lo gridarono Iràijferadore.Del Muniiipìò-ai Grac-
curis vi fono fimilmente delle medaglie di Tiberio Cefare,in cui fi vede la fua
effigie incoronau, con l’infcrinione più coramune, : T 1. CASSAR. DIVI
AVG.F. AVGVSTVS. nel rouefeio è vn toro, che ba foprala tetta vna certa
cofatriagolatc,comeviuinitra,/8tqueftelcttert,MVNlClP. GRACCVR o
come fi vede in vn’allta GR ACCVR1S.& è ,d» notate, che queilo»cbc neU’al«
tte medaglie ttaua abbreuiato,M. o tlT N. Al VN. i n quetta èdiftefocOii piA
lettere MVNICIP. & l’altro nomc,cbc molti Iciiuono coala U, qui èfesza.
Djcono
"7
O T T A y o-
{à i Graccuritani del priuilcgio dc’Latini vecchi , hoggi dicono,cho (ì chia-
ma Gragial,& altri Agrcda.Hebbeilluogodi Graccuris anticamente nome
lllurctjcomc dice Paolo neli'Epicome di Fedo Pompeo . Et fé ben Plinio dà
vn nome limile ad altri popoli di Spagnaituttauia non è da marauigliarfene ,
poiché egli dà gii idelTi nomi a diucrfi luoghi,& popoli . In Tolomeo Graccu-
ris è meflb fra’ Vafeoni, come Giacca , ancor che fodero del Conuento di Sa-
ragozza, ma Floro la mette con quelli di Celtiberia .
B. Perche ha egli cotedo toro la mitra i
A* Due modi di mitre>o diademe,o come alcuni le chiamano infule hò veduto
ne’ toriiche menano a facrificare : l'uno è come quedo.che ho detto.triangu-
lare.fe bene in alcune mitre dipingono vn circolo in mezo,che ceda facto co-
me l’Hodianodra dell'altare: Palerò è a guifa d’unfemicircolo, facto nè più
nè meno come quelle, che mettono all’imagtne de’ Santi, & a quella di Chri-
ilo nodro Signore. Et non è fenza miderio,perchc li come Dio fi fece huomo,
& hodia,o vittima per redimerci con la fua (anca Padione,& coli come ancora
i fuoi Apudolii& cucci gli. altri Martiri patirono la morte per fua Diurna Mae
dà i forfè che quando li conduceuanoa morire, andauano nello ded'o mo-
do che i Gentili menauano le loto vittime con le delfc mitre, come fi ve
dedn hoggi in molti di coloro che fon condennati a che diano con elfe
ne gli atti publici delPl nquifìtione, o in altri a chi per altre cagioni le metto-
no.Tutte quede pitcure,& arci par, che li conformino con l'antica pittura de
gli ornamenti delle vittime.dt quello di quel circola, che hà la figura della no
fira fanta Hodia,è cofa di grande ammiratione. i»/Waf/iiBt,dice Fedo./iamnua ,
Untt^uthu f4ccri<nn,iì‘ Helli4c^cmpU^HcyeUI>amur,^t Virgilio dice,
in bonorc ienm mtSoJUnt bifiu ni nrts ,
Lnnu dum niutn circuninikr infula finn :
IntcT cnaSnnlti ettiiit moribunin miniflms .
Permemoria forfè della morte de’ fanti Martiri c'èredaco l'ufo delle nodre
mitre pontificali.
B. Portauan’ elleno le vittimò de’ Gentili altri ornamenti è
A. Io l’ho vedute in diuecfi luoghi nell'antichità di Roma con certi ornamenti
che raflembrano corone,che pèdonoloro dalle corna di quà,& di là,& alcuni
credono , che fodero come fonagli, & di quedi fe ne veggono nelle medaglie
di Petilio Capicolino,& d'Augudo nel tempio del Campidoglio . Et per pro-
uarquedo s’adducono alcune parole di Suetonio,che parla d’un fogno, che
fece Augudo,a cui pareua che Gioue fi lamencalTe con elfo lui : & perche non
piangede li fece metter certe corde piene di fonagli nel fuo tempio .
Ff a Porta-
I>4b.4U
dialogo
Portauano parimente i tori vna larga ftola nel mezo , che dall’un canto y& daU
l’altro ftaua pendente, ancor che i Romani non la chiamaflcro ftola,mat'<».».o
A quefto propofito delle mitre, fi può referire quel, che dice Spacciano
deirimpetador Adriano,che comandò che a‘quclli,chc falliuano,i quali fono
chiamati in Latino dnoSorn , li facefiero pafTcggiare per l’Anfiteatro con vna
mitra per vno. Et Antonio di Lebrifia mette ìnficme molte cofe a quefto pro-
pofito in vno de’ cinquanta luoghi della facra Scrittura, trattando di quelle
parole di S. Luca,C**f/^rv»rù</7m,t>iioflrtiradiicfrfM>i>.
B. Mi fon rallegrato aftai di fapercotefte particolarità.
A. Torniamoallemedaglie. UiMentefa ho vna medaglia d’oro del Re Suin-
thila,nella quale è vna tefta per banda con quefte lettere ,t SVIN T HI LAR :
dcdall’altra, MENTESA. PIVS. Plinio mette iMentefani fra i popoli tri-
butari), che veniuano al Conuento di Saragozza,& li nomina due voite,dicé-
do che alcuni fi chiamauano Oritani, & ale uni altri Bafluli . E' ftata opinione
dimolci,che MentefafolTe la Città di Gaen neH‘Andaluzia,ii che non con-
corda con quefto luogodi Plinio. Altri diconochefiaappreflbaCazorla.
Ma entriamo a ragionar' bora delle medaglie dell’ Andaluzia,poiche habbia-
Tifc). modato fine a quelle della Prouincia Tarraconefe . Dice Plinio che la Bcti-
ca,che bora chiamiamo l’Andaluzia.cta la più fertile, & la più gentil parte di
tutte l'altrc di Spagna . Erano in cita quattro Conuenti,douc li giudicauano
lecaufe; il Gaditano,ilCordubenfe,I’Aftigitano,&l;Hifpalenfe. V’eranoda
cento fettanta cinque luoghi,de’ quali otto erano Colonie, & altrettanti Mu
nicipij,& de’ Latini antichi ventinone, & liberi fei,&iconfederati erano
quattro,fc ben altri ne mettono mcno,&ftipendiarij o tributari) cento venti.
Le otto Colonie fono quefte , Corduba Patricia , Hifpalis Romulcnfis , Afta
Regia, Aftigitana Augufta Firma ,Tucci Augufta Gemella, TucciVirtus lu-
lia. Atubi cTaritas lulia,Vrlb Gemina Vrbanor.Che luoghi fiano quelli, non
lo laprei dire,fuor che i due primi,che fono molto conofciuti,Cordoua & Si-
uiglia.DiCordoua ho vedute delle medaglie d'Augufto có la fua effigie, & c6
inicrittione differente dall'altre, PERM. CAES. AVG. che fignificano,7’er-
mffioneCéeffrii^MI’iifli. dall'altra banda é vna corona cinica, & in mezohà que-
ftclettere, COLONIA. PATRICIA. In quella medaglia fi vede diftefo
quello nomeColonia,ch'altrouefimetteabbreuiato, C. o COL. Invn’al-
tra medaglia fon quelle lettere, CAESARIS AVGVSTI IMPERATORIS.
& dall'altra parte tre lande di quelle che feruiuano per bandiere . Quella di
mezo ha vn Aquila fopra, devi fon pur le fudettc lettere, COLONIA.
fatritia.
B. Che
tti <
Che fignihca egli cjotefto rouefcio ì
Vò penfando che Ha per cagione dell’aquila della Legione, che foggiornò
in quella Cittì come in Colonia. Egli è da notare che quella parola vamcu
s'hà da fcriuere con la C ,& non con la T neirantipenultima lettera : & così
Patricius,Aedilicius,Tribunicius, & altri ,
• B. Si chiama egli forfè Patricia, perche tutti quelli, che vennero ad habitarc a
Cordona fodero de’ Patricij Romani ì
A. Se Marco Marcello la fondò.ofc la fece Colonia,& le diede cotefto fopra- jjj,
nomediParricia,nonèdacreder,chenoneirendocgliPatricio,percoceiia }.
caufa le mettede tal nome; nè meno che per tal cagione da auuenuto, poiché
con le guerre ciuili,come ferine Cornelio Tacito^c famiglie antiche Roma-
ne andadcro mancando.
B. Quali erano propriamente i Patricij Romani ì
A. Ve n'eranodiduemaniere,ara<oriiiii2A<t/wn.£riiumriffli.De*maggioriatutto
rigore erano folamente quei, che dìfeendeuano da’ primi cento Senatori,che
nife Romolo nella Tua nuoua cittì di Roma . Et quelli, che poi li aggregaro-
no perpriuilegio,come furono quelli de gii altri cento Sabini , che vennero
conliioTacìo. Et quelli, che vennero dopòladidruttioned’Alba. Etcosi
altri,che vennero d’Etruria con vn Celio, o Cele, che diede nome al monte
Celio,& i T arquini),& alcuni altri al tempo de’ He.Minorum gentium, erano
quelli,cheaggiunfe Lucio Bruto dopo che furono fcacciati i rarquinij,& i
Claudij,che vennero co’l primo Appio Claudio,^ cosi tutti quelli, clie^tten
nero quello priuilegio d’edere delle famiglie Patricie , li chiamauano Parri-
cidi quelli minori.
C. Adunque quelli foli erano nobili in Roma ?
A. Eglino eran nobili, ma non foli, percioche efsi chiamauano nobili tutti
quelii,che difccndeuano da perfone,chebaucdcro hauuti magillrati grandi ,
come Dittatori , Cenfori , Condoli , Pretori & dmili : ancor che fodero di fa-
mìglie plebeeicome i Marcelli,^’ i Mettelli erano molto nobili, & molto anti-
chi ,&con tutto ciò erano plebei .
C. Gli Equiti Romani eran’ eglino cosi nobili , come quelli, che hoggidi lì
chiamano in Cadiglia Caualieri ?
A. Equiti d chiamauano quelli,che andauano alla guerra a cauallo , & che il
fuovaleua quattrocento mila lederti;, che faranno da dìece o dodici mila
ducati : & di qurdi ve n’erano tanti de’ plebei , quanto de’ Patricij,& ordina-
riamente non voleuano hauer magidratì,ma folo feguitare la guerra,o atten
dere alle loro polTedionìmon erano tenuti nobili,fe già non fude dato per al-
tra cagioneima d ben d diceua,egli è della famiglia de gli Equiti RomaniAn-
tichi. Vedete quanto egli è differente ilnomc dc’Caualieii de’nodriiem-
pi , feben draflodiigliano affai , percioche caualiero chiamiamo ancor noi
quel,cbe vi a cauallo, come allhora effi lo chiamauano £ques,però a quello
modo
Ambr.Mo
tal. Coro*
nlcortun
lib.9.
xn».i. de
bello Ale*
xandrìDO,
De bello
D I A L O G O
modo chiimaremo ciuiliero vn contadino, che fé ne andràacauaIIo,anCor
che andalTc alle volte fopravn’afino.
B. Che crede V.S.che voglia lignificare Colonia Patricia?
A. Colonia di vecchi, & honorati , & che meritino d'elTere (limati , & riueriti
come padri.
B. Con che autorità fi conferma cotefla interpretatione ?
A. Con quello, che fi diccua al tempo di Giulliniano de’Patricij,cheerano
certi huomini principali,a’quali rimpcrador daua quel titolo, & li ccneua co
me padri.
B. lo mi contento di cotefla autorità.
A. Fra le medaglie d'oro,chc furono di Aluaro Cornea ve ne è vna del ReVam-
ha, che, come già dicemmo,gli antichi lo chiamano Vuamba ; che da vna par-
tehavnatcflamaldifegnata.&alcuneletterechcdicono, t IND. IN. M.-
VVAMBA. Bt- dall’altra ha vnacroce alta con alcuni fcaloni, per laqnale
egli fi vede, cheècofa antica l’adorar la crocccontra glihcrctici dc’nollri
tempi. Vi fono ancora quelle lettere, t CORDOBA. PATRICIA-
C. Come s’hà egli da leggere la prima infcrittione?
A. In Dei Nomine yMmbal\ex.
C. Cotefto non corrifponde nè alle lettcre,nè a’ punti della medaglia .
A. Già io veggo: maconfrontando moltedi quelle, hòtrouato che erranoin
molti modi in quelle tre parole, & nc’ punti d'efle . Invece di IN mettono
fpcll'c voltela I, & in vecedi DEI la Dfola.o D. 1., inficme,o fcparatccoi
punti,& in cambio di NOMINE, mettono tre confonanti NMN infieme
o fcparatamente coi punti N. M. N. altre volte due di elTe N M. o N. M.
coi punti, & coli in quella,dclla qual parliamo in luogo di Icriucrc IN. DI..
NM. mifero IND. IN. M. come barbari . In vn’altra mcdagliad’argento
del Re Suinthila,che molti alni chiamano Scinchilla,fono le fudcctecofe dif
regnate, in modo che non fomigliano ponto a’difegni di Fra Balliano del
Piombo: le lettere fono molto gua(Vc,ma fi legge f SVINTHIIA REX. &
dall’altra parte, CORDOBA TOPKM. Mi vòimaginando che voleficro
dire Patricia . In vn’altra del Re Eruigio è vna teda cosi mal fatta , che par ,
chefiapiù rollo vnvafo,& vi fonò quelle lettere t ID. INM.ERVIGIVS B*-
nel rouefeio è la croce come nell'altre,& le lettcreCORDOBA PATRICIA.
C. S’ha egli da pronontiare Cordoba.o Corduba ?
A. Non polfiam fidarci di quelle medaglie de’Goti,& io credo che i Greci feri
ueircroKorATBH& cosi io dirci Corduba. Ho veduto vn’du» medaglia, che davo canto
ha vna faccia mal dilegnata d'una donna, dall’altro alcuni rami d'uliuo con quelle lettere in mezo
VLlAtquelVVha credo io,chc lia quella terra che hoggi lì chiama Monte Maggiore dittate da Cor
dona cinque leghe,delU quale fanno mentione oltre quello che li legge in molti falE,& medaglie
antiche Hittio nc’coineniari aggiunti a quelli di Cefarc, Tolomeo nella Geografia,& Antonino nel
fuo itinerario , fe bene in alcune flampe delle piu llimare di Veneiia de di Lione il tcllo d'Hirtio i
fcorretio hauendo VLLA inluogo dì V LI A comrdeuechiamarfi,& come particolarmente
fa fède vn’anricainlcnttione intagliata in vna colonna che Ila in Monte Maggiore laqual dice,
IMF. CAES. DIVI. SEPTIMII. SEVERI. PII. PERTIN ACIS . AVG . ARABICI
ADIABENICI. PARTHICl. M.AX. BRITANICI. MAX. FILIO. M. AVRELIO
DIVI. M. ANTONINI, PII. GERMANICI. SARMATICI . NEPOTI . DIVI
ANTONINI. Ptl. PRONEPOTI, DIVI. HADRIANI. ANTONINI . ABNEPOTI
DIVI. TRAIANI. ET. DIVI. NCRVAE. ADNEPOTI. ANTONINO. AVG. IRIB
POT.Vlll. COS.VI. SPLENDIDIS5IMVS. OR DO. REIP. VLIENSIVM. STATVAM
FACIENOAM. DED1CANDAMQVE.CENSVIT. DEDICANTE. MARCO. MANIO
CORNEUANO. CVRATORE. ANNONAE. CIVILIS. DIVI. ANTON.NI
Dice Hmio par Indo di VLIAcheellaerafabncatafoptarn’alto roóte,& che cosi per natura, come
p arre era molto Ibrte.ll mcdctimo dicealtroue che era vepre fiata amoreuoMIìma al popolo Roma
n<M rami d'uUuo lignificano la molta abondàaa d'olio che,pduct quel paelc.£t cccoui la medaglia.
Veniamo
OTTAVO*
Veniamo bora alle medaglie dUirpalis . & d'italica : vna delle quali chiamano
bora Siuiglia,& l’alcra Siuiglia la vecchia, & fecondo altri Tciana . Di quella
vltima hò veduto vna medaglia di rame aliai cófuroata, nella quale appare la
faccia di Tiberio Ccfare con quelle lettere, Tl. CAESAR. AVGVSTVS.
POjjf'.M.&nelrouefcioivn’ara, oaltare,&in efla li Tcuoprcfcritto PROVI
DENTlAE,AVGVSTI.&altrelettere, DIVI.AVG NIC.ITAUC.
Per mezo di quella medaglia non li conofce le Italica aH’hora era Municipio
o Colonia > le però non dicemmo, che le lettere s'hauelTcro a leggere MwmV.
Valle. Ec li conferma có quella opinione quel,che dice Aulo Gcllio,chc quei
d Italica domàdarono all Imperadore Adriano.che n’era natio,come fu il fuo
predccell'ore Traiano, che di Municipio lafacclle Colonia ;& egli ad elC nf-
pofe che farebbe Rato vn diminuirla riputationloro, come già li è detto.
C. Da Siuiglia m’hanno mandate quattro medaglie,cbe laranno molto a
propolito per dichiarare il mancamento di quelio,ch'ella hà dctto,lequali hò
qui apprelfo di me,& in vna d'elTc mi par che lìano alcune lettere che dicono
11. CAESAR. AVGVSTVS. PONT. MAX. IMP. «enei rouefeio fono
altre lettere PROVTDENTIAE AVGVSTl: lequali parole fono nell’ara,
come ella vedrà,«£ nel giro fon quelle altre PERM. DIVI. AVG. MVNIC.
ITALI C*
A. Mipiaceairai,cheincosìbuonaoccalionemi habbiate dato foccorfo con
quelle medagiic,ma dcCderodi fapcr fe fra effe ne foffe alcuna, doue fa ferie
to Hijpalis.o Colonia Hemitien/if,cbe_ècome la chiama Plinio.
C. Quelle due medaglie vennero con l’altre,«tV.S.faprà dichiararle meglio
di me :& eccole.
A. Quelle fono quelle,che io cercano ; da vna parte è la tella d'Augullo inco-
ronata d'alloro con vna llella di fei raggi fopra la teffa , Se innanzi v e vn ful-
mine difegnato con quelle parole PERM. DIVI. AVG. GDL.ROM.che
i
‘3’
DIALOGO
vogliono (ignilìc2re,l’crmiJ/ianeDiiii^ii{ii/ìiColoiiijl{<miiJen^t,oI{<imHlet; R Come
mi par d’haucr veduto in vnainfcrittione. Et dall'altra è vn capo di donna
con vna luna fcema, che crefcefopra la detta tefta che, come io credo éLi-
uia Augnila, fé ben nella medaglia dice lulia.che, come fi vede in Suetonio,&
in Tacito, prefe il nome di lulia per commandamenio di CcfareAuguilo do-
po la morte di eiTo,& par che quella medaglia folTe fatta dopo la morte poi
che lo chiama Duto , & per ciò danno bene quelle parole in quella me-
daglia IVLIA. A VGVSTA. devili aggiunge vn grand'epiteto GENETRIX
ORBIS : cercate hor voi fe li può contermar coi libri antichi .
B. La parola Cenemx , fi vede in altre medaglie, & hò intefo dire a V.S.chc vien
da vn verbo antico detto GENO, del quale fifa mentione nei Digell^ di
Fiorenza.]
A. Di Siuiglia io non hò veduto altre medaglie fe non alcune d*oro de’ Goti,
nelle quali è fcritto il nome ISPALl fenza laH,& in molti libri antichi i Con
cilij Hifpalenfes fono nominati Spalenfes,fi come ancora la prouincia di Spa
gnaènominata Spaniaiilchefi vedeneU’cpillolc di San Paolo, & hoggidi
come in Italia fi chiama Spagna , cosi è detto Spagnuolo chi è nato in eila,&
non mancano di quelli, che dicono che i Greci la chiamauano ZPANl A per
efler poco habitata,& per trouarfi in elTa pochi edifici, & poca gente: ma io
credo che quello nome non venga da alcuna parola nè Greca, nè Latina.
Delle medaglie d’oro ve n’è vna del Re Eruigio,doue nella parte della Tua ef-
figie,fonoouellelettere:ocifre, lAlNM ERVIGIVS
B. Come s*han’ elleno da leggere?
A. inUeilifminetrmiimUex.Vit la feconda lettera Greca in cambio di Latina li
come in vn'altro luogo habbiamo veduto & in vece di TH.Nel rouefeio è vna
croce con certi fcaloni,&quellelettere t ISPALl. PIVS. In vn'altra me-
daglia di ’Vuitterico fi vede vna tella da ogni lato, con quelle lettere in
vnadielTe, f VVITTERICVS RE. &nell'altra PIVS ISPALl. Et che la
parola RE voglia inferire A.», fi falua con la croce, per la quale fi faluò tut-
to il genere humanotperche Ranno le lettere in giro, & dopo la E feguela
croce,che hi qualche mmiglianza con la X . In vn’altra del Re Vuamba,do-
ue fi vede vn capo, non fi leggono benele prime lettere, ma folo VVAMBA
dall'altra parte è vn ramo picciolo,& vna croce, & vna Bella di fette rag-
gi,comelanollra,con queAelectere, ISPALl PIVS. In vn'altra dclbuon
Re Reccaredo fi veggono due tcfte,vna per parte,& quelle lette, t RECCA-
REPVS REX. malonofcorrette,poicUc mcrrnnola P in vece della D,&nel
rouefeio t PIVS ISPALl.Vn'altra oehò veduta di Sifebuto cóle fudetteduc
tefie,& con queAe lettere, tSlSEBVTVS RE. & dall'altra parte t ISPALl
PIVS. EteiòbaAa di queAa città. mctligli» di Cannona, che amica
menic fù dona Carmo,& daToioroeo Cbannooia . Della quale A mencione Giulio Celate, & gli
di titolo della piò ferie cicli di incula Betica dicendo che in efia eia vna muaiiiHimacocca . La
ricorda anco icrabooe.dc Anionino nel ino Idneiario . H'iiiuau fepra vn alndìmo monte,
& hi nella cima vna cocca mollo grande , & con ferma d'antica Aruitura . E'Ioniana da Siuigha
fai leghe, cheapunro importano i venaquaicro mila paffi , che fecondo Anionino fono di dillanza
craH ^ ' & la antica Cicli di Catmona. Hi vnlarghiffimo de feraiiffimo,tcniioro tutto piano.
chev ente li chiama ycg<$dtC*tmvu,Sc par queAa fcrtiliti meritamente nelle medaglie
d'eAà otti pofeto gli antichi in vno de i lati le fpighe di grano, bauendo nell'altro la iella di vn'huo
mo con la celata, a coi A giro incarno vna cotona,iSe potrebbe per veomea elTei di Matte, fe pur non
fede di qualche Diiamuico,che baueAc Atto battere la preièaie med^lia.
3
^ . -il
■ 4
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i'.i . .'./ià‘1 al-Ji',
DeU’al-
r."T
r
Aggiuaca.
DeH'alcra Colonia chiamata Tucci ,o Augura Gemella , che per certe infcrit-
tioni credono alcuni, che folTe appreflb alia montagna diMarto$,vi è vna me
daglia d'oro del Kc Suinthila,che hà due tefle vna per banda ,& quelle lette-
re, t SVINTHIL.RE. & dall’altra, t IVSTVS TV: CI. parche i due
punti feruanoin vnaparteperA.& nell’altra pcrC. -k Della Colonia Vr*
^ IO per fopranome chiamata Gemina Vrbanor, quantunque in alcuni libri di
Plinio lì legga Genua in vece di Gemina , hò veduta nondimeno vna meda-
glia, che h^ da vna parte vna cella di vngiouane incoronato quaft con vna
benda>& dauanti la faccia hà quelle lettere, VRSONE. & dall’alcra è vna
Slìnge,la qualeicome dicemmo , hà la faccia di donzella>& ì piedi , Se la coda Pig.i|(.
di leone, & nel mezo del corpo le ali alzate, conforme ai vcrfod’Auronìo
già detto di fopra; da' piedi Ibno alcune lettere, che non lì polTono leggc-
re.fe bene vi lì conofeon quelle A. CICO, che hanno di bìfogno che rifuici-
ti Edipo per interpretarle: la medaglia è di rame di pefo di meza oncia. Hò
vedute con quello limile rouefeio alcune altre medaglie^eròfenza le lettere
della faccia, &con altre lettere a’ piedi della Sfinge,che ùmilmente non le sò
dichiarare. Alcuni Rimano che quello luogo lìaOITuna,& io perme credo
che quiui lìano pietre feritee con queRo nome . Hoggidi è vniuerfità molto
fcgnalata per la liberalità de i Conti d’Vregna,& d’Olluna. ]
0 .
B. Di Granata ecci egli alcuna medaglia? , -t
A. FràqucRe d’oro de’ Goti ne fono alcune con queRo nome ELIBERRI, il
quale dicono,chc era il nome antico di Granata ,& che da elfo prcfeil nome
il concilio hliberritano ; ancor che alcuni credano , che folTc celebrato in yn
altro luogo delmedelìmo nome in Catalogna vicino a vn luogo, bora chia-
mato Colibrc>fcbcnc alcuni autori lo chiamano llibcri >& cosi par * che Pli-
nio chiami il luogo dclFAndaluzia col fopranome di Libcrini ; & in Granata
mi dicono che fi truouano delle infcrittionicon qucfto nome ^ordoiUheritanorm
& é certo che il concilio è di quella prouincia conforme alle fottoferittioni
di molti preti di quei paefi>lc quali non fi veggono ne* libri ftampati:& in Ora
nata è hoggi vna porta chiamata la porta Eluira) & ho intefo che da eiTa fi va
a vn moDtC}doucfi veggono vefUgi delia città vecchia» che fi chiama Eluira*
Gg In
•V
^ 34 -
dialogo
In vna medaglia del Re Suinthila, nella quale fi veggono le due tette vna per
parte.&quefte lettere, tSVlNTlLA RE, mancano due lettere conforme aU
l’altre medaglie pur di tal Re , in cui è fcritto Sumitlt Ksx, Et di cinque meda»
glie, che io ho veduto in quattro à la H ,
B. Che lettere vi fono nel rouefcio?
A. Quefte, tPlVS ELIBER. In vn’altra medaglia del ReSifebutodavna
parte è la fudetta efligie>& quefte lettere, fSlSEBVTVS RE,& dall’altra
PIVS ELIBERRI.
Aigiuau. C. -k DeirAndaluzia’mi hanno mandato vna medaglia di rame, che par,che
fia dell'antichedi cotetta città, &V- S. l'intenderà meglio.
A. Par,c he da vna parte fia vn pefce.che potrebbe effer qualche tonno di que*
deirAImadraue del mare Oceano,^ le lettere giudico che dicano ILIBEN A
& in vn'tltra par.che vi fu vna M inluogodclla A dall’altra è vna fpighadi grano,dc
dimoftra ettìcr’ vna medaglia di paefe fertile, & della cotta di mare abondan-
te di pefce,come è la prouincia oeirAndaluzia,& il Regno di Granata. Lame
daglia d di pefo di vn'oncia,che per non efler chiare le lettere non m’aificuio
che fia quetto il nome di coletta città. ]
Di un’altro luogo.che bora Io chiamanoPorcuna,dc in vn’altro tépo Obulco col
fopranome di Pontificiéfc,hó vedutovna medaglia di rame doue da vn latp è
vna faccia mal difegnata duna dóna,c6 quette lettere OBV LCO.& dall’altro
{i vede vna fpiga di fruméto,& vn granello aflai grotto d‘orzo,& quefte lettere
L.AIMIL.M.I V NI. & vicino al giro della medaglia AlP. o AVX. le quali tre
lettere nó intcdorl’altre fi leggono cosi,Li(ci<> ^imtUo,Marcoiunu), màca Ukumuiris.
B. Come fi sà egIi,chefiano vn luogo ftettbPorcuna,& Obulco J
A. Per mezo d’una infcrittìone,doue fi legge quello nome Obulco,& fi £à men
tionedi vna Scrofa,che eraquiui di pietra , dalla quale è da credere che fia
deriuato il nome di Forc una, & che venga da Pwr« , così detta in Spagnuolo
la fcrofa .
B. Perche v'è egli la fpiga, & il granello dell’orzo ?
A, Per dimoftrare l’abondàza delle biade,che fi raccolgono in quelle bSde. In
vn’altra medaglia le lettere Ac la faccia da vn lato fono d'un ittettb modo , ma
nel rouefeio £ vn aratro,&vna gràde fpiga,&vna ferpe,&certe lettere guatte
B- Per ciual cagione v’è egli la ferpei
A. Già nabbiamo detto vn'altra volta , che Cerere fu portata da due ferpi in
vna carrozza quando andò cercando Proferpina fua figliuola.
B. Hora mi fouuiene che Gio.Battitta Perez Canonico di Toledo mi diede vn
foglio di carta con cette lettere molto tirane cauate da diuerfe medaglie : nei
quale è quettaparola Obulco con quette duerighe
A. Colette lettere hanno qualche parentela con le Latine , & Ipccialmente la
B, degli VV.
B. Vi
B. Vi fon’ cileno delle medaglie d’altro luogo della Andaluzia,chc non lì (ia
detto ?
A. ♦ Aluaro Gomez mi mandò due medaglie di rame, àdiccuaelTerfi tro-
nate vicino aCaliz : i’vna di cireèpicciola,& ha da vna banda vna telVadi
donna con alcune torrette nellacuma,comc lì foleua hgurar Cibcle madre
di quei vani Dei ronde io mi dò a intendere, che lìa polla per elTa Cibelc , & '
vilonoqucllc lettere CARTEIA, che è il nome d’un luogo moltovicino
allollretto di Gibilterra, òr li crede che hoggi lìaAlgczira,o fecondo altri
Tarifa . Dall’altra banda è vna figura di Nettuno come è in molte altre , con
vn piede pofato in terra, & co’l fuo tridente coiiofciuto da ogn’uno.
B. Incotellorouefcioeuuieglialcunabarcal ' .
A. lo non ve l’hò ved uta,ma perche ne domandate voi ì
B, Perche hò letto che folTc in ella, o in vn’altra medaglia di Carteia.
A. Potete hauer limiimente letto , che li chiamò 1 artellb ,&chcnefuReAr>
gantonio , che vilTc centocinquanta anni , & Strabene allega per tellimonia
certi verli di Anacrcótc,& il padre delle biftoric,&di molte bugie,Herodoto:
& elfo Strabene dice, che egli vide Betis , che bora fi dice Guadalchtuir,& in
altri ti-pi nominato Tartelfo per autorirà di Stcfecoru poeta , là douc faucllò
delle vacche di Gerione,& che fra le due bocche del Indetto fiume vi fu vn
luogo detto Tartell'o.Qu elio Re Argàtonio è chiamato da Plinio rartciro,&
feguendo il poeta Anacreonte gli diede i cento cinquanta anni di vita: dapoi iaVn li.].
diceche era Gaditano, & che v’era maggior certezza che egli hauelTe regna-
to ottanta anni cominciando da i quaranta; ancor che in vn’altro luogo dica
che Carteia fu da' Greci nominata Tartelfo, ilche Pomponio Mela non affer-
ma , ma l’aggiugne, come opinione d’altri .
B. Mela fu egli da Carteia,o da Mellaria,o da altro luogo dì nome Urano ?
A. Egli deuc elfere da Cmgentertnm , o fecondoalrri da Tin;cincr<,luoghi non
menu fauololi di quel,che li lia Gerione,& Argàtonio.Et l'opinione di Pietro
Ciaccone di che foife più prello da Carteia, che da Mellaria mi par migliore;
& l'emendationi di quei luogo lì vedranno nel libro dì Andrea Scoto, che mi
dicono che voglia Ramparle con quelle cofc.chc Ermolao Barbaro,& il Con»
mendatore greco Ferdinando Nugnez hanno fcritto fopra Mela .
C. Che mi dice V.S. delle parole di Giultino,chehà ridotte incópcndiol’hi-
llorie di Irogo? S*itutTmeJfionii»intpabmTiu>us beìlum tiuerfn deos gonfie frodunr ,
acoluiri Cureiet : <fHOTkm l\ex "xciunifiimus Cargorii wuBn coUigfodi yfum primuf tauenu &<•
A. Che volete voi che io vi dìca,fe non che cotelle fauole delle guerre co’ Ti
tani,&co' Giganti,fono proprie di quei di Creta, doue nacque,& mori Gio-
ue,& per cotelle & altre menzogne li verificò il verfo d’Epimenide ,che alle-
ga San Paolojche vn mio amico traduffe in quella guifa :Seaferiiun-véiaer,CTef
eli, mali befiu^aeniix . Dc' Curett dice molte cofe Strabone nel decimo libro, &
Gg a fra
l
DIALOGO
fri elTcè qualche cofa, che potrebbe elTer apropofito della Dea, che ènella
medaglia , nella quale non voglio perder tempo. Quanto al rouefeio chiaro
è che Nettuno v'è pollo per eflcr quel luogo vicino alio llretto cofa tan-
to marauigliofa caufata dal mare, al quale allegnauano i Gentili per Dio
principale Nettuno • Dello llretto v'è v n verfo in Cicerone,che è dc'miglio-
ri,che li trouino ptimadi Virgilio .
rapAX yhi diutdit ynda •
Di Carteia,& Tartellb, Silio Italico dice in quella maniera nel terzo libro,
jtrgMtoniacoi armai Carteta nepoM ,
1{exprc4im fuit, humani dittfsimui aeui
Terdenos dectes emcnfns helliier annoi *
^rmat Tartcjjòsjlahulami confeia Vifocho . ]
Veniamo hora all’altra medaglia,nella qualec dall'uno de’Iati latellad’un
huomo.&vna mazza, che potrebbe palTarperHercole con la lua mazza, il
quale hebbe vn tempio molto nominatolo Caliz , & della lua antichità dice
molte cofe Strabone,& altri : daH'altro vi fono due pefei grandi come tonni,
& ciò credo che Ha, perdimollrar la pefeagione di quei mari: molte altre me-
daglie di rame hò vedute con tale roucfcio,& nella tacciafi vede vna pelle di
leone , come in quelle di AlelTandro,& in alcune è la fudetta mazza d’Herco-
lecon certe lettere diuerfe dalle Latine,dt dalle Greche.
B. Saranno forfè di quei di Fenicia, che dicono che popolalfero Tifala di Ga-
di,che bora chiamano Caliz i
A. Io non lo faprci dirc:bcn sò, che confondono i Fenici con li Pcni,& alcune
cofe, che fono de' Cartaginelì,o d’altri di Africa,gli fcrittori le attribuifeono
aquelli di Fenicia. Et quanto a me più tollo crederei che palfalfero que’
d’Africain Caliz,che quei di Tiro, & Sidone: ancorché cifendo iCartagi-
nefì Colonia di Fenicia, non lìa gran cofa chiamarli con vno Aclfo nome .
B. Chelettereli veggonoincoteAamedagliad'Hercole?
A. 1 n vna di elfe fono nel rouefeio oltre a’ pelei vna luna,& vna Aella con que
fte lettere in due verfi KDJJ)
^ fldAf* mi fono imaginato che in quelle di fopra di-
ca COL. o COLONIA. lcggendolcalrouefcio,&in quelle di focto dica
taap cioè GADIR. in altre hò veduto diuerfe lettere.
J>. Vno
OTTA
^37
B. Vno vncinolafcia V.S. di dichiarare, &fe|^acciamoclì*ifglifia R potremo
dire che dica HpnaiuColonU.o /{onuHorum .
C. Etfcfon'eF o PH, dircbbeT>Ao««<-iim.
B. Quello,chc ella chiamaua {Iella 0 confà aflai col principiodelobmediGa-
dir,& la luna 0 confà al principio della parola Co/sbm.
A. In tutte qucRc cofe li và molto albuio, ma fe preRaflimo fede a qucllÒKhe
dice Platone nel dialogo , Critias, direlTimo chefolfe il più antico nome
d’ogni altro luogo di Spagna; perche doue parla di quella Ifula Atlantica,
che era cosi grande, o maggiore, che rAlia,& l'Africa, & che fu innan-
zi aldiluuio vniucrfaleiquiui là métionedi vna parte di queli'ifoladi Gadir,
&dice che era apprelTo a quel luogo, che chiamauano le colonne d’Hercole.
B. E'cotelia Ifola quella, che alcuni credono che lì fcriuclTe pet dimoftrar
l'Indied'Occidencc?
A. QljeRa è , ma io non credo che tal imaginatione hauelTe chi inuentò quel-
la fauola trouata nell' Egitto da Solone legislatore d'Athene,& poi finita, &
accrefciutadaaltri,& a me par che li cominciaffecon Io fcoprimentodeirifo*
la di Gadi , & con quello di Spagna,che era quiui apprelTo , & per l’altra ban-
da u’era il monte Atlante :& come quelli due nomi Atlantc,& Gadir in Pia-
ne fon veri,cosi il lellante l'hó per inuentionc.
B. Chevuolcgli lìgnilicarecotcIlonomediGadir, che a mepare chefolfe
l’antico dicotellaciit3,o Ilola.
A. Platone dice che riftelTo che in Greco EYMHAOC, che viene interpre-
tato di buone mele, o di buone pecore,& concorda con quel,clic dicono del-
le mela,ouer de’ pomi cotogni d'oro de gli orti Atlantici, o Hcfperici,chc
guadagnò Hercolc.FùCaliz.come diceStrabone,Colonia diTirij di Sidonia:
& forfè che i pefei di quelle medaglie rapprefentano quello nome Sidon,c he
vuol lignificare pefcecóformc a Giuftino hillorico,& S.Ifidoro,ma altri auto-
ri dicono,che vuol dire caccia,& cacciaturi.Fù poi colonia de’ Cartaginefi, 3c
alla fine de’Romani;& crebbe tanto,che nel fuo tempo dice Strabone che v’e-
rano cinquecento Equiti Romani Gaditani, quello che non fi trouaua in al-
> delle mcdaglii
Braga,chchora fono del regno di Porto^llo,ancor che Plinio nomini quel-
li di Braga conuento della Spagna citctiorc ,o Tartaconcfc,& in vn tempo
fuc< po delle chiefe di Galitia. In quelle di Braga da vn canto fi vede vna ce-
lla d'huomo có la barba,& capelli lunghi,& par che porti vna fegreca per cela-
ta con quelle lettere, t RbCCESVlN© VS per^««»/<<ii«/«iR.«.dall'altro
v’è vna croce con alcuni fcaloni, & con quella infcrittione, fBRACARA
PIVS. In vn’altradel Re Egizaè vna tella cosi ben difegnata ,chc più fomi-
gUa vn'ldria,cioè vafo ancico:& nel rouefeio c la croce con le lettere della fu
detta medagiia:& per intendere la infcrittione che è nella banda, doue c la tc
lla,harete,chefar’airai.tl. DINM.EGiCAbì. VCTR.
B. lo ceder ò prello,ma V. S.lo dichiari.
A. I» Dei nomine Egica Kfx yifhir.In Lufitania dice Plinio , che v’erano tre conuen
ti,Emeritcnfe,Pac£fe,& Scalibitano.V’erano quarantacinque luoghi:& d ef-
C ve n’erano cinque.ch'eranocolonie, Augulla Emerita, Pacenie,o Pax lu-
lia,ch'alcuni credono chefiaBadalcioz,& Scalabis per fopnnome FraefiJmm
lulinmtMetjlltnenfìs 'i^benfiiCdefarùtna^A Lifbona fà municipio di citadini Ro-
mani col fopranomc di Felicitas lulia,& a Euora chiama oppido de Lati-
ni vecchi col fopranomc di Liberalitas lulia. Paolo GiuriCcon'fulto dice, che
i Pacenli,& gli Emcritcnfi hfucuano in Lufitania il priuilegio , che chiamaua-
no, iMsiuUcnm . DcMeridadicc Dione che effendo Celare Augnilo Con-
foie
1
DIALOGO
fole la nona volta con Marco Silano fi foleuarono i Cancabri , & quei d'Allu-
ria,& che vennein Ifpagna,& chetando ammalato in Tarracona mandò
controdicflì vn elicano chiamato Antilìio, definita tal guerra fece che
in Lufìtania fi faceffe vn luogo doue flcfTcro i fuoi foldati vecchi, i quali
chiamauano emeriti per hauer feruitogran tcmpo,già licentiati,& diede al-
la nuoua Colonia il nome di Emerita Hugulla. Quello fu l'anno di Roma 7 aS.
prima del nafeimento di Chrillo N. S. venti tre anni . E' loaedo hauer vn» meda-
giudi quando t'ù tatù Colonia, la quale Smollo confumata , & da vnaparic hi vna itila ,
che non ròdi chi li fia con ledere, che dicono PIRMISSV. CAEÒAKIS. AVG, dall'altra hi
duebuoi.con vno,che vi lor dierro,>:he li guida col nome EMt RITA, aliai logro ma pur lì legge,
E c fe ne truouano dell altre medaglie d'argéto che da vno de' lati hanno l'efii
gie di Cefare Augullo con quelle lettere, I MP. CAESAR. AVG VST. &dal-
l’altrQ fi vede vn'edificio di muri,& di porte,& in raezo è il nome EMERITA.
& nel giro P. CARlSlVS. LEG. PR. PR. che vogliono dirc,'l’«òl<MCan;!iii
Legaiui prò Trtelore .
B. Che è egli Legato prò Praetore?
A. Hauer l'autorità del Pretore in fua alTentia elTendo Legato.
C. Legato è egli il niedelimo.che clTere Ambafciadore.come alcuni dicono?
A. Non è fe non come Luogotenente d’un Gouernatore , oucro officiale d'un
Vefcouo , come fi vede ne’ Digelli nel titolo ue officio ■procoHfkht.cir- Legati, tt eoa
quello nome di Carilio VI fon alirc medaglie di rame, che da vnaparie hanno l'cfiigied'Augullo
con quelle parole CAESAR. AVG. "TRIB. POTEST. & aaH'altra vi fon qucH'ahre P.
CAR Sivs, LEG. AVGVSTI. In vn’altra pur di rame è la tella del detto Augnilo
& queffa infcrittione , CAESAR. AVGVSTVS. PONT. MAX. IMP.
nel rouefeio vi fono i muri,& le porte già dette, & quelle parole , A VG VSTA
EMERir.A. COL. In vn’altra dello ftelTo metallo è il detto rouefeio, & non
vi manca altro,fc non che la parola Fmeriu, non /ì legge, &rc(lafolo COL.
AVGVSTA, & il luogo per altre lettere. Quella medaglia fu battuta mor-
to Augullo, & lafuatclla c incoronata con vna corona di raggi, odi pun-
te, & innanzi alla tefla è difegnato vn gran folgore , con tale infcrittio-
ne,.DlVVS. AVGVSIVS, P A TE R. NehòancorvnadoueèlarclbtU
Tibcirocon lettere, Tl. CAESAR. AVGVSTVS. PONT. MAXI; IMP. co'l Udrò rouefeio
& con leucrc,chc dicono AVGVTSA. EMERlA, òr Cccouclc acciò le vcdiarc .
•fe
/
/
^ OTTAVO-
In quelle d’oro de' Goti fi truouano alcune di diucrfi Re, la prima fi è quella del
Catolico Re Reccaredo , con vna tefta per ogni lato , & quelle lettere >
t RECCAREDVS REX. & nelrouefcio, t EMERITA VICTOR. Se-
ne truoua vn'altra del Re Sifebuto con l'iftefl'e effigie, & con lettere,che dico-
no da vn lato, tSlSEBVTVS RE.&dall’altro t EMERETA PIVS. met
tendo la E per la I . In vn'altra del Re Recccfuintho èda vna parte vna tefta
& dall'altra vna croce con certi fcaloni , &Ie lettere, doue fi vede la tefta di-
cono, t RECCESV1N9VS &qucllc,doueèlacroce. EMERITA
PI VS . In vn’altra d'Eruigio fi vede lo fteffo rouefcio,& le fteffe lettere,ma U
teftaèdiquelle cheforoigliano più avrne,oldric,cheateftehumane,&hà
quella inlcrittione, t I. DINMN ERVIGIVS che vogliano dire. i»
Vei'tiomnc Brmgiuf In vn'altra di Vuitizza è lo ftelTorouefcio,& la teflaè
yn poco di miglior macllro con quella infcrittione, t llO. N. M. VVIT-
TIZA che lignificano ih D n nomine VHiiti^a Hfx. Veniamo hora a quelle
d'Euora, delle quali non hó veduto fe nonvnafatta innanzi aiReGoti,la
quale di rame, di pefodimezaoncia.-hàda vn lato la tefta d'Augufloconque
ile lettere PERM.CAES. AVO. P. M. che vogliono lignificare Prnm/(io«»c«-
ftrit^Hgulu Pontifici! Maximi . Dall’altro è vna corona d’alloro grande con lette-
re,chedicono LIBERALITATIS. IVLlAE. hJJOR. con le quali fi confer-
ma il fopranomc che Plinio dà a quella cittì, Ltirrnluaiu Min . De’ Goti ne ho
alcune,& in eflefivede quella parola ELVORA, che non fò fella meflà per
errore,o per fcrittura antica . In vna del Re Leouigildo fon dilegnate due te-
de vna per parte, come fi vede in altrc,& quella infcrittionc t LbUVlGlL-
DVS REX. & dall'altra è t TOS ELVORA IVS. mettendo in due parti il
nome di 1 VSTOS , & mettendo in vece della V la O, & cosi anco in vn'altra
di Reccaredo fono le ftelTe cofe difegnate in ambe due le parte con certe let-
tere che dicono, t RECCAREPVS RE. mettendo la P perla O, come
parlando d’altre habbiamo detto, & dall’altra parte, t TOS ELVOlAlVS.
B. Non harei mai indouinato cotelloima defidero affai eh ella mi dica i tempi,
& l’ordine di tutti i Re de’ Goti,& fe fi truouano di loro alcune medaglie fat-
te per mano di buoni maellri .
A. Già vi hò detto molte volte,come tutte quelle medaglie non fono di mano
di Fra Baftiano del Piombo, nè di Valerio Vicentino , nè di Iacopo di Vreazo
che voi conofeete.
C. ChifonocotellicheV. S. loda?
A. I più eccellenti maellri, che a’ noflri tempi fiano Ilati,& Fra Baftiano, oltre
aU’otficio che haueua di fare piombi delle Bolle a tempodi Papa Paolo ter-
zo,era vnico nella pittura . Del V alerio fi truouano molte tauole di piombo,
Bc d’altri metalli diuerfe hilloric di deuotione,3cd’alcunc cofe profane lit
anco
D I A L t) G O
Pig.S«.8[
Ilo.
•nco Ci truouano alcune medaglie fìnte da lui.che non pofTono efTer più belle.
C. V.Shì alcuna medaglia, o tauola fatta da lui?
A- Si, che io ne hò,& tal volta ve ne verranno alle mani alcune, che vi fodisfa-
ranno . Del terao,che hò nominato vi daranno più ragione , aucili.che fono
(lati in corte del Ke Catolico,& che hanno veduto i miracoli, che egli (à lauo-
rando de' ritratti ne' diamàti,& altri intagli,& difegni merauigliofi.DcH'ordi
ne,& de' tempi de’Re Goti farà neceffario cercare vn foglio,che mandò a Ro-
ma i giorni paffati, il dottor Gio. Batti Aa Perez a quelli della congregacione
del Decreto, del quale venne vna copia in mio potere; ma finiamo prima la
materia delle medaglie di Spagna,che già non me ne reAano,fe non da tre,
o quattro incerte : delle quali vna è delTuogo d’Hibera,& a me pare,che fe li
dia vn'altro nome,che è Setia,ancor che fìa tantoconrumata,& logra.chc non
mi afficuroche dica cosi :hà vna barca per parte, &queAc lettere, MVN.
HIBERA SETIA. & certe altre lettere confumate. HeAahora a fapere
doue Aà queAo luogo Hibera del qual fi truoua eAer fatta mentione in Tito
Liuio : & dice che era appreffo al nume Hibero,& tratta della guerra de'due
Scipionipadre,& rio del primo Africano; & a quel, che fi può giudicare de-
ue eAcFe appreflo a Eli v.&Cantauiefcia,Ia quale chiamano alcuni Carthago
vetus : ma il nome di Seria fi truoua in Tolomeo ne' Guafeoni, & par,che Aia
lontano da queAe patte -, fe già non diceffimo Hibera Setia, per far differen-
za da vn’altra Setia , che è in Italia,che bora fi chiama Sezza .
B. La barca,che Aà nella medaglia dimoAra che fia più vicina al fiume.
A. Così pare a me ancora.
C. Floriano d'Ocampo dice che nella Andaluzia è vn'altro fiume Hibcro , &
vn'altro luogo chiamato Hibera, & il fiume dice che chiamano bora fiume
tinto, che alcuni dicono che da effo fi chiamò Spagna Hiberia.
A. Non mi piace cotcAo fiume tinto , fopra cole cosi chiare, & cosi anti-
camente riceuute tra' Greci, & Latini. Vn'altra medaglia vie, della quale
habbiamo parlato,quando difeorremmo fopra le prouincie & fiumi : & in effa
fi vede da vna banda vnglobo,come vn mappamondo, & queAe lettere , C.
LVCR. P. F. JT. Qy che (ìgniScìno, CjutsLticreiini Pni/if fiJius Diuimuir
Q^uemuJit.&daU'iltrièvnace/iitche getta acquaio abondanza dalla boc-
ca, con queAe lettere, HIBERVS. TT. V. QVlNQ^ &per non vi effer il no-
me del luogo,nó fapiamodoue fia Aata battuta.-macgli ébenc,chefi metta in-
(ieme con la fudetta; & come diffi l’altro giorno,qucAc medaglie conferuano
la vera ortografia d'Hibcrus con la H . D'un'altra medaglia non sò che dirmi
altro.fenon che nonl'intendo,&èdi Cefare AuguAo,8cfi vede in eAada vna
parte lafuaeAigieconqueAainrcriitionemoltocommune, AVG VS TV S.
DIVI. F.& dall'altra vna corona fatta come diadema antica di Re con queAe
lettere in n«zo, REXOTVTOL. & in giro queA'altre, Q:,CL AECILl VS. M.
AELlVS.il -VIR.Voi vi farete Audio fopra per intenderle,& io in queAo me
to mi ripolcròpet la noia,che hò hauuta di trattar di queAe cofe tanto tòpo.
>«
X,
OTTAVO- * 4 -^
SEGVIT^ LiA LISTA GOTI, CHE
regnarono m IJpagna yCauata daiblriantichide' Concili, gj*
dal libro dt finto Ifidoro de’ Goti, ^ dalla
Cronica dtVulfaVeJcom.
N Ell’Eradi Cefarc^o?. nell'anno dìCrifto nollro Signore jSf. Athanarìco & con ellb lui
Fridigemo, comincio à regnare l'anno quinto dell' Imperadore Valente > & regnò tre-
dici anni. ^ Syliu de
NeU'anno di Chrillo j8a. Alarico, & con ciTo ,lui Radagaifo prete lo feettro l'anno quano vara ledi
diTheodofio Imperadore, & lo tenne vent' otto anni. lib.j.c.jj.
Nell' anno 41 1 . A thaulfo cominciò a regnare l'anno ip.di Arcadio, & Honorio,& il IcHo dì Theo-
dolio fecondo,& regnò Tei anni.
NeH’aono 4 1 «.Segerìco cominciò a regnare l’anno a 1. cTHonorìo , & d' Arcadìo', de poco dapoi
fà ammazzato da' Tuoi.
Loflefroanno4i<4ÌicdcprincìpioallaSignoriaruaVuaIlia,& contìnuolla tre anni /ècondoIfidO'
ro ,dc Vulfa, dt non ZI. fi come dice Sigeberto.
L'anno 4 1 9, Thenderedo cominciò a regnare l'anno nono dì Theodofio minore , & regnò j j .an-
, ni, le mori nella battaglia Catalaunica . Et quello è chiamato Theodorico da Cmt' Agoltino , ,
dt da Sigeberto,
L’anno.4jz.Turirmnndocominciòa regnare l'anno primo di Marciano Imperadore, dt regnò
vn'anno,come dice ianto 1 lidoro, dt non tre, come dicono lomandez,d: Sigeberto.
L'anno 4J3 . 1 heuderico cominciò a regnare l'anno fecondo dell' Imperador Mordano, dt regnò
tredid anni. Et quello viene nominato da alcuni Theodorico.
L'anno4d£.Euricocomindòa regnare rannoottauodi Leone Impcradqre,dt regno 17. anni,
come dicelfidoro,li:benGregorioTuionenfcfcriuei7.dt Sigeberto diednoue.
L'anno 4SJ. Alarico comindò a regnare l’anno decimo di Zenone Imperadore , dt regnò venti-
tré annì.come dice I lidoro , le nel Condilo Agathenfe fi truoua che nell' anno vige limo fecon-
dod'Alaricoera Confole MclTalla, dt l’Eradi Celare 544. ^ ;
L’anno jod.Ge&ldcocomindòaregnarel'anno 17-d'Anallagio Imperadore , dt regnò quattro
anni. Quello chiama Procopio Gafelico,& altri Gefalarico. • r-.
L’anno 5 ■ i.Thcudcrico per luo pronipote Amalarico regnò inifpagna quindici anni. efsedoegU
Rè d’Italia , dt comindo a regnare l’anno z t . d’Anallagio Imperadore,come dice Ifiitoro , dt fi
truoua nel Condilo Tarraconcnfe,dtGerundenfe l'anno 5 zj.ojzd.coroe altri vogliono.
Amalarico comindò a regnare l'anno primo di Giulliniano Imperadore ,dt regnò cinque anm , co-
me alfcrmalfidoro, il quale cominda dalla motte di Theudcrico . Ma altri dicono dall anno,
che diede li gouemo di Spagnai fuopronepoto, conforme al Condilo Toledano fecondo. ^
L'anno j j I . T heudis , il quale chiamano altn Theudio , comindò a regnar l'anno fello di Giullt-
niano , dt regnò didlette anni.dt cinque meli come dice Ifidqro •_ , j
L'anno J48. Theudifculo comindò a regnare l’anno ventidue di Gìullira'ano, regno vn anno,co-
medicelfidoro,maVullàlidàdipiildnquemefi,dttredidgiorni.
L'anno 549. Agila, il quale chiamano altri Aquila, o Aguila, cominaò a regnare I annoi} di
Giulliniano, le regnò cinque anni,confòrme i Ifidoro,ma Vulfa lidi tre meu d auantaggio.
L’anno j j4.Athanagi!do cominciò a regnarel’anno Z9- di Giulliniano, & regnò quattordici anni
conforme nidoro,ma Vulfa li di quiiìdid anni,8t fei mefi.Ifidoro vi aggi unge anco anquemelt,
che fletterò fenia Rei Goti. ... ^
L’ann05<7.Liuua, conforme alle medaglie, non Liuba, nè Luiba , commao a tegnw 1 anno le-
condo de Giulbno minore At regnò vn’anno folo, dt due anni con fuo liatello Leouigtldo,fecon-
do,che tiene Ifidoro, Vulfa, dt GiouanniBidarenfc.
L'anno tÉS.Leouioildoli come Hi nelle medaglie, fi: non Leonegildo, ne Liumpildo conunao a
regnatenelterzoannodel detto Imperadore Giuftmo.d! regnò didotto anni coforme illido-
ro,dt a Vulfa. Et l'anno 17.de! fuo regno vcdfe Ermenegildo fuo liglhmlo.ctecosl c Icntto nel-
le medaglie, dt non Ermegildo, Et quello anno fi caua ai GiquanniBidaienfe. ^ .
L’anno jg« Reccaredo comindò a reg^ l'anno terzo di Mauritio Imperadore,dt regno quindia
anni fi come fcriue indoro. Vulsi vi aggiunge vnmefe, de diece giorni.
H h 1.21100
I
V
dialogo
l’anno 6 o i .Liuna cominciò à regnare l'anno diciocto di Mauricio lmpcradorc,& regnò due anni
confórme ad Ifidoro.
L'Anno «oj . Vuitterico,o Vuittirico,ch! cosi fi vede nelle medaglie , S: non Viftericot cominciò
a regnare l'anno venti del detto Imperadore Maurido,& viflé lei anni nel Teggio reale fi come
(U prellò Ifidoro.Vulfa vi aggiunge dicce meli.
L'Anno < IO. Gundemaro,come fi troua nelle medaglie, 2t non Gundemiro comindò aregnare
l'anno Iciìo di Foca Imperadore , & regnò due anni, fecxmdo Ifidoro : ma fecondo Vlfa vn'an
no, dieci meli , & treiiici giorni.
L’anno de di a.Sifebuto prefc lo feetro regale l'anno fecondo di Heraclio Impcradorcdo tene otto
anni , & lei meli fecondo Ifidoro. Vulfagli aggiunge fedid giorni. l'Arciuefcouo Don Roderico
dice che l'anno quinto di Sifebuto cominciò Mahomctto a ribellarli contra i Romani.
L'anno da i.Reccaredo il fecondo regnò pochi giorni conforme a Ifidoro Hilpalenfe, tre meli
conforme ad Ifidoro Pacenfe, quattro anni, & mcfi conforme a VulfaVefeouo.
L’illeiro anno *1 i.Suinthila.come fi vede nelle medaglie , e non Cintila ,nè Sdncilla, cominciò i
regnare l'anno lo.d'Heraclio conforme adlfidoro, il quale finì lafuahiltonaranno quinrodl
quello Rè, regnò died anni , e fd feaedato nel Condiio quarto Toledano.
L'anno d } i . Silenando , & non Sifnando , regnò tre anni , & vndid meli , 8: fedid giorni confor-
me a Vulfa.
L'anno d j d. Chintila per quel,che fi vede nelle medaglie , & non Cintila,nc Sdntila, regnò trean-
niiOtto meli ,& noue giorni conforme a Vulfa:& ficonfermaquelloperil Condiio Toledano
quinto,che fo latto il primo anno dì quello Rè , & all'hora mori fant* Ifidoro Hifpalenfe.
L'anno d40. Tu!ca,& non Tulcas, regnò due anni, & quattro mefi conforme a Vulfa.
L'anno 641. Chindafiiinto fecondo la inlcrittìonc di Menta , de non Cindafuindo , nè Ghindafiiin-
co , regnò folo fd anni , & otto meli, venti giorni, &confuofig1iuolo Recceluintho treaimi,
& otto meli ,& vndid giorni conforme a Vulfa, il qual dice , che mori nell’anno dji. il primo
d’Ottobre.
L'anno d49.Reccefuincho,come fi vede nelle medaglie,& nò Reccefiundo,fignoreggiò venticre an
ni,feimeli,& due giorni conforme i Vulfa, il qual dice,chevicì di vita, il primo di Settembre
ranno7io.CintolTdefonfomorìl'arillo i8.diquelloRe,comediceGiulianoneUa luavim.
L'anno d7i, Vuamba , come fi vede in alcune medaglie, & non Bamba, comindò i regnare il pri-
mo di Settembrc,& códnuù in quella grandczxa otto anni vn mefe,St quattordid giomì,cte fil
fino a quattordid d’Ottobre dell’anno 7 1 8. che lafdò il regno fi come dice V ulfa.V 1 ITc poi in vrt
mooallcrio fette anni, & tre mefi come dice il Re Dó Alfonfo il terzo nella Cronica di Oniedo.
L'anno 680. Eruigio, conforme alla medaglia, & non Eringio, diede principio alla Signoria fua dal
giorno gii dcttode'quacordidd'Ortobre,fin che lafdò ilregnOtchefU a'iedid ifAgollo dell’an-
715 .hauendo regnato fette anni, & ventitini^ue gfomi,coine dice V ullàima a me pare che fia er-
rato il conto, & che furono fd anni, & dica meli.
L'anno 6 ij, Egica conforme a quello,che fi vede nelle medaglie, & non Egi’pfa,fu eletto lillelfo
giorno di lèdid d'Agollo, & vnto per Re li vetiquattrodi Nouembre,come dice VulfaiSc regnò
quindid anni,i dieci folo,& i dnque con fuo figliuolo Vuittiza,lecoado che dice il Rè Don Allbn
10 il terzo.
L'anno 701. Vuittiza, come fi vede nelle medaglie, &non Vitiza regnò conino padre, come
habbiamo dctto,dnque anni, & folo died anni, comindando i regnare daH'anno 701. come di-
ce il Rt Don Alfonfo il terzo. Volli dice che filvntoa 17. di Nouembre ranno7)8. maio
credo che habbia i dire 3 p.
L’anno7ii.Ruderico,checoslneIIemedagliefivede,3c non Roderico.nc meno Rodngo, tenne
11 regno non più d'vn anno,& rcllò poi morto da'Mori,che t’impadroniroo della Spagna-
i
4
# é
DIALOGO
NONO
DELLE INSCRITTIONI
ET PARTICOLARMENTE
DELLA INSCRITTIONB
DI SAN GIVSTO DI BARCELLONA,
ET DELLE VSVRE SEMISSE.
E per hoggi fi contentale V. S. di tramuttare la materia
delle medaglie ne i titoli delle tante infcrittioni, che hò
vedute inTarracona,& che in altri luoghi fi truouano
in si gran numero , che già di effe ne fono fiati fiampati
de’ libri, io l’haurei a gran fauore : perche defidero d’in-
t enderle meglio, che io non fò , & faperne cauar qualche
profitto, & vorrei che ella mi moftrafle il modo percon-
i'eguir quanto prima il mio deCderio»rfhe è conforme a
'1 quale io ne hò ragionato.
A lolodo aflaijche voi habbiate cotefiodefiderio ,perchefelepoche paro-
le.che fono nelle medaglie ci aprono gli occhi della mente a tante cofe , co-
me habbiamo veduto quefii giorni , quanto più faranno per farlo le infcrit-
tioni,delle quali alcune fi truouano con molti verfi ? & fe coi libri fiampati , o
fcritti a mano,che molte volte riefcono bugiardi, noi veniamo à imparare i
cofiumi, Se le attioni de gli huomini di tutti ì tempi paffati,mclto più certame
te s'imparerà con quelle cofe, che furono ,& fono non picciola parte delle
parole & delle opere loro.
B. Primieramente io vorrei fapere,come fi chiamauano anticamente le infcric
tioni, & appreiro,che differenza fia tra loro.
A. Infcrittione è nome generale,& parola Latina,ma traflatata da quefia Gre
ca Epigramma,che fi via ancora per li verfi detti,o fcritti breuementc a qual-
che propofito. Et come negli edifici,fiatue,o fepolture fi mettcuano alcune
lcttere,pcr fignificare a lionore di chi, & per chi ciò folle fatto , cosi fi chiama
infcrittione,percioche vi s’infctiuono fopra quelle lettere, & lo fteffo è,come
hòdetto epigrarama;&fe lo vogliamochiamarein Spagnuoloi^n’tro.oArt»/»
non erreremo i però è vn poco più generale, come c anco in detto idioma il
Hh a dir
DIALOGO
iitLtItird ieUs lufluy emprejts.y ieUt meidUas,ydeUiarm4iyr^!ìerot,che VUOl (igtlifì-
care il motto delle giollre,& delle imprefe^elle medaglie, delle armi,& del-
le portiere . Chiamauano ancora gli antichi quelle inlcrittioni titoli, fé ben
fi elice ancora il titolo del libro,del capitolo,& della Croce,& finalmente del-
la Chiera,& quei titoli de* Cardinali,che fuor di Roma fon dette patochie .
C. I Cardinali han’eglino tutti parochie?
A. 1 Vefcoui Cardinali fi chiamano Vefcouo Cardinale Ofiienfe, o Sabinen-
fe,& fimili:i Diaconi non hanno titoli: mai Preti Cardinali foli gli hanno,
& in quelli efercitano l'officio di Parocchiano,o di Vicario compiutamente:
& fi truoua cflere flato priuato vn Cardinale , per (lare aflente dal fuo titolo-'e.
Quando l'infcrittione li fa a' morti,!! chiama epitafio, & perciò abufano il no*
mc,quelli,che ogni infcrittione chiamano epitafio.
£. Le tauole antiche delle leggi,& de' fenatufconfulti,che fi truouano in Ro-
ma,& vna, che ne ha V. S. di vna ptefettura,potrannoG elle chiamare infcrit-
tioni?
A. Inmodoniuno.
B. Et alcune claufule de’ tellamenti , o delle donationi potranfi elle chiamare
col detto nome?
A. Se folTe foto vn tellamcnto.o vna donatione,o qual fi voglia altro (Iromenro ,
non farebbe infcrittione, ma fcrittnra : pur quando fimettelTe a propofito
d'alcuna memoria,come di vna (latua,d'un’arco,d'una capella,o d'una lepol-
tura , alcuna parte di quello (Iromento fi porrebbe chiamare allhora infcric*
tione : come è vna infcrittione di Barcellona,che è vicina alla Chiefa di San
Giu(lo,che forfè è la migliore,^ delie più vtili,che fi ttuoui in lfpagna,& n6
$ò s'io mi dica ancor fuori di Spagna .
B. E' egli coli buona cofa cotefla infcrittio ne?
A. Predo predo la cercaremo fra le mie fcritture,& vedrete che vtile fe ne ca
ui : ma tornando alla vodra richieda,vi dico che del nome,o de* nomi di que-
de infcrittioni,già s’c detto , & quanto alla diuerfità loro , alcune ne hò toc-
che,come farebbe a dire queile,che fi fanno per li viui,& per li morti,& che fi
pongono ne gli edifici,come ne’rempi,nelle cafe,ne gli archi,ne* ponti , & in
altre limili cofe,o nelle datue. Si quelle fi polTono didingucre in molti modi,
come tri gli Oei,trà le Virtù,& tra gii Imperadori,& tra l'altre perfone : Si fe
noi ci vogliamo 4 ggiugnere quelle de gli animali, ancor che di rado, fene
trouino,li può fare,& lo delfo dico quanto a gli epitafi de’ morti,variando fe-
condo le perfone de' mafchi,&femineide’liberti,dcfchiaui ;&Ìe vene fono
alcuni de’caualli , cani , o d'alrri animali . Vn’altra diuifione v’è rifpetto alla
fcrittuta,cioè delle lingue Latina,Greca,Hebrea,& altre: ouero in verfi,oin
profa : Si certamente fi truouano ne i verfi di molto eleganti epigrammi , an-
cora che vene fiano alcuni affai rozi , & barbaci .
B. Et coteda è pure vn’altra didintione,frà eleganti,& non eleganti.
A. Queda della diuerfità d'infcrittioni eleganci,o non eleganti cercaua io
principalmente, & per metodi elfa fapeua conofeere i tempi, ne’ quali fu-
rono fatte quede infcrittioni: & tutte quelle,che erano del tempo di Cicero-
ne,io le notano, & metteuo da parte,& apprefib a quede quelle , che erano di
poco tempo innanzi, o poco dapoi,& nel terzo luogo metteuo quclle,che era-
no più antiche, Si neU’ultimo le piu moderne
B. Dicami V.S. brcuemcnte,chc vtilicà fi caua dallo dudio delle infcrittioni ,
quantunque per quel,che fe n’è detto, io faprei ragionarne qualche poco .
A Io credo.che voi fappiace,cly: Paolo Manutio, & Aldo fuo figliuolo hanno
melTo infieme vn libro intero d infcrittioni folamente per l'utile,cbe fe ne ca-
ua in quanto alla ortografia, & ancor che l’uno,&raltro di loro non habbia
fatta
NONO- »^s
fatta diftintionc de’terapi , n^cno di anclle,chc erano eleganti, o non ele-
ganti , & qucljchc c peggio , ellendofì abbattuti in alcune falle, le habbiano
ammelTc per vere,& alle volte fi diano ad intender>chel’antico non fia il buo
no,ma quello, che eglino credono che fia tale : tuttauia il libro loro è vtile, &
gioua affai a quello ftudio,& ad altre cole .
C. Dicami V. S. perche habbiamo noi da feguitare l’ortografia delle pietre, &
delle mcdaglie,cirendo fcrittura d’artefici,cheviuono sù l'arte di lauorar del-
le pietre &delle medaglie i& non l’ortografia de’ libri, la quale èferittada
gli huomini dotti?
A. Egli è cofa certa,che fi come Cicerone fu il più elegante, & il più eloquen-
te huomo,che folte mai fra’Romani>dr che quelli, che viiteroal luo tempo,fu
rono i più eleganti huomini, eccettuandone lui, di quanti furono mai inanzi
&dapoiico$i lofcriuerc dique’tempifiiiipiù perfetto, che mai folte iper-
cioche farebbe grande errore,che altri parlafte bene,& poi fcriuelte male,& è
chiaro , che quello giudicio vniuerfale della eleganza , & della eloquenza di
Cicerone, & di Giulio Cefare,& d’altri, non è (lato folamenteconolciuto per
quello,che elfi ditterò, ma ancora pcrquello,chc elfi fcriflcro . Mora la fcrit-
tura di quel tempo non è rellata ne’ loro libri originali fi che nchaueltimopo
turo far paragone con le medaglie , & con le pietre i percioche in tal cafo io
non negherei, che eglino non hauelfero fcritto meglio,c he i maellri , che la-
uor:uanolepietre,&lemoncte;ma poiché gli fcritti loro originali non fi
truouano,quello,che efli cdmandardno,chc folte fcritto etiandio da gli fchia
ui,& da altre perfone idiote,& lo publicarono,c da creder, che prima l’haucf-
fero veduto,& riueduto molto bene , & che hauelfero huomini , che (lefiero a
vedere come lo fcrittorc lo fcriueua,& come lo Icultore lo lauoraua ,& il tra-
gittatore lo mctteua nelle fue forme, & le carte pecorc,o le cere, doue le loro
parole furono fcrittc o formate,!! tfpo l’hà confumatc,ma le pietre,le tauolc
di rame,& le medaglie d’argento & di altro metallo fono ancora in eltere , &
queU’i(lelte,& non fono elfempi d’altri eltcmpi,anzi gli llelll originali delle
loro parole .
C. Alcuni dicono, che fi habbia da dar più alle ragioni,che adducono i Gram
matici,che all'ufo dello fcriucre .
A. Lafciatclipurdire,&feguite l’ufo degli huomini di quei tempi, fe volete
parlare, & fcriuer bene, come, fcriltero elfi ; percioche l’analogia, &la eti-
mologia , che fogliono feguitare i grammatici , non è fempre certa i nè fi può
rendere altra ragione,perche fi dica,o fi fcriua più quefto, che quello ; fe non
percioche l’ufarono,& loivfano coloro,che patlarono,& fcriltero bene,& che
parlano,&fcriuono bene in quella lingua.
B. Madicaml V.S.chcalcrovtileficaua dalle infcrittìoni?
A. Non è picciolo vtile quello, che fi caua per gli fcrittori , & per li proeura-
tori,& per li fecretari,& per l’altre perfone,che guadagnano il vitto in fcriuè-
do,il tenere alcuni libri,che eflichiamano cfcmplari,per faper con efsidar for
ma alle fcritturc,che hanno da fare .
B. Cotellaccófaccrta?
A. Gliefemplari perfarhoggi vn buonoepitaffio,ounabuonainfcrittione,
fono gli epitaffi,& le infcrittioni antiche;& chi non le g\^rderà,& non le imi-
terà con diligenza, non farà mai cofa , che buona fia, ancor che egli folte dot-
to, & molto efercitato ne’ buoni autori. Ette eglififarà paragone delle in-
fcrittioni de gli edifici moderni di quelle de gli antichi,& di quelle , che pon-
gono in Italia nell’entrate de’ principi, o in altre fcfte principali , con quelle
che fuori d'Italia fi compongono,cioè in Franciadn Spagna,in Aleroagna, &
in lnghilterra,vedretei che vi è tanta difierenza,quanta è da’ verfi , che fi fan-
no a
V
DIALOGO
no ^ imitìtione de gli antichi, a quelli , che. ^anno fuor d’Italia folamcntlt
fecondo i precetti deH'arte . Vi fono.fenza q*(le, infinite altre vtilitì per in»
tender molte cofe.che ne'Iibri mancano, o fono ofcure da intendere.come fo
no i nomi, & prenomi, &le famiglie de' Romani, le tri bù,le legioni,! magiflra-
ti,i facerdotij,& loro miniftri , gli offici , il gouerno delle prouincie , il carico
delle genti da guerra, & molte parcicolarita de’ faldati, & altre cofe innumc-
rabili : & gli efempi di quelle cofe li vedranno ne'Iibri di Fra Onofrio Panvi»
nio,& d’altri, che fi feruono delle infcrittioni,pcr fcoprir molte cofe, con
le quali vengon dichiarati gli autori antichi .
B. lo mi contento di quel,cne fi è detto i ma vorrei di più faper l’vtiliti , che fi
caua da quella infcrtttione di Barccllona,clie V. S. mi loda tanto .
A. Gii voi haurete veduto nelle lcggi,(^uaate volte fi faccia m£tione di quel-
la forte di vfura , che a' tempi antichi li coilumaua , & li chiamaua vfura cen-
tefima,& a fua propofitione ia femilTe.la triente,la bcira,& quella di due c en-
tefime : vi ricordarete ancora.quanco mala interpretatione le daua Accurfio,
& gli altri,che furono prima d'Hermolao Barbaro, dicendo che centefima vfu
ra era quella,che ^ni anno agguagliaua la forte principale,com’è a dire cen
to per centoiferoific la metà.cioè, cinquanta per cento ogni anno,& cosi l’aU
tre a quella proportione .
B. Molto ben menericordo,&di più,cheV.S. nelle fuccmendationi lo Ren-
de, mettendo quella falfa interpretatione, & poi la veradi Hermolao,& di
Bartolomeo Socino,di Budeo,& dell’Alciato,& di Leonardo Portio,& lo con
ferma con quello,che alcuni Greci, & Latini hanno fcritto : che fenonm’in-
ganno,l’ufura centefima c,quando fi paga ogni mefe la fua centefima parte:&
cosi di cento ogni mefe fi paga vno,& ogni anno dodicl;& non cento per cen
to.come dice Accurfio.
A. Voiditelavcrità,& in queflamanierarufurafemilTe era, quando di cento
fi pagauaogni mefe raezo,& ogni anno fei,& non cinquanta, come diceuano
le nollre cbiofe. Et la tricnte era, quando di cento fipagaua la terza parte
d'uno,o di trecento vno ogni mefe , & in vn anno di cento , quattro ,& di tre-
cento , dodici ogni anno , & non di trecento, cento ogni anno . Et vi douete
ancor ricordar del cafo della legge terza in fine nel titolo, ^dlegemFalcùlum .
Lafcia vno alla fua Città dodici ducati ogni anno per pagar mufici in cer-
ta fella, fe fi hà da canaria falcid ia , perdie non balla la heredità per pagare i
lcgati,& vuol l’herede cauar la fua quarta parte per priuilegio della legge fai
cidia,cume fi Rimerà egli queRo legato?Dice Paolo Giurilconfulto, che Mar
cello dichiarò,che fi facelle il conto con quanti denari , pagando il legato de’
dodici a ragion di vfure trienti , fi farebbe la forte principale -, Se che in tanto
fi Rimaffe : & poi che de’ trecento fi fanno i dodici, queRa farà la Rima, Se non
fi Rimerà trenta fei , de' quali s’haurebbe da pagar la falcidia , che farebbono
none : & rcRerebbono vcntifcttc,con la qual fomma ninno comprerebbe do-
dici d’entrata, ne meno la metà .
B> lohòintefoladiiferenza,cheéfràqucRe due opinioni, quanto acoteRa
legge di Faolo:& non è dubbio,che maggiore è l’equità de' Greci, che quella
diAccurfio,Sc de gli altroché lo feguitano ima che dice egli l'infcrictione a
coteRo propoli co? ^
A. Trouiamola prima,& poi per elTa vedremo quanto chiaramente dica quel-
lo Reiro,che dice Hermolao.Sr gli altri,che furono della fua opinione. -cerca-
tela voifràlecarcedicoteRolibrOjlaqualcomincia L. CAECILIVS. L.
F. PAP. OPTATVS.
B. Eccola; ma queRa non è ella,quella,chc mette Ambrogio di Morales nella
fua hiRoria,& antichità di Spagna ?
A. Anzi
NONO* ^ ^ ‘47
A. AnzicclTa,&non òe/Ta.
C. Etcomepuò effer cotcfto?
A. Può cfferc ; perciochc ilMorales nonlirifcrifcebene> nèledila dichia*
tioncjcheliconuicne per difetto di male clTeinpio, &vn’amicomiotrouò
prcllo à trenta errori in effa folamente.
P. Mi fpiace aflai , percioche fe tutte l’altrc faranno come quella, ci farà
più da dir di lui , che di Ciriaco Anconitano.
A. Non è buona, la comparati oncipcrcioche le infcrictioni di Ciriaco fono co
fc£ntc a bcllò Àudio, cornei libri di Bcròfo,& di Metallhencdifra.Giouàni
Annioda Viterbo:& Ambrogio di Morales non hà tale intC-tione, anzi hà du*
rata gran fatica per ifcriuer la verità, &dicequel,checrcdecon ogni buon
zclo,& candidezza i & quella inferi ttione egli confelTa , che è feorretta. V eg*
giamo prima quel , che dice , & noi tratteremo poi della fua dichiaratione.
LCAECILIVSL.*^
PAP, OPf ATVS
X LEO. vn. G. PEL
ET >. LEG. APOLLii
MISSVS HOjeSTA.
MISSlOic. AB. IM*. M.
AVR. ANTONINO ET AVR.
VERO AVG. ATLECTVS. AB.jjt'E.
INTER. IMMVHES CoNSECvT.
INiONOR^S A=D 1 lÌCIOS
ÌI*.VIR 13 FLAM. ROMAE
DlVORVM ET jfGVSTcn vM
QVI R. P.BA.C. tA- i? . DO LEGO.
D A JQVE VOLO 5 C 173 ®* EX
QVORVM VSVRIS SEMISSEVS.
EDI VOLO oyOD A{j ^5 SPECTAC,
PVGILVM DIE IDVVM. IVNI
VSQVE AT k CCL. ET EADEM DIE
EXXCC OLEVM PVBLC
POPVLOPRAEBaU XXCTAPRA=S
TARI EA COIO 1 <£Om VOLO VT
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Quella fcrittura fù fatta in memoria di quello , che quello Lucio Cecilio Opta»
to lafciòalla Cittàdi Barcellona, &pocrcbbecircre,cbefoirellaca polla nel*
Ubafcdellafuallatua. ^ ,
B. Yc
dialogo
B* V’è egli alcuna memoria della ftatna? ^ ^
A. Niuna, ma quando le parole cominciano cosi fenza elTcrci melwalcun
♦erbo, che feguiri.pajchcijtfjntcnda il verbo E ST. come fc altri diceffe^ ■
H<c«J 2 l 4 <cii«Cj««/«ii.Etfequcft 9 non vogliamo, che Ca in quello, che dilotto
■ diceQVl R.P. BAR C. DO LE GO, laparpla,QV J, c fuperflua,&le
quattro vltimc letteredcl faffo, L. D. D. D. d da creder ,chefacciano piiii
propolìto perla ftatua, che pprlo rcftantc , chec fcritto nella bafe.
B. Che vogliono dir cotefte lettere?
A. Vogliono dire Ucutiatutdecreto uectuiomm. Et la pietra ftelTaJa quale io hò ve-
duta , diraoftra hauer feruito per bafe quadrata di qualche ftatuai
p. Dicami V. S.parte pcrparte,chefignilichi.
A. Nella primapartefinoàquelleparole CLV 1 R.p. raccontai nomi, la Tri-
bù, il padre, & i carichi , che egli hebbe nella guerra , I honor ,chc gli fù fatto
dagli Impcradori Marco, & Lucio fratelli, iraagiftrati, cheeflercitò, &che
egli era Flamine.Nella feconda mette le parole (Ielle di vn legato , che egli
lafeiònel fuoteftamentoallaCittà di Barcellona di certa fomma di denari;
• dcl^ frutto, o d elle vfure. fcrailfe,de’qual lordino certe cofe da farli, & il conto
’ ihd M dcnaio,& in chcC doueua fpendere ogtìi anno,riefce cosi giuAo fe-
■ cotidrfilmterprctatione.dc’Grcci della vfura fcmiirc,checonclude ellcr nc-
celTanamentc così, cqme efli fcrilTero.
P. ' Mf piace alfài d’intender entello, perche le parojedi Columclla, nelle qua-
li fi fondò Wétmolao’, ‘erano feorrette ; & quello , che diceua Tinterpretc del
Codice T^eódtfianojii alcuni Greci, nqnriufciua giufto.MaV.S. tratti'
. minutamente tutto quello, ìh'cdiceelTerc in queftainlcrittione, perciò che
ferqfjipd interpretarne delle altre, • , .
A. ^antqkiW^dèditddtiir^ ellaè fcritta in due partite, cioè, come
diclamò pe’ libri, jntjué colonne, cheinaltroteropo chiamauano pagine,
de per djmlrfuti'uòpagcl^cXa feconda pagina adunque comincia dalla paro-
la,SEVlRAtVs. ' ' ’ ' . ' '
p. Cotefta pjrrWi non mi pare aptópofito con l’ùltimo verfo della prima co-
; lonna,cheèL. D. D. D.
À. Di cotefto verfo non fi ha da tener conto, fenon al fine, perciò che egliè
flato melTo fuori del fuo luogo nellf prima colónna, o facciata del falTo,acciò
? che fi vedelfe meglio , & affinché niunó lenalfrquel falfo dal luogo,doue egli
era , fapendo,chc per decreto de’Decnriobi v’era flato póllo.
C. Ledue D D.non potrebbono àitc
A. None cofa melfa in vfo , che i Duumuiri li feriòano cosi, il che fi_vede nelle
medaglie , nelle quali è fcritto feoipre TT, VI R. dc-in vna trouiamo 1 1 . V.. & in
vn altra D. D. dopo i nomi de'Duumuiri. Etquenaabbreuiatura'11, V I R. &
tldiv(ÌDHnnitirHm decreto , non è tanto in vb ,CÒme Itocretà Dxiaiomim : fi ve-
de per il titolo. Or ilttrriii OeCHriomim. Senza chei decreti non gli faceuano i
Duumuiri, ma i Decurioni, come i Senatus confulti il Senato, tc non i Confo-
li : de per ciò fi diceuano Senatus confulta, de non Confulum confulta.
B. Cotefli Decurioni, di che luogo erano Decurioni?
A, Erano Decurioni di Barcellona , la quale all’hora era colonia , come feri-
ue Plinio , che la fopranomina Fauentia, de gii fi è detto, che volendoli fare
vna colonia , cleggeuano cento per Decurionjii quali erano come i Senatori
di Roma, “Jèlò'lFcllo numero, che hebbe ne’luoi principi) Roma, quando ella
fu fatta colonia di quei di Alba Longa,pcr la qual cofa P ropertio difle.
•i 'ì • t ' ' I* . ■ „
AdoiiqueParccllonanonccacoloniade’Cartagiaelì, cosi detta dalla fa-
-- / miglia
{•T
B.
1 ?
NONO- ^ 4-9
miglia di Barcino?oucro fucila fondata da Hercolc, quando egli gettò la
barca nona nel mar Mediterraneo ì
A. Cotcfto, che voi dite della barca nona e cofa fi antica, che non fi può ve-
rificare . Ma quel che dite de’Cartagincfi , è da credere, si per la fomiglianza,
chehàilnomcBarcinoco'l cognome d'vnCartaginefc,& pcrchcAufoniofcri
uendo a Badino la chiama Funicia Barcino. Ma i Romani, fcacciati i Carta*
ginefi, la fecero colonia , tutto che non fappiamo in che tempo. Veniamo
bora alle parole della* pietra , che dicono L, CAECILIVS L.i^PAP.
O PT AT V S.Etqui prima fivedeil nome della famiglia, o gente Cecilia,
che era delle più antiche, ancor che Plebea, di Roma. Bretendeuano venir
da vnCeculo figliuolo di Vulcano, il quale fondò Ptcncflc , &,dr lui dice
Virgilio:
ì^cTritntR'MtfioiijtniefiiityMs,
yiilcanogcn'aimftccniiueragTcilUKsgtm, ,
JnneiUkm<l.focis,»mnis quem credidU aetas,
Ciiccitlu.
Et in vn altro luogo;
JnlUiirtiu teits Vulcani ftirpe crutut
Caeculus.
Ecflo mette due opinioni dicendo, che i Cecili] vengono da quello Ceculo
fondatore di Prenefle,hoggidi chiamata Pclcflrina,o da Cccade Troiano
compagno di Enea.Diqucìla famiglia fu CeciliaTanaquil moglie del Re Lu
cioT arquinio di Roma,& ancora dopo molte cctinaia d'anfii difcefl'ero da ef-
fa i Mctelli,famiglia molte nobile, & altri. E’qui mclTo il fuo prenome Lucio,
&qucldi fuopadrc,cnepureè Lucio,il che è legno, che egli era il primoge-
nito ,£c che cciandio egli era ingenuo, poi che haueua padre con prcnome,&
haueua i tre nomi honorati , & latini, chiamandofi Lucio, Cedilo, &
Optato , & in oltre hauendo la T ribù.
B. Qualcèilnomedellafua Tribù?
A. Papia,o Papiria.
B. Cotellc fono dueTribùJo purevnafoladiduenomi?
A. Quefia è vna di quelle cofe, che non fi fanno, ma egli è*ben cofa certa,
che vi fono molti fcriccori, & molte pietre, Icquali nominano la Papiria Tri-
. bù chiaramente, & alcune pietre la Papia,& cosi la Papiria s’hà per Tribù an-
tica, & delle trcntacinquc , & la Papia per (lraordinaria,& fuori del numero:
& potrebbe clfcre nome di Curia.
B. Per che fi mette egli il nome della tribù innazi al cognome, & dopo le let-
tere L. F?
A. Non faprei renderne altra ragione, fenon quella, che era vfanza generale
in tutte lecofe publiche di porre i lor titoli inquellamanierai&cosillan-
no ne'Scnatufconfulti, che riferifce Marco Celio in vn libro,che è fra le Epi-
ftole famigliari(come dicono)di Cicerone,&’ ló fteffo Cicerone nelle Filippi-
che,doue tratta fpccialmente,che fi dia vna llatua al nollro Principe de’Giu-
rifcòfulti Seruio Sulpitio,dicc cosi SER.SVLPICI VS.Q.F.LEMONIA. RV-
FVS. & in Afeonio Pediano fopra le Verrine fi truoua,^ei Romani erano
folitidi nominarli co’l cognome della T ribù, o della Curia, di cui edi erano ,
& che quel nome, fi metteua nel fello cafo , come ancor fi truouain
molte infcritioni , chemette infieme Aldo Manutio, &così ancor’il no-
me della Città, o del Municipio donde ciafeuno era,come Bononia,Flor£tia,
Luca,Verona,Tarraconei&èvn luogo ne’Comentari di Celare, doue fo-
no nominati alcuni foldati in quefta maniera.
B. A entello modo Lucio Optato doueua elTcr nominato Barcinone ?
A, Selainfcrictione non folTe fiata in Barcellona, fi farebbe potuto Ètte.
li B. Que-
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Lib. ;; <)«
bello etili*
il.
L
k
^fo DIALOGO
B. Quello nome Optatus, fi troua egli in alcuno altro luogof
A. Non mi ricordo fenon di vn Optato Mileuitano, che credo che fetiuefle
nel t6po di Tanto Augullino: & in Terentio parmi, che fi truoui ,oputaIoiiMms,
& Virgilio dice Comugumepijtnm, ilcheci dimollra, chelìa parola latina , &
che collui fi doueua chiamar cosi, perefler nato dopo hauerloi Tuoi geni-
tori defiderato affai 1 onde Te il cognome non fu, come dicono, hereditario
da’Tuoi predeceffori, Catullo rtiaurchbc chiamato, defidcrium. Ma ditemi
quel, che fcguc. •
B Dicalo pur V.S. che io non fo legger intrichi.
A. Come intrichi?
B. Guardi V.S.queljchefcguc. X E G.vTi. G. PEL. ET >LEG.XV 1 .
APOL^j .
A Centurie le^ionif fepiimie gemnje felicis,& Centterio legicna tjnimeedecinue ^poUóuris,
B. lononThaurei indouinato così alla prima: ma per che fi mife egli cote-
Ila cifra, per Centuno ?
A. Voi crederete bene, che vna C. fola voglia lignificar Caius, &Centum.
B. Cotello io lo debbo creder cerco.
A. La C. Il mette al contrarìo,per non equiuocare con Centum , & con Caius
B. Hò vdito dire che per Caia li fcriue cocella C. al rouefeio , mettendo 3. L
per Calne Lihertut.
A. Cotello fi aggiunge a tutti i Liberti di donneiperc ioche tutte fi chiamaua-
noCaie,daCaìa Cecilia Tanaquil, della quale poco fàhabbiamo parlato.
C. Se cosi è, egli c faIlo,chc Lucia, & Publia fi fcriuano con la L,o con la P. al
rouefeio? ^
A. Non l’hò mai veduto in niun luogo; ma io voleua dire, che cotella cifra in
cambio di Céturio feruiua per la C.al rouefcio,ancor che n6 foffe fenó diple.
B. Che vocabolo è egli cotelVojdiple?
A. B’vocabolo greco,che fignifica vna figura doppia fatta di due linee, che fot
mino vn angolo, della qual fi ferue Cicerone nell'Epillole ad Attico, & la
fua figura la mette Ifidoro nelle Etimologie.
B. Ecci egli fcrittorealcuno, che dica, chequella cifra, o diple ferua per li-
gnificare cotello' nome Centurio ?
A. Credo, che fi troucrà in Vclio Longo nel libro di ortografia , che io hebbl
in Roma, ma bora non l'hò più.
B. PerchefichiamauanoCcnturioni?
A. PcrcheeranocapidcllcCcnturic, cornei Decurioni delle decurie :& an-
cora le centurie fi fegnano con quella fteffadiple,come fi vede in diuerfe in-
fcrittionidiRoma.
B. SeCenturia è vn numero di cento foldati,e’doueuano effere in ciafeuna le-
gione molte Centuric,& molti Centurioni ?
A. V’eran per certo.
B. Ma per qual cagione collui qui c chiamato Centurione , di vna legione , fé
ven'erano molti?
A- Cìafcun Centurione di quella legione baucua cotello nome , ma io credo
che quello foffe Centurione primi pili, che erailpiù honorato carico, che
foffe fra tutti i foldati.
B. Non intendo cotello.
A. Haucte da fapere,che tutta la gente à piede deireffercito Romano fi dellin
gucua in tre maniere di foldati, cìoè,in prìncipi, in ballaci ,& in crìarij . Quelli
trìarij cornei più effcreicaci de glìalcri erano gli vltimià combattere, &fi
chiamauano ancor primìpili ;& il principale Centurione loro era chiamato
Centurio primìpili ,& haueua nelle leggi gran priuìlegì.
B. Qp ellì doueuano effef' i primìpili , che V.S. dichiara nel lib.ad Modellinum
de ex-
NONO* *^//
de excufacionibus. Ma di quelle legioni fe ne fa egli mScione in alcun luogo?
A. Vedrete quel.cbe n ha l'cricto Frate Onofrio Panvino nella Republica de’
Romani:& quel , che io più Rimo , fono due colonne antiche che fi veggono
nel Campidoglio di Roma, nelle quali fono fcritti i nomi di trenta tre legio-
ni^ vn luogodi Dione. Horafeguite innanzi, che non vi fono piu intrighi.
B. MISSVS. HOFeSTA. MlSblOie. AB. IMI. M. A VR. AN-
TONINO. ET AVR. VERO. AVO.
A. Pareche quello Centurione lafcialTela guerra per qualche honeHa ca-
gione. li che lì dice per far differenza da coloro, che n’eran cacciati ignnini-
niae caufa per qualche delitto. Di quelli due Imperadori fi truoua efler fatta
mentione in diuerfe leggi; St lì fogliono chiamar omi/ran-ei, ancor che non fof-
fero fratelli di fangue, ma per ellere Rati adottati da Antonino Fìo.Era vero
figliuolo di Lucio Elio Celare /che fu adottato dall' imperadore Adriano
auàtiiche egli adottafl'c Tito Antonino Pio,& il fuo prenome era vero Lucio
egli lìi huomo dato alle morbidezze, & per quello era delicato.Marco i quel,
lo che è fopranominato il lìlofofo,& fu buono Imperadore.Et egli è da notar •
fi, che la parola abbreuiata A VG.e nel numero del più per AuguRis.come feri
uendoCOS. lì intende Confulibus. Et queRa è l'antica ortografìaipercio-
chenc'fcguentitempis'introdulTelolcriuer AVGG. de ancora COSS.de
IM PP.dequellOjCheparràforfepiùRrano, IMPPP. AVGGG. COSSS.
fetimperatonbKs,^u{ii/hi ConfMia.iL eccouì delle medaglie.doue vedrete alcune
di quelle cofe.
MachecofafegueapprelTo,
B. Vn’ intrigo , AT LE CTVS. AB. ^E.1NTER. IMMVHES.
CoNSECvT. ifhONOR = S Ah UlLlClOS.
A. Duccofe vi fono feritee male , cioè la parola >chcftà dopo A B, a lapa*
rola IN HONORES, , ^ ,
B. La terza parola feorretta è, AT L ECTV S conlaT perla D.laquarta
IMMVHES conia H per la N.
A. Poniamo calo.che haueflìmo à mangiar alcuna cofa in quelchc parte gua-
Ra,al lìcuro che noi,leuatone il buono, gettarelimo via il rimanente: cosi io lo
leggo in qucRo \\Màox.AilrììmiéiMefcriftaiMeTmmunnctmfeciaQ>bi>ntnn*ciiltcioi.
B. Sedicene così non vi farebbe alcuna difficoltà.
A. Io voglio render ragione del mio ardircela T in vece della D nella prima
parola non mi da noia alcuna , perche sò ^ che li fcriueua molte volte:» credo
che lo dica Quintiliano , dandone regola.come in cofa molro ofeur^^dfr^
fofitio, ^»Miii»».‘J».l‘altra abbreuiatura io la leggo in modo, che dica, AB ^ E.
ciòèAB. ANTE.&cnelfincdcllariga,&ioviaggiungovna S fola per far
chedicaawryiTipm come vedremo dapoi nel finediquella infcrittione, che
due SS.voglion lignificare s»frj/cripi4. ^ C. Vn
iy* DIALOGO
C. Vnamlcomiomidiffeichcfrpoteualeggerc A BA.'.&chcvoleua fìgnifi-
C a re BartmoHenfihM,
A. Btvn tempo fùjche io credei che diccffe AB A & che volciTe fi-
gnificare ai Omonimi, ma poi guardando Toriginalc, mi parue che vi foffe vna
b di più.Ma quanto allaH.per N.fu crrorC)& fu peccato molto meno, che ve-
niale. CONSECVT interpretato Confccutos egli non fìi ardire, ma più
tolto buona interprctatione , fe non m’inganno.
B. Io harei letto ronyi'cutKt, feV.S. non hauclTe letto con/nuai.
A. lohòconfiderato, che quello di fopra non ftaria bene, ^dìe^minter
immanfi. fenia quello , che fegue: Immmuatem cmfecutm iftaria bene.Vogliodire
à\c\tfVo\ctimcctintìMltHusabaiatfcTÌptismtcrinmumes, non H»ianobcne lenza le con*
{e<\acaà,to»fecuUah»nort>atdilUm. Ma ,'iuuelle detto ai ante fcriptii immunitaten confecnintt
Aaiu bene renzacheleguiiafTero le denc parole i&enor»«erfi7<ciei. Mifon mollo, perche voo
.checonreguiuagli honori Edilid nonoccorreua, che lì Acell'e peraltro primlegioineitcc fragli
immuni, & per qucl,chc dilfi l’aliro giorno, che quei , che haucuano il i«i lati/, fe
haucuano magidrati nella fua colonia , o municìpio , confeguiuano la citta-
dinanza di Koma, come dice Strabonc parlando di quei di Nimes colonia in
Francia. Et per ciò io credo, che facendolo quedi Imperadori £dilicio,gli
delTero i priuilegi, che haueuanogli Edili di Barcellona.- & che come egli-
no cran' immuni cosifofle Optato: &cbc iBarceilonclì follerò immuni , lo
dice Paolo Giurifconfulto nel titolo, da Cenfiim.
B. Se tutti! Barcelloneli erano immuni adonque non gli diedero cofa alcu-
na, poi che egli era immune lolo per eHerda Barcellona.
A. locredopiùaquella infcrittionc,che non faccio al Giurifconfulto, ancor
che egli non dichiari, che fodero immuni tutti i Barcellonefi,& polEanio in-
tender , che egli lo dicelTe perche i Magìllrati foli fodero immuni , & percip
ché non erano tutti immuni , per quedo Plinio non la chiamò colonia immu-
ne, come chiamò Saragozza,& Alicante. Vn’altraragionevièpiù chiara, &
ècheridedb Plinio dice,cheVcfpadano diede a tutta la Spagna il lus Lati), j
Polliamo ancor dire , che lo fecero Edìlicio con tutte le efentioni,che gode- . 1
ano gli altri Edilici.
B. ChediceV.S. di quell’errore ,che ènellaparolaINHONORES?
A. Dico due cofe. La prima,che è errore pigliato dall' vfo del parlar male,cò-
me li vede , perche fi cominciaua già a corrompere la lingua latina, dicen-
do »»/»Kiii)»i/K»i()rn per rauyi'rjuMthoiiam. L’altra è, come io dimo, che la parola '
t«m»ie<,checrafcrittanellacarraoriginale,lavolcdccorrcgger il Gramma-
tico, a cui fu dato cura di riucdcrla,& mettclTc nel margine 1 N,& che il mae-
ftro,che intagliò la pietra,douette credere, che s'haucd'c da fcriuere innanzi
alla parola,bi>iiorn,& perciò ve la fcolpidc.
C. Non potrebbe egli eder, che fodic dato per corregger la ^ in N? i
A. NonfarebbegrancofaimapafIiamoauanti:fegueIT VIRIII cioè . rwniiuKr
ier,cbe vuol dir,che egli fùtre volte del magidato de’Uuumuiri, che era come .
il confolato in Roma, come s’è detto vn’altra volta, & s’intende di Barcello-
na , percioche fe folfe dato d’altro luogo, egli l'haurcbbe detto.
B. MaperqualcagionehorafichiamanoConliglieriènon farebbe egli me- .1
glioche CchiamaderoDuumuiri.
A. Cotedosl harebbe da fcriuere in vn altro libro verde :&horafannobencà
feguitare i lor codumi. Predo a’Magidrati metteil facerdotio di Flamine,
«iioM.doue «hehebbe. FLAm. ROMAE. DIVORVM ET VGVSTCRvM.
fi fai lono le B. Hebbe egli cotedo facerdotio in Roma?
nocabiu, Non Credo io , ma in Ifpagna, &.la parola non vuol dir in Roma , ma
^eacots • diRoma.Etdiquedoparere.mi fa edere vn tempio, che lì ttuoua in alcune
■ t il C. niedaglie
li
bra,chealprt>
lente è io Bit-
^ N O N ’O- ' ' ' .-/r
’ ®'f*8'*«‘*’Augufto,&diTiberioCcfatcconquefteparole,ROM AE ET
AVG. &eflcndoui tempio, non è gran cofa, che vi fia ancor Flamine.
B. Dì modo che la parola ET vìcpofpoAa,douendodirc D/nonni
\Aug»noriim>
A. lo non lo credo altrimenti, ma fon di parere, che piìitoAofì parli di tre per*
fone diuerfe, cioè, del Genio di Roma ,& de gli Impcradori motti , & vini.
C. Cotefto Flamine mi par, che non fi iruouifrà quelli, che racconta Marco
Varrone.
A. Non è marauiglia , percioche egli racconta quelli , che erano in Roma al
fuotempoj&queftononfolononfù in Roma, ma nè ancora al fuo tempo.
Et che folTero Flamini fuori di Roma, li vede nella Oratione prò Milone,
doueCicerone dice,<nlFUmniéprodeiidKmijmiuiì.Adon<\ue non farà gran cofadi (
farui vedere che vi folferode gii altri Flamini in Tarracona,& in Barcellona:
fltmnprpu'mciae HifpinUectteriot'tt.Fìime» coimueTtnaconenjit , & altrìidr Flamen
/laAi.fìtruouainmolteinfcritcionidiRoma, &fuordi Roma. Et Cicerone
nelle Filippiche 1! lamenta , che folTero ftati dati i Flamini a Cefare, & credo,
cheMarc'ÀntoniofolTevnodi quelli. Non vogliodircofa alcuna degli Ar*
chiflamini , che habbiamo nel decreto di Gratiano , fin che egli non fia finito
di correggere.
B. Credo che coteAo fari tardi , per quei, che fino ad borali vede.
A. L'opera il richiede. Matornandoalfattonuftro,ìnnazi che noipaHiamo
alla feconda parte di quella infcrittione , è da notar, che fi deferiuono in elfa
tre Rati d'età, per li quali Optato camino con grande honore.Et prima,
che fìi Centurione di due legioni nello Rato militare , eflendo giouane; &
quindi venne ad eRer fatto hdilicioidopo queRo,che fu Duumuiro tre volte
nel gouerno della fua Republica ; & queRodouetteclferneilàfua virile età .
Vltìmamentecheperuennealfacerdotio del Flamine nella vecchiaia. Mi ri-
cordo che Polibio nel fcRoiibrodice,che niun cittadino poteua hauer olfi-
tio in Roma fé non folfe Rato alla guerra dieci anni.
B. Per coccRa cagione furono! Romani cosi beliicoli.
A. Et forfè ancora per ciò li perdettero . Di queRo modo lì mettono in molte
altre pietre i carichi, &ifacerdotij di ciafeuno, & credo, che ci lìa vna epi-
Rola di Plinio , doue commanda, che in Como.o in Verona fua patria li driz- Lib. 3 .,|>ic
zi vnaRatuadi metallo corinehio nel tempio di Gioue, doue liano deferìtti
iMagiRrati,cheeglihcbbc. Palliamo horaallafeconda parte della infcrit-
tionc,& leggete quel, che feguita.
B. ' Vicvri'intoppopeggiot’é de'palfati. jp
A. Nonmiricordauo.Quello,cheèchiaro,è,Qyi R. P. BA R C. vien dan
poi certa cifra'dilficile d'intendere: ma iota leggo in due modi, cioè invoo
‘fÀ. .per' 1 T A.L E Q.chevuollignificare,«4 hf««t.in vnaltro •}- AL.'
per ITALTQi .dtchofiafopranomedcllaCittàdiBarcellona. Main altre.
• A. pie-
/
*S4-
dialogo
pietre di Barcellona le danno altri lopranomi, come dilli l’altro giorno,
COL.F.I.A.P.BARC. ,
B. V.S.diflc, Co/o»i« FauntueiuItMjfugiilUeTiMBtrcmonH.nondtmeao egli potreb-
be ancorelIer,che la I lìgnificalTe Italicae.
A. Non lo niego, ma tutta via mipiace più quel, che ho dettopnma,cioe
ttaifiami.petcioche egli non farebbe cosi elegantementcdetto,^ioiv«f>.<fo*?o,
come è, <P« Rrip. iuhfOMU, Do lego,&c.[cg\iiti poi D O L E G 0> D 1 QV E
VOLO VÙ®>-
P. Che vogliono dir cotefte cifre?
A. Voglion dire, Dnsrtumfefttm mito quingento!.
B. Et la nota del denario non dille V.S.l altro giorno , che era vna, X, perche
valeuadicciafli ? . ,
A. Lo fteflb dico bora, ma vi Ri aggiunta vna v irgolctta per il mero, acciò che
non folTe prefo per numero, &fignificalTe XVll. mila.
B, Per qual cagione VII. con la virgola fanno fette mila , & di fopra inquefta
infcrittionc LEG. ^i. fignilica Legio feptima ; & fi V 1 R. uu lignifica
Duumuirter? „ r . i u ' i
A. Quelle cifre s’intendono in queftomodoperlvro,&perquel,chee loro
apprelTo: & però niuno haurebbedettoiche quella legione folle la fettemille-
lima , nè quel vir il dumillefimo.nè che foflè Rato tremila volte. Ma bora, che.
il V 11. è innanzi alla D,che lignifica cinquecento,neceirariamente hà da elle-
re numero maggiore, che di centinaia , & cosi Uà bene per fettemila. -
B. lo hòintefodire,chei Romani faceuano quello fogno, oO-permille,& pw
cinquemila vn’altra cifra,che bora nómi fouuiene.V.S.midica,come le varia
nano per dire,duemila, tremila, quattromila, cinqucmila,feimila,& il reftàte,
dequello incafo.che nonvolellcroferuirli della virgola fopta ilnumcro.
A. Son contento , faceuano in quello modo.
©O .mille.
Jc. ■
.'sr, ùjiM.'
fifli till;,
.>■ O -
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‘li
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;1 SII
■i’i
I. iI.Vp
-it;-'/
OO OO .duemila.
OO OO OO .tremila.
OO laa. quattromila.
l30. cinquemila.
13)00 .feimila.
13300 OO fettemila.
I 33 OO 00 00 .ottomila.
00 .ccl33.nouemila.
ccl33. dieci mila. '
ccl33 00 . vndici mila , & coli il rollante.
CCI33 cc 133. ventimila.
CCI33 CC133 CCI33. trentamila.
CCI33 1333. quarantamila.
I 333 . cinquanta mila.
I333 CCI33. felfantamila.
I 333 CCI33 cci33.fettantamila.
I 333 CCI33 CCI33 cc 133. ottanta mila. . •
CCI33 CCCI333. nouantamila.
ccc 1333. cento mila. . . . _
Quella cifra multiplicauano neU'altre centinaia fin che crouarono la cifra I JC.I*
che diccuano decies.
B. Cotellodecies èegIiquello,cheinvolgarelidicrmillione?
A. Quello ftelTo, & non è molto, che Pietro Ciacone , mi mandò vna tanoletti
tratta da vna antica , che hà in Roma Fuluio Orlino > la qual chiamaua
Ab-
3
M
A
’t
ì
>fi^
N O N O- iss
Abaco, & fcruiua per contare. Et vi fon quelle figure. I. X.C.oe.cciaa.
CCCI3DJ.f.X.1.
B. Incotefla tauola mancanoJe note del V. del L del d’altri numeri.
A. Egli è vero,ma io le cauo da altri libri . & da molte infcrittioni.
P. Comefipruoaa egli, che non hauefiero altre cifre fuorché fin à cento mila,
& che poi mcttclTero la fteffa cifra due volte , ò quante era nccelTaria ì
A. Si pruoua per fautoried di Plinio , il qual dice, che i Romani non fapcuano i ib. jj. c.
co ntare fenon fin'a centomila.
B. OhiCotello non ccglt falfo ; poi che diceuanodecies • che era vn millionel
A. Decies.ó deciens nonepiù che dicci volte, ma diceuafi per vn millione
dnicni cninj miUia ; ancor che per abbicuiarc , dlceuano dectent centext , 8c decifm.
Dimanicra,checolui,chc dice dieci volte cento mila, è fegno, che non si
contare più là di centomila, fenza ridire centomila.
B. Horal’intcndobene.
A. Si pruoua mcglioconrclTcmpio della infcrittionc della colonna di Caio
Duilio doue torna à porre quella cifra di centomila molte volte, che le
hauclTcro hauuta l'altra del decies,o dccicns,rc ne farebbono fcrum.
B. A dir due,crc,quattto, cinque, & piu milhoni, come li figurauanu , Si dice-.
uano gli antichi? ^
A. In quello modo,
IxxUl'Kicns. due millioni.
IxxxI.Tricifjii.tre millioni.
Et così gli altri di mano in mano . Ma torniamo alla nollra inferi ttione.
B. Piu breue modo di numarare è il nollro. Ma dicami V.S.perche alia D li ag*
giunge vna virgola per dir cinquecento ì
A. Pcrchcnonliconfondaconleparolc,plipigliper vn’prenome, nclqua<
le errore cadono molti. * • ■
B. Quale è cotello prenome?
A. i>- sUaaxt lì truoua fcritto , & molti lo leggono Dedus sìlaxxs , douendo
dire Derimm, pcrciochc Dccius non è prenome, ma nome di vna famiglia,
della quale furono i tre Deci) , che morirono per la lor republica, & vi e vn
luogo nel libro terzo ad Herennium , doue dice, che chi li vuol ricordare di
vna cdfa, che fiala decima s’imagini vn'huomo , che egli conofea , il ciii
prenome Ila Decimo.
C. InSer. Galba hò veduto errar molti , che lo chiamano Sergio, per Seruio.
A. La famiglia Sergia fu molto antica ,& vien da Serg elio, del quale fa men-
tionc Vìrgilio,&di ella fu Lucio Cari lina. Galba era della famiglia Sulpitìa,
della quale fu il nollro Seruio Sulpìtio Giurifconfulto,dt io hò alcune meda*
glie nelle quali c SER. SVLP. GALBA.
B. Quanto varicbbono dellanoAra moneta cotellifettemila,& cinquecento
denari?
A. Se ogni
DIALOGO
A. Se ogni fette denari fono vna oncia d'argcnto.& ogni otto reali fono vn’al
tra oncia,i lettemila denari farebbono milleoncie.Ic quali farebbono la fora
ma di otto mila reali. Vi fono poi di piu i cinquecento denari j, che farebbono
intorno à cinquecéto fcttàt’uno reale, poco piii,o meno. Ancorché in quel to-
po i denari) folfcro già come iedràme d'otto aH'oncia:& permeglio fare il có
to delie vfure,diciamo che erano altretantircali.Veggiamoquel, chefegue.
B. EX. QVORVM V5VRIS SEMlSSfeVS. EDI VOLO QVOD anIS-
SPECTAC. PVGILVM DIE 1111. IDVVM. IVNl VSQVb AT
geCCL. Due errori par che vi liano.'vno nella parola QVODANNIS, per
C^y OT ANN 1 S ; & l'altro nel fine ch'è, A T per A D.
A. Già hò detto, che molte volte inecteuano l'vna per l’altra di quelle due let-
tere, T, & D, come dice Quintiliano.
B. EDI, ila bene fcritio fenza dittongo?
A. Perche nò? Anzi cosi fi vede femprc ne’digelH di Firenze, & nel titolo W»
timXo , ancor che Aedilis fi ferina co’l dittongo.
B. Che vuol egli lignificare S EECT AC. P V G iL.8e come s’hà egli da leggere?
A. SpcHaCKlumpKgtlum,
B. I pugili fono gli Refli, che i gladiatori ?
A. La etimologia di coteRi nomi è differente perche l’vno deriuadalpugno,
&ralcrodalgladio,o coltello, che diciamo hoggidi fpada.Or, i pugili
erano coloro, che fi dauano delle pugna ; &igladiatori quegli altri , cheli
dauanodclle coltellate.
B. Et che piacere fi poteuan’ eglino prender mai in vederli dare delle pugna ?
A. Il guRo, che fi pigliano i Seneli nelle lor fcRe. Ma molto peggiori erano le
pugna de gli antichi; percioche cRihaucuano le braccia, & le mani armate
con alcune cinture, 6cpiombi,chefichiamauano celli; co'quali bene fpef-
fo s’amazzauano ; come li vede dalla fella, che fece Enea nelle efequie di fuo
padre, finta da Virgilio. CaelìHs xtrantur, dice FcRo, y, q»H>Hipupìetdtmutnt.
C. lo mi daua ad intéder,che i ceRi folfero,come li depingono ne’Virgili figu
rati,cioè,come certe sferze,dalle quali pcdonoalcune cinture,có certi pióbi.
A. Se voi haueRe veduto il Virgiliodi Pietro Bembo con le figure all'antica ,
non l’baurcRe creduto. Ma io vi farò veder vn'difegno Rampato , nel quale
feoprirete, come erano fatti queRi ccRi.
B. LiCCL. denari fono l’vfvrafcmill'edelli Vii'©" ?
A. Si.co’CC, che feguitano.
B. Perche vi è la parola I DV VM con la, I più lunga dell’altre lettere?
A. Perche la fua Icrittura anticaè E 1 D V S ,come fi vede nelle medaglie di
F»nr. MarcoBruto, E I D. MARX. chefùiIgiorno,cheeglÌ¥ccifeCclare.Et
in vn calendario antico Romano fempre fi vede E I D. per lo giorno de gli
Idi , & ancor che queRo folfe l'vfo antico del tempo di Cicerone, nondimeno
poco apprelfo in vece di quella vfarono la 1 lunga ,& però in alcune meda-
glie di AuguRo li truoua oi clyls. servatos, in luogo di ceiveis
NONO. ss7
Et come diremo vn'altro giorno, vno dc’fegnida conofccre le Tnfcrimoni
del tempo di Cicerone, o poco dopo lui, è quella ortografia dell’ hi in cam-
biodclla liodeiroV. in vecedclla V,&dcllc vocali raddoppiate.
B. Non è poco quello che bora hó guadagnato. Ma diamo fine al dire di que>
Aevfurc.
A. Segue ET EADEM DIE EX XCC OLEVM fj TffihiS EVEtC
POEVLO PRAEB3U
B. Come s'hà egli da legger coteAo?
A. JEr eaitm die ex deturiji dxcemit oleum m (Aerimi puhlicis pofulo praeierì.
B. Per che non dice egli , quanto olio fi haueua a dare a ciafeuno ?
A. Perche non lo dauan lor' affin che Telo portaficro à cafa, marolamenr
te con Toccafionc del lauarfi in quel giorno ne' bagni,che qui li chiama Thrr
me, come li chiamano! Greci, & ciafeuno fpendeua quel, che folcua Tpen*
dere, quando fi lauaua l'altre volte.
B. Vi era egli qualche lampada accefa,omefcolauano l'olio con l'acqua?
A. Coloro, che non haueuano vnguenti , fi contentauano dell' olio, come fi
horadclfapone.
P. Comeficaua che ciucila fiarvfurafemifTc?
A. Giàfi èdetto^chelacenccfima parte di ogni cento i vno per ciafeun mefe ,
che fono dodici per cialcun anno: Se femifieè mezo ogni mefe, <Sc fci ogni
anno di ogni centinaio,
B. Egli è vero,
A. Hor veggiamo in fette mila cinquecSto denari, quante centinaia vi fono?
B. In ognipiigliaio ve ne fono dieci, che fono fcttantai Se cinque di più per li
cinquecento: vi fono adunque fcttantacinque centinaia.
A. Mettetehorafeiogniannojche lidàciafeuna di coteftefettanta cinque
centinaia. „
B. Sci volte fcttantacinque fanno quattrocento cinquanta; pcrcioche fei voi
tecinque fanno trenta, &fci volte fettanta fanno quattiocento venti.
A. Acotcllo modo l’vfura femifle di fettemila cinquecento fanno quattrgeg-
to cinquanta:^ in quella infcrittione fi danno li VII'®' denari! alla città di
Barcellona, acciochc delle vfure femifle di effi fc ne ipcndano CCL. nelle fc-
flc dc'pugili a tanti di Giugno, &iCC ncll'olia da darli lo ficlfo giorno a co-
loro , che fi lauauano nelle Therme, cioè ne' bagni,
B. Già lo veggo , Se torna molto giufto il conto . Ma s'egli fofle vero quel , che
diceua Accurfio,quantofi farebbe eglifpefo fe fifolTèro douute pagare le
viure fcmilfe de* fettemila cinquecento denarij ?
A, In due anni fi farebbe fpefa tutta la flelfa quantità dc’fcttemila cinque-
cento .
B. O come farebbono flati ignoranti coloro, che hauclTcro accettato tal le-
gato in perpetuo.
A. Sarebbono flati percerto. Ma vediamo l’altro pefo, che v’era.XX^TA
PRAhSTAiU EA COlOlGOBfi VOLO.
B. Che voglion dire coteflc parole?
A. lo Credo, che voglian dire, che doueffero dar auel giorno allogiamento
franco, ancorché non dica a chi ; ma è da creder , che s’intenda a tutti colo-
ro,chcfoircro andati a veder la fella.
B. Coiiiic«,StàeglibenefcrittoconC,& nonconT?
A. V’è differenza frà «xdicio. Se condifUo. deU’vnaliparlaneltitolOjD'^Miiilicio»*-
hu.ù-demoffratiauiius.SedcìViUti nel titolo, Derekus ereditu,tfdecondi8ione. & negli
altri poi, De coudidione iudeUti legete lepaiolc dcUaconditione lafciàdo
ivltimo vetfo,chefihàalcggeralnae.
KK B. VT.
dialogo
VT. XAERTJ^.EI \Ml,feamJOM MXR\M. IÌ3KE®WlQyE
liERlIQVOSHO OR SEV^ATV 1. Co^riGERIT. AB
Om*VS MVNERfeVS SEVrXVì) EXCVSAFl SjT.Cheoffi- i
ciò ;ra egli qqcRo del Scuirato? ^
Ar lonon ve lo (apre! dire, ma ben truouo, che fé ne fi mencionC inaltrc
pietre di Barcellona, doue è chiamato co/»»i«T4rr«coiw’>i^s,cb-r<>/i?-
mitB^rcm, a vn Lpeio Licinio Sccundo, che era Accenfo ,& (come iocredo)
liberto di Lucio Licinio Stira in tre confolati, che egli hebbc.Non doucua ef-
fermolto Principal officio, qucRodclSeuirato, poiché lo potcuano hauerc i
libcrri,& ancora fcufarlìdccarichi, cheeffbportaua fcco.
C. Si può egli dire,^«oiifiKirseiurj»i<jco)iri^fri>, Latinamente? *
A, Ciceronedicc,Cii»i)imm«iM(i(M«/ii>y!ii«/emfow;^«;chcnon v’cmolta diffetS- ^
^airna iohareidetto,ì«<^>n,&nonfi«i,QuelleparoIc,cbcvengono appref-
foQ.VOT SlQ.'t/S EORVM AT MV'iEKA VOCITVS hVE-
R 1 T, non mi piacciono molto : perciochc ci lono tre errori, C*?< per , Se.
•XiperXii , & >«««, per ■voc««(. Segue dapoi. TV NE A XVU®'
REMPVB. TARRAC. TRANSFERRI, 1VB = 0.
R. Vi è vn altra volta per
A. Egli è vero, Finalmenre impone la mcdelima conditioneaTarracona,che
■pofe a Barcellona. SVBS A DEM FORMA SP ECT ACVLoRV M
QVoT SS EST EOEndORVM TARRACONE.
R. Phe vogliono dire quelle parole, Q_V OT SS EST?
A. Iocredo, che vogliano dire,
P, Nonfarebbeeglimegliodirc, C*af/»p(T</iTijir!*f/l/ .
A. loThaureipermeghoreimaqueRoÉpuò patire, ancor che UT, vi Gaia
luogo della D, come negli altri luoghi,
R, Mi vfcì di mente,quando noi parlauamo del nome, de del origine di Barcel*
lona,didomandare,perqualeragionc'(la certo tempo inqua fcriuano Bar*
& n O n Barrimi ^
A* Per quella ifteffa , che fcriuono "XtriKont in feambio di Ttrteo, & illirdti o
HylltTà* per iltrit. Se cosi molte alerò parole , diceuano barbaramente .
I AncorchequeUchedifTedelU barca nonad'Hercole, cadcua più a propo*
j Gtoinquellaguira,lercriuonobarea con eh. & fé voi andatemai a Barcel*
Iona, Gate auucrcitOsdi non leggere vna infcrittionc molto lunga, che vi è in
vna pietra, che (li appreffb al palrzzo dclconGglio. Et dicono che per cfla G
proua , che Ifercole fondafle quella Cittì.
P, lo lo credo, & mi guarderò molto bene da cote.la infcrittionc. Ma ecci egli
niun’altra ragione, per la quale G pruout , che non G habbia a fcriuer Par*
chinonaconla H?
A> Vna lnrcrittionc;ò,chevi ò.laqual comincia L. PEDANIO, & Gnifce ,
PERMÌTTENTE- ARDINE BARCINONENSIVM. & vn altra, checo-
mincià Q,_CALPVRN10,nellaqual Glegge.OROO, BARCIN. Il reftanic
lo vedrete in quel libro, che Oiro|amo Paolo fcrifTe delle lodi, de delle anti-
(hitì di Barcellona,
DIALOGO
DECIMO.
DELLE INSCRITTIONI ANTICHE
DEL TEMPO DI CICERONE.
ET D’ ALTRI BVONI TEMPI.
ET DI PERSONE SEGNALATE
FRA I ROMANI.
LER qufllOicheV. S. midilTe dell* infcrittione di Barcel-
lona, fì deftò in me grandiflìmo difìderio d'vdir ragiona-
re dell’alcre, che fi truouano di qualche importanza ,
conofeendo quanto fia cofa dotta, & lodeuoleil traf
tarne,& perch’ella mi commendò non poco quelle, che
furono ferirtene* tempi di Cicerone, o ne’più vicini , la
prego a non dimenticare la promefla fatta , affinché io
fappia quali infcrittioni Cano quelle di quei tempi tanto
migliori de gli altri ,& da che le poffa conofeere.
A. Romafenzaalcundubhiofietteinquel temponel fiore tanto dell’armi,
quanto delle lettere j riportando la gloria (& con gran ragione) d'elTer
Padrona, non foto d'Italia, ma della maggior parte del mondo : onde chi
confidererà bene, il valore, & l’ingegno di quei Romani, che all’hora erano
invita, non fi marauiglierà, fe ciafeuno di quelli , che vennero dapoi ce-
defic loro . Chi può celebrar le iodi, che merita Cicerone,cosi per la grandif-
fima eloquenza vfata nelle fue orationi, come anco per la eleganza, per la
gratia,& dottrina cheintuttoilreilante, ch'egli IcrilTe fi vede , oltre alla
prudenza, che mo(lròmentrecheegliconfigIiò,& gouernòla fua Republi-
ca?ChiqueIlediGiulioCefarecosivalorofocapitano,chevinfe i più va-
lenti del fuo tempo , & fi fece Signore di Roma , & del mondo , oltre che egli
fu il fecondo in eleganza , & in eloquenza ì Et chi potrà lodar meglio Marco
Vairone dì qucl,chehabbia fatto Cicerone, & molti altri, perlopiù dotto
huomo, che folle frai latini? ChiSaluRio fingolare hiftorico, il quale da
quelpoco diferitto chefi truouadilui chiaramente conofeiamo, che egli
con molta ragione è di maniera Rimato , che fenza dubbio fi può para-
gonare à Tucidide, che fùii milgiore hiRorico frà i Greci . Ancor chei
quattro , che v'ho nominati baRino per dimoRrar che quel fecolo meritò
dieUei chiamato d'oro tanto per la eloquenza,comeper lo valore dell'aimi»
KK a vire-
/
i
dialogo
vi rcAa però di far mentione di molti altri>gli ferirti dc'quali fc fi haueffero fu*
' perarebbono molti diquclliichc fono tenuti in pregio, come di Marco Ca-
tone il fccódo.di Marco Bruto luo nipotc,che ammazzò Cefare, d'Afinio Poi
lione.chc pretédèd'cficrvgualc nelfcloquEza à Cicerone, di Pomponio At-
ficofi grand'amico del fiidctco.& di Cornelio Nipote, à cui fcriue Valerio
Catullo lodandolo di dotto , & diligete fcrictpre.Et appre|Tp à quelli poi,cbe
fcrilfero in verfi in quei tempi, meritano lodeio AeQò Catullo >& Lucretio,&
foprj tutti Virgilio ,& tra quelli,che noi non habbiamoi Atrio Poeta Tragi* ~
co , Pacuuio,& Licinio Caiuo Poeta & Oratore ecc cliente, Cipna, Vario, f
Valgiofingqlari Poeti. Di modo che effendo fiorici all’hora t^nto grandi^
ingegni, non è gran cofa, che andiamo cercando, le vcAigie delle tor parole
in quelle inferi moni. I fcgni,ch’ioppflbaddurreperfede,chcfoflcro diquei'
tempi, fono,pcrchc parlanno di cole auucnute ncgliftelfi tempi , come fi vede
Pie-i,.,]. nelle medaglie di Giulio Cefare , di Marco Bruco, & de gii altri , fuoi feguaci
che amazzaronoelTo Cefare, & in quelle di Lucio Sulla.dt di Gneo Pópeo, de
d’altri,che per le parole, che hano ficonofcono.L’iltcll'o ancora dico delle in
fcrittioni,cioè che la materia, della quale trattano, & i nomi propri,chein clfe
fi truouano, & molto più fc vi fon nominati Cól'oii, che all'hura furono ; fono
dico n 6 fQlofcgni,maver 9 pruoue,cbcfianodi quei tépi. QuàdpqueAo pòli
trouairc,rortografia lo dichiara molto bcncipercioche fc guardiamo le meda-
' |lied‘allhorai&letauolcdellclcggi,&alcrcantichirà, che nfi^nifeftamente
fono d'effi, vedremo certa ortograha particolare, che poi fu cralafciata.
B. Dicamene V. S. alcun' clfempio.
Almncnc A Son cotcntoicgli è fcritto in quefte medaglie,che io dico , L £1 B E RT A S,
•Hfiie. OPEIMIVS. SERVE! LI VS.PREIMVS. FEELIX.VAALA.MV- ■
Pag.*». ^ j jggj p, jQy5_ lovDEX. M VVClVS. Q.V Ol.
D Eie O.C E1 V EI S. A A. I OV S E R O N T.SERVOS.DIVOS.li truoua in
diuerfeinfcrittìoni fcritto CAVSSA. C OEKAV IT. HOC IMPERIOSA
S V S. & in qucAo modo molte altre cofe.
B. In coteftomodo fcriueuano in tempo di Cicerone, che V.S. tanto com-
menda ?
A. Cosicrcdo,chcfcriucirero.
B. Et come ne' libri non fi truoua coteflafcrittura,fenon in Terentió,&in
Plauto, chcparcosi cartina, che ancorchenclrello Sano elegantilTimi, per
cllavien a terra quel ,chediconodi buno?
A. Già veggo.che il parlar contra l'vfo,è yn notar coptr'acqua.Ma io non trac
tohora, t'babbiamo a tornar’ad vfare il medclimo, che io dico trouarli
in diuerle medaglie, tauole, de infcrittioni ima di conofeer rinfcrittioni di
^uci tempi; Se perciò fare mi vaglio di quello che fi, truoua ne gli ferini d'ai*
1 bora , differenti da quello,chepoi accetto l'ulo.Et quello che a voi par male
in T erentio,& in Plauto,r,ó vi farebbe paruto male,fe hauellc faputo,che Ci-
cerone, de Cefare l'yfaronoipolfo addurui in tefiimonio Quintiliano , de Aulo
Gelilo, de altri, che al tempo di Cicerone,quclli,che parlauano, de fcriueuano
bene,vfauano E1 per I lunga. In quel tépo fu Publio Nigidio, il qual chiama-
rono Figulo,granfilofofo,de in molte altre cofe molto dotto : egli dà anco la
regola , quando s'habbia da fcriuerecon EI ,de quando con l.deà queffoNi-
|Jb, 4 '<riC gidio credo vi fia vna epiffolafrà quelle di Cicerone. Innanzi à Nigidio già
■*l‘ Lucilio haueua data regola fopra ciq,de in Plauto ne gli argomenti lì mette il
nomedi ogni comedia, mettendo per ogni lettera vnverfo, de nella comedia
O^iìhì, è fcritto il fuo argomento con none lettere CAPTEIVEI. de cosi
4iconoNigidio,deLucilio,chcfifcriuanel primocalb' del plurale PVE-
R£l. ma nel fecondo cafo del fingolarf fi fcriue P V E R J. li> altri luoghi li
. . truoua
D E C I M O
truoua memoria di perfone, che videro gli originali ferirti di mano di Cice> QaitAi.
rone , & di Virgilio, doue era fcritto da i due principi dell'eloquenza , & della
Poefia CAVSSA, & CASSVS, & Allo, Se AllAM. ‘•'s-
B. Coteilo è |ran ceftimonio per cali parole,
A. Io dò più tede alle medaglie , alle tauole, & alle pietre , che à tutto quello,
che dicono gli fcrittoti. Ma conlìdcro poi,che fono mutate infinite cofe, che
eflì vfauano,& noi non rvfìamo,come, eglino fempre fcriucuauano con let*
cere grandi , 3c noi con caratteri cosi differcnti,pronunciauano anco d’altro
modo,che noi,fpctialmSte le vocali,perciò che fi difecrneua quando efli pro-
fcriuano,fe era brcue,o lunga la vocale, & fe era con accento acuto, ograue ,
o circumnclTo. Ditcmi,ecci bora chi fappia proferire in qucfto modo è
B. Certo niuno.
A. Sappiate poi, checon la ortografiadi quel tempo fi dichiarauan meglio
quelle quancità,& di ciò rendono tellimonianza molti Grammatici , che gli
antichi fcriueuano le vocali lunghe con vocali doppie, come F E E L 1 X.
VAALA, A A. MVVOIVS perFeù», l'aia, & A lunga, dcMuciiu. Scriue,'
uano E1 peri lunga,comefièdecro, &OV per V lunga,come IO V S. FO V-
R 1 V S, & altri,cbe hò nominato di fopra ; & cosi quella abbreuiatura OVF.
che fi truoua in diuerfe pietre per la Tribù V fenttna, fi vede in Fello fra le pa- ,
i;olc,checomincianoper O. Dimaniera, che quella Icrictqra dichiaraua
com'efli proferiuano. '
B. Gli 3ccenti,che Hanno in Ma/a & in nocche dinotano?
A. Quello (lellb, che io dico, che quella V,& quella lettera O, fono lunghe.
Se quelli Quintiliano gli chiama apici,& fuccellcro in luogo deli'alira manie*
ra di fcriucre , & alfine fi Hraccarono anco di quelli.
B. Quello modo di proferire è molto buono per venir' in cognitione,& creder
quello dell'ortografia.Et V. S. dille l'altro giorno , che le pecore proferiua*
no meglio di noi la E lunga diluendo BEE,& non Bb.
A. Coteilo è molto àpropofito,&cote(lapronùtia la ferine vn Greco cóque- 1
Aa Cllaba BH.& anco la voce de'Buoi.cbe è M VV,i Greci,& i Latini l'efprimo \
nocon Mm,o MY,o MO'Y,o BOY,onde venne il fuo nome. Confermali que*
Ra opinione con quello,che Platone ferine nel dialogo Cratilo.che quella pa
rolaNOHClC anticamttefidiceuaNOEEClC,&doueua eflereinnizi che
folTcro in vfo le due vocali sepre lunghe la H,&la O.petche anticamete i Gre
ci non le haucuano ,& furono sforzati di trouarle per dichiarar la quantità . ,
delle (illabe,& laV,lafannoO,con Y,ocon OY. Da qucAovcnneche gli .
Antichi Latini con OV,dichiarauano la V lunga.MatantobaAi per quel,che :
diceuaino , che l’ortografia moAraua che le infcrittioni erano antiche.
B. RcAa affai ben prouato,che per coteAa ragione fi conofeerà effere di quel t
tempo , & non de i più moderni, quando lalciarono di fcriucre di coteilo mo*
do. Ma vorrei fapere,fe innanzi a Cicerone vfauano tal ortogiafia.
A. Certoèche rvlauano,faluo in alcune cofe,
B. Comeconofeerò io l’infcrittioni più antiche?
A. Da quello,che diccmo da principio,cioè dalle perfone,& dalIecofc,di che
fi tratta, & da alcune ortografie tralafciate dall’vfo come nella bafe deliaco- , ^
léna di Duillio,che già Quintiliano referifee à queffo propofito.v’c vna D,fu-
perflua,comcMARiP,pcrMARl,v’è anco vna C per G.& vna lettera confo* .
nante per due, & cosi altre cofe chehàno molto dcll'antico.Sopra tutto le in-
Icrittjoni del tempo di Cicerone fi conofeono dalla breuità , & clcganzaipcr.
che tutti quelli,che prima , e poi fcriA'ero queffe infcrittioni,ò furono lunghi
uellefueMi,4t ragioni , opoco politi, come trattando d’ellc fi vedrà. t
Cominciamo deirepitafio di Cecilia MeccliafigUa di Quinto C^cilio Metello . |
eretico.
stri dialogo
^ eretico I che ò fuor di porta fan Sebadianodi Roma , credo che quella chia-
* malTero la via Appia.&d’elTa parlò Cicerone nella prima Tufculana, dicco*
do , che v'erano molti fepolcri di diuerfe famiglie nobili di Romani. Si chia-
ma il luogo ,doue è l'infcrittione Capo di Boue.pcr che in vn’edificio tondo
antico che fu fatto per fuo (epolcroè vnacinta , che chiamano fregio di Te-
fchi di buoi ,dr di patere legate con rami , & lacci , doue nell' alto ù vede
quello cpitafìo. -
CAECILIAE. Q. CRETlCr. F
METELLAE. CRASSI
B. Come lì sà egli chccoccdo epitafiolìa del tempo di Cicerone?
A. Quando non vi folTe altro che la Tua breuità, baderebbe. Ma è certo , che
Quinto eretico fìi Confolc inlicmeconQuintoHortenlio, quando Cicero-
ne era Edile > &vn’anno prima accusò Caio Verre, il quale fudilFero dallo
idedb Hortenlìo,& anco da Metello, che fu poi chiamato Cretico, perche
trionfò pochi anni dapoi dcU'ifola di Creta , clTcndo Conlole Cicerone
fenon m’inganno.
B. Eglièbenproiiato ,checdiqueitempidiCicerone>machevuoidir quel-
la parola CRASSI? non vi manca VXOR gli altri nomi di Crctico, &
di Grado?
A. CJuanto a eretico non manca cofa alcuna,pcrciocheellaco’l fuo nome, &
cognome dichiara quel, che hebbe di più fno padre,& quedo era in quel tòpo
il codomede’nomi delle donne, che lenza vfar il prenome, vfauanodi chia-
marfì del nome della famiglia de’ padri loro. La figliuola di Caio Giulio Cc<
fare moglie di Pompeo fi chiamò Giiilia,quclla di Cicerone moglie di Dola- .
bella,Tullia , St quella di Cornelio Scipione , che poi fi chiamò Metello, Cor-
nelia, moglie vltiiiia di Pompeo.
B- Et fehaueuanoduefigliuole,come ficonofeenano?
A. Quando nafceua la feconda, & le poneuano nome ( diciamo Caeci/M) le
aggiugncuano alla prima Maivr. Onde hebbe Ottauio Augnilo due
forelle, dette l’vna OSauia Maior , & l’altra Uttauia Minori & Marco Anto,
nio hebbe due figliuole. Antonia Maior,& Antonia Minor, lequali fon no mi-
nate in Suetonio,& in Tacito.
B. Se erano tre come le chiamauano?
A. La terza chiamauano Tmu, come C chiamò la forelladi Marco Bruto, dt
l'altra figliuola d’Emilio Paolo, &fe nafceuavn’altra la chiamauano Qiurui,
Se COSÌQmnu,Stxté,Sfftinu,&<.
B. Incotcdaguifàledonnelìconofccuano da' cognomi , come gli huomini
da prenomi?
A. Anco, da' cognomi de’loro mariti , come quella che fi chiamaua Mttellé
Cr^fSe quelle, che habbiamo detto TiiiU*Dol^UM,,MirrcuCalt>ue,T$ttmBnui,St
altre.
B. C^ualcraffofùquefti?
A. E^da crederche foffe il più nominato in quei tempi , Marco Licinio Graf-
fo che alcuni chiamano Dùn, compagno di Pompeo in due Confolati,& quel
che mori nella guerra contraiPani.Nonv’aggiungeuano la parola per
f iiù amore , & foggettione , & in alcu n tempo li vsó , che'i mariti compraflero
e loto mogli, & fi diceua che erano in fuo potere, & fotte la man loro.
B. V.S. fi ricorda di alcun’altra ^nfcrittione di quei tempi?
II A. Nella vigna del Cardinal di Carpi in Roma è vna bafe d’vna Aacua di CN.
Fifone con queftainfetittione.
CN.
D E C »I M O-
CN, CALPVRNIVS
CN. F. FISO
Q.VAESTOR. PRO. PR. EX. S. C
P ROVI NCI AM. HI SPANI AM
CITERIOREM, OBTINVIT
t. Chi c cofcfto Fifone, di cui fi tieij unto conto , che hà vn» ftatua • Se vn*
prouincia cosi grande i
A. Gli fu data quella prouincia al tempo della congiurationedi Catilina.non
per honore , nè per quello,che in alcun tè po fece per fcruitio della Republi-
ca , ma per leuatlo da Roma:per ch'egli.& Calilina temauano di congiurare,^
come racconta Saluftio: il qual dice che fu ammaaiato da vno Spagnuolo
in quelle bande per particolar cagione , & non per congturatione della pro-
uincia, che nonfuolefarfimilicole.Eglièda notare, che in quei tempi,
dopo ogni parola metteuano un punto,faluo alle finali di ciafeun verfo, an*
cor che folfero abbreuiatc, come à dir S.C
E. Pcrchenon velometteuano?
A. Perche il punto dillingue vna lettera dall’altra, & quiui non v’è lettera
dopo l’ultima, ma fpatio voto.
C. Perchelidice QVAES rOR. PRO. PR?
A. Coftui era Quellore,& non Pretore» de la prouincia era di quelle, che li
dauano à'Frctori > de perciò lo mandarono in Ifpagna con quellu titolo. Et di
quello mododi dire trattai in vn foglio, che hà publicato Fuluio Orlino nel
libro delle fue medaglie nella famiglia Carilia. Molto più Rimato huomo fù
CaiuCefareStrabone,delqualcfivcde vnaiofcrittiooe, cbec in Roma in 111
in vna bafe di llatua,o edificio, '
C. IVLIVS. L. F. CAESAR
STRABO
AED. CVR. Q. TR. MIL. BIS. X. VIR
AGR. DAND, ADIR. IVD. PONTIF
B, . CheparentadohebbeegliquelloCaioCefareco’l primo Imperadore?
A. NonlìfajmadicolluifàhonoraiamètioneMarcoTujlio nelibride Ora*
tore,de de claris Oratoribus,d( in quei de officijs,d( s’inganano alcuni penfan-
do che parli del Dittatore, & cosi gli dàno Lucio per padreima ne falli Capi*
tolini, che è la maggiordc più vtile antichità, che utruoui in Roma, il Dittà-
tore li nomina figliuolo d’un’ altro Caio, de pronepote dvn’ altro Caio: de
coi! non potè effere figliuolo di collui , percioche farebbe Rato pronepote di
Lucio» nè meno potè elfer queRo,cheli chiamòStrabone,& figliuolo di Lu-
cio. L'Auo di queRo li chiamò SeRo.de il fratello da canto di padre, Lucio, il
qual fù maggior di lui.de fù Confole, Suo fratello da canto di madre, fù Quin-
to Catulo, molto principal huomo in quel tempo. Fù Strabone huomo molto
dotto, elegante , Se gratiofo, per lo che Cicerone fa che egli racconti le face-
tic.de i buoni motti del libro fecondo de Oratore.
B. ChemagiRrati fono gli ferirti abbreuiati?
/i. Curiitih QMtJior. TriiiPiKS milunm Ut. Peecmiir .Aptii DSMittt • .Aitritunitif, I»*
tlieÉitieh ,Tt>iuìfix,
B, Perche mette prima l’Edile, che ilQueRore?
A, Per efler più honorato.
fi. Et ne gli altri vfficieuuicoteRa differenza?
® A. Po*
i
DIALOGO
A. Potrebbe efrerc,chesì. I Tribuni delle fri legioni prime fi veggono fpeflb
nominati in alcune leggi antiche dopo imagiftrati. Il Dccemuirato eraroa*
giurato (Iraordinario inftituito per cagione di qualche legge Agraria,
B. Perche mette egli il pontificato così in vltimo?
A. O perche l’hebbe in vltimo , o perch’ora de i Pontefici minori.
B. Quali erano i maggiori?
A. Quelli, che haueano altro maggior grado-come il Pontificato Maflìmo,& i
Flamini, fpetialmcnte i maggiori, come il Diale,ilMartiale,& il Qiiirinalc,
jy Vn’altrainfcrittioneèin Gacta,(icomcriferifcefratc,Onofrio Panvino del
^ famofo Lucio Sulla, ch'altri chiamano Siila,
L, CORNELIO. L. F
SVLLAE. FELEICI
DICTATORI.
LEIBERTEINI
B. Per che non dice egli LEIBERTEINEI perla regola di Lucilio?
A, Non tò fe (là cosi. Ma non era da marauigliarli , che fuor di Roma non A
ricorda(Tero di cotcAa regola, & in t£pi della maggior reuolutione , che foffe
in Italia, & i Libertini,che fono quelli,che furono fchiaui ,olorodifccndcti.
B. Come idefeendenti dei Libertifichiamano Libertini?
y A. Suetonio nella vita di Claudio così (i legge. Vn' altra infcrirtione ò
nel Campidoglio di Roma rae(TaperQuintoCatulo,ouando riAauróii cem«
pioiché (i abbruciò per cagion delle guerre di Sulla & di Mario. Ma (r’è fufpi-
tione che fia Rato rinouato , per eh’ altre volte fi abbruciò il detto tempioi j Se
fu rifatto con infcrittioni vecchie , & con altre nuoue.
Q. LVTATIVS. Qi,F. Q:,N. CATVLVS. COS. SVB-
STRVCTIONEM
ET. TABVLARIVM. EX. S. C. FACIVNDVM. CVRAVIT
Altri leggono. DE. SVO. fACIVNDVM. COERAVIT
B. Non li legge in c(Ta,cofache appartenga al tempio.
A. Forfè egli ne milevn'altra al tempio, & qucAaecain altri edifici viciqiad
VI e(To. Del padre d’AuguAov'c vn’altra infcrittione , ma fatta nel tempo del fi»
gliuolo, laquale era in Kom 4 in cafad’ Angelo Colocio. .
• , .IT
C OCTAVIVS. C F. c. N. c. P .m’
PATER. AVGVSTl
TR. MIL. BIS. Q. AED. P L. CVM .t : . 1
C. TORANIO. 1 VOEX. QVAESTIONVM - i»
PR. PRO. COS. IMP ERATOR. APPELLATVS mu;ì
EX.PROVINC1A. MACEDONIA
B. Come s’hà ella da leggere? .
A. C*i*s OUtHiin, cth Filikt, Cai Jiìfpw . Caj Vrauftot . TiUr Trihniis Milìtum Ut.
Sì^tuHar. .feiilisTUbiscim Ctia lonni». Index S^eHitium.TTtatr.TnCaiifitlt Jmftral$r*p~
felUtu ex fnuiicit MaeedonU.
B. Caio foranio fu egli Edile.o Giudice?
A. Io credo che fofie Edile, ma queAoi ambiguo.
B. Che cofa è egli index Qì^eflionkmf
A. Lucio Sulla fece leggi, & dledefònna alle quelUoni publiche, come ' òt
Suarijtf
DECIMO
Hicarijt, de felfit , deUffetmda, ^ 2 ^c. fece quattro Pretori nuouii che attendef-
fero co i giudici , che folTero vfciii di certe buflble Inquefie queftiotii di caufe
criminali, li principale di quelli giudici fi chiamaua index &quc>
Ai, perle occupationi de'Prciori,atccndcua al procedo della caufa. Car-
lo Sigonio nota, che dopo l'Ldiliià li faceuano comunemente Giudici,
di qucAioni : io credo che potcuano efler innanzi & dopo conforme alla
forte .
B. CoAui fu egli al tempo di Cicerone } come lì pruoua ?
A. In vn’ epiAola di Cicerone fcritta à Quinto luo fratello Io loda, & gli
da animo ad elTergli fimile , poi che l'hà per vicino ; perciòche (Quinto
gouernaua come Proconfole l’Alla, 8c Ottauio la Macedonia. Et di que-
lla epiAola fa mcntione Suetonio nella vita d'AuguAo,
B. Pcrchelo chiama egli Impcradorei
A. Perche hebbe qualche vittoria, perlaquale ifuoi foldati lo chiamarono
Imperadorc, come già hò detto vn'altra volta, che Cicerone fu chiama-
to 1 mpcradore, & non sò fé ui Ha piu d’un luogo nelle leggi, doue A pigli que-
Ao nome in qucAa ligniAcatione.
B. Sari marauiglia , che fe ne troni alcuno .
A. Qkod imperetoret eeptii)osye»dere , ae per bee ferutre nee eeeidere foleM ,
B. Non lì può egli incender coteAo de gli Imperadori dopo Cefare?
A. Io credo di nò : perciò che fi parla di queAa parola Seniit , la quale è
molto piu antica , che Giulo Celare, & fi rende la ragione , per che fìt
detta.
B. Egli è vero. Ma ecci egli altra infcrictione di queAi tempi?
A- Di quando era fanciullo, ogipuane Ciccronci ve oc fono. alcune, cemn
quella, chedicono,chefiain Roma.
SILVANO.SANCTO
C.AVSTVRNIVS.MEDI- , . .«
CVS.LVD.GALLIC
PORTIC.ET.EXEDR i i l . . . .
ET.SIGN.AEN
; VOTO.SVSCEP i .
L. M .j-' • !.'■ • i
DEDIC.KAL.MAI
L.MARC10.ET . . j . . .
SEX. IVLIO. CQS
B. QueAe parole fon’elleno fcritte in bafe di Aatna ,ò in qualche edificio?
A. lo non l'ho vedute : ma credo che. vi foffe edificio ■ & Aatua .
B. Onde lì caua?
A. Daquelleparole,PORTIC.ET.EXEDR.ET*SlGN,AEN.chevogliono •
dire, "PorticHm , ir Exeiram , fxpiexm jeneum .
C. Ecce egli differenza da fegno.à Aatua ? _ ^ • • -n
A. Par che Aia meglio siinum à Dioj.comenelle parole di Cicerone in vn epiA^
la . MertifveroJìpuiimjiiomibipMÙeMBorif Et coli lo AclTo dicCSiimmLiberutù,SeSi‘
^iimC 0 jicarilMr,che erano tenute per Dee ..
C.checoraòrExedra,èforfeluogodilcifedie? j- r s
A. haueuada Aarfcritto.con H comeilvetfo Hefametro. manonepiu di lei
fedìechedi molte. Et è come vn capitolodifrati,o vnaAania da fcolari, o
alcuna gran fala,douelì poffapaireggiar.ic Aar inconuerfatione.
C Siluano non fi fetiue egli eoo Y Greca, comej&l««, che vico dal greco?
LI A. U
DIALOGO
A. In altri tempi s’ingannarono in cottile & in altre etimologie, & fcritnire :
ma bota i dotti fcriuuno SJut , Se sUuelìer , Se Siluanue , v edendo che coli l’hanno
vfato tutti gli antichi : come Sillmm, & non SyUtnus, Se Sidert,Sc aoaìyden.
B. Checofaè MEDICVS, LVD. GALLICI
A- locredocheliaCirugico diccni gladiatori, che lì ellercitauano invna
fcuola,l^ualchiamiuano Ludus Gallicus :& coli lo leggo Meduts luììgM-
licì. Coli credo, che lì trouerà in vn’aitra pietra,Mr,ii(iiiLiii<i.’Vf«<>uiin-&di que-
lle due fcuolc parla Publio Vittore nella feconda regione di Roma, llnome
^uflurnaiièi me molto nuouo,&' non fó fefi componga di
B. Checofaè VOI O. SVSCEK. L. MI
A. Io noncredo,cheften'ecofì nella pictra,ma come lì vede in altre, V. S.L.
M. che vogliono dire, VctMmSolmtuhrmMtrùtt & alcuno l'hà copiato come
egli penraua,che voleffe dire , Quando RefTecolì nciroriginale, vorrebbe di-}
te,VotoÌiifiefiolM>4nlHmto. .
B. 1 Confoli delladedicatione in che tempo furono ?
A. Vn’anno prima della guerra Manìca,ò Sociale , che fìi l'anno feicento fef-
fanta tre della Città di Roma: & Cicerone nacque l'anno feicento quaran-
ta fette, & li riirouò in quella guerra come foldato . Si truoua vn pezzo d’una
Infcrittionedi Caio Mario ;chc fùdella medelìma terra di Cicerone, che li
chiama Arpinojilqualc fii fette volte Confole, & mori fanno feicento fef--
fanta fette, quando Cicerone haucua ventanni: mi vi manca gran patte
deli'lnicriccione, . .
AVGVR. TR. MIL. EXtRA u: , ■ i .CI
.'f .-. .'. VGVRTHA. REGt. NVMID ■ ^ i * ‘ -
TRIVMPHANS IN • . - onoa:b-ili >
ANTE. CVRRVM. SVVM
NSVL. APSENS. CREATVS Ir' t-.OX/vV.:'?
...... GNOR VM . FXERCItVM . ■’ A •
’ CIMBR0S.FVGAVIT.EX.TE1S’.' ì*''
HAVIT..REMP. TVRBAtAM ■
I'
Alcuni hanno voluto acconciare quella InfcrittionecoT metterdi lorcapo
moltccofe. Et lafciando il peggio diro la parte megliote.
C. MARIVS. C. F. COS. vTi.
PR.TR.PL.Q.- COJ . , *
SORTEM . BELLVM . CVM .1-
GESSIT. BVM. CEPir. ET- . .;.v: . :VnoìfIoi ■ ’ T
SECV-NDO.CONSVLATV.-:.!: urtiuhiivori’!" .j .A
DVCl. IVSSlT.TIi. CO- 5ansa •/ ,'j;
• - '«ST.. trn. CONSPVi,.:tÉVT— ra-jolljr ^ ■ ...
DELEV IT. vT. CONSVLi. - w ih -
_ ET. TEVTONEIS. n. TRIVMP. , - - '
SEDlTloNllivS.ifl, CuNSVL. PACAVIT. ftè. .A
' ■ 'Ti.'lii ■ •
Ilrellante nonmerita, che li metta.- • , ■■ '
B. Grancompafsionc,chemanthi-èo<!igl'aiip»rtedièotellalflferlttióne. ^
A. • E'da credeiechoi fuol nemici td^iclTero via la fua memoria. Fin qui io hò ■
rappi dentiftolevcre^teerteinfcritt ioni di que' tempi. Mora diròdell'altrc
non cohcmt,ancorchfptflaloro elegSzA meritino ogni honore.La prima
lata VM di Caio PoblUirrichediaRoma in vn muto antico.
C PO
DECIMO 2^7
C.POBLICIO. L. F. BIBVLO. AED. PL. HONORIS
VIRTVTIS. QVE. CAVSSA. SENATVS
CONSVLTO. POPVLI. QVE. IVSSV. LOCVS
MONVMENTO. Q\'0. irSE. POSTEREI. OVE
ElVS. INFERRENTVR. BVBLICE. DATVS. EST
A. Et come meritò cotefto Poblicio tanto honore?
B. lOno’lsó. Ouidio ne’ Falli racconta chedue fratelli Poblicij Edili della
plebe,inflituironoi giuochi Florali. Fello dice che il Cliuo Poblicio li dice,
perche LuciOj& Maico Poblicio Malleoli l'accòciarono.condennando certi
pecorai,& gli chiamò Edili Curuli. Ma hà da dir plebei, percioche erano di
famiglia plebea. Tutti quelli io mi credo, che lìano molto più antichi di Cice-
rone. Vn’altta cofa mi fa dubi tare,& è, il confiderare come permetteuano che
colloro haueflero fepolcura d6tro a Roma:&credo,chc qlle pietre Gano fiate
porta tc d’altro luogo là doue hoggi fono, che è apprelTo alla coUonaTraiana.
B. Se fi.lTero fiate fuor di Roma, non farebbe fiato tanto honorem
A. CoG à me pare.Et è da notar C A V S S A con.due SS & POSTEREI
con EI,come dicemmodinanzi.
B. S’hà egli da dire Poblicius, o Publicius?
A. Poblicius è in quella infcrittione. & in molte medaglie,che io hoidr febene
G dice Publius , Publicus ,& Kefpublica, & altre parole Gmili, le quali tutte fi
deriuano da Populus,patim£te Publicius viene da Populus quafi Populicius,
& nelle inlcrittioni antichefilegge P. VALESIVS. POl’LlCOLAperP»*-
ìùoU,come in breueditcmo.Ma in quello mezo vedete quella medaglia.
Hora voglio metter due infcrittioni in verfo molto eleganti,& quella , che sò
certo, cheGtruoua, metterò prima.la quale era inRoma al tempo mio in
cafa di Gentile Delfini amico mio.
EVCHARIS LICINIAE. L.
DCCTA. ERODITA. OMNES. ARTES. virgo. VIXIT.AN.Xlin.
HEV. oeVLE. ERRANTE. QVEI. ASPICIS. LETI. DOMVS
morare. gressvm. et. TITVLVM. NOSTRVM. PERLEGE
AMOR PARENTEIS. QVEM. DEDIT. NATAE. SVAE
VBEI. SE. RELIQVIAE. CONLOCARENT. CORPORIS
HEIC. VIRIDIS. AETAS. CVM. FLORERET. ARTIBVS
CRESCENTE. ET. AEVO. GLORIAM. CONSCENDERET
PROPERAVIT. HORA. TRISTIS. FATALIS. MEA.
ET. DENF.GAVIT. VLTRA. VITAE. SPIRITVM
DOCTA ERODITA. PAENE. MVSARVM. MANV
OyAE. MODO. NOBILIVM. LVDOS. DECORAVI. CHORO
ET. GRAECA. IN. SCAENA. PRIMA. POPVLO. APPARVI
EN. HOC. IN.TVMVLO. CINEREM. NOSTRI. CORPORIS
Li > INn»
i
dialogo
INFISTAE. PARCAE. DEPOSIERVNT. CARMINE ,
STVDIVM. PATRONAE. CVRA. AMOR. LAVDES. DECVS
SILENT. AMBVSTO. CORPORE. ET. LETO. lACENT
RELIQVI. FLETVM. NATA. GENITORI. MEO
ET. ANTECESSI. GENITA. POST. LETI. DIEM ‘
BIS. HIC. SEPTENI. MECVM. NATALES. DIES
TF.NEBRIS. TKNENTVR. OITIS. AETERNA. DOMV
ROGO. VT. DISCEDENS. ThRRAM. MIMI. DICAS LEVEM
B. Bei verfifono veramente, & molto eleganti, ancor che io non conofca
fenon gli eflametri.& pentametri, che fono i piu comuni dc'Poeti heroici,
& elegiaci ,& di molti epigrammi: gli altri delle comedie & tragedie non gli
intendo, nè meno quelli d'Oratio nè di Catullo, chcbcredo che li chiamino li-
rici. Quefti,di quali fono?
A. Diquellidellccomedie,&Tragedie. Et lì chiamano lamhici fenari, o
trimetri , & non fono cosi malagcuoli ad intendere ,comie li crede.
B. Perche hanno cotelH nomi?
A. lamhici fono detti perche rìceuono in ogni luogo il piede lambo.
B. Et che piede è egli il lambo?
A. Di due(iIlabe,laprimabreue,lafecondalungacóme,'W(w,doi«»ip»f«.
B. S’egli hauelTe la prima fìllaba lunga , & l’altra breue > che farebbe?
A. Trocheo, & fe ambe due lunghe , Ipondeo . Se l’vna, St l'altra breue , Pirri-
chio. Senario G chiama , perche è compollo di fei piedi . Trimetro,pcrche G fi
con tre mifure, 'contando di due in due piedi vna roilura.
B. DiquanteGllabeè il piede, & tutto il verfo?
A. S’egli non hauelfe altro che Spondei, & lambì, come è il piu comune,& il
meglio di quefti verG , harebe dodici Gllabe : perche già dicemmo , che quelli
piedi erano di due Gllabe l'vno. Ma in luogo dì Sponder riceue Dattili, come
i verG heroici,& quefti fono dì tre Gllabe , vna lunga, & due breui , & vn'altro
piede , che chiamano Anapefto contrario ai Oattilo,che hà due Gllabe breui,
& vna lunga, come domimi, mfflinui.Lafcio da canto altre licenze poetiche :
ma il più ordinario di (quelli verG è , che G mifurano di due in due mi-
fure tré volte, & ogni volta hanno due piedi, il primo piede Ga Spon-
deo , o Dattilo I & il fecondo lambo , come a dire , nugnot -viroi , la pa-
rola nugnos è Spondeo, la parola woi lambo.Quefto G fà tre volte: & G da
licenza al poeta di metter lambo in luogo dì fpondeo], ma non per io contra-
rio, &quefta è vfanza de'buoni poeti, & cosi può dir malarviros, che fono
due lambi,in luogo di yttgnoi tbrof, che fonofpondeo,& lambo .
B. Ballerà che metta fei piedi in cotello modo, come dicendo tre volte,JVf«^i
»/r»r .'o variando Ifugnos viru , mtlu virai , magnai ■nrai f
A. Non balla: perche farebbe verfo fenza cefura,& fuona male, ancor che
Labbia i fuoi piedi,& le fue Gllabe di verlo.
B. Ocoteftoè vn’ altro intrigo: che cofaèellacoteftacefura?
A. Vna certa cofa,che G taglia della parola,c ó iaquale G lega vn’ altra parola,
O vn'altro piede:COme dicédo,3rM/i mihi caufai memora, <pio numine Uefo.Mnfa mi, è dat-
tilo,& auanza hi, con la qual Gliaba G lega l’altro piede,dicendo hi eoa- &auan-
za vn’altra cefura/ai memo: auanza vn’altra cefura,r«:il reftante va fenza cefure.
B. Già intendo! ma io non credeua ch’egli GalfcnecelTario in ogni genere di
verG.
A. Chi non hà cura di queftecelhre, non fà verG che Gan buoni, fe non icafo.
Tcrcniiodice.
Ohfniitiiimdmicéi , y tritai aiim fariu
«hfeijiii
DECIMO
^ datt!Io,Mm<»)iiè iambo & auanza la cefura,c(H, la quali? congiugne con
laliìlaba,-yr,& fà vno fpondeo,nMi c iambo,& non auanza ccfurajodixm, è ana-
pefto,p*rM (là per lambo , ancorché fia pirrichio , percioche rultima è indif-
ferente in ogni genere di verfì .
B. Cotefto genere folo di veri? lì truoua egli in T erencio,& in Plauto l
A. Quello genere è il migliore:ma vi fono molti altri modi di quelli lambici.ae
aggiungendo più fìllabe, li fanno fettenari, & ottonari : & cauando delle lìl-
labe.li fanno dimetri perfetti , & imperfetti . Ma vi fono de gli altri vcrli , che
gli chiamano T rochaìci,quclli vanno d’altro modo , che i lambici. Et è gran-
deerroreà mefcolare Trochei co’ lambici, & mettere lambine' Trochaici.
B. V.S. mi alfegnivn’efempio de’ Trochaici .
A» 11 miglior Trochaico dicono, che fu quello, checantauano ifoldatinel
trionfo di Cefare.
EcceCntftr tMKtTÌumphM^ai fnbegitCtUUt,
In quello verfo vanno àdueàdue vn Trocheo,& vno Spondeo trevolte.de
perla quarta manca vna (illaba, & hà la fua cefura in buon luogo. £c», è tro-
cheo, la prima lunga, la feconda breue,Cdr/<r c Spondeo,nio>ciTi èTrochco,&
ferue di cefura , poiché non fa piede da fe, & lì congiugne co’l principio del-
l’altra parola : il rcllzntc và, come hò detto. Veniamo bora alla nollra in-
fcrittione EVCHARIS. LICINIAE. L. fe fulfe Hata de’ tempi più bafsi
haurebbe meda la parola, Ucìiùm , due volte, percioche cosi la liberta, come
la padrona lì chiamauano Lic inia-fi come è cofa certa che tutti gli fchiaui cf-.
fendo fatti iiberi,pigliauano il nome della famiglia de’ lor padroni,comc Ti-
tone fchiauo di Marco Tullio li nominò MarcoTullio Tirone. Invn’altro
modo s’haurebbe potuto fcriuere, LICINIAE. 3. L. EVCHARIS.
B. Cotello vorrà dire,i'c»»«C4Mriii«rU£itflMm, conforme àquello,che V.S. hà
detto ad altro propoCco : ma io non incendo , perche lia miglior quello, che
èfcrittonella pietra.
A. Perche fu più honore alla fua padrona.non volendoli chiamar,comc tifa ,
ma come li chiamaua prima,Eucharis .
B. Che vuol egli dire,Eucharis?
A. Molto gratiofa,ò di buona gracia .
B. La feconda linea è egli verlo ?
A. E’ parte di verfo, percioche più a baffo è vn verfo , che comincia nello ftef-
fo modo .
C. Inambedueiluoghiè ERODITA: ma non li direbbemeglio, «
A. lo credo,chc la fua origine venga darao^M, Sequindi venner^M.comeda
aula olUtSc i^VautWPolU: Si darwiur, viene nidir, quantunque la lillaba liabreue,
& da rW» viene rudem. Si ere<iiuu, ò cruittut,
C. ò rodta, che vuoi egli dire ?
A. Fello,dice che vuol lignificare vna pietra, ò vn pezzo di metallo rozo,8( im
perfetto , & coli diceuano nelle compre, & raancipationi,<L*“<<«/«d« libram ferita.
B. Non incendo le parole OCVLE. ERRANTE.
A. S'hà da correggere OCV LO . Par.che parli con quei , che paffano per li
fepolcrilcggendo gli epitaffi, & era molto parlar comune coi viandanti, o
forellieriicomc in quel che traduce Cicerone di Simonide Greco fopra i tre-
cento Lacedemoni, chemorirno nelle Termopile con Leonida lorCa-
pitano.
Dit baf^t Spartae nas te bit yidiJTe iaceatei,
DimfaàSitpattiaeleiibiaobfefmmiir.
Et nel epitaffio d’Ennio che Cicerone riferifee.
^j^citeaciuetfe»ulnniima[mitfarmamt
UkypfirmpaiutitmaxmafalUpatrm.
Elia
decimo
Ì7t
•uuenutc in Grecia : & perche i Greci vfauano il pallio , che era la verte loro
difopra,comedc Roraamla Toga.perciòficliiamauano comedic Greche,*
alcuni altri fcccrocomedie togate,* pre-
® '«"O vertici alla Romana có toghe,* pre-
• Tragedie, come dice Scaligero, ma comete
di pcrfone innamorate, che fe ne vertiurno delle preterte,
B. Checofa erano i chori delie comedie, & delle tragedie ?
‘*“,86' "<^l>e chiefe , che fi chiama choro il luogo,doue ftanno '
1 Rcligiofi cantando,* rcciiando i diuini ofHci :& il luogo de’ balli doue in-
teruicnc molta gente,fi chiama in iipagnuolo rorrv,* $ ’ufa dir’ in Ifpaena per *
cornei dire io ballo bene,* mi mand«e
tuori del ballo? & da q uerta parola cvrrv vien cmiUo , d’altre perfone ancorché
non ballino, ne cantino;* il «rri//o, è certa quantità di gente adunata infieme
a ragionare . Nelle comedie antiche erano de’ chori , come in quelle d’Ari-
«otanemia in quelle di Plauto,* di Terentio,perche erano canate da quelle
Clic 1 Greci chiamauano comedie nuoue, non u erano chori. In Ariftofane fo- •
no certi chqri.che non dicono parole articolate, ma altri canti, o romori, co-
me f-i'ino le fchiere de’ ranocchi ,& de gli vcelli , Altri chori ci fono d’huo-
mini,* di donne, come ancora ne’ tre Poeti tragici , che habbiamo Efchilo .
Sotocle,* Euripide Greci,* in latino Seneca. ’
B. I chori erano lolamente di cantori & di cantatrici,© pure d’altre portone
ancorar r >
A. l"er lo più fifaceuanodiperfonecomuni di quel luogo, donefifingeua,che
li rapprefentaua la comedia,* tragedia,* peròne’chori parlauano Dorica-
mente r perche era parlar piu rozo ; ma nel corpo di erte comedic,* tragedie
fi parlaua Aiticamente.* con parole fcelte* eleganti . Alcune volte i chori
fi partono in due bande,chc fi chiamano due lemichori , i quali parlano con
glialtrirecitantidellctragedie*comedie. Alcuna volta fi ftanno chetiin
difparte.ma dicono poi alcune fentftic à propofito di quel,che fi recita,lodà-
do i buoni,* biafimandpicattiui,*dimortrando,che Dio è giufto, checafti-
ga i triiti:* coli dicendo altre cofe Cmili , delle quali tratta Horatio nell’Arte
Poetica.
B. Hòiotefodirc,chefonauano de flauti quando fi rccitaua,* ne’principij
delle comedie di T erentio è fcritto Tiii,sp*rtbHs,imfartbus,icvris^iflra Sintiùi^he
èper me vna cofa molto ofeura .
A. Et ancora per mc;ma in Cicerone filegge nelle Tufculane.''A(;iii«irifi;(>,^iui TuictL,.
metiut,eiMtjmbonos/efteiitrii)ifk>idatadtihiam.piTlzndod'\ia recitante principale di
tragedia : * coli per quelli , * perdiuerfi altri luoghi di autori concludo per
colacerta,che fi rontflero flauti mentre che fi rapprefentauano le comedic &
le tragedie . Oltre a ciò ( per quel,chc fi vede in alcune medaglie,* in altre
antichità ) i flauti fi fonauano in quello modo , che vn'huomo haucua in cia-
feuna mano vn flauto,* lo fonaua infieme.
B. Et anelli flauti erano eguali & fcnia alcuna dilFerenza tra loro ?
A. Ordinariamente non erano eguali,* con vna mano fonauano il più foni-
le,* il più corto, & con l’altri il più lungo,* il più grolTo , & vno chiamauano
deliro,* l’altro finillro : perche con quella mano fi fonaua : fi vede per quel ,
chedicePlinio.chedcIlccannepiùgroirefifannoiflautilinillri,* dellefoc- iib,«
tilii deliri. I<.' '
B. Secondo catello l’intende benei perche fi dica dtxtrit, ò ùkjt p«.
ré»!, 6 impanimi . ma che Cofa è egli Sanam f
A. Alcuni dicono che fono da T iro,alcri da Cartagine : * coli fi chiamò vn fi-
gliuolo d’Attilio Regalo ^itHu stntno, per effere Rato figliuolo di Regolo
^ fchiauo
D I G O L O A
fchiauo de Cartagincn .
B. Kcfta bora à fapcrc, perche alcune comedie li faceuano più con vna ch’con
altra maniera di flauti .
A. Dicono, che per la qualità delle comedie, alcune più gratiofe, altre più ‘
graui, alcune di molti perfonaggi, altre di pochi, alcune d'amoii, altre d'al*
tre cofe : &cofi fecondo il parer del Poeta li uariaua la maniera del fonare .
B. Il verfoJii/Sn« parchellafalfo,òalmen’ofcuro.
A. INFISTAE fta per i«/r/?ae, che è piu in vfo,&rvltima parola bada clTcre,
CARMINA & non cttrmint .
B. La parola DEPOSIERVNT non èella fcorretta?
A. Io non la muterei ; perche alcuni antichi , come Marco Catone, diceuano
VofiKcrmf.p'w chiaro farcbbedireiltpo/Krraiiii,
C. LErOlACENTftaeglibenc? •
A. La parola Lrinm (la in quella pietra molte volte, della bene, la frafe è pia
de'Poeti che de gli oratori; come ancora quella dell’altro verfo ,chedice,Ir
tnineffi Staili poli itti dicm, che è in vece diiEttsostauaf<^t,tauttJJiletiduat.
B. Perche vfa tante volte cotclla parola /rwm.
' A> Meglior farebbe d’iiauer variato con altri modi di dire . ancora é Poetico
Bit bit ppimi, perquattorJici,eila parola Dim per Plutone ■ L’vltimo verfo è in
luogo di quel che fi dice in molti epigrammi, S.T.T.L. Sii fìiirma/eiui.
B. Et che voleuano dire con cotellcparolcàintcndcuano forfè de hauer à rifu*
fcitarc?
A. Niente meno ; elTendone in tutto lontani da crederlo, C come fi vede negli .
Attidegli Apolloli: perche quando fan Paolo dille alcuna cofa della relur-
rettion? in Atthene.fe ne fecero beffe .
S. Perche adunque lo diceuano ?
A- A (in che non (leffero cornei giganti con le montagne adolTo, imaginan*
doli che gran pena fentiffero à (lare in quella maniera caricati.*& per che
ancora temeuano di dar molto dentro alla terra doue (la l'inferno . Veniamo
all'altra infcrittione, la quale io non hò veduta: ma ccnefono molte copie,
& Aldo dice, che è apprelfo al ponte Cedio .
HOSPES.QVOD. DEICO. P AVLLVM. EST. ASTA. AC. PELLEGE
HEIC.EST.SEPVLCRVM.HAV.PVLCRVM.PVLCRA1.FEM1NAB
NOMEN. PARENTES. NOMINARVNT. CLAVDIAM
SVOM-MARITVM. CORDE, DEILEXIT.SOVO
GNA rOS. DVOS. CREAVIT. HuRVNC. ALTERVM
IN. TERRA. LINQ.VIT.ALIVM.SVB.1 ERRA. LOCAT
SERMONE. LEPl DO. TVM.AVTEM.1NCESSV. COMMODO
DOM VM. SERVA VIT. LAN AM. FECIT. DlXl. ABEI
B. Fiu graueparquedoepìgrammadell'altro palTato.
A. Non è marauiglia, perciò che in quedo fi parla d’vna donna honeda,'che '
haueua cura della fua cafa , & hlaua , & nelfaltro d’vna giouane cantatrice»
che vfciuaà recitar nelle comedie. 1 verlì fono migliori quelli:lnquediè
qualche licenza di quei tempi: come è nel primo verfo, che tutti ipieu fon»
Ipondei , fuorché l’vltimo .
B, Dricii&7diiJi«inhannocglinobonaorcogralia?
A. Molto buona , ancorché Terentio credo lìa d'opinione , che non li ferina
DrtM neFtido, perche non hanno E come Filar, che vien dal verbo £e. fo-
no opinioni di Grammatici . Il Vtallam li conferma con molte medaglie,
che hanno PAVLLVS,&alcuoepietre.’&diqucltoPaid/iu, vita n>i7«, coma
DECIMO
i’jtnlh olU. Nonfoncofì contento difcriuer^Ar, tcfeBttit perche io bau*
tei voluto t che folle fcritto , , *c pcrttge, appelliancene all'origi-
nale.
B. Heicrfl/efii/cir»»», par che vi fiano due errori eflcndouiHri*perHK,&l’vltimo
nomefenzaH.
A. Heic (là per Hoc ÌK(i,raItra parola fi fcriue meglio fenza H.come dice Cicero-
ne, ch'era invfo apprcflb dc'Romanifinoal fuo tempo, & che egli nonfoleua
vfarla fino a tanto che vedendo che tutti l'vlaruno, rvsòelfo ancora, &
la regola che egli feguitaua prima, era di non metter H. in mezo alla pa
fola dietro a confonante i dee oli Hanno bene l'altre parole Pnicram, de TutcTai
fenza H .
B. Cotcfla parola, Pnf(r<t cditrefillabe.odidue?
A. Didue, come Vergiliovfa quello dittongo in w/aU; de Lucretio
molte volte,& credo che Ennio dia, Hex^UmLimsti. de ordinariamente fanno
due fiilabe l'AI. Nota Publio Nigidio, fecódo che referifee Gellio,chei>ii>«f rrr UKij.a.
ni s'hà da fcriuere.de noniaùrnT<i)mawrra«,dechenKiperiiwii fi fcriua,de non
wuì mibemo •
C. V.S. caua di fotto terra molte cofe mai non vdite,nè vedute .
A. Il fatto delle lingue è come quel de gli habiti , de de'modi del vellire,chVa
tempo fanno corti i vefliti , de à vn altro lunghi , de poi tornano a’corti, de poi
a’Iunghi.PfOu'/i^iaiini, ìùniiffimfit frinì, dipcTcrcniioidcilpiù fauiodice,]^Ml
nouiimfnt f*le •
B. Laparola HAVftiellabene? «».
A. lo l’hò per dubbiofa ,dc credo che nell’originale Aia H«m. OHanW.
B. La parolaFnuMc, non haueua ella da finire in 1 fecondo Nigidio?
A. Vero è,ma non l'intefe bene colui,che fcrifle quefti verfi .
B. Molti fcriuono f«owm : de altri/ann iu.-quali Icriuono meglio
A. Secondo quella pietra non li hà da mettere nellaA, nella 0,d( credo che que
Ha fcrittura n confermerà con altre antichità .
B. Si sà egli chi folle quella Claudia?
A. Io non sò chi ella uà , ne manco la Licinia de'verfi paffati > ma douena met»
ter il nome di fuo marito, o de'fuoi figliuoli, acciò lene bauelle hauuto va
poco più notitia.
B. Perche fi fcriue i*oi»,deS«*a, de non Jk*», oSuoum,8cSiio,oSuoaf
A. Io non ne pollo addurre ragioni ballanti , ma credo bene che Snum non vo-
leuano fcriuerlo per paura accio che non parelTe nome di porci , di veg-
go ancoraché fuggìuano due VV, come dicemmo, parlando dell' vfo di
Pumi per pivi» .
B. 11 verbo CteMit par che fi coAumi poco ne 1 modo, che è qui .
A. Non vuol dir creare, ma producere.
B. HORVNCAà egli ben perHorum .»
A. Io credo che fi vfafie anticamente , & che fi trouerà in alcune com*
medie .
B. Innr^connoilopiacea V.S?
A. Non certo, nè Lantmfctit , ma qualche cofa fi dee tollerare .
Voglio bora parlar delle altre infcrittioni de’ Romani antichi, ancorché io
' non fia certo, che fiano fatte in queAi tempi; anzi più toAo vado fofpettando,
che le facelle far Cefare AuguAo , o Traiano , di mi pare d’bauer letto , ch’effi
faceAero fare infcrittioni à molte Aatue,checreAe ciafcunodiloro nelfuo
foroifon però tanto eleganti , di breui, & trattano di perfone tanto fegnalate,
chcdouuoque elicli uouanomaeritano di dferpoAc io buon luogo. La prima
M m edi
274 -
DIALOGO
è di valerlo Publicola, che era in cafa del Cardinal Maffeo , doue io la
vidi.
P. VALESIVS. VOLASI. F . ’ .
POPLICOLA
Dopo dicono che (i crouò in Roma vn’alrra con quelle lettere.
P. VALESIVS, VOLESI. F
POBLICVLA
lOVl. IVNONI
SAC , » ,
P. PETRON. RESTITVIT
La famiglia de’Valerij chiamata di prima Valefii, come i Fiirii,Fu(ìi.& gli Aure-
li!, Aureiii,fìt delle piu principali di Roma,& dal primo anno che furono i C5'
foli, fino al tempo di T iberio Ceface hebbe multi fcgnalaci huomini . V enne
* dalluogodiCuridiSabina. donde venne ancora ilRcTitoTatio,chere- ’
gnòcon Romoloi&conduffe feco molti Sabini à Roma dopo la rapina del»
le Sabine della quale è vn rouefeio nelle medaglie di Tituho Sabino, &
eccolo .
Valerio Maflimo racconta Toccafione, che diede il primo di qucAa famigliai
giuochi fecolari,& par che dimoffri ,che per quella occalìonc venifferoà Ro-
ma , & fi chiamaflcro di quel nome. Sempre furono i Valeri!, ancorché Patri-
tij,fauorcuoli ai popolo, dal tempo di quello Publicola , che s’acquiAó que-
fto fopranome per quel,chc fece nel primo fuo Cófolatoin fauor del popolo.
B. In vnapietracfcrittoPoblicola,& nell’altra PublicuIa,&V.S.lo chiama .
Publicola,comccomuncmente fi dice,perchc v c egli tanta varietà^
A. lo credo che prima lo cbiamalTero Pobliculò per diminutionc,come Rubli-
co picciolo , dapoi in cotelli altri modi;& ad altri pare , che venga da colendo,
come »ccoU,& meoto. Se fi come dillero Publico in luogo di Poblfco, hanno mu-
catoilnomcin Publicola.
B. Che vuol dire che nella feconda pietrai! aggiugne i<»i(,iioww,Sar.& quel,
che feguita?
A. locredoche Publio Petronio, trouafle.vna pietra anticha, &molto con-
fumata, doue erano tutte llaltre lettere , perle quali fi vedeua, che elio Pu-
blicola haucua confaciato ,o dedicato à GiouCi& à Giunone quella pietra.
B. Come
/
9
DECI M O 37 jf
I* Comes’hanno da leggere?
Vn-altra infcrittione v’èdVna per
Iona molto principale , che fi chiamò Appio Claudio il cieco. & è in Fiorw-
xnpoter di Pietro Vittorio tanto celebrato. « c m riorea
APPIVS. CLAVDIVS
C. F. CAECVS
CENSOR. COS. BIS. DICT. INTERREX. fil
PR. n.AED. CVR.'ii. Q. TR. MIL. ffi COM
PLVRA. OPPIDA. DE. SAMNITIBVS. CEPIT
SABINORVM. ET. TVSCORVM, EXERCI
TVM. FVDir. PACEM. FIERI. CVM. PYRRHO
CENSVRA. VIAM
APPIAM. STRAVIT. ET. AQVAM. IN
VRBEM ADDVXIT. AEDEMTBELLONAE
FECIT
B Cotefta infcrittione vale vn teforo, & fe tuttefoffero tali, Iliiftoria de’Ro-
mani larebbcmoltojpiu certa, ma come potè vn'cieco far tantecoie?
A Vnafolanefeceelfcndo cieco diquellc, chcci fono fcritte , che non con-
■ lenti.chc fifaceifela pace co'l Re Pirro, dice Cicerone che la fua orationefi -,
trouaua nel fuo tempo, & Ennio la mife in certi verfi affai inlipidi.
o CJaudij furono Sabini, & che vennero
a Koma alcuni anni dopo che furono fcacciatii Re: come donquecombat-
teua coftui contrai Sabini?
fi cura uano di cotefto i Romani , poi che la loro propria città , che fù '
Alba lunga diftruffero. .
B* Cheordinefeguene’magiftrati?
A. Quel.che egli douette feguir nella fua Cenfura, mettendo per principedel
Senato il Cenlorepm antico,* poi gli altri Cenfori, come s'è già detto,*
dopo « Confolarimetteua prima qucTli,che furono Confoli più d-vna volta.
B. Non era piu 1 cffere Dittatore , ch'era fenza appellationc?
benché foffe magiftrato ftraordinario, * così ancora
1 euerinterrege.
A. Dunque haurebbe prima di loro raeffo ancora il Pretore, l’Edile, *il
Queftore,che erano ordinari.
A. Quelli non haueuano l’autorità confolare.
C. Ma come p otc Appio effere Interrege. fcnon fìi al tempo de’ Rè?
A. La autorità confolare era Tifteffa che haueuano i Rè, & quando era paffa*
tol anno del magiftrato de’Confoli, finiua quella autorità,* fi chiamaua,
come bora fi dice fedia vacante,i«frrf;pu<w. & i Padri eleggeuano vno Inter-
pct fei giorni , che di neceflìtà doueua effere patritio.
B. Che necefiità v’era?
A. Che i primi foronoPatritij,*imagiftrati da principio non gli hebbero
lenoni Patritij,* quando communicarono ilConfblato a’Flebei,* dapoi
alcuni altri magiftrati , non communicarono quello . E t gli Auguri haureb-
bonorifpofto,lc altro haucffcro fatto, che non potcuaeflere,* non fareb-
be ftato Interrege. ^
B. Tanto adunque poteuanogli Auguri? *
^'•1 quello magiftrato, ch’era di fei giorni ,ma fopra
il Confolato , & fopra gli altri intanto, che glipoteuano collrinaere fino
alalciare i loro magiftrati. Come firaccontaavnConfo'c (credo che fo.fe
Mm a Tiberio
^7^ DIALOGO
Tiberio Gracco padre di Tiberio, &-di Gaio TribuniJchcelTendofene anda-
to dipo ilConfoIacoin Sardegna , & quiui venutogli a memoria vnacofa
malfatta intempo, ohefidoucua fatelo Squittinio dc’futuri Confuli : & ciò
fu, per haucr paliato in’omcriofena'haucr ofleruato prima gli Augurtjjanco-
ra che gli hauclTe offeruati l’altra volta, che parsù,& foi le altre due, che quel-
la fu la terza: facendofi i comitij Cen turiati fuori delle muta di Roma in cam-
po Marzo. DilTerogli Auguri , dici Confoli erano malamente fatti, come gii
vn'altra volta hauruan détto, fenzaraperecosi importante ragione , come
quella che fenile Tiberio: Onde fù'neccffarioxhepttdunaiTeioà iCófoli,raa
priuarongli del Coniulato.elrggundonc altri . Quello fu l’anno cinquecen-
to nouanc’uno, cent’anni auanti, clic fotrcCanf(ilc-Cicci>one,vn annopiu. o
meno, chcpcrclome ne nicor«k>.
B. Achclì co.aofcc,chcquéllainfcriteionencin fiadi quei tempi d’Appio,o
di quei di Cicerone^ ' '
A. Perche io nomina Caéóns^laqual cofa i funi figliuoli nò l’haurebbeno far
ta,& perche vi lì icorge quella ortugraha antica della colonna di lluilho',
ch’e fu del fuo tempo , ne deH'altra ortugraha meno antica , & lì conofee anco
dall’eleganza della fila fcrirtura.
C. Ho ìritefe direi c'ha à-reriuei'’elrgantemcnte bada metter il verbo all’vlti-
jno,il che in quella iferìttiòne è molte volte oll'eruato.
A. ' Qoantevòlte rcftcrebbeCiceroncd’clIcrclcgantefcqueftofoirevfrolma •
certo è chein volgare il Verbo all’vitimo par molto male , ancorché l'vl'i lino
per eleganza Ferdinando del Purgar, cl Matchefedi baiitiglfaiia,& altri di
quei tempi,
B. Cpmeh legge il quartp verfo?
A. ‘- TmtariUii'UeiUtf Cttilkiii ,^uàtlìar ,TribmHitiiiìHttmttr.
B. Perche hcbbeeglitantcvolteciafcunMagiftrato.*-
A. II Tribunato li folcua dar’inlicme cóàltri;perche,eom'eraciricodi guerra,
«fafqgnaitejcKccra valorol'o in clfa. L’eiTer Pretore, Ut hdile due volte non
era cosi in vfo , anzUa alcuni ira fegno di dishonorc , come in Publio Come
4ioSnra,& in Caio Saluftio , che perelTcìe Aaii kacciatt da’Ccnloci dd
Senato, furonoducvolccQuclloti',d(hebbero altri niagillrati.
B. CotcftodcCderobcn’iod’inicadcruiegiiÓJCome li faccllero gli fcacciati
del Senato due volte Quellori, & potcllero haucrc altri maglOratir
A. 11 Ceiifore leggcuaogni iuhru la lilla de’Senatori cominciando da’Cenfo-
ri ,&Confolancome hó detto, &Te v’era alcuno , che per qualche ragio-
ne, non gli piaceflé Io canccliaua della lilla padata , no’l mettendo nel-
la Tua . Finito il luftro bob potcua quel tale cancellato andar in Sena,
to finche non hauelfe alcun migifirato, ó(ìn ch'vn'aliro Cenforc non lo
totnalléia vn’ajtro ludroi nominar fraScnatori, onde per poter ritornar pre-
ftamentedomandauano vnmagillratodiquci ,chc lì potcuano dar a'plebei ,
ancorché nonfolTcro Senacori:dtotcenucoqucim;gillraco,enirauano nel
Senato ,& cosi non era in loro tanto notato il mancamento. Nella Oratione
contra Salutlio ci lono quelle parole, StluSitMiUem pHlatejp hu Sraaro-
reaijCriii Qiuelhrcmfiert: ^nuhu vn altro pre-
giiidicio dail’haucr due volte quelli magillraci minori, perche perdeuano il
tempo di domaailare , & occencrei maggiori, mentre, cheli tratteneuano
in quelli. |j..
C. La parola Ctpitdà bene Icritta? òli doueuafcriuercCcupùé
A. Quandoli metteper anapùuà bene; quando per iartpu , fi fcriue conO.
C. Alla parola rtfeomm non manca l’afpirationc ?
A, NcTa/cai,nefari^caj. hanno afpieauone, il che apprefi in Roma, perche
prima
r
quella infcrittione a far che cosi s’habbia à Icnuéreicomela paròla ppfula,lt,
quale alcuni dicono, che viene cosi hà vna r.di fouerchio.
B. QucUhe dice, I» Cenfmal'iiun^ffiamlhaui,& nytbem tdJjUfU^teào fi tro-
ui ne'Uigelti.
A. In due luoghifi (à nientione d’efloi nel titolo i>e «'■«ii'ie in quello De
piyiWanis, nei principio, doue dicc«hiaramentc;-<p(>«ii««fMC/a)KÌii(j,Ca«iiicoi«.
fihjffubUcnmtnerat^mSenitiifoitruaiìItimdtxvfeinentUm deVjnkt enfimi, ftiell aitto
luogo è nominato per Giurifcpnfulto, con cognome dicono le
parole di quella infcrittioné:-^P/«f» cÌ4Uummd¥XU,&4eTynht w
yrie MB ncifie'.da/cnuiuùmtulii. dice inco, che rcrifiedue libri, IVno de A£lio-
nibus, l’altro de Vlurpatioiiibus, ilqual libro iTno al tempo di Pomponio nó fi
crouaua: &piùdice, che per cagion fuaficominciòà vfarla R,& airhoralt
^chiamarono iValelij Valeri), d? iFufij Furi).- ancora Cicerone dice che i Pa-
jiifij furono detti Papiri), ma noq s’accordano ne’tempì. Et fe.npn^aJ)ro.è f^l-
filCmo, che quello Appio tropalle JaR comccola nuoua.
B. Nonlodicecliiaiamenteil cello?
A. Dicalo chiaramente il cello, o la chiofa,eh’io non lo credo.-perche Roma fi
chiamò l{pmj con la R,& non Somai&lecifre S. P.Q^R. non (onodopo Ap.
pioi& Romulo, & Remo cosi fi chiamarono, & non homulo, & Scmo, de fi
truoua, la R, nelle medaglie di cucci i tempi cosi d'argenco come di rame.
B. Fù liberto di quello Appio colui, cbepublicò illibrodc Accionibus ,,che
credo fi chiamane eneo Flauio? ^
A. Non può elleredi quello, perciòche Flauio tratta Liuio Delfine del li-
bro ix. de d’Appio ne’die,.e libri perdiiti , doue tratta delle gu^re contro
■ Pirro, de della prima guerra contro i Cattaginefi.
B. Quellodel tempio di Bcllonafitroua eglimaltròfuogo ?
A. In Gnidio ne’Falli ci fono quelli verfu
H*c fictaUitKTufcoBtItoBMditUt ,
Dicit»r,& Litio proffertJimfertdeSU
^ffikt tftdKCIor,Tyrrho^iiipaccnc^oU
MkUHmoahnoyidU.liimine uptusen:,
B. Chi era quella dea Bellona?
A. Certi la fanno moglie, de altri forclla del Dio Marte, de la chiamano per
vn’altro nume Eniò. Fello fcriuendo di lei, dice che haueua inanzial fuocS-
pio vna colonna , chiamata bellica, fopra la quale gectauano vna lancia,qua
do voleuano inoucure guerra cótra i loro nemici,de in quel tEpo quella mala
Dea fi chiamalTe Dutlìom, de cosi doueuallar fé quella infcriteione folle Ha»
tadeltempo d’Appio, fecondochefi vede in Marco Varrone,cheall bora
^ in vece di ,diceuano dueUkm.ìAi Caio Duillio mai fìi chiamato Caio Bi-
lio,comedice vn’amico mio,ma CaiuBellio alcun tempo dopo lui, còme
tiferifee Cicerone . Diciamo bora d'vn’altro non meno famofu Roma- ^
no Quinto Fabio Malfimo, la cui infcrittione hi pur lo ftelTo Pietro Vie- OtnoR.
tono in Fioienza.
Q.F.MAX1MVS
, DiCTATOR. BIS. COS. v.CEN
SOR. INTERREX. 11. AED. CVR
Qi,. II. TR. M. II. PONTIFbX. AVGVR
PRIMO. CONSVLATV. LIGVRES. SVBB
GIT. EX. HIS. TRIVMPHAVIT. TERTIO. ET
OVARIO HANNIBALEM. COMPLVRl
BVS. VlCTORiS. FEROCEM. SVBSEQVEN
«r
\
f
%
DO.
DIALOGO-’
'do. COERCVIT. DICTATOR. MAGISTRO
EQVITVM. MINVCIO, QVOIVS. POPV
L^. IMPERIVM. CVM. DICTATORIS
• IMPERIO. AEQVAVERAT. ET. EXERCITVI
PROFLIGATO. SVRVENIT. ET. EO. NOMI /•
NE. Ab. EXERCITV. MINVCIANO. PA ./
TER. APPELLATVS. EST. CONSVL. QVIN
i , ■ TVM. TARENTVM. CEPIT. TRIVMPHA
' '• , VIT. DVX. AETATIS. SVAE. CAVTISSIMVS . •
HABlfvS. EST. PBINCEPS. IN. sENATVM j '
DVOBVS. LVSTRIS. LECTVS. EST
<1< I ■ 1
B, Nóh bo veduta cofa di màggiormio piacere o come fi raccontano tutti co
tedi gran fit'Éiconfi’pochejJarolefi'chiare.&propric, & così eiegantic raà,
dicami V.^. perche non è icrirrO,FABIVScon tuiielclctterc ?
A. S'intende così come (li:perciocne quel, che fi dice non fi può incender d'al
tri . T|itt^ vìa l'opinione mìa efebeo manchi vn'alcro verfo'con lettere nU)^-
giori airhora direbbe.
Q. EABIVS
Q:, F. MAXIMVS.
B. Non può efier altro: ma come fi pruoua egli che Tuo padre fi chìamafie ^
Quinto? . . Il . . , .
A. Aflai proue ci faranno. Ma baderì il tedimonio di Verrio Fiacco, il qual
crediamo che facelTci radi Capicaliiiì . ne’quali mette l'anno DXX.per Con,
foliQ; EABIVS. Q. F.Q^N.MAXVM. VERRV. COS. JV'- POMPO-
NIVS. MF .F.Jvt^N. MATHO. ,&deirideflbmodolonominaperCenforc '
B. Non voglio altra pruùu'a.Maphrche VctriofcriueM»jui,& nell' infcrit- '
tionevic>iMxifliia, Scnongli aggiunge Paltro cognome de'Porri.
A. Riferifeono antichi fcrittori , che prima òhe folTe Giulio Cefare , non fi di>
ceua nrtximus, nè Opttmui,mi Oftumus MaxkrMS.
B Verrio non fu dopo Giulio Cefare èpc^^hcnqndiffe come egli.Marnmn?
A. Seguicò'gli Antichi in cocedo,& in alcune altre cofe; colui, che fece l'in-
feriteione feguicò quel, che s'vfauaa^ fuotcpapo,& cosi inquedo comincia à
dimodrar , clic non è fcricto innanzi à Celare. L'altro cognome iafeiò come
poco honedo.
B. L'ordine de'magidrati non fegut;, l'ordine dell'iofcrittione palTata, nella
quale mette il Dittatore dopo ilCcnfore,&dcl Confole.&qui lo mette in-
nanzi ad eOi ; qual pup clTcrcnq la cagione ? •
A. Seconfideriamo la qaalitàdellcpcrfone,troucremo la ragione di queda
varietà-Le pii fcgnalateqofc , che fece Appio , furono quelle della Cenfura >
& dc'Conuilati , &fù maggior huumo nella pace, che nella gucrra.Ma Quin-
to Fabiofu (ingoiar huoino nellaguerra, & cosi quel chc,Kcc,cirendo Dit-
tatore , fu più eccellente di tutto il redo.
B, Come s'hanno à leggere cutedi magidrati : DICTATOR. BIS. COS. v.
CENSOR. INTEKKEX. II. AhD. CVR. 0 ; II. TR. M. II?
A. DiHdttr bii , Confai ,Cc«fcr, ' Jnttntxbu^eiHlis Cimilit , QjntHorbii, Tribiaiiami-
tóimi Bù.Dali'elTcr dato Intcrrege fi conofce,che fu Patricio, come furono i Fa-
bii dal principio di Roma: La fua origine diceuanochc veniuada Hcrcolc.
C- Percnefi fcriue CpS.fenMlaN, pcrCcn/W? ^
A. locredo,chean[icamente'non]afcriuclTcro,nc profcriircro.&cosidiire-
10 nfé,per onfn, Se poi oro; pr*cgiusfracgnMis,Scdonuui, inVC(cdÌ quel chehoggi
diciamo prtefnans,prto£ifMaii^déHUuni,ód^»i)Mui, “
.1 ; B. Perche ^
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decimo ^ 7 /
^‘di "°" ***“““ dimenticaffero
B. lnqucl,clicdice,T^.'M«»/,^,ti^„„yij,^, Si raffomiglia aUa infctit-
none di Caio Mario. “«ei** *u« imcnt-
A. Potrebbe effereche foiTe fatta nello flelTo tempo .
B. Chi lon’eglinoi Liguri?
A. QucidellaKiuieradiGenoua.&quiuiappreffo, ancor che alle volte eli
fcrìttori Rendano il nomefinoaMarliglia. “
B. Exuf irixmfhiuu Ila bene la parola llb? nó darebbe medio HIS.o EIS o lElS?
A. Non muterei io alcuno di cotefti quattro modi di ^iuere. '
B. Tmio , & <jMrto Hamitalem comfhaAut yiaons fcrocem ftihfeqxcndo cocrcuit : la parola
HMnmhlem altri la fcriuono ^nmhtlcm : qual c meglio?
A. lo mi imagino , che quefto nome deriuidaH«»M,&colì credo che Ca mi-
gliore fccittUraHanmiairin.
B. Acheconofee V.S. chederiuidaHjimo?
A. t’ opinione mia vedendo che fi rafibmigliano nelle prime lettere , et che
la medefima terminatione è in altre parole Puniche , come Afdrubal.Adhet-
bal & altre.
La parola VICTORIS par chefia impropria, fé d nel fecondo cafo. /
Non vicnedaK</for,madaK*.‘J»rM,&ftàin vece dit'iflor»!, &farcbbe fiata
meghocon la 1 lunga.
C. Non veggo in queftàinfcrittione la parola CuscTaxor, che comunemente gli
danno.
A. siiiy?fiwud««>?TCHii,vuoledirlofieuopiìihonoratameDte,&piùa balTod>DNX
caiuiyjifflKi. Ennio difie di lui .
Vnxs toma nobis aaiftaido relUnùt rem,
Hen fonehei enìm mmores ante falutem •
Ergo polìtj. magisj. •viri nunc gloria cltrtt . » ’ '
Et vergilio imitando il pri mo verfo .
TnMaximutiUeefy
Vnisifui min ambi ondo reflitnei rem ,
B. DidatorMigtUroEtfnitnmM'mHcio <!w. perche non Io chiama M.MinucioRufo?
A. Per più fptegio , o per elfer cofa molto nota ?
B. Perche non li Icriue con TMinutio, fé vienda minuto?
A. Chi v'hà detto, che venga da cotefta parola /cofi s'ingannano quei, che
fcriuono Muim , dicendo che vien da ihkhis . Quel che è certOiè che,o vengano
o nò da cotefiinomi,s'bannodafcriuercon C, & non con .T. Mibkcìih&Miiciiii
comcporcÌKi Tatricins , & otediticins , Sc Conuicinm, & alcuni altri,chc nc i libi! ftam-
pati fi fogliano fcrtuere con T. & nelle antichità con C.
B. Viene appreiro,fJy»ÌM/>op«l»»impfr/»nci(*Di/l«t®nVmipOTe‘»r?<‘aKCTat.Laprimapa-
tola è lo fiefib, che Cium? r r • i- . •
A. lo coli credo . Et non è gran cofa, che il fecondo cafo fomigli al primo nel-
la prima lettera.
B. Adonque perche non ifcriueuanoC«i<»,o<Ì!.w«»? ... «
A. Giàvn altravoltahòdetto ,chenon voleuanovfaredue VV, &che la Qj
Tempre mena V con feco,& cefi nell'altro cafo fcriueuano fl»».' in vece di c«,&
inquefiomodofì trouane'Catulli ferirti amano. & in alcuni Rampati, ijmì
ifo»ol<pi.(iimiio(.SWell"«^ &èvnafillaba,&lal è cqnfonante.
B. Diche imperio parla quella pietra? diqueldi Roma?
A. Nò.madiqueldiTtabifonda.
DECIMO >!•
che la legge defle loro la auttoritì,ma al Legato credo,che colui,che lo face*
na Legato .
B. Come lì faceuanp i.
A. Quando pareua al Senato, ch’era bifogno di fare il Dittatore, comandaua
al Confole , che nominalTe vn Dittatore , & egli lo nominaua credo di notte.
Il Dittatore nominaua il Magiller Equitum.il Proconfole,ò Prefide era man-
dato dall* Imperadore , ò al tempo antico dal Senato, ò dal Popolo Roma-
no. 11 Legato era fatto dal Proconfole , òPrelide. Del Tribuno Celerum
non Tappiamo cofa alcuna ma G crede che il Rè lo facelTc .
B. Checqucl, che dicono, che la legge Curiata daua l’imperioàquei, che
andauanocon elTetcitofuordi Romaè
A. Sono difficoltà d’alcuni luoghi cT auttori fopra il trattar le cofe antiche,
& fe tutto fi potefie fapere, farebbe piacer intenderlo : ma molte volte fi con-
fuma il più del tempo in cofa, che non importa.
B. Ma pure, che intende V. S. io poche parole dela legge Curiata, che daua
ITmperio?
A. Quel, che io sò.è, che molte volte dopohauere i Confoli gettate le forti fo- ,
pra le prouincie.che hau'cuano da hauere,o nel loro Confolato,ò dopo hauer '
unito il lor’anno i fi apparecchiauano à partirli di Roma : & perche erano fu-
perlliciofi,& cerimoniofi , nonpoteuanovfcir fuori fenza ofleruar certe ceri-
monie,& auguri) . Et quefiifi faceuano. chiamando le trenta curie.& coi vo-
lo d’elfe,ancor che folle dato più per cerimonia, che per volontà di tutti icu*
rieli di ciafchuna cuna, fe la maggior parte delle curie, come farebbe dir Te-
dici confentiuano, palTaua per legge Curiata,che quella perfonavfciflc con
elTercito, Se gli fi delle l’aiuto della Ipefa, ordinaria . Occorfero qualche volta
.alcuni mali auguri), ò d'vccclii, o che vfcilfe à forte, che la curia Faucia folTe
la prima à votare, &cofiimpediuafi la partenza: cofifidillurbaua ancora fe
alcun nemico di colui, eh’ haueua d’andare, faceua nafeer qualche impe-*
alimento col guardar per gli auguri],ò altre cerimonie;& haueua gente fubor* -
nata, che dilturbalTc quella partita per quella legge Curiata .Per quello vi
.furono alcuni , che fenza feruirfidi quellaleggeCuriatafe neandaronoal-
.leprouincie,&legouetnarono,ilchefefu poi con buona confeientia. Se à
eiulla equità , ò nò , effi n'hanno già renduto conto . Noi ritorniamo alla no-
ilrainfcritiione.
B. l ..£< txttcìui frtfiigtto fijiimit , & t» nmÙM ab txtreU» Minufian» Tatir affeìUtut eli .
Mi pare hauer letto in Tito Liuio,ò in Plinio, che gli diedero vna corona di
gramigna.
Aé Dicono ancor di Cicerone,che gli diedero vn’altra corona cinica per haue-
xe fcopcrta la congiuratione di Cacilina , & altri dicono che fu chiamato 'Pater
coli ferine vn Poeta .
Jlp«4 Tatrm patriot Cieertatmlibtra iixit.
• Et credo che loRefibdica Plinio. Il più certo è,che diedero publicamente piin.iikr.
sratie a gli Dei per quel , ch'egli fecc,dicendo , che per cagion Tua s’eta con- «p
- leruaca la Republica Romana ; il quale honorenelfuno haueua ottenuto in-
' nanzi a lui.Il retto fi ditte per li Senatori,quando vocauano fopra il dar premio
;a quelli, che furono caufa di feoprire, Sopprimere la congiuratione. Coli
potè etterc quello della corona di QuincoFabio,òcoluiicheKcerinfcrictione
'Lhebbeper cofa incerta. Vn'altracofafitralafcia, cioèche Minucio rinon.
ciò il Tuo imperio, & fi fottomife àQuinto Fabio: il che con ragione fila-
Iciòdidire, per difpregio , ficomei nomi di Minucio come già dicemmo,
B. La parola PATER larà lo ftetto,che Pater patrioti
A. In quello luogo nò , pcrcioche fi riferifee folo all’ettercico di Minucio.
: Nn B, Chi
283
DIALOGO
B. Ch^hebbeilnOffl'e di Tàtn pttriat innanzi ad Angnftoi •- .
A. lonon só altro, che quel, che hò detto di Cicerone, & che Cefarefichiamè ‘
■patnsf^ut, de (juellu nomefì vede nelle medagliedi Cefare, Scredo nelle - ^
Filippiche di Cicerone, dteccoulvna medaglia doue lo vedrete'. A
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: ' <iun
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^ .A
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, . ,uJ
B. Segue , quàutim Ytrmtiim iipk , , per che alcuni fcriuon» -
SiÌMlfiii Se ^Infìiliunrt'
A. Fer che coli fi vede nelle medaglie, denelle pietre, & fpetialmente negat-
ili Capitolini, ancorché Aifriano Tornebo riprenda quelli, che vfano que-
llo i & Tanllut, Se altre ortografie antiche ; nella ciual cofa egli, e‘lLambi>'
no s'ingannano: poi Che, come hò già detto, s'hanno da leguirequellr,
che parlarono , Se urilteró bene, che furono Cicerone, & Cefarc,& altridd
lor tempo.
B. V.S. mi fà ricordar di Dionigi Lambino, che fcriue emn , 8t raUmtirnA
comw , Se altre limili parole : confermali la fua opinione con le piene ■, 8t
• con le medaglie? i
A. CotellafiìifoitigIiezzar(ia,dt è piaciuta à molti : ma contro! luicifono
molte infcrittione , 8t fi hà da tenere come per herefia nello Icriuere : li troua
empiiti, &<rmpto,chedpiùllrano,dtle parole, che egli mette feoza P y
& reiemptm,Se comprili. Se in tutti i libri antichi che io hò veduti,fti come io dico.
B. Quello,chècalfine,'Pcniffpr*«rfMr«)iii(oi«/i<ftri»lffliiicfl, non haueuadallat,
M Senatu f
A. Cocello haurebbe lignificato , che T haueuano ietto nel Senatol:
ma dice più , ciò è che era llato eletto per Principe dei Menato in due. .
lullri .
B. Che fono entelli lullri?
A. Faceuano antichamenteifte,&dopo i Confoli vnaralTegna generale di ■
tutti i cittadini Romani, & fcrìueuano le lor robe, le loro età,& conduioni :
diche tribù, ò curia erano , di chemunicipio,ò colonia .di chcvfìficio,ocol-
legio,òSacerdocioiquàti figliuolihaueuano.&dichectà,drrcndita.Scriueua-
noancoTentrate di tutta la Kepublica.de fefacea bìrogno,riuedeaaoicótiagli
afìittuarij,& afHttauano di nuoub . Per far tuitociò fu ben neceflario vn ma*
gillraco.nuouo, & fecero due Cenfori, che di cinque in cinque anni faccellè-
ro il lullro , òralTegna di tutti . Si chiama lullro , per che con certe cerimonie
lullrauano , òpurificauano quella gente con vn facrificio ,che fi chiaraaua
Seeimeijiirilu, die è parolacompolla di Porco, Pecora, de Toro, è vero, che
non vieta pecora, ma vnmonconcnoncallrato,ilquale chiamauano eiw in
genere marchile .Et coli quando imponeuano pena prcuniana, eradicante
pecore in genere mafculino . Et da quello nome /anni viene ancora jimituHnim
Se luhilulirnm , quando l’arme , ò le trombette fi purìficauano di quella
maniera .
C. Quel
DECIMO
C. che dice Aldo il giouane, che non i differenza fra tMcpui, tcHUcmttt
ècouveraì
A. Coli vera, come dire che non e differenza fra <afc<t,che fon le trombecte:&n>
ÌM> che fono i flauti.Pafliamo innanzi,ci conuien dar buona compagnia a i già
detti Publicola, Se ad Appio Claudio, & Quinto Fabio . Accomp;^niamo
con effi Marco Catone il primo, & Paolo EmiliO} & Tuo figliuolo ^ipione
Africano il fecondo.
B. Cotelle fon bene perfone da competere con le fudette .
A. Aldomette vna infcriitionebreue di MarcoCacone,dedicechedin Roma XV
apprefl'o al Campidoglio , la quale io non hò veduta .
M. PORCIVS
CATO ^
CENSORIVS
B. Perche nondice Toriim Cm/ànn», come molti lo foleuano chiamar innanzi
che folTero feoperti i Falli .* ^
A. I Cenforini fono della famiglia Marcia , come li èdetto a vn’altro propoli-
to,&nc’Marcii il Cenforino è lopranome,Marco Catone non chiamano Cen-
forio , ne cenforino per fopranomc , ma per dichiarar che fu Cenfore : Come
chiamauano Pretorio chi era flato Pretore , &Queflorio chi foffe flato Que»
flore . Di Confolc fanno Confolare , di Edile Edilicio ,di Tribuno Tribuni» i
cio,& perciò chi haueua trionfato chiamauano Trionfale, & a quel, che haue»
ua hauuto il primipilo primipilarc,& fe ve ne fon più tutti vanno in quello mo
do. Et Porcio con la C& non con laT fi vede nelle medaglie,df nelle pietre,&
vienedapn’ca,or<>r»,&nonda perM-& ctedo,che lo noti Marco Varroneneìi.
bri de re rullica ; Se elfo fa mentione di vn’altro Romano , che per fopranomc
fi ctiiamaua Scrofa, & nc dice la cagione. Fù Marco Catone del municipio di
Tufculo , & fu huomo molto ftimato cofi nelle lcttcre,come nelle armi nel
gouemo,&vìire molti anni. •
B. Perche non fi fa mentione de gli altri magiflrati,che hebbe .
A. Perche quella ifcrittione non fu fatta tire a polla,come le altre,ma partico»
lirmente ad alcun'effetto, & propofit o,o per dimoftrar la fua bontà,che non vo
leua que'vani titoli de gli altri, Cofi racconta Plutarco dell'altro Marco Cato flaor. h
ne fuo pronipote che Icgui le fue pedate,che non confentiua , che vfeiflero à
riceuerlo quei delle prouincje.doue egli andana, & che flandoapprelTo alla
Città d’Antiochia, vide, che n’vfciua vna gran moltitudine di gente veflita
di bianco , & egli andana à piedi con pochi lerui , ò lìberti,ch’andauano à ca-
uallo , iSe comandò loro , che fmohcalTcro , adirandoli che vfeiflero a riceuer*
lq:ma tuttauia gli palfò lo fdegno,perche accompagnatoli con quei della moU
titudinevdi, che gli domandarono! Ditemi fratello, vien qui appreflb De-
metrio ? che era liberto di Pompeo : diflie egli o che mifcrabiie città , Et fece
che vn fuo fcruo diceflc loro le nuoue.che fapeuaao del libcrto.Parliamo bo-
ra di Paolo Emilio.
B. NonèegliinDeniavn’altra infcrittione più grande di quello Marco Ca-
tone, che riferifcono Pietro Vittorio, & Ambrogio di Morales ?
A. lo non l'hò veduta,nc elfi dicono d’hauerlavedutaivn'iltro giorno ne parie
remo, che per bora l’hò per fofpecca. Quella di Paolo Emilio i in vna pietra XVI
rotta , ma s’intende bene,che è fua ,
....IVS. L. F.PAVLLVS
....CENS. AVGVR
♦...VMFHAVIT.TER
N • Nell»
1
XVII
XIIX
XIX
XX
iSi. D 'I A L O G
Nelli AelTi pietra è quella d’Africano .
P. CORNELIVS. PAVLLl. F. SCIPIO
AFRICANVS. COS. II. GENS
AVGVR. TRlVMPHAVn.n.
In quella di Paolo mancano qoefte parole t
L. AIMIL-
C Ò S, II.
TRI-
In qucAc inrcrittioni non fi méttono gli altri magiftrati minori delConfoIato
& della Ccnfura: &fi conferma Io fcrtuerPj»//iii. r ■ •
B. Perche è fcritto PAVLLl. F.& non P. F.o L. F. come in altre infcrittiom
fempreilprenome,&qui f ilcognome? c • •
A. Perche quello Publio Cornelio fù adottato dal figliuolo dell altro Scipio-
ne Afrieano, fieprefe il nome della famiglia Cornelia, & lafciò quello della
£milia- Ma pèrche foflc meglio conoiciuto.gli pongono il nome del padre ve-
ro, che fu Paolo ,& per fardilicrcnza dal primo A tritano : perche fé ui toue
flato P.F. non vi farebbe fiato differenza fra effi,fc non vi folle fiato aggiunto
Mawr,o Umor , Del primo anno della terza guerra Punica, che diceffate Onor
ftio Panuino che fi troua vn canale di piombo con quelle lettere .
M. AVREI.I.MARCIANI.M'’' MANILIO
L. MARCIO. CENSORlNO.COS
Si veggono in Roma,& fuori pezzi di vafii& mattoni con lettere,& è eofa molto
antica, poi fi legge in Plauto.nel Rudente, pailando d'vna vena da tener acqua..
( '^{amHnlmtrata''lt, oi feiantuiptoidjk,
Hora mi iouuicn d'vn'alrrz infcritnone d’Africano che fi trouò fuor di Roma
nel paefe de'Sabini, & credo che Fuluio OtCno. la faceffe pottare,ma vi man-
ca il primo verfo. I.
SCIPIO. AFRICANVS •
7 COS. BIS. CENSOR
AEDILIS. CVRVLIS
TR1B.MIL
B. In quella fono j due magifirati minori . & vi manca . Se il trionfo .
A. Già lo veggbimavn dubbio hò fopra quello, perche fcriue Lucio Floro nel li-
bro cmquantefimo che domandando l’hdilita, fù fatto Confole dieci anni pti
ma che poteflceffere.Et fe quello i vero.o fu vn’altra volta Edile dopo il Con-
folato, o quella infcrittioncédciraltro Africano. _ . . j r
B. Sarebbe certo maggior guadagno l'hauer infcrittioni di ambi due gli
Africani. ,r a
A. Vn' altra infcrittioneyiè di Qminto SeruilioCepione in Verona (leconao
che riferifee >1 detto frate Onofrio V eronefe ) con quelle parole :
«ÌSERVILIO. CN. F
.. CAEPIONI
^ COS.CENS. TR IVMPft
PA I RIAE. LIBERTATÒRI
DECVRIONES. VERONENS
OB. IVUICI A. RESTITVTA ;
. . ■ M. S
— • - Quell*
■s
3- Óa
DECIMO
QaeftoCepionefò al tempo dello (IclTo Africano. & credo chec|'Iiliniire la
guerra di Vinato molto famofo capitano, o capo di fattione di Lulitania.Dcl
tuo trionfo non trouo cofa alcuna ne' falli di frate Onofrio, ma credo che
trionfalTc de'Lufitani .
S. Che vogliono lignificare le lettere M. SJ
A. Credo che lignifichino, MoxtmMvmyianimM,
B, Fcrchedicono. obindtrijrcfìuMUì Qucllt) Scruilio i egli quel, che fece vna
legge Seruilia de iudicjit ì
A. Non fù egli, ma vnaltro molti anni dopo, &qucl,chequilidicererueper
Verona foiamente,& non per li Romani.Di vn'aitra infcrittione.che è'aprelTo XXI
a Vicenza in Italia,fà mencione il medelìmo frate Onofrio con quelle pvoic,
SEX. ATILIVS. M. F. SERR AN V S
PRO.COS.EX.S.C
INTER. ATESTINOS. ET.
VEICETINOS.TERMINOS
STATVIT
Dice che quello fh Confole l'anno # i8 ^i Roma . Si nota quella parola VEI
CETlNOS per quel, che bora dicono Vicentino!, Vn'altrane mette, chcà XXII
in Roma con quelle parole.
q. FABIO. ALLOBROGICINO. MAXIMO
Etdice,cheAConfolcl’anno tfjj. rilielTo adduce vn’aitra infcrittionidi Ro XXIII
Caio Ccciho Metello > che fu Confoie il primo anno della guerra con*
Ita 1 Cimbri.
C.CAECILIVS.Q.F.
METELLVS.IMP.
^hehauenavn condottodi piombo, doue tali parole XXIV
M.VLPI. SVLPIC.C. CASSIO VARO. M. LI
CIN.LVCVLLO.COS
Che furono l’anno 68 1 . diecc anni prima che Cicerone fofle Confale .
B. t ome li legge quella parola SVLPIC?
A. fecondo cheiocredo. Ma piùanticadituttequefteèquella,cheè xxV
in cala del Cardinaldi Cefi in Roma con quefieparolc»
M.AIM1L1VS.M.F.L.N
BARBVLA.DICTATOR
^ Onofrio I* «ette l’anno « j. & non li può faper
bene chi fofle, ne quando Dittatore : ma è certo, che molti anni prima di
^•cerone, nonci furono Dittatori:* credo che fblTel’vltimo anno delsji.
cuciono cento,* quaraneanni innanzi alconfolatodiCicerone.
a' _*rcbe e lcritto.^»iu/ii«,c non^Vemi/uK, *loliefloin vn’aitra di Paolo,
"coliè*^''u *** Capitolini,* alcune volte per ./TrliM, *
^ultùm medio lééit>itfoeiiltB4cchi.
Già non mencrclla altra, che vnada dire, che è quella di Lucio Munatio XXVI
Fianco,
iSg D I A L o G O
Fianco, aqaal filai tempo di Cicerone, morì però Cotto d Augufto» co-
me Salluftio , & Marco Varrone . Quella infcrittione dicono aJcuni,cne e in
Oaeca, & altri in Lione di Francia,
L.MVNATIVS.L.F.L.N.L.PRON. ’
PLANCVS.COS.CENS.lMP.ll.VIl.VIR
EPVLON.TRIVMPH.EXROETEIS.AEDEM.SATVRNI ^
FECIT. DE. M ANVBIIS, ACROS. DIVISIT. IN.lTALlA
BENEVENTI.1N.GALL1A.COLONIAS.DEDVXÌT
LVGDVNVM.ET.RAVRICAM
Con quella infcrittione li viene in'cognitione non Colo deU’billoria, che nar-
ra, ma ancora della giufta,& vera ortogralia di quella parola , che al-
tri torcono in in Cicerone, & in Orario, 3t dicono che vicnedaNu-
mantia,o daNuma Pompilio, come dice non tòchidiNumus StdcNumitia.
C. Cotelloccomequello.chc Floriano d’Ocamporiferifce di fra Giouanni
da Viterbo, ctoè,chci luoghi,icui nomi cominciano perla T, gli fondo Tu-
bale ,& quei che cominciano per la N gii fondò Noè ,
A- NonlodiccConcotelleparole, maèloftelTo.
B. Che vuole dire IMP, IL VII. VIR. EF VLON ?
^ A* Imperatorbu^feptemyirFpMloHitm^
B* Eccotcflo chccofaèìf '
A- Che due volte,cheegli fii con PelTcreito , vinfe dimaniera , che 1 foldati lo
chiamarono Imperadore, come già fièdetto di Cicerone, &d'alcrii<3c poi,
che trionfò, chiaro è , che folle chiamato Imperadore , perche niuno trion-
faua,primachefolTellato gridato Imperadore.
C. L’altro vlficio che è cgli> era forfè vno di fette fcalchi dell' Imperadore i
A. Nondeirimpcradore,made'lorofciocchi Dei.
C. Dimaniera, che gii Dei haueuano fcalchi?
A. Nondico daburIa,maGdaualorovn’epulo,che cofi nominauano certo
facrificio , che quelli fette fac erdoti faceuano .
B. Eflifelodoueuan mangiar tutto.
A. Haueuano etiandio letti , o banchi,doue lì colcauano à mangiare con cer-
ti guancialLchechiamauano TiJunuru, Secoli dicono, che lì facèuanolrfup-
plicationÌ4iii»iMM/ni/iu«ri4ilran,»i.Et gii a Celare, quando lo fecero dio, gli die-
dero il falligio, il puluinare , & il flamen,come credo che lì trouera nelle Filip-
rbUipw piche di Cicerone,
B. Cofa da ridere era cotefla in verità: ma che cofa vuol dire DE. MA-
NVBIIS?
Ub.'ii,<t A. AuUoGellio dichiara che que’denari, che il Capitano vincitore cauaua
’«• delle fpoglie vendute, fi chiamauanoM«»i»ae.
B. S'hà da leggere , Fecu ie mannh/f 1 0 de meiuiHit égrot duàftl }
A, ^edemSetunufecttdemMiAiis,
B. Cheluogoè Raurica?
A. Non mi Ibuuiene.ma è vn popolo in Francia , come dice Lebrilla. In cam-
bio delia parolaROETBlS, che fcriuéfrate Onofrio , Aldo il minore legge
KAE riS,&adducevn'altra infcrittione, nella quale i RAETORVM, iSe
io lo voglio creder piu tolto che andarlo i cercare. Il mcdelimo legge HAV-
XXVII R1CVM,& non RAVRICAM, Vn’altra infcrittione vi è che pare antica relli-
tuitaperrimperador Traiano , deli ttoua nel Campidoglio di Roma.
M.CAL-
;i; ■
DECIMO
^7
M. CALPVRNIVS. M. F. t>lSO. FRVGI. PR. EX. S. C
FAClVNDVM.CVRAVlT.ElDEMQyE.PROBAVIT
IMP. CAESAR Divi. NERVAE. F. NhR v A
TRAI ANVS. AVGVSTVS. GERMANICVS
DACICVS. PONTI F. MAXIM VS. TRIB. POT. ili
«. IMP.vkeOS. v.P.P,€>PEKlBVS.iVMPLIATiS.RESTIT^T
B. ’ la-^arolaElDEM (li ella per«i»m ?
A. Coli è , per elTer lungo l’I come in olvl le due li.
B. Comesnà da leggere dopo la parola MAXIMVS?
A. rnlmmeia Vt/uJÌMe dkodeamiim , Imperttor ftxtiim , emj'nl , Ttter Tttrut .
B. Perche non dice V. S.
A. Perche molto tempo inuanzi fti Confole, & Paine colè le compì quel
annq.
B. Checofa vuoldirec^eriinrawp/MtiJ
A. Hauendo fatta l'opera maggiore , & con quello diamo fine alla gior*
nata nollxa. ■'
1
I
meda glic,& delle infcrit
cioni^falfe : ondife nato hoggi in me gran defidcrio
difaperciò particolarmente, perche fcnaadiftinguer le
cofe certe dalle incerte non Puo
mento: & fe nelle infcrittiom.che allega Aldo Manucio
perprouar qual fiala buona ortogtaha, 'S'*
A.”EeliVer«*!em~^^ che io fono fiato pur di cotefia opinione, &P«que-
ftohlpSatoXòncredereaf.m.li cofe cofidileggier^
dicoZfentenza diEpicarmo poeta Comico Siciliano tradotta da Quinto I ul
lio fratello di M. Cicerone dalla greca nella latina lingua coli ,
che io fia andato fempre ^olto
auuettito, nondimeno non hò potuto fare di non refiar alcune volte ingan-
nXmà aìfaTplù fono coloro,! qu»li io hò vcdutodar credenaa acofe da me
tenute per fauolofe. Vidirò, fra le altre d’vna infcntuonc, che
D T J-
V...N D E CIMO
.DELLE MEDAGLIE.
ET INS.CRJTTIONI FALSE.
E T D I CE_V ELEI.
CHE DELL’VNE.
i
VNDECIMO
Tempre falfa, &hòtrouato degli huomini • che non fulamentelateneutno
per veriflima, ma alFcrmauano d'hauerU letta eiK medefìmi nella Della pie-
tra, doue era fcriita. Vi domando bora, checofaharelte voi rifpollo loro?
B- O’V.S.gliteneuaperhuominidegnidifedei onò?
A. lononlolamenteglihaueuaper huommi dcgnidifede,ma perletterari.
B. In tal cafo V. S. doueua mutarli di parere , che quella infcrittione fòlle t al-
fa , & render loro grati e , che l'hau eflcro fgannata .
A. _ Io non feci coteDo , anzi di0i loro che non era polEbile ,chc quella infcric-
tione folle antica.
B. Cotefto era un dir, che eflfi non diceuano la verità, & vn volergli per nemici.
A. InRomafraglihunminidi lettere lì tratta molto dolcemente, .le non vi
s'vfa l’andare in tollera,come qui sVfa . Io diedi loro conto de'dubbii.chc io
haueua in quella infcrittione , moftrando come io la tencua per cola tinta , li
per rifpctto di quello , che lì conteneua in elTa li ancora per le parole lue : ma
lui a pochi meli tornaudo io d' Alemagna à Roma «feci il camino di Bolo-
gna per la via di Romagna, dearriuatoappreiroaCcfena, pallai il fiume Ru-
bicone canto famofo per quello, che vi lece Cefare, & vidi vna pietra mol-
to antica intagliata con alcune lettere da due parti,& quello, che era in vna
parte, era quello ftcllò , che io alfcrmaua non cllere opera antica .
B. V.S.fi douecte trouar fubito ingannata in non hauer preftato fede à coloro»
chcl'haucuano vedura.
Anzi l’inganno fù pure il loro in tener per antico quello,che era moderno.
O'non dille V.S. poco fi, che la pietra era antica?
Antichiffima, maauucrtite,cheio intendodelia pietra, &non dell’in-
fcrictione di clIa,almcnQ quanto a vna parte, che ancorché in altri tempi fer-
nilfeda vu canto per epicabo di alcun foldato.dc quelle lettere moDrino gran*
de antichità , cuteauia nella medefima pietra dalla parte di dietro li vede in-
tagliato con caratteri alTai moderni vn diuieco,che niun Capitano, nè foUa
to lia ardito,conK fu Giulio Cefare, à palTare il Rubicone, il quale diuidcua
la Galliaq. dalla Italia.
B. Non porrebbe egli eirervero,chefifoirefattoqueldiuìeto?
A. Ne farebbe mencione qualche auteore i Se poi,egli non era necelTario , che
fifacclTc mettere in quel luogo, percioche già fapeuano cucci, che niuno
poceua vfeire con elTercico fuor della fua prouincia,& Cefare fapeua,che paf
landò il Rubicone con gente armata , farebbe caduco nelle pene delie legui,
chequeAo vietauano, & perciò li fermò quiui,dt rifolucuhdipaflarc dilfc :
itdtejl al»; come chi fi del retto con pochi punti .
B. Come comincia cocetta infcrittione ?
A. 1VSSVMANUATVVE.P.R.COS.IMP.MILI.TYRO. COMMILITO
dee. Coli la pone Aldo il minore nella feconda imprellione della fua Orcogra
.fa, de s'imaginadi prouar con elTa,che T^ro s’habbia a fcriuercò la Y,dc forfè
' nella prima cercò con la medelima infcriuione di prouar, che li doueua feri-
uerecon la I,& quantunque fi foglia dire, che i fecondi penlieri fono mi-
gliori dc'primi , nondimeno quella volta più Uno conliglio era il reftarlì con
la prima ortografia, & confermarla co’uigetti Fiorentini, ne'qualifictuoua
icrictO-^rraubM Tiro, nel Titolo, l>t tffrtfhrik,
B. Se la infcrittione è moderna, non occorre farci (ù fondamento.
A. Eglidice,che la vide. & che era vno editto ancichiffimo, deche la cau^
dall’originaìe.nèlafciaancoradi metterci I anno.
B. lo Per me farci facilmente rettaco ingannato , percioche trattando quella
Uo infent-
DIALOGO
infcrictionedi quella hiftoria tanto celebrata da gli antichi, & meirainTeriì
da Lucano, mi (arcipcrfuarod’haucrtrouaca vna ricca gioia.
A. Volete voi accorgerui della fua faKiià , ponete mente folo a quelle parole
COS. IMP.MILI. TYRO. GOMMILI! O. Chi vide mai Senatusconfulto,- .
nel qual folTcro parole limili è chi comandò ad vn folo Confolo, fenaa ag-
gi ugnere •Aahoytlterue , ]icn-vtitdiia > ti perche lafciodi nominarceli altri ma-
gi(lrati,come Proconfoli , Pretori, & quei mallimamente, che naueuan ca-
rico nella guerra, come Tribuni militari , Prefetti, dtCenturioniì chi fece
mai comandamento tale a’foldati , & a'tironi i Non voglio palTar più innan-
zi ; tutto il rimanente è di quello modo .
B. lo la vedrò con più commodità. Ma vorrei faper che altre infcrittioni, 3c
medaglie fi truouano falle , & come fi polTono conofeere .
A. Nelmodo,chefannoicambiatori, i quali nel palfare per qualche llrada»
fc veggono qual fi voglia forte di moneta , fanno dire lenza toccarla, quella
è buona,&qucllaèfalfa, per la gran pratica , ch’elli ne hanno ,& perche
fanno quale è la matcria,& la forma veradiciafeuna moneta tcofinoilepo-
nellimo qualche diligenza in notar la materia, & la forma delle medagliean-
tiche, & la qualità delle infcrittioni, farelTimovn habito in ciò, che invn
fubito ci farebbe manifello il vero, &il fallo di quel,che ci venilfe veduto:
egli è bene vero, che alcune cole fono tanto chiare, che lenza fatica di alcu-
no lludio polTono {coprirli per falle, come è la fintione delle lettere della Si-
billa Delfica, oCumea, che vanno attorno ne’libri delle infcrittioni con
certo numero di P.P. di SS, di VV. di FF, che fono vn palfatempOdi fanciul- ,
li:&ihrefiiniliinuentioni finle Antonio di Gueuara, che gli follerò Aate
mandate da Roma, uccioche, rglilcdichiaralfe.
C. Et le medaglie deirimperadote, che egli folo dichiarò,fon‘ellenopati-
raente finte da lui?
A. T utto quello, che egli fece Aampare, io tengo per certo, che folTe fua in-
uentione , per moltrar , quanto egli fofle habile a fingere delle hi Aorie , o fa-
uole , & degli autori , & delle medaglie, & efpofitioni , Se potrebbe eAere,che
rimpcradore non gli hauelfe mai moArata alcuna medaglia , ma che egli
fc lo foAe finto per luo trattenimento . Si come mi raccontaua Latino Latini
da Viterbo huomo dotto, St molto veridico, che fra Giouanni Annio baue-
ua fatto fcolpire certi caratteri in vna lailra,& che la fece fottcrrarc in vna
vigna , ouc fra poco tempo doueua cauatfi pteffo a Viterbo, & quando feppe
che già Aauano i cauatori nella vigna , fece che venilfero tirando l'opera fin
là,doue Itaua occultatala la Ara, dicendo che trouaua ne'luoi libri, che in
D uella parte fù vn tempio il più antico deimondo . Coli cauandofi alla volta
ella laAra , il primo che feoperfe la pietra ,corfe ad auifarnelo. Se egli la fe-
ce feoprire à poco à poco , Se cominciò à moArar gran mcrauiglia coli della
pietra , come de'caratteri. Et prendendo Teflempio della fcritura,ando à tro-
uare quelli, che haueuano il carico del gouerno della Cicca , & dille loro, che
imporcaua molto alla reputatione di efia Città , che quella pietra faAìe collo-
cata in qualche parte nobiie,& piincipale, percioche in ella fi trouaua la fon-
datione di Viterbo, che era due mila anni più antica di Romolo, poiché i
fondatori furono 1 ltde,& Ofiride , & aggiun fc delle altre fue fanale , operan*
dodi modo, che fù fatto quanto fù configliato da lui, deli veggono hoggi-
di ancora alcuni ellcnipi Rampati di queAa pietra , depatmi che cominci co-
fi, EGO. SVM. ISlS&c.
C. QucA^ debbe offerc quell’ Aanio,che allega Floriano d’Ocampo, dicendo
che
V N D E C I M O
che commentò Berofo> òcchefe egli non vedeSè indrizzate quella open
a*Re Cacolici di gloriofa memorUi che la terrebbe per fauola .
A. Lodouico Viues fcrìucdi Berofoi&dcl frate .* -Cirn- mtlxet hntmt.dm f>if’
pQHu crihrum . 11 qual detto è vfato da Luciano ad altro própolito . Non
furono meno ingegnuli , ma formarono le loro fintioni con più gtatiai
Giouanoi PontanOi Pomponio Leto, GiouanniCamcrte« & Ciriaco An>
conitano , tc non sò Ce vi fono alcuni altri, chcifinfcro inrcrictioni. Oc
fecerofar delle medaglic,con alcuna dottrina. Dei Pontanò/ilcggono mol>
te opere in verh > & in prola molto eleganti per quella età : in vtia di ell'e po«
ne vn'eflempio di vna vendita di cerca cafa finta da lui, la quale hò veduta an-
cora llampau fenza nonae dell'autore coftie antica, & comincia, P^SCV*
TIVS CVLITA Scc. Di Pomponio Leto vanno attorno aJeane cofeferitre
molto dottamente . & Ino è vn cellamento fimo in molte pariicon gran giU'^
dicio , con quello principio, DEI OPTIMI. MAXIME mamat
iirfefitutrf, quiui fà. nientione d* vn Tuo figliuolo, &dice di.
lui, "ampt Lane fili t filimi yniijh é’^.dal qual luogo fi conofee chi folte l'autore •
Di quella fcriccura hò veduto molte opere llampate , Oc da molti è tenuta pec
antica. Del Cametteficrede. che fiano certe infcrictionifauolofc, & ridii
cole , & in elTe purfi truoua fatta vna firail mencione de' Cameni. Di Ci-
riaco Anconitano veggiamo molte infcrittionl ne' libri di Ambrogio di
Morales. . .-I
B. Già mi marauigliaua io molto, come folTepolCbile, che fra tante, & cosi
fegnalate infcrittioni , non fe ne troualTe alcuna in Ifpagna .
A. Il maleè , che cofi Giouanni Annio , come Ciriaco , & altri par, che fi fia-!
no beffati de gli Spagnuoli . fingendo imprefe, & fatti di Spagna fin’al cerano
di Noè, & di Tubai, &vn ordine di Rè.tanto particolare, chenon potrebbe,
eflcr più i fc folTe de'tempi più vicini . Fingono parimente alcune pietre , cho
contengono alcune particolarità delle guerre contra Viriato, StSercorio,
Oc di Cefare contra Pompeo , & altre cole tali . Di qui è nacoi che non fi tcuo-
nabilloria delle cofe di Spagna fenza attellacioni diBcrofp, di Metallònc,
Oc di fra Giouanni da Viterbo, nè fenza infcrittioni di Ciriaco Anconi-
tano.
C. V.S.fi tira adolTo vna lice molto grande, fe condanni per filfe tante hi-
fiorie,& infcrittioni. '
A. lo rifpondo per l'honor di tutti : perche non dourellimo elfer coli poco ffi,
mati, chei fudecti Italiani penlaflero di darci ad incender, chele cofeda
lororacconcarcde’nollri maggiori, fieno vere, & prouatecon infcrittioni di
quelli paefi, le quali elfi habmano vedute, & noi altri non fappiamo doue
elle fi trouino .
C. Come donque vanno llampate ne' libri delle antichità di Roma, Oc in
vno altro intitolato , An tiquitates totius orbis , Oc neli'Ortografia di Aldo ?
A. Se tutto quello, che fi truoua llampato, fi doueffe creder per vero, fareb-
be ancor vero quello , che fcriue Luciano ne'libri , De veris narracionibns,o
della vera hiftoria, & nel dialogo intitolato Mendaz,vel non credulus;&Ama
dis,& donClariano, & Orlando, & tante altre fintioni de’nollri tempi . Et
poi che noi parliamo di medaglie, in vn libro Rampato vanno attornoi ri-
tratti di tutte le pecione fegnalate del mondo, doue fi veggono finti i volt!
di Adamo,di Noè, di Priamo, d'Hectore, & d'infiniti altri, de'quali non fi
truouanomedagliei&intempodi PapaLeone,dedi Papa Clemente impref-
Cero vn libro , il quale credo , che loffie il primo che fi Rampaffe in materia
Oo a di
LucbtkJo
viuDcm
Vi ‘ •
VI
D I A L O' G O
dioiedagtie t qaioi oltre die imtgtni degli Inf|<era<lori , frà le qoa« fOr ft*t
veggono alcune fàlfe , pongono moine criandio 'di quelle de'lor padri , dell*
lor madri', mogli >d( forellc, che non furono mai vedute in alcuna parte : ini.
ci _:»i 1 coftoro prendendo I nomi propri, che trouananoin Suetqnio Tr«anuillo‘«
. de in altri nella vita di quel tale lmpcradore,& s'andarono tingendo le iudet;'t
medaglie. & Enea Vico publicò à tempo raiovn libro di medaglie di donne*
peeche non nc haoeua tante delle vere , che baflaflferoà empire tatti
i fogli, ivi pofe di più tutte quelle, che trouò nel libro di fopra allegato. In
VU vnacofa egli fi portò bene, che eonfelTò d’hauerle pieredaldettolibro. de
‘ ^ non da n^aglicvcdutc da lui.Cofi anche fon vedute finte medaglie di Ctbs
rèconle>paraje»VfcNl. VIDI. VlCI.oueropibbreuemente con treicttere
V. V. V. & d'Angoiio con , FESTINA. LENI h, dr di Nerone córt.PfiTRVS
IV GALiLAEVS.,&vnadiqncAeveoderono aPapa PuoloQuano.' ' f '
B. • Chemrdagiin eracotefta?
A- Da.vna parte hà la tefta di Ncrnne con le foli te lettere, dt daU'altra la
faccia di fan Pietro, come fi pone nel piombo delle bolle > con lettere*
che dicono, Tnru c»tlUtm~. Se finfero , che fi era trouata vicino alla capei*
la di fan Pietro in vn altra cappeila, cheli dicedi fan SilaeAro,dequaa*
.. do la iccamno ài Papa , pii. aidero,<hc fomigliaua ì fin Pietro nel vói*
to. Vn' altra mociaglia falla mimoftrò V Amirantc di Napoli vendutagli
per quella d' Annibale con lettere Latine, le quali credo, che diceiTcro,'
HANNJBtAL, DVX PDENORVM. & dall'altra parte eraefloacaualloin • ’
atto d'auucntar vna lancia con vna parola , che io non mi ricordo, ma
erafiinifcàquella, ACCIPITE. ■, ..A
B. Achc propofiiofàfiiicacotclbi medagliai 1
**'l«'*'* A." Dice Plinio, che Annibaie fi'condu<rotantouicinoàRoina,ciie laaciA
Vn’haAa dencccLaJle mura, dt fingono, che quando egli la lanciò, dicdlb
quella parola .In Roma vno Spagauolomolro inclinato’ à quello ftudiodb
medaglie me nemoftro alcuncd'Oro molto ben lauoratecon le imaglni'dt
perfonc antiche, dt con ronefei molto benfatti, fiche poieuanoinganaac \
qual li voglia perfona, de comprandole i pteazo honefto, i denari ceani&
molto bene impiegati. Quiui erano delle medaglie di Platone, Sedi Ari- _
notile 1 qiielic di Platone haueunno vn róuefcio tale; egli lì vedena vno,. .
chetcneuavn vaglio in mano, col qual mandaua giù tutte le lettere dell'A,
in fuori, la quai trftaua di foprai volendo lìgnimare, che quel filofofo non .
potè fiat dei principio quel, che egli haucuafatto delle altrecofc. le quali-
co'! fuo ingegno vagliò, de fmjnuzrò. In quelle d'Ariftotile ftaua la Dea del-i
la natura con quefta parola, fiurr/cràu parola propria di elfo AriAotile,laquai |
dicono alcuni, che Cicerone non inicndelle nella prima Tufculaua. Erte»
vn' alita medaglia d' Alcibiade farmaco molto bello eoo vn rouclcin. i
d'Amore,chc con vna lactia fpcazaua vn folgure . Ven'trano ancurdi ^
TemiAucle con vn riiratio, fé ben mi ricordo, dì vna vittoria nanaJesde. V
alcune d'altri > le quali bora don mi fouucngono . Di mano di rnaeUri non co*
fi eccellenti, ne hò vedute molte altre, deneho alcune’' di Caio Mario, di
Cnco_ Pompeo, di Marco'TnJlio Cicerone, di Catone, di Quinto Eabio*
di Scipione Africano, dìDidonc,di Artemifia, de d'altre iHuAriperloD*t
Quelle aliai fitcilmentelionoconofcinte da tutti per quel,cbc elle fona, pet
ClTcr molto difi^crenci nella loro forma , de lauoro dalle antiche de* Km*
* mani, dede'Grecl.Le nugUofiditnttefonquclicd’vnPadouaiio,cbeeona
UtH le più perfette , che ci diaiiq delle antUhe,* eoa tanto arcifitio • eint
gran-
V N D E C I M O
grandiflimo piacere s’hà in mirar le cofevfciteda lui, &fe nonfoflc per
alcuni crrorucci, che fì veggono, o nelle lettere, o nelle cole difegnate,
non occorrerebbe deCderarne delle migliori. Lo ftelTo hanno cercato di
fare altri mae(iri> ma cosi non riefeono. Et alcuni fonò si arditi, che
fanno quello, che non lì truoua in alcuna medaglia antica, & pongono
infcrittioni falle , & rouefei fallì , & perciò non è chi polTa fidarfi di
efle.
B. Che elTempi ci fono delle infcrittioni del Camerte, che V.S. chiamò
fauolofe , & ridicole i
A. Aldoil giouaneper prouar, che y«p(nKrio s’hà dafcriuereconla M,&
non cola N, lì vale d'vna infcrittione della Città di Fola in Dalmatia
(perche i teliimoni del bugiardo hanno da edere o morti, o in paefe
molto lontano) la qual comincia, ALEXANDER PHILIPP! REGIS IX
MaccJoHHm Areboi Montrchue tré. U'vn altra ancora pur del medelìmo pe-
fo , (ìmilmcnte di Fola in Dalmatia lì vale , nella quale è vna in-
fcrittione con quello principio , VIATORES CIVES. OPTVMI, &c. X
introducendo vn paralìto cicalone aliai freddo > & è allegata quella in-
fcrittione per prouarl’ ortografia della parola, dote». Ve n’hà vn'altra XI
ancora per modrar, che tondicio lì fcriua con C , & dice , che lì truo-
ua ra agro LufuMo , perche altri perda la fperanza di ritrouarla coG al
primo: & comincia EGO. GtJluiftHOHtmiocundMs &c. Potrebbe ben’ elTere,
che quella non folle del Camerte, ma di vn altro antiouario nominato
Giocondo. Vn’altra ridicola fé ne vede nelle antichità di Roma, che co- xn
mincia.ClNERES. ET. otpuTbiIoctpue &e. Nel medelìmo libro fi truoua
vn tellamento pur finto con quello principio i D. O. M. L. MALLIO. ET. XIII
Q. TOHQV ATO. COS. Semprotim Ttcidtnm tu. Nel libro , che publicarono
Pietro Appiano . & Bartolomeo Amantio intitolato le infcrittioni di tut-
to ’l mondo, ci fono infinite di quelle falfe di diuerfi autori • & in vn proe-
mio lì fà mentione che Pomponio Leto Romano ne diuolgò alcune, 8c
molte più Ciriaco Anconitano fopranominato l'antiquario. Ardiceli in
vn altro proemio, che Papa Nicola (Quinto mandò quello Ciriaco à cercar
delle inlcrittioni per ogni parte del mondo, At prima di tutte mette quelle
di Spagna, At vna, che vien lodata affai, come trouata à Gades, ciò è
Calice, è delle peggiori lArilfuo principio è tale, D. M. S. Sl.LVBET. XIV
LECITO. HcUodmm mfanm tre. & dopo vna di Tarracona fi vede certa fa-
uola di vn Valentino Morauo, il quale referifcevn altra infcrittione di
Portogallo pur fauolofa alla Sibilla, VOLVENTVR.SAXA. ImerHftr or.
dite rertn tre. Se pallate alcune vere, mafalfamcnte ferine, fi aggiugne,
It^rtgoma -orbe elmijjimt, QVO. VADAM nefeiotre. fubitO ó> BtrebttoHt , D. XVI
M.S. BELLO. Sertoritno tre. Quiui è chiamata vn altra volta Barcellona XVII
co'l nome di Barchinoua, il che ci fà conofeer la falfità della infcrittio-
neA il poco giudicio di chi la compofe . Segue immediatamente ouella de’
Tori di Balletania, che chiamano hoggi i Tori di Guilando , con alcune in-
ferittioni finte. Ac apprello viene vna Tarracona cofivera,come le fopra-
dette , D.M. S. CLODIVS. tre. doue lì £à mentione d’ Aragona. XIIX
Dopo alcune carte li vede la infcrittione di Denia , che è lodata da
Pietro Vittorio.
Oo } PAL-
XIX
DIALOGO
PALLADI. VICTRICI.SACRVM
HIC. HOSTIVM. RELIQVIAS. PROFLIGAVIT. CATO
VBl.ET.SACELLVM. MIRO. ARTIFICIO
STRVCTVM. ET. AEREAM. PALLADIS
EFFIGIEM.RELIQVIT
PAREANT.ERGO.ET. NOSCANT. OMNES
SENAT. ET.PO.KO.IMPEKIVM.DEOR
NVM1NE.ET.M1LIT. FORTITVDINE.ET
TVERl.ET.REGl
B. Che raancanenti fi trouano incotefta infcrittione balleuoli à farla ri>
putar falfa}
A. Io la tengo per molto dubbia, prima pcrcìoche n’habbiamo bauuco
noticia da pcrionc bugiarde , alle quali per le fallici, che già habbia-
mo fcopcrcc in loro, non crediamo nè anco la verità; apprelTo , per-
che in quei tempi non fauellauano coli , nè quello è linguaggio , nè orto-
grafia di Catone, & le prime parole dopo [tcmm , fono vn verfo fette-
nario pelTimo, il reftante èprofa. Le ptroìe Saccllum miro anificio nmaiim,&c.
non mi piacciono, nè fono ben finte per Catone, nè egli harcbbe pollo
ilfuo nome fenza tutti gli altri foliti, nèfenza il magillracofuo. Quel
■ptream ergali^, non dice , a chi habbiano da vbidir tutti , nèche perfone fia-
nolcvinte, nè laconfequenza è buona, per inferire TERGO, & cclau-
lulanon vfata in alcuna pietra, nè in rifa fi conferua bene il decoro, co-
mefifuoi dire,di Caconciilqualenella fuahilloria, che intitolò Ori^i,
niuna cofa iafciò fcrtcta in particolare di quella , ò di quelTaltra perfona ,
mafolo delle Cittì, & delle Republiche. Quello anno mandò la noRra
Republica canta gente con tante naui in tal parte, &trouarono tanto nu-
mero di gente, ò di vafcelli de gli Spagnuoli,o de'Carcaginefi,& atcaccofsi
labatcagliadi quella maniera. Vinfero inoltri, con canta perdita de'ne-
mici, guadagnolli la tal prouincia, òccole cali. Chi fcriueuavna hillo-
ria con tante breuici , non è da credere che hauelle perduto tempo in
quelle inferi ttioni.
B. Dice pure Tito Liuio , che egli parlaua di fe AelTo aliai diffufa-
mcnce.
A> lo lo credo , ma non perciò harebbe egli ferino quello , che qui fi di-
ce. Egli farà bene accertarli prima, fe in quel luogo Catone vinfe alcu-
na fegnalata battaglia, che potrebbe elfere di nò; almeno Liuio non rac-
contai; non quel, che fece apprelTo Empuria&inTurdecania,& non par
chei reftante folTe cofa d’importanza , nè ancor mi torna a mence , che egli
faccia mentione di Denia.
B. SonuenedelTaltrefalfc incoccilo libro?
A. Ve ne fono tante , che io nonardifeo di raccontarle; ma la più fpedita fa-
rà, che io vi moftri il libro medefimo co'fegnali. che altre volte io ci fe-
ci, & fra Taltre, vene fono alcune tolte da vn libro intitolato Hipnero-
tomachia di Polifilo .
B. In che lingua i egli ferito cotcfto libro è Greca , Latina , o Ita-
liana?
A. In
V
V N D E C I M O
A. In tutte tre , & in ninna di effe .
B. Come può egli effere?
A. Perciochepare, checoftui volefle fcriuere ifuoi fogni, & le fue paz-
zie in Italiano, ma ci mefcolò per dentro tante parole Greche, & tan-
te delle Latine , & fiudiò tanto nella ofcurità , & nel mcfcolamento
di quelle tre lingue , che poffiamo dire , che egli non ifcriueffe in al-
cuna.
B. Mora mi fouuiene d’hauerlo veduto in lingua Francefe , & par che per
garalotraduceffealcunaperfona curiofa.
A. Sfortunato fù, chiunque egli li foffc che perdè tempo dietro à vn libro
tale, nel quale fra le altre fcioccheinuentioni fono diuerfe infcrittioni 15-
inili a quelledel libro d’Appiano,& vnaincomincia, D.M.P.CORNE- XX
LIA../f»>>Mc!«.&vn'altra,ASPlCE.VlATOR.Q.SER.Ti«U<|r<^. XXI
C. Che mi dice V.S. di quefti verli, ne’quali milono incontrato apren-
do il libro, & collui fctiue, che fono appreffo la porta di fan Paolo di
Roma ì
fubit ftcraru Fàuni , .
Héec lege ì\pmaMà ycrba notata m jWn .
Her/iUm bit uceo ^ mecitmMaruiU tjiacfcit ^
Qi^ forar y rif lenurix , ^uae nubi fponfa fitst •
A. Digratianon neleggetepiù,,chemi fanno venir doglia di teda: & sò
quel, che fegue,chcc molto peggio di quel, che bauete letto. Egli po-
trebbe effer.che Marnilo , che fu buon Poeta i que’tempi, onero ^cun’
amico fuo gli haueffe fatti ; perciochc non è veriumile , che cofe di que-
lla forte lì Icriueffero in alcun luogo , nè che perfone canto fcelerace fipo-
teffero fepellire in parte tenuta all bora per facra.
C. Mi fono abbattuto in vn altra di molta lliroa, feperò è vera, la qual di-
ce il libro , che li truoua in Viterbo nel palazzo del Vefcouo .
A. In effer cofa di Viterbo , fobico diuiene fofpetta , ma come di-
ce ella è
C. COLLATINVS.TARQyiNIVS.DVLClSSIMAE.CONIVGI XXH
A. Non paffate per vita volita più auanti , che Lucretia non meritò fi cat-
tiuo epitalio . Ma con l’occafione di quella infcrittione mi fouuicn di dir-
ui, come fc ne ricruouano alcune falle, le quali poffono paffarper buo-
ne , & di quella forte fono alcune di quelle , che allega frate Onofrio Pan-
nino , come canate da’libri delle infcrittioni .
B. Sefonofalfe, come poffono effer buone ì
A. Per lafciarroi meglio intendere, porrò alcun*efempio di quello, che
iodico. Plinio parlando de’fatti di Pompeo Magno,dice fra le altre,que- Vk.7xat
He parole: Hoier^o homàuf^rbt vriimit inieliihoMi»erine,f»od ex méXiii^l dicaiét.
CN. POMPEI VS.MAGNVS. lMP.Mhxxx.an*pnmcotrfeae,fufii,fiiiaàs,cc~ XXIII
àfii &C. VOTVM MERITO. MINERVAE. Quefta infcrittione vien polla
da gli Antiquari) ne'libri loro (ben che confufamente ) come fe ella fi
trouaffe hoggi di in effere. ,
B. Hora piaceffe pure à Dio, che eflì ne poneffeto altre trecento di tal
A.*''*lò* mi contenterei di venti : ma la verità è,che io vorrei più collo l’origi-
nale , che Teffempio .
R. Et
V N DECIMO 4M
se panie fono replicate iiin alerò luogo« doue egli dke.'clte trouòlo
ftefloSenatusconluUo.cheail'karAfùfattOi&parcoefoireal tempo de^
r Imperadar Tiberio CUndio • del <{uale fi» liberto cfneAo Pallatite, dk
di luifanno mcfitione Sue conio • & akri . Quella hilloriac fcritta da^ra
nebo Tacito nel libro duodecimo ndlconf^atodi FauAb Sulla «' dcdiSala
uk> Oeoue doue parla del Scnatusconl'ulto Claudiano Ùtéo fopra le dow
Bc, che fi.giaccionoco’proprifierui' de di quello SenatBlconfulito li trnout
fpc&roerDoria nellcnoilrelcfgiidenel Codice TheodòSano ; &4ice Tal»
ciao, dacia cagione di qucBu decreto effe Ptllantc< & perciò il ScnaU
coordinò, che gli fulTcdonaca quella gran fomma 4idcittct,.dc^i or^
memi pcetoripdtgli-iuronrefepubiicbe gracicr pereioehe dlfenA» Tfe*<
M del tegriaa gio 4c‘ He d' Arcadia, S ftaud à fdruigi deU* Imperadw
Claudio.
B. A cbcfominaalcendcTebbooeà denari, ebe fecondo: fim^e Toferitné
ne ricusò cotcAoiibertoii li ' '
A. Sodo ^uindicimiUonidi icAerrtfi che laano tre inilioBi, Sttiececfi
«o cinquanta mila reali , o dramnie . odenaris ogiidi. che il dieci dielS
per libra , o per feudo fono irtqettco fetcantaciòqMt mila tibre* Ó
kodi . 1
£. .ColbiìdeueaeirermoltericcoipoicherecufuataiMafammadidaBarì. ^
A. ' Qaeila in£crittione per rcAimonio di Plinio, non è del tutto lalfaè
ma con per quello prcuaelUtcbe debba fCriucrli, QVE.
B. lo tengo per certo, cheV.S.foflccagione, chefimuralTelaBialaorto^
grafia diQi.perciochebaucndo trouato nelle Pandette Fioreniioe fem».
pre qm, & Q.cofi le fece llaraparc l’aiuto i} 4 }.&ciò hanno ieguico poi
caiticoloro, che fcriuono bene. >
A. - IliDcdelimo AldoperptoDar,cheTmmpkohabbtada ferioerli con PH
allega ma infcrìttione, checomincia, L.CA£CiLiyS.L.F.METEL* XXVI
LVS. roNf. MAX. &C. la quale nelle infcrtttioni diKoma comincia,
S. P.Q. B. L. METELL. PONT. II. COS. «cc. Or la Ycrità è , che Plia lib.,.c;r}
nio il maggiore fcriuc nella fua hUloria naturale , che Quinto Metello
aelk Oratiooe funebrcdiLucioMetcildfuo padre raccontò t carichi, dk
gli honori baauti, &lavita tcnutat-doue pigliarono materia coloro di
finger curarinfcriuione. Et di<|uelia lotte credo, che fe ne trouino alcune
altre pigliato di pefo da ceni autori, & fono men cattiuc dcil'alire in
Mito falfc.
B. . lohò grandefideriodi faperechc libri fi tròuaiio fttmpatl.iie'qualifi
tratti di medaglie, & d’infcriitioni ipoiche V.S. hacominciatoà darmi
nomiad'alcum.
A. lo nominerò quelli , che mi fotiueniranno , 5t quelli , che più erano nfik
ti in Roma, mentre io mi ci trouaua, benché io fappia,cheda quel temi-
pò in qui ne Sano vfeiti in Incede gli altri. II più antico libro di meda^
glie è quello , di cui noi , poco fa parlauamo , che fù fatto à tempo di
Papa Leone, & come intendo, ne fìrprinciple auttore Andrea Fulùio
l'armo i 5 i 7 .dapoifùftampatOcon alcune giunte fotto il Pontificato di
Clemente VII.& di Paolo 111. Quiul .folamente fono i ritratti, & le' vi(6
de gli Imperadòri fenza i lòto rouefciigli è vero chc'qel fine del librolì veg
gqno ftampate diueife medaglie, cé molti rouefci.che fono per lo più ciùi
teda quelle d‘argento,ecccttuatene^alcune poche^C ‘pb® cauatd da’
qatlle di rame : ue ne Ibdo a'ncbra mólte «felle finte, oltre à' qù'(ne,cbe' dp.
cemmo
/
/
i
< D I A L O G O
•
ctminoitli Caio Mario, di Gmo Pompeo, di Catone, Sedi Cieeronv»
Nella feconda impreflione, ebeè di Argencinadcl ij)7.ci mette il fuo
Home Gioanni Hactichio . Stampò dopo lui vn libro Giacomo Strada in-
titolandolo, irpaaavt^/àimaiiofwjtiia; nel quale fono delle medaglieide*
rìu^ui,&delle Vitedegli Imperadnri Tenta rouefei. Vn'altroneftam-
pò Gmilmenteil Rouillio col titolo di Prontuario di medaglie ;che con-
tiene le imagini finte della maggior parte di tutte leperlone fegnalate
da Adamo fino all'eti noflra , Tenta rnuefeio alcuno. Cofiin diuerfe bi*
(lorie,& vite d'Inmeradori fi veggono polii i loro ritratti in alcune me-
daglie fenza rouelci, come fece il medefimo Strada, quando fece ftam-
pare i PalHdi frate Onofrio Pannino in Alemagna. Di mcdaglicco’ro-
uefei imprelte diuerfi libri Enea Vicotil primo fu de’rouefcide’^xlictloi-
peradori.'il fecòdo delle Augnile mogli loroùl terzo delle medaglie di Gin
lio Ce£are,fltifl tutti tretmellilibri t difegni fono molto ben iniagiiati.& . '
ve ne fonopocbi,cbenunliano veri ; il quarto libro è'vndifcorfo lopra le
luedaglte jdiuifo in due trattati (lampato in Vcnetia l'anno Milib cinque- .
cento ctnquantacinque. Vedefi vn altro lungo difeorfo. di Sebaftianp
Erizo gCntilbuomo Veoetiano , nel qual mette molte medaglie di diuerQ
tempi, Se molto dottamente dichiara i loro rouefci.Egli è vero,cbe nc’libti,
ebe io hòVedutijfon molto malintagliatelcmedaglie, dtl'Autoreèd opi- A
nione , ebe elle non feruilTero mai per monete in que'tempb Euui ancor'vn . >.
trattato di Guglielmo Chaul gentilhuomo Franceledi llione fopralare-
, ligione' antica dc'Romani, de altre materie, doue oltre à diuerfe meda- . .
glie, derouefei, fi vedere delle pitture molto eccellenti di varie gioie,,
de antiebiti dc'Romani. TroualìqucAo libro iulinguaFrancefe, de icalia-
na,dcèpicno d’erudittione, ded’cfquifiiezza. Vuolfango Lazio medico
molto dotto, il quale io già conoimi io Vienna, fcrilTcdue libri col ti-. A
y - tolo de’commcnt^i delle cofé di Grecia,dc nel principio di efli pone molle
medaglie greche maldifegnaic.Dopo'la mia parritadiRom^ò veduto al
' coni libri di medaglie impredi da Humbcrcò Gbltzio Hcrbipolitano, in
vno de quali fono i fatti de'magidraii, de dC'trionfi dc'Romani con
molte medaglie à tal propofito: de neli'àltro cGiulio Ccfate,con quelli,
cheramazzarono, è co'Triunuiri devi eda vantaggio rbiftoria,de i rouefei
con le medaglie aflfai ben fatte. NcItetxoèAugulioCcfart.deqnùitaniintii,
de rouefei delle medaglie Tue, & di più rhilloriaatlài doitamcniadelcrìna. Nel quarto fono
, i ritratti fenza rouefei di nitri gli lroperadori,da Giulio Cefare in fino all’ Impcradot Catio
evinto, de a Ferdinaudo, nel quinto fono delle medaglie Greche d’Italia, de
di Sicilia, dr di alcuni altri paefi | de finalmente hi dato in luce TU iibco intitolato
Thefauroa Rei antìquatiac fenza dilégni, de tutti i fuoi libli fono di cruditionc,
le molto bene incagliati . Delle famiglie Romane vi è va altro libro di Fui*
uio Orfino, nel quale fi veggono molto ben cfpoAe, de difegnatc tutte le
medaglied’argenco dc'Romani fino al tempo di Cefare AuguAo. L'rlrimo
libro da me veduto m quefla maietiaèqucllo di Adallo Occone huomo molto dotto nella Me-
dicina de in tutte le belle lettera . de gb Imperadori fenza difegni . doue con gran ordine de’
tempi (bno le inferiuioni dei ritti , dedc'touefci da Pompeo Magno fino alllmperadoc Heta.
cb'o • con finterprctaiion di alcune de apceflb la vita di cialcendun'f mperadore deferieu com-
pendiofamente, polla ai luoghi Tuoi. Nonsò, Telo mi dimentico d’alcuu' altro
libro.
C. V. S. ne lafcia vno di Giouanni Sambuco , nel qual pone alcune meda*
glie/énza dichiarattone . Vn'alcrn ancora di Gabriel Simeont, che inti-
tolo.
V N D E C I M O >t>
<tolò,IIIu(lrationi(i’Epitafii & di medaglie, & appreflb quello del Coti-
u Coltanzo Landò. Egli è vero, che queAi ere libri craccano breuemen-
tedi talicofe- *
®* Mi rcAa a fapere, che libri fi trouino d'Epitafi, & dlnfcrittioni.
A.. Giàs'è fatto mentione de' principali; il primo è delle infcrittioni di
Roma folamence, publicato da Andrea Fuluio , & Rampato in Roma
l’anno 15 ai. da GiacomoMazzocchio: il fecondo è quello, che noi dice-
uamo delle infcrittioni di tutto il mondo diuolgato da Pietro Appia-
no, & da Bartolomeo Amantio in iAampa d’IngolAadio l'anno i u4.ll ter-
zo è il libro della ortografia d'Aldo Manucio figliuolo di Paolo, che è Ram-
pato trevolte. Lafecondaeditioneèlapiùcopiora,&la'terzaèfenza in-
fcrittioni. Dietro à queAi porremo ìfaRi Capitolini di frate Onofrio, &
il fuo libro de Republica Homanorum , & vn'altro libro pur de Republica
di V nolfango Lazio , 4t vno de Imaginibus di Fuluio Orfino. Sonni etian*
dio de' libri d'infcrittioni particolari di alcune Città, come di Verona
quello di Torello Saraina . di Padoua quello di Bernardino Scardouene
in lingua latina, quello di Giouanni Poldo della Città di Nimes in idio-
ma Franzefe, di tutta Spagna di Ambrogio diMoralcain lingua CaRi-
giiana , & prima di tutti quello delle infcrittioni di Magonza , & di Colo-
nia città d'Alemagna,& credo ancora, che le medefime infcrittioni fi tro-
uino tutte nel predetto libro di Pietro Appiano. Ma fra poco tempo è per
iRamparfi quello dell'antichità di Pirro Ligorio Napolitano, nel qual
folo lono raccolte più medaglie, & infcrittioni, che non fi trouano intutti
gii altri libri congiunti infieme.
C. V.S. Potrebbe far mEtione di due libridi M.Luigi P6ze,vno de’quali è RS
pato col titolo delle grandezze di Tarracona, Scl'altro, che non è an-
cora publicato , delle infcrittioni della medefima città : v’c vn altro libro
imprelTo in Venctia l’anno 151}. da Giouanni Tatuino, nel quale fono
meffi infieme diuerfi autori .che trattano della interpretationcdellenote,
ocifre de’Romani,come Valerio Probo, & Pietro Diacono, & nel fine
ui fono molte infcrittioni antiche parte vere , & parte falfc .
A. Benm'imagino io, che cifianomoltialeri libriinqueAamateriaonon
veduti dame,ovfcitimidella memoria, ma con cotcAi,cke hora voi me
hauete nominato, i quali dichiarano , non le note, de le cifre, ma le
lettere particolari delle pietre, & delle altre antichità de’Komani,può met-
terli il libro, che non pochi anni fono publicò il Cuiacio neifine del Co-
dice Theodofiano coi titolo , fe ben mi ricordo , di Magium,
B. MiparcheV.S. facciadifferenzada lettere particolari, a note, o cifre:
fc cosi è, io defidero d'intendere in checonfiRa la differenza loro.
A. Si come è differenza fra lettere, & cifre , coti le interpretationi del-
rvne,&deiralcrefondiRiniefraioro.Ne’numerifi feruiuano i Romani
di lettere , A di cifre , come I. V. X. le quali fono tre lettere,ma mille fcri-
ueuanocosi oO> Acinqucmillacofi i? 3 , Se altri numeri maggiori face-
uanoconcifre,&cfimilmentecifrarabbreuiaturadi Centuno, la qual
chiamauano Diple.de la figurauano cofi > ,dk coli fe ne trouano delle al-
tre,chegli antichi Romani chiamauanonotc,dclìdice,chei notati, che
fcriueuano con le cifre.furono introdotti al tempo di Cicerone ,& che fe
nevedeuanolibridiTirone fuo liberto, comecredo,cheriferifca Piu.
tarcho nella vita di effo Cicerone , de fi‘*''gge fopra ciò vna epiRola molto
elegante del Cardinal Bembo , de più ..-ungo ne difeorre l’Abate Gio-
^ uanni
. «
3f)9
DIALOGO
uann! Tritemio invn libro che egli inritolò L’altre tbbre»*
uiature interpreti te da Valerio Probo dagli altriconfiftono in lettere,
tralafciate, come per elTcmpiot che ne pronomi P. fignifichi TM«a, C.
Marnt , & altre altrimenti r & benché alcuni per abufo a si fatte
lettere particolari dieno nome d i note» odi note publiche. Stalle altre
di note volgari, nondimeno, fecondo me, v’è fri loro la differenza già
detta . Et ha cjuefta la concluiìonc di cotal materia.
Ilfne àeTiiétloghi di Monf. Antonio Agofiini.
TAVOLA DELLE COSE
PIV NOTABILI
CHESICONTENGANQ NEI DIALOGHI
DI DON ANTONIOAGOSTINI
ARCIVESCOVO DI TARRACONA.
t Jl. F. thè ppi^cbm».
«tr. 7‘
r ^htco,& fimUatU per etn-
Ure,UfuUÌ tìfulm» Orfmi.
ar.
• ^PtniaXft* ybtruu,& fiu
' Blnra tutte meiegiie. éf
yibe»dta^iiìlrtno,yno,&»luiulpM[e iiCZ-
pegiit , & nel ttaipe Tarreceiu. ur.l69.ccn
che i ^gtùfuu tulle metUgUe quelle ielCoUo,&
ieifrioiiur. *9
C.oilmie,me<h^lk c^oUre cm Mercerie.eer.17 x.
.4ccetm,cbecefeefentieiuBeferimre, iti
^ecele/ìgiiifiu nniere. i j o
Ueedehleri/eele^edegUe ecifcUre ccm tre HÌafé,
ckfitremiiUiicmarìérilerià.iiOJiM.f.&4.
jtccKrri»,opime*fmcÌTUÌl TamekBtte.iófM-
l’yfiue ceeteftme.%1,6. &delprorcfirit erere.
cer. I )}
.Xchelee, fiume trai fcrmetem Ttre comhetle cm
Hercole.iot.&gliruppe tm cento , iU}iieU le
•Nmfeprefèro , & tempirem tli diturfe cofe. 41
Icilio CUbriette^daglie cemfclere con y elettale,
' &letefledtlUDuleliite.7^jm.7.9.
jlcMla, & ielle [tu felfcmedeglù. la)
.dctftte Mente. 1 19
Uctpadotti , & ferme , i qitefi lefiejjé , & che iìfe-
retn^a rt fte fre loro. 119
Mmcbe figtttfiteiofie yftU. tf i
.Airiette Imperedereftt Spegttuete. i f . S7. nttim
fiteliuxer. 1 1 o.a) i ^ medaglie.
.Afriu.& refiitióte 8 eJtti. I a.
.Al^fadrie.ioo.itM.}. 4.
.AnMene.eer.69jm. i.) .& cer.70. nu. I.
.Afie.97.Mtt.f.
Cepedecie. 1 oi.im. i.
Clemett^.97.mm.t.
Cenccrdte.f9.nn.ie,
Deeie.9/ju.S.
Bgitlo.99nn.i.
Feliciti repprefeOteU cenlegelere. 61 , mi. I.l.
(9 fJondnefignre.cerAi.nii. f.
rertnne.6fjm.i.&eel lnifiermo,medeglie.Cre
UJC.f.&repprttctete ddaefigere. 6f. n.f.
Frencie eer.t7.UH,t.&refUtMkett.MM. ».
Cfmow-94*”'
Giudee 97.nn.4- ).«.7.l.9. *»» cheque figure jcer.
48.1W.1.
CutRttie.ur.^tJm.e.f.^^
Hilertli.ur.76ji.l.&f.
libereliiè repprefeutete tei
4.49 ij.
liberti pMblice.Sf.nu.i.t.
Meuriunie.9t.nn.t.t.
tfilerepprefintetc cttmiytcebieegìeeerect di-
aerft betnbini eticrne. 1 04.IU. 1.1.4. nudeglie
Crece.nn.}.
Tieii.cer. ftJU.6.eer.ìX.mi.i.&.f.
7>o«M. 1 IO, m.l.
Troiiiden!(e.S7 nu.ixer.jSjm.7,
Tndicieie.7S.nu.t.
Selute.txMi. iA.& 9.
Sfinge con leeU,mtdegliegrtu.tfSJC}.v»etm
leteyieltjmA.
Spegne.%7.nH.f.TtHitmU.tt%. Mki.
Treu<luilliti.sojiM.l.
yirti.xyjm.x.
yilierie. je.nn.4, , „
jidriene Ttamebe, &fue epiwiene nelt ertegrefie de
elcune-reciletine. ***
.Adrienepeliuni ; medeglìe Greu.i74.mi.i.
jteiilis, perde letmefifcriuecoldittengo. xfS
jdegide , veabolo Utine , che ftgtàfiebi. t ) t. iff
Ujì freme ci Vetràc difeferc C entreU di Giulio Ce.-
fere in lfpegne,xo0.fueMedeglie.xot.n i.<9i.
jtfriu: diefiyifouomadeglie.io. &i me dette
tre pene del moudo.t^- come ifigureu nelle me-
daglie. _ . *9.9*
.Afroditii popoli , che sfilo, ofiafrenctigfa heueffe-
ro. '79
jlgiU , da altri dette jirpàUA-dgtàUfk R» de’OM
ti-, regnò l’enne S60.
jigeneli da chi furono inJUtuili. i))
M..Agrippa feuorito JUugufle.xi I . quìde equjii
la urene roflreu. leffue medaglie, dejeritt*
dal'jtutert 114. -redi Marco .Agrippe. fue
medaglie.
Cerone roftrete.f f.n.S.
WcniMia. 1 4< .M . I (9. 1 .
Tp .Agrip-
T A V
^piffbunttti^ié cittì» i»LttìtarcMrxt4-cai
CuUtdi.ctr. xjjw.f.1 1.
jtpifim et» C<4 w 1».»4M »■& (tifl^pMt.-mt^
llùGnc»
Ab»l», ttiiC.Smiirtt.
AIU»t , ttiii ^.Toftimi». . ■
AUni'nmitìodtimtln» Ftirofi. ' t 4
AUraiiliimf>ttrt»iro»oditMn»l»Sp»f»». laj
AUrict tsie'Cm»tti'^m»itx.tn*ttTof»V*»-
M4t). i4i
klh*lm%*ft»dtì»ia'Tt^tìd.jy,iiRtruU itHjt
mui. XI ì
Albata colar ,cbt barai cbìam»tt bunco. 77
alberi ttìicbi. 14)
UlbtrideiictùtiymDti. Ij9.i«).i79
Ulcttà^tluaianclU Sftfiu citeriore : tlémi crr-
io»a,cbcfaaHcl,cbegiifiiiffeErpuàct, 11 1
Alchimia bitSaeCMt arte del iillilUre. i
Alcitìo, &fuo Epigramma tradotta del Greto. t66.
t6j jtpimamdtt[rf»raCe»teftma. x^6
Alcibiade, &f»a medaglia contrafatta. ^91
Aldo Uaiuitio .libro fmd;i»fcrittitai.t.n^faao-
piaioae delle voci Tibitiaa, «J- Tubitiaet , & che
Ppifithóu xlì.& come crede che ibabbiaa feri
nere Hfcteit. xSt,tr»aa medaglia con f tìtc»a,e’l
moto Fefiina lente ^ ^ ^ xtf
.atleflandr» Imperadore figlinolo diMammet, fne
medaglie dell .Annona ca.S)jium.'t.&jojt. }
Circo. 1 17A.}
fede.t»n.s.7
feliciti con dne teHe,& al nmtfà» antìtro fignre.
medaglia d’orodipefodifttafi wW^lJi.)^
Ciafi'ttia.c. ns-n-f.
liberalità col congiaTÌo.f7JU.S.g.tt.
natte. 171.0. ).
Taee.^i-nn.S,
Troudenga.ftX. 1.4. ~
tperanga. 44.RI1. 4.
frirtA.xS.nM. S.
.AlefjàndroUagno, Crfitemedaglie tonta peUtdi
Itone m tefU , Cr perche , €r in alcune medaglia
(iredein dinetfimodi. 167. nn. i.x.f.^f.(.7Ì.
&g.&itoai.t.tirx legì la ferita àLifaaata col
diadema fa». |8). VOraenlo gUdifft che era fi-
glinolo di Giont .Anemone. tS^del dono.cbe fece
al poeta Cberilo. x
jdtexandria,i.Alexidrea,eameft debba dire, & co
me i fignratanelle medaglie. toojt.t. t.t.4
jtlfaBeU.&nemMfaSiu. éo
.Alfa , & Omega , cbefignifichino. 1 8
Ulfeo fiume, che cofa faccia per Untar di Uretnfa.
cor. <88
Utfonfo Cioccane che cofa dica della Catamta di Tra
iano Imperadare. 117
Ulfanfo , che acqtùHi Toleda come erede [Un-
tore. 144
U^anfo Af r cbiemato il nobile. 144
Ulftrifb^ebiametoCatolito Ai dd Leone, 444
Ulfonfo Af foto di CaHigtia. 444
Utfonfo ultimo Ai di Uragano dona, & qnendo
fit fatte prigieme,& inerbi» libertà, 1^4
4 ^-
•in
OLA.
Ulfare come eia figurato da' Aomani,' pf.tptCS.
Ullegre^a,imer» Uutia cornei figura ntUt-meda-
• Ti
UUaro ftmua ne t tnenfi. j . i dedicale ad Upolline.
1)9. <7 iq).&perchefi córonanano con efjo i
. umcitori.fa.per,bed'UpeHo.na.coafoaaAate
Jla. so, ne'Gintcbi chiamati Titbtj fi carananano
disfi». H)
Ulicite,& fnemedaglle. x 1 t.CoUnia immuae.xi 9
Ulmone fiume. 49
Umadit di Genia opera da chi fk contpofia fecondo i
Torloghefu _ ì t
Umalatic» Ae de'Goti. 441
Umaltea Capra nndri Giont. 154
Untar anta, berba detta fior di velltìo. 171
Umagane cantra Bacco. 1 7 9
Umbrogiodi Maralct ,& opera fua delle Hiflorie,
O antitbili di ipagna. 444
UmelhiSìo .gioia, dt color Tnrpnrco,& s'ajfomiglta
al ria rafia. 17 j
Ummiano Marcelli »» , interprete delle lettere Ctrd
gUfiche. 1 4)
Aaapeti» , piede di ine ftll^breue , & una lunga
ter. 448
UncUfe,& effequiefue. 17)
Uncb»rà,ftgnifica la fermexxf, > ^
Uncile ,cbeeofafia.ì sf.come ftbàdafcrinere.ij.0
Uneo Marcio medaglia confolare conrnoa cantilo
Jbprftnpontc.tXfJLX.O-x.eoa'Hiema Vàpilio,
1.4
Uudalncia TronÌMtia,& fne medaglie. 4)4.
detta Betica.o altrimenti Lafiuria. 4 il.
Undrea fuUioflampi il pri mo libradi medaglie.if.
in ebe tempo. 497
Uafitbeatro in che i digerente dal Theatro , & dal
Circo, &d chef emina ; i dette haggf Colifeo , rCT
percbe.iii fua figura inmedaglie. ii)
UngnlìaperUngifiaerTortd'imprtgoriia yer/i
dlMartiale. 1.1 1
UaimaUdiuerfidedicati agli Dei raui. 1 S9.& igr3
dificoltd à eanofcerli, ef J faper par qual cagione,
li figuragero nelle medaglie, t.)S
Umfihalesi eondtffe tanto uiciua a Aama, che lan-
cii Tra bafia dentro le mura , dicidoUcdpttc 494
Unnibale fi feriue con ajptratioue precedente aT con,
doppia. n.& donde deriui tal nome. 478
Unnona,& fuafiguranellemedagUe.i». 7».
Unthemio !ntp,col rouerfeio deUtfalute.7 4.11.14^)
Untino», medaglia Greca de ipopoli Uchei, 1)9.
IUMI.1.4.
Untioebo Epifane. tfx, fne medaglia Greca, tdx.
UU.4.S.
Untilìio Labeone Ciurifconfolto contradiceut al-
[imperadare per rigor della legge regia, ij)
Untonia Uufufia.fna egigie in medaglie, tx.n.4 p,
Untoràj famigUa A?mana da chi defeendefierv, 1 9
Antonino Pio . & fua egigie in medaglie.iS.nu.t.x.
Annona.car.Sf.n.1 }.7.& 8.
Ctìafalet,xi.n.i.
Centauro,m,dagliaCrtca,i6sA.l.x. '
Colonna.iiSjm-4, I
Coactrdia.40 ».x.miamedagliaGrtca,it. 9).
Con-
É
T A V
Cv^tntànt. 1 1 i.m. t.
Duna Efefu. 1 7S
Efcnlapio.17
Fede. jS.iM.io.
Felicttà.eaT.fOJum.6 & 7 . }.
tP-ear.ii.nnm.f. rappre/inuu condite cor-
nneopiae& duefancìniU in cinta.car.6i 1 1.
fortuna rapprefenuu eà na dóna-cbefldagiace
re nel lettiflemio-medaglin Greea^.6f.n.i.cò
la relagonfia, medaglia GrecaMr.6}Ji.9. ci
la fortm obfeqiiente.6^.n.i.
CiuHida.4f.nn.}.
Ilalia.Kar.91.nu i,&9t.nu.i.
Liieralili rapprefentau contrefignre.67aiu.t.
Mane con le j^lie. 17 1 .m. i.
Moneta 7 ì.nu.7.
MnnifictnT^ rapprefenlata cSun elefante. 6S.m-
■ .(ira.
Tauone, Aquila, & Ciuetta.t}9.n,i.
Vieti. car.}i.n.}.l!r ear. }f.nu.7.to.conEnta,
& Ancbife per la rietd.car.}4,nu. 7.tìr S.
Trouidengaliguraucolfolgareear,} 7 Jium. 7 .
J{pina conta lupa, Hpmolo,& l{emo,& l'uccello
Ticcbio.car. 9 } .nu.S.
Hpmolo con le Ipoglie, 1 7 1 atu.u
Salule.7}.nn.i.&i-
Serpente vccifo dakercole ne gli berti Helperq-et
coglie i pomipn una medagl ia Greca. it6.n.a.
Scudi cbiamad Ancitii-if}. nu.t.
yittoria. che incorona Clmperadore,&u‘èun'at-
tra figura, car. ji. nnm. x. pur'unaltta
IW.8.
tMonino Elagabato , &fne medagliette^ Elag*.
belo.
M. Antonio Confole col litno.ear. ffMi. f.&t.een
Ciotte Ammone. i84-ou.7.8.
AnloniodiCneuarafingenaanticaglie,& bifione,
car. **»
Antonio di Lebrifa delta pena di falliti. nnt
Ape Ki non hi pngnelo , &fnd allnfune, ni
Apici ibecofa fieno. e Si
Apis 17 fanedaglie ione i figurato.
Apollo A cui i dedicata la lira, falloro,& il tripode.
}} f. 14}. Cinocbi Titbtj fi fiaccano abonorfno,
tar.tafferchefiegliddl'alloro, il Tripode, &
ilCrifone.vjo.& 171. yitlorie , che hebbe del
dragoneVitboae. ju.<? 170.& nel medaglie fi
uedecon l'alloro inmano,ear.i70.n.}.ammag_
^ii Ciclopi. ‘79
AppellarfipoienailpopolodiUpma d» «igw Uagt-
Hrato, fuor che dal Dittatore, ‘Ì 4
Appia uia qual fofie. n6x
A^ioCieco,&jueopere. »77
Appio herba in cbe giuochi s’incoronauanod'ejl^ 14}
Upideiotratta del Crotào,delLme, &de'faeer-
doti di Cibele. 6t^i7C
Aqnilai reginadi tuttigliuccelli ,& perche. 141. fi
meteua ne’catafalcbi degli ImperadoriAlTla cagio
ue,& era dedicataa Clone. 1 10^ perche. 1 40^
i4i.n>nK^a unpanone\&unaCinetta,cbefi-
gÀ^ichi nelle medaglie. t}f,di rileno da chi fipe
forteto fopra un hàfit mdernu,et em^bmtmuti
OLA.
lelie.toi..figorata indiuerfe medaglie, tti. &
iixJfiporta il folgori col becco. 14»
.Uqùlioimedagl'u còfotare ci la Sicilia.96jd,
f.conUuiitù.i9.nn.4.
Ciu.Aqiùlia,niedagliaconlaConcordia. )j.mi. 7 . 8 .
eS- ^ rapprefentau con trefignre.40Mu. 1 1.
.Arabia, fuincia, et fina figura nelle medaglie. 100.101
Arcbemoro,o Palemone , ir fuoi giuochi, nei quali i
yincitoris’incoronauanod'Apio. 14 S
Arcbiflmini nominati ne'decreuli di Cratiano.xi }
Arco Trionfate di Tito.9l.fuodifegno.114.di Tram
no ,&diCoftantino.liS.fuodiIegno.txS.<it^‘‘
nero,& fino difigno. ti}.di Portogallo boggi chiù
mato,i chi folli dedicato,& fino difegno. iti.lldi-
Jegno d’un'altro cbefldapprelfofan Giorgio, fenga
flatnedicbi fcffe, tar. I »«.
rati nelle medaglie. 1 »7.<S- H 7 - come delti da gli
antichi più elegantemente.i 17. unjoloji ne uede
in llpagna, & i chi é dedicato, & fuo difegno. 1 1*
Areo,<f Inette di Hercole i}9.da chi berediute. 1 69
Arena.che parte del Colifeofojfe. _
.AretaA^e di Mauritania con un tempio. 1 8 x.». * ety
.Aretufa, fontana mefia nelle medaglie in figura di u-
ne iella di donTella,& in effe fonte fono di molti
Pcfci. . .
n/irgentonio chiamato da Tlinìo Tarufoo Xj S
argo,ammag^ato da Mercurio. & conuertito in
Vanone da Giunone. ^ *44
.Adriadne figliuola di Minor. tSt
.Arieteanacbina antica da batter le mura. IX}
.Ariane, &fuafauota. * 4 <
Ariilotiìe,& fuamedagtia, falfa.
.Arme deUe famiglie .cbeboggidi iufano da quanto
tempo in qui fi fon introdotte, tot
.Armenia •Prouincia , & fuafigurdt • o *
Armille.cbecofafieno. h
.Amùlnflrum, & Tubiluflmin,tbe pgnificbino itx
.Arpie come fi figurauano.1 S S-& medaglie douefie-
Aiy»^Di« del SUeiaio,&fuapgiira nelle meda-
Arriani.cbe ufitno tuttiglialtrT caratteri fuor cbt.n
<?■ », per fattola tenuta daU' .Autore, « •
Arti da ehi mandati in rouina. 1 4,eome crefcano. 41
A fta Prouincia,& fua figura nelle medaglie. 96. 97.
eù Prouincie delle /«e fi trottino in medaglie. 84
.Afilli cioè franchigie leuate digli antichi. 179
AfinioPottione. . „
AfinoJùatcfiaperebelameUeuanogli Egitil. l «4
Alfe,Comefegnatoinniedagtie.9Mi.7.&S.
Alla Ksgia una delle otto colonie dell .Andatucu,
car, 4x8
Aftigitania.AugnllaFirma colonia, »x8
Morga colonia, ‘99
Afiuriaconuento iella Spaglia citeriore. 199
Atbanagildo , K‘ fle doti. * 4 *
Athanarico Af de' Coti. _ 041
Athene perche fi nominò col nomtiiMinerua.i 44 .&
per che ponga ciuelte nelle Jue monete. 1 1 9. nnm.
t .6 6 .car.txnu.\i.& ti.
.Atbeniefi, thefaceanaaiCoiinli, & aiSlracnfam
lorofrigiom,
TP »
V..
T A V
^flìlh StrrM» Ftifìuoìo di ^ailio l{tgkto, I SS
^lis. 17S
t/tiUitemomr. »J7
^ttantica ifoU , i]7
^i(Ù4 ftueiU i elegakU. 17 1
^uiopotldtragitOi&jMCode. aio
^Hgwrri , & loroauttoriii. 17 ;
eiU.^iigitHoféi>uli Sarago 7 ^,& e luminalo nel-
la facra fcrinnra. 1 j./i pregiò di haner per afted!
te il Caprieomo,&lc mi/e nelle faa medaglie. ■ 1
^ i<) diede priuilegi aUedome, che haueam
tre figliiioli,& anande li data d quelle, che nò gli
baueano, come lo dimandaaano.p 8. Vigliò titolo
al principio di Trinnnir /(eip.tonfiitnìda, nò per
l/preaua per ein^e anni in.iO}.percie fi feri
na .ytngn/lnt dim F.I ff.la fna medaglia col mo
to Feflina Lente.non -rednta ne creduta ie!t.Aut-
tore.ip.altre medaglie nominate.ioi.xof.iao.
7/5 fi chiamò .Angufiofi non molli anni dopo il
Jno lmperio,nemeno fi nominòVontifite ma/fimo
finche non mori Marco Lepido. loj.Couemò co
titolo di Imperadoreper nirtu della legge l/egia,
tìf.&yn fogno fuo nj
Sue medaglie.
M. Agrippa. f SJi.8.car.iptJi.t.& },&ea, ip;.
nxiK.i.C'' 1.
^reo.ear.iiy.nn.t.
^rmenia.car.ioi.n.i.& }.
-Afia.car.fj.nu.\.
Bilbili boggi Calaiaind, cime alctaà ered»na.ca.
iio.nn.i.& )•
Calaborra car.it iMi.t.x.f.
Caio,& Lucio Cefari.car.io^,au.]..& f.
T. CariCu.car ijS.m.4.
Capricomi.car.t
Celfa car.if6.nn.t.i.&j.
CejarauguflaJioggi SaragoXXP-cr. >08.». t.&t'.
cécodrillo legato ad -ma patma.pp.nn.y.trb.O'
car.t9i.nn.t.& a.
ColmeVairitia.beggiCordna.iip.nii. t.
Colonia ^pmnlenfeper Sinigliaxar.x fi.nnm./-
& 5.
Colonna rofhatajarte.f f. numaao.a-<Fea.t ip.
iunn.4.
Corona Cinica car.t.nnA-^ /•
CaroiM conlefchi,^ patere.ear.pj ji.j. & 9-
Corena Ppftrata.car. f!.nn. 6. 7 . & t.'
Corona di alloro.ear. sf.nn.1 .C 4.
Diana con l'arco, Cr cane, ear.tyy, nn.x.^f^
M.Durmio Co»fole.car.f.du. 1 1.
Eber,bora Eneradelta.ear.iip.nn. t.
Igitto figurate col Cocodrillo.car.pp.nn. ).
Emerita.ear.X}8jin.1.i. >.&^.
grcanica alcuni credono, che fin Alcagmt ear.it 1
U. X.& ».
Eternità figurata con vn lempio.ear.is. n.i.& a.
ao£jiM.i,^a.
C.CiulioClfartAar.tf.Hu.r.& 9 xa.tpjJU.l.
Honore, cui la firn tefta con una quadriga, ewr, j.
«11.to.11.
Ilerda boggi UridaAar.iprfjut.8.
C-EUru.car.tMLt.
OLA.
0/(4. boggi detta HnefcaAtr.i ip.Mt.i.a.d' |.
Vulpite detto Hpfìraaar.ffjin. f,
Cn.Vifone.e.6.nn 6.
Vrouideitga rappiefentata con un'ara, car.jy.n.4.
Scudi chiamati Amili, cor. i s}ml x.&).
Segobrica, boggi dotta Segorue.car.iti.uu. 5.
Segouia.ear.1 a ; jm. j .
Sirena,iar. i ;£ji«.».
C. Sulpicio. car.jf. »««i.).
Tempio dell'elemitd.car.ijMi.t.& i.&e. lof.
Toga pitta, figurata nelle medaglie.e. 80 n.S.p
Tnriafoboggi Taragonaxar,iop. nu.1.
Turpilliano con Bacco. ear.fS.nu. j .O* S.
tutoria con unofeudo in mano.cur. ff.na. 1.
yittoria della CiudeaMedeglia Greca. ea. j i .». I .
y moria T/auale da un lato, Cr Uall'altro una qua •
driga.car.f f.nH.lo.& il.
.Auorio.i il dente delt Eie fante, ut ne era gran quanti-
tà in Affrica,di (tene era portato a Hpma. pa
-Aureliano,con la Concordiauar.noai.f.S.
"Preuidenga co» due figure.ear. jS.».5.
M-Aurelio.Sue medaglie.
.Aquila, car.i a 1 .««.4.^ j.
Catafalco car.i 1 i.nu.).
Concordia con due figure.^, nn. 7.
Galea, 0 7 {aueaa. 6 1 .«.4.
Cionentìt.car.} 6.nu.7.9,<ò p,
Honere.car 3 1 .mi. i 4.
liberalitàci un Cògiario.67.nu.i.unattro.u.ti,
Ubmà.ear.8 i.nu.f.
Tietd.f i nu.S.y.Cr S.& (47. logMex.).
Treuidenga.fS.nu.i.
Hfligione. }y.nu. 1.&1.
Hpma con la lupa,& K,pmelo,& Hpne.pfM.f
Salule.yj.nu.f.
SecuriU,una figura àfedertA^.na. 4.
Tenere.io).nu.t.
yenere Pafia,&fuetempio,medagUa Greca, car.
ij».«».4.
yittoria farlic4.tar.f j Mi.t.
P
B odeco trionfò dell'India , & domò te fidre. t Sp.fi
guraio nelle medaglie,ér nelle pietre. 1/0.4 lui
fimo dedicate le Tigri. C de gli alberi , (bella-
ra, la Ulte-, de' frutti fune. ifp.& tSp. fi net
paefe di Campagna ieompetenga con Cerere, &
Minerua.Venbe gli dedicano le tigri, fatiri , fi-
leni.maf ebete jirli,& CbeUera. car. iSp. infieme
eon una Tigre è intagliato intmagranata.ca. ijo.
Barbetta diuina.cbe fignifitbi. 171
Badalona,uedi Bactnlo.
Baetnio, municipio de'Bpmani, bora ietto Badalona ,
car, xpg
Bagni come fi chiamauono. %fp
Balbino con la lxbtraUli.ur.SSjui. t.(Ì7 ].
Samba I(i per yuamba. car. tu
Bambola,uedi Bilbili,
Barba quando fitagUaiit la primtuollai die cofa fi
fteua, 7<
• 47 *
T A V
’&drttUatu t«mt chiamata itmlcmientc,& ara cqU-
t^t.di cjjd nonjcncjotto vetliue me-
daglic.iai.Cliiamata Tunica Bercino da Aujouio
Callo.& (e fu fondata da Hcrcoie, Opinione della
fua origineprefa dalla ctmoloiia del nome, 149 .
ni ima ii^criltione moderna di ejja. Della fua
antichità parla Cirolomo Taolo; & perche fi feri-
na da certo tipo in qua Barchinona , ir non Berci-
no, ifS, detta Barehinoua nelle infcrittioni fal-
le, tfì
^artolomeo,Amantiodelle infcrittioni ditnttoilmó
do. api
Bartolomeo Soccino delt yfnra eentefima , 1 4 *
Baftiano del Tiombo gran Titiore, a 19
Bafiliea ylpia,& lafiia figura in ma medaglia, car,
ii7.<J'ii8.
Bafilicheehe cofafofferot&àehefernijfero, 117
Bafioni^chefit nedono nelle medaglie , che feruiuano
per infegna delle Cohorti, }7
Bafluli.Topoli,
Boto fondatore diOirene, >8}
Heecbe,& chi le porti, 8 1
Becco fidaaUcrcMrio,i7t,&d>efifaeciadella fina
pelle, «7 4
Bellare delle pecore come fi debba proferire, 60
Bellerofonte fui Tegafeo cibattetò laCbimera, 1 jo
Bellitani erano di Mnnicipio,&horanòfiid qnai fio-
no,car, ■ 99
Bellona,&TaBade,ebe differenga fiafra loro, 148.
&ehifoffe, 47 7
T. BenAo Cardinale tUebiara m luogo d'ma epiUo
la di Cicerone, 5
Benijecondotopirùone de'filofofieqnaU,& quanti fie
no, 6 a
Serecintia,lfide,& Tefinmtein recedi Cibele-iyB
Bernardino Scardonio fece imprimere m libro delle
infcrittioni di Tadoua. ip9
Berofo , & fuoi libri finti , che vanno attorno, 1 47
Beretino thè fi metteua in tefia allo fchiauo quando fi
faceua libero . conce erafatto,in medaglie della li
berta fi vede, Cf di M,Brulo. 1 1 .c! 78 1.
Beta lettera, prima coti chiamala,^ non Rita, 60
Betica , boggi .Andalncia , era la piùfertile,amena,
ep gentil parte delta Jpagna, xaS
B'ideiuale , che cofa fia, 131
Bigati,monete, quali fieno. (
BUbiliJioggi chiamalo Calatami, fe ben altri vogli
no che non fia Calataiudfenonvn lnogo,cbiama-
, lo Bambola,Sj. era municipio come fi vede nelle
medaglie, i fne medaglie. ito. fi nominato
-Augufla, &fù fattoMnnicipio per beneficio it-An
guHo, &diefjoeraUartiale,ii 1. che arme fac-
cia al prefente, Ilo
Bilblitanot agrot è errar di fcrittorì,volédo direodd
Bilbilitanotfolamenle, 11 1
Bifcaigitani erano,di Municipio aP nSfiid bora qnai
fieno, t)f
Rita, vedi Beta,
Blande boggi Blattetmunic^io, 199
Blanet, vedi Blande,
BoccadiToggp.cbeeraiuDelo, > 7 °
Borfa, che portaMerenrio in mano,fcbegli fidk-tyi
OLA.
Buoi fe fieno mafchi.ò femiue tome fi conofeano dal-
le corna. loS. quando fóndne buoi nelle medaglie
che fignifiibino. 185
Bracata , hoggi detta Braga citld in Portogallo.Tli-
nio la chiama couucnto della Spagna citeriore ■ i
Tarracoaefe, 2 J7
Bretagnagrande,& piccola perche. 1 90
Brochtero come iletio latìnameaie. S6
M. Bruto in medaglie con due pugnali.ear. tì.n.t.&
t.& in effe fi veggono cofe dei primi Cifoli, ciuf
di.L.Bruto.i). t io. fne lodi, lóo.vedi L.Ciunio
Bucefalo d'Uleffandro MagnoAp mcdaglie,doue fi
vede figuralo, i (7.00.7 .& f.
Bndeo delle Teffere frumentarie.SS. delf vfura cltefi
ma . laS
Buono euento in medaglie confolare col Tutcal fcri-
bonio.i)iJ>.t.& p.con B,oma.n. qj& (.
C.
C ,Sola figftifiea olonia. 197
C.per G. fi ftriueua anticamente. tix.x/,1
C.non.T tulle parole Tatriciut,Aedilicint,& fimi-
li. 278
C.t'.T.T.cbefignifichi nelle monete di Tarracona.
car. iq.iai.&tof
Caduceo chiamato virgola diuina , É' ebefoffe ap-
p'tffogli antichi , & che fignificbUa. 42.4 ] ,57 .
ft.O’ S9 fidiaMcrcurio.f pi f9.& lyt.
Caia perche fi ferina con la C.alrmirfcio. 2(0
Caif erano delti i liberti di donne, & perche. 2(0
Caio, & L.Ceftri furonofigliuoli diM.Agrippa, (P
di Giulia figliuola di -dnguflo. jo;
O«»o yerre accufato da QJàretico , & da Metello >
epdiffefoda Q.Hortenfio. 3.61
Caifiro fiume. 108
Caifiro parola intefa ignorantemente perCigno.iog
Clagurritani tfafici furono, fecondo Tlinio del Tri-
nilegio di Munipq , & fecondo altri delle colo-
nie. 212
alagnrritaui P'tbularmfiJecondoTlinid .furono co-
quiUati da CefareMuguJlo.ePglifcee.aiptdiarii,
0 tributarii. 212
Calahorra fefita municipio , i Colonia . & fue me-
daglie. car. 2 17. 2 1 j. <>■ due fono le Calahorre:
car. 409.212
Calataind detta Bilbili città in .Aragona , che arme
faccia al prefente,& fne medaglie, iio.vi fqtfac-
elue buone per tempera di ferro. S7.& 200
Calenovino. 16 1
Caleno,vedi Fufio.
Cai igaappreffoi Romaniche cofa fia. ^ 214
Caligola Imperadore perche coti fi chiamò. 1 1 q.Jno
itafimoMr.tf. Sue medaglie.
,Agrippina.car.x}.nu.f.& li.
Bilbili.xiojia,a.eff,
Calahorra.car xip nu.x.&}.
Libertà col Pileo.ear.S 2.IW.2.
OfcaJioggiHnefca.c.7Ji.s.&.S.&e.xi7.n.8,f.
Pietà rapprefentata ter vna donna a federe, &nel
rouejciohàvnfacrificio.c. f iJi,a,S,
Calice Colonia de'Tiri di Sidonia,&poi de'Cartngi
uefi,& de'l[omani.x}7. medaglie deferille dal-
[.Auiore con lettere incogniUAo.x f 6.n. ^ep 3.
Calliope
TAVOLA
CdUiopiMiift jìgiirdU mmeddglit.c.tj7.u.t.&A>
CSbutóri di mtacte ci che ftcilui It contfc4)it.X90
CdmilU , cheftgnificbi, car. 1 1
Ctmptdd diyiliglu filiu fonar itfc in cofe grani,
& fucccjji,& piante *0111 fi li.cbc bobbio fo
naio.car. > 94
Cadelobro di Giernfalfmt mi apio di Salomom.fS
Cani, & Cerni dedicati d Diana, cor, i J 9. medaglie
donep*eggano.car. >77
Catù di Scilla , medaglia , nella ^nale fono fignrati .
car,tf9.chefignifichinoj:ar. t*o
Canonigatione appreso i Gentili , che fio. cor. 1 10.
medaglie ione effa fi yegga. cor. i»I
CStabri furono fo^iogati da Cefare ,Angnfio.c. ni
Cappello con [ali a Hercnrioaar. i j f. figurato con
efio nelle medaglie. car, _ 17»
Capitan Generale era tofteffo apprefio i l{pmani,ehe
Jmperadoreaar. ifS
Capo coperto haueuano le donne in Cbiefa,&fì co-
mandamento di S.Taolo,& mfacrificigli Im
peradori,& i facerdotì. car. fo
Capoani erano chiamati Trelori. car. 1 8 S
Cappadocia pronincia come figurata ntUe medaglie
car.iot.fuoveffiBoxar. 101
CapeOa ardente nelle medaglie /.Adriano, c. no
Capra .Amaltea atttui Cioue.&fua pelleaar. 1 ; 1
Capricomoafeeniente /AuguSiolemifeneUe fue
medaglie.car, 1 1
Caprone col Caduceo a Mercurio, car. 1 7 1 . dr j 7 1 .
Caracolla perche coti cbiamatoaar. xìj perche non
nette ijuelio nome nelle medaglie.car.x n, fi-
gliuolo di Seuero. car. 6 9. Sue medaglie.
.ApoUim con [alloro in mano.car.i 70. num.t.
Ctrco.coT.t I t.num.x.lS' },
Efculapio.car.t7 s.num.l.& X. (nu.8.
Fortuna co la vela gàfia medaglia greca, car, 6 }.
Fortuna reduce.carAfMum.7.
Jndulgenga,*nadouma Jedert [oprava leone,
che correaar.69.num.$.
frouidenga.ear. yg. num.t.
Seeuritd publica. car.oS.numA^
Venere Vafia.&fuo tempio, car. t7f. num.t.
Vittoria Britannica, car, 5 1 . nnw. x.*n carro da
due eauaUi con la vittoria.car.{xjium. f.&C,
Carcere,cbe luogo era nel circo, car. 11/
Carcere Tulliano che cofafiabeggi, car, tj)
Cardinali eU che color vanno vefìiti quando portano
bruno.car. 171
Cardinali quali habbianotilolo. & >n« fi priuato
per ^rm adente del fino titolo, car, 144
Carìadi che cofafia.&fuoi pericoli, car, 1 59
TXarifio, medaglia cSfolarecófatefia della beoMo
neUA.7 XJI.S.& 9.(5 la Sfinge, c. i sj-n.f. (.
T.Carifio, medaglia /.Augullo.car.xitjium.y.
Cariti fra Cbriftiani,come figurata.cat, ) t
Carlo Sigonio, &fua opinione circa il veWto d/Bp
maùaar. 77 alelpriuil^iode’latinLcar.xoo.
de Iure Italia, & Prouhuiarunt. car. uo.de i
Ciudici delle queSìioni.car. igj
Carmona,&fuofilo,&fertilitiaar,X}xATmeda-
gUe.car.xjf.num.xAT §.
tanidatMfuroMtrtnttLcar. gaa
Canaondedetta.ear.tes.monetafattadiefianella
Chinaaar, 189
Cartagena.o Cartagine nuoua fù fidata da Cartagine
fi,& fiColoina,<!r capo di Còuento.car. 1 99.
quando difirutta.CT da chi, 114.
Cartagim,Cr fua competenza co’Bpmani. car. tSf.
perche cofi detta, car, tiy. fue medaglie, car.
iSi,nu.i.x.4,& f. *• altra di metallo chia-
moto elettro, car, i87.JUtn. a. & i.dichiarà-
tiom delle fiiemedagjliexar.iÌ7.i Cartagine fi
ti delti Veni,& la /or lingua Tunieaaar. 1 88>
V fonano moneta di cuoio. Vna infcriltione di
vna medaglia di Cartagine di Cuntanundo He
tergo de !'andali,& le medaglie di quefia Cit
td delle qualfji legge in vn dulogo,cbefidfra
le opere diTlatonejai fitrouano.c. 1 89. perche
impuntino il cauallo nelle lor monete. c.i86.
delle medaglie di efia neffuno nebd trattato.
car.iiijjualifienoJar. iSf
Carttgimnuoua.*ediCartagena, (nu.i.&t.
Carteia qual fia,&fua medaglia.car.1) S.IP c.xyg,
Caffandra,& .Aiace Oileo-car. 141
Civette di legno, & Jauorio vjkteda gli antichi
perriporuilemonete.car, 6
Caffiadoro,&fuo luogo ciiaio,doue egli ferine come
ficorreuamlCirco.car. 116
C. Caffio, medaglia confolare conlateRa della liber
td.car.i }.num.6.& 9.
Q. Caffio,medaglia confolare con la tefia della liber
tJ.car.8f.num.a.&7.
Cafiel S .Angelo, che eofa foffe anticami!te.car. no
Catafalco che fi focena mila canonigalione vana de
gli antichi, car, 119. medaglie doue fi ve-
de figurato, car. no
Catanefi,medaglia co duegiouani Siciliani,che por-
tano il lor padre, figurati per la pietd. car.jq,
num.y & lofieho in quelle di Seflo Tompeo,
car.iaMem.l.& 3.
Catania in Sicilia Cittd foggetta agli mèdi] per la
vicinSzf del mite Etna.f {. medaglia ci [ima
ginedi duegiouani StciÙani.c . ) 4 ' (-ar.xsy
L. Catilina,& donde behbe origine la fua famigÙa.
U, Catone il primo fi buomo molto Sinuato, Cfi
del Municipio di Tufculo. car. xtf. medaglia
fuaconfolare.tar.9. numA^& s-
M. Catone U fecondo &fua lode.car.xfo.& x8l Jn
fcrittionefua, che dicono effer in Devia, [aut-
tore lhdperfofpetta.car. x8f,& 194.
Catullolodatoperlapoefia.car. x6o
CauaUierife erano nobili apprefio ai H/mani,et qua
li difierèti fieno da Cauallieri de'noflri tépi, 119
Canallieri della tavola rito*da,o de' dodici Paladini,
edel[Ifolaferma.car. iSS
CaualUeri 7 {apoÌitani molto nobili & antichi. c. 4tf
Cavalli fi danno a‘Hettuno,&percbe.car. tft.eS'
if9.& la favola di Tal lode jar. 144
Cavalli di Portogallo quali fieno. Et quel di Terfeo,
il quale vfei del lagne di Medufa. 1 yo.di ìlapo
li. at. vanno tlga freno nella Mauritania. 91
Cavallo fi metteva per rouefeio fu le monete di Tqa-
poli,& vna facetia [opra cii.car. 44
Cavallvcciojntuaa di Hi^oli,&fua origine.e.,^
Cauffa
T A V
Cmfft pdnta latiiu ferìu età im. SS 4 £j_
Ctcaiechiftfie.m. *_L 2 _
Cteilù era rna ditte fii aulì che famigtit • Mcttcbt
fUbea .ebefeffe ia Homa,etJua erigi'ufef U» Fe-
fi».etr. *di_
Cetitia Metetta figlia di Q^o Metett»,car.acj>.&
faafefaltaa, 0 ‘Ffiulh.eaT, adi
CedliaTaiujail Duglie del UelM̻Tar(iiiime,i'i9
Cttulachifofie.car. '
Celata, & feiidt a htiaerua. ear. i ; nedagtie. far.
1 4 eafe figurate uettàctlata di M mer-
ita, tar. I ég.ty t ette medaglie, tar. i . ’ìd Ua ma
cotanaa. tar, HT_ftgtàfieafortt^:(a nette meda-
glie.tar, **®-,
Celeri fignifiea gente da Cauatlo.ear, >8^
Celio monte chi li diede f urlio nome.tar. * xfi_
Cetfa fella parola latina.car. >94
Celpt Colonia bora fi chiama feiliglia. tar. i a a lue
medailie.car.iQ e . i ne yeggono alcune to jet
tere incognite, tbt potrebbouo efier di Celfa. tar.
X Mtte,cbe hanno lettere Latine , & ^a-
gnuoletoe impronto habhiano,& i» ijf» *»/» »»
ponte,t<imereferi[ce Strabone.car, «»j
Cenere dei morti deificati doue le portauano. tar. iii_
Cenfore -neftiua di potporaxar. 7 "
Cenforii{uidoi>oltuano taflaraltmà dinfamiaetA
non poteffcxo dar il larfuffragioglifaceuan» titta
dini fem(a fugragio.ear. >sS_
Cenforinii&Filippi erano detta famiglia Martia.
far. I »ll -
CHauri che eofa fteno.& medaglie doue fieno figura
' I ».c<r.i6ì.i.4. '■■'• -.8 i M^iJgl^ailfeg*»
del Sagttario,afeè>ero,tbefitTonino.t.i 6 i.fo-
pinione di alcuni circa quejlo. ear. i C ^fmttagiia
d’efft doue era feolpita tar. 1/4
Centurie, Curied^-Trihù in che fieno differéti.e. iji_
Centurioprimipili‘lualfofie.car.
Cepione.redi Vifone.car. 4
Ceriero,cane di Tintone, & la fua figura in meda-
glie.tar. »74
Cere Cittd,ibe priuilegio hehbe da'Rpmani.car. i
Cerere cercando Troferpina fi addormenta coiiMpa
mri.car.ó.y.lelì danno ferpi con [ali,& jpigbe di
grano,& papaueri. ear. i <9. 111. xfg. : jpetèza
con Bacco, & Minema.ear.iCttJimctte nette me
• di^lie per lignificar l’aioudau^a di grano . car.
iJS.fi madre di Troferpinam lamento fatto có
Cioue,& lue medaglie, èr la fua fonala fta da in-
tendere per il tempo detta rkolta^ear, ixx
Ceruera,luogo,iCaflettoinCaUlogna,car, aoo
Cerni fi danno dDiana car.
Cmtio cena le ferpi di fitto terra , & leamma^.
tar. .90
Cefare,che fignifichi in lingua latina, & parche coti
chiamato , C fua origine, ear. S > oitlii titolo di
J>ittatere,ef di Confotexar.i zìi furono dati i
Flamini, car.x f i.fua effigie nette medaglia . ear.
XI.& S2.-? tù in effe chiamato TadredettaTa-
trio, car.it X .fue medaglie.
Cefire con Auguflo.car.i ) J ium.i. & 8^.
Corou dalltro in una medaglia eonfilan. efjS^
num.i.tìt 4._
O L A.
C. Coffutio con Cefare omnantalo. caiJLjtAn 1)
• trg .s' !a /leffà ear. ! Si nnm i.i.c: i \
£lelaute,& limifacerduiali.cjr.So.uum
L.Fm^conTttté manig, i'nte.car.y. n oii.l^ ^
iro.car. fi. i.im.i .eP' a
U. Mettio col lituo,& il 1
Tield, medaglia eàfolare fi una Cicogna appreffo
il uifo Cuna donna jin. 1 -& u-jar.f } con Un-
chife,& £»«.f«’. 4.'" ’
Cefare Slrabone,una mfcritiione,& chifia . c a.iSt.
Ce foni onde d iili.car.to.
CeHi che fieno.ear. S$d_
L. Ceflio, medaglia eonfilart con la teSladeX .Afri-
e a.car. o.n.- y 8
C^trathoeofifia.ear, x 8
Cherichetioaletlo da'Kjnuani Camilo.car.
CAerfonefi,medSglia Greca.car. 1 c &num.j.ó' 8 ._
Cbiefadi finta Coflan^a in Boma d ehi fi erede fta
Rata d L.:uM,c- fi ori’ adietro era tempio diiac
to.car. 4 Z_
Chij popolianedagUa Greca, ear.a.j.^itm.1.1. & f.
Chimera che fia.car.i t,^come fu figurata da E fiotto '
&■ Lucretio,C in medaglie, tr in pietre, car. 1
Chinttafuindo He,f}t fua medaglia deferitta datt’.Aut
tare . car. comr fibà da nominare conforme
- alt infcriitione di Merita.car. »4i_
CbintiU Bette Goti. car. 14»
Chiocciole eorronoper moneta nette Inttie,car. 1 89
Cbiodhuedi latitlaui.car. 1 7 4
Chori delle comedie.cf tragedie, car, 1 7 1 .
ebrifliani chiamati Fulminiferi ear.t^x. lotmira-
eolo nell efferctto di Marco Aureìjo.csr. 1 4 h~S'e-
neuano per mal fatto il coronarfi tt‘attoro.car. I S x
C H Jii s T o Tipftro Signore ptedieè,& pati la mòr
te lotto Tiberio Imperattore. car. i fjer che fi
ferina generalmente con ijue/la cifra fjfu es-per
che tti^ui yflr di li fi ponga f.Alfa ,& OiiKgo >
fipra molte J}orte delle Chiefe . car. i6.ihiprnpia
iomproitinelle monete, ear. io-la detta cifra fi
uede in molte medaglie. e ar.i6 <*7,0.-
Cibele,& Tefiiiòte i lofleffi.car. 1 76I a federe fopra
un leone nel Circo, car. 1 liUefidanno leoni , li
pino,& itc r„:aio.cjr.ilì.! S- 1 ;ijuoiamori,car.
tUj^dilignoifeffd fi uedefiampato . car. 1 7 I*_
frafigura nette medaglie.car. iidlcficaflatuafo-
leuano portar à lattar ai fiume ,Alm ont Aa,6^jmc
me fi fileno figurare.tar.
Cicerone doue,Cf ijuandonaeijue.car.xCtt.Jue lodi,
car. i } o .dice l' ouer due Tatrie l^oiiWi & Arpèno,
r. m' y a chiamato Imperadoreperunauitto^
thebehie.ear,i J5 j>' 164 un luogo di unaepifio
la fua interpretato dal Bembo, ear. j.Ju edite , cr
confole.car.ittx-glidiederoi Bomaui una taroM
propofitoutididireTreduflioueM.tar, 117
Ciclopi fi fanno le frette come dice Kirgilio.car. 1 41^
Ciclopi morti da ApoUo.eat. • 4j>_
GcoguafigurauperlaTieti,&percbe, &fignrati-
nette medaglie.car. ft.& )f.
Cifra del Denario,Qmnario,& Sefiertio, & le meda
glutdoue fono figurali c ar.r.S
C^e,& note, & Ìeltertpnetieolatìinehefienodifi-
if enti.car.X99.
Ciana,
Dk:
T A V
CmM,& JmUie.
CMitftltchtfvttdiaàultftt, &Jdtbi tiort-
t> per Dit-car. , .
Circo i» v:rmot y.ycfa^.jiio.Mr.l u?.i» me-
dtglUdiCtrtulU, & éditrù i- i< 1 17
Circo Md(fimo.car. che fer^iiu, tip ìb tpe dift-
rtntt dèi Teètro ,& ^»fitatn.ur.i luIi medt
ifie dome fu fanroCo.LULaJ .i.t-C/ii- >1 1 ;•
Céreiu, CtlinU decreti in Afriu 0 mtdèglie tal
Sil^ 4.
, . . . ^
Ctruc9^K9rùUMÌttteimfcrmmtt, az
Ciuàdi Ufi, che cefi iprSuiu lullcfne ifenete. 1 -z_
CUtifCbe fi fècetu Colanit perdem il priuite$ie , che
bene» qpimie era Cittd,&piitùiu quello dell*
Colomo. * 1 08
Cicudiiù fatti feltra fifir*iio erme ufiaii per bifi-
m,ear. hnS.f e*Uii»o fifaceua eiitadiae di , 4 ‘e-
rutoiaitr* Otti perde»* U Cinaiiiutipa di
l^OMo. eat.i rafigaa, che di Cittadiai HmuM
fificea*. liii
CiHetudedicaUa Mùien* perche nelle laedagUe,
cor. t X allenate in ,Ateae. car. 1 40 . Ciuetta,T*»o
ne,tì-UqmU cbefigaifichino nelle medaglie.i } ^
& ft fede in quelle di ,Atbene con Ceffigie di Mi-
lifroo.fj. la.Ca" t :o.
0 anditagginnfe certe lettere allapranoneia Latina,
for.70.ftc medatlie.
,Ai’rippina.ia.nu<n-i‘ & i,
,Àrco.ti7Jin.u '
dZoiìantia 470»wn-4 t.^ fc.
^*0Cf.41.l»OT.4.C?' f.
Clan* lata, età enfi pa-car. Sn^qnandt eemincii ad
yfórfi.ear, 174
Clemenza, &moderatione appreso gli antichi era
deSerenU dflUequitàaar.ad-figurafe nelle meda-
<&•
Cleopatra con MaretUniouio.tyjuim,xoj^tt.
Cliomufa,fignratain medaglie, car. nwn. n.
Clipei, che cefi feffert, »»4
CUnt’Pohlieiopercbeèotidetto.
Clama, & Jue medaglie deferittedet.4»ttore. ear.
it i.& »*<
C*eea,o Grana nenaU di Calati*, tUerida. t2_±
CocidiillOt&Jualigurainmedaglie. »t.&99
Cadice ,& fi» tati» de yeterU nomifmatis poteRate
tomeiimend*. *
Coiptini deBe fam^lie,cbe beggidì e'yjano da quan-
ta tempo in qnd fieno introdotti aar. 1 otJoro ef et-
ti. LÙX
Cobalti, &fiemfegiiedoiitfivegganeur. 101. &
ìnx.ynaehiamaufnlmi»ifera. .4*
Col^ di Boma,che cefi fio, &' da chi edificalo.&,
ptrebeioiifi*ehÌJmat».e.tixUafi*fignr* mme
daglie.ear.t i .o:a’ite ^enie capino. 114
CtUag't^CeBegfiUii Spof/m in Bologna da ehi
fàfindato. 81
Collini da M furono infitnili. t
Colombe fi dauano a f'enerea.t ao.& perche.
Colonia come fi focena, car. t^TTrap^entaU
ndle medaglie per li due buoLcar.iìiJi erano fot
O L A.
te fempre di cittadini domini; & nelle prouincie
erano gouernate per liVrefidi, (T Troconfoli. car.
I p'..< manco che Municipio. & i i-cbe erano pre-
ferite le Colonie a'Municipq. per che. ear. 1 )i^.
& iztr*cHa Spagna citeriore reu'erano i*.car.
i rQ.ilcii’i: erano immuni, cr altre ni.car, 100.
Colaniedinerfe.car.tt c .^ f.'t. ma fitta come
crtdel'aduUotedaG/ulioCefire ,i -dugufl», &
quale /lai ci .Tatriem che figniSehi. car. i)o. la
prima fuCartagfie, ft nominata da Com-
modo .Alcfiaudria Commodiana Togau. cor.ee j .
Coloni* di 1{met , & fio medaglia co'l CocodrU
lo. rj
Colouna,cbterapofia nellempiodiBeUo»*,*cbefir
uifje,&rna medaglia ,doue fi vede figurata, ear.
I47 '-~h 8
Colonna di .detonino Tio in Hpma , & in medaglie.
ear. i li.
Colonna di Caio Duilio. 118
Colo*nadiTraian»inllpma,& in medaglie'- car.
H7.0' 1 18.
Colonnauitì* quale fè legato Curii TO nostro
tumont èia HomainfintaVrafiéde. 11^
Colonna in medaglie ,fipra la quale è la Celata di
Tallade. 1 42.
Colonna famiglia lllufirijjim* dande bebbe origine.
car. TI 2.1
Colonna l{*flrata che fia,tffuafigurain medaglie.
car. ; i 1 1 'j
Colonne di quattro ordini differenti ft veggono nel
Colifeo. 'tJ
Colono fitto dima Colonia perde»* la Citladinann^a
di fipma. _ XlI
Colofenfidnfofffrot&percbtcotidetti. tij
Coloffo di Domitiano. _ H}_
ColoffidifipdidedicatoalSole. o i .6~ ■ l :
Columella , & errai fuo circa l'vfutafemifje. -ììS
Comedie chiamate Trabeate, Vali iole, T ogateat Tre
tefiale.car.f 54.400/1 fieno le Greche Talliate.car.^
IJO.& quali le T^aie,& Treteflatejar. 17 v vi
erano ehori nelle cnmedie antiche di .Arifiofine,
ma 1100 jói in quelle di Tlauto ,& di T erentio, òr
U ragione, di quefio. .
Corniti/, & che cofa fieno 1 Ceuturiati.Curieti, eT
Tributi, iadoueftteueuan». ij»
(fimmodo Imperadore fi vefli della peBe di Lione, &
nelle medaglie fi vede,& perche, t'.'.à i68i
f uè medaglie.
Dianatfefin tri due centi, medaglia Greca, car.
nt.nu.i.& h altrim»di»u.i,ièi}.
fede deSefftrcko rapprefentau con dinerfe figure,
acar.it.uum.d
felieitd rapprejemal* con due cornucopie ,& vn
caduceo car. CJt .oi, 1-7.
Fortuna rapprofenuu con vna donna , che tien per
le redine m cauallo,&co» quelle lettere che di-
co»» Tonunae.ilanenti.f 0 .a». ; .
Uercole nude .0 Commodo in figtai di Hercole co»
lettere.Hereo. Romaaiuq.i óSMi.i. & {.
Hilarita r lLuum.i.
Miuorua con l’»liu»inm*no.tiiai»m.u
7dfbiltd.jtJi*.l,
Tace
T A V
VM'mtiltglì* rar* foro. CMr.n.nim.ì.& j.
Tro$iidn^a rapprejéouta co* itÌMr/c coje.ur.jt
*H.6.cf I* SìcUa.car.iO. ** 4 .
Patto fofra rnJcIfiio.car.nyMi.l.
SecariU in dùterfi modi.car.^9.mm.6. to.& li.
fittoli* in iintrfi modi,Germ*nica,ìiriunict.c*.
f fijuy.f 10.& ii.Particncor.fj.iuim.6.
Concilio Tolcuno. 1 14. 1 ì-c*r. iix
Concilio {mimo fiennole contro qneUi, cbtno*y»-
ìtano le inugiiu de Santixor. 4 1
Concordi* come é fignrota. cor. }8.& )f. bone* in
\omo mlempio.cor )t. ebe fignillco.cor. 40
Condicio fe fi debbo fcriner con t* T.o coni* C.
ttt. 1J7
Confederati à che erano obligati.car. 100
Congiario che cefo fi* ,& èjignrolo nello medaglie
dell* libtrtlitixar. 66
Cangio , mifwra quanto eraxar. 66
Conigli fiminSpagn* in granquantilixar. 87
Conjoli i ebe feruinano in /(omo al tempo de gli Im
peudori.car. 1 96. nelle medaglie di ejfi.car. 1 1 1
Confolare anttotuà era laficffa , che banenano 1 Hf.
c*r. 17 s
Confoli gettaneno le forti perle Tronincit , ebe lor
doneanotoce*re.ear. 181
Confili bit,& Confini itemm Jnal diffierenga fu fra lo
ro.cnr. iij
Confini tertiien, & Confini tertio qual fiofie meglio dee
lodeidne modi , & fopra ciò il Configlioxbe die
ieCiceronexar. li)
Connenti che cofi* fimo , & quanti re n' erano nell*
Spagna Citeriore nominata T*rraeonefe.ear. tpf.
nell* Batic*, bora detta. dndalncia,er*no quattro
eonntntixar.iii .nell* Lnfitani* , bor* detta Tor
togalloyen'erimotre,e*r. xfj
Connìto di Sarago^a, & chi yenin* ad efioxar. 1 1 S
Corex^e fi danno a Marte, cor. ijp
24 ^ .Cordio,mcd*gli* confolare t} lofendoxeUta
cr einata di Pallade.car. 1 47, nn.9. & tx.
Cordo, & CUleno,yedi Fufio.
Cordona perche Vatrieia.car.xx9. come fi ferina da
Creci.car. ijo
Caribanti come andauano.car. 176
CorUlo,parolaSpagnnola.cbefignifiehi.ar. 171
Corintoanedaglie.ef lor diebiarationexa. 1 q6. 1 47.
< 7 ’ ifojmpiontananoiuelfieilVegafiio.car.no.
nutallo , che difficilmente fi arrugginì fee , ef- do-
na bebbe origine. ear. 187. ha per tmprefia il Pega-
fieo.c.lttaliilrnttodaLutioMnmmio.car. 187
ComeUa Salonina con la Pieti ci dinerfe fiignre.ear.
) j.rnm.i i.<7' I».
Cn. Cornelio, medaglia confolare,nella quale fi yede
ilfegno del Denatìo.car.qmt.T.tà' 8.
Cn. Cornelio tentalo Marcellino medaglia confiola-
re con la Sicilia.car.f6. nn.f.& }.
T. Cornelio Spinlanedaglia cijolare ti la tefi* dell*
Libertixar.8t.num.6.& 9.
C Cornelio Untalo, medaglia confidare con yn Ci»-
ne car.niMim.a.& f.
Coma dì montone ebe fignificbino meffi in tefia, &
perche le portanano i He.ear.tSa.diferftiadi ^e
frnil bue, (7 la yacca, per la quale fi contee t yn
OLA.
daCaltra.ear, so8
Como di Umaltbea. car.Si. / .Acbelao. car.qx, era
borfa degli antichi , tf mifinra folio. car.6f.
Comicini portanano im teHa pelle di lupi. ear. 169
Comneopiae che eoft fia, et chefignifichi.} (.{8.41.
S7.f8.6x.e^6 f. attribnitoalla Vace,e!t perche,
car. 4»
Q^Comificio con Ciane ..dmmone , medaglia confio-
larexai. 1 tSa.nnm.6.& 9.
Corona che fignifiebi. fo. I tjxqflrata ebe cofo fu,mi
lilare,& fne dinerfitd,e!r nomi. ear. ff.fiaera qua-
le fila f 6. f olino yjate ne‘ginocbi,come di oUuo fai
tattico, iatlloro, di rami di pino,f .Appio, & al-
tre. car. 1 4 f.come erano quelle, che fi donano a'fiol
dati. car.iSf .quella delle ouationi era di mortella
car. 1 6aJa Cinica data i Cicerone.car.x Si. firn
peradori CbriHiani come le yftuano. ear. i8>.
tSf. altre fiacre, & yarie.ear.f f.& f 6.
LCqfiutio medaglia eonfiolaredi Mednja. car. Ifx.
unm.t.tF X.
Correre degli aiitiehi,& fino ordine xar. 1 1 j
Corretion <C yn yerfio di Moratioxar.ipS. di yf altro
di Martiale.ear. xp
Corngna detta Clnnia.ear. il).
Cofi. perche fi ferina fiera;* la n. per Confini, nelle in-
fcrittiemi.car. 17S
Cofaxhetralueeeomefichiami.ear. i6x
V. Colìa,mcdaglia confolare. car.xxf. nn.x.& ).
Cpfiantino Maffimo figlinolo di Coffangp Medaglia
con la croer,& con yna figura in atto d'orare fie fi
mouino.car. tf.&tx f. porto le due lettere in cifra
fiignificìtiilnome di Chiisto noJlroSi^o
re Icolpite nella ce lata, & nella bandiera dell efijer-
eitOtÒ' in altri luoghi, ear. 17.fi fienti toccare da
yna certa mano,& juo fignificato,&Juo arco.car,
ixs- nel quale fon molte pietre canate da yn al-
tro areo,cbe fin di Traianoxar. 1 1 8. i« quello fiefi
fio arco era yna flatna dell'lmperadore con yna lan
eia in mano.car. ■ xf.medaglia.nclla quale i figu-
rato con la tefia velata, & nel ronefcio tffio in yna
quadriga yeflito da Sacerdote , & yen mano , ebe
gli apporne in aria.car. 1 7 .a. 1 j . i f.fine medagliè.
Oloria dell esercito ci la cifra gii detta. 17.». i * *
Vronideng^ear.fp.nnm.f.eP^ 6.
fèmori* còla cifra Ueffia nella celaU.car. 1 7 •«.
<!?■ 1 1.
Coflantino ilgionane,& fiue medaglie,
yirtùxar.io.nn.i. & 6.
Coflantino figlinolo di HeracUo ,& medaglia,dont
fottambidue,deferittadallautore.car. ixf
Collarga figlinola di Cofiantino Imperad0re.cat.a7
Coflanga compagna delta Fortegga, & della CinK-
tia,er fina figura nelle medaglie, car. 47
Cofiangp figlinolo di Coflantino con yna yittoria,cbe
incorona l'lmperadore,U quale hi in yna mano vn
balla ,nella cui cima é la cifra detta , che dinota il
nomedi CutusrafiUplìro Signore con tali lette-
kHoc Sicno Victok ERis.ur.itf.
nn.i.lf x.ynaltradoneifignrauynananegnida
ta da yna t'ittoria,& fopra vi è yn foldatojl qual
tiene vn bada in mano fopra la quale ila cifra
flcJfia.car.i6Mi.fjm y» altra fi vedono tre figure
& quella.
i
T A V
^ HattU,cbtipimpmdt itUtUn hà-n'btfla
hi mtiw conta detta iifraxar. 17. nn.jatUremt-
dagl».
/'irtè.car.f0.tui.d.& f.
Vittoria con m'altrafigHraxar.jd. me. I.
Coflaa^o Landi,& fao lUro delle medaglie.car.ijf
CoeognomelodedtcaloadHrreole.car. ijy
S; Creprcrit medaglia coafolare ci ì^ettuano in ma
earo^l^a tirata da due Tiilricixar. 1 fi, num. 1 .
Cretefi popoli, che afilo, i francbigia batuffero.
cor. 17 »
Crifippo come figurò la CMitU.ear. 4 j
C cijpina auguRa , &fm effigie in ma medaglia con
L AET I TI A. 1 .
CrifpoconWVirtiixar.jO.mim.S.&y.
Criflien & da ehi mparajfiro i Medici d fargli, y 8
CrMC> & fina amichiti , tr adoratione. ear.i }0. ap-
parile iCoRaatmo, eVfna binaria ear.ii.^nel-
la di Cnn.it r o TfpRio Signore ràroitata i
tempo di Heraetio. opinione deU'anttore cir-
ca ma medaglia ,cbtbàntl ronefeio ifnejie lette-
rtVlCTOAIA A vevs.
trotf in mego , CV crede che fia figurata detta cro-
ce per la efjaltatinne diejfii. in vece della lettera X.
mefft nelle medaglie. iti
Ciotalo che coftfia.ear.SS. i datoàCibele.car. ijj
Crotoniati popolumedaglia Crtcaxar.ij o.n.^& 5
Cmna Otti habitata da Dedalo.car. t6t
Qifiiieelifonletaneda cauar ìmetalUJcqnalifitmo
nano in Spagna.car. 87
Cuntbannnio He , medaglia. car. t8»
Cnrie, Centurie , & Tribn in che fimo differenti .
car.iìt.fe erano lo Reffo,ebe era il Senato in H*-
md,car. tfd
D .
D Superflua fitruouain alarne infcrittioni antl-
• che come M KdiD. per M un. ixar. ttt
D. & T. me^ i’ma per (altra, car.tsi.tjd.
Dacia come detta boggi, & come figurata nelle meda
gUe.car.9f.96.
Dafne fi trasformi in alloro.car. 170
Datulopiedcneiyerfi^ualefia.eaT. x6t
Danubio fiume,&f uà figura, & per che fi figuri con
lateRa coperu. car. 107. fina figura neUemeda-
glie.car. 108
t)ea, Heueu come fia figurata uiUe medaglie, car.f.
tì-yt.
DetRio, Medaglia eS la Virti.c.io.n.7.& to.m’al
tra con due ■n 'morie con la cifra. » .c. I SJ1.7 .8
Decimo Bruto medaglia cantare col nomepielaix.j i
Dteioinome d'ima famiglia de Hpmani.ear. Xff
Detio lmperadore,medagtie.
./lbondaiiHa.c.6f.nu.lo.
Dacia.car.9 f,uu.6.
Diana con {areo.medagia Gneaxar. 177. num.j.
Idoloin forma di piramide. ear.ij6.num.x.
Taimouia.car.9fnu.l.x<Vl.
Securitàxar.af nu 1.
Deeioil giouane medaglia con la religione, car, sp.
•¥"1.
OLA.
Decreti fi fiileuano fare da'DecurÌMÌ, & non da'Du-
umniri.car. X48
Decurioni erano nelle Curie lo fieffo,cbe 'tn Home i Se
muori car. 1 96
Dedalo, &fuo figliuolo Icaro, & del labeiinto ebefe
ce.car.t6o lìs 1 .fi meganafra il Toro, e "Pafife,
tr fra -drianaa, V Tefeo.car. i i. perfua indu-
ftria yfeirono del laberinto il T oro Dedalo,& Te-
Jeo, quando ariiui a Cialcide,&babiti Cuma-
citd in Ualia.car, l6u
Deianira fu moglie /Hercole & filo difegno in m in
laglio.car. 1 oS.nu. 10,
dei di' Gentili sbeffati da Luciano Centile.ear. 171.
no* tutti fipauuano inflituir bercili, & ^uali .
car. 17»
Delfino pefee W dominio ftpra tutti ipefei del mare,
& ama (huomo.ff la mufuaxar. laS.cbe fignifi-
ca quando fiteede appreffoà'nauilif.Cr medaglia
doue fi redi figuralo, car. nj.nu, t.x.}.a.tr f.
fi dà a Hettuno.ear. I ) ». 1 4).
Demetrio Léerto di Pompeo.car, xtf
Demetrio V , medaglia Greca conia Vittoria [opra
m roflro di nane, car fa au. S-ifir »
Denario quanto mleua.CS di quanti affi foffe, car 8.
er X fa. era feguato con laX. come per la meda-
glia fi yede.car,7M.7.tr i.& ancor col un, ari.
.fi rede in alcune mcdagl ie, car. 9. nu.i.i.f.&d.
alcuni lo fegnianano cH6 la mterfecata, come per
te medagliexar.t.num.t .x.f.a f.V ù.ealculodi
effoalraloredtllanoftramonetaxar. xf6
Denario,mo de i trenta , che bebòe Giuda per Vreg^
Hpdcllarendila di CHXtSTOUofiro Signore, che
moneta fid,doue fitruoui ,& dota foffebattKla.
car. li
Diadema di He, che eqfi fia, & di che era fatta .
«r. 18 1. CI>M il rolerla , & defiderarla che cofn
diffe mHe;& .Aleffàndro legò col diadema fu»
la ferita àLifimaco, cheglibauea fatta.car.it c-
& perche fi ponga nelle imagini de' Santi , & per-
che fi mctteua in capo i i tori, che fi facrificauano,
car, X17
Diadumeniano ìmperadore , medaglia con la jpeian-
Xa.car.a4.num.x.f.
Diafatu fono le cofe,cbe tralucono.car. t6x.
Diana in diuerfi modi figurata nelle medaglie, car.
177 . 1 7 8. b furono dedicali i cani, & i cerui.car.
1 ) ». infcrittione di m diaffro, net quale i figura-
ta Diana Efefia. 178. di quella di Leucofrene , dr
di Efefo priuilegixar. 1/9
Didia Clara, medaglia con la llarità.car.76. uum.f,
er 6.
Didio Giuliano ,medaglia con ma figura , & lettere
Rictor Orbis. nr. 4 jw. 4 .c 7 ' j.
Didragma moneta domandata 8 Chri sto noRro Si
gnore.car. 11
Digamma che cofa fta,& fua iuterpretatione. car.
69. 70.
Differenza fra Teatro,Anfiteatro,& Circo, car tix
Diocefi di Spagna Quando furono diuifr. car, iti
Dioeleliano fuchiamato Cimi», car. xg.fna meda-t
glia con laDea moneu con tre figure, che rap-
prefeutano tre forti dt metalli , cioè oro ■ argento ,
Ù-ra-
TAVOLA.
C ramcMr.j 1.IM.I.& J.
lìiomedei& l'IijftTubiTonoilpalUdio.ur. 79
Dimigi Ltmbim ■ & /m opinione intorm d certe pe
rote Utine. cer. 1
Diple che eofa fu.car. ijo
Dnjidt fra TaUtde,Cf Tfettmo.ear. 194
Vifegno perfcaotiT altre occorenze fi truonano nelle
medaglie.car. 1 4
Dittatore tra magiUrato di gran anttorità.ear. 17 f,
che giurifdittione hanena.&daebigliera data.c,
xÌo.iti.dacbi era nominato,aaido fi creata, &•
che differenza era fra effe, & il Magilier e^niti.
car. x8 1 . molti anni prima é Cicerone non ni fi
talmagifirato.car. .
Dinieto con caratteri affai moderni intagliata in ima
pietra antica al finme HcAicone.car. xSf
Dinortio cbi foffe il primo in Homa i farlo conUmo
glie per effere ella fterile.car. 111
Dinot Inlha perche coti fi fcrina.car. ijj
Domitia con Domitiano.car.HJUt.).& 6.
Tietdcar.ì }•*“.$.& 6.
Dominano fece nn altare alU Jàlnte7f.& meda-
glie dOHefiafignrato.car.TH nn.x.
Unnona.car.To.nn.6.
Mco.car.ìiTMH.a.
Mternità.car.} 5.IU.4.
Fede.car.fSjiH.9.
Feticiei.car.f8.nn.ia.
Fortnna.car.6 f.nn.e. -
Cermania.car.peJin.H.& {.
Minerna.car.iHXJin.l.i.& J,
Moneta.car.TiJin.t.
Tace.car.Hi.nn.il.
FÌnocerote.car.i€Hdm.l.& i.
Salnte.car.TH."". i.
yirtù.car.iT.nn.1.
V ittoria de ìG ermanì. car. fiJiu.j.H.& f.im'al-
tra.cbe incorona [imperadore, o yna fignra.^
car.fijinm.f.
Domitia.car.iHnn.f.& S.
Domnt aurea THeronit cbe cofi fia,&U medaglia
doue fia figurata car. iì6.
Dffffiu feconda cfual fia & fuoi priuilegi conceduti
da./luguflo,& Quando gli lituano i snelle, cbe
non erano feconde,comegti cbiamauano.car.yS.
chi comandi cbe andaffero col capo coperto in
cbiefa . car. 30. come andauano ncSiite ordina-
riamente, & anche quando andauano di bruno,
car. 77
Dorico idioma checofa fia.car. tif.iTi.
Dramma fignificata in vna medaglia Greca, car. 1 1.
num.8.& 9.
Drufo chi fì.iod.fne medaglie.
Giulia infieme con effo,& dalf altra bada Tiberio.
car.iod.nu.f.&6,
Tieti.car.) IJW.I.
9.C.Mr.4.nii.i.(^>*
U. Durmio in medaglie d[. 4 ugnfio. car. f. num. i o.
Dunmuiri i che feruinano nelle colonie.e. 1 gd.come
fi /criueuatbbrenia.a quelìa paroU. e. 1 > 3.148.
medaglie doue fi reggono fcriui. c.ioS.s.i.er i-
\
B
E Focale lunga come fi fcrina.car.6o. i proferita
* bene dalle pecoreaar. , itif
hbora,& fue medaglie defcritte dtif anime, u. 137
Birra fiume come i figurato nelle medaglie, car. 1 1
nu.i.& i.irUjieffa. 140
£cbo merauigliofo in /{orna, il quale rijpsde quattro,
0 cinque -volte. car.i ■ 6.
'Edere, ncrbolatino fe fi hi da feriutre col dittongo.
car. ifS
Edificio , in medaglie di ‘Nerone, car. i }6.nu.i,
EdtU i magilìrato piiihonorato,cbe del queftore,
car. 16}. effere fiato due volte Edileiaalcuni fk
dithonore.car, iy6
Efefo era il porto ,doue sbarcauaAo i proconfoli d‘.A,
fia. car. 9T. tumulto fattonel tempodiS. Paoloi
(T i popoli it Efefo erano dinoti di Diana. ea.ijS.
Egica ^ediGotLcar. iHi-Crffie medaglie diNar
bona defcritte dalTautiore, 191.111.dr ify.
Egida fi dona d Minerua.ear. iff.
Egitif.per qual cagione fanno una Cella et . 4 fino.
car. I 6h
Egitto prouincia,& come era figurata nelle meda-
glie.ear.98.99.
S I, in vece di t lunga.car. if6. ifT-& enti fcriue-
uano.Eidemperidem.car. >87
EUgabalo Imperadore perche coti chiamato. ca.itf
fuo bUftmo.car. i f
Sue medaglie,
Fede.car.}8.nu.to.
JJbertd.car.j 1. nu.f.& 6.
Sacerdote.car.it H-nu.i. & 3.
yittoria.car.ff.nn.iH.
E,lefanle niue molto tempo, c ff. che figni fichi in Un
gua 'Punica,i Africana.car.89. 16). donde rerù-
nano àR,oma.c.8 9. canale ferpidi fottoterra,&
f ammazza, & perche fi metta per acconciatura
di te fia ali ./dfrica. car. 90. medaglie diuerfe doue
fia figurato . Fedi Africa, car. 89. & in altri luo-
gbi.car.ff.tS- fé.
Eleganza del parlar Latino non confisìein porre U
verbo nel fine deUaclanfula.car. i^S
Elena , eS fua medaglia con U fecuritì. car, 49. u.
i.& 3.
Elrura che coffe fiiaxar. t8S
L,Elioadottatoda-ddfiano Imperadore , car. lof.
fuc medaglie.
Concordia medaglia Creca.car.Ho.mi.i,& j,
Pauoniaxar.9f.nn.H.& f.
Eller a fi di à Bacco, car. 1 39. fepara t acqua dal
vino.&fimetlepermolìradoue fivende,tS-re-
fifte alU vbriachezga , & i cbi fi raffonùgU.
car. 169
Eluira porta in Granata, & fua qualiti. car. ijS
Elnora . Fedi Ebora.
Emerita detta hoggi Merida , & fue medaglie, car.
ifT.& if8.perebegliptmeffotalnome,& finn
ebo detta augufia.car. 138
I. Emibo in medaglie di Obulco.car.i 3 5. 3 .
Empuria di Spagna medaglie in diuerfe lingue, nelle
S2,q i quali
T A V
ifitili ìmprtHtaiuno > tf perche fi ehm-
mutì cori , & alcune meiagUe, car. i num. i.
s.Sj_<y cL.
tanpiiria di Sicilia , medaglie. car. lju.»». V.&
tmeiechia parola detta da ./iri/latele non intejà da
Cicerone.car. ,
tpidanro era doue fUna f Idolo di ifcniapio. c. 1^4
tfigramma che cofa fia.car.nj.vno f atto daHico
loVerotlo-car. >2iL
Upila, ifuandomori, che cofa fneeeffe, car. t94
Epitafio , che cofa fia. car.iaa.d i Cecilia MeieUa.c.
lixAiyacunio . car. ijo.fedi infcrittioni.
Epuloni fi chiamananogli fcalcbi de%li Dei.car.iÈi_
EpnlodeiDeiyche cofafoffe.car. xiilL
Equità come fu figurala nelle medaglie.car. «»
Eqniti di Lf. di L uglio yftiuaniì canalto con Irabee.
car. U4
Equili quali foJSero appreffo I{pmani , & quanto era
illooaljente car. ufi.
Equili I{emani Caditani in maggior nu. che in altro
luogod‘ltalia,fumcheinVadout. car. in
Eraclia medaglia Greca, calte. LCL.amKra.4jCr
Eraclio, & le fue medaglie deferitte deSauttore.
car. m
Ercole , che tiene il ceruio per le coma , in medaglie
dilrtaffmino.car. i gaiu.C.I 'edi Hercole ferirlo
conCatì^
H. Herennio, medaglia confolare con Enea, &,An
cbiji .mejfoperla pietà, carte, jj^aaiatro. tir
(u.
Ergauiea,& fue medaglie, car. losche luogo fu,
(ir due opinioni intorno Jciò,(r che fefie mini-
cipio fecondo lemedaglie.car.il t.,_come fibdda-
fcriuere.car. i_l»
Eridano cbiamauano L Greci il fiume Tì . car.
Ljo.
Eriitonio come era fatto , & di chi fingano effer na-
to, & che daini f afferò trouati i carri, & perche,
e. Hi
Ermenegildo Santo Martire , di chi ft^e figliuolo
OLA.
Eucbaritparolalatiua,cbeftgnificbLcar.
Eufrate Fiume.car. isiSl.
EnfronorefecennaHatuadelbuon euento. L)j
Enrico de' Coti quando cominciò i regnare.
car. HI
Europa fignoreggiata , & rouinala da diuerfi popo-
li, dr barbare naiioni.ca. LiJw prouincie, dr fua
figura uetle medagUe.car.ia . &
Euterpe mula come fu figurala nelle medaglie, car.
1 S-.UU.X.& IL..
£X A.T. che f^nificbi,(r medaglie doue fieno fera-
le, car. 4.
F abif quali, & donde bebbero origine, car. 978
C. Eabio, moneta confolare eoo lettere E X od.
P y. tar.^.nu.S.& t U.
ìq. Vailo medaglia confolare. tàriSjimKrarj.
S.
Vallili fatti paffiggiare perla anfiteatro con la mira
in teSla da .Xdriano I mperadore. car. > iJL
famiglie, & legnaggi, cbe,& che differenza fu fra
tfji.car. 1 1±_
Va, rùglie antiche Romane con le guerre ciuili anda-
rono mancando, car. 1 17 nella nia -dppia erano
molli fepolcbri di efie famiglie . car. i&i
fanali di Galea donde detti car. ili
fari,&Vaaali che cofa fieno, car. lu
Vafii capitolini è la nu^i or ■ & pii "Ville antiebiti,
che fu in Hpmaaar. lig
Vauola del "Picchio, & della lupa. ear. gl . di Aria-
ne . car. t_q6_. della rapina di Vroferpina .
car. 17».
ria. fjiifla medaglia con lafainte. car.7a .num. 1 1,
«Sr LI.
Vauflina , &fue medaglie .
Mquila.ear. i Ll -a>.7.0~ L .
Caufalco con la conjecratione.car. 1 * i .numero.
Eiodi-a parola latina doue deriui.car. iff±
Eruigio l{e ,& fuemedagliedi"Harbona. ear. lìL.
di T oledo.car. j-i.di Cordoug rar.ifn. di niffa
licar.Hi di Emerùa ear.ijf.quandocominciò
à regnare, ear. >41
V.fiercito de'l{pmatti di fanti come fi diuidena.c. 1 lO'
hfeulapio.acuifi danno le ferpi fenga ali. I 74 -
medaglie doue fi vede figuralo.car. 17 1
Eleraitd come i figurata nelle medaglie, ear. Jx
Ethiopi fiferuiuano di pietre figiUate permoneu.
ear. 1.8-x
V ma tome fi chiami bogjfi.ear, JJL
Etrufur parali latina fefenga aj^ratiooefi debba feri
uereccar. g -S
Eua, il pomo ebe magni, cbt cofa foffe. ear. lé-ì
Euaugelio,& fuo luogo della moneu,cbemofira-
rouo i C B.K LI T o "Nofiro Signore, car. 1 1
Eubei popoli , che impronto meiteuano nelle lormo-
ntte.car.Sa a -fnc picdaglie.car.Ss.uM . l ojl 14^
I 14.
1 CO Concorsa con due figure, car.tn.n u. i j .
C.onfecrttione.car.ii.i,nH.i.(!r 7.& S.
Eternità. car. j 1 ,nu. <>.conv na quadriga ^Elefan-
ti, & con ma biga di leoui.car.i 6.nu.7.t.9.
Tield.car} I .K.g.
Faultina la minore , &fue medaglie.
Cibele in mezp a'Ieoni a federe incoronata de tor-
ri.c 4 r. sS.Hu. 7. lafleffa. ear.i jiM.q.
Confecratione.ear. iit.nn.t ,■!■ j
Vrcondità.car.rS nu.tL_
Felicità con due bambini in vn letto a giacere, ca,
t j. nii.a.
Giunonee.iqqjn.s.
"Pauone CJLii-utLl.Cì" } .
Tudicitia car.7S.nu.i .ijì_ j .
Salute tarjj.nu.q.
faufio felice medaglia confolare, neSa qual fi -vede
l'Ortografia amica della parola latina felix. car.
60 ttu.t.i.i.&a . .
fecondità, drfua figura nelle medaglie, 7$ 7g_
Fede catolUa ccnfefftta nel concilio l.di Toledo,co»
cui
t
T A V
ni fi fuecìi U fitta Ariana di Spa^aa, dtUa fw-
UeraaoiGati, ui
tedi carne fta Hgarau nelle medaglie. < 7 .< 8 -
Vetix parala latina come s'hjbbia a [erintrt . yedi
panilo felice.
Temina, Barala latina ferrea dittongo. %2J^& la ma-
la femina è a/somigliata a i caru di Scilla. I fs_
fenice eccello ]e fi l uiont.ó' p erche fignifichìl’tter
uitd.car.f ) .& p ertbe fia cosi nominato , U fio
pafamento onèjta. i ^ 7
fenici , & "Peni nomi che fi confondono dagli ferit-
tori. car. ifS_
fenicia prouincia perche coti detta. 1 82_
ferdinando Ile qnaado mori che eofa fncceffe. car.
19 f.
feruliJ, & fna figura nelle medaglie. (j
fetonte, & quali potrehbono efier le foretle fne.
car. 130
fico ruminale che cofa fiu.c.01. & fiotto à effe diede
la lupa la poppa a Hpmoto , & Hemo. 1 3 j_
Tidia fece ima llatua a "PaUade c. 1 34. enfio difeepo
loth'tamato'NsmtfinefeceTru’altra. ij6_
pilìppo tmpcradore ,& fine medaglie .
Pqnità.c.aS.nu.x.
Bternuà figurata col leofante f .3 S.nu.j ._
Ptdec.ii nu.j. & S,_
Léberalità con rneongiario c .ù-j.nn. l o.
Letitìae.Tl Jiu.C .
’Hobilià.c.Js.nu.n.
Seeurild c Ul nu. 1 .
Tranqnilitd c.s o.nuf .
yirtk C.17.UU. to.^.i 9 .nH.S.à- p .
filippo donane con la medaglia della lìSeraliti ca.
6 j_mn 13.14.
l.filippo monetile , &fie medaglie c. 1 1 9.nu. t .&
1.& e.j pjin.i .JP' laicnnenelle Quali ffaede la
cifra del danario figurata inqnefio modo * e a.H.
nu.}.&a^
fior di velluto che forte di fiore fia,& ficee hagnian
dolo fi fi verde. 1 73_
fiumi figurati da gli antichi co le coma fimili a quel-
le de' tori c. iv 3 ,Jàlone fiume acquaper tempera
dorme e. 8 7. Hibero , detto tinto nett’-Audalucia
e.xao.nemi di fiumi diuerfi.
,/teheloo. 1 08.
Caiftro. l ai.
Danubio. 107. toS.
SSro.ear.t 10.
Eufrate 1 qi.
Mauwiro.Mr.ioS. 189 .
Uelifi0.car.t09
flUo.ear.ioa,io1
Satòi
1loBr.Mr.87.
Teuere.ear.i^.
Titre.car,toS. 107.
flamini ve n erano anco fuori di Hfma. *fl_
flauti che, tf- come vfati neBe comedie tt tragedie,
car.x7t.H idraulici che fieno. 9|_
fontana chiamata Aretufa vedi Aretufa.
T.Ponleco capitone medaglia confolare con la lefia
delta concordia car. at,_num. i. Ct x. viiWfrd
•noUamefiaferUviUapuhlica car. in.numer.
OLA.
i.«!ri.
Poro di Traiano. iizjti-
Portuna tifino figura nelle medaglie. 6i,J4_
Portuuareducefiguratanelle medaglie, & fcolpiia
in vna pietra, car. 6a SS
PoJllopaSìorechifoljècar. 9_i
Prautìjigieo Afidi livolfileuarTiherio. rio
prenda come figurata nelle medaglie car. 8 7.
83 . medaglie di alcune cittd d'effa car. tipuir
cbéifioi ficerdoti detti Druidi vfauano lettere
Greche ne'loro faerifici , & che difieretvie di l‘in
guefitrouino in effe 190. come andauano vefli-
ti. 88-
pratidetti deSa colga, tìr lorohabito. Si
Tridigemo He de' Coti.
m. Pufio Caleno medaglia confolare in pii luoghi
mejfa dei per C Honore car. t±_nnm. 1. & 5^
& car. 91. num. f. C'S.pcr I talia, & Homo
con la vitti c .zS.nu.Ct.rr f_
Frutto di certi alteri il qual firue per moneta.
car. I Sp_
Fulmine pi rche fi figuri con leali , & con trepunte,
le fne proprietà , & fi fono vere alcune pietre
chiamate del fulmine , er i attributo a Gioue,
a Miaerua, (T a Ciuuone.tS in alcune medaglie fi
vede Hinerua con effi in mano , & anco Gioue. e.
MJ-- 147 ^
fulminifera legione onde prefe il nome car-
te. I4J
G Lettera, fu da'lat'mi vfata pii tardi che
‘ [altre lettere, & ehi fili primo , che lavfaj-
f‘\ . Ili
Cabrici Simeoni, cJ" fue illuHrationi , &ep'itafi,
& medaglie. n oi
Gadir \fola boggi detta Calice , & fue medaglie,
car. fu c olonia de' Tiri di Sidonia, fÌLshe
fitgnifichi lìy ^ua m ferutione moderna. 19;
Caejaparolalatina, che figni fichi. SS-
Gaen città di Spagna fi crede da alcuni che fia fiata
chiamata Mentefa car. 118
Ceiba Imperadoiedoue gli fi pronoliicetoflmpe-
rioxar. n(
Sue medaglie.
Clunia,& Spagna,car.ii6Mt.i.
pquùi , c ar. 46 .u n, i .
Tace,car.4 3 .nuf^
Hpma,ear.9jnu.s._ '
S alute,cjr.7 tJtuA.& ca r. 744111.10.
bpagneaitAxenu. 1 -1.
Spagna Clunia.e.ii d.mi.i.
Vcila.car.Sojiu 1 .
yirtù, car. 17. nu.ij.^ car. iS.BmKr». i.t.
&}.
S.Gaiba medaglia confolare della famiglia ferma.
ear.SS.iiu.yS.
Gallieno Imperadore, & fue medaglie .
Apolline con vn centauro car. i fi3..»i(,4.c!'’ 7,_
Centauro, car.iS ìJiu.4.&7 ^
Tget-
'\
T A V
f(ntmhccii y)iTi!ìri(e.ctr , i ; i, im,i,
Vtfiriaxtr.i ; l.iw.i.
Tinte, in ■rece di Bacco.ear. 1 7 o.iu. i .
f'tertJ.ur.6 lu. 1 1 . ^ 1 1.
f';i7Ì.Mr.i7.«J(.7.8. Or 9.07 Mr, 19. »».7.
C-CattiomeidglU confoUre eoa cotona di quercU,
c«r.xj< BK.i.Or X.
Gn/U<> Cijalfìaa , chUmaJJtogaU i differem^ del-
la CatÙa Bracat4,che eia la Tton/alfioa a'J^oru-
ni.car.iO}.effa,& la Spagaa figarataiarname-
ÌagUa^aT.t-jxu,i. Vedi fruscia.
CfUo dedicato a Marte, d fra traiformatione.c, 1 7 1
Celili popoli medaglie greche fon la tefla di Taltade,
che nella celala hi raPegafea. car.iqy.nn.j. Or
t.rn'altra,ehe ha vna Sfinge, un. i i.d i i.m’al-
tra, che hi rn carro da due cauatli nella celausn,
i.& 9- tT 'in rn altra i nella (elata ra grifone, »,
Cenetrix parola latina donde derinìxar, x j x
Germania ,prouincia,& fina fignraxar, 94
Cermanico.O' Drnfo chi fojfero. car.toS.ritratto di
Drnfo nelle medaglie.car,q.nn - 1 .d x.
Cefaleico He de’ doti quando cominciò à regnare in
Jjfiagna.car. X4 ■
Cela \mpertiore,&fne medaglie.
fortnna.in dinerfi modi,& ma, che giace in terra,
& appoggia mo delle braccia [opta rna ruota,
ear.es,nH.i.i.i,d S.
T(piilei.car. 79 .nu. 6 .
Securiti.car. ab.nu.f.
Serpente arnmat^to da Hercole, medaglia Cre~
ca,ear.i66.nn.j.
yitloria.car. j j .»*. 7.
Ghiande in latino chiamate luglandei,quafi louii gli
dei.car. ta}
Ciacomo di Trento ralenlijffimo intagliatore di Cio-
ie.ear.i}9.& 140.
Giacomo Strada , autor dell'epitome del te foro del-
fantiquiti.car, X9S
Ciaeomo Ida^npcehio fiampi rn libro d'infcrittio-
ni.ear, 199
Ciano , cerne i figurato nelle medaglie , i monete di
l(oma con rna proa di tiaiie.car.p.nu.'g.tì' S. d
ear.io.nu.to. & 11.
Cierolifiihe leuere,& interpreti loro.car. 1 x 1. 1 x
Cierone He medaglia Greca col tridente, cor. tq6,
nu.q.& f.
Giornata fi intendeua di rentim'iglia.ear.
Ciouanni .adnnio da yiierbo , &fue opere finte, car.
X 47 -Ì 90 .
Ciouini Camerte,cioi da Camerino finfeinfcrittioni.
car. X91
C'iouenni Heutlichio & fuo Uh. di medaglie, «r. 1 98
Ciouanni Poldo dell'infcrittioni di 'h(imti. car. 199
Ciouanni l^e di t(auxrradoue,& quando fi fatto pri
gione,& meffo in libettd.car. 194
Ciouanni Taccuino fcrifji m libro delCinterpretatio
M delle note, i cifre de’ Homani.car. X99
Ciouanni Tritemio della poligrefia.car. x99
Ciouanni Zimifeet tmperadere.car. 1 9
Gitne,fegli dà la quercia.& la foeaajcar. 1 f9.fi al-
lenato dalla capra .dmaltea. c. tsi.bàlacorona
OLA.
di Quercia , come fi rede in medaglie di Tirro.ch»
fià infieme.cò Giunone. ear.i6 yjiu. I ,i,J .pertha
gli fi dia [ Aquila.car. 1 6 al fulmine, d la querela
Mr. 1 40, 1 4 1 . 1 44. 1 4 («a l'Uqmla in mano in
inedaglie.e. iqo. nu li.).a.S.d.d con fulmine,
9. 1 4 1 Jk I .fino i n.9. oraculi di quel di Dodona. c.
14)' giuochi Olimpici, d fignore della terra- car.
I aj .Satonino.car. tTp. Cioue .Amoue tempio, d"
la Jua effigie in medagUe.ear.iSaJtu.a. d S-oa-
que,d morì in Creta, car. xjy
Ciouctcù.d Juo Janificio.car. 7*
Girolamó'Tuélpfiampò rn libro delfanticb'ili di Bar
celona.car. x;8
Giuba Kj di Mauritania , il quale da .Augnilo fi re-
fiituùo nel fuo regno fi padre di Tolomeo, dfna
medaglia, car. i8x
Giubileo onde fu detto.car, )
Giudici delle Quefiioni quando fi creauano. i< /
Giudici donnole fenten^ Stando à federe, d perche.
car, 4J
Giudea come fi figuricar. 97
Giudei »ò haueano prima nei loro altari figure i a-
nimali.d poi l'hibbero.c'ar. tjj
Giulia Pomna con Menere col pomo in manoaa. tSS
num.f.d d.
dulia Mammea madre <C.Aleffandro Imperadore fu*
cfftgiced medaglie.car.6 1 .nu.
Giulia Mefa auola e(hlagabalo,d dt Mejptndro Im-
peradon, fua effigie, d medaglie.car, 6 1
Giulia inficme con Jeuero fuo marito nelle medaglie.
car.}6.nu.io,
Cihele fra'leorù.car.f!6.nu.%.d 6,
hiernitàxar.ì6.nu. 1 o.
Fortuna.car.s j .nu.a.car. 6 q 4 ui,t.
Hilariià.car.y6.nu.q.
Tieii.car.} t.nu.J.
Tudicitia.car.yy,nu.q.d f.
Giuliano .A pollata con la fecurità figurata co* m lo
ro -.forfè ri è meffio per .Apit.car.-ep.num.*. d /.
d car - 17 }Jiu.q.d
C. Giulio CefareStrabone ehi fia,d fuaìnfcrittione,
car. iSe
C.GiulioCefare lmptradore,d fuelodi.car. XJ9.
e he dica dei Sacerdoti chiamati Druidi, car. 1S9.
fue medaglie di Tarratona.car.roy .rn'altra dona
i figurata la Chimera.ca.t so.nn.i d f.rn’altr*
con lettere Q:_ V ocoNivs Vitvlvs.m.
I li I .nu.q.j.d t. Medi Cefare.
L. Giulio medaglia confolare ear.p.num.ì.d 6,
L. Giunio Bruto medaglia battuta da M.Bruto con C.
Sernilio Hala.car.xi. nu.*.d s-con la cella dell*
lihertà.ear.Si.nu.S-d 8.
M. Giunio in medaglie di Obnlco. ear.xif. num. t.
d j.
Giunone moneta per che faffe chiamata coti. car.
ift. perche feledianoTauoni. car. 1)9. d gli
fcriuori le danno faette, 0 fulmiui.ear. tad.& per
che.car. lai.diedeinguardiala racca ad airgo,
d poi perche lo coHuerti in pauone. iq*. fi rede
in medaglie infieme con Clone car. t6}. perche fa
ledanole pefche. 16}. fi-rede con le pelle di ca-
pra in tefia, d con cene fcarpe fifone dette cre-
pande.
I
T A V
fmiecér, i<tJMni.i !.<$' 0'ur.i6f jmm.
1-&1.
ehotbiflsraUJdcbipaoSUtiinliitiiUi, x<7
Giuochi olimpici oc i quali i ti»citori,fi mconntm-
no diolimjiliutico &crt*t dedicati oGiouU^
^pottiat Melictna ,0 Valtmoaa, i
Ticmei ad vn altro Talemoae , o Utebemoro ,
car. « 4 J
Ciuochi Chcnjl 1 17
Ciuftmebiftorico,& fae parole come iiUefe.e. xff
CìiiifiiM martire qaaadofcriffe Ufi» libro, c, 14X
CbifiitiacomefisiirauiitUemedaitie. 4;
Glabrioaeirtdi .Acilio
Ctafij popoli, & loro medaglia Creea.ear. i fa. m.
j.ertf.
Gloria, fi truoaa fiiurau nelle medaglie. S j
CordianoASricanoilgionanemedaglia colrouefcio
dellavirtùe.iT.nn. j. O-f.
Cordianoil ter^o era della famiglia degli
ear. if
Sne medaglie.
Cerbero cane iufieme con Hereole medaglia Gre-
caj.i7ajm.i.
Xqniià.car.4S.na.o.
Elemitd.ear.siMt.i.
Indulgemta ma figura Crma dorma in met^o irm
leone, &i'tn toro ejtaam .a.
Utitia.c. 7 S.
Liberalilde.66juui.
Tace.e.qi.mt.r.
Tietd. e.iurn.},
Seenritd.c. 48.a».a.
Virtù 0.1700.^.1 t.ixj&eonHereole,ebtbifer
lecomayncernioc.t)oo.f.
Corgone,oMedufifidda Minernae. tfp.cbe cefo
medaglie done fi veggo figurata c. ifi
Cortuii popoli boggf di detà Cretefi 0 Candioti,&
loromedaglieCreebecJBsJo,i.i.f.&^.
Coli,& di quanto dormo furono caufa. i qie loro Cro-
niche tqiJe loromedaglie come erano fatte iff.
U pefo di effe.car. a 14. medaglie della città i Ebo-
ra,Ò Braga c. 1)7 aquanti anni regnarono in Spa-
gna. X 4 I
Conerno del mondo dono banca da fiore feeondo gli
indontnicar.t f),
Craeeurimrmic'tpio,& fùemedagliedi Tiberio Cefo
re.Xi6.ìt7.nn.t.fnafondatione,&eomefiacbia
matoalprefente. a>7
Crimatiei,etfefihd daftareaBe loro ragioni a voler
parlar, tTferiuere elegantemente , oalfvfode gli
arttubi. 14}
Crana,che era di color di rofe 1 7 1 .vetrina di eralatia.
oMerida di Spagna. 174
Granata Hegnoeonre detto antieamente &fnemeik-
glie.e.if).x}a.
Cranau nula idedieatai 'Proferpina.tar,i}).&
perche, ear. 17 x
Crono infiame eoi papaneri, che fitgmfiebi. ear. 69
Cratiano Imperadore firn medagUa con la Vittoria,
car.)q.nn.s.&6.
Grafie, tempio nel quale erano tutte tre l’vna eoa vna
nfàr^t^aconvn aliofio.O'lattrXfeonvnra-
O L A. *
irta Ìolino,&feTcbe. ear. 144
Creei,& lor vanud. e.ft. vfauano eoprhfi eoi palio.
ear.X7 > .fecero ilginlio conto della vfnrafc miffe.
t4r. . 148
Grifoni che figura babbiano & medaglie , nelle quali
fitrnonano.car.t j .4.}. & (perche era
nodedieatiad ApoUine.ear.170.0' pietredouefi
veggano figuratieor. 171
Cualdachinir già detto Uetit.&Tartejpr.car. xjf
Guanciale deao in latino pnlninar ,&iebeftruiua.
ear. a8<
Gnerra.con ebefegrufimoueua.car.tqSjipporta mol
ti danni, car, 44
Guglia di S.TieIro J cbi fùconfeerata.car.ixx.per
che le Guglie fono coti dette , & alcune ve ne fono
con lettere ierogliftiehe. ear. ixx.tx).
Gundemaro Bf da'Ooti.ear,x(x.fue medagUex.xo7
H
H Vel me^o della parola appreffogli antiebi non
• vfataxar. 17 <
Habitodifcolari,Dottori,&Caualieriqualfia. ear.
il. la pelle di leone fipii anùcohabao, che Uve-
Urto di lanateffuta.tar. 167
Harf aerate dio del filentio.tV perche (egli dedichi U
pefeo. e. t(). fra figura inmedaglie, ear.pg. nu.x.
Hebe, moglie d'Hercole quando le facrtficauano. 7 6
Hebro fiumediedealla Spagna uomedHiberia. ear,
no. fua figura in vna medaglia. Mr.140.aib
X.&).
Heraelio Imperadore, & fua medaglia del tempOtcbe
fi ricuperò la Croce di nofiro Signore.car. xif
Herbafilfio.ò Lafrrpitio , Zenodotoparla di efjà. ear.
I Saala Cirene la portauano d l{oina,eS' in Grecia
Cr quei di Cirene la hnprontauano nelle loro mo-
neteaar. i i
Hercole,& d cni è dedicato il Pioppo Je mele,ì mele
cotogne, la mam,eV la pelle del lione.il vafo da
bere,Farco,& lefaettexar. i j 9. 1 4 1 . perche glifi
dia il pioppo,et la melaeotogna.laqual tolfedegU
boni Hefperi/.car.tóf. & medaglie,douefivede,
tV per qual cagione nelle Siatue di effe babbia que-
fio frutto nella fitnifira mano 1 Cr del (no Cliptofe
ne fà mltione in vn’ epigramma dell’ aleuto .Era
Caualier erraute,& qual babbito portava in andì
dodgnerreggiare.ear.i6S. Hila fanciullo aequi-
HatoaU'borache prefeU vello doro. ear. 1(7. la
fua mam,et la fnro^'ietd di effà,& la pelle di leo
ne,ebee^i porlaua fu del leone tfenuo, Cr in che
modo l'vccife lo vederete in medaglie ,tt anche De
ianira fua moglieear.t6t.nu.(.).6.7.B.9.& i o.
fareo , eV le faette ehi le betediti ,&U vafoda
bere.ear.i6p.fùfitgnordeUaljdia.ear. ipa.tien
nelle medaglie U eeruio per te coma car.xp.hebbe
Vnfamofo tempio ’m Calice. car. i3f
Heredi quali dei, & quali tempi) fi poleuano inflitm-
rt.ear. 17»
Heredi dell’Imperio baueuano titoli di Cefari.c.xof.
Hertnnia Etrufeilla medaglia eoa la Tuditilia. c.77.
num.i.& i.
Hefferiainome cimnueperltalia,& Spagna.ea.ZS
Hexeàra
A
T A V
l^fxedraffarola Utinat&èlyosodifei fedita, x6f
ìiiòero fiume» o Hebro m vm metUglùt crede Canno-
retheftafi^Mraio.car»iio.& Urtefpi.car, »4o
Hiberia fideue fcriitere conCa/piratioMC Jtcondo le
medaglie,& infuittioni.CMr, S6
Hibera luogo dùue fiaccar, 240
Hìeractea medaglia Greca con la tefU diValtade con
"wn tritone, car. 1 49. iM.7.cr 1 o.
Mierocefarea che francbigUtO^A filo bauena,
ìiieroHC con ì^ettuno , & >* tridente . yedi Cerone*
biieroglifichcìettere.car. 16
HiU fanciullo ac^ui flato da tìercole. car. 1 67
ìiHttritdt& fna figurain medagtie.car.y ^.& 76.
Hippocentanro che forte ffi animale fta» & fi yede in
medaglie.car, 163
Hippodromo edificio.car. 1 1 6
Htppopotamo,anmale t & fua fignra.car. 104.
t6^num.$.
Hypnerotomachia di Toìifilo fcritta in tre linguCt &
fi può in vn certo mob'p dire , che in nefjuna dt ef»
Je fta fctiua ; tanto i confufa & ofeurausr. >95
Hippepcni popoU & lor medaglie Grecbe.ear. 108
Homerocome foffe prima altrimenti chiamato »<!r
medaglie»doue è figurato. ear.io$. nu.^.^s 4 .
H««orf fi acifurfia con la nirtb. & come è figurato in
medagliex.io. & 8 i.nir. t.t.j« 4 *<^ $•
Honorti ìmperadorr medaglia con la littoria, r. fa*
nn.t.& I* vn'altra con la cifra di Christo »p*
ftro Signore nello feudo, car. 1 8 I *& 1.
C. Hofidio medaglia confidare con Diana, 0 m por
co.car.177.nu t XT i.
L. HofHlio medaglia confolare con Diana, &yncer
uio.car. 177. nHm.S.<T 9.
Huejca/)fca detta in latino.Città di Aragona.c. 199
è municipio, &fue medaglie, ^edi Ofea.
Huomim marini fefitrouano.car, t6f
Huomini,che tengono d p^ma, che effetti fanno, car.
1 de gli ignoranti,che comperano cofe anti-
che, che ytiU nc refulti al publico.ur, 1
/
I fola iruol dir . \nlia. car.x 1 f . più lunga ddC altre
• lettere nelle infcritttoni,cbefignificbi.car. if6
Jadaefìalea,prouerbiolaTino.car. 189
!ambi piedi > ì^uai fi€no.car, x 69
Jano,& (no tempio fi aprina quado fi baueua d mouer
guerra, il ^ual tempio din medaglie, ca.i 4%. nu.
i. Fedi Giano.
UfoCkU tcbeeofa improntam nelU fue monete.
car. 147
Ibero fiume, t^edi Hibero.
ibi nccetlo fimile alla cicogna adorato per dio dagli
EgitM,& Perche.car. 98
iearo figliuolo di Dedalo, car. t 4 o.rjuando eaddein
mare car. 1 4 1
lehneumone cbeanimale fin, e!t fua proprietà mara-
migliofa.car. loy
lda,monte appreffo Troia.car, 177
Idolo di Efculapiotcheeram Epidànro fu pmntoà
ppmaxar. 174
ìdoli m figura bumana *8 vi erano antUamiu.c.17 ^
OLA.
liu punii Uthia carne p (crìttnt^.xjiMtinUt.
ione è [critto.etr, X.
ignudo flarCtcbe fignifiebi.e*r, l£S
S. Udcfo^[o,& fna Morte.ur. 14 *
Ilice I bota ~dlicante , &/nt medagìu, ar. ii &• CT
1 19.
I llerda come l'babbia i fcrìnenxtt.
lllibena neU’Andalncu , & fnt mtdaglU.far, 1)4.
IMOR t.& )•
I linro mnnicipio, & non fi li ione fu.ear, 199
Imagine iiC»KitTo noUro Signore nelle mone,
te. ear. 19.& degli Imprradori , ep- dei figli,
dellemogli. ear. 1 1. 1 1. &deideide'gentiU. 10.
Imbriacbe^a.C' fuoi epm.car, t6,
Ìmperadorr ebe fignifiebi, ( 9 ' i cbi fidano ^nejlomo-
lo.ear. 1 ) fxbe tilolipigliaronogli Imperadori i.
prmeipio.car. 1 j perche fi facenano Tontefà
maffimi , Cr ricenrnano la tribntUeia poteBi > (9
perche non fi ehiamananotriinni come Toaufiei,
& noni nome di magijlrato, & anelli, che non fu-
rono mai alla gnerra perche fi cbiamanano Impe-
ratorltl. IV. V. Vl.cir.i) $.conuficonfeerant,
0 eanonigana da'gentili.ear. ixo medagUe,dont fi
yede.ear. 1 1 1 .x.& } . la prima eo/k,cbefaee
nano creati Imperadori era batter moaete eo'lu-
ro ritraiti , tT con ijnelle ielle lor mogli ,&ilei
lor figlinoli, O alcune meiaglie ione fi regga. ea.
1 1. 1 x.nn. 1. 1.1.4. S-& (■ alcuni fon nominali nel
la faera ferittnra, & alcuni furono Spagmnoli.car,
■ , .quando faci ifieanano fi eoprinano la ulìa. ear,
}o. non r olenano effer chiamati He.ef petebe no»
portanano cotone di l{e,o diadetne, &gli Impera
dori Chrifiiani che corone portanano. car. iSx.&'
1 8 5 per ragion della lege ^ia banenano ampia
ginrifdittionefipraifoldati.car. i8a
Imperatrice moglie di Carlo V. per la fna morte foni
da fe la campana di yilliglid, car, 194
Imperio mero, & milìo. ear, i8a
ìmprefa,& ronefeio te i il medefimoaar.i j.fue cou-
iilioni , & qnali fi intendano mprefe nelle meda-
glie, & qnelle.ebe fi trntnano in effe fono i« molte
cofe fimiti alle lettere HieroglifiAe. car, i(
India , in altune bande di e§t corre moneta di cbioc.
ebiole.car, 189
lndnlgeir^& fnafignra.car. «8
lnfnleaniire,o diaieme di quale forti re ne fieno. 1 17
Ino col fno figlinolo Metieeru.ear. 14^
Infcrittioni,& loro rtilitd.& che eqfii fieno, car.iqj^
fono ancor chiamate titoli, ear. xCq.Ce x,6. di
quelle di lloma ne fece rn libro .Andrea Fnlnio,
ear. 199. molte falfenemife inm fno libro Poli-
filoàl quale tmtitolò Hipnrrotomacbia. ear.1,4,
quelle del tempo di Cicerone come fi eonofeauo.
ear. quelle del Camene fon fauolofe , Cr ri-
dicele, car. 19 ) ■ ma di Denia Otti in Catalogna
lodata daTittroyitlorio. ear. xgq.fonfofpetteU
falfitiq»elle,cht fon dayiterbo.eat.x9S.lé.di
effe fatto da Bartolomeo Amantio. car.x 99. m’ai-
tro intitolato ortografia d’,Aldo Manutio, & diuer
fialtrilibri fatti da molli. i,9.ma di m luogo di
Spagna ebiamato ylia , il qual fi erede fia Monti
Maggiore appreffo iCordoua,car, Xt 9
M.-iemi-
TAVOLA.
SsrhiU.tit.Sj_
PumIui. tar. i8
•^pìns ChtidikTCMecut.c.xy S:..
Sex.^tilÌHS Scrranus.e.
C,^iifìiimiuth\rdtcks.c.i6^*
M. ^nnli Marcuntttum 4 Ì^$, €, >t4<
CsecilUt MettUae, c. i6x.
CXseciiio hUtelio c.it 3 ,
t^Cdeciliia Tap.Qputus. e. iÌ7.
CN. CalpunuHsTifox.ui4.\
M. Calpwrnius Tifo FrugU. li/S.
r.C^« f^aro cum alut.cjr.xSi,
TS^melius feipio .Africxim, ^ 3 4^
X^Cornelio Sulùe c, 164,
Eueb^ris LictoUe.c.
Q^Fabio.XU^r^icino\Uximo.
ìio/pa ijitod deico. e. i}4, ~
Imp. CAE 5 . Dìm Septimij.c^x^o,
Juliiis Caefar Straho.c.xCi,
M . Licinio IkCMlio^onàiaL
(J. LhUÙms CatuUus e. 164^
IV- Huili» cumtlijt (.184,
C. Mariiu.e.td.
' 1 .. Mjrri» Cnfotino , eitmtUji <. >84.
QJ^. Miximia.c. ijz^
1 . Mmiuiìhi TUncut.c. 1 Sc.
C.OfUnìia pittr . 4 hIuIU.c,i 6 a-
' C.Tohliào BiiiUo.e. i6y.
M.*Por«iu , CUo Cenforuu. i.iii.
' Stipi» . 4 frìctnux.xÈjÌ!_
IjSerniV/o Caepioni.e. 184.
r.Vtltfmi 'PoblicHÌa.c. j t. ,
T.f'tltfnt'PeilicoU.c.ij^.
M.Vlpi. Siilpic, cxm elijs.c.
Jnfcritueiu fttfe. ur. come ji anofctut.
UT. ^ : i93
^lexmier Vhilìppi HsXÙ-c.i Pi,
./(fpice yixtor.c.igs-
hJCMcciliut Mrt'Biit c.
TI. cUuiius. c.xgé.
■ CitlITCS.&C.liH,
C. CoHuinHtTxrijmniia.e.igj^
Cmi «rxm mtritmum.c.i^^
D. 'A.S fi lubei. e.xg).
D.M. S. Brllc.c.igi.
J>. Pi. S. Cloiiiu.
D.M.1’.C»nif/M.c.i2J_
D.O. M.t. MtUio, & QJTerjiut» eet, e.» fj,
Dei optimi mjximi.c.io i .
Igo firn Ifux.190.
T.K.ur,PÌp^
Tatua l'ilirin. r.194.
Tafciéti»’ Calka.c. 1^1.
P.PJJ.f'/'.FF.MT.ljO.
Oi. Tompiiuf Mtj/mut.tss.
Qf]iMdam.e.iti.
yiaurtt ciues opeimLe. 494,
yalantia.ftxa.c.Pìi^
ti^tróliom falfc a maO^Ut fxtt»
VeRhu Uate .ur.xìi,
Haumbal dux Toentnm. cs^a.
Tttrm GaliUeiu.t.ifp.
Vrai , Dia, yìeiear. xoi.
I»firomenti,coi qaalififatcìm la moneUtfigkrali nel
le metiaglie.car, ix
ÌMerpretatione , (p afféretufa dette parole , che fi
veggono nette medaglie Toleti , Toleto , & Tote,
tum, tir fattili, ìli
Interregnam ,/edia vacante, lyj
tneerrege che cofa fiatar. 17 j
Vulalrnmpb, che figaifichi nette medaglie, & U
medaglia doue fi vede figarato. ]
Io, trans f innata in vacca. L44
Ippocentaari , che cofa fieno , & figurati nette iw-
daglie.
Irfw moglie di Leone Imperadore a ColUtttinopoli ,
& madre di Coflantino Imperadore. 4;
ifidefegli d i il fifiro. ear. par che fe gli dia
aneoti perfiuo. ur. figurata in vna meda-
glia con U vtU gonfia , per U fortuna, tar.
»“ 7 -
lfpali, &fne medaglie. c«r. i. <ÈL » J >. detta an-
cora colonia l{omnlenfis.e. »»i
»Wfj4a quando, & perche trouati,
161
Italia come figurata in medaglie. jJ
Italica hoggi detta S miglia U vecchia, car.i ijion fi
fatta colonia da ./tdriano Imperadore, & perche,
tir fue medaglie. ìjl
Italico Iure che cofa fa. tjo
Iter, parola latina nelle medaglie a Calahorra, che
[igni fichi c. —
IiÀa Hf di Mauritania . Fedi Cinta.
Iubilare,& lutilo ,paroU Utina onde detta.
Index llmllionum, ehi ftffe.
lut Italicum che coft fio.
In» triom literorum.
Int laiij che cofa fax.
ttl
f
X64
aio
*SA
K
lettera in luogo detta C.vfata apprtflo Latini,
‘‘or, li»
L loUc^fignìfiehi nette medaglie. ’g
laheriuto doue nette il Minotauro, che eofa
fia.c.x 6 o,t!r I < 1 .figurato in medaglie. car.
& li».
Lacedemonivfauanomonetediferro. 189
ladinifon chiamati inegri in CaftigUa, aoj
Laecai cognome detta famigUaTortia, & medaglie
doue fi vede feritto.t sirnu.x. & f.
laocoonte ammalato htfieme co'fuoi figlinoli.
Mi-
lapùi hattaglia doue fia Hata fcolpHa. I J4
Larfft, fi patria i -achilie, & fue medaglie, t jx.
nu. 7 .& t.
lafcrpitiobetia, & medaglie doue fi veggafignra-
Lattni,ip loro prmlegio . 100
Lato cUuo, che ccfa fia, & fi mettena nelU vefii. 8o.
&duaado cominciiad vfarfi. 1 74
i
VjO
V»
T A
I^roiu madre d'^poBìnt, & di pianti’
Laura, fedi .Allaro,,
teea . vedi Lacca .
Legalo p< 0 Pratorc, chefajie, & chi gli daua taieita-
rità, & no» i lo [ìclh, che ..t mli-, d olore. >jS'
> *■ /« p-n-olf . lJX
Curiati , che cofa fojìe , & che opirajfe . .
car. ili.
Legge , netta luatei/eritto jiretufa, & alctnieo»
poeogiudicio correggono .Arefeufa, (J" ta ragione
perche ciò facciano ,
lejggi da ehi erano fitte in l{ima, & >na ne fece Snl
ta còrrà LTrthnni et chi poi la rclìitni loro Ci.j 4.
& il mede fimo Sulla ne fece vnaltra.per larfu^e
diede forma alttquejlioni pnbtiche,eome de Si^a-
tifa, de Fatfii, cr de \epetundit. car, ttfj. la
SeruiliadeludicifidachififaUi.
Legione Oliate , & diauante Cohorti foffe . lo i^wu
nominata Fulmintfera , CLJuando eomindò. qnp-
Jionouie.ear.ni.chinetratti . lep
legnaggio , & famiglia , che differenza fu fra lo-
■ ro . i X2_
LelipTaicreBo dopo Sudeo dlehiartvn luogo dille
feffere frumentarie nel libro , che egli fece de Mi-
Utiji. . Ci
P.Lenthlo Spinter, car. 174. meiaglie .vedi Cor-
nelio.
Leone httperadore ehi foffe . i , 11 .
Leone, città dt Spagna, cr fue medaglie deferott £[• .
l'Autore . Sta
Leone animale dedicato a Cibcle. car. t-i 6. cbefigiii-
fiehi.car. t-^f^ba domìnio fopra gli animili della
terra', car. ifB. cOntia fatto di pietra, et meffo nel-
Ùcafe per dar buono dUgurto, lo/
tenni dt pietra d'Fgitto.cou la teila di donzeUp > O*
lor fignipeato . . . .io S
ieekedetto’Hemeoammagrtatddà Hercole.car.t6r
la fua pelle portata da Hcrcole , ici
Leoaigildo Rf de Goti, ear. zgt.fù perfecutoredei
CaioHci.SP fua medaglia, . .
Ut. Lepido infieme con Augnilo , & .Antonio flt
triumuiro Reip. co fiituenda, per cinque anni,
car. U 4 - lalcii Poi il Triumuirato. car. ijj.
fua medaglia eon/olare c5 la lefla della città i A-
leffandria . car. ed.nu.S.o.eit ear.. i n.-,jium.i .6r
z, rn'alira medaglia confolare con tai lettere. Lui-
eiuiMuffidiut Longus ItU. lcir.A,JLF. ear,"i,_
■ num.i.t,
P. Lepido medaglia confolare con la teRa della con-
cordia. car al. nu. a. car. t^t^ nu.}.&Cu
Lepri ColoniaUfuemedAglie come fono fatte, & ehi
ne parli, if chi le diede il priuilegio chiamato
lui Italicum I & che Tl'aào mette due Leptit. 18 t
Ltrida,& fue medaglie, car. lor- mette il lupo iu^
Je.ear, perche lon era Iduuicipio medaglie
■ con lettere spjgnuole. " zoo
tetterà P, perlaT,&ljZaperlaD, yfauano mot
te volte pi antichi Romani . »/£
titteratidiRpma, Cr loroofo lodeu^t ueldifeor-
■ ’rerefiadiloro.
HttFere Crefhe, Cotiche, Marefche , Puniche , O'
Spaganoìe antiche huegnite nette medaglie di Barn
O ^ < ^1' 1'
puria. car. tg£. & lettera UrauagantintlUme-
dagtie, 4/4_
Lettere particolari iù che ffeuo differenti dalle uou , i
cifre. >98
Lettere vocali lunghe come fi fcriuauo . car. zCo.
tot
Leium paróU'tatina vfata pii da’Poeti, che da gli
Oratori. t^n
Liberalità, & fua ffgura nette medaglie. Ci.
Libertà figurata nette medaglie, tr in che gui fa fi da-
ua. . , èt.& i}f
Liberti iuehemodoandauano dietro a colui ,che lor
haueua dato la libertà, quando trioufaua .
Libertini difeendenti da Liberti.
Libra, pefo, come fi figuri, &uudaglie dotte fi ve-
de.
Libro chiamato' nella fauelta Spagnuola Canzonerò
generale, 1. C4
Libro verde di Barcellona che fu, & à che effetto le-
*uto. 1/»
Licinia LudoffiamedagVu co Fimagine di Christo
nofiro Signore , fd nett' vna delle mtnibàilmon-
do,foprail quatti vna Croce i ntU'aUrahà vn’ba-
fia, nella CUI cimai anco la CiOiC. car. i^nu^
Licinio Imperadore medagVu con Cioue giouauetto
fopravh aquila, I4i.»ii8. &9.
Licinio calut,& fua lode, ufo
Lidia fignoreggiata da Hcrcole 175)
Liguri , qual gente fu coti tbiamata, 1 8
Lingue luluna,& Spignuota ,bannoorigine dotta
Latina . car, i,.Ofca,Vtrufca,& Punica nelf anti-
ca di Spagna non l'iktmdono. car. tj.& lii,
nette lingue può affai fvfolcar. ij a . 6' netta jin.
tua antica non fi maieuano le vpcali come nell He.
otta. 1
Lirr fi dà ad Apollo, ear. i\s_fi fede nette meda-
glie.ear.tfS.nu.!.
Lijimacofeiito . car. ii j. fi vede in medaglie de-
che . ear. tSa.nnm i.& 2.
LiHe de'tempq primlegiati. t’jy
Lituo che cola loffi , <T che fignifiebi , & fua
ra.
Liuia Augulia, & fua figura nelle medaglie dltali-
ca-,ear. ti i, nu.„ f altrimenti detta luUa.O' per-
chefitiuutaffe tal nome.car.-^i^
Liuna Re de'Goti quando eominciuà regnare , eer-
te.
Luiua il pii antico Re de'Goti, & fua medaglia . [
car. lio
làmneio ReguU medaglia confolare con vna caccia ,
car, I. & i.vu altra medaglia.car.i.xX,
man. 2,& ;.vn'aitra con due mani giunte, che bau
no in mezo un caduceo con quelle lettere A. A,
A. F.F. car.-; i.nu.!.& C»-
Locrtfi popoli medaglie Grecho, car. fj.nu't. tyi.
& car. igo nuni.g.iy f.
Longobardi quanto danno cagionarono ,
Lottatori fi vngeuano con oliti ,
Lueiltacon lafeeond'uà. 7S num.i.& i.
Pietà. ear. i.nu. 2 .&-a.
yetla . car. 96. nu'Aà' ?
fa,
tnei»
o
T A V O
Lxm Cenulì» Sull* figtii il (tpumc di Ftlite , &
tri{iuletgioM c.s9.fàftaaditUMeperpeiio,
ut. I}4
Luto Elia , & fa tffigit in madaglie della Tama-
aia.ear gj au-a f.
l»eia,&Caia Celati dithif^rafgliuali,ear,aop.
&lat medaglie.c. lOa-tm, i. ) <
Ijtcrttia , & faa lade,(ar. xfo
ìjuretia medaglia ca» ma tefU che getta aeqm per
labacea.tat.iio.n.t.&a. lafleffi, 140
tudut Calikkt. 1(6
ÌMdut mattutinat. xS6
Luigi Taage delle gtaniej^t & ùfferittitmi di Tar
raeona ur.
M.LaUioTaticana , medaglia caafalarecal patito
detta l{s0ra.ur.t jj .iw.1.1.
laaa,&f»aiegetti,tieeueillumedalfale, i<a
lupi f danna a blatte, & perche, yaa lupa alleni
Pfimala,&Hpna. tjt.fiyeggana nelle meda-
glie di ùrida. 197
Lnperebi chi pena , &i» cbegièfa andanana per l^o
ma.car.
Lapunia vi eraaa tre cannanti .
LiÌPra^beeafafaSe,&perelittatì detto.
M
M Sala vai dir Mnnicipinm.
* Macello,ebepa , & donde detto,
Macrina Imperadare.
Uedagliefne,
’B^nitd.c.aS.H,},
Gtane.c.tal. n.f, & 6.
Seenritd «r. 49 J 9 . 7 .
l/lagifrati appena Rfimani di che telar ft veSina-
nane, 77
ÌAagiSìratidimnnicipie,&celenia, elrler prini,
legi. 19S199
Magna „dngnfUdamut che ccftp^ t}S
Magaentia Imperadare, medaglia contai lettere. Sa
lHt.c.i6jtn.a.s.
Magnepf papali cbeaple, 0 fu franchigia banenana.
e,i7 9anedagliaGreea tal fame Meandro infar-
maditaro.ear,tc9Jin.t.& X.
ìdaiarano ImperadaremedagUa conia yittaria tar,
ig.«k 4.<7
Maina fiere di calar pt^wreo. 17 ì
C. Mammea, medaglie.
Fecanditia.7Sain7.
feliciià.car. 60. numero. J. ean quattro figure.
ur.6 1 .nmKr4.8,^9.^ tatte.6 xaamera. x.
0-j.
yeFiax.%a 3 a.x,
Mamnfia yetnpa ehepremìo valle per baner fatto
molti fcndiafunilitndinedegliUncilL ipi
Mania .^nilio combatte can gli fabiani fnggitini di
Sieilii,&fuemedaglie.X9.n.a.96Ji. },
Mane fmifira , mane di ladri prefio Fjmani,
tar, iSt
Mannibia'parelalatinaebepgnificbi.^ *ÌS
Maometloquande pribelli dS [{emani, X4x
169
•57
381
*•5
• 5 «
L A.
Marcelli erano malte nobili, & antichi, fe ben era-
neplebei »»9
Marcili Otacilla , dr fne medaglie.
Tieti car. 3 1JW.S.
Vndicitia.car.77.nn. [.<7 6.
Marciana Imperatrice , or fna medaglia un f a^m-
la.car.ixi.nu.6.&9.
Marca Mntanio , del vtfo dUercole ■ il ^nal dicena
eper della famiglia i Hereale.ear, 169, medaglia
cenCleopatra.e.x f. nn.io.& it.
Marci bgrippa incarenata con catana refirata in
medagliexar. 1 ainn. t.&x fi Confale malta po
tenteneltampoitMngnfie tanta, tbe p baltena
maneu ni fna nome dentro, & fuori di ^mae.
19%. fne medaglie di Calaberra defcritte daU'an-
tare.
Marcalmparadare,&fnamedaglia della confecra-
tiane. car. i a i .311.4. 5.
Marco MarceSofece due tempii vno aSHanare , &
raltre alla virtiMr.iS.&ttfnndà Cordona cit f
tàinlfpagnadrlacbiamiVatricia.
Marco yatrone,& fne lodi. uff
Mare tirreno , t£r Mediterraneo. 8 ®
Maria fà fette volte Confale, & fna patria. x6f
Mariniana Imperatrice fna medaglia lafiilaj.ix 3.
3,1.4. .
Mariti gid eomperanena le lar magli. x6x
Marplia città in Francia ,fna figura, tè- diebiara-
tiane,& di danenengana. >90
Marte, a cui i dedicato ilgallo , & le tarile, carte.
t} 9 &t 7 >- „
Uartlale, et pio verfo carretto, car. *7
Marnila fnbnanpaeta. U9S
Mafcare a chi peno dedicate e, ,
Majfentio lmperadare, 0 ' fna medaglia con cEter-
nitd.c.f6jin, 1 1.^ 11.
Maffimiana Imperadare, & fna medaglia.
Concordia con due figuro eat.9.num.i ,& co. J9,
nu.ti.& IX.
Moneta.c.j. 3.4.
Tacc.c.4jji. IO.
yirti rapprefentata per Hereole , che tUnim
Cernia perle nma.ear.x9,un.6.&invn^
tramadacar.jojant.&x.
Maffimino lmperadore,& fne medaglie.
Vacea.atai,S.
Tronidenxa.c.fg.n.}.
yittoria Germana. caf.fi.n.t.
Mnffimo Imperadare , medaglia. Greca con la vit^
toria.car.jo.nnt.
Matidia conlaPietàcontrefignre. car.jf.nuut. 8
& 9 -
Mauritania protància »& fiat figura nelle meda.
glie. ft
Maufalee che copi faffe, & percbecoti detto.
car. •»•
MaX3i33r parola Latina per Maxhnni vftto da gli
antichi, &pmili altri nomi. 37S
Ma^a d Hereole , & [noi effetti, carte, iti
di Tefa. carte. i<9. efia ,& la pelle di Ixo-
ne,&vafo da bere fi danno ad Hereole. car,
té. >19
Sì q 3 Hean-
i
T A V
MeMàrtllMmtcmitligiiratot,ici,&la fia fis»r*
inm da^liec,t09,nM.t.& 1
MednglU , & fna etimologia , & fe i lo fiefio >
ibt Hpmifma. car.i. ria, clic ne fi moUra a
Christo T ^. S . ti
Uedaglia non tennu per moneta eoa lettere. IO. IO
THjyM Pti.cr come l'tiuendano tjnejìe leaere.i.
Crnu.i.& t~
Medeglie che co/i fieno , & fe elle fono monete , &
che •etile fé ne cani r. t . i ; . 1 4. i }. 1 9. io. quali ni
fieno finte monete , Or fue regi otti , & quelle Ì oro,
& iargetuo in tempo it ntdriano erano tenute per
gioie,er alcune Jermnano per monete, & altre
ni- c.f.v quali erano tenute per monete, car.^&
^Muer/e con flmagine di notlro Signore, car. I j.
con lettere incognite, i£o. nu s,& 6 ,
Medaglie doue fivedeferitto EX.S. C. & in altre
E X. A. P.ear. 4. alcune ACCAPION»»
altre SACRAMONETA AVGV^
71 NOSTRI, ear. j. 0“ che fignifichino. in
alcune v» fan lettere 11. VI R. in altre 1 1 1.
VlR.&inaltre A.A.A. F. F. &fttoftgnifi‘
calo. ' S
Medaglie conti terre H&S.fe fi ritrouino, 7
Medaglie di Roma , neUr quali fi vede vnat.o vna L,
& in altre vna S rSr ainotino. 9
Medaglie di rame , nelle quali fi veggono quattro pun
ti, 0 piccioli terebictti .alcune con tre,allie con
due, cbeliguifichinoi&medagliedouefieno. 5
Medaglie come fi conofeano le vere dalie finte. 14
Medaglie dette libriiet , che fieno. ■ o
Medaglie quando, elr in che tempo cominciarono a
ejfier’in pre^o, et fino a quanto duri. >)
Medaglie moderne apportano maggior gniìo a chi
poco s'intende di tal manteria , & perche, cr quan
do fono canate dalleantiehe di rados'a/fomigliane 1
egri eofa,& in che fi gattino quelli , che le eimtra
fauna capriccio . .4 conofcerlefiearrrgri ficaio,
(3 non minore a credere à gli intagli ai Ue /lampa
te.ear, n,tontrafatte del padre, madre diCiu-
Ho Cefare.if i altri car. 1 4 c!r xyi.
MedaglieOfihe quali fieno. i 6 <>
Medaglie con latori , & tafioni . V qutfie lettere ,
SIGNA COHORTIVM. 18
Medaglie, & lor difiiniiione fecondola diuerfitd del-
le nationi, & linguaggi doride eUevennero.ea.to. '•
(f quali fieno quelle, ebenon hanno rouefci.ca.io.
tp’ìf .altrove ne fono fruga ritti , cioè faeeie.o te-
Jle ,& di che nationi , & come fi ebiameranuo e,
H.tf. quelle iargento quando battute dai Sìnar-
tumutri. car.S.dicbiaratione di quelle, che fono fen
ga molto. I } 9
Medaglie di Spagna quali fieno le pii antiche, car-
te. Ii 91
Medaglie di Tferone , CaSigula, piagatalo ,& altri
peffimibnomim perche fi debbano appreg/pare ,
car. , tf
MedagOe,&infcTÌltioni finte daDon .Antonio di One-
uara.ear.iSo.tP'daaltricar. ipx.ipj
Medaglie de’Cartaginefi , de'Francefi, & eie gli Spa
gannii perche non fi trouano. i 3 i
Medaglie fenga lettere, che hanno da vna banda vna
OLA.
palma .dalTaltra'vn canaHo,& inoltre , ebovii
la luffa palme, 0 vna ujla di donna, & datl'alera
vncauako appoggiato ama palata didoue fieno,
car. 18S
Medaglie Crecbe.nelle quali ifcritto, UttitOPaN,et
che cofafigtti fichi, & medaglia doue fi vegga,
car. 178
Medaglie di Tiapoli doue fi fenopre figurata vna lini
<t- va monte come alcuni credono, altri dicono
effer la cortina del tripode dt Apollo. i }6
Medaglie del tempo di Cicerone, nelle quali fi ve^o
ne cofe del tempo de'prhni Confoli , 0 -aase gioui
no. I|
Medieut ludiCaBie. eie fignifichi . xtf
Medicus ludiMatut. che cofa fofje. itd
Medufa che fia,& che cofa t’incenda per ejfa. tft.è
dedicata i Minerna.ear. ifg. tji
Mela Granata perche fia dedicata a Troferpina, car,
I} 9 .dr t 7 X.la fcorgafiraffomgliaatlafepiAtlt-
tas&igrani di cbecolor ficno.ear, 17 s-
Mele fono dedicate ad Hercote, ear, 1 j 9
Melicerta.o'Palemor.e giuochi l/lhmid . car. 147
Meliceree confuopadre luo.car.ia 6 .
Melit fiume figurato in vna medaglia Greca
mero.car.to9.nu.}.&4.
Mei, parola latina ferina per nubi da gli antichi.
car. aj7
Melpomene mufa figurata nelle medaglie.ifS.num.
utrq.
C, Memmio medaglia Confolar con Onerino da vna
banda, dall'altra Certre.car.iji.nn.f,(SrS,
Memoria fi trono nelle medaglie figurata . Sf
Mentrfa, &fud medaglia di Suimilla Hf de'Goti,&
alcuni credono che fin la cilld di Gaen in J/pagna.
ear. uS
Mente/iui popoli tribuurq ■veninano al conueuto di
Saragoga. jjg
Mercurio , a cui era dato il caduceo, il capello
con fati, cr il becco, & vita chioccola, con la qual
fuma 1 7. 1 9. 1 jS. I ) 9. 1 7 1 . 1 yx.perc^ èfigurate
per la pietà , cr f{eligioue , < 3 " perche porti vna
>crga.} 7 .fi vede figurato il Tremigifio co laufta
di eaneat febe gS.Amma7^bArgoje i chiamato
Algida da i Greci ear. 144, fi vede nelle medaglie
eh Antinoo, doue i figurato inficme col "Pegi^eo.
car. 1)9. & hebbe anco officio di trontbet-
tiere, di corrière, di Araldo , & fi vede figura-
to in medaglie.c. tya.feglidà-vnaborfa inmauo
perche, & in medaglie fivede a cauaUo i vn
Becco. 17 1
G, Mifi con Infelicità. ear. 6 ìjm,i.&coula fecou
dilà.car.yg.nu. 1.13 f,
Mefopoiamia, prò uincia,&fua figura , & Ithno-
Icgia. IO*
Meu ,cbetofa/ia,à'acbefeneferuiuaao glianti-
chi. itj
Metalli, dai oro, argento, & rame eoa cbeìettere
erano defcrittindle medaglie. 7*
Metallo Corintio, yedi Corinto.
Metelli fe ben moltoantitbi , ir nobili} eraao non-
dimeno “Plebei. * 1 9
hUtello .perche lo cUamanano diademato.
a Ma-
TAVOLA.
Ql^lXettllaTleitHuLtglU cmfotare cn vn'Blcftme.
ur.3).iui.s.(^ j.c 4 rJ 9 .ini.}. 3-
Q. Mcictia VioScipidae medaglia coafolart con /»•
trrcG.T^.&-cbeftgiùjicbau.cat,i)o.na. i.& ••
C. Mettilo, medtilia eoofoUre eo» va carro do <}iut
tra ite fonti eoe, 89,00.7 .
12 . Metello Moctdonicocenforet&ijitellaicbe g/
etceodde nello fmctt^tao. i j4
Mc^a libro come ero fegnoto nelltmtdoghe.cor. 1 o.
na.l.C^i.
Mipio 1 come ero ftgnMo lù'l^aai, <4
Migtioni , in che moniero erano nmtiinali, &fgnrati
cor. ij)
Minerno, 0 TolUde ,dcmi dedicato lofcndojGorgo-
ue, oMednfoyt olino, tr te emette, cor. itf.&
1 4O.C00 foeae fi tede nelle medaglie di Domitia-
no.car.i,it.nM.i.t.& } & perche le ftdiano.ea.
taf. elio prefe nendetu Ì jtioce OHeoi ni i va
dijegno tejja cor. i ai.& taf Molle cofe figurate
nella telata iejfo fi ntggono nelle medaglie. 148.
& ta9-in.Ateat ndoHronano al tempo di Tli-
nio ( Olino di lei,&Virgitio anche nella Giorgica
dice che Volino tetra dedicato.cor. 143. lo
fiefio dicePlinio.car.tai.‘ontroflonato fraefia,
& Hatnnoxar. 1 44,^ alfbora , come dice Dioni
gi ttncoronbdiramid’olmo. Medaglie, nelle qua
li fi nede figurato conV olino in mano.car. 1 45 .aa.
1.& f le fne arme , Gorgone , 0 Medefa, «ir alen-
ile medaglie done fi ironino figurate, cor, ta 7 -nO’
7.8.9.10 . 1 t.T t. vntjlolna ditfft fatta da Vidia
in Atene, &fna deferittione , & deferiuo do Tan
Jónio.tar. 1 fo-nel hsgno di ì{apoti opprefio a Co-
fna net poefe di CÓpagnafi a e^jéga nella recai
ta ci Cerere^ BoccoMoi ella in qlla dell'olio.Ce
rere in ^lla delgram,et Bacco, in qlle del vino. 1 6 9
Minotaurofivede figurato in medaglie di Impali, &
medaglie dinerfe done fitnegga cor. t sfinnm.e.ff.
to.ii.<t-car. iia.an.t.i.f.a-S-<^ e.c^colaff
gnifichi.tr il loberinto,donefittte,& chi t amma^
tgi. 1 60. fna fonala, & innamoramento di Tafife.
cor. 1 6 1 ohi folfe, & in medaglie figurato con una
yittoria fopro,et in oltre con ma eoiono,et con va
refi) fopro chefignifichi et di chi fofiefiglinolo, >S t
Màoi,&/namoglieTofife, O'./triadue /no figlino-
lo, (p-lor fonala del Minotauro. iSo.tdi
TI. Minacio .Augurino in che modo premiato da'Bp
mani per haner liberato Apmadal pericolo della
tirannia di Spurio Melio i medaglie , nelle
qnalifiàfeolpitoilfuonameaar.iif.nume. i.v.
ì/Unucio,nlSl.Vablo non furono Signori di Hpma ,
ma pebbero certa giurifditfione Jopra V^fèràto. c.
180. rinantiì il firn imperio ,& fi fottonùjfe a
Qmnto fobia, 18 1
ìiirtodedicaioal'entreaa,& tfp.tqo.Ó' futolio
acbefemacar. i£4
ÌAitJn ynmoeflro,cbefcolpì nello fendo di Minema
la battaglia di Upiti,é- di CentanrL 1)4
idifienoplammoiggalo da Tritane per thè lo tfidia
fonare, cor. tsi.tejfeqnie, che gli furono fotte,
cor. m
ìi^lit,fartUUtìia,dttt<^pg/àfitU, |
Mitre.odiademeAbepentmtno in capo a i teri,cbejk
crificonono , & la ragione, & perche fi fieno *fote
da'yefccouL 017
Mohi feceramptregli Idoli, iqnali erano in figura
di animali. 17)
Moarta Dea come è fignrotp nelle medaglie, 71.71
Moneta chiamata didrogmo, tedrogma , Stelo , 0 Ita-
tere.&fene fi mentione nella facro {c rittura.
cor, 1 1
Moarca mofirato a noUro Signore con Vimagine , tìr
injcrittione di Cefarco di Tiberio. 1 1
Moneto batintodo'Tarraconefi eoa va tempio > (T
qnefielettere C.t'.T.Taidbonored.Angnfio do-
po la fna marie. 24.101.105
Moneta yfota da gli antichi come hoggi da noi.
car, S
Monetalichifofiero.&achefernifirro. f.&7>. &
quella nomefitrnano vfato da Cicerone.f.& quon
tt erano, d
Monete ■«( chi fi il primi che le botte con [imagine
di CMitro nollro signore. 19
Monete fi bottenano dogli Imperodori coi lor rit at-
ti, & de' lor figliuoli, & mogli. rii
Moarte di dinerfe materie fatte da rfinerfi popoli
car, 1S9
Monete J argento quando fi eomintiarono a lanorare,
& in quelleAbe fi batterono innanzi a Tiberio nS
erofe non il nume diHpaa,&- cofe appartenenti
adefià , & poi fi nidi fcolpirni altre cofe ,
car. > IO
Monte Celio da chi pigia il nome. _ 119
Monto maggiore terra in Ifpagna . yedi ylia.
car.
Mori,qnai fieno,&e{fi furono la mina della Spagna ,
car. 91
Mortella dedicauayenere.i f 9 .& perche cagione,
car, i£4
Mun.SignificaMnnicipa. 198
Mnnicipiquali erano,& che cofo potennofare,<rfe
erano fatti col prinilegio de'cittadmi I{pmani, 0
de'latini ,& che era il lor prinilegio, & che non
perdenano il prinilegio della loro Bspeh.fe be-
ne erano aftenti car. 19S
Munidpqdinerfi nella Spagna citeriore, 199
Municipio i pii , che coloniaaar. i9S,&-i terra di
cittàUni k.amani. & perche dicenano la Colonia
effer da pii, che il Mnnicipiouar. 1 99.Mnu.figm-
/[óa Unmeip'io.i98.comefiideito difopra.
Munificenza come figurata nelle medaglie, car-
te. <8
Ma/o ta alcune amiebitd fi yeggon od penne i veeet
lo in teHa, & da ehi tbanelfero ,& qual fof^ la
lor madre: & efie via/oro le piche , & come fileno
furate nelle medaglie. 157
Mirtea, fiytdefiguraunelrouefcio tuuamedaglin,
tf^oroao.rar.iiji.5.
•H
N Apoli,& fue arpù . & da chi fondnUt,& motte
la fnt,nelle fùUi figurata una lira con la eor
T A V
tìMielUtTÌpoiei^ftOint.Cir.i S-
yntUra co» n Hinouum . ». i o.à' 1 1. yntUra
’HarboHit&liu mcitgUc dcjctitte icU'totorc.Gli
Krcmcfc»iàttjpia»^iu»oi» ìfftl»» t'Concilij
di Toledo. I 9 >
H 4 iue,& E»ea TÌcofcrmHO il Ttllaiio, & lopor-
uromo in .Alba. 79
tfaiiliit famiglia donde babbi» Lanuto origine.
car. 79
7in»efidifcepolodiTidiafeeeyiia Batna di yene-
reTafia. 176
J^crsBC ìmferadort fi recò a gloria il faper ben un-
lare , & fonare, ear. 1 1 .fno biafimo. car. 1 j. vaa
fna medaglia yendnta a Papa "Paolo ly. ear. 191.
yn'alira con la fnaSìeffa effigie inambe le bande.
ear.iì.nu,i .0" XAtire medaglie.
.Annona ear.joji.^.
.Areo.car.ii7An.ì.
Biga tirata da 'Tigri co» U Baeea»li.cair.i jo.nn-
mero.i.
Celata di TaUadeJc»do,t!r. lancia, 0 "ya ramo di
Oliuo.car. 1 47 .«11.7. et 8.
Circo. ea.iip.n.i.
Cittareio.car. 1 i.».j.
Congiario.car.67. nn.i.
fAikeio con quefie lettere MAG. AVG. e.i}6
natn. I ■
tqnefier orda prineipiiiaiontMtit. ear, ti.niim.
j.crfi.
liberanti rapprefentata col eengiario, car.67.
nnm.i.
Torto d'OlUa.e. 1 1 1 ji». i,
ì^mia.car.pf.nn.i.elT' a.
Sec»riti,car.aS. nn.j.
Salute.ear.7a.nM.f,
Tempio di Giano ferrato , & fna figura ruBe me~
daglie.car.t6tM¥,t,& i.
Viitoria.car.f i.nn.ì,
C.ìqerita medaglia confoUre car.ì,nn.6.& 7.
Tqpna Imperadore , trfne medaglie.
Coneoriia,c.iy,nn. t,
libeTti.car.SiAn.1.
liberanti eonyn congiariojar.S7Mt. i.&j.
Sal»lr.ear.7^.nii.i),
Tftrno, Vedi iieinio .
Tqetluno , a eoi fono dedieati i canaUi,idelfiÙAtil tri
dente.ear. i}f, bebbe yna diffida con Minerna , 0
Tallade. car. Signor del mare,& perche
glifi dia il tridente, & i delfini come fia
cbiamalodaGreei, &i in dinar fe medaglie figu
riUo.e,id6jtn,i.i.s.a.f.6Jratformate in figaro
di canaUo fi yede in yna medaglia di Lariffa,c. 1 $ 1
iu.7.8. yn'altra medaglUaulla qnale crede lant.
tore che fia figurato con qnefle lettere , COES-
SET. J07
C. Knua Balbo , medaglia confolare co» y»a caretta
tieau da tre canaUi con tal lettere S.C.car.^Mim.
g.Cr 6.
meandro fece y» libroia Greco, ir tintitnibTbea
riaca, go
tiicolóGnccbiofeteyalibre intitolato da Comìlqt.
OLA.
«r. IJ7
ìqicolò Terotto .Arcinefeono di Spento fece yn libro
[opra Uartiale.car. 179
PlieoliVapa y.fà cercar per tnlttoil mondo delTin-
fcrittioni. ^ 191
Neakofan quella parola Grecita , che figmficbi
nelle medatlii. 178
tligidofignto gran filofofo. ear. x6o
Hilofiume, (T fna figura nelle medaglie. 104.» i.
X.Ì.& 0,6 caTtiof.lafnafignra figurata nello
Heffo modo, eie Leggi fi yede in Hpma. io<
N/m» colonia in Trancia , &'fne medaglie, e». 1 90.
& ifl.nnm.x.ì.
"Ninfe trafmntate in alberi laricùcap, ijo. nnm . }.
&.O.
Nobili in l{pma quali erano. 119
Nobiltd de’fisimani quale fofie. 79
Nobiltd , 6 Jua figura nelle medaglie. 7f.to
Nolani medaglia Crtcaja. 160JI.X.},
Nomi di Dw^wri , ir di Confoli fianno fempre nel-
le medaglie nelfiUo cefo, tar.x 1 }.vnamcdagiia,
nella quale fi yede nel primo ufo. car, 119. »»-
■Krg.i.
Nomer . parola Crea fignifia legge. 1
Netarij introdoai al tempodi Cicerone. 199
Note , o cifre , & lettere particolari, che diffiirei Ta
yi fia fra effe. xey
Nottue, cioè cinettenellemedaglie jAtbene, ca,
1 1. ■».! 1. 1 1. yedi .Atene.
NiemaTompiliofeddUgmani & fna figura ncUt
medaglie infieme co» quella di .Anco Martivear.
* 1 }OAU.I.&X.
Numerarci pin brene apprefio di nei ebeappreffo
glianlicbi.car. xpf
Nnmeri comefegnati apprefio l^pmani. 17+
Numeri ftolpiù (opragli .Archi del edifico» che
feruifjero. 114
Numeri, meffidopoUtribanitia potefià ,cbefiguifi-
cbino, 6 quelli, che fi mettono dopo la parola
Imperator. | j 7
Nnmijma , e Nomifiua fe fia lofieffe ,cba medaglia.
O Beli ,0" ObtlifcbL ixx
Obelifco di fa Tietro in H/ma a ehi dedicato,
ear. txx
Obolo moneta. xx
Obnleo luogo in Ifpagna, bora chiamato Toteuna, 0*
fuemedagliecar.xsa.&x}SAU.x.&f.
Olinpici giuochi. 189
Olio di mirto buono per li cnpeUi.c. jg»
Olio fi dona al popolo con ocufione di lanarfi nella
terme.o fieno bagni. xpj
OUuo che finifichi,& perche fia dedicato i Miuer-
ua,o V^ade. «r. 41.1 79.1 47 .funi rami, che fi-
gmfichino ur, <9. perche fi chiami albero nero,
ar. lto.quellodiTallade , che fi moShaua inai-
tene & queir altro al qual .A^o legò la yacca lo,
ilqualemoflrauanoin.Argo,6di efio tintore-
nauano nei giuochi [Olimpici pei, che yiueena-
no.
l
f
f
ni.'
12.1
l_27
ȣo;:
pi.ctr. ■■■■■• ■■■: ‘*f
OmtnfjroUlsiim.&cbtpgittfthi. ■ -ijt
Ometodctio Mclifighu, CfJiumeJdilUGree*.
UT. lO'l „
Onocefjlo, Cr (m iefcrationt , ctr. miJagUe
/ijriirjta. tjr.oo »«•*-
Onofrio Panuiniot & fnoi libri ,
OfinK,tioè fpoglicuiiiiiflttt da Kpmoh.
oppida pmla latimrcome fi debba fcriuere .
Oppio bianco albero dedicato ad H ercole .
Optato, parola latina,<rjno ftgnifieato .
Optato, nome Proprio , il anale camini con grande
bonorc per tre flati d'età . i-Xi
Optmnus gorbia latiaa, peropùmtapfata da gUan-
tìcbi.
Oracoli già al tempo di Cicerone non y' erano come
prima . car. tzc.i pia antichi erano qnei di Giona
di Dodona ^ 14 ?
Orafi che ftile canino dalle medaglie. i ? '
Oratiot&ynyerfodefnoieorretto. api
Ordini, Dorico, ionico, Corinto,V Compofio ^nati
fieno ,ap- perche coti detti. 1 1 i. i 1 4
Ópdine Tofcano boggi detto Hnflieo, 1 LX
Oro .Apodo, libro' che uattd dette lettere Ieriglifi~
che. _ ia{
Ortografia delle noci , & de' nomi propri de' Rimani
canata dalle medaglie. là
Ortografia antica. . 160
Ofaana , che coft veglia dire in lingua Soriana .
car, 7'f
QTn era municipio . car. to3,i città in .Aragona ,
tbìamafa hoggi Hnejca , fn chiamata frbr, &
perche, Or che lignifichi Ofca yrbi , & fna nobil-
. ti, & gntSo , che [opra ciò ferine Vlutarco , &
tomem-ritituolodi grancittJifè , come boggi
, aniora , [cuoia di lettere in dinetfe facolti , &
rencomiodelUe Pietroprimod'.Aragona , O fu
patria deglorioft fanti Lorengo, yineengp , &
, fnr medaglie, car. 11 c. it£. ii 7 .w.i.i.{ . 4 .;.
4 .7. 8 y.
Ofebe medaglie mU peno, l&a
Oftri perche gli fi dia la p^a, lig
. t^onoba, che luogo fianon fitd. xat
Ofinna ^l fu amicamente detta yrfone, & fua me-
daglia. carte 1 j j mu. c.O' 6,
OJiia.paro'a latina, guando fi ferina con afpiratione
tS gnandofenga, & dondederini. iii
Otactta Imperatrice , &fuamcdaglia conia figura
dtlCHippopotamo, car.> 6a.nu.ì.
Ottone Imp, radere , & fue medaglie delta Seuerità .
Car,a 9 aium. i. 0. 1 1.
Ottauio Pantagito , Cr fna opinione circa il colore
delle yeSli dette toghe . 22
Oy,in ucce di y lunga. ait
Ouidio intitoli ynfuo libro n ibi* , (r perche tagio-
ne, p8
P Si irne m-eter nelle parole latine, Emptur,
r demptnt. C omptm altre fimili,contra l'o-
' fiatone di Dionigi lAunbino.
T . A JV lO L A.T
"Pace cauf a ,Aboniantc*,& cornei figurata nelle ma
daghe, car. et , fuo. tempio fatto da ye/pafiano, me
doglia Greca. car.gi n,'>i.t. & f^profetigata da
molti atttayenmait Christo Hollro Signore.
■ car.
'Pacnuio Poeta, & fna lode . x‘>o
Tadouano, che cpntrafà le medaglie antiche me-
glio a ogni aUro. xgx
"Ppefe di Campagna , che i vicino a Capua nel Kegno
diUapolii motto fecondo.
"Pafomeue colombi nelle fue monete, car lii-
cono.chenonpioueuamaiin vn chiofbo [coper-
to di yenere . ipi’
Talentone, b ÌAelicerta .giuochi tfbnici igf.
Talemoae , 0 -Arebrmoro . X _f
Taleflrina da ehi fio fondata . 14X
l.TalicanofùTrihnuod,IUplebe , & perche mife
feffigie detta Libertà, & il pulpito detto roilra
. nette medaglie, car. ij a.fua medaglia. car-cj-CT
1 ; ,.no.\.<T x-latteHa.
T^lio vjato da'Creci,, urne la toga da' Romani. ^ i
Tallade,o Minerua.es fue arme , con !a fua Gorgone,
0 Mednfd , tS medaglie doue fa figurau car. 147.
tr fra efia, & Bellona vi i dtffereuga. c. nS. per
chi fi chiama Tritonica , es motte altre cofe. i ( l
Talladio, che cofa fu, & fu tenuto inTroia in gran
veneratione. 77
Taltantte liberta ricuti granfomma di denari , car-
le ^2
Tptte.oVomi^oro, che coft dinotino. l Àti
Palma i feguo detti allegregtga di efuatthe riitoria •
ear. Z c.vna che ne naetjue in vna ara in Tal raeo-
na, come mtefa da'Tarraeouefi, & come d'Augu-
fto.car. i^ici perche fi alti ibuifca alla vitio-
tia,& fua natura, car. io. perche fi mtfe nelle
medaglie de'CarUginefi, V come detta in Cer-
co. 187
Paludamento, che [offe . lo
Tandette altrimenti dette DigeSli, coti non douerfi
chiamare, ’^o
Tandora.cbecofafia. JJ 4
Tane di grano ijHando fi comincH a mangiare fecon-
dolafauoladiCerere. 3S
Tane dio i figurato con le coma idg
Taunonia.Cr fua figure nelle medaglie, car. 94 bog-
gi come fu ditta, pS
S. Paolo fatto morire da Tirrene . 1 f
TaoloEmitio,&in[criltionfua.
Taolo Manutio, tS libro fuo imferittioni. 144
Topaueri fi danno a Ccrere.car.i 1 9. c.' 171, effi, &
fpigbe di grano infieme , che fitgntficbino , £9
LiTopio medaglia eoufolare con Giuaone conia peb
ledi tapra in tcfia.ctr. ibfit nu. 1 1 C 7 Jl,
Tapiria Tribù bauuu per vna dette trentacin^ .
car. > 4 »
Tapiro, che heibofia,tr come do tfia dtriui lo cor-
to,con loiiuatc boggi fi ferine, & in efjofiferiueua
orni coniente. jo(
Taragonio che eofk fu,& chi lo porUma,tìf pi r ^uól
edufo. li
Tareot patria fi vede fcritto nelle medaglie di Giulio
Cefare. sia
Pàride
T A V
Parìilt dieit t Vtnm il pcmt, & ptrite. ttj
Ptrtle, thegridilunontktmatte ifoUatitiiMÙM
l»r Signore in ftguotttlltgrt^Xi^ i
PnrtenoftSirtnacdifici TiffoU, & fno fefotcn.
enr, I
Pnfife moglie di Minof. ' 6^
Patera (he eofa ftaj& ebe figni/ìeU, * *
Pater Patriae fi diede a Cicerone. x8i.i8i
Patria amata da ogn‘no. • S
Pauicia parola latina come jijcrina.
Patritif intani di quante forti fi trottino, ear. iif.
Interregenonpotenaefferfenonera patritio, 17 S
Panoni^o colorei il porporeo, 17}
Panane dedicato a Giiaone.car.t J 9. perche ragione.
ear. <44
Panane, Cinetta,& .Aquila, che eofa pgnifiebino,
& la medaglia done fi neggono figurati, i } 9
Pauftnia in che tempo fi. ns
Pecunia onde detta ,&pena peenniaria in che modo
fi pagana apprejfoKfimani. iSa
Pegafei in medaglia.e. 1^8 ie9 & tjo. che figura
babhiano, <T medaglie, nelle quali firmano, cor.
1)8. i^9.nn.t.& x.fèimprejadi Siraen/a 188
Peleitrina , 0 Prenefie città , & da chi fondata ,
ear. 149
PiSe di Leone fi di ad Hereole.e. I ) 9 quella della ca
pra Amaltea.car i)i & quella di Leone yfata da
gli antichi per habito, & come per felle di eanaUi,
car, itp
Pergami , che afilo , ofia franchìgia hauejfero ,
car. 179
Pelle la ultima inAragona fi deltanno tjSq.cbe co
afucceffe. 1 94
Pefebe pirche fieno dedicate a Giunone, & in che
medaglie fi regga. 1 6 j
Pertinace Imperadorr con laprouideUga cap. }8,
mero.S.q.tonfeeratione con [Aquila ea.iix.nn.
mr.f.6,
Pefcinio negroeon la fperant^a,c.aq.nu.f.6,
Tefei chiamati delfini a chi fi diano.tj pfigurati nei-
le medaglie che fignihcano, 1)4
Ttffinonte ibifita ,& come era fatta , (it peraltro no
me detta Cibele car. 17 ), 1 76
C. Vetilio Capitolino medaglia eonfolare col tempio
diCioue Capitolino.ear.tig.nn. i.Cp ) .
Petreio, & Afranio difefero [entrata di Giulio 'Ce-
fare in Ifpagna. too
P. Petronio Turpiliano.medaglia iKuguRo con la
tfinge. car. 1 )rf. num. |. ynaltra con *« Bacco,
tr nel nuefeio una corona di quercia, car, )C.
nu.}.ct 6,
Piante come fitingonodi color paonag^ 17}
Piche uccelli, la madre loro fi una delle Sirene.
car. I j7
Picchi uccelli , & fua natura dedicati a M«itr.
car. 9 J . *>■ medaglia dotte fi reggano figurati ear.
9). nume. S, tir to.& i t.&carte.pq. nurne.i.
V 1.
Pilli uirfo Dio come fifiguri.&fiueda anco nelle
medaglie 50 il &}i.utrfoiparen!Ì,&altri.fi.
Jt-C iifturde figurata conia figuraii Mms*
n'«.e.)7-»«-i.x.<7' J.
OLA.
Vietra,nella quale era intagliala la figura di una fnr-
luna, &Jemiiia per metter alprimo miglio fuor
di gpma per dimofirare che fi era caminalo yu
miglio. nr.tf 4. quella , che fi dice del fubtùue, fe
fiauera. iqn
S. Pietro fatto morire da Nerorni ■ 5
Pietro bipiano, &BartholomeoAmantio fecero uu
libro delle infcrittioni. 19 i.199
Pietro Diacono feu un libro ddtimtrprttatione deU
de cifre, onote. 199
Pileoparelalatina,ehefignificbi, &cbe fia,&U
fua figura fi uedt neSe medaglie di BmtOMr.t I.
m.l. & 1.
Pine frutto , un diUico fatto da Uartiaief^a di
fo. ito
Pino dcdiealo a Cibele.ear.t j 9. perche fi diaad efia,
& a NnnmiM , & perche chiamalo lìerile , car,
iSoji che feruina, • ipt
Pio Antom'no padre adottino di Merco Amelio , car.
I qijne medaglieuedi Antonino.
Pioppi alberi dedicati ad Hercole.ear, 199.16}
Pirricbio piede qual fia da' poeti coti chiamalo,
ear.
Pirro Ligorit&fnoi libri di medaglie, & infcriliioià ,
car. 199
Pirro Bf ^ Bp'tro, &fuemedaglie.car.i6g.nu. 1. 1.
tf-i.
Pijonecbifofie.car.i6},medaglia eonfolare douefi
uedt fermo infieme con Ctpione, la qual i delia ft
*'migÙaCalpumia car,q.nu,7.if 10.
PÌfinchetTritoni,iqBiet la tor figureneSt medaglie,
car iq9.nan.7.& io,&ctr.iso.& tgiMem.
i.i.
Pitbù donna profetigai la quale attempo iAltflaai
dro parlaua fecondo la uolomi defitippo.
ear. ijt
Pilone dragone ,& il fno batter de' denti, 170
Pittori, che utile canino dette medaglie, 1 f
Placidia,medagliafua con la cifra ^ al rontfeiom
megfi à una corona d' alloro, car, 1 7. num. q.f.
Piatene , &fua medaglia moderna dcfcrilta dadam.
re. 191
Tlantilla I mperatrice , & fut medaglie.
Concordie. c.qoainJ. 9. un'altra con due figure,
nu.ii.
Propago imperij.conduefigurtj.79Jm.t.
yenere col pomo inmano.ear.i6b,nu.q.
L.Plantio.tar.igi.^ fua medagliaconfotart neSé
quale i figurata l'Aurora con quattro eaualli,cart,
iSi.nu.q.4lr s-
Plebei potenano (jj/rr eonfoli, ma non interregijl qual
magifirato non lo potenano bauere fononi patritq,
ear. trf
L. Pletorio medaglia eonfolare con la leSa ddU Dei
Uoneu ,c i.n.}.6.
Plinio comanda , ebe neUa fua patria a luifierga *•
naflalua. 15J
Plutone fauolofianate tenuto per fignore deU'infemo.
taqat lafna auttorità ni fifiÌdepiiolere,lembi
Proferpina a Cerere 1 7 igUi dedicalo il ta Ceibe,
ro.ee medaglie,neUe quiUfi uegga.c. 1 74Ji. i .X.J,-
C.Poblicio medaglia eonfdart con Utre^, che tè.
batte
J
T .A V
haucolUvtt 1^rmf0.c.tiS.iu.f.&6. - .
H-Tablifia me^4gÌU l^iJiirttC.iéy M.I.& x.
ftbUcolaptrthicciì deuo. 174
Ttilieij frittili idiii itlU fitte ùfiuiiirM» i gint-
chi fltrili.ur. .167
Tetta CtrJou/e per Cigni, di/leCaìUri, it*
Tetti aMlifbiuletraliilell'autiore. a(>o
Te,fnmt dette d^Greti Eridane. i ì 0
Telile fece n/t libre thitmate HifaereHmathia
. piene di fogni, & d'iHferittieniftlft.car. »S4
TelainDalnutii^&fna inftriuienr. 191
VelimnU mnft teme fu figurata netta medagUf, tur.
ijSJHki. 6 ,
Terni dCero che cofa fine. i6i
Teme date da Tarideiyenere.& non a Ginnene, ni
i Tallade.e, i e f.&medagtie dette fu figurala ft
ntreeene]foinmane e.ité.nujt.f d.
Temo d'Erudicbe che cefa feffe. 16 J
Tempee metteggiate,di che fi >011111 far Hf. 1 8 j
TempeOt&TaUcane rendono nTribnni l'antteritd
telulore da Sulla. i}^
S.Tompeot fua medaglia credula dnltautore.xoi
ìiet^ne in vna banda &tulìaltra certi trofei ma-
mtMÌc. tai,nu.}.& 6.
billa,& Cariddi.e,tf t.nu.f,& a.
Temp,Teflloanedaglia cenfelart con la lupa, Heme-
le,& due vccclU chiamati ficchi, car.pa.nnm. 1.
& X,
femfenie,4ttice,&fna ledea.xtcJa cui vita i ferir.
tadaCerrulie'Ujfete, 17)
Tempenie Lete fit^e infcrittienle, xfi.xff
VetnfenioUdtdichtluegefefie. x}f
de. Pontane,del quale fene mille opere in ytrfe ■ &
in frefit. 19I
f onte s.,4ngelo,& fua figura in medaglie. 110
Vtnttfici maggiori, & mineri etano appreffe de' fif
mani, 164
/tepoli di Cerintbe facenane il Vegafeo nelle ler mo-
nete. i;»
f orcio con la C.non con la T.& di done deriui. 18 j
H, Porcio.f'edi Catene.
torcuna altrimenti detto Oinleo,& fne medaglie car,
xn&car.ifj no.i.&),
U. Verde Lecamedagtia eonfelare.e, tyj.n.t.t.).
forfora,che tela lu.car, 77. la neminau Tiria , <>■
Ìafa,& Laconica, che coler habbiam , tr di due
eùeri. tTi.reffa quando fi cemincià a rfiert,
tar. 174
Porte a Aneona,& fua figura in medaglie, car. rii.
num.x.
VtrteiOllia,&fuadefcrittiene,& figura ntllemt
. doglie, car. Ili, nu.nu.i.
Pertune .Albóre nudaglia cenfelare.c.S3jiu,x.e!r ) .
Peiìumio Cenfore con ma corona di ffiighe di grano
al renefcioear.fdjin.x. & j.
PoHume Imperadoro, et fue medaglie.
MtreurìeMtr.vrxjtu.f.
l'irtà.ear.X7.nu.ij.& 14.
Vrafino color boggi cbiamalo rerde. 7 7
Prafitele,&fue llatue del buon Eutnle,& della for-
tunajor. iSf. & m altra di t^ entri Pafia. car..
tc. 174
o L A. T
Vrefatietrvanpbì, come fi debbano interpretare qne-
He.faeele latine. xgS
Prafihus Gtrmanerum che pgnifiebi. 2 1 4
Trenomivlati dagli antichi, che cefo eferauane.
top. »<»
Trlfide, 0 Trecorfele da chi felfi creato , & che ani.
toritàhauejfe.ear.28o&' 28 1. geuemauano le co
■ Ionie, & le frenineie,car.i)6.& cemtfifacef-
fere htiptraderi. 199
Tutori erano mandali a genemar le fronincu .
car, 180
Prr^e , che fi pagana per lamrfi ne’bagni, 9
•Prigione dune era amicamente. > gf
Principe dtUagienenlù qual fojfe frefio a’Bjrmani.
tar. xof
Principe del Senateqnal feffe apprefio a'fiemani ,
car. xos
Prhiilegie conceduto l’ChriiìianL 14»
Prìuilcgi conceduti a chi haueua tre figlinoli. 78
Probo Imperadore con la yirtn, car. x8, numero. 4.
C 7 J.
l.ProciliemedagliacÒfelan con la pelle di capra in
ti Ila con certe fcarpe apuntate , che chiamano re.
pandi cap. 169 Jiu. i. cr >■
Trecefole da cbifefie creato.&da chi nbaneffe l’aut.
teród. 180.18 f
Vroconfeligouemauano le colonie. 156
Prodighi reuiuaii come erano gafiigati,<Pfcbeiniti;
car. 118
Profetejfa chiamata Pithia.car, 171
Prtfctigare de gli antichi hebbe fine atta yennta iS
Christo. 17*
Pronenliadegliamichi.tar, 160.161
Propago imperi medaglia doue fia fcritto. eoe. 79.
nu t,
ProroRritorarenon è cerne dieejtccurfio. I JJ
Proferoina di chi fi figliuola, & fua fauolaAar.172.
melagranata i deéeau a lei.
Prenerbi diuerfi,
.Alter mnlget hirenm, alter fupponit cribri. 291.
Baylobicnyecbaryme del t«rr«.Mr.i7 1.
Danni fum non Oepidus, tar.py
rcliinalente.car.2S.
jaRa eli alea.car. 28 9.
Ineidit in Scyllam cupient titare Cbarybdìm.
car. I S 9
Heruoi.atque artutefie fapientiae, non temere
credere. 188
tfoHAi Athenai.cer. 1 40.
Sine Cerere,& Bacco frigtt f'eruaa.iis.
f'cni.nidi, vici.c.296.
Vitam regie fortuita,non fapientia. t.6i.
Tiihil didu qnói diRum fit print ,0.27 j.
Tfibilnouumfnb Sote.e.27f,
Prouideugafiguratantltemedaglie. 56
Pronintiedelmondo,&lordiliributione. 84
Prufia fie perche nileggiato da’fipmani. 8 6
Pnblicola ehifojfe & perche così detto. 174
Publio HigidioFignli granfilofofo . 160
Pnblieius,parola latina yieneda Popnint. 267
Pndititia,& firn figura nelle medaglie, 77
Pugili Abe eéfa fieno, i}6
Sf Pugnii
T A V O
Titani ; Htnuni fitcemm tUe , come fanno
to^i I. Sene fi, ma ijnelte erano peggiori di ijneSìe,
a perche . tjA
VugnuU dnefi.mggononeOe monete di U. Brnto.iar
tc 1 '-..er I ijw.i.cir i.
VnlphodeUoKofirat&fnafìgnra. i}}
Tntninaria Deomm, che cofa fieno .
TnntotraparoU, e parola nette infcriahmì antiche ,
& perche non lo metteuano in fine del nerfo.i 6 t
Tnpieno Imperadore medaglie con c~d R l T,/i S
htt'Tf'A. car. i ■ i^O‘
Vace.car.Ai.vn 7.
Tmeal Ubonit che cofa fia. e,iìt.& fna fignra in me
doglia, car, u i.cr come foSe deiermo da Fierio
yaleriano , i , }
Tnteal di Cordona, che cofa fu. L>]
SL
Q yadrantale di vino che cofa fu,&c(uantoim
porti. dó
Qnadranie.comefegnaloneUemedaglie.ear. lojw-
{tnadrigati che cofa fieno. 8.
Qna,anneThiolaiinoeomet'babiiadferinrre. ì b 7
Qiurcia dedicata à Ciane . car. u g. tj,' perche .car.
^i g\. cbiamaufìerile. i8o
{fmaarìo, onero yittor'ulo rfuanto •valena,& con che
io fegnanano , &• medaglie, done fi vegga fignra-
lo.car.7.nna.t jì.& il, (fin vn'altro modo.car
te oJm.g.Cf t.
^nio Metello Macedonico Cenfore , &'f{nel, che
netlafnaeenfnraglifnceeffe. n±_
Qmnto Metello Scipione ,& fna medaglia. i «o
Owirt* fratello di Cicerone Troconfole gonemana
fjtfu. lijL
A
R lettera ^n*»do tronata, & fefn al tempo di
■-dpp'm- , yix.
K adagaifo He de' Coti regno infteme co .À Urico.
Katitei Mjfet quali foffero , & perche coti deui , ^
J(aiidnt ,0 Hadntpar^a latina che figoifiebi. x£j(_
Hanrici fono popoli in Francia . i ^6
Hs di Spagna , et loro ordine finto da Cionanni An-
tonio, etdaCirUco. VSLL
quando vfa elemenga , aU'hora adderà lafnpre-
mafnapodeUd. ^
, confafcu legau aBa tefia ft vede nelle medaglie
carte Ki
Hede'Goti polii in lifla. >♦»
H,e Gentili fon nominati mUa /aera Seriitnra , i {
HS "Penfia qnando féntam isenntoti, che cofa Jote-
un. ij.
Httaredo Rf,&fne medaglie di Hijfali,bora Sini-
glia, ear.ig x.i Emerita, car.x) b- I n d etto Tio ,
Cffeee farcii Concilio f.Taledano, dotte ft confef
tò U fede Catoliea ,<>• fi fcacciò U fetta .Arriana
di SpagnaedtUa quale eranoiJSoù. oi
Hfcaredo il fecondo fìiTmH.e de'Ooó , (ZJfnOMto re-
gnh.
tifte/nintho Hf,etfne medaglie d’Emerieà.ear. 135^
qnando etmineii a regnnrexar. tnx.c- Quali fofl
feto le fne medaglie. mi
HlgiaeftpopoU, (f loro medaglU Greca , cat u7ól
L A. >
r.’i 7 y i. ' <
Keguto, & Ina medatlia.ear. u 4- yedi Lìuincìo .
Kehgione perche figurata col Mercurio , 17
Hepaiidt che forte di jearpe fieno, tane iCl-fignrat
te nelle medaglie. e6g
Hinoeeronie , animale , il quale am ma xga VEtefan-
te,& medaglieulone fivegga.ear.jCcjin.i.& 1.
Hpderico Hf caeiti il ^ ynitogga del'He^no , (f
egli fà cacciato da gh ,drehi,<ar.ii.f .'quando re-
gni- ■ l'ti
Rodimtdaglia Cren.car.a iJm.l.& 1. ■ ' 'r
Roma, thefignificbimGrecoaar.oi.fifdilintlIad»
i Calli, carte 1 j6.& c he effetti fiecùtuegli hno-
mini.thevi vengono.carte 1 6,f.iTagonematn con
forme alla volontà de gli tmperadori.eitie
qnandajiefiepin in fiore inatnti,(f In lettere, pii
che in altri ten^i. car, ij'B.ty fi fitta coloiia
da quei di .Alba tnnga.ear, i qF Qnando pCfnona
nelle infcrittioni fcritto Hpnue vuoi dir di Hpmn,
non in Hpma . carte tj_i. figurata nelle medaglie
in dinerfi modiear. 01.y7- vf. tf ' in vna medaglia
con Cai lettere , ROMui . R^EH-iSCES-
earteif i.nu.e.cr t.
Hpmani rietmofeenano ìòBa fortnna l'hanere foggio.
gaio il Mondo car. fi fecero hefe del HeTm-
fia,& pcrcbe.car.S i xomc andanano veHiti.carte
- -vollero andare ad babitare d yei.car.
I i6-.vfanano per vefìito la toga . car, 104, che
cofa fecero qnamdofoggiogarono Unogbi vicini a
car. i<> 8 . i Vairitij crono di due forti , èr
quali erano teumi Hpmani . car. xi\>.fi nomina-
nano co i cognomi della Trdri, 0 etcrià loro, corto
Hi. qnnndopoteunno banere offici nello R,epu-
bliea car. ijj.non fapenanommerarefenonfi»
i cento mila, ~ Hi
R,omolo figlinolo finto di Marte Gradino , car. t f i.
vii porpora nella trabea. car Ha_acqniliilcffin
glie opime . ^ nelle medaglie figurato, tar. 17J.
nn.
Rjifato colore hoggi chiamato roffo. U_
Rpfha, che cofa fafferopreffoa’Rpmam.
Rpnefcta,cbe fia.O' la fna etimologia. IX.
Rfnefcio.& tmprtft fefia lo fleffo . - li
RfnÙUoflampiilpTontnariodeUemedaglie, >.o8
HubUone fiume famofodinide la GaUiadalf Italia,
& non fi polena pafsar con gente armata. 18»
Rude, che cofa fia,&i chi fidano. UL
Q^’P.R nfo infieme con Sulla in vna medaglia , catte
lìJUt. ì.& ^
S
Imperatrice,(fi fne medaglie.
i 3 Concordia . ear.t o.nn.g.O' S-tf car.40jm.te.
ycfiaMr.Ìj>Mi.i.
Sacerdoti in Rpma,etaneogli Imperadorifieoprina.
no la teSla quando fiteri^nano.c. 3 andomanoiu
co Llorverfi quel, che diceuaU Tabù. enr. I7_L
detti Calii.y l orvita.car.t7ii.cbicmnliD!rmdi,
vfitnano lettere Greche neiòrfitcrifiei, car, 190.
chiamati ancoro FloMÌMÌ,enr.iSl.jg.XSJ. Snhj,
-igonali.0 Colimi IJJ_
Snetrdotio di dodici Salij infUttàto da Humn Vompt-
- Uo,& lorbahito, i j|
Satibct.
TAVOLA.
Satibetti,&JporU->ftU dtlU'Mmkbifcrriptniiì iad<ttfit,ur. i f »/ao< f» »fc &ilm ttTetbe fr-
•Alluri, 6 _ gfifichmo, I«o.
Utri^tumtgU nticbi co* U ufU coperU,& pcr-
che,c*r.! 0 .&iUflnmemi ufott da Inomifocrì
fcaro .carici /ÌMggMa tulle mf^iie
di M. Aurelio, car.f i. no. T .ts
Secrilich fmted'nu itnfa frepU, & ferebe . cdr..
7 l^ di St u e uaamil id ^iul fia, 0 ^aaadafi
facciid.cwr.cii.
Sacco di .Xrxbt legno m Jjpepu fe tu w-
defle, --
idctta , cidi (altnine , in che maniera diede figao che
R óiiu haneiid da tger oittotiofa . car. t o. era li t»
'^dìeetaa-dottH cor. i i^.&fcrcbelejaet
' le ghinofìorte , & gettino fiamme . car. i
fi tùgioMligiirateiie gli fendi, 0 tjnando comi*-
'ciaronoametterfi ne gli fendi, car. i+i.tì’M».
Seinone.Afrieana fa nominatoTrineepc Senaus,.
oenehe frèma non fefje il pii amico Cenfare. cani
■ yoj.0 fnfattoConjole anche duci anni prima ,
- chnped^ efiett. i Sx
Scif toni non fecero colonia Tdrracona, ma refiau-
rarono le Jne fabruhe . Ecalcnni falfàmeme ere.
dono de la lorftpoUura fin apprefjó a Tarracona,.
Scrittori amichi celebrati daU '^utore.car.iù tj ftà
fieno quia , che hanno feritlo delle medaglie. X jj
Serinere de gli amichi mi tempo di Cicerone , fin ee-
ceUeme , che in altro , 0 perche, car,
gli auloii,ibeJoprd ciò hanno dato regola. 0bora
et par eattiitoper t’rfo . car, » 6 o. ma i miglior del
moderno .0 perche. jgi,
Scndurdi Marte ai gallo.
~e.0 ferebe tnqmln le porti nel heeeo , car. Scado è dediemoa Minerna. i j _2
garata nelle medaglu per la fonrqrpt, ilS_ Scadi chiamati ^ncilq, 0 lor figari in medaglie.
SdtUa infume con [arco fi dà ad Hercole, *i_»_ (fcbiliffCe. ijj
SagOtche cofafofle. 8 a
Sagamothoradetto Momiedro, era Mnnicipio[de
iRomani.retondoVlinio.cer.tso. 0 lit.0
fne medaglie, 0 fidene dire Saguntm, 0 non
Sagamatn,0^erqnalragione. »i 8 ^
Salii facerdati di Marte , chi gli inilitnl ,0 lor ha-
bua t ijano Patrieij . 0 fi ebumanano Pabuini .
-car,
Salone fiame in Celataiad città di .Aragona lodato
per la tempera delle arme. Sz_
Sebafitano Eri^ , fcrifleyn graffo volamein mate-
ria delle medaglie. »y?_
Secolouhe merito effer chiamate i oro, tanto per l'elo
qnen^qnemoperloraioredelicarmi.
Secold'oro,0 jaefegnificato, l64_
Setarex^ m qaamt modi fineda figurata nelle me-
, daghe.
Segericofede'jBoti, m
Segni, che fi troiano nelle medaglie alcune volte t'in-
tendono, altre ni ,
gaio non ^ ^ ^ 1 j ^
Selonina Imperatrice, 0fna medaglia della fecon, Segobnea capo di CeUiberia , 0_>ion è Segonia , 0
> dilà.tar.yS.na. 9 . faeme^glie. ju
talnllld taehia Ótiiana con la concordiauar.' j f. nu. Segoaia,0 jae medaglie. xij
i. 0 S. SeianoConJolepotemeaffàialtempodiTUierie.xit
Salkliio lodato per fingolare HiRorico. *iS_ Parola latina, vedimela libra.
Salate, 0 fio tempio, & come fin figurata nelle me- Senatuiconluliifaiti dal fenato, 3- non dai cifoli, «48
doglie 71 StuatuttonfultaClauauno,fifattopeTledonne,cbt
Soma tnGreciameue fanoni nelle medaglÌEj, carte fiS‘aeeuanocoiltrofebtaMÌ. X 37 _
ijo.jlum.x .eT j. Senatori, 0 lor babito.
Sanità figurala con la felpe. 7 £
Sami,0vn concilio fatto contro quelli, che tratta-
nano male le hnagini loro.
SaragoXfia fondata da Cefare .AuguSio , car.i j. nel-
le lue medagtu fi vede vn veffillo figurato , carte
ter., fi moftra effere Hata colonia, car. x c^.fu co -
lonia immune , 0 capo di conuento , 0 afcmnla
thiamaronoil luogo di Saldubia , 0 vi andauanO
le caule di f i ._fofolì. car, X 99 -fue m edaglie, car.
10748*108.
Saraftae pguraio nelle medaglie, car, p^.Jiumert 4 -_
» 74
-
Sardiani ,cbeafilo,o franchigia haueuauo.
Satiri,cbeeofifieno,0fo*deitiTitiri.
Schiatti andauano co'herretttni dietro a padrona lo-
ro quando gii portanano d feptlire ,0 per di con-
feguiuanola liberti , e arSi. 0 con le libertà pi-
gliauano U nome de'laro padroni . car. 10 1 .& in
che maniera gli faceuauolibetti, 81
Sc 'utiua, terra nel l{rgnodi yalenga come chiamata
Senefi fi pigliano pucere in fare alle pugna . xft
Seniuhe cofa fieno. g
L.Sentiomedaglia c onfolare.car.c.no. 9.0 i t.
S0olerodi Cecilia Metellavtcìno i Jan Seballiano
inUpma. ,jf_
Sepolchri affai di famiglie Hpmane erano nella via
.Appio. x éx
Septifolio,che cofa foffe,0 perche coti chiamato , 0_
iebeferuifie. n,
Serapi contepefche, 0 perche gli fieno dedicate,
carte 16 p.
Sergia famiglia viene da Sergrflo. xf(^
I7J__ Serpe afiegnau ad Efcutapio ,0 alta fatate , 0
id<L_ ' perciu ,0 fi vede nelle medaglie infieme co*
la dea Salute, onte 7 £^4 0 174 . 0 meda-
glMoue fi vegga con SIcuTapio . catte 17 j.ee»
le ala dedicata a Cerere . carte 171 . 0 feuga le
aliad Efculapio .tur. i j». fi vedein alcune fio-
tue di Tallade . caru i tj,.cmdetta che bebberoa
noma quella di Epidauro dono volle Hare, 17_0_
anticamenle,0 fne medaglie. ' il»_ Serpi di Cerere nelù medaglie che fignifiebino. ii 4 _
Scilla.cbe cofa fio. 0fuoi pericoli, fi vede la fua fi- Serpi che ammaxXarono laoeoonu,0fiioi figlinoli ,
t _gura m medaglie di Sefio Tampeo, dona i mafia- carte 1 54
Sf a (.Ser-
l
T A V O
C.Smàlio uihtU , & fm effigie , & co» guelU di P.
Brute neUe medaglie di M. Brule.c.it- i w.4- et" 5z_
Seruie Sulpitìt lurit leirf, /Jjo«o.f«r. 149. medsglie
delie fi Tregge feriste. JéH, SyiV. G.dLB./f
ter, ’ éJJ-
SeRaete eroe due imeie,& eme fi Jegnaae etile eie-
degUe.cer. ■ o. eu.y.^'t -
Sefient itRt perse del ceegie. 6f
Sejìtrtio cerne ere fegeele de glitetiebi,& medeglie
delie I ÌTrede.cer.S.ee.1 .&
feiioPempeeligUiielediCeee Pompee Megee fè
dette figlieele di ’Helimò.eT Vie,& perthe.eerte
} j .(ir j +. medeglie ceefeltre te» due gieiie*i Sie
eUie»i,èSiporte»eiJer»pedre,&medre tinteli
reppreferueee le pietà, ter.^j, a». 1.& x.W»/*
tra , de»e fi -»ede figurato ifliliie , co» lefigie di
Tompeo Magne , & de'fueifiglmeU . ter, ie.mt'
nero i.&à.
[tte unendo fu imr^i»Kt">t.
Setu Urriane ftectiaie di Spagne t_& di effe ereno
ijSoei,
Sellerine, & fne medaglie
Concordia.car.co niLi. &4-
Giunone tei Pj011cf.ccr.t4 t4»». i . ^ I.
Seiiero,&fiie medaglie, ....
.jtfricerepprefetttetaperynedonntreheha
conciatura del capo con le ielle d^m'ele fante ,
Cj* >» leone e'piedi.cer.Qo.nit. I »
tsernità con Giulie, car. f ian. 1 o.
felicità repprefentete con la moglie, & figlinoli'.
ear.6i.nu.t .
Fortuita.ear.S;.nu.f.
J»di^gen:ia.cer.6o_nu.^.&j^
Heno, medaglie Grecebatmada iXoreirtnfuar
te t jt7Jium.i.
Tact.ctr.A L og|g f« 4 «
yirtù eondrn figure, cn.i^.»».}.
yittorie de'Britiani.ctr.fjjiu. tx..
Seuirato,ehe ufficio fie. . . * *Z_
Sfinge, & diffeiBga fra elfe,l'arpie,le fireneè griffui,
C i pegajei, & è fané di tre cofe.c. 1. 5 o,i» e be for
le di medtgUe fiiruoui Tndenigme propello da lei ,
& me Retua fefft pigliela da yerre in Sicilie ,
IS i opinione di Tlinio, ebe fieno fpetie difeime ,
me ftammaxgaudafdipo, & medaglie dono
fi Tieggano figurale. tJJ_
Sicilia, dette Trineeria enticemente,& lafua Mon
deng.a *' ^r 4 »o» & le fauole di Cerere,&f»a me-
daglie Grcca.car.QS. un. L.st' o.ó' L atmeaiu. } . 4.
<jp f.& me medaglia <f .ydrgentarie. car. iju jm-
«fcriJicS-fc-
Sielo di Ce^lemme.ebe moneta foffe, etconcbelet
' iert,&^ura,&diebepe/».cer.aiJi».S.<!r^
imaltro,cer.t t.nu.y.Cr lA
Sidera,peroU latina fideutferiuero conia IjUon con
leT.
Sidonii,ebe imprefa metteutnoneUi loro monete. tS_
Sidon.cbeeofifignificbi. o}7
Signum, parole Ialina, & la digèrenga , che è fra
guum,& fiama. » ìy_
Ségni feri, portauono in tefia certe pelli di lupoA d'ai
irienimali. l(i_
L A. r
Siltnirchoe^afieno. . I< 2 .
Sileno fùbtdio di Bacco. léX.
Silfio io mtdagliedi Cirene fi rredena figuralo . certe
I j_juale era il più Rimato, tzJn latino fi chiama
Uferpititinm, demodaglie, doni fi Treda. car-
te
LX.SUIort Sulle perche fi nomi etliceetr, lojn Oc»
tetortperpeino.itrdimiuuì fantteriiàa ijTribn-
ni. car. ij Sjjnedaglia con le fne effigie, & f nella
di H.T. l{nlf o car.t f. nu. a.& ;■ .
Sillanft,& altre fumili parole latine fi debbono feti-
nere ferrga la y.gretn. )l£<L
sillabe lunghe.» brtui,& fe erano co» tacoeuto gra-
ue.oecuto, a circonfùfjdcome fi fcriuenenot.ef
pronuneieuano da gli antichi , xSo.CP XCLi_
Situa parola latina fe fi debba fcrinert co» la J, gre-
ca. 06$
Simpulo , che cefo firn, & medaglie dmte fi ntggafi-
gurato. c«r.>o4 uu.i.if ).
Sirecultmelleuaàl'Pegafeo nelle fue monete. tUL
Siracufani, che eofa faceuano e sprigioni, & lor me-
daglie.eSr dicbiaratione.cer. i liL.dr ilo.
Carro co» quattro ttualli, carte .if -ir**~* u
&$.
Cioue.ear^i.nnt-ÓLt.
Uercole, che combatte eoi leono ’Hemeoccar. I SS,
UU.S. & 9 ^
PaUade.cbe nella celala bà rmramod'oliuo, certo
t49.»».l.<^t .
Pcgelca.cer.i TO.nu,4.& » .
Sirene, come fieno fette, ir meltglie,dout fi regger;
no figurate . car. I JS.& 1 17. lono nccilU . 1 5^
Sifebutogsde'Goti , & fuemedegiitrter. *3». t)4. '
<>■ M 9JI»anto rcj»). » 4 I
SifenendoUfdi’Geci, lex
SiRroeraftromento mufictleepprejjogli Egittfi.tar
test.ftdeueilfde. 139
Sinigliacitlà in IJpdpie,& fne medeglie. x$l.
Smimia , ebe e filo, 0 franchigia baueu»- 1 74
Sofocle, Euripide, & Efchilopoeli Greci. i-j
Soldeli bennodaeffertnigilanti. car. lyi.i-TreccU
foldati nominati Emeriti da’gfmani, & perche
car. »jt
Sbloat nelle fue leggi probibìC^er neutrale. 1x6.
Sonatori di corno chiamati Comieini , ebeportaneno
iniefla. i£^
Spagna, perebi coti nominata , eer, xji.eomefigu-
rata da gli antichi . carte gr^imene di Don Die
go di Mendoge ebrea il fuonome.eer.xxx._tbitm 4
ta tuberie, come alcuni credonotda Hibero fiume, ‘
car. 1 40 era in quei tempi a iEpmani , come bora
l Indie igli Spaguuoli. car. tj. che forte di mone-
te focena in tempo de' EomanlTcar. i Qi.fùd ifefn
da jifraiùo > & Tetreio , cor. ioo,_come jlgumt»
nelle medaglie.etr.S7 .& B ÌJne medaglie con let
tereentiebe Spegnnole. 10-'
Spagna citeriore chiamata de "Plinio prouineia Tar-
raeonefe. oar.ioo.bebbe d a yefpafiano il lut te-
tff. »i»
Spaguuoli in molte colonie fauellaueno, & TreRina-
■0 alla Hpttana,eS ptreib chiamati Stolati, 0 To-
gati. 10$
Speran-
I
T A V O
' biiifc» il Cùltr mie. 4^
Spighe Jm* dedicate iCerere.etferebt. UT. i}.^_
& iT.^JgK'ateperl'aioiuùueg^ t|4
f paglie dette opime acquiflate da Hymoto . lfi~
Spondei piedi ijoali peno. idt
sporte, che eojk fieno • (f
^ortnle come ermo fatte, & in cbemodi fi yftffero
dagli antichi , carte 70. ionie tiene tal nome .
carte 7^
Sparlo Melioprocnri di tiranneggiar noma. 117
Srpuire di cauatli come erano chiamate , loo
Statere ritronateia fanVietronellahoeeadetpefce.
ear. 11 _
Stalilij fi ibiamanano Tauri, & medaglie ione fi te^
Statua di Terrone, i d..dngtfio, che itti porto fOfiia
carte 1 Ll..perebt da^omani fi factnano alcune
pieciole, altre grandi, & altre come giganti, ear.
I U_^ti^ta]attro, che iufeguai fonare itn Er-
mafrodito. tdx
StatuadiPallade fatta da Fidia in -dtene ,dtfaritta
da Timo .
Stella di Marte,che effetti faccia .
Stipendiati in che erano digerenti da gli altri
Stratonici,ebe a filo, 0 franchigia hauenano.
Snefftni, medaglia Greca con U figura del Miuotan-
ro . ear. 1 1 6 .nn ; .& 6 .& tar.tto,nn.i. ,-ir a. .
L A.
fifiorarono le fue mura , & edifiel; & perche
bahUa il fopraueme di T*gaca.earte. loj .jm me-
Mglie. carte 14 . r.umero y,& 8 ^ carte l oif.
ii»i«ro t-ì^rmedaglie d’efia incogni-
te, cor. icj.-Mnm.i.ji.& j,jjualileteertfivfmo ,
nelle medaglie.ctr.ia.& <o me fi debbano lecere
ear.ioMS^nof.'
Tarraconefi hebbero lieenga a'preghi degli Spagnno
li di far un tempio ad -dngnflo dopo la fna morte ,
& lofiegofipermefio adaleri popoli .cor. if.j^
che egétto mandarono -Ambafeiadori ad udngnffo. ■
ear. ,1^
Tarraga terra in Catalogna. too
Tauro era cognome degli StaàUf, & medaglie , done
fi regga. iél
Teatro, .Anfileatr», & Circo, in che fieno diffirtn-
ti. 101
T ei popoli , medaglia Creeaear. 1 j S. nu.y. & t,__
Telad'orononerain-pfoaltempo<{,Augnlio . lS.L
Temi!iocle,& fna medaglia finta.
T empii, che hauenano afili > « franchigie, & non tut-
ti fipotenano inSiittàr heredi .
c fu T entpio della Fitti , & dell Honore da chi fatti ,
«Ti
100
Sn^agio,che coi
iJiu ; .cr».
eofafoge .
lor fignificati . • 18
Tempio dell Honoreatl ^nale per giungere era netef.
Jariopaganper^nellodeiU Fitti ,cS-dacbi foge
fiuto. 81.
TempiodifMa Cofiangainfjmainaìttottmpofk
Ij8_ tempio di Bacco. 77
SÙrnhila Hf de'GÓci, et fue medaglie, cor. x nr,. Tempio della falute in ^oma. 7 {
liP.H utT 'mando eominciiàrttnare.car Tempio di Bellona.
te t ir^quanto r egni. t al Tempio di Ciano,in che tempo fi ferrÌASr medaglie,
Snlpuiafanàglin , della fmlt fi timperador Calba. dine fi-regga figurato.
Carta Tempio del Sole,iudpollo. 171“
Tempio di Diana Lancofricne , &fuoiprinilegi.
T . car. I7j_
TempiodtCioueSalaminio fatto da Teucro. tTo
Tempio fatto ad -Augnilo dopo la fua morte. x$
Tempera di ferro buona fi focena con facfua di Sil-~
bilis,o di Taragpna . loa
T inrece della D,rfkladaglianiichi.can, Ì51.
T.fola figmfica Tutela. 1^4
Tabacco, i rnberba, che men daltìndie. Terni che franchigia , hauenano
Tacito Imperatore medaglia con la pace , c ar.gt Jiu. Terpficore stufa, come fila fignraU nelle
ll.&IX._
Tarmite figliuolo di Vetluno nelle medaglie, car.ts-
nn.iATt.sZsar.ia 7Mi.t.& 6 .a.O- 1 ._
Tarantomedaglie.-oediTarame.
Tarmgpna era municipio, & fue medaglie, & fina
o etografia. car. 199 . Cr icp. l'acqua de l fiume , che
yiftorre per entro i buona ptr temperar il ferro,
arte 100
Tarentini. -redi Tarami.
Tarraco, & Tirrenica erede t amore, che fin il me-
defiuno. xoi
Tarraeonaxar.iox.dentro,& fuori di efia cittì fono
molti ac<fntdotti.car. i iy.jra colonia , & capo di
conuento. Se fu fondala da gli Sàpioui .-Andana-
noadeffà per te canfe-x liti , anarantaifnattro ter-
re . ear. 1 o o.fù fo rfè fatta colonia da Giulio Cefa-
re,oda -Attuilo, & batte medaglie d Giulio Ce-
fme. carte io_c^erche confa ^ chiamata Giu-
lia. Ttinio non dice, che f offe fatta coloniada
gli Sdpioni i m che folamau ejfi fecero, &
• 5 * -
c ar.i sfjtu.i.O ' f-
Tefeo rapi utriadne figliuola di Minot t^t-oTefeo fi
dà la magja, <P perche . ■ < 0
Tefieraxbe c efo ru.car.66.& 70. dr i che femiua.
car.yo.&Ti.&Infnnfigniu. 71,
Telia d afino per ^ual cagione era fignrau dagli E-
gittfi. !«*._
TeHamerno finto daTompono Leto. iji.1
TeHimoni deibugiardo hannodaefttre omorù ,oin
paefi molto lontani. x^}_
Tenere fiume,& fna figura. loj
Teucro fece il tempio di GioneSalaminio 179
Thalia Mufa,tome fia fignrau nelle medaglie, carte
XK.y .nu. Ì . & 1 1 ,
Theudifcbnlo Bf de'God. 141
Tbeuderico B! de'God . xof
Tbeuderico regnò in Ifpagnaper (no pronipoUU-
malarico tanno fi i._ 141
Tbeuderedo Bf da'Goti. «Ki-
Ttudit Bs de' Goti , che altri c h ia m a no Tendo ,
regnò
T A V O
. Yfgti tamtfiì- . *<*
rUerio ImptritdtK.&jMmeiUstulrQiiftMilBitm
^oU
CaWorr^.Mr.il j. ;
,
Crii/o & Ciulu mcda^lù dì
• Ciiidca.ctr,97-”‘-d-
Cratcwr. »»7 •"»•*•
l/i«, cM ^iicMie .nT.iÌ9.tum.u
V.- *!4I*I1>^«.6"-47'1«-V . • ^ .
1 Uimielp. lutic. per Similu tt vrcebutt Tndna,
Ofea, chiamata HkefcdX4Uil7*tiit*S*^
y 1Wf.MT.74
StMiilia.rtdiMHmcip.llalic.
Tempiocon ifurjU lettere i^,Q U.ET, •Ai' tM,
ar.ifl-m-t-Vi-
fibnio CUiidio eltme lettere all* pram*-
fraljtixaa*
Tiberio Sempronio Gracco sfondò Cracciai, Mt-
TibieSarr*ne,doiidedeTÌ*mo. • >8S
Titre fiume perche cotlchiamalo, figura, loé
T^ri fi datmoa Bacco.cn. I } 941U figura ruUemed*
Timone figiùfie* il gonrax .1 ■
Tiriafi»a<liiandùcomincio.. w, n, *74
Tiro in Utiao come fi debba fermerà. *8»
Tyrrbea*, pTprrbeoita i opini»»* d*W.JnUartf cut
, fi* lo Slefito che Tarraco. . ’
Tirftà età fmrodedkati.car. lEy.O’ cbttofa freno »
■ -oaree , ,
c. Titirà» medaglia canfolareMr.fJn. i.cri.
Titiri chiamali 1 Satiri. 1^9
Tito Imperadore fiifigliaelo di f efpafian». gj
finemedagUe.
■ .Ancora, &ynDelfino.ear.»s MI.
' ./«rcfci »+•««*•
Dtlfiao,& Ancora, car.ifjia. yetfi,
Ttemilà.car.ì !Mi i. & ».
■ felicità. MT. j8 jm. 1 1 .«>• I».
. Cindea.car.77. nn.S,
Italia. ear.ginn.).
gace.car.4iMt.il.
Tietà. carte i4.*n.9.
‘ Tronidenga co* dee figure, che tengoa» mt globe,
opalla inmano.car.Tj. nu t.& 9.
Meta. cor. tif.nu.t.
yùioriananate.car. J4M0.7.
Tito TacioBs de' Komani di che luogo f offe, *74
Tin Manlio perche aegnifiò norme di Torefuato. 4
Titoli chiamauano ancor gli antichi le infcrtitioni .
ear.iaA.&tomel*lena*oil{pmaaiporre i loto
1 Titoli nelle i^crittioni . cn.x49.6- ancora aUuni
Cardinali glivanno. *44
TieolodelUCroctdi Ciixnxo.»»flreS'igntrtiatl‘
V A. '
U Cbief* difentaCreeti» Gitn^iemmt di \on^
l.Tirnrio medaglia eonfolart effiyfTitraUedelra»_
tedelleSabine.tn.* 74 »iu.l,&S.
l^iapretcfia.^n^eci^afieno. 77
ToiAfurag »
Taifigù" Tornea in che erano dijèrettti • ®®
T^n pitto tra bahkn di fotne» i che trion fantwo de |
0 degli Imperadnrif HfnQ dijcgno fi "fede in me
■dagUe.car,Sc.nn,6o ^7.
7*fg4 palmata , <>■ perche coti detta > ^ fiw/ 4
Cfir. • ^
Toghe del lato tlanomtbe cofa fieno differentt da^
..aUre. •“
TogfiodtitoTrabrt. 'JJ-
Toledocitlà M Ijpagna, & fnemedaglieAar.x 19 .et
• ,^t 4 ,ilfa»nomt 1 criitoin tifi*, .
Toroeracognomede gUStatililtiiinab fiebiama-
^moTauri.&medaghedanefincggaear.tfit.
ynfoitorofignratonrbemedaglie , cbtfignifithi.
cor. I y 4 . CT anche qnando fono due. . . ' ® 7
Tot» . «7 Taffe, 0 la firn frmat » , 6 dichinauor.
ne. ...
Tortilo Saraiwa fiaoipi »» Htr$ delle inferittioai di,
f erotta. *71
Torqm erano tomehoggi le cesene , * eidlaue a or*. 4 .
TormutlopeTcbetoiUbiamato. _A
Tortofaptineipal Municipio de’c'ittadini^omjm .
carte
Toetora , & fna naturai ear.yj. fi nedefignrata ueix
ltrtudagliedeUaftde,mma»oarnadom»a. carta
Trabea , thè coft fi*. <7 quamU d^euge i efiefi trg
nino.
Trabifondafù faggio hnpcrulc.&qnando.xyg.xoo
Traiano Impcradortfn Sptgnnolo . *} »
Sne medngìie.
.l^MÌM.Mr.ioi.im.1..
Ìalticaylpia.car.iiB.nn.1.
.iiir'co.cn.1 1 if.nK.}.
- Colonna, car, I iS. kk.».
. .Dffia,ca.r.9}.nn.it.
Itanunio .car.ioB.nn.1.6 X.
. fi(mitd.car.fS.U".J.6S.
Foro, cer.i iS.kk 1.
fortuna.car.tfMi.t.
libcraiitàrapprcfentatfcoliotigini*, ente <7,
KWH.7.
Lctitu.car. 7f,nn.t.&6-
M‘foponcmia.car.\ox.nu.x.
Vacc.cn,4i.<CH.x,
Torto J Ancona .cdr.itiMc.x.
Pr0nidenga.car.s7mn.}. .
Tigre fiume nelle medaglie di Mtftpcdamta.
cn. I07.KII.I.
Mia Traiana.car. 1 1 omn.} .
f maria eoa -ma biga.o eurr^ medaglia Creta .
car. sx.*n4.&car, }}. un. 4-6 Dacie*, cn.
SiJium.te.
Trananillitd ,0 fna figna nelle medaglie.cn. }o.KK,
meroi.x.&}.
Trehmamo Galla Imperadare,& (ne mtd^Ue,
Libar»
‘Vhrrti . c j r .8i. >? a.4.
Treuiri , onero Treuiri Moneutes Arerò ^ Argrn^
lo fiondo FerionJo, treno chiamati qnellitChe fa*
• cenano bàiltr U moneta , S~
Tribù. CHnrie,ee Cnriei&i/iiiu furono le Tribù J fi"
Tribù nominata Vapia ,b Tapiria , X49~
Tribuni militari preffo a’ Kimoni ehi fofféro, & per-
che pertanano i l Tarm^onio, che era ima fpada fen
^ p*ala. e ar. t S . banere hannto molte mite quello
mipiiflrato era tra loro feptoriefier yalorofo nella
g,uerra. aj^
Tribnni della plebe perche furono inslitnili,& come
poi s'allar%arononel lor mar •lhato,& in rn cer
to modo erano facri cor. t'pafCf-qMllt magiiira -
to fùancbe d tempo de lUlmperadori , cpdicbe
anttoritd fofie . > JT
Tribnniciapotefld reliitnita daVaticano\ ebecofa
falche le totfe Sulla,& che le reflitni Tompeo eT
che cofafuU Tribunicia potefli,cbe fi legge. V fi
■ trono nelle medaglie. r»^
Tribnno della Tlebe Tolieano.
Tribuno Celemm \da chi fi erede fofie creato , & di
quanta onttoriti , & quando hebbe fine in H,oma
queflo Magilìrato . »
Trtente come ifegnato nelle medaglie.c. iWTf-JI 6 T
Tridente fi di a Tqettuno . ffr
Trimetro verfo,cbe parti bobbio da bauere . I 6 i
Trionfante da chi era accompagnato, r
Trìanfart nonpotena nefiuno,fe prima non era fiato
chiamato Imperadorc. aSìT
Tripode, tr la lira dedicala ad Apolline , cor.
ir la cartina della lira in medaglie, cor. t frrtlr T
grifoni ancor dedicati ad ApoUine . carte
perche fi dia ad ApoUine. tycr
Triumpbi prafalio,cbe figni fichi prefìo a Tlinio. i~9d~
Trionfo,& dinerfe cofe.^e in efio fi portauano. ip&-
Tritoni ohe eofa fiteno.caT.iqpMtmcdagHr.tr ter fi •
Trocheoi&fnoipiedi. torj-
Trofeo.cbe cofa fofie.car.fi. fi vede in medaglie con
Uarte.e con lipmolo fico figliuolo, I71
Troiani come fono chiamati da T^ummo Hegulo. 177-
Trombectieri portauano la lefia coperta con pelle di
lupOtO S altri animali. 147-
Tuticines, & Tibieinei , parole latine fon differmm
li. iti
Tubibdirum,paroUUtina,ehefignifiebi, i8i~
Tncci.colonia, 0 Augnila Gemella, ipf
T ncidide,& fna lode neUe biHorie, rpp-
Tulca He dé'Coti . zqi-
T allo Hofiilio inilitui gli Agonali, & Collini Sacer-
doti.
Turiafo, oTirafona come fi debba feriuere, & fue me
doglie. roT
Tnmfmondo U.e de’Goti. 441
T ufcbut parola latina, non fi bd da feriuere con ta(pi
ratioac. xpxr
T ntulifono Apici . 1 pp-
V
Alente Imperadorc, medaglia, natia quale fi
V fede vnjoldato,cbetieufotto ipiedi no febia-
TAVOLA.
UO.& in tua mano liner— ’haUa, ncBaeuicima
Ha cifra car. I ò'. nti. frdr tfT >n altra con
quefle lettere, R.bSTITyTOI{ K.EITt'BLICAE
car. ijommrqr
yalentmiano medaglia defcrittadall’Aulore.car.iS:
Tn'altravrllofiefto mode mefia dall'Autotc.carie
pi.n alila c on lai lettere l(F<:rrrf'TOII,,KF.I-
TyBL re A f. catte tp.mm.t.tr i.n'aliranet
rouefeio hd no croce in me^oina coronaiCallo
TO, carte ijtmnUr
y aldine eiod tl' Spagna fi colonia . rar. t pprfi di ef
fa fi Iruouino medaglie, cdr.ttpxfriii.cr come
fi chiamafic prima:& tn alita dello Rtjfo nome è
in Italia la quale iu Latino fi chiama yio yalcn-
pa,&fuc medaglie. UT
yalcriauo Satollino mcd/^lia Greca con Diana , che
tien un ccrnio per le conta, car. l i/.niuq. -
Valerij famiglia \omana,donde baneffe orighu. trrq-
L.y alerio Acifeolo,medagtia eorfolare con [Europa
fopra il toro eti.B t . mu . y .<d - Cm'aUru con lafign
C. yatèriò'Arifìrio! medaglia conjolare ,ntUa quale
fi inde figurato n Tritone, car.tst.nn. Jr*? 4 ^"
y alerio Catullo. »Co“
yatcrio IHaniale , poeta famofo bebbeperfua patri*
Silbilit • car.x ■ i.fuo trerjo corretto da W Autore,
carte
yalcrio yicentiuo di molto nome nella feoitura. tpr
yalgio lodato per gran Toeta , iSS~
Mandali fignoreggiarono gran parte deW Europa,
di quoto danno fofie à tutte [arti la loro venuta. ìe
yariofmgolarpoeu,
yarroue lodato da Cicerone, & d* altri per il più
dotto, che {offe fra' Latini . » fq-
yaftone di che lingna parli. TTtr
yafodaherefiddad Hercole. l~fr
yajquemfe che forte di lingua fio.
yberti donde detta, et che figuifichi, et fue medaglie,
car, ùp-
ycceUo . yedi nella tanola il nome d'veeello .
yd era il luogo, dona vollero iB orna iti andare ad ha-
bitare dopo ejfere fiati poco men che diSimtti da t
Trance fi, et qual fofje la cagione perche non vi an-
dafiero.
yeUo dioro, che fignifichi. i*S
yenete , à cui ^dedicato il Mòrto , ear. i jy. 1 4 0 et
& i-qpr& le colombe, ear, t*o, & ipomi, &è
cbiamataMirtea, 0 Mania , erte banco drdicat*
la rofat&alci fi dato il pomo da Taride. 1 qpme-
daglie, doue fi vede col pomo in morto, carte, i fET
yenerePafia&fna figmnellemrdiglie. c. 17-J4
inlaglioanlicoincomioUjar. ijérnu. tHefia-
tue di ejfa piu ftimau quali fqfieTO.ear,iTEry ene-
re ebiamauAmatnpa. tyy
yeneto colore detto boggi turchino. 77-
yerbo nette etaufule latine fe fi debba pone in fine
iefie, aecioehe fieno più elianti , ijdr
yirgilioeeeeUente Toeta. i 5 o"
l. yero Imperadore & firn medaglia con [ Arme-
nia.ear.ioi.nu.},
yerfivarii.& Umifura,&inomiloro. tfT
yerfo di M*nUleeonetto.bTrVn altro d’Oraiio.i fIt
yejpa.
«Ji
L
1
TAVOLA.
ytl^ifunoìmpcrMitn PtdrtiiTUo.c. >7
SucmeitgUe.
intona. (tr.’jojm.g,
^fia.car. 3 j.ai 4 .t.
Caacardu.^:
CoUfco.y (ffaliquiHoat laagofat.tar.ì 1 j,».i .»
Ctia«nanflrata tir,jf.nu. f,
C^mU,can^.WK.i.
fede cjT.jSau^i.
fortiiBj.car.^au.4:
Cukha aur.9Ì.vei.i.4.yS.
’Pace.car.atju.jtey ttr.^i.im. j.
K^maxar.^yjaa.i.f.ii - 1 j, .
SetnruÀ.car. «Sjm.).
Tcuert.ioi.aK.t.
yittoria.far. 4 }.iii 4 ìf.& ly
yitto^\anale.caT,^4no.ti, ■
yrSUlo tal Ufuaflmt tafpTtfeiUaut U itlanlai
tar, loj
y (Sia Dtt figurata ruBt medaglit. 8 o
Yefiitode'Hatnam qiuuida fonammo brino qual
77
yStti . & mtgiBtati diaerfi come fi foltuano metre-
rt ntltinfmaiooi' iC).i6o
yia Traiaoat&fmi figura «eBe mtdaglit, 1 ■ o
yina,ofafda:alirimiti ditta flooLncht toja fofjl.iit
yiUafubìicaxbc cofa fia.&doae naiu,& firn figura
mÙemedagUitrar.itjmu
yiligba fi ibumamt aitticammu Celfa. 174
y indiSa tra >im baccbittatcoa la quali toteauauo a
gli fibiaui Oli dar loro la libertà. .■ g 1
L. y micio nedag Ha tonjulare eoa la concordia, tare
yiao di Caliuo,ò i altra Città di Còf agita tfiiT il mi
pior i Italia. . ■ 14*
Viole, fiori fi ut trutmaju di tre colorì. 17 j
yt^cnxa rfita da .^lace Oilco a Cajfiadra. 1 4 j
ybgula dminatfi chiama il caduceo, .. . . j4,
y inù.car. 16. figurata iu mo'ti modi nelle medaglie,
& in alcunifi Trtdt forfè figurata per adular gli
Imptradori.car. *7^8 xj.ér jo-x?" èflradaal~
bouore, & donde fu detta, ig
yite, & ilfuofrmtodeécato aSacco. 163
yittllio con Lucio fuopadre.cór.n.uu,q. & c,
clemente ear,oy Mu. i.
Iidetoadue mauiginnte.car.fS.uu. t.
libertà.car.S fjiM,f,
yirtùiufiemeeonrbautre.e.iSjiu.7.&c.8t.n.).
yàt, me de'Gttili come andauaao ornate e/sendo con
dotte al facrificio .
yittaria come fu deferitta dagli antichi, & figga ali
a mano amia figura di Hjima, che fignificbi.Crfigu
rata tu diuerfi modi nelle medaglie, 70. j i .j » , «j .
CfSficbe fignifichi nelle medaglie di Siracufifi.
■ fra uua carretta. . ,g,
yilloriariauale, che copi fia,& come figurata nelle
I L F
medagìU. ^4
yittoriato tome fu figliato nelle medaglie car. j.nu.
4 .€J- !. ,Tc
ylia tema in Ifjugnaàioggi creduta Monte maggiore,
meino a Cordona, tì fio fiutar. n}o,fuemtda-
glieiear.iii.uu.i.cr i.
Vmherco Coltio, &fuoi libri,
ynnidi quanto danno furono cagione.
{^yecaniodetto Virulo, &medagtie done fi nede. e.
t6t.ng4.f.&6,
L. y olteiojntdaglia eoufolare ,neUa\.quale fi •fede.
■ [£uropa fopra iltoro car.Synu.3,
M. yolteio medaglia confolareaietlo quale fi »ede Ce
ture (opra mi carro tirato da duejcifi.tar. i3t,.n.
q.& f.conCiitle, ear.i7S.nn.S.f.
yolufiano Jmperadore, tr fue medaglie,
■Helicili,ear.eiJiu.io. ep-ti.
Satute,ear.7t.im.l. -j
y omero poBo nel corno della copia che fignifcbi. 41
yomitoeif.ebe luoghi fofiiro nel Coli/eo.e. 144
yrania Mufa couK figurata nelle medaglia, e. if 7.
nu.j.&e. T
yrfone,fi crede che fu Ofima,& fia medaglia x.in
nu.f.&6.
yrfo, colonia detta Gemina yrbanor, xf }
yfura femifie.che cofafia.ear.xgx.TtèenU,&ce’«er
fimaqualefia. , 1^4
yiile, cheficaua dal faper difegnar le yiriii. 0 deità
de gli antichi. g|
ytiliUxhe fi trarrebbe dall'bauer in difderno tutte fi
•mrtù,delleqntlineltoperafitfiment^. g.
y.y.uua confinante , C altra vocale come fifirìneaa
apprtffogh antichi. , .
ymiUi vnodeiPfde'Gotiiulfpagna. jli
yganAa l{e detto comunemente Samba, nel cui tem
po fi fece Udiui fune delle'diocefidi Spagna net
coniilio Toledanoxi.& delle fiemedaglie. m:
Vue dedicate a Bacco. ^
yuHerico.oyuitirico Kcde’Coti.il qual fiettfie alia
ua il i.&fue medaglie deferuu daU'auttore e.
txi.vna'lradiSiuiglia,iìi.quàtorrgni.n4i
yuitiga Ke & fua medaglia di Emerita.ear.xti.aua
do regno.c. 14» fù /cacciato dal He Don Roderi-
coxar.xx y&fue medaglie di Harbona. , 9 1
yulfUno non fi accorda con Cornelio Tacito nelle li
fiede’ Ttpiprinilegiati, & per qual cagione. 17»
y nolfango Lagio liampò due Unì col tkulo di conti-
tarij deUe afe di Grecia car. iiS.vn altro de
S,efublica Hnmanorurnxar.
X
litterapoffa in vece della enee.
X99
t^Eechieri che vtile uumo dalle medaglie, ig
INE.
IN ROMA, Appreffo Guglielmo Faciotto. CID ID XCII.
• -, ^‘Blieengade'Suferioei.
1
t
4